4 giorni a Los Angeles

Questa e' una breve descrizione delle mie impressioni durante un breve soggiorno nella città di Los Angeles, effettuato in questi giorni. Provenivo da Seattle in quanto sono negli USA per un soggiono studio di un anno (volo con l'Alaska Airlines A/R 150 US $) 9 Novembre 2003 LOS ANGELES Una volta atterrati all'aereoporto di Burbank la prima...
Scritto da: Monica Mannelli 1
4 giorni a los angeles
Partenza il: 09/11/2003
Ritorno il: 12/11/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Questa e’ una breve descrizione delle mie impressioni durante un breve soggiorno nella città di Los Angeles, effettuato in questi giorni. Provenivo da Seattle in quanto sono negli USA per un soggiono studio di un anno (volo con l’Alaska Airlines A/R 150 US $) 9 Novembre 2003 LOS ANGELES Una volta atterrati all’aereoporto di Burbank la prima cosa che ho pensato scendendo dall’aereo non e’ stata stranamente: “grazie al cielo sono sopravvissuta anche sta volta” nonostante l’idea m’abbia sfiorata, ma piuttosto: “Oddio, ho sbagliato aereo, mi hanno riportato a Bolzano” . Eh gia’, perche’ la prima cosa che vedi come metti piede a Los Angeles sono montagne, montagne ed ancora montagne uguali identiche a quelle altoatesine! Un trauma… Poi pero’, pochi secondi piu’ tardi, appena realizzi che il felpone con cui sei partito dalla gelida Seattle ti si sta sciogliendo addosso, non appena t’imbatti nel primo vecchietto biondo platino lampadato e palestrato, o nonappena ti fai quasi tirare sotto da una limousine lunga da casa mia a casa della mia amica ti rendi conto che no, niente di strano, sei davvero in California il che forse e’ anche peggio! Il primo impatto con le strade di L.A. E’ stato un altro trauma…Avete presente tutte quelle scene iniziali di Baywatch e simili in cui per ore ti fanno vedere mille fustacci correre sul lungo mare e altrettante biondone pattinare praticamente semi nude? Beh, Los Angeles e’ davvero cosi’, le strade sono un’eterna passerella su cui sfilano macchinoni di lusso e fisichini da pubblicita’ di biancheria intima su uno sfondo di case che in via Firenze o in via Claudia Augusta (nostre normali vie cittadine) ci sognamo di notte. A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa ci faccio io nanerottola con le mie vecchie Doc Martens e i miei jeans semi sconosciuti comprati in offerta in un posto come questo? Emulo Susy Bladi ecco cosa ci faccio, mentre curiosa mi aggiro munita di telecamera per tutta Hollywood riprendendo ogni singola stella impiantata nel marciapiede.

Hollywood Hollywood e’ un quartiere di pazzi, sul serio. Un grande cinema all’aperto in cui tutti vogliono vedere ed essere visti. Un rapper che cantava in mezzo alla strada mi ha fermata, mi ha chiesto il nome e mi ha dedicato una dedica rappata. Pochi istanti dopo, neanche il tempo di riprendermi dallo shock , e mi sono imbattuta in Homer Simpson difronte al Chinese Theater (quello con tutte le impronte dei piedi e delle mani delle star nel cemento) e in due Spider Men. Notte e giorno Hollywood e’ sempre in festa. La gente balla e canta in mezzo alla strada, i turisti sono dappertutto sempre alle prese con macchine fotografiche e cineprese varie, i negozi perennemente aperti pullulano di clienti (turisti anche loro) che spendono milioni in portachiavi, targhette, finti oscar e menate varie, le insegne luminose illuminano le strade a giorno e tutto questo mentre da sopra il monte la vecchia scritta “Hollywood” sullo sfondo sembra vegliare l’intero quartiere (che poi piu’ che un quartiere e’ una citta’) Beverly Hills Poco lontano da Hollywood ci s’imbatte in Beverly Hills e ci si comincia a deprimere. La prima cosa che si fa una volta oltrepassato il cartello “Beverly Hills” e’ cominciare a sbavare. Una dopo l’altra cominciano a sfrecciarti accanto (a L.A. Guidano come pazzi furiosi) limousines, decappottabili, e macchinoni vari, tutti rigorosamente coi finestrini oscurati (a parte le decappottabili ovviamente). Ovunque ci si giri ci si trova difronte villone di lusso, cosi’ grandi, cosi’ rigurgitanti dollaroni da ogni mattone che dopo lo stupore delle prime, comincia a prenderti la nausea. Davvero, io personalmente ho cominciato a sentire nostalgia della mia casettina di via Firenze e del cinquino fucsia della mia mammina. Vi immaginate girare col cinquino per Bverly Hills? Va beh, parentesi chiusa, la prima tappa, d’obbligo a Beverly Hills, e’ il negozietto delle STAR MAPS …E qui, credetemi, e’ meglio che vi tenete forte perche’ la Star Map non’ e’ altro che la piantina di Beverly Hills con su indicate tutte le case delle stars…Ora…Sono o non sono da ricovero questi Americani?!? Va beh, in pratica ci abbiamo lasciato 10 dollari (20.000 lire…No non sto scherzando) e mappa alla mano siamo andati in giro per Beverly Hills alla ricerca delle case dei vips per scoprire cosa? Che le villone delle star sono quelle di cui non vedi altro che una stupenda cancellata e mille cespugli ed alberi infiniti…Grazie al cavolo, te le trovavo io tutte le case dei vip per 10 dollari. In pratica, prima di rinunciarci completamente abbiamo potuto ammirare i cancelli di Madonna, Walt Disney, Mel Gibson ed un pezzettino minuscolo di casa di Brad Pitt e Jennifer Aniston…Una specie di castello di cui si vedeva solo una torretta ed il solito, immancabile cancello con la scritta: “Assolutamente Vietato Fermarsi”. Seconda tappa d’obbligo a Beverly Hills e’ Rodeo Drive (che non mi ricordo se l’ho gia’ sentita perche’ e’ famosa o perche’ equivale al nostro Viale Dei Giardini nel monopoli americano)… Dicendovi che equivale a Viale dei Giardini del Monopoli, ho gia’ detto tutto… Rigorosamente senza scendere dalla macchina, e possibilmente anche senza farsi vedere attraverso i finestrini abbiamo attraversato tutta Rodeo Drive sentendoci come si potrebbe sentire una formica a Maranello. Rodeo Drive infatti e’ la via dei negozi di lusso: TIFFANY, GUCCI, CARTIER, VERSACE, ARMANI, VUITTON e chi piu’ ne ha piu’ ne metta…Roba che anche solo a guardare la vetrina ci lasci il portafoglio e di’ piu’… Santa Monica Non poteva mancare un pellegrinaggio nella mia citta’ e cosi infatti, l’ultimo giorno siamo stati a Santa Monica. Ora, c’e’ un piccolo aneddoto che va raccontato al riguardo per capire la mia passione per Santa Monica. Bisogna sapere infatti che quando in seconda elementare le maestre ci hanno portato a vedere le impronte dei dinosauri a Marco, Rovereto, gelosa perche’ mio fratello poteva vantare una citta’ col suo stesso nome, ho preso l’atlante e nell’indice ho cercato una qualche localita’ chiamata “Monica”. Fu cosi’ che trovai Santa Monica, Los Angeles e nonostante sapessi a malapena dove si trovasse (avevo si e no 7 anni all’epoca) dissi a mia madre: “Mamma, il primo viaggio che faro’ per conto mio sara’ a Santa Monica”… Beh, sembra che in qualche strano modo, il destino mi abbia dato ragione. Comunque, Santa Monica, considerata citta’ a se’ stante ma in qualche modo sempre legata a L.A. E’ davvero un bel posticino (e il mio non e’ un giudizio di parte). Intanto credo si una delle poche se non l’unica citta’ americana a poter vantare una…ZONA PEDONALE!!! A noi sembra poco o nulla, ma una zona pedonale in America e’ un qualcosa che va molto vicino al miracolo. La “Third Street Promenade” infatti, ti fa dimenticare per un attimo di essere in America. Nella parte centrale della strada cantanti, ballerini e artisti di strada vari allietano la passeggiata dei turisti che, all’ombra delle palme passeggiano ammirando le vetrine dei negozietti osando addirituttura entrarci. Ma la vera cosa che merita a Santa Monica e’ la spiaggia. Mai vista una spiaggia cosi’, davvero, un paradiso. Dal lungomare all’acqua ci sara’ sicuro qualcosa come un chilometro di spiaggia o poco meno e la sabbia, di un colore che tende al bianco, e’ morbidissima, e’ un piacere camminarci su… L’oceano invece…Beh, l’oceano e’ semplicemente stupendo! Blu, pulito e soprattutto caldo.. Dicendo ch all’ 11 di Novembre c’era gente che faceva il bagno ho detto tutto. Io mi sono arrotolata i Jeans e ci sono entrata fino al ginocchio . L’ultima cosa che va vista a Santa Monica e’ il “Santa Monica Pier”, il molo. Un chilometro di passerella su cui pullulano i negozietti di souvenir, gli artisti di strada, i turisti italiani (oh, ovunque, peggio dei Giapponesi), ed i pescatori. Il tutto animato dal luna park sullo sfondo stabile sul molo tutto l’anno. Ora, detto tutto cio’, non vi sorge spontanea una domanda? No, perche’ io non ho potuto fare a meno di chiedermelo: “Che mazzo si fanno per sgombrare il molo ogni volta che devono girare una qualche scena di Baywatch, Tequila e Bonetti, Pacific Blue e menate varie????!!! Con questo dubbio assillante ho abbandonato la mia citta’, con un po’ di tristezza devo dire, e siamo tornati al Campus Universitario dove siamo state ospiti di Finn (un amico di Laura) per tutti e quattro i giorni di permanenza a Los Angeles, a preparare la valigia. Mentre sull’aereo, pensavo a cosa avrei scritto al riguardo una volta a casa (tenevo occupata la mente per non pensare troppo alle turbolenze), ho tirato le somme e nonostante tutto ho realizzato, che tra Los Angeles e Seattle, e’ molto piu’ bellina Seattle. Tolta la magia del cinema e del lusso, il resto di Los Angeles non e’ che una incasinata, spesso disumana e trasandata metropoli americana che, a chi non e’ una star o non e’ un riccone non ha nulla da offrire se non traffico, smog e debiti. Seattle invece rimane piu’ umana, piu’ pulita, piu’ equilibrata e, complice il mare ed i colori del cielo al tramonto, piu’ romantica!



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