Orlando, l’America del divertimento

Orlando città trafficata con grandi centri commerciali (denominati Mall o Outlet molto convenienti per i marchi USA di sport ed abbigliamento), dove la caratteristica di grande parco divertimenti è l’unico motivo di interesse ; se siete appassionati del genere, una settimana è appena sufficiente per godere appieno della grande (e costosa)...
Scritto da: Dario Cima
orlando, l'america del divertimento
Partenza il: 20/12/2003
Ritorno il: 05/01/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Orlando città trafficata con grandi centri commerciali (denominati Mall o Outlet molto convenienti per i marchi USA di sport ed abbigliamento), dove la caratteristica di grande parco divertimenti è l’unico motivo di interesse ; se siete appassionati del genere, una settimana è appena sufficiente per godere appieno della grande (e costosa) offerta. Le strutture più grandi sono Disneyworld e Universal organizzate in parchi a tema tra verde e laghetti, ma ci sono moltissimi altre attrazioni “minori” sparse tra Orlando e Daytona. Noi abbiamo dedicato 4 giorni per la visita di 4 parchi a tema : Universal Studios e Island of Adventure della Universal , MGM Studios e Epcot della Disney. I biglietti della Universal sono un po’ più economici, si possono comperare in anticipo e conviene cercarli nei centri commerciali (al Mall Belz abbiamo pagato 74 $ a persona per due ingressi); i biglietti per Disneyworld invece hanno uno schema più complesso: se andate almeno in tre parchi a tema (o volete incudere i parchi acquatici) conviene il Park Hopper, una tesserina acquistabile praticamente ovunque, se andate in uno o due parchi conviene comperare i biglietti (singolo o combinato da 2 entrate con validità 5 giorni) all’ingresso di uno qualunque dei parchi Disney (abbiamo speso 99 $ a persona per il combinato). La nostra scelta, maturata in Italia, ha avuto ovviamente motivazioni “familiari” (ad esempio essendo già stati ad Eurodisney ed avendo due bambini grandicelli abbiamo escluso il parco a tema Magic Kingdom) e motivazioni “meteorologiche” (ad esempio in Florida a Dicembre non è il caso di andare ai parchi acquatici).

“MGM Studios della Disney”.

La struttura degli MGM è quella classica dei parchi Disney: la Main street (piena di negozi di gadget Disney, rigorosamente “made in China”) conduce ad una piazza centrale (in questa campeggia il cappello di Topolino “Apprendista stregone”) dalla quale si possono raggiungere le varie zone che ospitano le vere e proprie attrazioni. Senza seguire un ordine preciso abbiamo cercato di andare nei giochi che pensavamo sarebbero stati più affollati con l’avanzare del giorno.

“Star tours”, lo stesso simulatore che c’è a Eurodisney, un’attrazione per tutti con scossoni accettabili.

“Twilight Zone”, la riproduzione di un albergo abbandonato negli anni ’30 a causa di un incidente agli ascensori, diviene l’origine di un divertente e movimentato gioco fatto di salti nel vuoto e di improvvise ascese all’interno di ascensori impazziti (pur essendo ben legati è un’attrazione che sconsiglio ai “fifoni”) ”Aerosmith”, le classiche rollercoaster (montagne russe) al buio; accelerazioni brucianti, giri della morte ed avvitamenti, assordati dalla musica del famoso gruppo che da’ il nome al gioco. Decisamente non adatto a tutti.

“Backlot Tour”, a bordo di un trenino si vedono i retroscena e le attrezzature di vari famosi film; la ricostruzione (con dei volontari presi dal pubblico) delle scene più drammatiche di “Pearl Harbor” e come esperienza più significativa la partecipazione collettiva alla ricostruzione di un terremoto in una miniera della California dove tra scossoni, schizzi d’acqua e vampate di fuoco si entra in un evento di grande impatto.

“Indiana Jones”, nella zona dedicata alla filmografia MGM, è la riproposizione di alcune delle più spettacolari scene del film fatte da stuntmen in un ambiente da set cinematografico: non male.

Immancabile la sfilata dei personaggi Disney, questa volta in veste natalizia, che nonostante tutto riesce a bloccare per qualche minuto grandi e piccoli che si contendono saluti e strette di mano. Il merchandising ai parchi è “estremo”, i prezzi sono alti ed anche per mangiare alle bancarelle di hot dog o ai fast food si spende decisamente più che fuori; le file di attesa per le attrazioni, visto anche il periodo festivo, si fanno via via più lunghe durante il giorno superando anche l’ora; naturalmente gli eventi a cui partecipare sono tantissimi ma, a fine giornata, la nostra scelta si è indirizzata verso lo spettacolo “FANTASMIC”, che viene messo in scena due volte al giorno nel grande anfiteatro all’aperto. Ci aspettavamo qualcosa di bello e non siamo stati delusi; lo spettacolo avviene sulle sponde di un lago dove giochi di acqua, luce, fuoco e musica fanno vivere un inquietante e movimentato sogno di Topolino. Uno spettacolo da non perdere i cui effetti speciali (tra tutti la proiezione di cartoni animati su getti d’acqua e l’incendio del lago) sono veramente fantastici. “Island of Adventure”. Il primo impatto è quello con i grandi parcheggi multipiano (ricordarsi sempre di segnare dove avete parcheggiato) comuni alle tre aree Universal: Universal Studios, Island of Adventure e CityWalk.

“Island of Adventure”.

“Island of Adventure” della UNIVERSAL è il parco a tema dove sono raccolti i giochi più spettacolari (sullo stile di un grande Luna Park) e le più nuove applicazioni degli effetti speciali; è diviso in zone (Marvel Super hero island, Toon Lagoon, Jurassic Park, The Lost World, Seuss Landing) che circondano un lago.

Nella zona dei supereroi è veramente da non perdere “Spiderman”, fantastico e movimentato simulatore 3D, forse la più bella delle attrazioni di Orlando. Anche le montagne russe “Hulk rollercoaster” sono esaltanti, non velocissime ma con molti giri della morte ed avvitamenti. Le Torri del Terrore (molto simili a quelle di Mirabilandia) non sono male, mentre di nessun interesse la sfilata dei supereroi.

Nella zona di Toon Lagoon abbiamo fatto solamente il rafting sul canotto di Popeye (così così e ci si bagna non poco).

In Jurassic Park, oltre alla bella ambientazione, c’è invece la navigazione con cascata finale “Driver adventure” (non male), e “Pteranodon flyers”, un “volo” più che altro per bambini sulla ricostruzione di un ambiente preistorico.

Nella zona The Lost World ci sono le piccole montagne russe “The flying Unicorn”, lo spettacolo non male di “Poseidon Fury” con notevoli effetti speciali e soprattutto “Duelling Dragons” (molto simile a Katoon di Mirabilandia) un impressionante rollercoaster con giri della morte, avvitamenti da capogiro, repentini scarti su seggiolini che corrono sospesi ad altezza notevole e spesso si incrociano con un’altra serie di seggiolini che arrivano in senso opposto (consigliato solo agli amanti del genere).

Poco da dire sull’area per i bambini più piccoli, giostrine e foto con i personaggi della Universal, di gran moda in questo periodo il Grinch.

“Universal Studios”.

“Universal Studios” a parte la configurazione del luogo (tutte le attrazioni sono intorno ad un lago) le cose interessanti sono un parallelo degli MGM Studios della Disney con ambientazione sui più famosi film della Universal.

“Terminator 2”, un 3D non male; “Men in Black”, simpatico simulatore interattivo; “Back to the Future”, bel simulatore con notevoli effetti di movimento; “Shrek 4D”, uno spettacolo tridimensionale dove si percepiscono anche sensazioni quali movimento, spruzzi di liquidi, “carezze” di ragni, che però giustificano solo in parte le notevoli file (noi abbiamo atteso oltre 2 ore solamente per entrare nella zona di “preparazione”); “Twister” è invece la ricostruzione di un ciclone senza grosse pretese; “Eartquake”, un terremoto vissuto in una metropolitana californiana con begli effetti di movimento, acqua e fuoco in una sceneggiatura che si ricostruisce sotto gli occhi per far meglio apprezzare gli effetti speciali; “Jaws”, lo squalo, navigazione nella scena finale del film con tanto di aggressioni di grossi squali (ovviamente finti).

Anche qui, come nei parchi Disney, nel pomeriggio viene organizzata una sfilata, “Macy’s Holiday Parade”, riproduzione di quella che c’è a Natale a New York; carina ma niente a che vedere con quella della Disney.

La serata si conclude spesso (informarsi prima) con bei fuochi artificiali misti ad effetti speciali sul lago, accompagnati dalle musiche dei film più famosi della Universal.

In questo, come negli altri parchi, molta attenzione è dedicata ai portatori di handicap, ci sono file e bagni separati e molte carrozzine, anche a motore; tra le molte sedie a rotelle disponibili una buona parte sono però occupate da persone il cui solo handicap è l’eccesso di peso.

“Epcot” “Epcot”, parco Disney a tema scientifico, la struttura del parco si discosta dai classici parchi a tema Disney, appena dopo l’entrata si trova la grande “palla” simbolo di Epcot che simboleggia la terra e tutte le attrazioni sono sparse senza un preciso ordine, la zona denominata Showcase si trova dopo un fiume e tutto intorno ad un lago ci sono le aree dedicate a vari paesi del pianeta. Noi siamo andati il 31 Dicembre per chiudere l’anno: la folla era infernale e le attese lunghe, lo spettacolo di Capodanno è stato però incredibile.

“Mission Space” , simulatore molto bello per un viaggio su Marte; “The living Seas” (non male, con begli acquari che ospitano anche piccoli squali e lamantini). “Wonders of life” ospita due attrazioni (“Body wars”, simulatore non male su un viaggio all’interno del corpo umano e “Cranium Command” uno spettacolo così così con proiezioni e pupazzi animati).

Nessun affollamento nelle due zone “Innoventions” che presentano varie sperimentazioni e giochi per ragazzi e bambini. Una proiezione 3D “Honey I Shrunk The Audience” è l’attrazione principale e abbastanza gradevole della zona denominata “Journey Into Your Imagination”.

All’imbrunire ci siamo avventurati nell’affollatissima Showcase, molte riproduzioni di monumenti significativi di vari paesi del mondo (Piazza S.Marco a Venezia, Tour Eiffel per Parigi, piramide Maya per il Messico, …) contornate da ristoranti tipici di ogni zona, relativo merchandising e spesso anche da spettacoli caratteristici del paese (nella zona del Messico è divertente “El rio del tiempo”, un giro in barca attraverso la ricostruzione dei più famosi luoghi messicani).

Con la distribuzione di cappellini e cotillons è cominciata la preparazione per gli spettacoli di fine anno distribuiti un po’ in tutte le zone del grande parco. Noi, in attesa delle 23:30 per lo spettacolo di fuchi artificiali sul lago, abbiamo vagato un po’ (sosta al Kodac Center dove è possibile fotografarsi e spedire via e-mail la foto, che effettivamente al rientro in Italia, abbiamo trovato nella nostra casella di posta elettronica), ballato nella zona predisposta a discoteca all’aperto (mattonelle che si illuminano al suono della musica ed un trascinante disc jockey che con le “manone“ di Topolino ed in testa l’ornamento di piume dei pellerossa ci guida nei passi di “YMCA”, “I will survive”, “Hot stuff”,…) e mangiato l’ennesimo tipico pasto americano.

Puntuale è iniziato il consueto e grandioso “Illumination Reflection of Earth”, spettacolo di fuochi, laser ed effetti speciali sul lago, veramente molto bello, ma per la serata di fine anno ci aspettava una fantastica sorpresa: dalle varie zone di Showcase, in sintonia con musiche tipiche di ogni paese, sono iniziati vari spettacoli di fuochi d’artificio accompagnati dagli auguri nella lingua del posto. A dieci secondi dalla mezzanotte tutte le luci del parco sono state spente, si è illuminata la sola zona dedicata agli USA ed è iniziato un corale ed emozionante countdown: Mezzanotte! È il 2004 ed il cielo si è illuminato di un’incredibile, fantastica, magnifica, stupenda, interminabile, … sequenza pirotecnica al suono dell’immancabile (per gli americani) “valzer delle candele”! Veramente BELLISSIMO! Per noi, sicuramente uno dei più bei capodanni!



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