Il mio west

Il mio è un viaggio un po' sui generis, come si può capire dal periodo che ho trascorso negli States. Ho lavorato in un 'working cattle guest ranch' in California per tutta l'estate scorsa. Va da sé che purtroppo non ho girato molto, perché avevo un solo giorno libero alla settimana, ma forse qualcuno può essere interessato a ripetere...
Scritto da: Carmen Delbalzo
il mio west
Partenza il: 26/05/2000
Ritorno il: 15/09/2000
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Il mio è un viaggio un po’ sui generis, come si può capire dal periodo che ho trascorso negli States.

Ho lavorato in un ‘working cattle guest ranch’ in California per tutta l’estate scorsa. Va da sé che purtroppo non ho girato molto, perché avevo un solo giorno libero alla settimana, ma forse qualcuno può essere interessato a ripetere l’esperienza…

Intanto per cominciare, amo i cavalli e gli spazi aperti, requisito fondamentale per lavorare in un ranch. La mia ‘prima volta’ in un ranch è stata nel ’97 in vacanza in Wyoming e lì mi è venuta l’idea (o meglio, la fissazione) di tornare per lavorare. Nel gennaio del 2000 mi sono finalmente decisa: ho cercato su Internet gli indirizzi delle Associazioni dei Guest Ranch americani e ho chiesto se era possibile lavorare in un ranch. Mi hanno tutte risposto che era quasi impossibile, perché per la legge americana non si possono assumere stranieri per lavori che anche gli americani possono svolgere. Ma io sono testarda e ho scritto lo stesso a tutti i ranches che ho trovato in rete, chiedendo se cercavano personale. Diversi mi hanno risposto che assumevano solo americani, ma diversi mi hanno anche detto ‘si, siamo interessati, purché tu abbia il visto lavorativo’. E qui viene il bello. Ho trovato, sempre in rete, un’agenzia olandese che mi poteva fornire il visto lavorativo per gli States, ma solo con il contratto di lavoro in mano. E così ho mentito spudoratamente ai ranches, dicendo che si, avevo la visa, e all’agenzia, dicendo che si, avevo il contratto. Non é stato facile come sembra: sono tante le agenzie che forniscono visti lavorativi, ma poi ti mandano a lavorare in un fast food nei sobborghi di Chicago, praticamente senza stipendio, e con vitto, alloggio, viaggio e spese varie a tuo carico!Io, invece, ho speso relativamente poco: circa 3 milioni tra viaggio e visa, ma con la prospettiva di essere pagata (in dollari!) al ranch.

Il viaggio è stato terribile: ho dovuto cambiare 5 aerei per ritirare i documenti ad Amsterdam e sbrigare le pratiche con l’immigrazione a New York. Ma ne è valsa la pena! Il ranch dove sono stata io è sulle Rocky Mountains, a 1 ora di macchina a nord di Yosemite e a 1 ora di macchina dal confine con il Nevada. Non riesco nemmeno a trovare le parole per descriverlo… Ma è stata una grande estate davvero! Il ranch mi è rimasto nel cuore, così come la famiglia per la quale ho lavorato e tutte le persone che hanno lavorato con me. Gli americani del west sono fantastici: cordiali e disponibili, prendono la vita come viene, difficilmente si agitano per qualcosa, mai per il lavoro. Hanno la ‘cultura della cortesia’ che qui a volte manca… La vita da ranch è come uno se l’aspetta. Gli ospiti arrivavano il sabato sera, che era la serata dell’introduction: tutti i clienti si riunivano nel barn (praticamente le stalle dei cavalli), dove il proprietario del ranch raccontava la storia del guest ranch (fondato nel 1851, etc. Etc.) e spiegava come si sarebbe svolta la settimana. Poi ogni persona dello staff doveva presentarsi e dare la sua disponibilità agli ospiti, che applaudivano ognuno di noi con lo stesso calore (e accoglievano il mio ‘I’m from Italy’ con l’immancabile ‘oooh’). La settimana vera e propria partiva la domenica: 8 ore di cavallo al giorno ogni giorno per 6 giorni per tutti gli ospiti, dai 3 ai 90 anni! E ogni sera qualcosa di diverso da fare: il cook-out (cioè il classico barbecue, ma in mezzo alle montagne), il camp-fire (cioè i canti tradizionali intorno al fuoco), le danze country, il lavoro coi puledri, la scuola di roping, il bingo, la notte dei talenti (in cui gli ospiti si esibivano in qualsiasi cosa sapessero o non sapessero fare, e gli americani sono moooolto esibizionisti!). Tutto per intrattenere i clienti, chiaro, ma era un divertimento anche per noi. Soprattutto considerando che intorno al ranch non c’era niente di niente: un paesotto di poche case a 20 minuti di macchina (ma nessuno di noi aveva la macchina) e il buio più totale, con la colonna sonora di coyotes e a volte di orsi…

Sembra una cosa da favola, lo so, ma ho anche sofferto tanta nostalgia di casa, perché comunque ero sola in un posto dove nessuno parlava la mia lingua e dove non avevo le luci della città a distrarmi. Per questo, se qualcuno vuole fare come me, deve tener presente alcune cose: – i ranches difficilmente assumono stranieri per lavorare direttamente coi cavalli: bisogna essere disposti a qualsiasi tipo di lavoro, ma il tempo libero è comunque molto e le attrezzature dei ranches sono gratis per il personale; – la maggior parte dei ranches è dispersa nel nulla: ciò significa niente Tv, niente telefono (nemmeno cellulare), nessun pc a disposizione, niente negozi, niente ‘stasera ci facciamo 1 pizza?’ o ‘stasera andiamo al cinema?’ a meno che qualcuno del posto non abbia la macchina, il vostro stesso giorno libero e sia disposto ad accompagnarvi (ma tutte queste cose insieme capitano 2 volte in 4 mesi!). Questo significa che i rapporti con amici/famiglia che stanno a casa sono per la maggior parte via posta, e se considerate che 1 lettera ci metteva 1 settimana dalla California a qui, e 15 gg da qui alla California, non è che i contatti siano molti…E significa anche che dovete sopportare la cucina americana, perché non c’è modo di andare a mangiare fuori: comunque, non è poi così terribile come si pensa (io sono ingrassata 6 kg!).

Se qualcuno volesse altre informazioni, feel free to write me! Alla fine dell’estate, ho girato qualche giorno qui e lì, e forse le cose che ho imparato possono essere utili a qualcuno.

Se affittate una macchina, le compagnie locali sono quelle che costano meno: la Dollar è una di queste. Le grandi internazionali vi pelano! L’assicurazione minima (che di solito è compresa nel prezzo che vi fanno) copre solo la macchina che affittate e niente altro: non la macchina con cui (facciamoci le corna) potreste avere un incidente, non voi che siete sulla macchina, non i passeggeri delle altre macchine. Gli amricani non hanno l’ rci auto come noi: hanno una polizza personale che copre il guidatore, qualunque sia la macchina che sta guidando, per questo il sistema di auto noleggio è diverso dal nostro. Chiaramente più pagate di assicurazione più siete coperti. Se chiedete che i guidatori siano più di uno, pagate di più di assicurazione. Se non avete carta di credito, dovete lasciare 1000 dollari di deposito.

Sulle autostrade americane è consentito sorpassare anche a destra e per questo gli svincoli sono a volte su entrambi i lati dell’autostrada, non solo sulla destra come da noi. E’ anche consentito quasi ovunque fare inversione di marcia, su stradine apposite che loro chiamano svincoli: l’autostrada non si paga, per cui… In compenso, le multe per chi si ferma a fare pipì sono salatissime! In città è quasi impossibile svoltare a sinistra: se vi perdete una svolta a sinistra, vi conviene svoltare a destra all’incrocio successivo e cercare di tornare indietro o vi ritroverete a dover fare il giro di tutta la città (come ho fatto io per 4 volte a S.Francisco!).

I Motels delle catene più conosciute sono ovviamente anche i più cari e vi offrono gli stessi servizi degli altri. Ricordatevi che non pagate in base alle persone che dormono nella stanza, ma in base ai letti che ci sono dentro. I ‘queen size’ sono letti a 1 piazza e mezza: se la camera ne ha uno, potete dormirci in due, se ne ha due, potete dormirci in 4. Se chiedete ad un Motel ‘una stanza con due letti’ praticamente pagate per 4! Se vi capita di andare in Nevada, entrate a chiedere il prezzo delle stanze nei casinò più belli: è lo stesso che nei Motel di tutti gli States, perché i ‘casinos’ contano sul fatto che i soldi che non prendono per la stanza, glieli farete comunque guadagnare giocando con le infernali slots! Per lo stesso motivo, i buffet dei casinos sono il modo più economico per mangiare in Nevada: con 10 dollari (da McDonald ne spendete 6/7) potete fare scorta ‘come i cammelli’, anche perché offrono diversi tipi di cucine e potete alzarvi quante volte volete per riempirvi il piatto! E sempre in Nevada, non chiedete dove si trova un ‘ranch’: lì i dude ranch sono i bordelli autorizzati! Per lo shopping, vi consiglio di cercare la catena ‘Ross, dress for less’: ci troverete Nike, Ralph Lauren, Tommy Hilflinger, Champion e altri ancora a prezzi incredibili! L’ideale per fare un figurone con gli amici, invece dei soliti souvenirs…

Beh, credo di aver stressato abbastanza! Alla prossima!



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