USA National Parks

Visto che è fresco, fresco (si fa per dire, visti i 49°C che abbiamo toccato) vi racconto brevemente il nostro viaggio negli USA appena concluso. Vi anticipo subito che i 15 giorni (+2 di viaggio) che avevamo a disposizione sono POCHI!!! Per cui abbiamo fatto tutto troppo di corsa. Siamo partiti in 10, più o meno affiatati, verso questa...
Scritto da: Valeria N. 1
usa national parks
Visto che è fresco, fresco (si fa per dire, visti i 49°C che abbiamo toccato) vi racconto brevemente il nostro viaggio negli USA appena concluso.

Vi anticipo subito che i 15 giorni (+2 di viaggio) che avevamo a disposizione sono POCHI! Per cui abbiamo fatto tutto troppo di corsa. Siamo partiti in 10, più o meno affiatati, verso questa emozionante avventura.

La prima notte e il secondo giorno li abbiamo passati a Los Angeles (ma quanto è grande?!). Sinceramente, a parte la via delle stelle, il teatro cinese, la Rodeo Drive e la scritta Hollywood sulla collina non ci ha entusiasmato più di tanto. E’ molto caotica, inquinata, soffocante… Per riprendersi bisogna andare sulla spiaggia di Santa Monica dove possiamo trovare, oltre alle persone normali, anche i famosi Baywatch (o Bel-watch!) come tende a sottolineare Lisa Il terzo giorno ci aspetta uno degli spostamenti più lunghi: Los Angeles – Flagstaff (750 km). Quando vi dicono che l’America è grande, sappiate che lo è PIU’ DI QUANTO IMMAGINATE! E’ durante il tragitto verso il Grand Canyon che abbiamo toccato i 49°C! diciamo che adesso capisco cosa prova un pollo all’interno di un forno ventilato infatti siamo scesi solo per fare benzina e siamo ritornati immediatamente al riparo dell’aria condizionata.

Flagstaff non l’abbiamo visitata (anche perché con le velocità stratosferiche americane, siamo partiti alle 8 del mattino e siamo arrivati verso sera) e comunque era solo una tappa di avvicinamento al Grand Canyon.

Ed eccolo che ci appare davanti il 4° giorno… Non si può raccontare l’emozione che abbiamo provato vedendolo (a qualcuno è venuta la pelle d’oca), sappiate solo che, a detta di tutti, per quante foto e documentari vedrete sul Grand Canyon, vederlo e viverlo di persona è tutta un’altra cosa! Diciamo che ci si affaccia su questo canyon (perché ci si arriva dall’alto, io non lo sapevo) ed è talmente Grand e talmente Canyon che sembra che gli americani abbiano pagato qualcuno per dipingere uno sfondo sull’orizzonte! Siamo rimasti qui due giorni e abbiamo fatto qualche camminata, ma per arrivare fin laggiù al fiume Colorado ci vorrebbero 3 o 4 giorni (che noi non abbiamo, sigh!). Anche i cartelli ci avvisano che non si possono fare discesa e risalita allo stesso giorno (a meno che uno non sia Superman).

Un’altra cosa che mi ha colpito è il gran numero di scoiattolini che ci sono, saranno migliaia! Ovviamente ti scorrazzano intorno per cercare da mangiare; dare loro del cibo è proibito. Infatti i Rangers si preoccupano di mettere tutti al corrente di mantenere selvaggia la vita degli animali.

Il 5° giorno qualche temerario ha fatto il giro sul canyon in aereo, emozionante per alcuni da dimenticare per altri che sono scesi dall’aereo che sembravano marziani dal gran che erano verdi! Se posso dare un consiglio: non perdetevi il tramonto, è spettacolare! 6° giorno. Lasciamo il Grand Canyon a malincuore, per proseguire verso il territorio Navajo e raggiungere la mitica Monument Valley. Mitica perché se avete visto qualche film di indiani e cowboys non potete non riconoscerla.

Qui non basta avere la Golden Eagle, il pass per tutti i parchi americani, siccome è territorio indiano all’ingresso c’è un pedaggio per persona. Anche qui c’è un caldo assurdo. Decidiamo di fare il percorso in auto (l’alternativa era a cavallo o con i pulmini indiani scoperti, vi lascio immaginare di che colore saremmo scesi a fine corsa). Al contrario del Grand Canyon, la Monument Valley mi ha un po’ deluso, probabilmente perché l’ho vissuta poco, avendo fatto solo il giro in auto. Siamo rimasti fino al tramonto, un po’ meno spettacolare del precedente, ma non meno emozionante.

Il 7° giorno si riposò.

^Siamo partiti alla mattina presto per il Lake Powell. Questo lago è stato creato artificialmente da una diga sul fiume Colorado che ha provocato il riempimento di un canyon. E’ strano passare sulla diga, perché da una parte c’è il canyon vuoto e se ne vede la profondità, mentre dall’altra c’è questa distesa d’acqua blu. In questa zona, siccome è al confine con 2 stati (Arizona, Utah) abbiamo avuto dei problemi di fuso e ancora non abbiamo capito che ore sono! Page è una cittadina prettamente turistica, nata nel ’57 in concomitanza con la diga e anche qui si toccano i 40°C. La vegetazione è quasi inesistente e per chi non sopporta sole e caldo è un’agonia. In compenso chi ha fatto il bagno, ha detto che l’acqua era un brodo.

8° giorno. Partiamo alla volta del Bryce Canyon. Il Bryce è molto più piccolo del Grand Canyon ma altrettanto spettacolare. Ha dei colori insoliti, tutti sulla tonalità del rosso, e sembra creato da una colata di argilla (come i castelli di sabbia che i bimbi fanno sulle nostre spiagge). Ci sono formazioni rocciose veramente strane (tipo quella che rappresenta la regina Vittoria) e rocce “sospese” quasi nel vuoto che ci hanno riportato alla mente Will Coyote nei suoi voli sfortunati. Qui c’è più fresco e dei nuvoloni neri che non promettono nulla di buono. Facciamo ugualmente uno dei tanti percorsi a piedi e ci fermiamo ogni tre secondi con degli ohhhh e dei guarda là! Anche qui ci sono milioni di scoiattolini schizzati che ti girano intorno. Anche loro hanno la stessa colorazione rossa del Bryce la natura non finirà mai di stupirmi! 9° giorno. Alla sera ci aspetta Las Vegas, ma durante il giorno decidiamo di fare una tappa allo Zion Canyon. Forse è il parco meno spettacolare che abbiamo visto finora, infatti non ho cose particolari da raccontare.

E arriviamo così a Las Vegas, questa grande città nata per divertire gli adulti. E’ molto pittoresca, ma al contrario di ciò che potrebbe sembrare è anche molto fredda. Bisogna guardarla con occhio distaccato, non lasciarsi trascinare dal vortice delle luci, del caos, delle attrazioni che ogni hotel mette a disposizione di tutti, perché qui fanno di tutto per farvi mettere mano al portafoglio e spillarvi dei soldi! In definitiva, è da vedere, ma non fatevi trasportare dalla corrente.

10° giorno. Ci prepariamo ad un altro spostamento lungo (730 km) verso Fresno, e passiamo tutto il giorno in auto. Lungo il percorso passiamo la città fantasma di Calico ma non ci siamo potuti fermare l’orologio avanza inesorabile.

11° giorno. Decidiamo di non partire subito per Yosemite, ma fare una tappa al Sequoia N.P. E abbiamo fatto bene. Anche se ci è voluto tutto il giorno invece che la metà in preventivo, vedere questi giganti della natura che sono lì da centinaia di anni ci ha fatto sentire piiiiiiiiccoli e precari.

12°-13° giorno. Ci aspetta Yosemite. E’ enorme, grande quanto una regione italiana, forse di più. Appena entriamo, ci danno un simpatico volantino sugli orsi. Il succo è: non avere roba da mangiare in macchina, o nello zaino, o in mano, perché questi animali ne sentono l’odore anche a distanza e hanno fame! La foto allegata, mostra un’auto aperta a mo’ di scatoletta di tonno.

Aaaaaah ecco! E’ il nostro commento. In ogni caso, durante le nostre escursioni giornaliere, non abbiamo visto nessun animale pericoloso. In compenso, siccome il clima mite ci ha tratto in inganno ci siamo ustionati. Anche per questo parco 2 giorni sono troppo pochi. L’abbiamo vissuto poco e ci è rimasta la voglia di tornarci. Sigh.

14°-15° giorno. E’ la volta di S. Francisco. A differenza di Los Angeles abbiamo trovato che sia una città a misura d’uomo, nonostante la grandezza. Qui fa un freddo assurdo per il 15 Agosto (ci saranno 18°C). Abbiamo visitato il famoso Pier 39 (paradiso per turisti) e qualcuno ha fatto un giro in battello attorno ad Alcatraz (per la visita interna bisognava prenotare una settimana prima). Abbiamo visto ChinaTown, i mitici cable car con la gente appesa fuori, le casette vittoriane dai colori pastello, il Golden Gate, la famosa Lombard street, Sausalito. Tutto rigorosamente a piedi. Pensate sia ovvio? Provate voi ad andare su e giù per le strade di S. Francisco, con pendenze che ti fanno venire i polpacci da calciatore o scalatore 16° giorno. La vacanza è quasi finita e stiamo ritornando verso Los Angeles. Ci aspettano più di 800 km per cui decidiamo di fare una tappa intermedia Morro Bay. Brutta. Evitatela.

17° giorno. Partiamo presto per arrivare a Los Angeles alla spiaggia di Venice. Qui si trova la gente più strana. Centinaia di negozi, cartomanti, lettori dei piedi, delle mani, della faccia, della sfera di cristallo, massaggiatori, e chi più ne ha più ne metta.

Qui finisce la nostra vacanza. Se sono stata un po’ logorroica mi dispiace, ma ho cercato di ridurre al minimo le cose che avevo da dire.

Se volete sapere qualcosa di più scrivetemi.

Ciao Valeria



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