4 amici a spasso per la Florida

Dopo aver contribuito a questa sezione con il diario “Tra Indiani & Cowboys”, torno alla carica con un’altra bellissima esperienza sul suolo americano che ha come protagonisti me, Daniele (la mia dolce metà) e una coppia di nostri amici, Alessandra e Luigi. Per me e Daniele è la quarta volta insieme negli States mentre per Ale e Luigi è...
Scritto da: kay scarpetta
4 amici a spasso per la florida
Partenza il: 28/03/2009
Ritorno il: 06/04/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Dopo aver contribuito a questa sezione con il diario “Tra Indiani & Cowboys”, torno alla carica con un’altra bellissima esperienza sul suolo americano che ha come protagonisti me, Daniele (la mia dolce metà) e una coppia di nostri amici, Alessandra e Luigi. Per me e Daniele è la quarta volta insieme negli States mentre per Ale e Luigi è la prima ma tutti e 4 abbiamo lo stesso entusiasmo e voglia di partire. L’idea della Florida è nata per “colpa” mia perché girovagando su internet senza una meta precisa mi ero imbattuta in tariffe decisamente invitanti per Miami e quindi fatti due rapidi calcoli e ulteriormente allettati dall’ottimo cambio euro/dollaro… zac, voli prenotati e pronti per studiare un itinerario che permetta di vedere quello che il Sunshine State offre! Anche questa volta abbiamo organizzato tutto da soli, prenotando voli, auto e qualche hotel direttamente su internet. Per l’auto ci siamo affidati come sempre a enoleggioauto.It mentre per gli htl prenotati dall’Italia al sito bedandbreakfast.Com per Miami e ai siti delle catene alberghiere per le altre città; inoltre, sempre via internet, abbiamo stipulato la polizza con Europassistance. Anche a questo giro, fedele compagna di viaggio è la nostra guida Routard.

Come volo, nonostante mille dubbi e perplessità, abbiamo scelto Alitalia perché il prezzo del volo Genova/Miami via Roma era troppo allettante ma resto cmq della mia idea iniziale ovvero che volare con Alitalia, purtroppo, sia una pessima scelta! Aeromobili vecchi e mal tenuti (non parlo di sicurezza ma di comfort), spazi angusti e personale che lascia a desiderare… peccato.

Sabato 28 Marzo 2009: Sveglia all’alba perché il volo parte alle 7.00, ma non è un peso visto che si va in vacanza! Arriviamo a Miami con un’oretta di ritardo e ci avviamo verso l’uscita dove cerchiamo il pulmino della Budget per andare a ritirare la macchina; la prima cosa che ci colpisce è il caldo umido… e si che marzo dovrebbe essere uno dei periodi più secchi! Ma in effetti siamo quasi ai tropici e soprattutto ne veniamo dall’Italia dove sono mesi che pioggia e freddo imperversano… quindi la differenza si sente eccome! Arrivati alla Budget io e Ale restiamo fuori a guardia dei bagagli e Dany con Luigi (che saranno i nostri drivers) vanno negli uffici per ritirare la macchina… per fortuna non c’è troppo casino! Solo che dopo più di mezz’ora non escono… ed il mio sesto senso mi dice che c’è qualcosa che non va… al che vado al bancone a vedere cosa succede e Daniele, intestario del voucher del noleggio, mi spiega corrucciato che non accettano la sua patente perché la validità è scritta a penna e non a computer… ma come?!?!? E’ la nona volta che noleggiamo un’auto e non abbiamo mai avuto alcun problema, anzi!!! Ovviamente non mi faccio di certo rovinare le ferie x una “stupidata” come questa che rischia però di diventare un gran casino (col voucher intestato a Daniele non potevamo neanche cambiare gli autisti) e, notando che la tipa è di origine sudamericana, rispolvero il mio spagnolo e facendo finta di niente le richiedo quale è il problema… mi spiega che se fosse per lei chiuderebbe anche un occhio ma il suo capo assolutamente no… quindi le chiedo se posso parlare con lui… Toh, è ispanico pure il Direttore… al che spalanco gli occhioni azzurri e col mio fantastico spagnolo gli spiego che siamo immensamente dispiaciuti che la patente non sia esattamente come richiesto da loro ma che non avendo mai avuto alcun problema per noi era tutto in regola… (sbattere di ciglia)… che se mai avessimo immaginato che non era a posto ovviamente l’avremmo cambiata… (altro sbattere di ciglia)… E la macchina magicamente ci viene consegnata!!! Ah, i poteri di una donna… J Dopo mille ringraziamenti, prendiamo la nostra Chevrolet e cerchiamo di capire quale sia la strada per il bed and breakfast già prenotato; siccome Daniele è un TomTom vivente (!!!) e negli States le indicazioni solitamente sono molto precise, anche questa volta non abbiamo affittato il navigatore satellitare ed infatti non abbiamo avuto problemi né in generale né tantomeno a trovare il Miami Guest House (www.Miamiguesthouse.Com), che sarà la nostra base x le prossime 3 notti. Devo dire che eravamo leggermente pensierosi su questa sistemazione perché non avevamo trovato alcuna recensione su internet, ma per prezzo e ubicazione era perfetta, quindi avevamo prenotato comunque… beh che dire… scelta migliore non poteva essere fatta! All’arrivo siamo stati accolti dai proprietari, Tomas & Luis, due persone squisite che nei nostri 4 giorni di permanenza ci hanno coccolato e viziato come non mai ed hanno fatto di tutto per farci sentire come a casa… la casa è magnifica, divisa internamente tra zona “proprietari” e quella “ospiti” con salottino (con tv, lettore dvd, stereo e lettore cd), 2 camere per gli ospiti, un bagno in comune x le due stanze e il cucinino per la colazione. Le camere non sono ampissime ma molto belle e soprattutto l’ordine e la pulizia regnano sovrane! Inoltre si può parcheggiare l’auto all’interno del cancello e tutto intorno alla casa c’è il classico giardino perfettamente tenuto proprio come si vede nei telefilm. Siccome sono già le 19.30 passate, scambiamo velocemente due parole con Tomas e Luis (sia in inglese che in spagnolo visto che Tomas è cubano e Luis colombiano!) e poi ci avviamo verso il Downtown per avere un’idea di quella che è Miami e soprattutto per mettere qualcosa sotto i denti perché la fame inizia a farsi sentire! Tomas ci consiglia un posteggio non lontano da Lincoln Road, una delle arterie principali del downtown, così dopo un quarto d’ora di macchina posteggiamo lì (comodissimo ed anche economico, 1 dollaro all’ora) e iniziamo il nostro giretto… Quanta gente!!! In effetti qua è proprio diverso dal resto degli States che conosco! Forse anche a NY è così (non ci sono mai stata) ma in generale nelle precedenti esperienze abbiamo sempre mangiato con le galline perché dopo le 20.00 nessuno ti dà + da mangiare… qua invece è tutta movida e vita! I locali sono stracolmi e c’è una fiumana di gente incredibile, così quando vediamo un tavolino libero da Pizza Rustica ci fiondiamo a sederci! Ordiniamo 4 pizze medium e la cameriera ci chiede se siamo sicuri di volerne 4 medie… so benissimo che qua le dimensioni sono il doppio rispetto alle nostre ma la fame è talmente tanta che certo che siamo sicuri di volerne 4 medie! Si certo, come no… quando arrivano capiamo perché la cameriera era perplessa dalla nostra sicurezza… sono giganti!!!! 2 medium sarebbero bastate x noi 4!!! Cmq pizza molto buona e dopo due passi post pizza dritti verso casa perché siamo veramente cotti. Notte! Domenica 29 Marzo 2009: Dopo un fantastico sonno ristoratore (abbiamo dormito come angioletti) ci svegliamo verso le 8.00 e facciamo colazione nella “nostra” cucina… la colazione non viene preparata dai proprietari ma il frigo è pieno di ogni ben di dio (latte, yogurt, prosciutto, formaggi vari, frutta e poi cornflakes di vari tipi, brioches e pane da toast) in modo tale che ognuno possa organizzarsi come vuole all’ora che vuole. Oggi è domenica quindi anche Tomas & Luis sono in festa ed infatti dopo la colazione ci intratteniamo con loro una mezz’oretta prima di partire alla volta del Parco delle Everglades, dove arriviamo dopo circa un’oretta di viaggio. La giornata è molto bella ed il paesaggio mi ricorda tantissimo S.Domingo… se penso che siamo a marzo e sto girando in calzoncini corti e maniche corte… beh mi viene da ridere! Per prima cosa ci dirigiamo alla Alligator Farm dove con 23 dollari a testa assistiamo al pranzetto di una cinquantina di alligatori adulti, oltre a vedere le vasche con gli alligatori divisi per età (dai “cuccioli” di poche settimane a quelli adulti) e le teche con serpenti di varie razze e dimensioni, ma soprattutto facciamo il classico giro in air boat nella laguna… da non perdere assolutamente, ci siamo divertiti come matti! Ovviamente non poteva mancare il classico acquazzone tropicale che ci ha colpito mentre eravamo sull’air boat… diciamo che ha contribuito al folklore! Dopo un rapido spuntino acquistato in un drugstore nella zona di Flamingo, iniziamo la visita vera e propria del Parco, una riserva naturale che ricopre tutto il sud della Florida; questo ecosistema unico al mondo è stato parzialmente dichiarato parco nazionale nel 1947 e più recentemente riserva della biosfera dalla comunità internazionale. Si tratta di un Parco completamente diverso da quelli della West Coast o di Yellowstone, ma nella sua unicità è molto interessante e sicuramente da visitare se passate da queste parti. Visto che abbiamo solo questo pomeriggio a disposizione facciamo i trail meno impegnativi (Anhinga Trail, Gumbo Limbo Trail, Pinelands Trail e Mahogany Hammock Trail), visitiamo il Pa-hay-okee Overlook e “perdiamo” circa un’oretta a chiacchierare amichevolmente con una coppia della Pennsylvania… sembravamo amici di vecchia data!!! Anche qua, come in tutti gli Stati Uniti, devo dire che è difficile chiacchierare con le persone… Inoltre abbiamo incrociato una coppia di arzilli vecchietti della Virginia, il marito aveva uno stecco con attaccato una sorta di sorriso di cartoncino che ci ha gentilmente imprestato per fare un paio di foto; voi non ci crederete ma quando glielo abbiamo restituito, ci ha salutato con un originalissimo “I got your DNA”… ma ve lo immaginate in Italia un nonnetto sugli 80 anni che gira con un sorriso di cartoncino e dice una cosa del genere a dei ragazzi? Secondo me lo rinchiuderebbero in qualche istituto di igiene mentale… Visto che quando ripartiamo dalle Everglades è quasi sera, tiriamo dritti verso il parcheggio utilizzato ieri e dopo aver consultato la guida, decidiamo di andare a mangiare messicano al San Loco, visto che tutti e 4 apprezziamo questa cucina. Il locale di per sé non è niente di speciale ma la cucina è ottima ed i prezzi molto buoni. Dopo cena facciamo ancora 2 passi in Lincoln Road e poi torniamo al bb, dove troviamo ad aspettarci una bella vaschetta di gelato che i ns. Amici Tomas & Luis hanno lasciato appositamente per noi. Lunedì 30 Marzo 2009: Oggi la giornata è dedicata alla visita della città, così dopo la colazione ci dirigiamo verso South Beach; posteggiamo in Collins Avenue ed iniziamo il giro della città partendo da Casa Casarina, la Villa che fu di Versace e che oggi è un elegante ristorante proprio in Ocean Drive, strada che visitiamo in lungo ed in largo insieme a Collins Avenue ed all’Art Decò District. Sarà anche grazie al tempo ottimo (cielo blu e un bel caldo che accarezza la pelle!) ma questa “Sobe” (South Beach) ci piace proprio, presa ovviamente per quello che è cioè un insieme di locali per tutti i gusti, hotel, ed un lungomare da film, con i classici campi da beach volley e le torrette stile Baywatch (anche se siamo ben distanti da Malibù!). Dopo una bella camminata di un paio d’ore, il richiamo del mare è troppo forte e quindi ci fiondiamo in spiaggia, dove ci crogioliamo al sole alla faccia di amici e parenti che sono in Italia al freddo! Verso le 15.00 la fame inizia a farsi sentire e trovando sulla ns. Strada un Subway, ci mangiamo un panino fatto sul momento che ci soddisfa non poco e quindi sazi e contenti risaliamo in macchina perché vorremmo andare a visitare il quartiere cubano che in base alla descrizione della guida sembrerebbe carino; passiamo quindi in Calle Ocho, l’arteria principale di Little Havana, ma non ci dice proprio niente e quindi oltrepassiamo questo quartiere e ci dirigiamo verso il Downtown. La zona, una volta malfamata, è stata oggetto di un lavoro di recupero non indifferente e ad oggi si presenta come un elegante quartiere con grattacieli, spazi verdi ed il Bayside Market Place, un centro commerciale che si affaccia sul mare e che offre qualsiasi cosa di cui si possa aver bisogno, oltre al porticciolo turistico da dove partono brevi crociere nella Baia di Miami. Tra i vari negozi ci sono il Disneystore e l’Hard Rock Cafè che per noi sono tappe obbligatorie e soprattutto a 5 minuti dal Bayside c’è la AA Arena, che stasera sarà teatro della realizzazione di uno dei nostri sogni nel cassetto: assistere ad una partita di NBA!!!! Non mi sembra vero, eppure è così… la partita inizia alle 19.30 quindi per le 18.00 ci incamminiamo verso l’Arena; c’è veramente tanta gente ma per fortuna i biglietti li abbiamo acquistati dall’Italia, quindi vado verso i ticket office dove la coda è davvero lunga… ma sorpresa! Per i biglietti solo da ritirare c’è una “coda” alternativa dove in 5 minuti recupero i nostri 4 biglietti e contenti come dei bambini in un Parco Giochi ci dirigiamo verso i nostri posti… se da fuori l’Arena sembra un gioeillino, dentro è ancora meglio! Abituata ai nostri stadi, vecchi e sporchi, questo sembra una reggia! Scale mobili all’interno, guardaroba (obbligatorio x zaini e borsoni), immancabile store della squadra locale (dove non si riesce ad entrare da quanta gente c’è!) e seggiolini puliti… I biglietti non sono proprio economici, noi abbiamo preso un settore “intermedio” e abbiamo pagato 60 dollari a testa, eravamo in alto ma la visuale era buona e quindi sono stati soldi spesi più che bene! Stasera gli Heat, la squadra di Miami, ospitano gli Orlando Magic… beh abbiamo beccato anche una sorta di derby di Florida! La serata è un susseguirsi di emozioni, a partire dall’inno americano suonato dal vivo nel pre-partita da un sassofonista veramente bravo… tutti in piedi a cantare “The Star Spangled Banner”… che brividi! Il match ha inizio, 4 tempi da 20 minuti effettivi ciascuno che si concludono con la vittoria dei Magic per 95 a 101… che partita!!! Inoltre nell’intervallo del 2ndo tempo c’è stata la cerimonia di “pensionamento” di una delle colonne portanti degli Heat, Alonzo Mouring, con tanto di mega cerimonia all’americana che più americana non si può, e visto che si è protratta per una mezz’oretta abbondante siamo anche riusciti a “cenare” con una pizza di Papa John comprata all’interno dell’arena; buona ma caruccia. A fine partita siamo rientrati al bb dove ci aspettavano 4 fresche ed invitanti bottigliette di mojito appositamente comprate per noi dai padroni di casa. Martedì 31 Marzo 2009: Oggi il programma prevede il trasferimento alle Keys quindi la sveglia trilla presto… la mia squilla ancor prima di quella dei miei compagni di viaggio e quando mi alzo vedo che Tomas e Luis stanno uscendo di casa per andare al lavoro, quindi in tutta fretta esco nel mio bel pigiamino bianco con i cuoricini azzurri (non male eh?) per salutarli e soprattutto per ricordare loro che dobbiamo ancora saldare!!! Beh, altra sorpresa… sul tavolo della cucina ci avevano lasciato un magnetino a coppia con due righe di ringraziamento per aver scelto il loro bb e soprattutto 2 buste, una per me e Dany e l’altra per Ale e Luigi, con scritto di mettere lì dentro i soldini e di lasciare le chiavi sul tavolo…Signori, anche questa è America!!! A me era già capitata una cosa simile a Boston, ma non di certo per una cifra come quella che dovevamo in questo caso (225 $ a coppia…)! Purtroppo qua da noi una cosa del genere ce la possiamo solo sognare… Questi americani riescono sempre a stupirci, e sempre in positivo! Fatta colazione, caricati i bagagli e lasciati quindi i soldi sul tavolo della cucina, partiamo alla volta delle Keys… Il viaggio non è dei più brevi soprattutto perchè sulla “Overseas Highway”, ovvero la US 1 che collega Miami a Key West (l’ultima di queste isole), i limiti di velocità sono molto bassi… in più dobbiamo anche trovare una sistemazione per stanotte perché non abbiamo nulla di prenotato e sulla strada scoviamo il Flamingo Inn di Marathon che in base alle nostre esigenze economiche e di distanza (non volevamo essere troppo a sud x non avere troppa strada da fare il giorno successivo andando verso Naples) è la giusta soluzione! Il motel è molto carino, tutto bianco con le porte rosa e ovviamente l’immancabile piscina. La camere che ci viene assegnata è proprio carina ed ampia, col cucinino e 2 stanze matrimoniali ($ 125,00 totale). Il viaggio da Miami a Key West è lungo ma scorre (pensate che ci sono 42 ponti che collegano la terra ferma con Key West), il paesaggio per chi ama il mare è bellissimo, inoltre la giornata è splendida e il cielo blu che si riflette sull’acqua infonde un senso di pace e tranquillità non indifferente e gli isolotti che si incontrano sulla strada sono perfettamente tenuti con i loro giardini verdissimi e le casette da telefilm. Verso l’ora di pranzo ci fermiamo al Kingston’s Club Bar di Sugar Loaf dove mangiamo tortillas di granchio, panini con insalata di mare, patatine fritte da urlo e una Bud a testa, il tutto talmente buono che vorrei capire chi continua a sostenere che negli States si mangia male… 5 volte in america in 4 zone diverse… non ho mai mangiato male, anzi! Mah… Arriviamo a Key West verso le 14 e posteggiamo in Duval Street, la via principale dell’isola, che fortunatamente è stata risparmiata dal cemento e conserva l’architettura del passato e presenta vie fiancheggiate da affascinanti dimore in legno affacciate su piccoli giardini tropicali… un patrimonio davvero unico tutto da scoprire! Oggi fa decisamente caldo, inoltre non c’è neanche una nuvola in cielo quindi il sole picchia di brutto, ma questo mi fa anche ben sperare per il tramonto che ci aspetta stasera! Girovagando tra vie e viuzze dell’isola, si fanno le 18.30 quindi ci incamminiamo verso Mallory Square, con sosta al Duval Village, che non è altro che una piazzetta con bancarelle dall’atmosfera hippie cmq carino. Quando arriviamo in Mallory Square non posso credere ai miei occhi… ma quanta gente c’è?!?!?! Incredibile! Sapevo che in questa isola così particolare e anche un po’ strana il rito del tramonto è strafamoso e straatteso, ma mai avrei immaginato un mare di gente come questo!!! Facciamo un giretto veloce nella piazza dove imperversano artisti di strada di ogni genere e per tutti i gusti (impedibile il One Man Band!) e poi a fatica riusciamo a trovare un buchetto sul molo dove aspettiamo il tramonto, che arriva puntualissimo e che lascia davvero a bocca aperta! Ovviamente non è il primo tramonto al quale assistiamo, in più essendo liguri non siamo novellini a spettacoli di questo genere ma sarà l’atmosfera, sarà la gente che ci circonda… beh l’emozione è davvero tanta e quando il sole sparisce e l’applauso esplode quasi all’unisono siamo quasi commossi! Facciamo ancora due giri sulle bancarelle di Mallory Square (a me questa piazza è piaciuta davvero molto, a prescindere dal tramonto) e visto che si è fatta ora di cena su consiglio della nostra Routard andiamo a cena da Pepe’s (http://pepescafe.Net), un ristorantino tutto in legno con un bel cortile dove abbiamo mangiato davvero bene spendendo il giusto (piatto unico con una sorta di risotto agli asparagi e pesce decisamente fresco in una salsina delicatissima, classica Key Lime Pie, il tutto annaffiato da un ottimo margarita, per 40 dollari a testa). Rientriamo in hotel dopo cena, il viaggio di ritorno tra il buio praticamente totale ed il limiti di velocità che di notte sono ancora più bassi ci è sembrato infinito, soprattutto ad Alessandra che ha ronfato da quando siamo saliti in macchina a quando siamo arrivati davanti alla porta della nostra camera… vero Ale? 😉 Mercoledì 1 Aprile 2009: Verso le 9.30 ci mettiamo in marcia verso la terra ferma, con destinazione finale Naples. Sulla strada ci fermiamo dal mio adorato Starbuck’s per una fantastica colazione a base di muffin ai mirtilli e cappuccino, e finalmente anche Ale e Luigi possono toccare con mano le delizie di Starbuck’s così tanto decantate dalla sottoscritta!!! Certo che con la panza piena si viaggia molto meglio!!! Da Marathon a Naples ci sono quasi 200 miglia quindi impieghiamo circa 4 orette per arrivare a destinazione… anche oggi il tempo è molto bello e fa calduccio! In macchina grazie all’a/c non si percepisce ma quando scendiamo la differenza di clima si sente eccome! Anche oggi dobbiamo cercare da dormire perché non abbiamo prenotato nulla, quindi cerchiamo un paio di hotel indicati sulla guida e la scelta cade sul Sea Shell Motel dove per 76 dollari a camera prendiamo 2 camere matrimoniali (http://www.Beachdirectory.Com/seashellmotel). L’hotel di per sè non è niente di spaziale, però è pulito ed ha delle camere molto ampie, oltre che una proprietaria molto gentile che non appena vede che siamo italiani ci racconta che suo figlio è a Firenze per studiare e che le piacerebbe molto raggiungerlo per visitare il Belpaese. Non c’è che dire, in America siamo decisamente amati! E qui aggiungo un mio piccolo pensiero personale… se anche noi amassimo veramente il nostro Paese anche solo la metà di quanto lo amano loro e soprattutto sapessimo gestire il turismo come lo gestiscono loro, potremmo veramente vivere di questa fantastica risorsa e basta… Ok, esco da queste mie divagazioni e torno sul racconto! Ci sistemiamo in hotel e data l’ora approfittiamo della presenza di un Quiznos (una sorta di fast food di panini un po’ come il Subway) dove con pochi dollari mangiamo un buon panino e quindi sazi e contenti ci rimettiamo in marcia per scoprire questa cittadina che già dalla prima occhiata mi sa di posto da ricconi… infatti viene considerata la Palm Beach della Florida occidentale! Facciamo quindi un giretto sulla Quinta Strada, la via principale, dove troviamo molti negozi di lusso e ristoranti dall’aria decisamente cara. Le prime cose che sono saltate ai nostri occhi sono la pulizia e l’ordine che regnano sovrani… Inoltre anche qua sembra di essere davvero dentro al classico telefilm americano, le case sono così ben tenute ed i giardini così ben curati che sembrano finti!!! La passeggiata si conclude sul mare, dove facciamo due passi sulla spiaggia (bianca e soffice, mi ricorda quella dei caraibi… non per niente siamo sul Golfo del Messico) e poi ci rechiamo sul molo, dove troviamo pescatori di ogni genere, livello di bravura ed età! Il molo è ben attrezzato per la pesca, vi sono lavandini e tavole per dare una prima pulita ai pesci e soprattutto ci sono dei tubi che collegano il molo al mare in modo tale che gli scarti possano essere buttati in acqua e utilizzati da pesci ed uccelli come cibo… ah ma che organizzazione!!! J Sarà forse anche per questo motivo o forse no, chi lo sa, sta di fatto che ci sono anche molti pellicani e quindi passiamo più di un’oretta a girovagare sul molo ad ammirare i pescatori, i pellicani e la gente in generale, inoltre assistiamo alla pesca di uno squaletto che viene liberato dopo essere stato fotografato penso da tutti i presenti e soprattutto vediamo in lontananza dei gruppetti di delfini che purtroppo non si avvicinano troppo ma che restano comunque uno spettacolo più che emozionante! Anche stasera godiamo di un tramonto niente male, non saremo in Mallory Square ma la luce che il sole calante offre è comunque da cartolina, abbiamo fatto delle foto decisamente belle! Ci siamo inoltre divertiti tantissimo con due coppie di arzilli signori che si godevano lo spettacolo sulle loro sdraio posizionate in spiaggia in prima fila… peccato che davanti a loro si alternassero diversi aspiranti fotografi per scattare foto a raffica… ovviamente io e Luigi, che siamo i clown delle rispettive coppie, non potevamo esimerci dal partecipare a questo involontario sketch e quindi ci alternavamo anche noi due… le mogli hanno capito quasi subito che stavamo scherzando e quindi ridevano sotto i baffi, dopo qualche minuto anche i mariti se la sono data e ovviamente tutto è finito in una bella risata… certo che in vacanza ci si diverte con poco! Questa sera, sempre guidati dalla Routard, decidiamo di provare le famosissime ribs di Michael Bob’s (www.Michelbobs.Com), che viene indicato come il regno delle costolette di maiale, vero orgoglio del locale da più di 25 anni… che dire… se amate la carne, non potete non provarlo! Il locale è semplice, con tavoli in legno ed interamente tappezzato di pubblicità della Coca Cola, ma le ribs con la classica BBQ souce contornate dalle classiche patate cotte dentro la stagnola (baked potatoes) e dai fagioli nella salsa sono tra le migliori che abbia mai mangiato! Giovedì 2 Aprile 2009: Siccome miglia ne abbiamo già macinate parecchie, oggi approfittiamo del bel tempo e ci spaparanziamo al caldo sole della Florida per qualche ora; facciamo quindi colazione alla European Bakery & Cafè davanti al ns. Hotel (anche qua i proprietari vanno in brodo di giuggiole quando scoprono che siamo italiani e fosse per loro penso che saremmo ancora lì a parlare!) e poi ci dirigiamo verso Key Siesta, dove arriviamo verso le 14; ci troviamo nelle vicinanze di Sararota e la spiaggia è famosa per essere tra quelle con la sabbia più bianca di tutti gli Stati Uniti… effettivamente è così bianca che fa un riflesso accecante! La spiaggia è davvero enorme, lunghissima e profonda, ci sono gli immancabili campi da beach e le immancabili torrette oltre ad un’area picnic super attrezzata e soprattutto un mega parcheggione gigante che se lo avessimo qua in Liguria costerebbe 10 euro all’ora!!!! E invece qua è gratis… ovviamente! Ora, siamo tutti d’accordo che non si possono paragonare gli spazi americani con quelli italiani e men che meno con quelli che abbiamo in Liguria… ma i servizi che gli States offrono sono imbattibili! Ci godiamo quindi la nostra mezza giornata al mare (si sta d’incanto) e verso le 17.00 a malincuore risaliamo in macchina per avvicinarci alla nostra prossima tappa… domani abbiamo in programma di arrivare ad Orlando per visitare Seaworld e quindi cerchiamo di fare più strada possibile. In effetti lungo il tragitto non troviamo grandi centri abitati, così quando incrociamo una sorta di camping con annesse delle camere ci avviciniamo e cerchiamo di capire se hanno 2 stanze per noi… l’aria è un po’ desolante e tra me e me penso che sarebbe la location perfetta per un film dell’horror… ma vabbeh tanto ci si dorme solo, no? Così bussiamo alla porta della reception e nel frattempo diamo un’occhiata intorno… si ok, nel pick up posteggiato davanti alla reception c’è un bel teschio che troneggia sul cruscotto e gli adesivi di teschi e ossa si sprecano ma è un dettaglio… però poi ci guardiamo in faccia tutti e 4… e beh, visto che non ci ha ancora aperto nessuno decidiamo di lasciare la location ai produttori di C.S.I. O Criminal Minds e di cercare un hotel leggermente più accogliente!!! Peccato che non mi ricordi come si chiami questo fiorellino di posto, sarei curiosa di sapere se ha pure un sito internet (non mi stupirei…). Cmq non era destino che oggi trovassimo un hotel da inserire nella Top 10… infatti attratti dall’invitante insegna del Tiger Villa Motel in località Lakeland (“our rooms are nice and clean” ovvero le nostre stanze sono carine e pulite) e vista anche l’ora (sono quasi le 8!) decidiamo di prendere 2 camere in questo motel… intanto il tizio alla reception prima ci dice un prezzo e poi ce ne addebita un altro (da 50 dollari a camera passiamo magicamente a 65 con conseguente discussione, ma eravamo stanchi e sinceramente per 15 dollari a coppia ci siamo tolti la soddisfazione di mandarlo a spigolare – con educazione – ma non avevamo voglia di perdere ulteriormente tempo) ma soprattutto la camera che aveva assegnato a me e Daniele aveva già degli ospiti… dei mega bagarozzi sia vivi che morti (ce n’è per tutti i gusti) nella doccia! Penso che neanche Bolt sarebbe uscito più velocemente della sottoscritta da quella stanza… Fatto il cambio camera (quella nuova almeno è decente) e una rapida doccia, risaliamo in macchina x cercare un posticino dove mettere qualcosa sotto i denti… hum, che vita in quel di Lakeland! L’unico locale potrebbe tranquillamente chiamarsi “Non aprite quella porta” per la fiducia che ci ispira, così quando vediamo un Pizza Hat pensiamo di aver trovato una soluzione… si certo, come no! E’ solo un drive through e non ha tavolini!!! Niente paura, c’è sempre una soluzione a tutto… portellone posteriore della macchina aperto, cartoni della pizza posizionati nel bagagliaio, pizza già tagliata a fette dal tipo di Pizza Hat e gran cenone rigorosamente in piedi nel parcheggio della pizzeria mangiando con le mani e bevendo pepsi dalla bottiglia da 1 litro inclusa nel menù famiglia! Beh, anche questo fa parte dei viaggi on the road! Per la cronaca, la pizza era buonissima e ci siamo divertiti come matti… è uno dei ricordi che ancora oggi ci fa ridere di più! Venerdì 3 Aprile 2009: Il giorno ci saluta con un cielo che non promette nulla di buono ma partiamo cmq alla volta di Kissemee per raggiungere l’Howard Johnson prenotato dall’Italia per ben 45 dollari a camera; il viaggio dura circa un’oretta e nel frattempo si è messo a piovere in una maniera davvero imbarazzante! Piove talmente tanto che non so come abbia fatto Luigi a guidare perché non si vedeva davvero nulla… Anche se non sono neanche le 10 in hotel ci consegnano già le camere (l’Hojo risulta sempre una ottima scelta, soprattutto x l’ottimo rapporto qualità/prezzo) quindi scarichiamo le valigie e cerchiamo di capire cosa fare visto che il tempo di certo non permette di andare in un parco all’aperto… in reception ci sono mille depliant su cosa fare e dove andare, alcuni pubblicizzano vari outlet quindi valutiamo l’idea di dedicare una giornata allo shopping anche se sinceramente rinunciare a Seaworld ci scoccia davvero tanto! Ma con questo tempo c’è ben poco da valutare… non convinti andiamo a fare colazione alla Waffle House dove per neanche 10 dollari mangio un waffle al cioccolato da paura con un bel caffè americano che a Daniele fa storcere il naso ma a me piace tanto (obiezione di Daniele… cosa c’è di americano che non ti piace?) e nel frattempo magicamente smette di piovere… non solo, sembra quasi che ci sia uno squarcio di cielo azzurro… ci guardiamo un po’… outlet o seaworld? Beh la risposta è scontata! Alle 12 siamo già posteggiati nel mega parcheggio del parco (9 dollari per tutto il giorno) e ci mettiamo ordinatamente in coda insieme ad una marea di famiglie e persone di ogni età! Un’altra cosa che mi piace da morire degli Stati Uniti è la mentalità, qua gli anziani così come le persone portatrici di handicap si muovono esattamente come gli altri… ok, non ci sono le barriere che abbiamo in Italia ma è proprio questione di testa… Tornando a noi, alle 12.30 siamo ufficialmente dentro al parco; l’ingresso è caruccio, 60 dollari a testa, ma li vale tutti. Fondamentalmente questo parco – il più grande e completo sul tema del mare – è un perfetto mix di divertimento, educazione ed ecologia dove l’attrazione principale sono i mammiferi ed i cetacei. Alcune attrazioni sono veri e propri giochi, come ”A journey to Atlantis” (un trenino in acqua con discesa finale a bomba e doccia assicurata soprattutto per chi è in prima fila… vero guys?), “Kraken”, una montagna russa che solo Luigi ha avuto il coraggio di fare o ancora “Wild Arctic” con un simulatore di volo un po’ antiquato ma cmq interessante; altri invece sono spettacoli con gli animali (carinissimo quello con Clyde e Seamore, ovvero un leone marino e un tricheco ammaestrati e da brividi quello dei delfini e quello delle orche) e poi come resistere davanti alla nursery con i cuccioli di delfini… se passate da queste parti date anche un’occhiata allo Shark Underwater Grill, un ristorante dove le pareti sono un acquario con gli squali che girano tranquilli e beati! Insomma, se vi piacciono delfini, lamantini, orche, leoni marini, razze ed il mondo marino in generale dedicate una giornata a visitare questo parco, gli animali non sono nel loro habitat naturale ma sinceramente mi sembra che siano seguiti e tenuti molto bene e gli spazi a loro dedicati sono molto ampi. Io sono riuscita a commuovermi guardando lo spettacolo dei delfini! E poco c’è mancato al pianto bis durante l’esibizione delle orche… Alla chiusura del parco (alle 20) siamo tornati alla macchina (un’avventura ritrovarla perché avevamo letto male il numero del posto e quindi potete immaginare…) e su suggerimento di un mio amico che era stato in Florida a Gennaio (grazie Zappy!) siamo andati a cena da Ponderosa Steackhouse, dove si mangia della buona carne ad ottimi prezzi, concludendo la giornata con qualche acquisto nel mega negozio di souvenirs che si trova proprio accanto alla steackhouse.

Sabato 4 Aprile 2009: Cavolo se i giorni volano… ci sembra ieri che stavamo buttando giù un itinerario di massima e invece siamo già all’ultimo giorno di vacanza! Ma niente malinconia, oggi il programma è intenso e mi incuriosisce non poco… andiamo infatti a Cape Canaveral, al Kennedy Space Centre, dove arriviamo dopo un’oretta e mezza circa di viaggio. All’ingresso possiamo scegliere tra 3 tipi di visite, il KSC Bus Tour, il Nasa Up Close Tour o addirittura l’Astronaut Training Experience. Scegliamo la via di mezzo e prenotiamo quindi il Nasa Up Close Tour, una visita guidata di circa 2 ore nelle zone più protette situate ai piedi delle aree di lancio. Devo essere sincera, se avessi scelto io avrei optato per la visita base ma i miei compagni di viaggio hanno votato per l’Up Close ed ovviamente me ne sono stata… beh a posteriori posso solo che ringraziarli, mai avrei pensato che visitare la Nasa potesse essere così interessante! Tutte le visite iniziano dal Visitors Complex, punto di accoglienza che comprende un certo numero di attrazioni e un negozio di souvenir da paura, dove si accede solo dopo aver passato dei controlli stile aeroporto con tanto di metal detector e controllo della macchina fotografica. Nel Rocket Garden potrete ammirare svariati missili, autentici e non, oltre a ricostruzioni a dimensione reale degli spazi delle navicelle all’interno dei quali gli astronauti in missione sono costretti a restare anche per più giorni (se non addirittura mesi!) senza potersi muovere (roba da non credere!) e commuovente è l’Astronaut Memorial, un grande specchio in omaggio agli astronauti americani caduti durante le missioni. Da vedere inoltre è la copia della navicella Explorer e se passate da queste parti non potete esimervi dal provare l’ebbrezza della simulazione di lancio! Per poterla fare, dovrete lasciare borse e zaini all’interno di stipetti posizionati dall’ingresso del Launch Status Centre e soprattutto consiglio di mettere una felpa anche se fuori fa un caldo boia perché all’interno l’a/c è a stecca! Io non la avevo ed ho rischiato la congestione… Abbiamo inoltre assistito al Robot Scouts, uno spettacolo di circa 20 minuti dove spostandosi lungo palcoscenici animati si incontrano simpatici robot che operano in esplorazioni spaziali (se non avete dimestichezza con l’inglese rischiate di trovarlo noioso) e ad uno dei 2 film Imax in 3D. Ovviamente il piatto forte della visita è il Tour, che per noi inizia alle 13.30. Il tour è previsto solo in inglese, ma per fortuna la nostra guida parla un americano comprensibile e quindi a grandi linee siamo riusciti a capire quello che raccontava. Il circuito passa davanti ad uno stabilimento d’assemblaggio (uno dei 4 + grandi al mondo), quindi costeggia giganteschi mezzi cingolati che trasportano i razzi fino alle rampe di lancio, per poi sostare al centro Apollo/Saturno V; si assiste alla proiezione di un filmato che ripercorre la corsa per la conquista dello spazio con lo scontro tra russi ed americani e si passa poi nella copia di una sala di controllo del 1968 dove si assiste alla partenza di un razzo (quello della missione Apollo VIII). Di fianco, in una immensa hall, si trova l’impressionante sezione del Saturno V, il più grande apparecchio volante mai concepito. Inoltre qui si trova il Moon Rock Cafè, dove abbiamo pranzato velocemente con hamburger e patatine (niente di speciale, ma la scena del corvo che ruba dalle mani di Alessandra una patatina fritta non ha prezzo… vero Ale?). Insomma, ridendo e scherzando alle 20 eravamo ancora qua! Per fortuna stasera non dobbiamo cercare un hotel per la notte in quanto avevamo già deciso di andare a dormire a West Palm Beach; la strada non è breve, ci sono ancora 160 miglia da fare quindi chiamiamo l’hotel per accertarci che non cancellino la prenotazione e ci mettiamo in macchina stanchi ma felici perché oggi è stata davvero una giornata emozionante. E per rendere la giornata ancora più speciale, il KSC ci saluta con un tramonto dai colori rosso fuoco da cartolina. Durante il tragitto ci fermiamo a consumare la nostra ultima cena sul suolo floridiano da Wendy’s e arrivati a West Palm Beach prendiamo possesso delle nostre camere al Travel Lodge che ancora una volta ci stupisce per il rapporto qualità/prezzo (50 dollari a camera). Domenica 5 Aprile 2009: Sigh, che tristezza, oggi si torna a casa! Siccome il volo è previsto alle 16.15, abbiamo il tempo di fermarci un paio di ore al Sawgrass Mills Factory Discount di Fort Lauderdale dove finalmente io e Dany possiamo fare acquisti da Aeropostal e spendere gli ultimi dollari rimasti! Alle 14, puntuali come orologi svizzeri, riconsegniamo l’auto e ci mettiamo ordinatamente in coda per fare il check in ai banchi Alitalia, dove ci informano che il volo Miami/Roma ha un ritardo di un’ora e mezza e di conseguenza la coincidenza prevista alle 10.00 di domani per Genova non si può prendere ma tranquilli, siamo già riprotetti sul volo delle 13.30. Pazienza, no? Il volo di rientro ci fa ballare per un paio di ore ma nel complesso comunque tutto bene, di certo non potevamo immaginare il calvario che ci aspettava per tornare a casa da Roma, dove arriviamo alle 10 di lunedì 6 aprile… per farla breve, tra overbooking, voli cancellati e casini vari ed eventuali il volo per Genova è partito alle 18.15!!!! Dopo aver cambiato non 1, non 2, non 3 ma solo 4 gates e aver avuto ulteriore conferma che il personale di terra Alitalia non sa gestire neanche il più piccolo inconveniente, siamo riusciti ad arrivare a casa alle 19 passate, quando inizialmente dovevamo atterrare a Genova alle 11.15. Davvero senza parole! CONCLUSIONI: Anche questo viaggio non può che portare con sé ricordi indelebili ed emozioni uniche e l’averlo condiviso non solo con il mio ragazzo ma anche con due amici speciali ha sicuramente reso questa esperienza ancora più bella.

Trovo che la Florida sia un connubio perfetto tra i colori dei Caraibi e l’efficienza americana, anche qua abbiamo avuto ulteriore riconferma che gli americani sono fantastici e l’organizzazione che c’è in questa parte del mondo è davvero formidabile. Se siete arrivati a leggere fin qui spero di non avervi annoiato ma di aver trasmesso almeno in parte il nostro entusiasmo e ovviamente contattatemi se avete bisogno di altre informazioni… Cheers!



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