Coast to coast alla Thelma e Louise

AMERICA 2007 – COAST TO COAST – LOS ANGELES/MIAMI 27.07 Verona – Roma - Philadelphia - Los Angeles Katia arriva in aeroporto con la colazione nel sacchetto: un litro di succo e yoghurt. Scopre che i liquidi non si possono portare in aereo e si beve tutto in loco. Questo sacrificio per non far marcire gli alimenti in frigorifero....
Scritto da: carrak
coast to coast alla thelma e louise
Partenza il: 30/07/2007
Ritorno il: 17/08/2007
Viaggiatori: in coppia
AMERICA 2007 – COAST TO COAST – LOS ANGELES/MIAMI 27.07 Verona – Roma – Philadelphia – Los Angeles Katia arriva in aeroporto con la colazione nel sacchetto: un litro di succo e yoghurt. Scopre che i liquidi non si possono portare in aereo e si beve tutto in loco. Questo sacrificio per non far marcire gli alimenti in frigorifero. Francesca poteva portarsi il melone avanzato…Saperlo! Da Roma a Philadelphia con 5 euro ci compriamo le cuffie e ci gustiamo ben tre film (tosi non la ne pasa più!) e finalmente arriva il lunch…Coca o non coca, meglio acqua perché su suggerimento di Katia è meglio non ruttare in aereo. Francesca miete già la prima vittima: lo steward di mezza età…E il volo per entrambe si conclude con una dolce sorpresa! A Philadelphia veniamo schedate come due pericolose ricercate…L’agonia continua con tre ore di ritardo causa intemperie.

28.08 Los Angeles – Las Vegas CALIFONIA – NEVADA Ore 2.00 a.M. Dopo aver preso possesso della macchina iniziamo a cercare l’albergo. Cambio automatico, freeway a 5 corsie e via…Prima notte e prima esplorazione nel cuore della città: Santa Monica Boulevard, Sunset, Beverly, Hollywood.

Con l’entusiasmo, cresce però anche la stanchezza…Ramada Ramada dove sei?…Ad un tratto scorgiamo un auto della polizia con due bellocci all’interno e Katia dà inizio al tormentone dell’estate: “Do you speak spanish?” (visto il nostro inglese scolastico) e sconsolate scopriamo che lo spanish non è poi così comune come pensavamo. Alla fine riusciamo a raggiungere comunque l’Hotel ma non troviamo nessuno ad aprirci. Inizia la ricerca del guardiano notturno. Ore 4.00 appoggiamo la testa sul cuscino.

Ore 8.30 Katia apre gli occhietti ed esclama: ho fame! Il ventre chiama, inizia l’assalto al breakfast., consapevoli che forse sarà l’unico pasto della nostra giornata ci rimpinziamo per bene. Siamo pronte per vedere le stelle…E tra una stella e l’altra Katia finalmente acquista il tanto desiderato cappello da cow-girl.

Ora siamo le cow-girls della California e ci addentriamo nel grande palcoscenico di Hollywood con la tettoia abbassata e 35/40° addosso! Ci muoviamo tra Limousine e Jeep stratosferiche ma la nostra PT Cruiser yellow non sfigura! Tra Spiderman e Rambo che ci sorridono, Katia entra in un negozio e vorrebbe svaligiarlo nonostante odi lo shopping. Immancabile visita al Chinese Theatre dove Katia confronta le sue impronte con quelle di Meril Streep commentando che le sue mani sono più grandi. Evviva! Ma i commenti di Katia non finiscono qui. Un’altra perla ce la regala a Rodeo Drive forse la via più lussuosa d’America. Dopo essere entrata nel negozio di Versace, Katia guarda sconsolata la sua amica e afferma “certo che c’è differenza tra un paio di scarpe comprate da Versace e un paio di scarpe di Pittarello”..Ma va…Evviva! Cerchiamo di fare gli occhi dolci a qualche miliardario ma nessuno ci carica sulla sua porsche, non ci resta che andare a trovare l’oceano. Ci infiliamo sulla Santa Monica Boulevard e dopo 400.000.000 di semafori restiamo a bocca aperta di fronte alla baia di Santa Monica. Spiagge larghe e lunghe, sabbie fine, scogliere, palme, torrette dei baywacht e pista lungomare per bici, pattini e passeggiate. Dopo un carambolesco cambio d’abito ci tuffiamo tra le onde dell’Oceano…Sensazioni magnifiche ancor più quando ci distendiamo al sole…Finalmente relax in uno scenario da telefilm. Ci avvicina persino uno scrittore di sceneggiatura che dice di essere stato al Festival del cinema di Venezia. Mah…Sarà vero? Forse tutti a Los Angeles si sentono divi dello spettacolo! Ci siamo lasciate rapire dall’oceano e dalla brezza e partiamo un po’ in ritardo per Las Vegas. E da qui inizia il nostro vero viaggio alla “Thelma e Louise”. Freeway di Los Angeles all’ora di punta…Si salvi chi può…Tante macchine, tanta aria…Cerchiamo di chiudere il tetto con la macchina in corsa, per fortuna, il tetto oppone resistenza e noi desistiamo. Risultato: il tetto è salvo, i nostri capelli aggrovigliati come criniere di leoni. La colonna sonora di oggi è Bruce Springstreen e anche se siamo a Los Angeles ascoltiamo e riascoltiamo “Street of Philadelphia”.

Ore 22.00: Francesca guida Katia dorme Ore 22.30: Francesca lancia il primo SOS “me cala la palpebra”, mancano circa 50 km a Las Vegas. Al primo autogrill americano sosta per dormire nel parcheggio di un casinò, sedili abbassati e rounff..

Ci svegliamo alle 2.00 e facciamo la toilette nel bagno dell’autogrill: lavaggio viso, ascelle e denti, ci cambiamo, ci trucchiamo…Las Vegas ci aspetta! Evviva! 29.07 NEVADA – UTAH Entrata trionfale nella città dei balocchi. Giù il tettuccio e Katia si scatena con la macchina fotografica mentre Francesca inizia a pavoneggiarsi…Il miele attira le api. Percorriamo la Boulevard tra il luccichio dei casinò. Non c’è molta gente anche perché sono le 4 del mattino…E chi è sopravissuto al sabato notte è ancora attaccato a qualche slot machine. Ogni Hotel ricostruisce alcuni luoghi del mondo: New York, Parigi, Venezia, Roma, Luxor…Francesca si rifugia al Bellagio e poi al Parigi per giocare i suoi 3 dollari e si tiene Katia stretta come portafortuna…Infatti perde tutto nel giro di 5 minuti. Assistiamo ad una rissa alla Pretty Woman ma un po’ manesca: due giovani prostitute si contendono il territorio cioè un pezzo di marciapiede! Sorge il sole noi come i vampiri ci ritiriamo a dormire…Dove? Nella nostra confortevole suite yellow.

Dopo tre ore non ne possiamo più…Si muore dal caldo. Non siamo tipe da gioco d’azzardo e partiamo alla volta dei grandi Canyon. La colonna sonora è cambiata: Robbie Williams e poi Red Hot Chili Peppers a tutto volume. Durante il tragitto, guardando la cartina abbiamo avuto un’illuminazione…Un nome particolare è balzato ai nostri occhi forse perché nel suono ci ricordava il nostro “veneto”…Quale primo canyon da visitare?…ZION Canyon…Posto bellissimo con pareti di roccia levigate dall’acqua in milioni di anni…Parentesi rilassante: ci beviamo la nostra birra rigorosamente Budweiser e per averla abbiamo dovuto esibire un documento…Ci siamo sentite giovani! La notte la trascorriamo lungo la strada che porta al Gran Canyon a Kanab…Ceniamo in un posto tipico con cameriere pistolere.

30.07 UTAH – ARIZONA Sveglia alle 5.00 direzione GranCanyon. Obiettivo: il sole che sorge sul Canyon. Il paesaggio è tipicamente lontano ops..Montano. Ci imbattiamo in scoiattoli e camosci…Katia dice di aver visto anche un bue muschiato…Mah, sarà il sonno. Fa freddino e ci copriamo con la felpa. Entriamo per la northrin , la sponda nord e meno affollata del Canyon e forse anche la più affascinate. Facciamo la solita colazione nel Gran Canyon Lodge a base di muffins e…Novità: banane. Forse non abbiamo proprio visto sorgere il sole ma, entrare presto, ci ha fatto gustare il panorama con una luce diversa e particolare. E comunque abbiamo anche risparmiato 25 dollari d’entrata, vale a dire quasi un pieno di benzina.

Paesaggio da mozzafiato che non si può descrivere in un diario. Capiamo quanto siamo piccole di fronte alla maestà della natura e il cielo ci sembra più grande…

Dal verde dei parti passiamo al marrone-rosso delle rocce. Ogni volta che Katia vede uno scoiattolo inizia il secondo tormentone..”amore della mamma vieni qua…”. Una signora americana ci saluta e ci sorride dopo aver capito che siamo italiane. Siamo fiere di ciò. Tutto sommato gli italiani sono ben visti, la nostra cultura è apprezzata…Non siamo solo pizza, spaghetti e mandolino…(mandarino come dice Katia che si sente un po’ cinese).

Ci rilassiamo in questo posto e lasciamo che i nostri sguardi si perdano tra gli immensi vuoti del Canyon. Apprezziamo il silenzio del luogo che rapisce i nostri pensieri.

Trasferimento alla Monument Valley e la nostra colonna sonora è Vasco. Attraversiamo il fiume Colorado e ci ritroviamo in terra Navajo, indiani pellirossa dai visi scuri, duri, dal carattere schivo e poco cordiale, dalla struttura massiccia. Il colore predominante ora e fino alla fine della giornata sarà il rosso fuoco e il fuoco lo sentiamo anche sulla nostra pelle mentre andiamo sotto il sole cantando a squarciagola e salutando tutti quelli che incrociamo. Fermata a Page e spesa al supermercato, tra un frutto, una bibita e la telefonata di Francesca ad Antonio (una delle mille) ci ricarichiamo e siamo pronte per un’altra avventura . Lo spettacolo che ci accoglie è magnifico ed è da film wersten. Rapite dal luogo già ci vediamo sul dorso di un cavallo e decidiamo di provare questa esperienza. Ci imbattiamo in Scott (o come dice Francesca Stock) che per 114 dollari ci promette un’escursione da sogno al tramonto!. Promessa mantenuta! Il giro è lungo ed emozionante. Tre persone che cavalcano in un luogo solitario. Tutto sembra irreale. I nostri cavalli sembrano muoversi come per miracolo su un terreno accidentato…Potremmo imbatterci in qualche pericoloso serpente ma non succede e Katia ci rimane male… Forse è solo un’illusione ma ci sentiamo davvero due cowgils! Lasciamo questo posto indimenticabile all’imbrunire e durante il viaggio, in lontananza ci accompagnano tuoni e lampi. Siamo stanche ma entusiaste e soddisfatte, sentiamo di aver vissuto una giornata intensa, consapevoli che questi momenti non li scorderemo più. Dormiamo a Farmington in New Mexico. 31.07 NEW MEXICO Ore 10 sveglia…Finalmente abbiamo recuperato il sonno perduto! Facciamo colazione in camera con i soliti muffins e partiamo alla volta di Santa Fe. Durata del tragitto 3h e 30 min! Attraversiamo un altopiano e restiamo sempre a quota 2000 m circa. La stessa Santa Fe è la capitale più alta degli Stati Uniti (2100 m). Non vediamo l’ora di arrivare per sgranchirci le gambe e mettere qualcosa sotto i denti. La cittadina appare con la sua architettura un po’ speciale tipica dei pueblo americani. In questa capitale più antica degli USA sono concentrati molti negozi di artigianato locale (prodotti dei nativi americani), gallerie d’arte e di fotografie. Il cuore della città è la Plaza dove si possono gustare fajitas messicane e dove, fortunatamente, riusciamo a rilassarci con un sottofondo di musica dal vivo country. Ci avvolge il colore della gente del posto e ci sentiamo un tutt’uno con loro. L’atmosfera è talmente magica che fa nascere in Katia la voglia di fotografare i visi delle persone per raccogliere nei loro occhi le rispettive storie, mentre Francesca siede affascinata dal canto e dal ballo nella deliziosa piazzetta fino a quando non viene avvicinata da un ciclista navajo…Francesca colpisce ancora! Mangiamo qualcosa in un locale che ci ricorda la vicina Los Alamos famosa per le prime esplosioni atomiche nel 1945. Francesca prende un “Atomic sandwich” e poi capisce il perché si chiama così. Il sapore della cipolla persisterà fino a sera.

Riprendiamo il cammino verso il Texas e dopo Bruce, The Boss, continua il viaggio con noi Alanis Morissette. A Tucumcari pernottiamo al Motel 6…E per un po’ ognuna si ritira per rielaborare le proprie emozioni. In fin dei conti anche questa è stata una grande giornata.

01.08 NEW MEXICO – TEXAS – OKLAHOMA La Route 66 è nostra anche oggi ed è talmente tanta la voglia di “viverla” che decidiamo di percorrerla nel suo tratto più selvaggio. Facciamo qualche miglia tra Motel in disuso e baracche, mucche, cavalli e uccelli. Anche qui lasciamo le nostre impronte…Quelle delle ruote che sollevano un gran polverone. Scegliamo a caso un paese, Shamrock, per mangiarci un panino in pace sotto ad un albero con la sola musica delle cicale. Ad un certo punto una visione…E capiamo che anche in questo luogo sperduto si è posata la mano di Dio. Katia incontra il “suo” Brad Pitt ed iniziamo a conoscere la “fauna” del posto.

Visitiamo un altro paesino, Erik, situato sempre nella strada 66 ma in regione Oklahoma e anche qui un incontro casuale…Tra case basse e un po’ trascurate i nostri sguardi si posano su una baracca colorata ed originale. Tra i cimeli della Route 66 spuntano due sagome curiose ed esilaranti, stiamo per conoscere Harley ed Annabelle Russell.

Ci addentriamo nella loro buia dimora e veniamo coinvolte in uno spettacolino in onore nostro tra la dolcezza di lei e l’esuberanza di lui, con chitarra, ballo e canto a voce alta…

Tra i tentativi di comunicazione e una Coca Cola in compagnia ci sentiamo di vivere un episodio surreale. Tra baci, abbracci e doni salutiamo questi personaggi istrionici.

Ci dirigiamo verso un po’ di vita cittadina e mondana, Oklahoma City, alti grattacieli si stagliano all’orizzonte e noi ci sentiamo pronte per lo shopping. Ma già dai nostri primi passi ci rendiamo conto di essere in una città simile ad un paesino fantasma. Camminiamo da sole e ci assale la delusione: nessun negozio aperto, nessuno a cui chiedere informazioni, pochi segni di vita…Ipotizziamo un attacco nucleare e che tutta la città sia nascosta nei bunker sotterranei… L’unico luogo in cui ci soffermiamo e troviamo qualche turista è l’Oklahoma National Monument, ossia il monumento a ricordo delle vittime dell’attacco terroristico ad un centro commerciale nel 1995.

Questa città purtroppo non ci ha lasciato nessun segno, unici brividi…Francesca che rischia parecchie volte di cadere dall’alto dei suoi zoccoli e un panino mangiato davanti all’Ospedale in un parcheggio.

Pernottiamo in un Motel ad Armore, a metà strada tra Oklahoma City e Dallas.

02.08 TEXAS Impieghiamo un’ora solo per attraversare la periferia di Dallas, rigorosamente strade a 5 corsie con sorpassi a destra e a sinistra…Ci ricorda Los Angeles! Nessuna difficoltà a raggiungere downtown e parcheggiamo sotto i grattacieli. Sembriamo seguire un itinerario macabro…Anche qui l’unica attrattiva è la piazza dove è stato assassinato J.K.Kennedy e scorgiamo il 6° piano dell’edificio da cui è partito il colpo mortale al presidente. Raggiungiamo il quartiere mondano della città ma troviamo solo desolazione…Sarà perché sono le due del pomeriggio e il caldo è soffocante.

Dopo un boccone di pizza in un locale che si spacciava per italiano ed una sosta durante il tragitto presso un laghetto per un po’di relax, percorriamo una strada piacevole tutta sali e scendi che ci conduce nel mezzo della Hill Country, cioè quella che viene ritenuta la zona più caratteristica del Texas.

Decidiamo di fermarci a dormire a Fredericksburg, un incantevole cittadina di origini tedesche e la serata si trasforma grazie ad un inaspettato incontro.

In un locale facciamo conoscenza prima con il cameriere poi con il cantante country e i suoi due assistenti. Forse sono stati attirati dalla nostra stranezza…Tra tutti che bevevano birra noi abbiamo scelto il cappuccino ma anche questo ha fatto girare la testa a Katia che per colpa di uno scalino per poco non si ritrovava a gambe all’aria. Katia rimedia, senza richiesta, il numero di telefono del cameriere, Cody Blue, facciamo foto, ci scambiamo indirizzi e-mail e ci diamo appuntamento per il breakfast del giorno dopo…! 03.08 TEXAS A ten o’ clock il locale è ancora chiuso e ovviamo in una specie di pasticceria stile anni 60 con tanto di banconi alla Happy Days e filmati di Grease e di Elvis Presley. Riprendiamo il cammino verso San Antonio…Ci aspetta finalmente il profondo sud. Arrivate in città ci tuffiamo tra i colori del caratteristico mercatino messicano di Market Street dove abbiamo assaggiato dei deliziosi nachos con pinacolada, intrattenendoci con una simpatica cameriera originaria di San Diego (California) che ci racconta in breve la sua vita. Finamente Katia può esercitare il suo amato spagnolo! Anche fuori da Market Street si respira un’atmosfera messicana, infatti il Messico dista da qui solo 250 km. Il caldo e l’afa ci opprimono ma nonostante ciò andiamo ad esplorare la città: la cattedrale di San Fernando, il Sacramento (ops..) il Sacrario di Alamo, dove si svolge la battaglia decisiva per la conquista dell’indipendenza del Texas, la Riverwalk…Una romantica passeggiata lungo il San Antonio River. Il tempo sta per cambiare e ritorniamo in auto. Sulla strada che ci condurrà a far festa ad Austin non solo incontriamo un forte temporale ma, sotto il diluvio, ci fermiamo per fare benzina…Cosa che, per la prima volta, non ci riesce poiché non capiamo il meccanismo. Saltiamo in auto e dopo un po’ un urlo risuona nell’abitacolo. Katia ha intravisto dallo specchietto lo sportellino della benzina aperto…Segue una sonora risata e ci fermiamo immediatamente…Francesca aveva la testa fra le nuvole e non l’aveva chiuso… a proposito di nuvola…

La nuvola di fantozzi ci segue imperterrita. Ci dà tregua solo quando arriviamo a San Marcos, una località a metà strada tra San Antonio e Austin, famosa per i suoi Outlet. Ci diamo allo shopping sfrenato e alla fine le nostre tasche ne risentono.

Finalmente arriviamo ad Austin e siamo belle cariche per una notte di divertimento. Il nostro obiettivo è la 6° strada con i suoi locali di musica di ogni genere ma soprattutto country.

Altro rocambolesco cambio di abito in macchina e fuori, ahimè piove a dirotto. Incuranti del bagnato scendiamo con i nostri cappelli da cowgirls e ci sentiamo pronte ad affrontare la bolgia della street. Affamate di “steak texana” e di avventura ci dirigiamo verso un ristorante indicato dalla guida…Dopo un po’ con gli infradito che svivolavano e i jeans arrotolati al ginocchio ci ritroviamo sole, isolate e al buio…Ohi ohi si sta mettendo male! Ritorniamo sui nostri passi e rinunciamo alla bistecca…Non vogliamo lasciarci la pelle. Non ci resta che il messicano nella via più trafficata e con la pancia piena iniziamo il nostro tour nei locali: country, R&B, blues, latino-americano ed una magnifica cornice: i grattacieli di Austin.

Ci stiamo proprio divertendo…Finalmente nuovi incontri. I ragazzi sono simpatici e socievoli e, nel momento in cui scoprono la nostra provenienza, l’interesse aumenta e gli occhi si accendono! Ascoltiamo musica a sbaffo perché in ogni locale quando ci chiedono cosa prediamo Francesca guarda Katia con gli occhi sbarrati e Katia risponde in un laconico…”I think”..Terzo tormentone del viaggio! Evviva! Mentre torniamo alla nostra suite yellow decidiamo dove accamparci per la notte. Alla fine troviamo un confortevole parcheggio all’esterno del Motel La Quinta.

04.08 TEXAS – LOUISIANA Interessante visita al Campidoglio di Austin, sede del Congresso dello Stato del Texas. Qui vediamo da vicino dove si riuniscono i rappresentanti dello Stato e quindi dove vengono prese le decisioni governative. In una stanza troviamo dei quadri dove sono raffigurati tutti i governatori e ahimè lo sguardo del nostro caro amico George Bush sembra prendersi gioco di noi…

Ora ci aspetta una giornata da trascorrere quasi interamente “on the road” attraverso il Texas. Per questo a tardo pomeriggio distendiamo i muscoli con una corsa in mezzo al prato…E facciamo la gara a chi arriva per prima. Chissà che idea si saranno fatti i camionisti che ci hanno visto! Uniche due soste nella lunga giornata per un pic nic sotto gli alberi e per le foto al ranch di J.R…Ovviamente un fac.Simile! Mentre scorazziamo con la macchina lungo la freeway…Una visione…Sarà la fame: vediamo un’offerta di Pizza Hut…Una pizza Medium a 0,99 centesimi di dollaro. Entriamo tutte e due determinate a non lasciarci scappare questa occasione, chiediamo entrambe convinte una pizza medium. La reazione della prima cameriera è di sbigottimento e pensa di non aver capito bene ma chiama la seconda che rimane allibita di fronte alla nostra ripetuta e “convinta” richiesta. Scopriamo con vergogna di aver frainteso (dovevamo pagarne una a prezzo normale e la seconda allora sarebbe costata 0,99) e con la coda tra le gambe usciamo…Come due barbone! Sosta notturna a Shreveport in un Motel 6…Afa, aria e sole hanno trasformato i capelli della Francesca in una criniera. Sembra uno spaventapasseri! Per fortuna Dio ha inventato la doccia…Sempre che riusciamo a farla funzionare. Ovviamente non ci riusciamo e chiediamo aiuto all’uomo della porta accanto! Uauuuuu…

05.08 LOUISIANA – MISSISSIPPI Il caldo non ci tregua…Diventa sempre più opprimente. Ore ed ore di strada lungo il fiume Mississippi tra alberi e vasti campi di cotone. Pensavamo di trovare il fiume descritto da Mark Twain nel suo celebre romanzo sui due personaggi Tom Sawyer e Huck Finn. In realtà ci troviamo di fronte a baracche piuttosto trascurate ma sicuramente ci rifaremo attraverso qualche paesino dell’Alabama.

A Greenville ci fermiamo: vogliamo vedere il Mississippi da vicino. Saliamo su una tipica imbarcazione del sud trasformata attualmente in un casinò e ci rilassiamo guardando il fiume che scorre, bevendo una pepsi free! A Clarksdale arriviamo tutte cariche perché convinte che si stia svolgendo il Sunflower River Blues and Gospel Festival…Purtroppo scopriamo che manca ancora una settimana all’evento.

D’altro canto riusciamo lo stesso ad assaporare delle belle sensazioni poiché questo paese è abitato solo da neri che sembrano condurre una vita tutta loro. Vaghiamo per il paese seguite dai loro sguardi incuriositi e divertiti. Stasera finalmente pizza e poi ancora suite yellow. Katia sul sedile posteriore con gli occhi avvolti da una fascia, ritirata come un orso in letargo. Francesca sul sedile anteriore con i piedi sul volante…Niente acqua e tanto tanto caldo.

Dai domani saremo nella città del re del rock’and roll…

06.08 MISSISSIPPI – TENNESSE Visitiamo Memphis sotto un caldo bestiale e dopo aver camminato nelle 2 vie più famose per la musica dal vivo, Blue street, ci rendiamo conto di quanto siamo state sciocche per non averla vissuta by night.

Ci consoliamo con la visita al Motel dove è stato ucciso Martin Luther King e purtroppo entriamo in un centro commerciale per trovare refrigerio. Qui due incontri inaspettati: il primo “colorato”, ossia un gruppo di fans assatanati di Elvis con addosso le magliette di Graceland, la casa del cantante, intenti in un rito di evocazione…Chissà..In occasione del trentesimo anniversario dalla morte vorranno riportarlo in vita. Il secondo “fortunato” di due turisti italiani che ci consigliano di proseguire per Nashville, famosa per la musica dal vivo. Cambiamo così il nostro itinerario…Decisone che si rivelerà azzeccata! Evviva! Passiamo per Franklyn a sud di Nasville e se mai troveremo un “moroso” americano dovrà abitare qui. Bellissime case, giardini perfetti, residence da soap opera, gente curata e sorridente.

Dopo il rito di “purificazione” in Motel chiamato Ronf Ronf iniziamo la nostra serata di sfogo. Numerosi locali con insegne luminose ravvivano la cittadina e ci accorgiamo che…C’è musica dal vivo ovunque. Quale scegliamo? In uno dei tanti pub, quasi tutti lunghi e stretti, incontriamo due tipi di Montreal che ci toglieranno l’imbarazzo delle future scelte.

Stasera ci va di lusso, musica e cibo…Gratis! Diciamo generosi, simpatici e scatenati ballerini…Ci divertiamo moltissimo…Francesca voleva stare leggera, ma ci troviamo di fronte a pollo, patate e mozzarella…Tutto rigorosamente fritto e intinto nelle salse. Commento della stessa: domani solo frutta! Ridiamo talmente tanto che il nostro amico sforna il tormentone della serata, imparato da amici italiani…”calmate”…E ..”chi va piano va lontano e chi va forte va alla morte” !! A Katia non sembra vero di poter ballare non solo un merengue fatto a regola d’arte ma anche un ballo country…E poi si prosegue con il rock’n’roll…A fine serata ci accorgiamo che è meglio tagliare la corda…Ovvio che i due tizi hanno altre intenzioni!! Il nostro adorato letto ce lo gustiamo fino a mezzogiorno, dopo di chè partenza per l’Alabama.

07.08 TENNESSE – ALABAMA Decidiamo per un percorso naturalistico che assomiglia al paradiso. Ad un certo punto vediamo scritto …Fall…Si una bella cascata è proprio quello che ci voleva.

Sentiero un po’ impervio..Ma alla fine mutandine e maglietta sotto la rinfrescante cascata. Sembriamo due indiana jones. Un tutt’uno con la natura potremmo essere la due protagoniste del film “Laguna Blu”…Da cornice a questi momenti la voce splendida di Michael Bublè. Alla disperata ricerca di Huck Finn scopriamo il paesino di Mooresville, dove Disney ha ambientato il film omonimo e l’ambiente è talmente caratteristico con piccole casette di legno vicine al fiume che non ci saremmo meravigliate di vedere spuntare da qualche siepe o su una zattera Tom e il suo amico nero Huck.

Per la stanchezza decidiamo di fermarci per la serata e nottata nella cittadina a pochi km, Huntsville, desideriamo una serata tranquilla. Dopo un giro in altalena, ci beviamo una birra nell’unico locale un po’ movimentato…La birra da sola dà alla testa e Francesca va a prendere le patatine nella macchina. Brava! A fine serata incontro fortuito: ci sentiamo chiamare e una ragazza ci chiede se siamo italiane. Conosciamo Elisa e il suo gruppo di amici; lavora presso l’Università e ci invita non solo a trascorrere un paio d’ore spensierate con loro ma anche a pernottare a casa sua. Per due zingare come noi è una manna dal cielo…Evitiamo la nostra suite yellow, già pronta per farci da letto…

08.08 ALABAMA – GEORGIA Non capita tutti i giorni di poter visitare un’Università americana…A noi è capitato…Interessante confronto con il sistema d’istruzione. Dopo una visita esterna allo Space Center, centro spaziale dell’Alabama con riproduzioni di missili shuttle ed aerei, partiamo “via col vento” alla volta di Atlanta, un po’ con l’illusione di poterci trovare all’interno del film…Ma questo scopriremo impossibile. Proviamo l’ebbrezza di un pranzo al Taco Bell…I suoi succulenti burrito, tacos e tortillas, non ce li potevamo perdere per nulla al mondo! Evviva! La temperatura elevata e l’umidità non ci fanno gustare la città. Passiamo come automi davanti allo State Capitol, Underground Atlanta, ossia la vecchia città sotterranea e la sede della Coca cola, ma non è questa la nostra soddisfazione. Per sentirci parte di questa città del sud prevalentemente abitata da neri…Azzardiamo un’intromissione nel cuore dell’Atlanta nera, la Auburn Avenue, dove vive la comunità afroamericana. Quartiere dove è nato e sepolto M.L.King. Qui però iniziamo a vedere facce strane e brutti tipi, così decidiamo di cambiare zona e un po’ scoraggiate e sofferenti prendiamo la nostra macchina e passando davanti alla CNN ci dirigiamo verso l’uscita dalla cittadina…Qualcuno dall’alto ci assiste e ci regala un momento esilarante! Ci troviamo catapultate in un concerto di un gruppo nero molto famoso in una sorta di arena e noi ci fermiamo ad ascoltare con una birra in mano…Uniche due bianche tra più di duecento neri.

Katia, dopo molte sollecitazioni da parte di Francesca, trova persino il coraggio di buttarsi tra la folla e ballare assieme a loro. Effettivamente in mezzo a tanto “nero” faceva luce!! Ritorna tremante per l’adrelanina di essere per la prima volta diversa in mezzo a tanti uguali. Finito lo spettacolo assistiamo ad un’altra attrazione del luogo…Decine di bambini neri che si divertono e si rinfrescano con gli zampilli di una grande fontana. Assistiamo ai loro giochi, ai loro scherzi…Anche alle loro cadute buffe. Osserviamo i loro visi, quelli dei genitori ed è inevitabile perdersi un po’ ad immaginare anche le loro vite…

Alle nove inizia uno spettacolo d’acqua, musica e luci ancora più bello perché intorno a noi troneggiano gli alti grattacieli illuminati.

Alla fine anche Atlanta ci ha regalato emozioni e una sua indimenticabile cartolina! Dormiamo a sud della città lungo l’autostrada…Suite yellow…

09.08 GEORGIA – ALABAMA- MISSISSIPPI Il punto più lontano ad est l’abbiamo raggiunto, ma mancano ancora tre giorni con la nostra auto compagna d’avventura e così facciamo “dietro front”…Il territorio della Louisiana ci aspetta! Inizia il tormentone di Francesca “dobbiamo comprare acqua, acqua fresca!”, tormentone che si accentua dopo la mega colazione all’americana fatta di uova, bacon, toast e waffe (una sorta di torta a nido d’ape cosparsa di sciroppo d’acero). Un mattone che ci rimane nello stomaco per più di 6 ore. Il viaggio riprende tra una sosta per la benzina e una sosta al supermercato. Attraversiamo nuovamente l’Alabama e durante il viaggio forse per la prima volta ci rendiamo veramente conto di tutta la stanchezza che abbiamo accumulato.

Cerchiamo ristoro tra le colline del Mississippi stendendo i nostri asciugamani su quella che scopriremo essere una proprietà privata. Veniamo “cacciate” dal proprietario…Oggi niente pic-nic! Ci fermiamo a Canton, sopra Jackson capitale del Mississippi, un paesino tipico del sud in cui si possono ammirare le vecchie case e il rosone centrale con annesso un parchetto dove riusciamo finalmente a mangiare le nostre pesche. Siamo stanche e accaldate…Vogliamo un Motel magari con una steakhouse vicina. Siamo fortunate…Troviamo entrambi in poco tempo. Dopo una doccia e un po’ di relax, affondiamo i nostri denti in un superbo filetto di manzo alla brace. Finiamo la nostra lauta cena con cipolla fritta con salsa, boccale di birra e pane nero locale.

L’aria condizionata a palla è l’unica nota negativa…Sembra di essere al Polo Nord..Speriamo di digerire il tutto! 10.08 MISSISSIPPI – LOUISIANA Partite dal nostro solito Motel 6 ci dirigiamo verso Baton Rouge in Louisiana e la zona delle piantagioni. Dopo 4 ore di strada, pausa muffin e un sacco di chiacchere…Arriviamo finalmente nella piantagione più grande dell’epoca anteriore alla guerra civile, la Nottoway Plantation. Improvvisamente veniamo catapultate nell’epoca dell’800, di “Via col vento”. Anche perché Katia imita perfettamente Mamy…”no Miss Rossella no”…

Da fuori è una vera e propria casa colonica e pagando un biglietto riusciamo a visitare le varie stanze tutte arredate con mobili d’epoca, ci abitava un ricco padrone di una piantagione di canne da zucchero negli anni 1849-1859, ebbe 11 figli..!!. Attraversiamo molte cittadine e ci rendiamo conto di quanto forte sia ancora la distinzione tra bianchi ricchi e i neri poveri, differenza che si nota non solo osservando le rispettive abitazioni ma anche nei locali frequentati..Dove troviamo o gli uni o gli altri. E questa caratteristica ci sta accompagnato per tutto il nostro viaggio e qui al sud è ancora più evidente. Siamo a pochi km dal golfo del Messico ma le estese piantagioni ce ne impediscono la vista.

Pernottiamo a Lafayette nel nostro solito Hotel e con un panino della Subway nello stomaco ci addormentiamo ma…La notte è travagliata.

Abbiamo l’opportunità di vivere il brivido (incluso nel prezzo) di assistere, come nei film, ad una rissa tra neri. Katia si affaccia alla finestra, ma Francesca la mette in guardia “spostati da lì, potrebbe arrivarti un proiettile in faccia!”..Con un salto acrobatico Katia raggiunge il letto e si accontenta di ascoltare le urla da lontano.

11 – 12 – 13 / 08 LOUISIANA Tour attraverso la terra cajun. Prima tappa, il paesino di Mamon. Lo sguardo di Francesca viene attirato come al solito, da un gruppo di Harley Davidson parcheggiate davanti ad una baracca. Sole cocente, paesino tranquillo, poche case e silenzio ma appena apriamo la porta di questa baracca ci troviamo in mezzo a balli sfrenati di un gruppo di personaggi fuori dal comune un po’ di tutte le età, musica cajun a gogò…Sono le undici del mattino ma sembra notte, la baracca è buia e le poche luci creano un effetto discoteca . Siamo osservate come due mosche bianche e tutti sono disponibili, simpatici ed ospitali con noi. Veniamo trascinate nelle danze e trascorriamo un insolito sabato mattina al Fred’s Lunge! Seconda tappa, la cittadina di Opelousas dove recuperiamo le calorie perse con i balli…Cucina rigorosamente cajun a base di gamberi bolliti o fritti che vengono inseriti po’ ovunque..D’altra parte siamo in una terra di mare e di fiume.

Purtroppo è arrivato il momento di abbandonare la nostra compagna di viaggio, di avventura, nonché camera da letto, toilette, cucina, sauna e solarium…La nostra mitica insuperabile, affidabile SUITE YELLOW. All’aeroporto di New Orleans sbaracchiamo e ci ritroviamo quasi “nude”..Già ci manca il nostro punto di riferimento che non ci ha mai lasciato a piedi. Calcoliamo il percorso fino a quel momento e realizziamo di aver “macinato” circa 8000 km in due settimane!! Nel giro di un’ora e 26 dollari con l’airport shuttle siamo al nostro Holiday Inn nel centro del French Quarter, il cuore della città.

Ci riposiamo un paio d’ore e poi ci tuffiamo tra le vie un po’ disorientate e intimorite per le tante raccomandazioni ricevute circa la pericolosità del luogo (…Entrambe le nostre mamme sono terrorizzate perché…Non per dire… Ma qui è sparita la figlia di Albano Carrisi!!). Siamo nella via principale Bourbon Street e subito veniamo travolte da un “hurricane” di sensazioni ed emozioni…Che sia uno strascico di Katrina? Sembra di essere in un girone infernale e c’è solo l’imbarazzo della scelta tra lussuriosi, iracondi, golosi…È una città pazza, esuberante, per certi versi estrema…Ogni cinque metri c’è un locale con musica live per tutti i gusti e non ce ne perdiamo uno, e ogni tanto anche qualche bordello.

Piano piano cominciamo a prendere un po’ di confidenza con questa bolgia di persone, di luci e di suoni. Beviamo birra e la nostra cena è costituita da due gelati enormi…Cerchiamo di cambiare strada per riposare gli occhi ma non sarà così perché anche Royal Street, sebbene più signorile, è tutta un luccichio fatto di gallerie d’arte e negozietti d’artigianato. Siamo dentro alla New Orleans più artistica e più francese con le vecchie case di mattoni rossi e ringhiere in ferro battuto, colonnine e fiori sui davanzali.

La stanchezza sta crescendo ce ne ritorniamo in hotel, tanto avremo un altro giorno che ci aspetta domani.

Ore 10.30 una bella colazione a buffet ci fa iniziare la giornata con tanta energia, anche se con l’afa che ci sta perseguitando ormai da giorni non servirebbero tante calorie per visitare la città. Le nostre ultime notti non si stanno rivelando tranquille, infatti anche stanotte avevamo dei vicini di camera molto rumorosi…Tanto è vero che Francesca, mentre aspettava con gli occhietti aperti sul da farsi, si era già preparata la frase ..”quiet please, we want to sleep”…Katia avrebbe aggiunto anche un epiteto…Alla fine tutto questo pensare non è stato usato. Evviva! La città di giorno ha una luce diversa e ci addentriamo un po’ meglio nel French Quarter…Il Mercato, la Cattedrale, la Piazza, il lungo River Mississippi…Ritorniamo in albergo nel primo pomeriggio a fare un po’ di nanne…

La cena luculliana prevista per stasera ci porta addirittura a fare 15 min. Di cyclette nel 10 piano dell’albergo…Vista grattacieli e ci sentiamo delle vere business women… Ed ecco la nostra pazza seratona: iniziamo con la prima birra, anzi 3 al prezzo di 1, associata a una voce bellissima di una cantante soul. Segue finalmente la cena cajun (anche se in realtà avevamo già fatto un pranzo cajun a Opelousas). Nel piatto…Riso, salsa, pollo alla brace, gamberi (ovviamente) e per sentirci un po’ a casa un sandwich inventato da un siciliano…La mufaletta! Un bel mattoncino a più strati alto circa 7-8 cm … per fortuna abbiamo ordinato metà porzione perché ormai da giorni dividiamo tutto visto anche le enormi dimensioni delle portate statunitensi.

Soddisfatte e sorridenti usciamo dal locale dopo aver fatto, su richiesta dei camerieri, qualche foto. Cosa fare per smaltire tutte le calorie ingerite? Non è un problema…Troviamo subito il rimedio infilandoci dentro ad un locale. Katia chiede a Francesca: “ti sei accorta? È un locale gay”…Francesca cadendo dalle nuvole…”oddio oddio siamo le uniche donne andiamo fuori!” Ma Katia si lascia trascinare dall’atmosfera dai video anni 80, dal barista rigorosamente gay e restiamo lì una buona mezzora. “Happy birthday to you” conosciamo anche il festeggiato che ci viene incontro con una parrucca di ricci biondi, una bacchetta magica…E una coroncina in testa. Usciamo da questa magia per tuffarci in un’altra…Stile jazz. Cantante nero in abito gessato che ci prende in simpatia e si siede a bere con noi. Katia con i suoi pantaloncini corti attira ogni tanto la sua mano in un gesto affettuoso sulle gambe…Forse voleva sentire se la pelle bianca è diversa da quella nera!! Evviva! Per liberarci del cantante e di un suo amico danziamo come disperate nello stesso locale e finiamo con un triplo casquet…Francesca è miracolata! E pensa…”odio la me copa!”..Effettivamente il terzo affondo è stato duro da portare a compimento..! Continuiamo il nostro pellegrinaggio nei locali rigorosamente musica dal vivo e ci divertiamo come matte. Che bello stanotte dormiremo come due angioletti, domani ci aspetta MIAMI! 13 – 14 – 15 – 16 / 08 FLORIDA Welcome to Miami, Bienvenido a Miami!!! Primo incontro in aeroporto: un tassista nero di Haiti e come dice Francesca…”brutto come le bestemmie”…Ci salva da uno shuttle troppo costoso. Lui per 32 dollari, anziché 50, ci porta a Miami Beach. Ma a questo povero uomo di 45 anni il nostro incontro si rivela e rivelerà fatale…Rimane folgorato dalla nostra bella dagli occhi blu. Alla fine si offre di venirci a riprendere due gg dopo. La vena commerciale di Katia esce e negozia 20 dollari andata e 20 dollari ritorno…Aggiudicato…Accetta, tanto ormai non capisce più nulla, ha conosciuto il suo angelo! Arriviamo in spiaggia per gustarci il tardo pomeriggio e ci sentiamo delle regine. Già progettiamo giornate e serate, sperando che le previsioni di pioggia viste a New Orleans non si avverino…In fin dei conti fin’ora la fortuna è stata dalla nostra…

Ci prepariamo all’incontro con la città by night…Disorientate camminiamo per la via più gettonata che poi è quella lungo la spiaggia e il mare, Ocean Drive. Anche qui tanta musica, tante luci e ristorantini ovunque, più per coppiette. Ma noi vogliamo un posto informale, in linea con ciò che abbiamo vissuto fino a quel momento e con le nostre finanze di fine viaggio…”dobbiamo tirare la cinghia”…Questo è difficile a Miami…Siamo a Miami…Limousine, Ferrari, neri ricchi che si mescolano ai bianchi ricchi, qui è l’immagine che conta! Sempre più affamate passeggiamo in una strada parallela, Washington Avenue, e qui però troviamo i primi barboni…Divoriamo in 5 min un trancio di pizza, anche se il nostro obiettivo era un burrito messicano e poi basta timori ed incertezze ci tuffiamo “nella passerella e nella vetrina” della città…Tra un mojto e una pina colada scopriamo che ce la caviamo alla grande. Balliamo nel locale più in voga al ritmo di salse, merengue e regghe ton…Principalmente con due tipi del Costa Rica. Per non fargli perdere completamente la testa (l’avevano già perduta) decidiamo di cambiare locale.

Il giorno dopo, ci spalmiamo per bene la nostra crema n. 20…Il tempo di fare un bagno..E …Si avverano le previsioni del tempo tante temute.

Piove, ma a Miami non può piovere! Per favore!…Vorremmo fare un rito voudou stile neri Louisiana oppure una danza tribale…Non perdiamo il sorriso e troviamo Rochy a darci riparo. Un uomo di circa 60 anni, italiano, arrivato parecchi anni fa con una gelateria proprio lungo il corso. Chiacchieriamo molto con lui, ci racconta molti aneddoti sul suo passato e sulla vita di Miami. Ci offre granite e alla fine anche un cappuccino addirittura con la schiuma! Riesce anche a recuperarci un ombrello…Lo vediamo come il boss della città! Continua a piovere e a risollevare il nostro stato d’animo è la cena a base di clubsandwich multistrato..Vari salumi, insalata e formaggio con patatine. Abbiamo voglia di casa…Intesa come nostro Hotel e lo scopriamo con uno stile piacevolmente rilassante. Nel patio ci sono grandi candele accese, musica soft in sottofondo…Ci distendiamo nei comodi sofà con un velo di tristezza collegata al maltempo. Il nostro passatempo ora? Farci i fatti degli altri, ossia delle persone che vediamo nel nostro Motel e quelle che camminano sul marciapiede. Andiamo a supporre la loro vita e le loro abitudini…Tra una battuta e l’altra conosciamo uno dei tre ragazzi sardi che dormono lì e i discorsi si fanno più interessanti. Alla fine ci diamo appuntamento alla sera successiva per una cena comune.

Ferragosto, qualcuno deve aver esaudito i nostri desideri…Ci alziamo con un sole cocente. Non ci muoviamo dal nostro asciugamano se non per frequenti tuffi in un acqua più o meno cristallina, ma calda e conosciamo vari tipi di cui uno che non ci lasciava più. Però per lo meno ci porta birra e patatine per l’aperitivo. Solo dopo una giornata in spiaggia, siamo belle colorate…Chissà se avessimo potuto avere più giorni, pure Katia poteva sfoggiare un’abbronzatura degna di essere chiamata tale.

Stasera paella in compagnia di Michele, Maurizio e Davide. Si festeggia l’ultima sera, Francesca con un vestitino nero mozzafiato e Katia con un boa giallo lungo 8 metri intorno al collo…Un brivido lungo la schiena quando lo sente strisciare su di se’ solo per un attimo…Si rivela davvero un’emozione fortissima…

Serata in allegria, chiacchiere e balli a gogo’ fino le 4 del mattino… Ore 10..Puntuale il giorno dopo il nostro..O meglio l’amico di Francesca, il tassista Paul, che sicuramente avrà passato le sue notti insonni aspettando l’apparizione angelica,…Tra una dichiarazione d’amore e una richiesta del numero telefonico, ci porta per fortuna in aeroporto.

Bene questa è la fine…La fine di questo viaggio attraverso ben 13 stati: California (Los Angeles), Nevada (Las Vegas), Utah (Grancanyon), Arizona (Grancanyon e Monument Valley), New Mexico (Santa Fe), Oklahoma (Shamrock, Eric, Oklahoma City), Texas (Dallas, San Antonio e Austin), Mississippi (Greenville, Fiume, Clarksdale, Canton), Tennesse (Menphis, Franklyn, Nasville), Alabama (Mooresville, Huntsville), Georgia (Atlanta), Louisiana (New Orleans, Mamon, Opelousas) e Florida (Miami Beach). Stiamo già pensando a Cuba…Dai Fidel Castro resisti che dobbiamo scoprire un altro mondo! Evviva! Nemmeno dopo un volo di 13 ore con uno scalo a Philadelphia e il finale a Venezia, ci rendiamo conto di tutto ciò che abbiamo vissuto e realizzato nelle ultime 3 settimane.

La vera presa di coscienza sicuramente arriverà quando a casa o sul lavoro usciranno numerosi flash di vita vissuta da americane, delle persone viste e conosciute e dei luoghi visitati. Già ora ci accorgiamo di quanto piccole siamo, di quanto il nostro vivere sia un puntino nero tra un miliardo di tanti altri… Ma pensiamo che importante è il voler allargare il più possibile questo puntino, quando ce ne sarà occasione.

xxx Baci, Katia e Francesca Alias Thelma e Louise all’Italiana EVVIVA!



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