NEW YORK CITY d’inverno

19 febbraio New York: arrivati!! Strapazzati dal luongo volo e dal Jet lag riusciamo a malapena a fare un salto al primo Mc Donalds... Impressionante lo skylite della City arrivando in taxi dall'aereoporto... "Assaggiamo" anche l'onestà dei negozio newyorkesi: 2 bottiglie di acqua Evian ed un litro di latte 7,50 USD.... Sono le 21... Claudia è...
Scritto da: MaxMila
new york city d'inverno
Partenza il: 18/02/2007
Ritorno il: 25/02/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
19 febbraio New York: arrivati!! Strapazzati dal luongo volo e dal Jet lag riusciamo a malapena a fare un salto al primo Mc Donalds…

Impressionante lo skylite della City arrivando in taxi dall’aereoporto…

“Assaggiamo” anche l’onestà dei negozio newyorkesi: 2 bottiglie di acqua Evian ed un litro di latte 7,50 USD…

Sono le 21… Claudia è abbioccata sul divano da un’ora ed io combatto per non dovermi svegliare domattina alle 4…

Domani: prenotazione per la visita a Wall Street e poi Liberty Island!!! 20 febbraio NYC: Secondo giorno…

… Ovvero il primo da turisti in giro per la città…

Il Jet Lag mi ha impedito di dormire fino a “tardi”: alle 4 am ero già sveglio e ne ho approfittato per salutare i colleghi al lavoro…

Telefonata a casa di 4 minuti, costo 0,06 euro: grazie Skype!!! Partenza dalla Gran Central sulla 42th direzione Southtown, usciamo a Brooklyn Bridge – City Hall e ne approfittiamo subito per fare qualche foto davanti al palazzo di giustizia: quanti film abbiamo visto su queste scalinate!! Breve tappa a Chinatown attraversandola fino ad arrivare al Financial District…

Che emozione intravedere da lontano l’enorme bandiera americana al NYSE…

Luuunga pausa fotografica davanti ad esso e poi ci incamminiamo verso la Trinity Church.

Fotografie di rito davanti al Bull (Toro) di Wall Street sulla Broadway con tanto di toccatina (palpatona!!!) propiziatoria alle palle del toro…

Verso mezzogiorno attraversiamo Battery Park sull’estremità meridionale di Manhattan e cerchiamo il Ferry per Liberty/Ellis Island: avevo prenotato i biglietti dall’Italia e al Will Call troviamo una busta intestata a nome mio con tutti i biglietti in ordine! Ci imbarchiamo dopo un lungo e accurato “mag & bag” con tanto di metal detector: la skyline di Manhattan dal battello è stupenda!! Approdiamo a Liberty Island ed il controllo per salire sulla statua della Libertà è ancora più scrupoloso…

Dopo esserci arrampicati per non so quanti piani di scale, e non capendo perchè non ci fanno salire con l’ascensore, arriviamo sulla piattaforma sotto la statua: almeno 200 foto sono obbligatorie!!! Tappa successiva a Ellis Island, dove venivano registrati gli immigrati in america, scopriamo numerosi “Milanese” arrivati nel 18mo secolo…

Rientrati a Manhattan scarpiniamo verso Ground Zero, dove c’erano prima le Twin Tower del World Trade Center: impressionanti le foto affisse all’esterno del cantiere… Dopo un’altra passeggiata sulla Broadway Evenue decidiamo di avvicinarsi all’albergo con la Subaway (metropolitana).

Rientriamo sulla 42th direttamente sotto il Crysler Building e anche qua le foto si sprecano…

sono “ormai” le 6pm e decidiamo di cenare al ristorante italiano “Fagiolini” vicino all’albergo: neanche il pesto sanno fare…

Rientrati in hotel scarico le foto (solo 1024…) ed aggiorno il blog…

21 febbraio NYC: Terzo giorno … L’avventura continua…

chilometri (o miglia…) a piedi oggi… Ma per fortuna temperatura in deciso rialzo (ieri -7° oggi + 4°).

Su e giù per Park Evenue, la Madison e la Fifty Avenue e lungo la strada abbiamo ritrovato il Flatiron Building, l’Emire State Building, la Pubblic Library (dove si rifugiavano i ragazzi in “The day after tomorrow”…) e la S. Patrick Church.

Panorama diurno sull’osservatorio del Rockfeller Center e visita all’interno della Trump Tower.

Nel tardo pomeriggio Time Square dove siamo riusciti “in diretta” a salutare casa con la webcam di earthcam.Com !! Qui luci e colori si fondono in una favola moderna…

Tornando a casa in metopolitana decidiamo per il panorama in notturna sull’Empire State Building: le foto parlano da sole…

Le nostre gambe non ci reggono più…

22 febbraio NYC: Quarto giorno La temperatura è in deciso rialzo: oggi ci sono stati 10° ed era piacevole muoversi per la città.

Sosta “obbligata” a Brooklyn (per colpa di un poliziotto che ha sbagliato a darci le indicazioni sulla metro…) in quanto l’intenzione di andare subito al Greenwich Village è stata sfumata dalla mancanza della nostra fermata su un tratta “Express”…

In compenso siamo ritornati a Manhattan sulla passerella pedonale del mitico ponte. Camminamento in legno con due corsie separate: una per i pedoni e l’altra per i ciclisti. Le vibrazioni, non solo fisiche, del ponte ci hanno permesso di vivere ancora di più l’atmosfera di New York! Siamo risaliti per Chinatown, caotica, sporca e “gialla” dove abbiamo scoperto il Cinnamol Dolce Latte da Sturbucks: caffé, latte, cannella e panna che per la “modica” cifra di quasi 5 dollari a bicchiere ti carica di energia!! Oramai conquistata in buona parte dai cinesi Little Italy non è altro che qualche ristorantino che di italiano ha solo più l’insegna…

Gli unici italiani erano i turisti, ed i camerieri, assunti per urlare “Guagliò” per la strada, non sono altro che venezuelani o portoricani che sanno a malapena l’inglese…

Con la Subway giusta finiamo finalmente al Village: è l’unico quartiere dove vivrei volentieri, ricco di casette a 2/3 piani con la classica scalinata di accesso sul marciapiede. D’obbligo, per noi fanatici di serie TV, la visita alla casa di Carrie Bradshow (Sex and the City) e dopo il palazzo di “Friends”. Nel pomeriggio ritorniamo sulla 42th e sbuchiamo subito davanti a Macy’s (che rimandiamo di “visitare”).

Passiamo davanti al Madison Square Garden per finire sulla sponda del fiume Hudson dove ci aspetta una bellissima pilota di elicotteri per farci ammirare dall’alto la città: i colori del tramonto si fondono con le prime luci dei palazzi e, la notizia da poco ricevuta che il governo Prodi è caduto (..) , esaltano questa stupenda emozione! Decidiamo quindi di ritornare a fare qualche foto sul Brooklyn Bridge e per la modica cifra di 18 dollari prendiamo un taxi.

Le luci della città sono impressionanti! Fine serata in una tipica tavola calda americana in stile “Happy days” ma nè Fonzie nè le belle cameriere ci hanno fatto compagnia… Ci dobbiamo “accontentare” di un Cheeseburger extra-large ed un appetitoso “Sundae”…

23 febbraio NYC: Quinto giorno Le previsioni davano pioggia, ma a parte qualche goccia verso mezzogiorno il tempo è stato clemente.

Giornata dedicata inizialmente alla sede del “Daily News” dove nell’atrio d’ingresso troneggia un enorme mappamondo che ruota: molto “fotogenico…” La mattinata prosegue con la visita alle Nazioni Unite. La guida non troppo simpatica, il caldo infernale (siamo vestiti per aggredire il freddo…) ed un Consiglio di sicurezza in corso non allietano la nostra permanenza.

Verso l’ora di pranzo ci dirigiamo verso la Columbia University e la Riverside Church. Piove… Dopo alcune fote di rito, decidiamo di rifugiarci al Museo di Storia Naturale: dopo l’empasse iniziale per capire il funzionamento e la locazione delle attrazioni assistiamo alla proiezione all’IMAX Theatre dell’esplorazione di Marte e al Cosmic Collision sul possibile impatto di un meteorite contro la terra. Essendo “sponsorizzati” dalla NASA è chiaro l’intento politico-propagandistico sull’opinione pubblica americana circa gli ingenti finanziamenti “per giusta causa” che l’agenzia spaziale riceve… (chi ha letto Den Brown – La verità del ghiaccio sa di cosa parlo…).

Dopo aver attraversato Central Park e aver “salutato” i tantissimi scoiattoli che incrociavano la nostra strada, rientriamo sulla 28th e, risalendo verso il nostro albergo, ci ristoriamo al “Capriccio”: ristorante italiano che di italiano ha solo il nome dei piatti che propone… Ottimi i “Ravioli di aragosta” rovinati dai 32 $ per 4 bicchieri di Chardonnay (ho evitato di discutere che se avessimo preso la bottiglia costava solo 20 $…): forse di “italiano” non c’era solo il menu…

24 febbraio NYC: Sesto giorno A New York è tornato il sole.

Purtroppo una gelida aria fredda proveniente da nord ha di nuovo abbassato notevolmente la temperatura.

La giornata comincia da Lower Manhattan scendendo dalla Metropolitana vicino al World Trade Center.

Visitiamo subito la St Paul Chapel davanti a Ground Zero, dove si erano rifugiate parecchie persone durante il collasso delle Twin Tower: suggestivo il cimitero antistante la cappella che si affaccia sul cantiere del WTC.

Ritorniamo sul sito delle Torri Gemelle ed il momento di riflessione accompagna il lavoro dei tanti operai che lavorano alle fondamenta della Liberty Tower.

Entriamo al World Financial Center e la luce delle sue immense vetrate illumina un palmeto dove parecchie mamme seguono i giochi dei loro pargoli.

Sbuchiamo sulla sponda del fiume Hudson: l’aria gelida ci costringe a intabarrarci ancora di più nei nostri piumini e ci spinge fino alla punta meridionale di Manhattan: Battery Park.

La fila per il traghetto per la Statua della Libertà è infinita e ringraziamo la fortuna di essere andati lunedì quando non c’era nessuno!! La lunga camminata prosegue fino al Pier 17 dove entriamo nel centro commerciale: finalmente un buon caffè “italiano” ed un rifornimento di caldo ci permettono di arrivare fin sotto il ponte di Brooklyn.

L’immagine vista centinaia di volte in tantissimi film americani prende forma davanti a noi ed è difficile alzare l’indice dal “grilletto” della fotocamera! I nostri piedi ormai vanno avanti da soli ma preferiamo risalire una dozzina di “Street” con la metropolitana.

Cerchiamo Washington Square con il suo arco che ricorda l’Arco di Trionfo di Parigi e da qui risaliamo sulla 5 Avenue.

Raggiungiamo Union Square e da qui “aggrediamo” (fotograficamente parlando) da dietro il Flatiron fra la 5th Av. E la Brodway.

Decidiamo di avviarci verso Time Square sulla Broadway e ci accorgiamo dopo pochi passi di essere circondati da Afro-americani.

Carburati da un’ottima pizza finalmente raggiungiamo la piazza più illuminata e colorata del mondo: esausti dalla lunghissima camminata e dal vento freddo incessante rientriamo in hotel.

La doccia calda ci prepara ad affrontare di nuovo il freddo: usciamo per andare all’inaugurazione di una mostra di una nostra amica artista italiana che ci aspetta sulla 26th Street.

Rientriamo dopo esserci rifocilati al “Frontier” vicino all’albergo che sono ormai le 21.

25 febbraio NYC: Settimo giorno E anche l’ultima giornata “piena” si è conclusa…

Il mezzo più efficace per visitare la città resta comunque la PEDOpolitana… (i nostri piedi sono felici di tornare a casa…) La metropolitana (o Subway) è comunque comoda e divertente da usare: veloce ed efficace anche se più complessa di quelle di Milano o Parigi.

Tornando alla giornata appena trascorsa: c’è stato un bellissimo sole, anche se la temperatura per colpa del vento freddo è stata sotto lo zero.

Piacevolissima camminata per Central Park dopo esser scesi con la Subway all’angolo fra la Fifty Avenue e la 59th ST.

Tantissimi bambini giocavano ad Hockey sulla pista di pattinaggio Wollman Rink e i palazzi che si specchiano nel laghetto antistante rendevano surreale il paesaggio. Scoiattoli coraggiosi ti attraversano la strada in ogni dove. Essendo sabato mattina la gente che fa jogging trova lo spazio ideale nei 340 ettari di verde (93 chilometri di viottoli!!!) di Central Park: il polmone verde della città. Solo il pensiero di vedere la vegetazione rinverdita dalla bella stagione ci fa promettere di tornare con il caldo…

Raggiungiamo, sempre in Central Park, Bethesda Fountain e subito dopo l’enorme lago Reservoir.

Sorpassato il MET (Metropolitan Museum of Art) raggiungiamo il Guggenheim con l’intenzione di ammirarne solo l’architettura esterna: purtroppo è in fase di ristrutturazione e così aggiungiamo un altro motivo per tornare…

Ritorniamo con la metropolitana sulla 34th ST sbucando davanti a Macy’s e ci catapultiamo nella confusione dello shopping newyorkese…

Sette piani di negozi ne fanno il “centro commerciale più grande al mondo” come si definiscono loro…

Proseguiamo lo shopping sulla Fifty Avenue e a Time Square dove l’Hard Rock Café troneggia all’angolo con la Broadway.

Sono ormai le 17 e decidiamo di andare a fotografare il tramonto su Manhattan da Brooklyn scendendo a Clark St. Con la metropolitana. Lo spettacolo è entusiasmante… Incontriamo anche la “sobrietà” di un matrimonio di due ragazzi afro-americani: Hammer Limusine e Lincoln Limusime troneggiano sugli abiti eccentrici degli sposi… De Gustibus non est disputandum…

Ormai i nosti piedi hanno il pilota automatico e, non ancora sufficientemente stanchi, decidiamo di ritornare a Manhattan attraversando i 1091 metri del ponte… Subway & Tavola Calda Americana (il Frontier) concludo la nostra giornata nella città…

Domani pomeriggio ci aspetta il volo di ritorno…

27 febbraio NYC: Conclusioni Siamo tornati a casa…

Siamo partiti da NY durante una bella nevicata (tant’è che siamo rimasti fermi sull’aereo 4 ore al JFK…) e avendo volato di notte il viaggio di ritorno è “volato”…

Mattinata dedicata allo shopping da Macy’s (tant’è che le valigie hanno rischiato di scoppiare…) e poi in auto fino all’aeroporti JFK attraversando il Queens.

Alcune considerazioni finali su New York…

– è raro incrociare un newyorkese che non ascolti musica dall’iPod…

– la pulizia sovente è un optional… – le macchine sono TUTTE con il cambio automatico ed è una musica sentire i motori di grossa cilindrata…

– gli unici animali “randagi” sono gli scoiattoli (non abbiamo visto gatti e gli unici cani erano a spasso con i dog-sitter) – sulle scale mobili chi sta “fermo” deve stare a destra mentre chi è di fretta le fa salendo a sinistra…

– fumare a New York è carissimo (quasi 8 dollari a pacchetto) e per fortuna, come in Italia, non si fuma in luoghi pubblici chiusi…

– gli Hot Dog che vendono per strada ad ogni angolo sono maledettamente deliziosi! – oltre all’iPod hanno tutti telefoni palmari (il Palm Treo regna indiscusso) – l’aeroporto JFK è fatiscente: al ritorno ci hanno fatto passare sotto i metal detector scalzi camminando sul pavimento sporco (fuori nevicava…) senza neanche un tappeto…

– a differenza di altri aeroporti dove il check in è per ogni volo, al JFK è unico per qualsiasi tratta con conseguente caos infernale e coda chilometrica… (per giunta chi aveva il volo a minuti saltava la fila prolungando il tempo di attesa per i “previdenti” come noi…) – spostarsi con la metropolitana all’inizio può sembrare complicato ma una volta capito il funzionamento è il mezzo più economico e veloce…

– la sicurezza regna ovunque: doppi controlli metal detector sulle principali attrazioni, poliziotti ovunque anche in metropolitana – è comunque una città da vivere camminando e spostarsi da un quartiere all’altro è relativamente veloce…

– fare acquisti è decisamente conveniente con il dollaro a 1,30: obbligatorio un giro da Macy’s e sulla Fifty Avenue!

Ciao a tutti!!! Max e Claudia



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