Le meraviglie del West

La prima cosa che scoprirete quando tornerete a casa è che le fotografie non potranno mai rendere l’immensità e la maestosità di ciò che avrete visto durante il vostro viaggio nell’ovest degli Stati Uniti… Quindi è proprio necessario andarci di persona!! Premesso che è MOLTO meglio organizzare da sé l’itinerario e che questo sito...
Scritto da: marina.81
le meraviglie del west
Partenza il: 18/07/2007
Ritorno il: 11/08/2007
Viaggiatori: in coppia
La prima cosa che scoprirete quando tornerete a casa è che le fotografie non potranno mai rendere l’immensità e la maestosità di ciò che avrete visto durante il vostro viaggio nell’ovest degli Stati Uniti… Quindi è proprio necessario andarci di persona!! Premesso che è MOLTO meglio organizzare da sé l’itinerario e che questo sito è una miniera di informazioni preziose per farlo al meglio, vogliamo dare anche noi (Marina e Davide) il nostro piccolo contributo! Abbiamo deciso di procedere per argomenti piuttosto che per date e di scrivervi solo ciò che riteniamo possa essere davvero utile anche a voi (non penso che vi interessi sapere cosa abbiamo mangiato il 3 agosto, o gli orari dei voli, o cose simili…!) ITINERARIO (18 LUGLIO-11 AGOSTO 2007) 1.MILANO – SAN FRANCISCO 2.SAN FRANCISCO 3.SAN FRANCISCO 4.SAN FRANCISCO – GROVELAND (vicino a Yosemite) 5.YOSEMITE PARK – BRIDGEPORT 6.BODIE – MAMMOTH LAKES – LONE PINE 7.DEATH VALLEY – LAS VEGAS 8. LAS VEGAS 9.ZION NATIONAL PARK (SPRINGDALE) 10.BRYCE CANYON (TROPIC) 11.PAGE (LAKE POWELL) 12.NAVAJO NATIONAL MONUMENT – MONUMENT VALLEY – VALLEY OF THE GODS – BLUFF 13.ARCHES NATIONAL PARK (MOAB) 14.MESA VERDE – GALLUP 15.FORESTA PIETRIFICATA – FLAGSTAFF 16.FLAGSTAFF – SEDONA – MONTEZUMA CASTLE – FLAGSTAFF 17.GRAND CANYON 18.GRAND CANYON TRIP – WILLIAMS 19.WILLIAMS – BARSTOW 20.BARSTOW – LOS ANGELES 21.LOS ANGELES 22.LOS ANGELES – STATALE 1 – BIG SUR – MONTEREY 23.MONTEREY – PALO ALTO (STANFORD UNIVERSITY) – HALF MOON BAY – SAN FRANCISCO AIRPORT (partenza alle 23.30) 24.IN VOLO…

25.ARRIVO A CASA…! 🙁 I LUOGHI: vi scrivo cosa abbiamo visitato, ma tenete conto che i gusti sono gusti, quindi leggete bene tutto sulle guide e sui diari di viaggio, ma poi fate di testa vostra! SAN FRANCISCO: E’ bella San Francisco. Con le sue salite e le sue discese che vi faranno venire un po’ di fiatone (ma anche allenare i muscoli dei polpacci!), le aiuole fiorite ben curate e coloratissime, il sole caldo ma l’aria fredda, qualche grattacielo e tante villette, e la sua dimensione, grande abbastanza per trascorrere anche quattro o cinque giorni, ma compatta e ben servita dai mezzi pubblici, l’ideale per il turista senza auto (anzi, l’auto sarebbe proprio un impiccio..). Escludendo il giorno d’arrivo, che l’abbiamo vista solo dal taxi alle undici di sera e poi ci siamo immediatamente tuffati nel letto, abbiamo trascorso a San Francisco 2 giorni.

Il primo abbiamo girato la città a piedi; partendo dal nostro Hotel in Geary Street abbiamo visitato, nell’ordine: UNION SQUARE (sarebbe il “centro”, ma a parte i negozi non è niente di che), FINANCIAL DISTRICT (solo di passaggio), PACIFIC HEIGHTS (quartiere italiano), LOMBARD STREET (da non perdere, consiglio di arrivare dal basso, godersi le auto che scendono e lo spettacolo dei colori dei fiori, e poi di salire fino alla sommità per un bel panorama sulla baia), FISHERMAN WHARF (da assaggiare i panini al granchio), PIER 39 (molo molto turistico con negozietti, caffè, e la terrazza sul mare dalla quale si vedono, vicinissimi, i leoni marini), un giro sul CABLE CAR (alle 13 non c’era tantissima coda, ma durante il resto della giornata la fila di gente in attesa di salire è scoraggiante…; siamo saliti al capolinea vicino a Ghirardelli Square e siamo arrivati all’altro capolinea vicino a Market Street, dove poi abbiamo fatto un giro nei centri commerciali), CHINATOWN.

Il secondo giorno avevamo intenzione di visitare ALCATRAZ ma purtroppo bisogna prenotare con molto anticipo e noi da casa non ci avevamo pensato… allora siamo passati direttamente al piano B, cioè l’affitto della bicicletta per tutto il giorno, per poter raggiungere il Golden Gate e visitare l’altra parte della città. La bici l’abbiamo noleggiata vicino al Pier 39; insieme alla bici forniscono i caschi (che non abbiamo preso e per questo ci guardavano come alieni!) una mappa con alcuni itinerari consigliati e anche i biglietti per il ferry boat che da Sausalito ti riporta (bici compresa) al Pier (il prezzo del biglietto lo paghi solo se lo usi, se no lo riconsegni a loro). La nostra prima meta è stata il GOLDEN GATE: si percorre il lungomare, poi c’è una salita che porta al ponte, lo abbiamo attraversato; dall’altra parte ci siamo goduti il panorama dal vista point e poi ci siamo lanciati (nel vero senso della parola, visto che la strada è in discesa e si va a tutta velocità) verso SAUSALITO (prezzi inavvicinabili): totale 13 km. Visto che la bellissima discesa verso Sausalito sarebbe diventata una terribile salita per tornare a San Francisco, io ho preferito prendere il traghetto, mentre Davide, impavido, è tornato in bici (però ha ammesso che è stata durissima!!). Dopo esserci ritrovati, ci siamo concessi un mega sundae da GHIRARDELLI e poi via per il secondo itinerario: quartiere MARINA (residenziale, tranquillo, tutte belle casette con giardino), il PALACE OF FINE ARTS (bello e fotogenico…!), il PRESIDIO (parco immenso, tranquillo, con belle visuali sulla città) e poi giù di nuovo verso la città e poi ancora su, per arrivare ad ALAMO SQUARE con la sua bellissima fila di casette vittoriane in colori pastello e i grattacieli sullo sfondo. Nel tardo pomeriggio abbiamo riconsegnato le biciclette: eravamo letteralmente distrutti, prima di tutto per il numero di km percorsi, ma soprattutto per la fatica di pedalare su per le salite, è massacrante.. Però è un’esperienza che rifarei e che vi consiglio.. Non lasciatevi spaventare e pedalate, pedalate, e sarete ripagati con panorami da cartolina.

YOSEMITE: il quarto giorno è stato “di transizione”: in mattinata abbiamo raggiunto con il Bart l’aeroporto e da lì gli autonoleggi. Ci hanno consegnato l’auto già prenotata dall’Italia (Suv) e verso mezzogiorno eravamo già sulle highways americane!! Un po’ di confusione all’inizio tra il cambio automatico, il traffico e le numerose corsie, ma una volta che ci siamo raccapezzati è andato tutto bene. Ci siamo diretti verso Yosemite, con l’intenzione di trovare una sistemazione in uno dei paesi più vicini all’entrata del parco (abbiamo scelto quella ovest, Big Oak Flat). Abbiamo dormito a GROVELAND, piccolo centro abitato che ha il vanto di avere il più antico saloon della California. Il mattino dopo, abbastanza presto, abbiamo lasciato Groveland per raggiungere il bellissimo parco di Yosemite, dove abbiamo passato tutta la giornata a girare con la nostra auto per poter raggiungere i vari punti di interesse e percorrere le strade panoramiche. EL CAPITAN (che si può ammirare praticamente da ovunque), BRIDAVEIL FALLS (belle), GLACIER POINT (anche se la strada è abbastanza lunga, andateci assolutamente e avrete una vista mozzafiato su tutta la vallata, con l’HALF DOME di fronte a voi; e magari sarete fortunati come noi, che abbiamo visto un orsetto!), TOULUMNE GROVE (dopo una passeggiata di più di un miglio tra le sequoie arriverete a vederne alcune spettacolari: due o tre vecchissime, per fortuna ancora vive, una con una galleria nel tronco e un’altra caduta, ma ancora visibile in tutta la sua lunghezza. Sono maestose..). Non siamo invece andati all’altro punto del parco che ospita sequoie giganti (Wawona, a sud) perché ci avrebbe portato troppo lontano dal nostro percorso: per uscire dal parco infatti abbiamo percorso la strada a nord, Tioga Road, molto bella e con scenari che cambiano improvvisamente. Usciti dal parco, abbiamo costeggiato il MONO LAKE e siamo arrivati a BRIDGEPORT.

BODIE: ho scelto di dormire a Bridgeport proprio per la sua vicinanza a Bodie, paese di cui non conoscevo l’esistenza ma che, dopo averne letto sulla guida, è subito diventato una tappa obbligata dell’itinerario. Le mie aspettative riguardo questa città fantasma non sono state deluse, anzi! Se vi attira l’epopea del west, la corsa all’oro, se amate film e telefilm western, è il luogo che fa per voi… dopo una strada lunga almeno 20 miglia, quasi tutta sterrata, arriverete sul set dei vostri film preferiti, ma non è un set, è tutto vero e originale! E’ bellissimo girare per le strade di questo paese abbandonato e sbirciare dalle finestre e dalle vetrine dei negozi; anche se la maggior parte delle case sono praticamente vuote, potrete ammirarne una ancora arredata, così come sono ancora arredati la chiesa, l’emporio, la scuola, il saloon, l’albergo, la “caserma” dei pompieri, la banca… e potrete anche visitare un museo con oggetti e documenti ritrovati nel paese. L’ingresso non è compreso nel Park Pass ma è di soli 3 dollari a persona, quindi un investimento che si può fare!! MAMMOTH LAKES: a meno che non vi interessi andare a visitare il Devil’s Postpile, non vale la pena fare tappa qui; noi ci siamo fermati solo per un pranzo veloce e dare un’occhiata ad alcuni outlet; l’unico interessante era Ralph Lauren, ma anche se vi interessa lo shopping non è necessario venire qui, abbiamo trovati tanti outlet grandissimi in altri posti (dello shopping parlerò avanti) LONE PINE: ultimo paese con la P maiuscola (fornito cioè di vari motel, saloon, supermercato, distributori di benzina, negozi…) prima della lunga e dritta strada in mezzo al niente che porta.. A un bellissimo niente, cioè la Death Valley!! Inoltre se siete appassionati di cinema western, potrete visitare un museo (Lone Pine era una succursale degli studios) e, nei dintorni, le locations di alcuni film (al Visitor Center potere chiedere la mappa delle location) DEATH VALLEY: non immaginavo che un paesaggio arido e desertico potesse offrire dei paesaggi mozzafiato; per me, amante di campagna, verde, boschi, fiori, alberi e animali, è stata una piacevolissima sorpresa! L’emozione nasce dall’immensità dei luoghi e dal fatto che offre paesaggi diversi l’uno dall’altro.. Entrando da Lone Pine (strada 190) si incontrano dapprima le montagne, poi una vallata arida e piatta, poi le DUNE di SABBIA; abbiamo fatto tappa al Visitor Center a Furnace Creek, e poi preso la strada 178 dove, in ordine, abbiamo visto il NATURAL BRIDGE (deviazione di circa 5 miglia su strada abbastanza dissestata, poi qualche centinaio di metri a piedi, per fortuna nella gola di un canyon, quindi con un po’ d’ombra..), DEVIL’S GOLF COURSE (distesa di sale cristallizzato, da vicino sembra un campo arato, da lontano è una accecante e immensa distesa di bianco), BADWATER (punto più basso e più caldo, c’erano 47,5 gradi!), poi siamo tornati indietro verso la 190, percorrendo anche ARTIST DRIVE, strada a senso unico che ti permette di ammirare rocce di varie tonalità di colore. Sulla 190 si ammirano poi i due punti più famosi del parco: ZABRISKIE POINT e DANTE’S VIEW (quest’ultima è una deviazione abbastanza lunga, circa 20 miglia, si va fino a quasi 1700 metri di altezza, ma non perdetevela per niente al mondo… Se Zabriskie Point è spettacolare, Dante’s View è indescrivibile). Consiglio banale, ma sempre valido: alzatevi la mattina presto (per le cinque!) e portatevi la borsa frigo! LAS VEGAS: nel giro di un paio d’ore ci siamo trovati dal silenzio della Valle della Morte alle luci e al caos di Las Vegas! Non si può dire che LV sia “bella”, ma è comunque una città da vedere, e alla quale dedicare un paio di giorni: è assolutamente unica! Dopo il primo impatto con la città (essendoci alzati prestissimo per visitare la Death Valley, non abbiamo avuto il piacere di arrivare a LV di sera, ma va bene lo stesso!) e una doccia refrigerante, siamo subito andati a spasso per lo STRIP per vedere i casinò; siamo entrati al LUXOR (appariscente, ma “plasticone”), all’EXCALIBUR (alloggiavamo lì per la convenienza e il buon rapporto qualità prezzo, ma niente di eclatante!), al NEW YORK NEW YORK, al BELLAGIO (di certo il più lussuoso, ma di lusso vero! Marmi, decorazioni, fiori freschi ovunque…), al MIRAGE (solo per vedere la tigre bianca che ci ha fatto tanta pena…), al PARIS (un altro di quelli belli, sia dentro che fuori), al CEASAR’S PALACE (immenso e scenografico, con qualche errorino storico tipo la fontana di Trevi e la statua della Nike di Samotracia che non c’entrano con l’antica Roma.. Ma non facciamo i pignoli, è quello il bello!!), all’MGM, al TROPICANA (l’esterno è banale, ma l’interno si riscatta, c’è una bellissima volta decorata nella sala del casinò e poi offrono numerose mostre interessanti), al VENETIAN (sicuramente il più pazzesco! Se l’esterno stupisce, la galleria di negozi all’interno lascia a bocca aperta!). Attenzione quando entrate nei casinò: è facilissimo entrare e difficilissimo uscirne! Le uscite sono mimetizzate, magari con specchi, e l’insegna “exit” indica ogni direzione, quindi si continua a girare intorno! Nella mattinata invece abbiamo preso l’autobus (“the douce”, conviene fare il biglietto che vale per 24 ore a 5 dollari) per raggiungere DOWNTOWN, per dare una occhiata ai casinò più “datati”, tra i quali il GOLDEN NUGGET; lungo la strada che porta a downtown si vede la Stratosphere Tower e, in continuazione, le famose cappelle per i matrimoni, alcune graziose, altre squallidissime!! Se non vi interessano particolarmente i casinò “di prima generazione”, non andate a downtown, non ne vale la pena! Nel primo pomeriggio, visto il caldo torrido, siamo andati sempre con l’autobus al LAS VEGAS OUTLET CENTER, appena fuori città, verso l’aeroporto, dove abbiamo fatto ottimi affari.

ZION NATIONAL PARK: per visitare Zion è comodissimo alloggiare a SPRINGDALE: c’è tutto ciò che serve ai turisti e inoltre è a circa un paio di miglia dall’ingresso; dalla cittadina potete prendere una navetta gratuita per arrivare al visitor center e da lì parte un’altra linea di navette gratuite, unico mezzo per poter visitare Zion, visto che le auto non possono circolare. Scendendo alle varie fermate potete fare alcune passeggiate a piedi, ce ne sono di facili e di difficili, saranno accontentati sia gli sfaticati come me che gli amanti del trekking. Tenendo conto che Zion è di strada fra Bryce e Las Vegas, vale la pena fare una tappa; potrete dedicargli un giorno intero come noi, ma anche una visita di sfuggita, in fondo il parco non è grandissimo (però è bello… ) BRYCE CANYON: un’opera d’arte della natura… Poterlo vedere con i propri occhi vale più di mille parole. Le foto non renderanno mai l’idea della grandiosità e della peculiarità di questo parco. Dedicategli una giornata, vale la pena percorrere tutta la strada interna al parco, fermarsi in tutti i punti panoramici e fare qualcuna delle passeggiate consigliate sul libretto del parco. Non aggiungo altro! Noi abbiamo alloggiato a TROPIC, a poche miglia dall’ingresso al parco, non è un paese grande ma qualche motel e ristorante c’è! LAGO POWELL: talmente vasto che quasi non lo si riesce a vedere! Per poterselo gustare è necessario sorvolarlo… Dalle sponde si ha una visuale limitata, anche perché le strade che portano fin sulle sponde sono pochissime: qualcuna nei dintorni di PAGE (a pagamento), le altre molto più lontano. Purtroppo noi non ce lo siamo potuti godere al meglio, ne abbiamo sorvolato solo un angolo (meglio di niente..) con l’aeroplano da turismo col quale abbiamo anche sorvolato il Grand Canyon (vedi avanti). E’ interessante andare a vedere da vicino la diga GLEN che forma il lago: da una parte una mole immensa di acqua, dall’altra la strisciolina blu del fiume Colorado! Ma a Page ci sono altre due mete assolutamente irrinunciabili, credetemi: una è HORSESHOE BEND, una visuale su un tratto del fiume Colorado che forma un’ansa a ferro si cavallo: a qualche km dalla città c’è una strada che porta ad un parcheggio, da lì parte un sentiero da percorrere a piedi, piuttosto lungo e senza un minimo di ombra (fa caldo!). Non lasciatevi scoraggiare: prendete cappellino e acqua fresca e quando arriverete là godetevi lo spettacolo straordinario. L’altra meta da non perdere è l’ANTELOPE CANYON (noi abbiamo visitato l’Upper), chiamato anche SLOT CANYON, un canyon strettissimo, quasi una fessura nella parete rocciosa, modellata in maniera eccezionale da acqua e vento; all’interno la luce che penetra dall’altro crea effetti straordinari. Non usate il flash, o le foto perderanno l’effetto creato dalla luce del sole! Lo ripeto ancora una volta: non perdetevi Horseshoe bend e l’Antelope canyon…..! NAVAJO NATIONAL MONUMENT: sulla strada che da Page porta alla Monument Valley; una deviazione di una decina di miglia per arrivare al Visitor Center; da lì parte un sentiero di circa un miglio che vi porterà ad una terrazza panoramica dalla quale si vede, nella parete del canyon che vi sta di fronte, un antico villaggio anasazi. Se andate anche a Mesa Verde forse non è necessario venire qui, ma se siete di strada, una capatina la si può fare, almeno vi potete sgranchire le gambe! MONUMENT VALLEY: che meraviglia… Della Monument non c’è molto da dire, si sa già tutto, è famosissima e posso garantire che ha confermato le mie aspettative! La strada nel parco non è asfaltata ed è molto polverosa, quindi usate la vostra auto (se avete la coupé tenetela chiusa!!) e non i pulmini degli indiani perchè sono aperti!! L’unica pecca è che, essendo così famosa e bella, era un pò affollata.. Riguardo il pernottamento: avevo programmato di fermarmi a Mexican Hat, ma ci sono 4 case in croce, allora abbiamo proseguito fino a BLUFF (via Valley of the Gods), che è poco più grande, ma almeno c’è tutto il necessario! VALLEY OF THE GODS: se vi è piaciuta la Monument Valley, concedetevi assolutamente anche questo giro… Sulla strada che da Mexican Hat va a Bluff c’è una deviazione che porta a questa lunga strada sterrata (se non ricordo male una trentina di miglia, ma controllate…) che vi porterà attraverso un paesaggio ricco di monumenti simili a quelli della Monument Valley, diversi come forma ma altrettanto maestosi; e il bello è che vi potrete godere questo spettacolo praticamente da soli… noi abbiamo incontrato solo 2 auto! Se scendete dall’auto vi sentirete immersi nella natura del deserto e se siete fortunati vedrete qualche animale, soprattutto al crepuscolo: aquile, roadrunner, lucertole dal collare e chissà cos’altro… Unico avvertimento: la strada è piuttosto sconnessa, la sconsiglio a chi non ha il SUV; inoltre evitatela del tutto se ha piovuto recentemente o se minaccia di farlo: si formano piene improvvise.

MOAB: finalmente una cittadina formata da più di due strade! Moab è grandicella e vivace e ottimo punto di partenza per Arches e Canyonlands (questo però non l’abbiamo visitato…) ARCHES NATIONAL PARK: forse a questo parco non abbiamo dedicato abbastanza tempo e attenzione… infatti non abbiamo visto moltissimi archi, solo i più famosi; per vederne numerosi preparatevi a camminare molto… Noi abbiamo visto i principali: WINDOWS IN THE SKY, (passeggiata facile), DOUBLE ARCH (anche questa è facile, ma come sempre portatevi l’acqua!), DELICATE ARCH (noi l’abbiamo visto solo dal punto panoramico, che è piuttosto lontano e quindi non rende per niente… se avete abbastanza tempo e fiato avvicinatevi di più!), LANDSCAPE ARCH (è il più lungo ed è sottilissimo, la passeggiata è lunghina ma ne vale la pena). Comunque il parco offre altri bei panorami di belle rocce rosse con strane forme.

MESA VERDE: la strada che dall’ingresso del parco porta ai villaggi anasazi è molto lunga e purtroppo il panorama non è dei migliori perché pochi anni fa un incendio ha distrutto molti ettari di foresta: sono rimasti in piedi i tronchi neri e bruciati degli alberi ed è piuttosto triste… I villaggi possono essere ammirati dai vari punti panoramici lungo le strade del parco e possono anche essere visitati con visite guidate con i ranger (a pagamento) da prenotare al Visitor center. C’è anche un museo piuttosto interessante e lì accanto un villaggio è visitabile gratuitamente; purtroppo la nostra intenzione di visitarlo è stata spazzata via da un bel diluvio che ci ha fatto scappare! GALLUP: dopo la breve (cause di forza maggiore!) visita a Mesa Verde abbiamo proseguito ancora per un centinaio di miglia verso Gallup (anche perché non c’era alternativa! lungo la strada che abbiamo percorso non c’è stato assolutamente niente proprio fino a Gallup!!). Cittadina piuttosto grande sulla Route 66 che potrà interessare per i numerosi negozi e monte dei pegni di gioielli indiani. Di più non so dire, non l’abbiamo visitata, è stata solo una tappa per dormire..

PETRIFIED FOREST NATIONAL PARK: davvero interessante! Il tragitto all’interno del parco offre molti punti panoramici sul PAINTED DESERT; una sosta interessante è quella che vi permetterà di vedere dei PETROGLIFI (graffiti su roccia) delle antiche popolazioni indiane (non sono facili da scorgere: una volta arrivati sulla terrazzina panoramica, guardate verso destra: qualche metro più in là si intravede la roccia disegnata). E poi naturalmente ci sono gli alberi pietrificati: si tratta di tronchi e ceppi di legno, che del legno hanno conservato solo l’aspetto esteriore: basta osservarli da vicino o toccarli per vedere che in realtà sono di quarzo: se non vedi non ci credi! La causa è stata una trasformazione chimica avvenuta 250 milioni di anni fa… comunque non mi metto a fare la saputella, è tutto spiegato bene sull’opuscolo del parco! FLAGSTAFF: doveva essere solo una tappa tra la Petrified Forest e il Grand Canyon, ma visto che eravamo in anticipo di un giorno sulla tabella di marcia, ci siamo fermati un giorno in più, che abbiamo dedicato a visitare i dintorni. La città sorge lungo la Route 66 ed è piuttosto grande; carino il centro, ma un’oretta basta e avanza, non programmate soste lunghe! SEDONA: meno di 50 km a sud di Flagstaff lungo un tragitto piacevole in mezzo alla foresta e nella gola di un canyon; famosa per la new age, a Sedona vi sono alcuni punti chiamati “vortex”, dove, con adeguata concentrazione, sentirete l’anima staccarsi dal corpo.. Lo so per averlo letto sulla guida, non per esperienza diretta: in realtà ci siamo recati fino a uno di questi vortex, è una montagna che si chiama BELL STONE a qualche miglio dalla città: arrivati là abbiamo avuto difficoltà per trovare parcheggio (senza contare che parcheggiare costa 5 dollari!); inoltre sono piuttosto scettica, quindi abbiamo girato i tacchi; molto carino è, in centro, il villaggio messicano di TLAQUEPAQUE, lindo, pulito e ben curato. Ma anche qui, come a Flagstaff, la visita si svolge in poche ore… MONTEZUMA CASTLE: non lontano da Sedona, vedrete una sorta di fortezza arroccata alla parete del canyon, nello stile di Mesa Verde. Una tappa carina se siete in zona, ma non andateci apposta… GRAND CANYON: non ha bisogno di presentazioni! Solo qualche appunto “tecnico” per la visita: lasciate la macchina in uno dei grandi parcheggi contrassegnati da lettere e ben segnati anche sulla mappa (si trovano presso il Visitor Center o al Grand Canyon Village) e usate le navette gratuite: fermano in tutti i punti di interesse e potete scendere e risalire dove volete. Ci sono 3 linee: una va dal Village al Visitor Center, una va a est del Visitor Center (strada percorribile anche in auto), l’altra va a ovest (non si può andare in auto). Noi abbiamo percorso quest’ultima, alternando l’autobus alle passeggiate lungo il RIM.

Il nostro hotel era a Tusayan, proprio accanto all’IMAX theatre, così prima di cena Davide è andato a vedere il documentario del National Geographic (mezz’ora circa) sul Grand Canyon; io non ci sono andata… ma ho fatto male…: Davide ha detto che è stato molto interessante e spettacolare, sia per ciò che si vede, che per come si vede (schermo immenso…) GRAND CANYON TRIP: da casa ci eravamo informati sulla possibilità di sorvolare il Grand Canyon e, dopo aver consultato vari siti internet, abbiamo deciso di fare la pazzia: una tour organizzato da Papillon della durata di 12 ore… Ci siamo svenati un po’, ma diamine, si vive una volta sola! E poi il costo era poco di più rispetto alla semplice mezz’oretta di volo con l’elicottero! Comunque, il tour iniziava all’alba (6.30) con il volo sul canyon con un aeroplano da turismo (finestrini grandi, ottimi per le foto!); da Tusayan abbiamo raggiunto il Canyon e poi lo abbiamo sorvolato per un’ora fino ad arrivare a Page, così, per fortuna, abbiamo visto dall’alto anche qualche ramo del lago Powell. Una volta atterrati siamo andati a visitare l’Antelope Canyon (vedi “Page”). Verso le 11 ci hanno accompagnato alla Glen Dam e attraverso un tunnel siamo arrivati alla base della diga, dove ricomincia il fiume Colorado: lì ci siamo imbarcati su un gommone (20 persone). La navigazione sul fiume è molto lenta e piatta (io di solito soffro di mal di mare, ma lì non ho sentito assolutamente niente; Davide invece è rimasto deluso perché si aspettava un po’ più di movimento e emozione!), dura circa 4 ore e sono previste un paio di soste: una per fare il bagno (acqua gelida!!! Anzi, di più..), l’altra per mangiare (c’è una barca adibita a “ristorante”, ovvero un buffet con tutto l’occorrente per prepararsi i sandwich). La gita sul fiume termina a Lee’s Ferry e da lì c’è il pullman che riporta al Grand Canyon. WILLIAMS: a parte Grand Canyon Village e Tusayan, è la cittadina più vicina al parco. Noi siamo arrivati in serata, dopo essere tornati dalla gita sul Grand Canyon, quindi ci siamo limitati a cenare, dormire e ripartire l’indomani (dopo aver fatto il bucato nelle lavanderie a gettoni!); anche questa cittadina è sulla Route 66 e ci sono molti negozietti di souvenir in tema.

BARSTOW: il mio itinerario originario prevedeva di percorrere il tratto di Route 66 da Seligman a Kingman, dormire lì e poi l’indomani ripartire per Los Angeles.. Poi abbiamo cambiato idea: le miglia da percorrere per arrivare a LA sono tante e abbiamo deciso di dedicare la giornata a percorrere più miglia possibili per arrivare vicino alla città. Quindi abbiamo saltato la Route 66 (se avessi visto “Cars” prima di partire, avrei percorso lo stesso la strada, anche a costo di allungare l’itinerario di un’oretta… peccato che il cartone l’ho visto solo dopo essere tornata..!) e abbiamo attraversato il deserto del Mojave; abbiamo incontrato pochissimi centri abitati (minuscoli), finchè nel tardo pomeriggio siamo arrivati a Barstow, città piuttosto grande che sorge come un fungo nel deserto. Ottima per fare tappa perché ci sono molti motel, fast food e ristoranti, nonché un paio di outlet (uno vecchio e ormai mezzo abbandonato, l’altro nuovo, sono uno di fronte all’altro) per far passare un’oretta prima della cena.

LOS ANGELES: Da Barstow a LA ci sono 150 km: la prima metà è ancora in mezzo al deserto, poi iniziano i sobborghi di LA, con un centro commerciale dietro l’altro…

Avevamo prenotato un motel a HOLLYWOOD, sul Sunset Boulevard, così da poter raggiungere alcune attrattive senza usare l’auto. LA è terribile per i turisti: le distanze fra i punti di interesse sono grandi, i mezzi pubblici scarsi, l’auto indispensabile, il traffico tanto, i parcheggi a pagamento… Il giorno in cui siamo arrivati abbiamo avuto a disposizione l’intero pomeriggio: a piedi siamo andati fino al CHINESE THEATRE (tantissima gente..) per vedere le impronte degli attori, poi lì accanto c’è il KODAK THEATRE, dove si svolge la notte egli Oscar; questi 2 luoghi sono collegati da corridoi e gallerie piene di negozi. Il marciapiede che calpesterete è la mitica WALK OF FAME, lunga almeno un miglio, su entrambi i lati della strada… impossibile leggere tutti i nomi, e metà non li conosco neanche! In quella zona è pieno di negozi di souvenir, di solito merce cinese: più vi allontanate dal Chinese Theatre, più i prezzi si abbassano. Dopo aver gironzolato un po’ siamo andati a recuperare la nostra auto e siamo andati a BEVERLY HILLS (basta continuare a percorrere il sunset boulevard per alcuni km… comunque è indispensabile l’auto). Il Sunset b. Divide BH in 2 parti: se si prendono le strade verso le colline si potranno “vedere” le ville dei vip (non ci siamo andati… si vedono solo cancelli e siepi!), mentre dalla parte opposta c’è la BH “residenziale”, con deliziose ville e giardini curati (certo, non ci abitano gli impiegati o gli operai! Anche qui c’è il lusso, abbiamo visto parcheggiate in giardino mercedes, jaguar, ferrari, porche, bentley… a volte anche 2 o 3 insieme…! Insomma, se avete visto il telefilm Beverly Hills 90210 sapete di cosa parlo!). E’ incredibile che queste ville non abbiano né una siepe né uno steccato… sarei potuta andare a bussare, o prendergli il giornale che ancora non era stato raccolto! Siamo andati in auto nei pressi di Rodeo Drive e abbiamo parcheggiato in una di queste vie circostanti, dove il parcheggio non si fatica a trovare ed è gratis, e da lì abbiamo fatto una passeggiata a piedi lungo Rodeo Drive, fino alla zona pedonale, il famoso “n. 2”, chiamato anche “Via Rodeo” all’italiana: d’altronde metà delle griffe dei negozi è italiana…

Per il giorno successivo avevamo prenotato (da casa) la visita agli studios. Abbiamo preferito quelli della WARNER BROS rispetto a quelli della Universal perché questi ultimi sono più o meno un parco divertimenti, invece quelli della WB sono i veri studi di registrazione. Per arrivare a Burbank (10 km circa) siamo andati sempre in auto, poi lì c’è il parcheggio della Warner. La visita è interessantissima!! Una guida (la nostra era un ragazzo molto simpatico che assomigliava all’attore Greg Grunberg) vi accompagna in gruppi di una dozzina di persone su pulmini scoperti, così si può vedere tutto benissimo e fotografare senza problemi; fare riprese è vietato, mentre le foto sono permesse, ma non sempre: in alcuni tratti vi faranno ritirare la macchina fotografica. Il tour inizia con una visita ai set “esterni”: una strada di New York (Spiderman), la jungla (Invasion, L’ultimo samurai…), una via di un tipico quartiere residenziale, con villette e giardini, chiesa e municipio (Una mamma per amica, Friends, Gremlins…), l’ospedale di ER, una strada di città (Chicago se non sbaglio)… Se avete visto film o telefilm della WB riconoscerete sicuramente qualche scorcio… La cosa interessante è notare tutti i trucchi per far sembrare vero ciò che non lo è (cornicioni o mattoni dipinti), o per risparmiare spazio (ad esempio, un edificio che sulla facciata anteriore è una chiesa e su quella posteriore è una scuola) o per adattare il set alle esigenze del copione (ad esempio mettendo maniglie delle porte adatte all’epoca storica…); le guide sono molto loquaci, vi diranno tutto questo e molto altro, naturalmente parlano solo inglese, quindi chissà quante cose interessanti ci siamo persi… e oltre alla difficoltà di capire tutto ciò che dicono, c’è anche il problema che spesso i titoli italiani di film e telefilm non sono traduzioni letterali, ma molto fantasiose, quindi c’è il rischio di non capire tutti le citazioni che vi farà la guida… Dopo gli esterni è la volta degli interni: passerete vicino ai grossi hangar nei quali viene girata la maggior parte del film, e vedrete all’opera elettricisti, falegnami, idraulici, sarte, tutti intenti ad allestire set, costruire scenografie, cucire costumi… e poi vi accompagneranno nei grandi capannoni dove sono immagazzinati tutti gli oggetti, mobili, porte, armadi, quadri, letti, lavandini, porte, finestre, di ogni colore, forma, epoca e stile: insomma, tutto ciò che serve per allestire i set. Qui potrete vedere ancora allestito il set di Friends (il bar). L’ultima parte del tour è in una sorta di “museo”, due grandi stanze nelle quali sono esposti per lo più abiti di scena usati in film e telefilm cult: Harry Potter, 300, The departed, ER, Friends, 300, Starsky and Hutch, Wonder Woman… Secondo me è molto interessante e dovrebbero pensare di ampliarlo… chissà quanti costumi e oggetti avranno lì a prendere polvere negli scatoloni… La visita agli Studios dura circa 2 ore; la nostra giornata è proseguita sulle sponde del Pacifico: abbiamo lasciato l’auto in un parcheggio a pagamento a SANTA MONICA e abbiamo passeggiato sulla spiaggia e sul lungomare fino a VENICE. La nostra guida Routard decantava tanto Venice, ma a noi non è piaciuta: l’abbiamo trovata molto sporca e puzzolente di incenso e troppo piena di giocolieri, artisti, santoni, predicatori, tatuatori.. Ci è piaciuta di più Santa Monica, pulitissima e linda, una Beverly Hills in riva al mare.

Come vedete, la nostra tappa a LA è stata abbastanza breve, una giornata e mezza, giusto per vedere le cose più famose… STATALE 1 – BIG SUR: per andare da LA a SF c’è una lunga e comodissima highway, ma se volete godervi un bellissimo panorama e guidare in una strada tutta curve a picco sul mare, non perdetevi la statale 1 (non adatta a chi soffre molto il mal d’auto!!). Non incontrerete neanche un paese per un centinaio di miglia, in compenso potrete fermarvi nei vista point per delle foto meravigliose: l’unico problema è che quando era il momento di scendere per scattare la foto tiravamo a sorte: nessuno dei due aveva il coraggio di abbandonare l’auto: fuori tirava un vento forte e freddo! Ed era l’8 agosto…!! Tenete gli occhi aperti nei pressi di Point Lobos, c’è un punto in cui ci si può fermare per vedere gli elefanti marini (noi ce lo siamo persi…) MONTEREY: non posso dire più di tanto, è stata una tappa solo per riempirsi la pancia e fare la nanna; abbiamo dato un’occhiata passando in auto al Fisherman’s Wharf e a Cannery Row; penso comunque che valga la pena visitare l’acquario, deve essere molto bello. A poche miglia da Monterey si trova il circuito di LAGUNA SECA, se siete appassionati di Formula 1 non perdetevi “il cavatappi”! (ingresso 6 dollari) PALO ALTO: visto che ormai eravamo nei paraggi dell’aeroporto, ma mancavano diverse ore al volo, abbiamo fatto una tappa a Palo Alto, nel cuore della Silicon Valley: è una graziosa cittadina con pochi palazzi e molte villette, viali alberati, negozi e caffè, più simile ad una cittadina europea che americana… Qui c’è la sede della STANFORD UNIVERSITY, una università che è grande come paese! Non ero mai stata in un campus, se passate di lì fateci un salto, soprattutto per vedere come è diverso rispetto alle nostre università.

HALF MOON BAY: una ventina di miglia dall’aeroporto, una strada molto piacevole da percorrere e una bella vista di questa baia sul Pacifico amata dai surfisti… (per forza: …C’è un vento!!) Il nostro viaggio si conclude qui: dopo aver riconsegnato l’auto (con una lacrimuccia…), abbiamo preso i nostri bagagli (uno in più rispetto all’andata… Abbiamo fatto molti acquisti!!) e siamo andati a fare check-in (ci abbiamo messo mezz’ora a capire che dovevamo farcelo da soli ai self check-in, e un’altra mezz’ora per farlo!!) e poi 3 voli, con lunghe ore di attesa agli scali e il terrore che ci perdessero le valigie (cosa che è avvenuta… ma dopo 2 giorni le hanno riconsegnate a casa!)… insomma è stato più massacrante il volo di ritorno che guidare per 6000 km!! PREPARAZIONE DEL VIAGGIO: Dunque, per prima cosa bisogna consultare Turisti Per Caso e comprare le guide della California e del sud ovest degli Stati Uniti: di solito sono due guide separate. Secondo me è meglio prendere quelle con poche immagini ma con tanta sostanza, come Routard e Lonely Planet.. Infatti quelle guide non hanno neanche una foto ma sono una miniera di informazioni.

I voli li ho prenotati on-line un mese prime (l’idea del viaggio è stata abbastanza improvvisa!) con edreams (UsAirways, 975 euro a testa). Sempre su edreams e expedia ho prenotato gli hotel di san Francisco, las vegas, los angeles e Tusayan. Per il resto niente prenotazioni! Io a casa avevo preparato l’itinerario (consultando guide, atlante e mapquest.Com per calcolare le distanze), stando sempre attenta ad arrivare in posti dotati di motel e ristoranti; non ho mai avuto problemi a trovare una stanza per dormire! Tanto meno per mangiare… Sempre da casa ho prenotato anche l’auto; la prenotazione non è vincolante, se ne possono fare anche 10, ma almeno si blocca il prezzo quando si trova quello che fa per voi…! Un’altra cosa necessaria da fare è l’assicurazione sulla salute (vedi sotto) IN USA: HOTEL – MOTEL (prezzi per camera a notte, tasse incluse) SAN FRANCISCO: Monarch Hotel, Geary Street (95 $ a notte, è abbastanza spartano e in una zona poco bella, dove di sera è meglio starsene in camera! Penso che potete trovare di meglio) GROVELAND: All Seasons Groveland (135$, un bed and breakfast delizioso, con camere che sembravano case di bambola e persino la Jacuzzi.. Colazione scarsa..) BRIDGEPORT: Bridgeport Inn (88$, mi è piaciuto molto, in stile western) LONE PINE: Mt. Withney Motel (88$) LAS VEGAS: Excalibur (60$) SPRINGDALE: El Rio Lodge (70$, un pò spartano..) TROPIC: Bybees Stepping Stone (71 $, arredato con un tocco di femminilità) PAGE: Debbies Hide a Way (62$, pochissimo visto che Page è turistica e inoltre era domenica..; si trova sulla 8th, dove le ex case a schiera degli operai sono diventate motel.. Infatti non era una stanza, ma un appartamento con giardinetto!) BLUFF: Recapture Lodge (58$, comodo e pulito) MOAB: Inca Inn (71$, anche una piccola colazione compresa) GALLUP: Best Western (71$) FLAGSTAFF: Rodeway Inn (51$) e Super 8 (66$) WILLIAMS: Arizona 9 (50$) TUSAYAN Quality Inn (122$) BARSTOW: Days Inn (52$) LOS ANGELES: Saharan Motel, 7217 Sunset Boulevard, Hollywod (80$), abbastanza comodo perchè con una passeggiata sei sulla walk of fame MONTEREY: Monterey Surf Inn (77$) Come vedete i prezzi sono molto ragionevoli, soprattutto grazie al cambio favorevole; i primi motel (fino a Moab) erano a gestione familiare con accoglienza calorosa; a Moab, da Denny’s, ho finalmente trovato quei giornali con i coupon di sconto; siamo stati anche fortunati, perché so che spesso non li accettano, invece ce li hanno presi, quindi andavamo nei motel delle grandi catene a prezzi convenienti; in questo caso i motel sono più formali e freddi, ma di solito c’è una piccola colazione compresa. CIBO E RISTORANTI Ci è piaciuto molto mangiare all’americana, ma alla terza settimana eravamo quasi stremati! Ottimi la carne, i gamberi, le insalatone e le zuppe, indimenticabili le colazioni, comodissimi e stra-economici i fast food (però da quando sono tornata non ci sono più entrata per 10 mesi!); un ottimo compromesso, soprattutto per le colazioni e i pranzi, è Denny’s (e Mel’s Drive a San Francisco e Los Angeles). A cena lasciatevi guidare dal profumo di carne grigliata.. Vi dico qualche nome che ci ha lasciato la pancia stra-piena con 30-40 dollari in due, mancia compresa (che diamine! con 15 euro a testa mangi una insalata o una zuppa, il piatto principale, 1 o 2 contorni e a volte anche il dolce). Iron Door Saloon (Groveland), Totem cafè (Lone Pine), Bumbleberry (Springdale), Clarke’s Restaurant (Tropic), Twin Rock cafè (Bluff), Buck’s Grill (Moab), Outback (Flagstaff), Idle Spurs (Barstow). A Page, dove alloggiavamo in un appartamento con tanto di cucina e salotto, abbiamo deciso di far finta di essere una vera coppietta americana e di far la spesa al supermercato per mangiare in casa. Ovviamente cosa c’è di più americano dei cibi precotti nelle vaschette per il microonde e di burritos surgelati?? Esperienza terrificante!!! Ma è stato bello fare anche quella!! TELEFONARE: ogni giorno, per 25 giorni, chiamavo casa e come minimo parlavo al telefono per 10-15 minuti (dovevo raccontare tutto per filo e per segno!) e alla fine ho speso circa 25 euro.. Come ho fatto? Con la indispensabile New Columbus, scheda telefonica che si compra dai tabaccai italiani (12 euro). Per chiamare si va nelle cabine telefoniche (si trovano per strada e in tutte le stazioni di servizio), si digita un numero gratuito e poi il pin della scheda e costa davvero poco, meno che le chiamate fra cellulari in italia! Beh, poi la tecnologia offre skype: se vi portate il notebook, in quasi tutti i motel c’è la connessione wi-fi gratuita, quindi non spendete neanche un euro! INGRESSI: il National Park Pass non si chiama più così e non costa più 50 dollari, ma 80, però sono compresi più parchi (ad esempio Mesa verde, che prima era esclusa); non compresi: Bodie (3 a testa), Monument Valley (5 per auto) ACQUISTI – OUTLET: nonostante io sia una tirchia, quando entravo in un outlet uscivo sempre carica di borse… In effetti, con il cambio euro-dollaro così favorevole per noi e con i saldi estivi, si fanno veramente degli affaroni, soprattutto con le marche del pret-à-porter americano: Ralph Lauren, Tommy, Lee, Levi’s, CK, Eastpack, Fossil e molte altre..

Almeno 3 outlet grandi li troverete a Las Vegas, moltissimi nell’area di Los Angeles, uno a Milpitas nella Silicon Valley. A proposito, a Palo Alto, c’è l’Apple Store: sai che figo dire che il tuo Ipod arriva direttamente dalla Silicon Valley?!! Per le caroline e per i souvenir da spendere poco ci sono (anche là!) i negozietti di cinesi (ci sono le stesse identiche cose che si trovano nei negozi di souvenir “ufficiali” come ad esempio al Pier 39 di San Francisco, ma costano molto meno..).

In Arizona troverete gioielli e artigianato indiano con l’immancabile turchese e il rame.

Noi frequentavamo spesso anche i supermercati, prima di tutto per fare scorte di cibo e acqua da tenere in auto, ma anche per scovare le occasioni nei reparti casalinghi, hi-tech, ecc..

Nei parchi sono molto ben forniti i Visitor’s Center: libri, mappe, foto, magliette, cappellini e i tenerissimi pelouches che rappresentano gli animali che trovi nei parchi: io mi sono comprata il roadrunner, visto che non sono riuscita a vederlo “live”  BENZINA: il nostro Suv beveva come una spugna (se non ricordo male qualcosa come 6 km con un litro..), per fortuna la benzina costa meno che da noi.. Per 6000 km abbiamo speso 640 dollari (400 euro circa, 200 a testa).

AUTO: consiglio vivamente di prendere un SUV: si viaggia stra-comodi! E poi, a dire la verità, con Thrifty il suv è la categoria che costa meno! A noi è capitato un enorme Jeep Commander! Troppo bello viaggiare con quell’auto ancora coperta di sabbia rossa della Monument Valley per le eleganti vie di Beverly Hills!!! Con trifty ci siamo trovati bene perché non si paga il secondo guidatore e neanche il drop-off se è all’interno della California. Abbiamo deciso di prendere anche il navigatore: è meno “avventuroso” rispetto alle mappe, ma non si sbaglia strada e quindi si guadagna tempo prezioso! Ci hanno dato un pessimo Garmin anteguerra… Il mio consiglio è: se avete intenzione di usare il navigatore comprate le mappe degli USA e ve lo portate da casa (alla “modica” cifra di 12 dollari al gg, ci sarebbe costato meno e inoltre il TomTom non tradisce…).

Per quanto riguarda l’assicurazione auto… volevo farne una che copriva i danni a cose e persone terze (per noi c’era già l’assicurazione medica) che costava circa 19 dollari al giorno, invece alla fine ci hanno rifilato quella che costava 30 e sinceramente non ho ancora scoperto se siamo stati previdenti o se siamo stati fregati!! Sinceramente non ho indagato, perché sono sicura che la risposta esatta è la seconda… ASSICURAZIONE MEDICA: è indispensabile, noi l’abbiamo comprata on-line con elvia, 126 euro a testa, con massimale illimitato. ABBIGLIAMENTO: in estate solo cose leggere e casual! Però una felpa portatela perché a San Francisco la temperatura non è tropicale, anzi!! Soprattutto tira vento.. E poi avrete bisogno di una felpa anche nei casinò di Las Vegas, delle ghiacciaie!! Non riempite troppo la valigia, anche se state via tre settimane come noi: primo, perché dovete lasciare spazio per quello che comprerete, e secondo perché in ogni paese c’è la lavanderia a gettoni, comoda e veloce: funziona con i quarti di dollaro, è facile da usare, costa poco (1.50 il lavaggio, 0,25-50 l’asciugatrice, 0,25 il detersivo monodose) ed è veloce! Noi di solito mentre la lavatrice lavava andavamo a fare colazione, tanto lì non portano via niente.. Spesso nei motel si trovano asse e ferro da stiro! COSA NON HO VISTO E MI SONO PENTITA… Sequoia National Park (pensavo che le sequoie del parco di Yosemite mi sarebbero bastate, ma sono così spettacolari…) Route 66 (quel tratto di un centinaio di km che ha ancora conservato lo spirito della mitica route 66, noi non l’abbiamo percorsa perché avevamo già tanta strada da fare qual giorno, ma penso che una piccola deviazione sarebbe valsa la pena..) Zona est del grand canyon (quella più vicino a las vegas, dove hanno costruito lo skywalk e ci sono le havasupai falls).

Canyonlands (sulla guida c’era scritto che era un concentrato di tutti i parchi dell’ovest, quindi mi sembrava di vedere qualcosa di già visto.. In realtà ho letto tante belle recensioni su questo parco..) Dead Horse Point e Gooseneck (ci eravamo anche molto vicino, ma ci sono sfuggiti! Sacrilegio!!) Yellowstone e lago Tahoe (beh, per questi sono giustificata perché sono proprio fuori rotta, li terrò in considerazione per il prossimo viaggio!) COSA AVREI POTUTO SALTARE: Col senno di poi toglierei dall’itinerario Mesa Verde per 2 motivi: non mi ha entusiasmato molto (forse non l’ho visitata come si deve..) e poi perché ci ha portato fuori rotta: per tornare verso il grand canyon senza rifare la strada già percorsa abbiamo allungare il viaggio in zone meno interessanti, come Gallup.. Pazienza, sbagliando si impara! Non vale neanche troppo la pena fare la gita di un giorno sul Grand Canyon con Papillon (sorvolo con aereo, arrivo a Page, visita Antilope canyon, navigazione piatta e lenta di 4 ore sul colorado); è meglio fare solo il sorvolo con l’elicottero, anche se dura meno..) LA GENTE: adorabile, gentile, cordiale… ti salutano tutti, chiedono se possono aiutarti, le commesse ti chiedono come stai, ti dicono che hai una bella borsa, attaccano bottone quando scoprono che sei italiano… Una accoglienza simile contribuisce non poco a rendere speciale questo già bellissimo viaggio! Un ultimo consiglio importantissimo: quando smanettate su internet alla ricerca di informazioni, leggete tutto quello che volete, ma evitate di guardare le foto… Non toglietevi il gusto di vedere con i vostri occhi!!! Sono stata un po’ logorroica, ma spero che le nostre informazioni vi siano utili… Se dovete chiedere altro contattateci pure. Buon Viaggio! Marina e Davide



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