Dreaming California

Dreaming California Sono le 4 del mattino, a Roma pioviggina. Il taxi è sotto casa che ci aspetta. Per nulla infastiditi dalla sveglia, siamo eccitatissimi: è il nostro primo viaggio dall’altra parte del mondo, verso la “mitica” California di cui tanto ci siamo cibati con libri e film. 15 ore dopo sorvoliamo San Francisco: non ci posso...
Scritto da: Rosario Amore
dreaming california
Partenza il: 05/08/2000
Ritorno il: 25/08/2000
Viaggiatori: in coppia
Dreaming California Sono le 4 del mattino, a Roma pioviggina. Il taxi è sotto casa che ci aspetta. Per nulla infastiditi dalla sveglia, siamo eccitatissimi: è il nostro primo viaggio dall’altra parte del mondo, verso la “mitica” California di cui tanto ci siamo cibati con libri e film.

15 ore dopo sorvoliamo San Francisco: non ci posso credere, quella là sotto è l’America, quella sognata e vista in centinaia di romanzi e di film, mi assalgono tutte le sensazioni vissute attraverso fumetti, interpretazioni di Robert De Niro, personaggi di raymond Chandler, musiche ascoltate nella mia cameretta romana da adolescente… Siamo in fila per il ritiro bagagli, dall’altoparlante una voce entusiasta ci dice “Welcome in California!”, usciamo sul piazzale e resto subito folgorato dai macchinoni così tanto più grandi delle nostre utilitarie europee. Prendiamo un autobus e scendiamo a Union Square: un mini concerto di suoni e luci annuncia il passaggio di un camion dei pompieri. E’ tutto più grande che da noi, le automobili sono davvero quelle dei film, l’aria è fresca e scintillante.

San Francisco è bellissima: leggera, disinvolta, affascinantissima. Il Golden Gate è imponente e restituisce davvero la potenza di questa nazione, resto incantato dalla nebbiolina che aleggia sulla baia e dal rumore sordo della sirena che segnala la presenza del ponte. Trascorriamo 5 giorni in questa città assolutamente unica, addolcita da un vento persistente che sembra tenerla sollevata sul suo arco di terra e cielo che l’ha resa celebre nel mondo, ingentilita dai saliscendi delle sue vie trafficate da mille mondi diversi.

Noleggiamo un’auto e ci dirigiamo verso l’interno, destinazione Yosemite National Park, prima e Sequoia National Park dopo: mi aspettavo la grandiosità della natura americana ma l’impatto reale è ancora più sorprendente. Ci aggiriamo per i sentieri ubriacandoci dell’odore intenso delle sequioe giganti, restiamo incantati dai panorami mozzafiato che ci si parano davanti e enttriamo sempre più nell’atmosfera incantata di questa parte degli Stati Uniti.

Ci spostiamo verso la Death Valley e l’itinerario ci obbliga ad una lunga deviazione verso sud per risalire poi verso il deserto. Viaggiare in auto per gli Staes è molto bello, tra spazi in cui perdersi e motel lungo le vie che percorri: la radio manda musica pop, la confezione gigante di Coca Cola è a portata di mano e fuori fa molto caldo. Siamo in California! Ci fermiamo a dormire in una cittadina alle porte della Death Valley, scendiamo dall’auto con l’aria condizionata ed è come entrare in un gigantesco forno. Le casette e i negozi sono fatti di legno, una musichetta country arriva da qualche parte e un’atmosfera indolente percorre tutta la cittadina. Raggiungiamo un posto a pochi chilometri nel quale hanno girato diversi film western: sembra di stare sulla luna, il colore rossastro del tramonto indora le rocce rendendole ancor più spettrali. Ecco una cosa che non c’era sulla Guida ed è una meraviglia scoprirla quasi per caso. Il mattino dopo ci svegliamo alle 4 col desiderio di assistere all’alba nel deserto mano a mano che ci inoltreremo in esso: ci ritroviamo mentre fuori è ancora buio a far colazione con pochi altri americani in un bar che serve pancetta fritta e ciambelle con sciroppo d’acero. Poi è il deserto: ferocemente caldo, quasi spettrale, bellissimo. Dalla Death Valley in auto fino a Las Vegas, da dove partono piccoli aerei diretti al Grand Canyon: la città sembra finta, anzi è finta, con le sue lucine e i suoi alberghi tanto kitch da essere, alla fine, comunque da vedere un giorno nella vita. Ma lo spettacolo unico al mondo, per cui vale davvero la pena andare fino in Arizona, è lui, il Grand Canyon, quello dei fumetti di Tex Willer e dei film di John Ford: una ferita della terra dalla bellezza incredibile. Una cosa mai vista e da togliere il fiato: andateci cercando di isolarvi, il silenzio è la miglior cornice per questa visione indimenticabile.

Tutta la terra vissuta negli ultimi giorni ci spinge irresistibilmente verso l’acqua e così puntiamo l’auto verso l’oceano, destinazione San Diego: il primo impatto non è esaltante, downtown è molto degradata e pure, apparentemente, pericolosa. Molto meglio Coronado, in riva all’oceano, sulle cui rive ci riposiamo per tre giorni. Ammiriamo le cittadine rese celebri da Raymond Chandler dai nomi mitici quali Venice, Santa Monica… e ci beamo del vento mentre ci accarezza passeggiando sui pontili allungati sull’oceano… Gli ultimi giorni li trascorriamo a Los Angeles, su cui non vale la pena spendere troppe parole.



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