Il nostro sogno americano on the road

Vi siete mai chiesti perché quando si parla di viaggio on the road il primo Paese a cui si pensa è l’America? Noi l'abbiamo capito percorrendo senza fretta alcune migliaia di chilometri...
Scritto da: alvinktm
il nostro sogno americano on the road
Partenza il: 22/09/2010
Ritorno il: 08/10/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Vi siete mai chiesti perché quando si parla di viaggio on the road il primo paese a cui si pensa è l’America? Noi l’abbiamo capito percorrendo senza fretta alcune migliaia di chilometri… con il solo obiettivo di goderci l’avventura sulla nostra quattro ruote, comoda e soprattutto con il cambio automatico

Il piacere di questo viaggio ha inizio fin dalla libreria in cui abbiamo comprato la guida ai parchi e alle città dell’America dell’ovest e la mappa stradale. I numerosi libri di fotografia disposti sugli scaffali con gli scorci più belli di questa parte di mondo ci hanno stregato, entusiasmato e ci hanno irrimediabilmente convinto che almeno una volta nella vita dovevamo affrontare il Viaggio on the road per eccellenza.

Per quanto riguarda la ricerca dei pernottamenti potete affidarvi a uno dei tanti motori di ricerca su internet dove troverete una vastissima scelta di hotel selezionabili per prezzo, giudizio, servizi… Comunque quando ci si trova in una metropoli come Los Angeles, San Francisco, Las Vegas, San Diego non è necessario prenotare perché ovviamente l’offerta ricettiva è elevatissima. C’è un maggiore senso di libertà a non fissare in anticipo l’albergo in quanto dentro di noi si sviluppa l’indole del vagabondo senza regole che vive il momento e decide di minuto in minuto il da farsi. Però, se ci si allontana dai grandi centri urbani per esplorare gli stupendi parchi come il Sequoia o lo Yosemite è meglio assicurarsi un posto letto, soprattutto durante l’alta stagione. A mio parere la catena dei Best Western rappresenta un buon compromesso qualità prezzo, se poi possiamo spendere qualcosa in più, solitamente all’interno dei parchi ci sono dei Lodge stupendi (che noi abbiamo ammirato solo dall’esterno).

LOS ANGELES

Eccoci finalmente atterrati nella californiana ed assolata città degli angeli. Non aspettatevi troppo dalla metropoli in sé, sinceramente a me non ha entusiasmato molto Walk of Fame a parte (la celebre passeggiata sulla cui pavimentazione potrete ammirare le stelle a cinque punte con i nomi di moltissime celebrità). Il punto di forza di Los Angeles sono le magnifiche spiagge dove ci sono veramente le casette dei bagnini come nel telefilm di Baywatch e i surfisti si preparano per cavalcare le onde dell’Oceano.

Consigliatissimo. Un giro a piedi nel fresco e ombreggiato quartiere delle ville dei famosissimi di Beverly Hills e nella via dello shopping più famosa al mondo, la Rodeo Drive. Se poi la vostra passione sono i film o se soltanto avete voglia di un po’ di divertimento da parco giochi, non potete non visitare gli Universal Studios.

DA LOS ANGELES A SAN LUIS OBISPO

Proseguendo verso nord in direzione San Luis non potevamo non fermarci a Santa Barbara per una romantica passeggiata sulla sabbia della lunghissima spiaggia e sui legni del vecchio molo. Non abbiate fretta perché qui regna il relax! Grazie al clima piacevole tutto l’anno e alla posizione, protetta dalla montagne e affacciata sull’Oceano Pacifico, la vita scorre rilassata e serena.

Consigliata. Una visita alla alla Missione ed al Presidio di Santa Barbara e, dopo un pomeriggio al mare, potete raggiungere la vicina Downtown e camminare tra i suoi negozi colorati, bar, ristoranti. Se siete stanchi non disprezzerete una sosta all’ombra delle alte piante su una delle tante e comode panchine sorseggiando una bibita fresca.

Visitata Santa Barbara si riparte per Solvang. Credetemi, ne vale proprio la pena fare una piccola deviazione per vedere questa splendida isola danese nel cuore della California nella Santa Ynez Valley, famosissima per i suoi vini. Avete letto bene, ho scritto proprio danese! Qui infatti, temperatura a parte (a fine settembre noi abbiamo trovato 25°) sembra di essere in Danimarca. Passeggiate per la via principale lasciandovi stupire dalle case dai tetti spioventi in stile nordico e curiosate nei negozietti pieni di manufatti e costumi caratteristici.

DA SAN LUIS OBISPO A SAN FRANCISCO

Spettacolare e incantata! La Cabrillo Hwy, la strada che serpeggiando segue la frastagliata costa è semplicemente meravigliosa e offre degli scorci mozzafiato. Non ci sono molte parole per descrivere il blu dell’oceano che prima lambisce dolcemente le strette spiagge e poi, man mano che si prosegue, scarica tutte le sue onde addosso alle scogliere a picco sul mare. Siamo rimasti talmente catturati che i nostri occhi non volevano più abbandonare quei paesaggi. Ma il viaggio incalza e bisogna macinare ancora tanti altri chilometri prima di raggiungere il prossimo hotel. Con le foto che ho caricato spero di riuscire a trasmettervi anche soltanto una millesima parte della reale bellezza di quei posti e delle forti emozioni che ci hanno regalato.

Consigliata. Tempo atmosferico permettendo (noi abbiamo trovato una nebbia talmente fitta che non siamo riusciti a scattare una foto recente) bisogna fermarsi a Morro Bay, poco dopo San Luis in direzione San Francisco, per ammirare il suo caratteristico promontorio Morro Rock e poi visitare l’eccentrico Hearst Castle a San Simeon. Prima di raggiungere San Francisco non si può rinunciare a una se pur fugace, visita a Monterey. Magari anche solo per gustare un buon bicchiere di vino californiano in uno dei pub con vista direttamente sull’Oceano, come abbiamo fatto noi.

Consigliatissima. Una passeggiata lungo il comodo sentiero nella baia di Monterey adagiato sulla bassa scogliera che offre tantissimi scorci naturali da fotografare.

SAN FRANCISCO

Finalmente eccoci arrivati a San Francisco, a mio parere la metropoli più bella nell’ovest degli Stati Uniti e anche una delle più europee di tutti gli USA. Pulita, ordinata e non particolarmente caotica, San Francisco ci ha dato l’impressione di essere una città vivibile, verde, cosmopolita, culturalmente vivace, tollerante, sportiva, moderna, per non parlare poi della sua posizione sulla splendida baia. Insomma, se avessimo la possibilità di scegliere dove trasferirci, San Francisco sarebbe la metropoli in cima alla nostra lista di preferenze. L’unico timore sarebbe la vicinanza alla famosa faglia di Sant’Andrea la cui attività, negli anni, ha provocato diversi terremoti. C’è da dire che però siamo in America, qui le norme antisismiche sono rispettate e gli edifici più moderni sono costruiti seguendo tecniche di progettazione all’avanguardia. San Francisco vi colpirà per i sali e scendi delle colline sulle quali è stata edificata. Alcune di queste sono talmente ripide che percorrendole in tram dall’alto verso il basso, ad un tratto la strada davanti a voi scompare e sembra di prendere il volo verso l’Oceano. Pensandoci, sarebbe bello se veramente quei pesanti mezzi potessero all’improvviso decollare dando la possibilità agli occupanti di ammirare la città dall’alto, per poi atterrare come niente fosse alla fermata successiva. Noi siamo giunti a San Francisco al tramonto e ci siamo goduti lo splendido skyline della città avvolto nel chiarore rosso del sole sotto un cielo sgombro da nuvole. Fortuna vuole che un tempo sereno con temperature miti e senza nebbia ci ha accompagnato durante il nostro soggiorno. Girovagando senza fretta per la città vedrete una moltitudine di stili architettonici; passerete dai moderni grattacieli della Market Street, alle case in stile vittoriano affacciate sulla baia, all’ambiente cinese del quartiere di Chinatown e se proprio vi manca la nostra amata cucina, potrete cenare in uno dei tanti ristoranti nel quartiere italiano. Curiosa è la Lombard street, la strada dai ripidi tornanti affiancati da splendide aiuole. Dinamica è la Union Square nel centro della metropoli piena di hotel e negozi di lusso, teatri e gallerie d’arte. Simbolico è il Transamerica Pyramid, il grattacielo dalla caratteristica forma a piramide che si protende verso il cielo. Se volete tornare indietro nel tempo rinunciando alle comodità, fate un giro su un vecchio tram di Milano e poi saltate al volo su uno dei Cable car rimasti, l’antico mezzo di trasporto della città dove la carrozza è agganciata e trainata da una fune sotterranea. Se poi le prigioni non vi incutono timore, una visita ad Alcatraz è quello che fa per voi. Noi purtroppo per mancanza di tempo non ci siamo potuti andare, comunque ricordatevi di prenotare se avete poche ore a disposizione da dedicare alle attrazioni di San Francisco.

Consigliatissimo è esplorare la città in bicicletta spostandovi velocemente e in completa libertà da una zona all’altra. Ci sono molti negozi che offrono questo servizio e quando sarete in hotel basterà chiedere alla reception quello più vicino a voi. Lasciate correre la vostra due ruote fino alla baia, oltrepassate i diversi moli fino a raggiungere il famosissimo Pier 39, un posto davvero incantevole pieno di ristoranti, giostre, negozi di souvenir. Se amate i pesci, l’acquario vi aspetta con il suo tunnel sottomarino e le sue numerose specie e, tornati in superficie, si possono ammirare i leoni marini stesi a godersi il sole sulle chiatte in legno (tappatevi il naso perché l’odore è forte).

Dal Pier 39 buttatevi nel verde del prato ai piedi del Golden Gate Bridge, che la domenica si popola di ragazzi che giocano a calcio, pallavolo, frisbee, persone che corrono con il proprio cane, o semplicemente passeggiano con la famiglia e poi, finalmente, scalate la collina che conduce all’inizio del fotografatissimo ponte per iniziare a percorrerne i circa 2700 metri di lunghezza. Che emozione ammirare San Francisco da una prospettiva diversa, globale, sospesi sopra le acque gelide dell’Oceano sul Golden Gate Bridge! Quello che vi troverete dopo una lunga discesa, una volta arrivati dall’altro lato della baia è l’amena Sausalito. Non spaventatevi se vi sembra di aver caldo, infatti la temperatura rispetto a San Francisco è decisamente più alta. Sausalito è una località turistica rinomata; a noi è piaciuta molto, sarà perché quando ci siamo seduti su una panchina del suo porticciolo addentando un trancio di pizza al salame piccante, ci sembrava di essere in Italia. Tornando indietro fate una deviazione sempre in bicicletta, fino al Golden Gate Park dove, gli scoiattoli americani per nulla intimiditi, non disprezzeranno di certo le vostre attenzioni. San Francisco ci ha stregato il cuore. Porteremo sempre con noi il senso di libertà culturale che ci ha trasmesso, la sua tolleranza, la perfetta fusione tra modernità e storia, la bellezza della sua baia e speriamo un giorno di tornarci.

DA SAN FRANCISCO ALLO YOSEMITE NATIONAL PARK

A malincuore abbiamo lasciato la splendida San Francisco ma i grandi parchi dell’ovest ci chiamano! Così il mattino presto, dopo una colazione sbrigativa, siamo partiti alla volta dello Yosemite National Park proclamato patrimonio dell’umanità dell’Unesco, per potergli dedicare più ore possibili. Subito dopo l’ingresso al parco abbiamo attraversato una zona appena divorata dalle fiamme dove i vigili del fuoco e gli addetti al parco stavano ancora lavorando per spegnere gli ultimi focolai. Una stretta al cuore ci ha attanagliato il petto vedendo quella che prima era una rigogliosa area ricoperta da piante, ora ridotta ad un mucchio di ceneri. Purtroppo siccità e caldo provocano spesso questi disastri. Noi oltretutto abbiamo visitato il parco in uno dei periodi più secchi, a fine settembre, infatti le splendide cascate dello Yosemite erano inesistenti. Motivo in più per tornarci! Il parco comunque non delude mai e dopo aver percorso una lunga strada in discesa sul fianco della montagna, siamo finalmente arrivati all’imbocco della valle dello Yosemite. Scesi dalla nostra quattro ruote non abbiamo fatto altro che tenere la testa all’insù per ammirare il poderoso granito del ‘Capitain’ e le alte conifere. Presi dalla nostalgia abbiamo noleggiato anche qui le bici per poter girare nel parco in completa libertà e sentirci in completa armonia con tutte le meraviglie naturali che ci circondavano. Con l’auto ci sembrava: di disturbare il silenzio monumentale del parco, di non portare rispetto alle enormi formazioni rocciose che incombevano sopra di noi e di ferire a morte la vegetazione con lo smog.

Consigliatissimo. Raggiungere lo splendido punto panoramico ‘Glacier Point‘. Da qui la valle dello Yosemite non avrà più segreti per voi e vi stupirà con uno scorcio mozzafiato. Attenzione però, la strada che conduce a ‘Glacier Point’ è stretta, ripida, piena di curve e, quando ci siamo stati, c’erano parecchi lavori in corso, inoltre è aperta soltanto durante la bella stagione per cui prima è meglio informarsi.

DALLO YOSEMITE NATIONAL PARK AL SEQUOIA NATIONAL PARK

Io che pensavo di averne già viste di piante alte e grandi… mi sbagliavo di grosso! Perché quando abbiamo iniziato ad avventurarci a piedi nella Giant Forest del Sequoia National Park siamo rimasti a bocca aperta, increduli, affascinati, ammaliati da quei giganti buoni, centenari, anzi millenari. La sequoia ‘General Sherman’, la pianta più grande (come volume) al mondo, ha più di duemila anni. Mi ha impressionato passeggiare tranquillamente accanto agli esseri viventi più longevi di questo pianeta. A un tratto avrei voluto tornare indietro nel tempo, quando quelle che si ergevano tutte intorno a me erano soltanto delle giovani sequoie, per vedere con i miei occhi tutto ciò che avevamo perso e distrutto o semplicemente era naturalmente mutato.

Consigliatissimo. Percorrere senza fretta il Congress Trail, il sentiero tra le sequoie, per apprezzare l’intera Giant Forest e non solamente il ‘General Sherman’, perché la bellezza del parco non è data solo da una pianta ma da tutte quelle che vi crescono. Osservate con attenzione tra la vegetazione e potreste avvistare gli orsi come è accaduto a noi! Purtroppo non sono riuscita a scattare un foto molto chiara in quanto mio marito, spaventato, mi ha costretta ad affrettare il passo…questi uomini! Avventuratevi poi fino a Morro Rock, un’alta roccia in granito nella quale è stata ricavata una lunga scalinata per raggiungerne la sommità e dalla quale si può ammirare una magnifica vista del Sequoia National Park.

DAL SEQUOIA NATIONAL PARK A LAS VEGAS

Un immenso parco giochi al centro del deserto, così ci è apparsa Las Vegas nel Nevada. Città dei casinò, del gioco d’azzardo, del divertimento, della trasgressione, dove lo spettacolo di luci e di giochi d’acqua nelle fontane, colorano il buio delle lunghe notti. Gli hotel sono a dir poco spettacolari e le slot machine nelle loro sale formano un tappeto variopinto che si estende all’infinito. Qui divertirsi ed esagerare sono d’obbligo, purtroppo noi, a causa delle centinaia di chilometri percorsi in auto, siamo arrivati distrutti e non l’abbiamo goduta al meglio. Diciamolo, Las Vegas deve essere vissuta soprattutto la notte passando da un locale all’altro, assistendo ad uno dei numerosi show proposti o magari tentando la fortuna al casinò e durante il giorno si dovrebbe rimanere un pò a letto a riposarsi per ricaricare le pile.

Consigliata una visita al Venetian Hotel, splendida riproduzione di Piazza San Marco, anche se l’originale ovviamente, non ha paragoni. All’interno sono stati ricostruiti i tipici canali e le caratteristiche piazzette veneziane, sicuramente suggestive anche se finte. L’impressione che ci ha dato Las Vegas in generale, è quella di una città artificiale, un’imitazione di tutto quello che di bello gli altri hanno già costruito (valutate un pò voi guardando le foto che ho caricato). Detto questo, una volta nella vita vale la pena visitarla perché è talmente assurda che è difficile da immaginare.

DA LAS VEGAS AL BRYCE CANYON

La città delle trasgressioni, dei casinò, delle stravaganze, del gioco d’azzardo e dell’esagerazione è ormai alle spalle e, proseguendo verso il magico Bryce Canyon, ci si trova immersi nel silenzio più totale, circondati da vastissime praterie nelle quali spuntano qua e là i ranch popolati da una miriade di cavalli che galoppano inseguendosi l’un l’altro, giocosi,liberi,forti ed indomabili. E’ il selvaggio Utah che ci fa venir voglia di abbandonare l’auto e di correre in quelle sue distese verdi dimenticandoci della frenesia del lavoro e dei mille impegni che la vita moderna impone. Ci limitiamo a parcheggiare in una delle numerose piazzole di sosta e scendiamo a sgranchirci le gambe. Respiriamo profondamente l’aria fresca che odora di pascolo e ci chiediamo se il nostro stile di vita sia poi quello più adatto per un essere umano. La risposta compare subito chiara nelle nostre menti. Per il carattere, gli interessi ed il concetto di ideale che abbiamo io e mio marito, la parola vita non significa ansia, voglia di possedere l’ultimo modello di telefonino, smania di prevalere sugli altri. Semplicemente, sarebbe bello svegliarsi la mattina e poter ammirare dalla finestra un paesaggio ampio ed incontaminato come quello dello Utah, dove l’occhio non trova barriere di fronte a sè e dove il cemento non deturpa le bellezze della natura. Alzarsi con il cuore leggero, felici per la giornata appena iniziata ed entusiasti per il lavoro che occuperà il nostro tempo. E’ il sogno di tante persone e chissà che un giorno non si possa realizzare; io lo auguro a tutti. Ma ora torniamo con in piedi per terra anzi, su quattro ruote, e continuiamo il viaggio. Attraversiamo con l’auto l’arco di roccia rossa del Red Canyon e proseguiamo verso il Bryce Canyon raggiungendo in poco tempo il primo punto di osservazione del parco. Scendiamo impazienti dalla macchina e ci affacciamo dalla terrazza panoramica. Qui il respiro ci viene a mancare per l’estrema bellezza che appare di fronte a noi e che le foto possono solo lontanamente ricreare. Una miriade di sfumature che vanno dal rosso, all’arancione, al giallo, al bianco colorano gli alti hoodoos, le guglie di roccia sedimentaria formatesi dall’erosione di acqua, vento, ghiaccio e il sole illumina ed esalta questo fantastico anfiteatro.

Consigliatissimo. Bisogna assolutamente addentrarsi tra questi fitti pinnacoli di roccia per poterli ammirare da una prospettiva diversa da quella che si ha osservandoli da un punto panoramico sopraelevato. Di sentieri che attraversano il Bryce Canyon ce ne sono tanti e di differente difficoltà ma se, come noi, purtroppo non avete molto tempo a disposizione, vi consiglio di percorrere almeno il Navajo Trail ed il Queen’s Garden.

Sono due tracciati abbastanza semplici lunghi poco meno di tre chilometri ciascuno che si snodano ai piedi delle rosse rocce sedimentarie le quali formano delle strutture particolarissime, ognuna diversa dalle altre. Come al solito, anche qui al Bryce Canyon l’imponenza della natura ci ha mostrato quanto siamo piccoli e fragili. Eppure in molti, troppi casi, riusciamo a danneggiarla, ferirla senza portarle rispetto. E’ passeggiando in questi parchi che si capisce l’importanza di proteggerla e preservarla per le future generazioni.

Dopo la camminata sui sentieri del Bryce Canyon e con gli occhi inondati dal colore rosso, salirete in auto molto volentieri e percorrerete con estremo piacere i circa 50-60 chilometri di strada che attraversano il parco. Vi consiglio di sostare nel maggiorn numero di aree di osservazione possibili, in particolare Sunrise Point, Sunset Point, Inspiration Point e Rainbow Point.

Per il pernottamento noi abbiamo scelto una delle strutture locate all’ingresso del parco, comodissime per godere fino al tramonto le bellezze del Bryce Canyon. Se siete fortunati potrete assistere ad uno spettacolo country con tanto di complesso formato da autentici cowboys gustando il tipico menù di carne o in alternativa quello di pesce e cantare fino a notte fonda con gli appena conosciuti compagni di tavolata.

DAL BRYCE CANYON A LAKE POWELL E ANTELOPE CANYON

Ad attenderci sul confine tra lo Utah e lo sconfinato e desertico stato dell’Arizona troviamo le acque azzurre del Lake Powell, un lago artificiale formatosi dopo lo costruzione della diga del Glen Canyon che ha parzialmente sbarrato il flusso del fiume Colorado. Noi abbiamo pernottato nella piccola cittadina di Page, perfetto punto di partenza per esplorare le meraviglie che sorgono nei d’intorni.

Consigliata una gita in traghetto sulle acque del Lake Powell per gustarsi dall’acqua, il panorama del Glen Canyon.

Consigliatissima una visita guidata all’Antelope Canyon. Ho precisato guidata perché non si può accedere all’Antelope Canyon liberamente ma solo con gruppi accompagnati da guide esperte. Rimarrete affascinati dal modo in cui il vento e l’acqua, negli anni, hanno modellato l’arenaria e cioè la roccia sedimentaria di cui si compone il Canyon. Ammirerete le diverse striature di tonalità dal rosso al giallo che colorano le levigate pareti ai piedi delle quali camminerete con il naso all’insù. Non dovete perdervi neppure il Rainbow Point nel Glen Canyon, un punto panoramico incredibile dal quale si vedono le acque cristalline verdi-azzurre del fiume Colorado che abbracciano un’alta formazione rocciosa.

DA LAKE POWELL AL GRAND CANYON

E’ arrivato il momento di conoscere sua maestà il Grand Canyon. Finalmente iniziamo a vedere la lunga e profonda spaccatura, che il fiume Colorado ha scavato nel corso di migliaia di anni, man mano che raggiungiamo l’inizio del South Rim. Il Grand Canyon ci travolge con la sua potenza, estensione, miriade di sfumature,profondità e la breve esistenza dell’uomo ci sembra insignificante di fronte a tanta storia ed imponenza…

Consigliatissimo. Dall’inizio del South Rim, percorrendo la Desert View Drive, ci sono diversi punti di osservazione come il Navajo Point, Moran Point, Grandview Point ai quali si accede comodamente in auto; ma per capire il Grand Canyon non ci si può limitare a questo. Se avete due giorni di tempo potete scendere a piedi o in sella ad un asino fino al fiume Colorado, percorrerne un tratto sui gommoni per poi risalire il giorno seguente; in questo modo vi immergerete nella storia della terra, stratificazione dopo stratificazione, grazie alle rocce erose intorno a voi testimoni di millenni di cambiamenti.

Dal Grand Canyon Village, zaino in spalla, siamo partiti a piedi lungo il Rim trail (tracciato che si sviluppa poco lontano dalla strada e congiunge tutti i punti panoramici) per esplorare questo spettacolo unico e goderci metro dopo metro il paesaggio sempre mutevole, osservando meravigliati i punti in cui il fiume Colorado spunta tra le guglie e gli estesi anfiteatri di roccia. Se si è stanchi si può sfruttare per un tratto di strada una delle navette gratuite che dal Grand Canyon Village arrivano fino ad Hermits Rest e sostano nei nove punti panoramici che si trovano lungo la strada. Credetemi però, vale la pena fare un pò di fatica e scarpinare sui sentieri scoprendo scorci che altrimenti non sarebbe possibile notare.

DAL GRAND CANYON A SCOTTSDALE, VICINO A PHOENIX

Questa è solo una tappa di trasferimento, un pò come quelle che affrontano i ciclisti del giro d’Italia, per avvicinarci alla città di San Diego. Si percorrono chilometri e chilometri nel deserto ed il paesaggio è un pò monotono ma non fa nulla perché negli occhi e nella mente abbiamo i meravigliosi scorci del Grand Canyon appena visitato. Una curiosità; vicino a Scottsdale, in mezzo al nulla, ci è comparso come un’oasi nel deserto un outlet. Non credevamo ai nostri occhi fino a che, lasciata l’auto nell’ampio parcheggio, non ci siamo avventurati fra le basse casette piene di negozi di abbigliamento, scarpe, borse, fast food, gelaterie. A Scottsdale, cittadina ordinata e pulita nella periferia di Phoenix, non c’è molto da vedere escluso il centro pieno di attività commerciali, ristoranti, pub e locali. Noi siamo arrivati in serata, giusto il tempo di gustarci un abbondante piatto di pasta sulla terrazza esterna di un ottimo ristorante italiano (ce ne sono diversi), coccolati dalla piacevole brezza del deserto.

DA SCOTTSDALE A SAN DIEGO

Oltrepassata la famosa città di Yuma, celebre per i film western, e superato un severo blocco stradale dove degli attenti cani poliziotti annusavano i veicoli in cerca di droghe, giungiamo finalmente nella metropoli di San Diego. Moderna, giovane, sportiva,  anche San Diego ci ha conquistati con i suoi toni messicani e l’aria rilassata da città, oltre che d’affari, soprattutto di mare.

Guardate incuriositi le prodezze dei surfisti che qui sono di casa e sostate a bordo campo a tifare per i tantissimi gruppi di ragazzi e ragazze che giocano a beach volley. Passeggiate poi al tramonto sulla lunghissima spiaggia e guardate il sole tuffarsi nell’Oceano. Rilassatevi, non siete in un film, ma a San Diego e qui mi sorge una domanda. Non è che solo noi in Italia siamo sempre di corsa e di conseguenza stressati? Ci vorrebbe una bella iniezione di cultura californiana/messicana.

Consigliatissimo. Ovviamente non può mancare nemmeno qui un giro in bicicletta per scoprire le spiagge e la splendida baia di San Diego in completa libertà. Il clima è talmente piacevole che si pedala volentieri baciati dal sole ed accarezzati dalla brezza che proviene dall’Oceano. Fermatevi per uno spuntino in uno dei tantissimi bar affacciati sulla baia e osservate i numerosi velieri storici attraccati al porto.

Poi gettatevi nella foresta di grattacieli e raggiungete lo zoo, uno dei più grandi e famosi al mondo, non ve ne pentirete. Noi ci siamo innamorati del panda e dell’orso bianco e siamo rimasti per molto tempo fermi davanti ai loro ampi recinti per osservarne rapiti i movimenti: che teneroni! Infine la sera non può mancare una cena romantica nella Old Town, caratteristica per il suo stile messicano, e ovviamente il menù non può che essere proprio messicano.

DA SAN DIEGO A LOS ANGELES

Il nostro viaggio purtroppo è finito. Torniamo e Los Angeles per imbarcarci sull’aereo che ci riporterà a casa e soffriamo già di mal d’America. La nostalgia di lasciare quella terra e di abbandonare quel senso di libertà e spensieratezza che ci ha accompagnato durante tutto il viaggio è forte. Dalle assolate città di San Diego e Los Angeles, alla mozzafiato costa californiana, ai parchi verdi dello Yosemite e del Sequoia, all’europea San Francisco , ai parchi dalle mille tonalità del rosso del Bryce ed Antelope Canyon fino a sua maestà il Grand Canyon. Nel nostro cuore tuttavia, l’entusiasmo di raccontare agli altri la nostra avventura e di iniziare a pianificarne una nuova comincia a farsi strada tra le forti emozioni che il viaggio on the road nell’America dell’ovest ci ha suscitato. I profumi, i colori, i sapori, i paesaggi, le sensazioni di questa vacanza rimarranno per sempre scolpiti dentro di noi e ci serviranno per diventare delle persone migliori, aperte al mondo e alle sue innumerevoli diversità.

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Al Sequoia park mi sono rimpicciolita

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Venetian Hotel di Las Vegas

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Il Bryce Canyon

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Rainbow Point nel Glen Canyon

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Un tuffo nel Grand Canyon

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Il simpatico panda nello zoo di San Diego

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Tramonto nel Grand Canyon

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Scorcio dalla Cabrillo HWY

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Vista mozzafiato dalla Cabrillo HWY

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Solvang

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Nella baia di Monterey

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Scoiattolo al Golden Gate Park

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Sul molo di Santa Barbara

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Il Golden Gate Bridge

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foche al Pier 39 di San Francisco

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Yosemite Park



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