New York, un sogno realizzato

New York, questa meta sempre sognata finalmente è diventata realtà! Premetto che forse il viaggio nella Grande Mela è uno di quelli che meglio si presta al “fai da te”, basta essere un po’ smaliziati con la carta di credito su Internet e si fanno davvero miracoli con buoni risparmi. Iniziamo dal volo: Delta Airlines diretto Venezia – NY...
Scritto da: Ivano_74
new york, un sogno realizzato
Partenza il: 07/05/2008
Ritorno il: 14/05/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
New York, questa meta sempre sognata finalmente è diventata realtà! Premetto che forse il viaggio nella Grande Mela è uno di quelli che meglio si presta al “fai da te”, basta essere un po’ smaliziati con la carta di credito su Internet e si fanno davvero miracoli con buoni risparmi. Iniziamo dal volo: Delta Airlines diretto Venezia – NY Jfk . Costo circa 580 € andata e ritorno. Albergo: Qality Inn 40th Ave Long Island City, costo 100 euro circa LA DOPPIA per notte con prima colazione.

Innanzitutto una nota particolare sul tempo meteorologico: in 8 giorni abbiamo trovato solo 2 giorni di sole, mentre per il resto si è rischiato anche di congelarsi le dita dal freddo…Meno male che siamo quasi in estate!! Le previsioni meteo sono una fissa per gli statunitensi, “the weather channel” è sempre pronto a mostrarti qualche tornado in giro per gli U.S.A. E soprattutto le imbroccano sempre, altro che il vecchio Giuliacci!! Il primo giorno, dopo 9 ore circa di volo passato a guardare film, mangiare un po’ di tutto (cibo “da aereo” ovviamente, ma abbondante e continuo), tentare di dormire (con scadenti risultati) siamo atterrati alle 15.20 circa. Il caso ha voluto che contemporaneamente siano atterrati altri voli internazionali e quindi ci siamo trovati un po’ congestionati al controllo passaporti che è durato complessivamente 1 ora. Il tipo alla dogana comunque “autoritario”, si è dimostrato amichevole e, dopo aver preso le impronte digitali e fatto una bella foto, ci ha messo il timbro di accettazione. Ritiro bagagli e poi “suola e tacchi” in direzione Air Train. Ad essere sincero non è molto comodo da raggiungere. 30 minuti di trenino sopraelevato e poi metropolitana fino all’albergo. Ovviamente abbiamo acquistato la metro card illimitata per una settimana al costo di 25$…Praticamente obbligatoria visto che ogni corsa (ogni SINGOLA corsa, alla faccia delle 2h stampigliate sul retro del biglietto!!) costa 2$. 30 minuti di metropolitana (Linea E) ed arriviamo alla nostra fermata dove, dopo qualche domanda in giro, riusciamo ad entrare in albergo. Fatti e strafatti dal viaggio, decidiamo comunque di partire come treni alla volta di Times Square (visto che lo fanno tutti, perché non farlo anche noi?) dove, prima di arrivare, abbiamo fatto un giro nel negozio M&M’s…Che dire, tante chincaglierie divertenti, magliette, gadget tutto all’insegna dei noti cioccolatini! La sera, dopo la pizza da Sbarro (vicino a T.Square), rientriamo in albergo, mandiamo qualche sms e email dal PC sempre connesso ad Internet ed a disposizione dei clienti e poi ci fiondiamo a letto vista la stanchezza da “fuso orario”. Risultato? Alle 4.30 tutti svegli come grilli!! Il secondo giorno caratterizzato da un tempo variabile tendente al brutto, siamo andati a vedere S.Patrick Cathedral, il Chrysler building (che a mio avviso è il grattacielo più bello di Manhattan!!), il Rockefeller Center, la Grand Central Station ed il palazzo di vetro dell’Onu. Tralasciando la cattedrale che, sinceramente, è bella si, ma in Italia ne abbiamo di molto più interessanti, diciamo che gli altri grattacieli (esclusione fatta per il palazzo di vetro) e la Central Station sono degli enormi centri commerciali. A parte gli uffici ubicati ai “piani alti” dei palazzi, la parte bassa e praticamente tutta la stazione sono dedicati al commercio in senso stretto. C’è di tutto. Alla stazione sono voluto andare a vedere dov’erano i binari perché sembrava di essere in uno dei nostri centri commerciali il sabato. Mi sono gustato la hall che ho visto distruggere in innumerevoli film americani. Per il cibo ci siamo arrangiati da Friday, una sorta di megapub dove ti servono dagli hamburger alla bistecca con patatine in pieno stile americano. Niente di troppo economico, ma cibo buono e servizio cortese. Da notare che sullo scontrino c’era già la mancia (tip) suggerita a seconda del figurone che volevi fare…Sono fantastici, ci trovano il business in ogni cosa!! Ovviamente abbiamo lasciato il 15% (il minimo sindacale) ad una sorridente e gentile cameriera. Visto il tempo “perso” per mangiare e il tempo meteorologico siamo ci siamo dedicati allo shopping visitando nell’ordine: Nba Store, Modell’s (articoli ed abbigliamento sportivo) ed un altro negozio di abbigliamento sportivo dedicato interamente al baseball.

La metropolitana merita un capitolo a se. Tutti dicono che sia le rete più estesa ed organizzata del mondo. Beh, in tutta onestà, l’abbiamo trovata tutt’altro che ottima. Non che non si riesca a muoversi, per carità, ma vedere colori uguali, lettere, numeri, banchine con le stesse identiche scritte a destra ed a sinistra, diciamo che disorienta un pochino. Appena entri in una stazione (notare che dove nella mappa della città vedi indicato M, possono esserci fino a 10 uscite diverse, in 10 posti diversi…) guardi qual è l’entrata per la direzione che devi seguire (se Uptown o Downtown) e ti senti quasi sicuro di non sbagliare…Poveri illusi! Per fortuna ci è venuta incontro la proverbiale gentilezza degli indigeni. Ti vedono spaesato e ti senti chiedere (in un inglese quasi incomprensibile) “Where would you go?”, tu gli mostri la fermata che ti interessa e loro ti indicano quale banchina devi utilizzare. Praticamente ci stavamo orientando decentemente solo all’ultimo giorno, quando oramai non ti serve più a niente. Mi collego a questo discorso per confermare che gli americani sono gentilissimi con i turisti. Oltre al metrò, anche per strada non fai a tempo a tirar fuori la guida ed a guardare dove sei che subito si fermano e ti chiedono se hai bisogno di aiuto. Ovviamente tu capisci solo la parola “Help” e quindi fai un’associazione mentale, perché sperare che ti parlino in un inglese accademico è praticamente impossibile. Nonostante ciò devo dire che le indicazioni ci hanno salvato più di una volta. Gli spazi sono enormi, impensabili qui da noi e quindi ci si rende conto solo quando ci si trova davanti ad un incrocio dove non sai se a destra o a sinistra le Street salgono di numero o scendono…Il bello è che se sbagli strada puoi perdere anche mezz’ora di tempo!! Terzo giorno: pioggia torrenziale, anzi, come aveva pronosticato il nostro canale del tempo “heavy rain” ! Quanta acqua gente! Ovviamente che cosa si può fare in un giorno così? Shopping!! Eccoci allora partire armati di zainetti vuoti (sempre con la metrò “a richiesta”) alla volta della 34° strada (quella dell’Empire State Building per capirsi) dove abbiamo trovato ospitalità da B&H (negozio di elettronica, fotografia, tv, PC ecc ecc enorme e molto ben organizzato!!), FootLocker e l’immancabile Macy’s, un meganegozio di abbigliamento di 9 piani dove trovi di tutto (anche da mangiare visti i Mc Donald’s e i vari Starbucks che ci sono all’interno). Non descrivo il casino perché sarebbe comunque riduttivo!! Sembrava ci fosse il mondo là dentro…Magari per gli americani era tutto normale. Ah, come nota economica, andate al Tourist Centre (mi pare sia al 1 piano e ½) perché esibendo il passaporto vi danno un ulteriore 11% di sconto su quasi tutti gli articoli in vendita. La sera abbiamo optato per una cenetta a base di broiled steack da Tad’s, a Times Square. Praticamente il menù a fotografie esposto in alto ti permette di ordinarti il tuo bisteccone dicendo semplicemente un numero ad alta voce e, dopo alcuni minuti di cottura in diretta ti siedi al tavolo con il tuo mezzo dinosauro. Ho rischiato più volte di distruggere la forchetta per tenere ferma la bistecca da tagliare, non dico altro! Ottimo e per niente caro!! Dopo cena siamo riusciti a vedere il Chrysler illuminato (uno spettacolo) e T.Square con le sue famose luci sempre accese. Emozionante anche se la mia prima impressione è stata: madonna che spreco! Quarto giorno: tempo mediamente soleggiato. Decidiamo di “rischiare” e partiamo sparati per il World Trade Center. Scendiamo alla City Hall e girando per il piccolo (!!) parco antistante, facciamo il nostro primo incontro con uno scoiattolo per niente impaurito, anzi…A dire il vero sembrava quasi che ci seguisse per cercare qualcosa da mangiare. Ovviamente sembrava tutto tranne che denutrito il che fa pensare che parecchi turisti provvedano al mantenimento alimentare di questi divertentissimi animaletti! Terminato lo zoo safari, andiamo a Ground Zero passando per Trinity Church e S.Pauls Chapel (con la famosa “campana” ). Sembra quasi scontato dirlo, ma c’è un senso di vuoto enorme. A parte il cantiere edile sempre attivo per la nuova costruzione che sostituirà le torri gemelle, quello che colpisce è la luce che vedi. Ci sono grattacieli tutto attorno ed il sole (quando si degna di uscire ovviamente!!) fa fatica ad aprirsi un varco, ma quando arrivi a Ground Zero vedi chiaro, azzurro, luminoso…Capisci che lì prima c’era qualcosa di imponente ed ora c’è solo un grosso buco! Forse ci stanno “mangiando” un po’ troppo sopra visti gli innumerevoli gadget che ti vendono in zona, dalle magliette della squadra 10 dei pompieri al museo che per entrare devi gentilmente lasciare un’offerta di 10$ come suggerito dal cartello all’ingresso. Diciamo che si possono commemorare delle vittime in modi meno appariscenti e meno “materialisti”, ma questa è un’opinione personale. Procedendo dal WTC in direzione sud arriviamo al Battery Park da cui parte il battello per Liberty ed Ellis Island. Vista la coda all’ingresso decidiamo di dirottarci verso il traghetto gratuito per Staten Island che parte poco più in là. Immagino che non sia come andare fino al piedistallo di Miss Liberty, ma vi assicuro che si vede bene lo stesso a patto di tenersi a destra quando si sale. Dopo un pranzo a base di Hot Dogs (che sono troppo buoni soprattutto se presi dai carrettini disseminati in tutta la città) ci rechiamo al Century 21 dove tutti dicono che si possono trovare buone occasioni di capi di vestiario. Beh, sarà anche vero, ma il costo è una pazienza infinita a rovistare dappertutto, secondo me mancava solo che qualcuno si prendesse a pugni, un casino allucinante! Non da meno è quello che troviamo all’Hard Rock Cafè dove per vedere qualcosa di interessante devi scendere dove ci sono appese varie chitarre reduci dai concerti delle star ed un fantastico pianoforte leopardato che mi ha lasciato senza parole! La sera ci siamo dedicati a qualche foto notturna visto che mi sono portato dietro il cavalletto e volevo per lo meno usarlo.

Quinto giorno: giornata mediamente soleggiata accolta come una manna visto i giorni precedenti e quindi…Gran giro a Central Park! Descriverlo è difficile. Vedere questo enorme parco (un rettangolo il cui lato corto sarà 1 km!!) circondato da grattacieli e costruzioni è una cosa rara (almeno dalle mie parti…) e poi, complice anche il fatto che era domenica, vedere tutte quelle persone che si rilassavano, che facevano jogging, pic nic con la famiglia, giocavano a softball…Insomma, tutte cose che noi di solito facciamo muovendo la macchina o andando chissà dove…Beh, loro le fanno lì, a Central Park. La cosa che colpisce di più è l’aria immobile, il relax, la tranquillità che si respira mentre solo qualche isolato più a sud (!!!) c’è il disastro di traffico e di gente che corre. Il silenzio nonostante l’enorme numero di persone concentrate è un altro elemento che non si vede di solito, ma che in quel luogo sembra essere “normalmente” di casa…Bellissimo! Ovviamente il pranzo non poteva essere che a base di hot dog e pollo allo spiedo da consumare nei pressi di uno dei tanti baracchini mobili che ci sono sparsi per il parco…Ed era pure buono! Al pomeriggio, immancabili arrivano le nuvole e quindi decidiamo di percorrere la Fifth per vedere la zona dei negozi più “in”…Da vedere solo in vetrina ovviamente! Un salto da Abercrombie & Fitch, all’NBA store, da GAP ed al Nike Town sono d’obbligo anche se, in quest’ultimo, c’era una tale concentrazione di italiani da farci pensare di essere a Milano durante i saldi! Tutti alla ricerca della scarpa che fa tendenza e che in Italia costa un occhio della testa…Mah…Contenti loro. Verso sera decidiamo di compiere la famosa traversata del ponte di Brooklyn e quindi scendiamo dalla metropolitana a Brooklyn High e ci facciamo il ponte in direzione Manhattan. Sarà anche suggestivo, ma l’averlo fatto con 11° di temperatura ed un vento da far invidia a Trieste nel periodo della bora, non è stato proprio il massimo. Come se non bastasse abbiamo anche avuto il “brivido della giornata”: la camminata si svolge su una passerella di assi di legno distanziate di un dito l’una dall’altra mentre sotto di noi acqua ed auto ci guardano sorridenti; a metà ponte la mia macchinetta fotografica mi dice “memoria piena”…Provvedo quindi a sfoderarne una nuova di zecca e tolgo quella contenente le foto della mattinata…Ovviamente il freddo me la fa scivolare a terra…Non ho guardato finché non ho sentito il “tac” dell’atterraggio…Abbasso lo sguardo e vedo la mia SD appoggiata giusto a metà tra un’asse e l’altra…La raccolgo e non proferisco parola per i 10 minuti successivi dedicando un religioso silenzio quale ringraziamento al fato.

Sesto giorno: acqua gente, tanta e sempre! Ma ci potevamo fermare? Assolutamente no! Questa volta i bersagli sono SOHO, LITTLE ITALY e CHINATOWN. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio, soprattutto da Little Italy, ridotta ad una strada piena di tricolori, dominata da ristoranti con nomi italiani (e carissimi come quelli italiani…) e dove trovare uno che parla italiano è più difficile che trovare un medico quando ti serve! A Chinatown ci è successo un episodio che merita menzione. Non ricordo il nome del negozio, ma eravamo entrati per vedere qualche maglietta souvenir e, dopo esserci spogliati alla grande, nel momento in cui volevamo provare la roba…Il gentile proprietario ci fa notare che…NON SI PUO’…Hehehe…Comprare a scatola chiusa?? Inutile dire che abbiamo fatto fagotto e con una sonora mandata a quel paese (in italiano, tanto non capisce niente nessuno…) abbiamo ripreso la nostra strada. Pranzo al Burger King dove abbiamo vinto pure un extra hamburger e dove “stranamente” ho trovato il panino senza salse, roba da non crederci visto quello che ti mettono qua in Italia!! Al pomeriggio tra freddo e pioggia non restava altro che chiudersi da qualche altra parte e chi meglio di Macy’s poteva ospitarci? Non c’è che dire, la 34th strada è la migliore secondo me sia per quello che vedi, sia per quello che hai a disposizione come business. Verso sera, quando il tempo ha dato tregua siamo passati (visto che è in zona) a vedere il Madison Square Garden (da fuori ovviamente…) ed il Post Office. Che bello! Tutto marmo e tranquillo…Altro che qua da noi dove la gente si azzuffa davanti all’unico sportello aperto!! Prima di tornare in albergo una puntatina al negozietto di souvenir alla base dell’Empire State Building è stata una tentazione irresistibile! Settimo giorno: finalmente il sole!! Decisione istantanea: parte sud di Manhattan e Seaport con i suoi negozi tra cui un altro Abercrombie ed un piccolo centro commerciale chiamato Pier17 dove abbiamo avuto la fortuna di incontrare una serie infinita di scolaresche in gita (!!!): casino totale!! Dopo qualche foto al ponte di Brooklyn (finalmente con un po’ di luce) ed un pasto veloce al Mexican Chillpolte (un fast food messicano dove ti costruisci tu il panino BUONISSIMO!!) decidiamo di sparare il colpo migliore: l’osservatorio dell’Empire State Building! L’ascensore è una freccia anche se non ci si rende conto della velocità (solo scendendo le orecchie mi si sono un po’ tappate) se non dal fatto che il contatore dei piani si aggiorna di 10 piani in 10 piani…Non male!! Sopra è una cosa incredibile. Vedi tutto, cappa di smog compresa! E’ inutile descrivere quello che si prova, perché tanto non sarebbe sufficiente. Dico solo che ho scattato foto anche con la macchinetta rivolta verso il basso e vi assicuro che l’altezza è notevole!! Usciti dall’Empire torniamo al Post Office per spedire le cartoline (che tra l’altro sono arrivate in Italia quasi prima di me!!) e, piuttosto sfiniti, ci siamo rilassati a Bryant Park, dietro la Library. Pieno di persone che si rilassavano, leggevano, camminavano a piedi scalzi nell’erba o stavano seduti nelle tante sedie a disposizione (senza obbligo di consumazione nda!!), tutti con la stessa idea: staccare un momento! Serata a Times Square con pizza da Sbarro dove, oramai superallenati alla lingua locale, abbiamo riconosciuto una bella botta di italiani in vacanza! Ottavo ed ultimo giorno: sveglia presto, colazione super, check out all’albergo e poi via per la mattinata relax (ce la siamo proprio meritata) a Central Park. La Metrocard illimitata era già scaduta e quindi abbiamo dovuto risolvere con i biglietti Single Ride. Attenzione perché c’è scritto che durano 2 ore dall’ora stampigliata sul biglietto, ma noi abbiamo provato pure ad uscire e rientrare nel metrò entro le suddette due ore col risultato di una bella pernacchia in faccia (QUINDI NON FATE ANCHE IL BIGL PER IL RIT SE NON PREVEDETE DI TORNARE ENTRO LE DUE ORE). State attenti perché ogni corsa costa 2$!! Il relax è servito, compresi i 2 Hot Dogs a testa (di cui uno con salsiccia piccante…Mitico!!) per spegnere l’appetito, ma…Ovviamente poteva non succedere qualcosa? Facciamo per uscire dal parco in una direzione che conoscevamo e che quindi ci rassicurava sapendo che il metrò era proprio lì accanto. Una volta fuori siamo circondati da alberghi mai visti e ci troviamo a Columbus Circle che non avevamo mai visto. Ovviamente avevamo calcolato i tempi di metropolitana “giusti” vista la sicurezza sui luoghi già visitati. Risultato: dopo l’ennesima consulenza al volo di un passante ci siamo lanciati al galoppo più sfrenato verso la metro e da lì all’albergo per recuperare i bagagli e ripartire via metro ed air train verso l’aeroporto Jfk. Imbarco in orario, partenza in orario (anche se eravamo in coda per decollare…) ed arrivo a Venezia con 5 minuti di ritardo! Peccato per i 25 minuti di attesa al ritiro bagagli.

Questo il nostro viaggio. Sicuramente è una città da visitare ed una meta consigliatissima, soprattutto ora che l’Euro è così forte. Prenotate in anticipo e non abbiate paura se non parlate bene l’inglese, anche con lo spagnolo vi salvate! Ciao!



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