New York 7

Diario di un viaggio (25 aprile/1 maggio 2007) – New York – Dopo 9 ore di volo (da Roma) atterriamo all'aereoporto della “Grande Mela”. Andiamo verso l'albergo in pullman e possiamo già scorgere la “grandezza” di questa metropoli futuristica rispetto ai paesaggi nostrani. Manhattan è incantevole. Grattacieli giganteschi che si...
Scritto da: Scarabattosi
new york 7
Partenza il: 25/04/2007
Ritorno il: 01/05/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Diario di un viaggio (25 aprile/1 maggio 2007) – New York – Dopo 9 ore di volo (da Roma) atterriamo all’aereoporto della “Grande Mela”. Andiamo verso l’albergo in pullman e possiamo già scorgere la “grandezza” di questa metropoli futuristica rispetto ai paesaggi nostrani. Manhattan è incantevole. Grattacieli giganteschi che si sovrappongono uno vicino all’altro. Si nota subito il contrasto tra il “vecchio” e il “nuovo”. Palazzi altissimi costruiti negli anni ’30 con mattoncini color marrone che si intersecano con grattacieli ciclopici “tutto vetri” che risplendono ai raggi del sole. Tutto è immenso. Una città che cresce verso l’alto, il cielo sembra nascosto. Ma New York sorprende anche dal basso. Una città sotterranea, con innumerevoli convogli della metropolitana (subway) che si sovrappongono e trasportano un’infinità di persone. Times Square è famosa e si capisce subito il motivo. Grattacieli immensi, tappezzati di pannelli luminosi accecanti, luci ovunque da abbagliare gli occhi, vita sfrenata, centri commerciali e negozi dappertutto, gente a fiumi. Tappa obbligata al famoso ponte di Brooklyn. Un ponte lungo più di un chilometro e lo abbiamo attraversato tutto a piedi. Vistoso e appariscente, con una veduta dall’alto che è uno spettacolo. Struttura imponente e pensare che è stato costruito nel 1883. Altra tappa obbligata a Ground Zero. Tutti ricordano l’11 settembre 2001 e l’attentato alle Torri Gemelle. Ora troviamo un grande buco, immenso ai nostri occhi. Tante gru, si lavora sodo. Come progetto la costruzione di una nuova torre, più alta delle altre. Ci sembrano giganteschi i grattacieli accanto. Figuriamoci come potevano essere le Torri Gemelle che non ci sono più. E figuriamoci come sarà la nuova struttura. Si salpa per Liberty Island dove si trova la monumentale Statua della Libertà, alta oltre 90 metri, che svetta davanti al fiume Hudson. E non ci manca di visitare l’Ellis Island, un isolotto, la prima tappa per tanti milioni di immigrati in passato, che partivano dalle loro terre di origine per stabilirsi negli Stati Uniti. Ora è diventato un museo. Presenti reperti e immagini davvero toccanti. Commovente nel quartiere (afro americano) Harlem la Messa Gospel. La gente di colore si veste a festa per questa funzione domenicale, pure i bambini (veramente graziosi). Gli uomini indossano un vestito scuro, categoricamente in giacca e cravatta; le donne sono con vestiti eleganti e con un cappello “regale” in testa. C’è posto per l’organista e il batterista. Il sacerdote che guida la funzione è donna. Brani parlati si alternano a brani corali. I cori sono superbi e i timbri di voce sono molto espressivi. Tutti i fedeli partecipano battendo le mani, muovendosi simultaneamente, in un ballo leggiadro. Da pelle d’oca! Non ci manca modo di scalare – con l’ascensore ovviamente – il più famoso grattacielo di New York, l’Empire State Building, costruito nel 1931, alto più di 400 metri (102 piani) e costituito da 6500 finestre che lo illuminano. Viene considerato una delle “sette” meraviglie del mondo moderno. La veduta dall’alto dall’imperiosa costruzione è stupefacente, o per meglio dire, sbalorditiva… Siamo all’imbrunire, è un gioco di luci infinite, maestose costruzioni che non hanno mai fine, in una città contornata dall’acqua. Panoramica che lascia senza fiato. Non è sicuramente da meno il Chrysler Building, uno dei simboli più noti di New York, alto 320 metri. Passaggio a Wall Street, dove è situata la sede della Borsa di New York. Piccola visita al Little Italy (piccola Italia), dove ci sono tanti italo americani. Entriamo nel maestoso Central Park, un’oasi in mezzoai grattacieli. Al suo interno estesi sentieri immersi nei prati verdi, gente che fa jogging o va in bici. Accanto al Central Park, nella 72esima strada, abbiamo intravisto il Dakota Building, palazzo in cui risiedeva John Lennon; all’ingresso trovò la morte, ormai è storia nota, per omicidio, nel 1980. Al Columbus Circle invece troviamo – inaspettatamente – una gradita sorpresa. All’interno di un centro commerciale imponente, nel Borders Shop, negozio di musica, ci imbattiamo nell’esibizione dal vivo dei Simply Red che promuovono un disco. Questa è l’America, di tutto e di più. New York? Non sembra vero, anzi, sembra una frase fatta, ma è tale e quale come nei film. A partire dalle strade (immense e scorrevoli, nonostante il traffico intenso), ai poliziotti della NYPD (presenti ovunque; molto gentili e disponibili con i turisti), ai taxi (caterogicamente gialli e innumerevoli), ai trucks (tipici camion americani, tenuti a pennello), alle gente (multietnica e non si fanno distinzioni tra bianchi, neri e gialli), e quasi tutti (soprattutto i più giovani) portano in testa il cappellino con la scritta NY (New York per intenderci). Non mancano i Mc Donald’s , maggiore rappresentazione del mangiare americano, basato su hamburgers, hot dogs e patatine fritte a volontà, innaffiate di ketchup molto gradevole da assaggiare. E non mancano le tante American Flags (bandiere a stelle e striscie) che veleggiano in ogni angolo, in ogni palazzo, in ogni via. Per fare capire, siamo in America… (Giancarlo & Barbara – Gubbio, provincia di Perugia)


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