Viaggio nell’isola risplendente

Le antiche capitali buddiste e i parchi
Scritto da: frasca giuseppe
viaggio nell’isola risplendente
Partenza il: 29/01/2016
Ritorno il: 09/02/2016
Viaggiatori: 6
Spesa: 3000 €
Fra i molteplici nomi con i quali lo Sri Lanka è stato chiamato nel corso dei secoli, quello che più gli si addice, a mio avviso, è Serendip attribuitogli dai mercanti arabi. La traduzione di Serendip, infatti, è “fare piacevoli scoperte cercando altre cose”. L’isola -una immensa giungla che si apre raramente per fare posto a laghi artificiali, ad acquitrini, ad insediamenti umani- stupisce, infatti, per la varietà dei paesaggi, della flora, della fauna e delle bellezze architettoniche. Non a caso gli arabi collocarono in quest’isola il paradiso terrestre ove visse Adamo, il primo uomo.

Il nostro viaggio inizia il 28 gennaio, con partenza da Siracusa alle ore 8,30 ed arrivo a Colombo, il giorno successivo, alle ore 5,40 locali. Il volo lo effettuiamo, da Roma, con la Srilankan Airlines che si rivela una compagnia affidabile come orario, pulizia e cortesia del personale di bordo. Unica pecca i sedili stretti della classe economica per dare più spazio e comodità alle classi di categoria superiore.

Prima di iniziare il diario del viaggio, fornisco alcune notizie utili.

Moneta: gli euro sono accettati ovunque. Per 1 euro il cambio è di 150/155 rupie.

Visto: va acquistato online sul sito http://www.eta.gov.lk/ al costo di circa € 30.

Corrente elettrica: le prese di corrente sono a tre fori. E’ possibile non usare gli adattatori inserendo nel foro superiore una matita e, successivamente, la spina italiana nei due fori di sotto. Ovviamente conviene fare tale operazione togliendo prima la corrente tramite la apposita levetta di cui ogni presa è fornita. Sempre una matita può essere usata -per evitare l’interruzione dell’energia elettrica quando si va a cena- al posto della scheda per aprire la serratura della porta e che va inserita, all’ingresso delle stanze degli alberghi, nell’ interruttore generale per dare luce all’appartamento.

Sicurezza: totale dappertutto.

Alberghi: abbiamo utilizzato 4*. Gli standard sono simili a quelli occidentali.

Wi-fi: presente in tutti gli alberghi, anche nelle tende dove abbiamo alloggiato nel parco Yale. Non c’è bisogno di schede telefoniche perché, con Whatsapp, abbiamo parlato, gratis, sempre e normalmente con amici e parenti in Italia.

Ristoranti: conviene pranzare negli alberghi o nei rari ristoranti per occidentali. Nei ristoranti locali si mangia con le mani mischiando i primi ed i secondi ed il curry è utilizzato in quantità industriali.

Cibo: il curry la fa da padrone: è usato, in abbondanza, su tutti i cibi rendendo uniformi i sapori e incandescente il palato. Per disperazione, ove possibile, ci siamo fatti cucinare la pasta con gli ingredienti indicati da noi. La scoperta di una pizzeria è stata l’equivalente del ritrovamento di una pozza d’acqua nel deserto. Comunque si sopravvive.

Strade: sempre asfaltate (eccettuato nei parchi), piene di buche e strettissime. Non si percorrono più di 40/50 Km/h. La guida è a destra.

Clima: soleggiato e sopportabile. Una felpa, la mattina, a Nuwaria.

Ingressi: carissimi sia per accedere ai siti archeologici che ai parchi. Calcolare 40/50 € al giorno.

Ed ora veniamo alla descrizione del viaggio. All’aeroporto di Colombo troviamo ad attenderci Sampath Pushpakumara, tel. +94772347840, che sarà la nostra ottima guida sino a Unawatuna. Il viaggio lo effettuiamo con un comodo pullmino Toyota a 12 posti..

Giorno 29.1

Dopo l’incontro con la guida all’aeroporto ed una veloce colazione, ci dirigiamo su Dambulla dove arriviamo alle ore 11 ed iniziamo la visita dei suoi templi, dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. I cinque templi, ricavati nelle grotte scavate in un massiccio di granito, risalgono al I° sec. a.C. e sono ricche di statue del Buddha raffigurato seduto, sdraiato (di 15 mt) ed in piedi. I soffitti e le pareti, che seguono l’andamento della roccia, sono decorate con affreschi a tema religioso, a guisa di drappi damascati. Dopo un rapido passaggio in albergo per una doccia, con una jeep ci rechiamo al Minnerija National Park ove abbiamo il primo incontro con elefanti ed il primo assaggio della giungla cingalese.

Giorno 30.1

Di buon mattino ci rechiamo ad Anuradhapura, risalente al IV sec. a.C., anch’essa dichiarata Patrimonio dell’Umanità. Nell’antica città ci sono Dagoba (= Stupa) alti anche più di 100 mt (quasi una piramide), templi, monasteri, vasche rituali. Vi è venerato il più antico albero del mondo, denominato Bodhi, cresciuto da un pollone -portato dall’India, nel III sec. a.C.- dell’albero all’ombra del quale il Buddha raggiunse l’illuminazione. Un samadhi Buddha, del III sec. d.C., sembra invitare alla contemplazione per la perfetta proporzione e lo sguardo leonino.

Nel pomeriggio proseguiamo per la collina sacra di Mihintale la cui cima raggiungiamo grazie ad una scalinata di 1840 gradini. Sulla terrazza ove era ubicato il refettorio, osserviamo le due lunghe vasche di pietra in una delle quali veniva riposto il riso bollito e nell’altra il condimento. Le terrazze superiori sono adornate da templi, dagoba e statue del Buddha. Una disagevole rampa di gradini porta alla “roccia della meditazione” da dove è possibile ammirare uno splendido panorama.

Giorno 31.1

Visita alla rocca di Sigiriya, dichiarata Patrimonio dell’Umanità. Preceduta dai giardini, con preziosi lavori idraulici, il palazzo reale fortificato, costruito nel 477 d.C., è sulla sommità di una rocca monolitica alta 200 mt. Portano alla sommità 1800 gradini. Terrazze, da cui si ammirano splendidi panorami, consentono il riposo. Splendidi affreschi, in una grotta a mezza costa, risalenti al V secolo, ritraggono opulenti fanciulle ingioiellate. La visita la completiamo in due ore. Quindi decidiamo di fare una escursione per visitare una casa di contadini raggiungibile tramite carrozze trainate da bufali, una barca e dei tuk tuk. Incantevole il lago che attraversiamo pieno di ninfee multicolori e di uccelli. Nel pomeriggio visitiamo Polannaruwa, antica capitale dello Sri Lanka, dichiarata Patrimonio dell’Umanità. Vediamo prima i resti dell’imponente palazzo reale a sette piani, poi il quadrilatero che racchiude il tempio circolare Vatadago, la casa delle statue ed il più grande libro di pietra. Emozionante il tempio Gal Vihara con enormi statue del Buddha raffigurato in varie posizioni. Sulla strada del ritorno per l’albergo ci fermiamo per fotografare un cucciolo di varano (quasi 2 mt.) ed un serpente d’acqua.

Giorno 1.2

Quattro donne del gruppo iniziano la giornata con un giro sull’elefante. Trasferimento, quindi, a Kandy con fermata intermedia al giardino delle spezie di Matale e visita ad un tempio indù. Breve visita della città di Kandy e, nel pomeriggio, assistiamo ad uno spettacolo folcloristico. La sera ci rechiamo al tempio ove è custodito, in una teca tempestato di pietre preziose, il sacro dente del Buddha. Restiamo stupiti per lo splendore del tempio, per la devozione dei fedeli e per l’atmosfera mistica del luogo.

Giorno 2.2

Giornata un po’ deludente. E’ prevista la visita ad un villaggio della popolazione Vedda la quale, stando alle guide, vivrebbe nella giungla in grotte o piccole capanne. Dopo cinque ore di tornanti, arriviamo a destinazione e troviamo ad attenderci dei giovanotti travestiti da primitivi, armati di archi e di accette, che ci improvvisano uno spettacolino simil-tribale. E’ chiaro che sono perfettamente integrati e che hanno trovato il modo per spillare soldi al governo ed ai turisti, presentandosi come minoranze da proteggere. Nel pomeriggio visitiamo un tempio dove ha predicato il Buddha.

Giorno 3.2

E’ prevista, di mattina, la visita a Lankatilaka ed a Embekke. Nella prima delle due località c’è un tempio bianco ed imponente. All’interno è evidente il sincretismo religioso in quanto condividono lo stesso spazio statue di divinità induiste e del Buddha. Ad Embekke, invece, c’è un tempio con colonne e soffitto di legno, finemente decorato ed il tempio Gadaladenya con pianta a croce e con quattro piccoli dagoba. Nel pomeriggio visitiamo il giardino botanico reale di Peradeniya. Ci meravigliamo nello scoprire alcuni alberi letteralmente ricoperti di pipistrelli addormentati a testa in giù.

Giorno 4.2

Era previsto il trasferimento in treno per Nuwara Elia. Optiamo per il trasferimento in pullmino in quanto, partendo alle 12,30, saremmo arrivati di sera. Ci fermiamo lungo la strada per ammirare alcune cascate e per visitare una piantagione di the e la fabbrica dove viene lavorato il raccolto. La sera gironzoliamo per Nuwaria Elia -luogo di villeggiatura degli inglesi nel periodo coloniale- le cui ville hanno mantenuto, nell’architettura, l’impronta dei colonizzatori.

Giorno 5.2

La mattina, di buon’ora, effettuiamo la visita del Parco Horton Plains. Il percorso circolare, di 10 Km ed alquanto disagevole, lo effettuiamo in quattro ore e mezzo (siamo diversamente giovani). Stranamente non vediamo nessun animale, neppure un uccello. Tanti fiori, qualche cascata, un fiume canterino, qualche bel panorama. Il parco, almeno per noi, non presenta attrattive degne di nota. Proseguiamo il nostro viaggio diretti al Parco Yala. Lungo la strada ci fermiamo ad ammirare le cascate di Ravana. Nel tardo pomeriggio arriviamo al campo tendato dove trascorreremo la notte nel cuore della giungla. Il campo è circondato da una barriera di filo elettrico percorso dalla corrente elettrica a bassa tensione al fine di evitare intrusioni da parte degli elefanti. Su casupole appollaiate sugli alberi, ci sono dei guardiani che sparano in alto all’avvicinarsi dei pachidermi. Ceniamo a lume di candela. Le tende, fornite anche di servizi igienici, vanno chiuse ermeticamente per evitare l’ingresso di animaletti sgradevoli. La notte è satura di rumori, di grida di scimmie, di uccelli notturni e di animali non identificati.

Giorno 6.2

Sveglia alle 4,30 per essere presenti, alle ore 6, all’ingresso del Parco Yala. Troviamo un centinaio di jeep che ci hanno preceduto e, quindi, entriamo alle 6,30. Il parco, aperto solo parzialmente ai visitatori, non ci delude: uccelli multicolori, aquile, tucani, pavoni, ibis, coccodrilli, iguane, manguste, elefanti, bufali etc.. Purtroppo nessun leopardo! La giungla è incantevole soprattutto quando si apre per fare posto a laghi ed acquitrini punteggiati da fiori multicolori e sorvolati da uccelli di ogni specie. Con mestizia, cambiato il mezzo di locomozione, proseguiamo per la prossima meta che è Unawatuna. Lungo la strada ci fermiamo ad ammirare un tempio sul mare a Matara ed a fotografare, a pagamento, a Weligama, dei pescatori i quali, appollaiati su dei trespoli, lanciano gli ami ai banchi di pesci che si avvicinano.

Giorno 7.2

Giornata di relax sulla spiaggia antistante l’albergo dove alloggiamo a Unawatuna. Il mare è calmo e senza correnti. Nel pomeriggio, con una barca a noleggio, ci rechiamo a Jungle beach. La spiaggia è bella da vedersi in quanto la giungla arriva sino all’arenile. Però la barriera corallina è morta, anche se si vedono molti pesci, e tantissima plastica galleggia sull’acqua.

Giorno 8.2

Trasferimento, con una nuova guida, a Galle. La città, con i suoi possenti bastioni ricoperti di erba, ricorda l’epoca coloniale portoghese prima ed olandese dopo.

Dopo pranzo ci avviamo per Colombo dove arriviamo nel pomeriggio. Breve visita della città e del lungomare dove si passeggia e si fanno volare gli aquiloni.

A malincuore proseguiamo per l’aeroporto dove, all’1,30, ci imbarchiamo per l’Italia.



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