New york! new york! 9

Ho realizzato il mio sogno di sempre, andare a New York e ora, dopo quasi un mese, soffro di nostalgia come non mai, di quel virus che colpisce la maggior parte delle persone che hanno visitato questa città stupenda. Cercherò in questo racconto di darvi il maggior numero di informazioni, ma 15 giorni di street life sono difficili da riassumere....
Scritto da: MACHUPICCHU
new york! new york! 9
Partenza il: 21/09/2008
Ritorno il: 06/10/2008
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Ho realizzato il mio sogno di sempre, andare a New York e ora, dopo quasi un mese, soffro di nostalgia come non mai, di quel virus che colpisce la maggior parte delle persone che hanno visitato questa città stupenda.

Cercherò in questo racconto di darvi il maggior numero di informazioni, ma 15 giorni di street life sono difficili da riassumere. Vi invito pertanto, per chi lo volesse, a visitare il mio blog: picchu.Splinder.Com e di andare nei seguenti post dove ho aggiornato i miei fantastici lettori sugli spostamenti nella Grande Mela e dove ho pubblicato foto e video fatti da me: 1) http://tinyurl.Com/6oy2sg 2) http://tinyurl.Com/445t5a Pianifico il mio viaggio qualche mese prima della partenza che è stata il 21 Settembre. Scelgo un volo da Roma su kayak.It senza scali e trovo un’ interessante offerta per il JFK a 570 €.

Acquisto il mio biglietto e non sto più nella pelle.

Diciamo che per via della musica che ascolto, per il cinema che guardo e per l’amore innato per la città, parto con le idee già abbastanza chiare su quello che vuole essere il mio viaggio. Desidero confondermi con gli abitanti di New York. La mia forma mentis mi porta a non sentirmi turista, cerco di prepararmi per il viaggio con il desiderio di poter vivere 15 giorni la città da nuovo cittadino, con l’obiettivo di conoscere il più possibile la vita reale, di vivere le strade, i profumi, il traffico e tutto ciò che la città può offrirmi. Come mio solito acquisto la Cartoville del Qui Touring che consiglio a tutti: 9,50 € per un libretto che divide la città in quartieri e per ognuno offre la sua cartina fatta benissimo ed aggiornata al 2008, i punti d’interesse a livello artistico, culinario e tutta una serie di informazioni per vivere al meglio la permanenza. Arrivo a New York dopo 9 ore e 45 minuti di volo Delta, tutto fila liscio, supero tranquillamente i controlli in meno di mezz’ora e finalmente i miei piedi toccano il suolo americano.

Nei mesi precedenti, insieme al biglietto aereo, mi preoccupo di cercare anche dove stare. New York è abbastanza cara da questo punto di vista soprattutto se viaggi da solo e vorresti una camera singola in un posto abbastanza centrale a Manhattan.

Alla fine, dopo aver consultato internet come mio solito e sempre nell’ottica di conoscere più realtà possibili, opto per un ostello, esattamente il http://www.Hinewyork.Org/ e la mia scelta si rivela azzeccatissima. Oltre la comunicazione precisa e puntuale dello staff e la posizione felicissima dell’ ostello (il più grande a NY) nell’Upper West Side/Central Park, il costo è assolutamente vantaggioso circa 25 € a notte in una camera da 6. Per me che sono molto pignolo su alcune cose (come la pulizia) andare in ostello era una scelta scansata a priori. Poi, visto anche il fatto che dovevo stare per un periodo abbastanza lungo, mi faccio coraggio e reputo che il prezzo e la possibilità di conoscere persone da altre parti del mondo diventava un grande arricchimento personale. Così è stato. L’ostello è pulitissimo e sicuro. Frequentato da ragazzi e ragazze (tantissime sole) di tutto il mondo, dispone di bar sempre aperto per ottime colazioni, postazioni internet e zona wi fi, armadietti blindati per posteggiare le valige, sala cinema, sala relax, un cortile all’aperto, sala biliardo, cucina, lavanderia e una lobby che qualche sera ospitava dj per musica live. Oltre questi servizi, il personale attento e preciso, proponeva tour mirati per la città e il fine settimana serate nelle migliori discoteche di New York a prezzi scontati. In ostello ho avuto modo di conoscere ragazzi australiani, turchi, tedeschi, cinesi, olandesi e con alcuni ci sentiamo via mail.

Inizia l’avventura. Decido di dedicare la prima settimana alla scoperta, giorno dopo giorno, di tutti i quartieri.

Pianifico Soho, l’Upper East Side, l’Upper West Side, il Greenwich, Brooklyn e così via. Mi muovo nel quartiere e vado alla scoperta dei locali, delle strade, dei ristoranti, dei musei del posto.

Cammino tantissimo tant’è vero che torno a casa con 2 kg in meno pur avendo cambiato ristorante ogni giorno! Un consiglio letto su Turisti per caso e che reputo intelligente è fare la MetroCard. Io ne ho fatto due settimanali e mi sono potuto spostare in città con Treni e Bus. Treni, perchè per i newyorkesy la metro è il treno, la metropolitana è la subway con i suoi train. Non ho trovato nessuna difficoltà a muovermi e a capire il meccanismo. Uptown downtown, su e giù, ci sono le indicazioni e in ogni caso, cartina della metro alla mano, ci si sposta logicamente a seconda del punto dove ci si deve recare, su o giù rispetto a dove si è. I treni espressi o locali sono indicati da un cerchio o da un doppio cerchio sul numero che indica la metro e comunque ascoltando l’annuncio degli operatori si capisce la direzione. In ogni caso se si sbaglia si scende e si riprende il treno dall’altra parte. No stress.

Ho acquistato anche la CityPass per 70 $ e anche questa si è rivelata una scelta azzeccata. Perchè se è vero che per esempio il venerdi il Moma è gratuito dopo le 16, è pur vero che bisogna mettersi in fila e non si ha tutto il tempo per godere di uno dei più belli musei del mondo. Per me, che adoro l’arte, stare il tempo necessario a godere dei capolavori è assolutamente imprescindibile e tra l’altro, col CityPass, si salta la fila. Ho sfruttato al massimo il mio carnet e addirittura al Metropolitan sono stato due volte perchè è talmente grande che non si può dare solo un’occhiata.

Al Moma poi ho potuto ammirare la mostra temporanea sui notturni di Van Gogh che è il mio pittore preferito. Quasi mi sentivo male, stupendo. Vedere dal vivo le opere che hai studiato, idealizzato, adorato tutta la vita non ha prezzo e New York è avantissima da questo punto di vista.

Ma diciamocelo chiaramente: New York è avantissima in tutto.

Un’altra sensazione girando per le strade è stata l’estrema sicurezza. Polizia ovunque, in ogni angolo, in ogni quartiere, offre la tranquillità che in una città così grande si fa apprezzare ancora di più.

Emozionante la visita al Museo dell’immigrazione e le passeggiate a Central Park. Chilometri di pace in una città famosa per i suoi grattacieli. Incredibile. Non basta averlo visto innumerevoli volte nei film, vivere Central Park dal suo interno ti fa capire che un’archittetura a misura d’uomo esiste, che in una città di asfalto e cemento l’uomo può costruire un paradiso verde da goderne ogni volta la bellezza e la pace. Gente che corre, che gioca, che ascolta musica nella natura incontaminata.

Tra le visuali più belle da mozzare il fiato assolutamente l’Empire di notte e Brooklyn Bridge.

All’Empire sono salito due volte. Il primo e l’ultimo giorno, sempre sul tardi, è stato un modo per ringraziare di poter essere finalmente li. Un panorama pazzesco che ti fa sentire vivo e partecipe del mondo. New York è una metropoli, per me è la metropoli e dall’Empire la sua maestosa grandezza risalta in tutto il suo splendore. Le mille luci delle strade e dei suoi palazzi indicano all’osservatore la presenza di una vita che non si ferma mai e che nonostante l’11 Settembre, nessuno riuscirà a bloccare.

Il ponte di Brooklyn è un’altra esperienza che non dimenticherò. Anche qui sono stato due volte. Un pomeriggio ho attraversato il ponte a piedi da Manhattan a Brooklyn, poi il primo sabato l’ho dedicato a Brooklyn quartiere e ho terminato la serata riattraversando il ponte in direzione opposta. Vedere il Ponte in tutte le ore della giornata non ha prezzo. Poterlo osservare e fotografare da angolazioni diverse arricchisce l’anima. Un’opera grandiosa che da il meglio di se osservandola da sotto. Quel sabato a Brooklyn c’era l’importante festival d’arte DUMBO. In tutto il quartiere, soprattutto intorno al Brooklyn Bridge, eventi d’arte contemporanea creavano un’atmosfera veramente cool. Ho visitato studi d’artista e bevuto con pittori nei loro loft aperti al pubblico. Performance in strada, estemporanee e un via vai continuo, mi hanno regalato una delle giornate più intense. Ho aspettato la notte per vedere il Ponte illuminato ed eccola ancora una volta quella sensazione d’immensità già provata sull’Empire.

Sul versante culinario New York offre 13000 ristoranti. Io, che adoro mangiare e provare, ho optato per l’etnico e ho cambiato spesso. Tra i tanti provati vorrei segnalare Margon, ristorante Cubano sulla 46 St (fra la 6th e la 7Av), dove si spende poco e non si mangia da turisti. Provare le banane verdi per credere. Pedro’s Spagnolo a Brooklyn, proprio nei pressi del Ponte propone tacos dorado al pollo per esempio da paura, il Joe’s Shangay a Chinatown, tavoli ovali per mangiare con sconosciuti e scambiare due chiacchere in un vero ristorante cinese e anche Corner Bistrot nel Greenwich per godere dei veri burger di New York: i migliori! Un’altra esperienza particolare è stata la passeggiata a Chinatown. Incredibile la vita che si respira. Conosciamo i quartieri Cinesi delle nostre città, ma a New York il quartiere è veramente immenso. I negozi che si susseguono sono di tutti i tipi e spesso sono assolutamente curati nel design, una particolarità alla quale non avevo pensato abituato alle attività commerciali confusionarie che aprono in Italia.

La domenica poi messa Gospel. Tutti dovrebbero andare ad Harlem a trascorrere qualche ora e scegliere una Chiesa per vivere un momento così importante per la loro comunità. Ad Harlem si comprende la vera anima nera di New York. La gente parla slow, le insegne dei negozi raccontano di storie di famiglie che si tramandano di padre in figlio e il quartiere è vivace e sicuro.

Come mio solito non ho optato per il classico tour, ma presa la metro sono arrivato di buon ora e l’ho girato per bene. Dopo due ore di passeggiata ho chiesto dove potevo assistere ad una cerimonia ed un uomo mi ha indicato la Chiesa dove stava andando anche lui. Mi ha raccontato qualcosa della loro comunità e mi ha benedetto per quello che stavo facendo. Sono stato in una Chiesa Battista la Greece e ho assistito a due ore di balli e canti da commozione.

Tra l’altro, appena iniziata la cerimonia, è arrivata anche una corriera carica di italiani e un’altra di spagnoli e le signore della Chiesa hanno salutato in italiano e spagnolo i presenti.

Avrei tanto da raccontare, per esempio della bellezza di Soho, della sua eleganza. Un quartiere per ricchi veramente pulito e accogliente. Durante il mio viaggio mi sono dedicato allo shopping selvaggio. E’ impossibile resistere. Col dollaro a 0.70 l’euro è avvantaggiato e soprattutto nei negozi di marca americana si fanno ottimi affari. La più alta concentrazione di italiani la si trova da Century 21 e questo dice tutto.

Ancora Ground Zero e l’orgoglio americano della ricostruzione. La 5 strada, la 7, l’Apple Store di cristallo, i negozi d’alta moda. In ogni negozio i commessi salutano con estrema gentilezza e ti lasciano libero di muoverti come meglio credi che tu stia da Tiffany piuttosto che alla Levi’s. A New York la cortesia è d’obbligo negli esercizi commerciali e questo aiuta il cliente a sentirsi a proprio agio. Loro sanno che tanto alla fine ciò che realmente parlerà sarà la carta di credito… Insomma il viaggio è stato magnifico e solo ora mi rendo conto di essere stato a New York.

Il penultimo giorno ho fatto la crociera di due ore con la Circle Line e guardando lo skyline di Manhattan sognavo di poter tornare e magari viverci.

Mi auguro di realizzare il primo desiderio quanto prima, sul secondo solo Dio lo sa.

Vi rimando al blog picchu.Splinder.Com e ai post menzionati per respirare un po’ d’aria NewYorkese : sono a disposizione per qualsiasi info vi occorra augurando a tutti di poter visitare il prima possibile la città delle città.



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