Sri Lanka low cost e fai da te

Viaggio itinerante durante il periodo estivo. Un mix di natura, cultura e mare, all'insegna della libertà
Scritto da: ValerioG
sri lanka low cost e fai da te
Partenza il: 05/08/2015
Ritorno il: 26/08/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

Preambolo

  • Tipo di viaggio: avventura in due (38 anni V. e 31 E.)
  • Prenotazione hotel: indicativamente 1 o 2 gg prima, via telefono, pendendo spunto da guide, racconti o da booking. Categoria bassa circa 10€ notte, categoria media circa 30€ notte, categoria alta sopra i 50€ notte
  • Budget: medio con scelta di hotel fascia media, principalmente per ragioni di pulizia (comunque non sempre garantite dalla fascia media, ma comunque nei limiti dell’accettabile)
  • Valuta locale: prelevata via via negli ATM locali con carta prepagata MasterCard
  • Precauzioni: assicurazione sanitaria, chiamo vaccini antitetanica e difterite, antitifo, ciclo di fermenti lattici di 3 settimane prima e durante il viaggio
  • Acronimi: LP Guida Sri Lanka Lonely Planet versione 2015, GH Guest House, LRK rupie indiane, USD dollari americani, AC aria condizionata
  • Costanti della vacanza: i bus e i treni viaggiano sempre a porte aperte, i treni sono lentissimi, i bus affollatissimi, i mezzi pubblici sono sempre molto puntuali. Cani sgangherati e mucche magre in mezzo alle strade, pressoché ovunque. Corvi neri che dominano il cielo in molti posti (sempre meglio che i colombi italiani…)

Il Viaggio

4 agosto

Torino ­- Istanbul­ – Colombo: Turkish Airlines. Overbooking sulla prima tratta e upgrade in business class. Iniziamo alla grande! Seconda tratta su un aereo decisamente vissuto, si fa scalo tecnico a Malé e cosi possiamo dire di essere stati “alle Maldive”.

5 agosto

Colombo arrivo ore 14.00.

Bus da aeroporto a Colombo Fort, stazione autobus principale, con folcloristico attraversamento del mercato centrale, nel pieno della sua esplosione di colori, odori e suoni.

Tuk­Tuk fino all’hotel Seashore Apartments, in Galle Road. 3750 LRK per solo pernottamento, pulito e con AC, personale cordiale con inglese base. La città é rumorosa e afosa, l’AC qui aiuta a poter riposare meglio. Questa GH é sempre difficile da trovare, anche per i tuk­tuk­ari veterani perché non segnalato. Si deve prendere come riferimento Burgher King e imboccare la viuzza quasi di fronte che porta verso il mare. Quasi conviene farsi lasciare dal Tuk­Tuk al BK stesso.

Resto del pomeriggio e sera a spasso per la città: merenda con battesimo di riso e curry, in versione takeaway confezionato nel giornale e consegnato senza posate in busta di plastica (molti mangiano con le mani) poi Viharamahadevi Park, Gangaramaya Temple (molto belle le statue variopinte), Seema Malakaya Meditation Centre visto ormai al buio (nulla di speciale, diciamo suggestivo e meditativo). Cena da Pilawoos Hotel anche menzionato sulla LP. Più costoso di quanto recensito, fin troppo declamato. Il kottu effettivamente molto buono. 1500 LRK per due kottu e tre succhi di frutta. Rientro a piedi in hotel. Decisione di effettuare cambio programma, senso orario invece che anti­orario dato che a sud il tempo é brutto (o per lo meno secondo le app meteo dei nostri telefoni) e non vogliamo rischiare. Pertanto faremo Colombo, da li al nord, dal nord alle coste est, da est al centro isola nella Hill Country e poi ridiscenderemo verso le spiagge del sud.

6 agosto

Bus fino a Colombo Fort, 12 LRK a testa e passano molto di frequente. Linea 100 o 101 vanno bene. Alla stazione dei treni scopriamo che tutti i treni sono stra prenotati e trovare biglietti per Trincomalee é impossibile.

Ripieghiamo per un biglietto verso Anuradapura, circa metà strada. Scopriremo poi essere stata una scelta ottima. Giornata passata visitando la città. Molto bello e colorato il mercato di Pettah, merce di ogni tipo e ancora più caratteristica l’area frutta e verdura, mille colori e odori per noi inconsueto.

Il resto del tempo passeggiando nell’area di Fort, dove si condensano tutti i palazzi delle amministrazioni e del governo uniti a vecchi edifici coloniali. Carino ma non eclatante. Ovunque gran caos di auto e bus, molto caldo e inquinamento acustico e dell’aria.

Tramonto all’insegna del relax passeggiando al Galle Face Green, ampissimo parco rivolto a est dove il sole pertanto tramonta sul mare. Gran calca di famiglie locali, bimbi, aquiloni, bancarelle che vendono ogni tipo di cibo, principalmente piccante, fritto e preparato sul momento.

Cena al Green Cabin, ottimo, pulito, candela a tavola, economico. Circa 1200 LRK per chicken curry, rotti e pittu, due ginger beers (piccanti) e acqua.

7 agosto

Sveglia alle 4.30. Ore 5.30: bus fino alla stazione del treno Colombo Fort. Treno per Anuradapura puntuale alle 6.00. Prima classe, non aspettatevi di certo la prima classe di un treno europeo (e neanche la seconda). Sul treno vendono qualsiasi cosa di fritto, piccante, salato, tutto rigorosamente home made e in ceste di vimini. Nulla di dolce. Qui non si usa. Servito in cartocci di carta giornale o di riciclo vario. Arrivo alle 10.30, tuk­tuk del proprietario del Dill Lake View che ci viene a prendere. Gentilissimo, inglese scarso. Camera decente, accolti con due fruit juice all’ananas molto buoni. Non ci facciamo problemi a berlo anche se sicuramente preparati con acqua non di bottiglia ma di acquedotto. Wi­Fi, 2500 LRK notte.

Due biciclette (abbastanza precarie ma ancora funzionali), rese disponibili dal gestore a gratis visto che tanto nessun altro nel pomeriggio le avrebbe usate. Da appassionato di bici e meccanica vorrei fermarmi un pomeriggio e risistemare quei catorci cigolanti che chiedono manutenzione come unica attenzione. Si salta comunque in sella e giro per la zona di templi circostante.

Apprendiamo al ticket office che un “big ticket” da 25 euro (un’esagerazione) si può entrare in ogni tempio, scopriremo che la maggior parte di essi sono però visitabili dall’esterno e passeggiando nei parchi circostanti. Inoltre alcune aree, quali il Bodi Tree hanno un biglietto extra da pagare, al di fuori del circuito del “big ticket”.

Per noi girare in bici tra le lussureggianti distese di vegetazione, tra laghetti e mucche al riposo, passeggiare tra i templi e visitare il Bodi Tree e il tempio di Isurumunia (consigliatissimo al tramonto e bellissimo il Buddah sdraiato, dipinto con colori fortissimi) é bastato per passare un pomeriggio molto bello.

Cena in città sulla main road, pressoché di fronte alla new bus station. Locali molto chiassosi e fumosi, niente degno di nota. Nel punto caldo della via centrale, accento alla stazione bus, troneggia un Pizza Hut pieno di gente (mix di locali e turisti). Lo escludiamo a priori. 800 LRK per un pollo super piccante, un kottu altrettanto piccante, del riso bianco e due fruit juice (salati?!). Il tutto servito da un cameriere completamente svalvolato sui 50 anni, elegantissimo e fuori luogo per la bettola in cui lavora, si atteggia come da migliore scuola alberghiera ma é goffo come un pinguino e fa ridere.

Nessun turista nel locale, e lui é dedicato al servizio dei turisti (quindi solo noi). I locali sono serviti dai classici “standard”.

8 agosto

Sveglia alle 6.30. Alle 7.20 il proprietario della guest house ci accompagna con il suo tuk­tuk alla new bus station di Anuradapura. Carichiamo i bagagli e per 150 LRK a testa, biglietto bus rosso (extraurbano) per Trinco. Muffin, biscotti, jogurt e acqua per il viaggio comprati al volo nella panetteria Family Bakers accanto alla bus station. 7.50 partenza, 11.00 arrivo. Chi non arriva presto al bus, trova solo posti in piedi. Anche da seduti il viaggio nei bus locali su lunghe distanze é di per se impegnativo. Molto rumore, caldo, turisti più viaggiatori locali con merce stipata in ogni angolo.

Tuk­tuk dalla Central bus station di Trinco al SunShine Hall Hotel prenotato al telefono la sera prima. Scopriamo poi che era anche segnalato sulla LP. 1200 LRK per la camera base, piccola, triste, 2500 per una simile con AC e contrattando 4000 per la camera grande con frigo e AC e due letti ampi. Anche i bagni più ampi e se cosi possiamo dire… moderni.

Subito costume e asciugamano per andare in Dutch Beach, bella, acqua pulita, pressoché non frequentata. Una piacevole sorpresa. I tuk­tuk carrozzati ad­hoc vendono gelati e diffondono una musichetta che porta ad assuefazione, una sorta di nenia suonata al flauto che li fa riconoscere a distanza e li caratterizza tutti.

Cena al Park Hotel, discreto e frequentato da qualche turista di passaggio, italiani e inglesi. Offrono hamburger per accontentate gli europei ma noi optiamo per cibo locale: cosciotti di pollo fritto, riso, insalata mista (ovviamente piccante ma sempre buona).

Al banchetto di un arabo compriamo frutta e succhi di frutta e jogurt più biscotti per la colazione e il pranzo del giorno dopo. Finisce tutto in frigo (che lusso ).

9 agosto

Si lasciano i panni in lavanderia, e chiamarla tale é davvero una forzatura date le condizioni di pulizia e precarietà in cui versa la struttura (e la proprietaria). 2000 LRK per una busta di circa 4kg di abiti in cotone. Un furto in piena regola. Accettiamo storcendo il naso.

Bus verso nord fino a Nilaveli, spiaggia immensa, bianca, palme, mare azzurro ma acqua non trasparente come a Trinco. Qui le donne fanno il bagno vestite e le occidentali in costume generano attenzione e ronzio di ragazzetti locali incuriositi e a volte un po’ invadenti.

Pranzo in spiaggia con frutta; nel pomeriggio bus verso sud per Uppuveli. Nell’attesa conosciamo 2 turiste francesi e 2 olandesi che ci danno un paio di dritte per le visite dei prossimi giorni intorno a Sigiriya e Kandy.

Arriva il bus e in 10 minuti di terrore dati da un autista fuori di testa, siamo a Uppu.

Spiaggia e mare simili a Nila. Ma a differenza di Nila, qui sulla spiaggia ci sono anche 3 o 4 bar/ristoranti, principalmente annessi alle strutture alberghiere alle loro spalle. Decidiamo di aspettare il tramonto in spiaggia e mangiare cena sulla sabbia, in un ristorantino adocchiato nel pomeriggio mentre passeggiavamo. É il Coconut Beach, anche questo scopriamo poi essere menzionato sulla LP. 2000 LRK per cenare su tavoli molto puliti, servizio impeccabile dei ragazzi locali, pollo agrodolce, pollo piastra, riso e verdure, patatine fritte, insalata, acqua. Insomma, la prima vera cena da quando siamo arrivati. Non servono birra o alcolici, non hanno il permesso. É tutto talmente perfetto che va bene cosi.

Soddisfatti come non mai, torniamo a Trinco con un tuk­tuk contattato a 250 LRK.

Dal nostro amico arabo compriamo frutta e succhi di frutta e jogurt più biscotti per la colazione e il pranzo del giorno dopo.

10 agosto

Giornata passata in relax nella spiaggia di Trinco, in fondo a destra di Dutch Bay. Per tutto il giorno la spiaggia di circa 2 km é pressoché deserta e solo per noi. Continuano a non vedere turisti, saranno tutti a Uppu…

Al tramonto visita alla fortezza di Friedrik, incluso tempio di Shiva e Swami Rock. Vegetable roll preso al volo in un chioschetto, 30 LRK per un involtino tanto delizioso quanto piccante. Mentre passeggiano sulla zona dell’estremo promontorio, nel tempio si svolge una cerimonia indù, impagabile la sensazione di calma e meditazione che viene trasmessa. Molti fedeli pregano e portano offerte di fiori e cibo all’altare della cerimonia. Il sole tramonta, dal tempio si ha una bella vista su tutta Trinco e Uppu, il cielo si colora di arancio, rosso, poi viola e infine il blu arriva. Non c’è obbiettivo o ripresa che possa restituire alla memoria quei colori e quella vista.

Scendiamo alla bus station ed alle 18.50 siamo di fronte al bus che risale a Uppu, intenzionati a fare la doppietta nel ristornate sulla spiaggia. Il bus parte alle 19.30, troppa fame per aspettare. Tuk­tuk per i consueti 250 LRK e siamo al Coconut Beach in un lampo. Cena nuovamente piacevole, menu e prezzi simili alla sera prima. Tra i presenti negli altri tavoli notiamo molti più italiani del solito.

Rientro in tuk­tuk, ormai prezzo standard, ed alla stazione dei bus ci informiamo sugli orari per Sigiriya, prossima tappa.

Domani sarà l’ultimo giorno di mare poi lasceremo la costa per dirigerci all’interno e visitare la parte più culturale e archeologica e naturalistica dell’isola. Saranno giorni duri, conviene dormire e mangiare bene ora…

Incontriamo il nostro amico arabo che sul suo tuk­tuk ci riconosce e ci saluta, stupito che non fossimo arrivati in tempo per la consueta mini spesa alimentare. Sono le 22.00 e anche per il suo chiosco é ora di riposare.

Con le ultime forze e un barlume di Wi­Fi prenotiamo la prima notte a Sigiriya sfruttando le recensioni di Booking.com

11 agosto

Sveglia verso le 8.00. Giornata trascorsa a Manayaweli beach, raggiungibile con 5 minuti di passeggio da Dutch BayNel tragitto regaliamo un pupazzo giocattolo di pezza a una bimba povera in braccio alla mamma. Abbiamo portato alcuni piccoli doni da lasciare strada facendo. In questa zona di Trinco vivono i pescatori particolarmente poveri e in situazioni spesso precarie.

La spiaggia é deserta per tutto il giorno, fanno capolino due italiani in scooter per un veloce snorkeling e poi si dileguano. Sulla spiaggia, a riposo, anche le barche dei pescatori, molte recano le scritte delle associazioni umanitarie che le hanno donate a rimpiazzo di quelle distrutte dallo tsunami. Alcune sono doni della protezione civile italiana.

Nel rientro a casa approfittiamo dei venditori di cibo da strada: due involtini di verdure (piccanti) fritti per 20 LRK e in vista della colazione del giorno dopo prendiamo anche un paio di dolci da un tuk­tuk carrozzato panetteria ambulante. Ciambelle di pane zuccherato. Solito giro dall’arabo, frutta e lo salutiamo dopo esserci intrattenuti per 5 minuti a parlare della sua e delle nostre vite. Gentilissimo, inaspettato. Ci regala anche due ghiaccioli per augurarci un buon proseguimento di viaggio.

Cena al Dutch Cafe, locale di concezione moderna ed evidentemente orientato ai soli turisti. Cucina locale ma anche internazionale e pizza. Optiamo per riso e pollo e per un nasi goreng con uovo (é la prima volta che incontriamo questo piatto in Sri Lanka) che ci ricorda tanto i tempi passati a Bali.

Nel rientro a casa contrattiamo con un tuk­tuk­aro il suo passaggio alle 4.30 di notte sotto l’hotel per 200 LRK. Un folle, per l’equivalente di un euro e 50 accetta. Stupiti lo ringraziamo.

12 agosto

Sveglia alle 4.00 ed increduli alle 4.30 troviamo il tuk­tuk­aro che aspetta. Da qui infiliamo gli scarponcini da trekking e non li cambieremo più con altri tipi di scarpe fino a Goyambocca. 2 minuti di tragitto e siamo alla stazione bus.

Dopo due ore di bus siamo all’incrocio principale di Habarana, ormai prossimi a Sigiriya.

Colazione con i dolci e la frutta e in un baleno contrattiamo un tuk­tuk a 1000 LRK per Sigiriya. Non c’era altra scelta da qui, abbiamo sbagliato e avremmo dovuto scendere a Dambulla ma ci hanno consigliato male. Da Dambulla parte un autobus ogni 30 min per Sigiriya.

30 minuti ed intorno alle 8.00 arriviamo alla GH prenotata il giorno prima: Anhura homestay per poco meno di 3200 LRK al giorno con colazione. Succo di lime per il benvenuto, camera in ordine, proprietario gentile e disponibile che ci organizza il safari per il pomeriggio. Lo condivideremo con altri due ragazzi Austriaci intorno alla trentina di anni, ospiti della GH conosciti mentre contrattavamo il prezzo del safari con il gestore.

Partiamo alla volta della Sigiriya Rock, 5 min a piedi dalla GH, la visita é imperdibile sia per le rovine che per la vista che si gode dalla sommità. Per arrivare alla scala di ascesa alla rocca si attraversano giardini reali di una bellezza e di una vastità sconcertante. Li visiteremo dopo essere ascesi per sfruttare il fresco del mattino sulla sommità e poi passeggiare all’ombra quando il sole sarà più caldo (diffidate delle guardie che dicono esserci un percorso obbligato e che dopo l’ascesa non si possono più visitare i giardini).

Il biglietto di ingresso é caro, 3980 LRK o 30 USD, ma le opere che hanno dovuto fare per permettere l’ascesa e la manutenzione dei giardini e del sito in genere li giustificano. In alternativa esiste una rocca minore accessibile per 500 LRK che offre meno panorama e suggestione ma é altrettanto panoramica e offre una bella vista su Sigiriya. Probabilmente il momento migliore per questa é il tramonto ma non abbiamo avuto tempo.

Pranzo a base di frutta sotto un albero del parco, fresco e ombra. In totale percorriamo più di 4,5 km di percorso, partendo da un’altitudine di 176 metri ed arrivando con le scale e le rampe ai 368 metri della sommità.

Rientro alla GH ed alle 14.00 a bordo del fuoristrada alla volta della riserva naturale di Minneriya. 5000 LRK l’auto ed autista e 6400 l’ingresso, il tutto da dividere per 4 persone. Siamo fortunati e vediamo centinaia di elefanti, spesso ci si ferma a motore spento a qualche decina di metri dalle famiglie di elefanti che risultano sempre tranquilli e sostanzialmente indifferenti a chi li osserva. Si possono osservare i loro comportamenti, mentre mangiano, si lavano, competono per il comando del gruppo… Le praterie e il cielo azzurro sopra i bacini di acqua, circondati da uccelli bianchi e bufali completano il quadro di una visita a nostro giudizio molto bella e anche rispettosa degli animali e non invadente nei loro confronti.

Rientro alle 19.00, polvere in ogni angolo di noi stessi e di ciò che era con noi; cena a Sigiriya in un locale con terrazza sul tetto dell’edificio. I camerieri sono tutti bambini o ragazzini e fanno spesso confusione o pasticci. Cibo nella norma, non memorabile. Non ricordiamo il nome ma é l’unico con terrazza.

Un’oretta di ricerca hotel per Kandy ed Ella dopo cena ed a prenotazioni completate, riposo.

13 agosto

Ore 6.45 sveglia e alle 7.30 colazione offerta dalla GH: frittelle arrotolate ripiene di cocco candito (coconut rotti), frutta, tea nero locale. Alle 8.00 in sella allo scooter contrattato la sera prima con il gestore per 1500 LRK tutto il giorno. Guidiamo a sinistra fino a Plonnaruwa, su tratti di strada bellissimi che attraversano da prima bosco e jungla, poi le distese di prateria e bacini artificiali di Minneriya. Polonnaruwa ha un’ampissima area archeologica immersa nel verde che può essere visitata o in bici o in motorino. Noi decidiamo di proseguire con il motorino.

Biglietto per 3250 LRK a testa, si compra al museo e non all’ingresso del parco; dribbliamo le guide che cercano di appiopparci i loro servizi ed entriamo.

La giornata trascorre nella visita delle rovine, spostandosi nella natura incredibile che questo paese offre. Caldo, molto, gambe e spalle coperte sono d’obbligo per entrare nelle aree sacre. Anche le scarpe vanno tolte.

Pranzo sotto un albero alla fresca ombra, proprio di fronte a un qualche tempio buddista della dinastia Chola. Suggestivo ma abbiamo troppa fame e caldo per soffermarci a meditazioni di qualche tipo. Incontriamo e condividiamo un tratto del percorso con un canadese di circa 55 anni in visita come noi,a impegnato in un tour di tre mesi in Sri Lanka, Indonesia, Bali e medio oriente. Chiacchieriamo con piacere sul suo tour e su come abbia fatto ad ottenere il permesso al lavoro per questo lunghissimo periodo.

Concludiamo la visita al complesso di statue con Buddah coricato che ha raggiunto il nirvana. Un vecchietto invasato di buddismo ci indottrina sulla loro filosofia di vita e sui segni che si devono leggere nelle statue e nelle espressioni delle sculture del Buddah. T­shirt e abiti hanno altrettanto raggiunto il nirvana a questo punto, probabilmente in assoluto la giornata più bollente.

Lasciamo il parco verso le 16.00 e percorriamo qualche km del lungo lago con lo scooter. Deserto, spettacolare il paesaggio davanti a noi. Abbiamo fame e sotto l’ombra di un albero secolare a bordo strada, che con i suoi rami supera la carreggiata e li tuffa nel lago, troviamo due donne che vendono cibo e preparano il te. Ci fermiamo, dal loro inglese precario caliamo le loro difficolta e le ristrettezze economiche. Fanno questo lavoro e gli deve bastare per vivere e portare avanti la famiglia. Siamo commossi dalla loro accoglienza. Ci fanno sedere sulle uniche due sedie che hanno allestito davanti al banchetto, cucinano per noi dolcetti e te nero. Tutto buonissimo, 170 LRK.

Prima che si faccia troppo tardi dobbiamo salutarle e rientrare.

Ci salutano come se stessero partendo due dei loro figli. Salutiamo, ripensiamo a quanto abbiamo noi e quanto poco abbiano loro mentre riattraversiamo le zone già viste all’andata.

É l’ora del bagno, famiglie intere si lavano nei fiumi e nei canali alle periferie dei paesi che attraversiamo. Sorridono felici e si insaponano nell’acqua. Molti contemporaneamente lavano i panni e li stendono ad asciugare a terra, sull’erba. Da qui percepiamo ancora una volta la povertà e semplicità di queste persone.

Prima di rientrare alla GH ci godiamo il tramonto sulla rocca principale dalla riva del laghetto di Sigiriya.

Alla GH ci aspetta la cena preparata dal proprietario. 800 LRK per un riso e curry faraonico, almeno 8 ciotoline di cibi preparazioni varie oltre al riso ed al pollo.

Strapieni, stanchi ma contenti, ci addormentiamo presto.

14 agosto

Sveglia alle 6.00 e bus alle 7.00 per Dambulla. Lasciamo Sigiriya a malincuore. Non abbiamo più nulla da vedere qui ma il paesino, nella sua semplicità e silenzio, ci ha catturati ed affascinati.

Arriviamo a Kandy verso le 10.00, nel caos più totale delle vie del centro completamente congestionate. Subito contrattato un tuk­tuk per 150 LRK wd arriviamo all’hotel Satyodaya Education Center. Pulito, moderno, sulla collina con bella vista e per solo 2000 LRK. La camera é di concezione moderna ed anche il bagno. Insomma, ottimo affare. Scendiamo a piedi nel cuore della città per informazioni su come raggiungere Ella il giorno dopo. Treni tutti prenotati e pieni, ripiegheremo su un bus. Ne approfittiamo e compriamo però due biglietti in seconda classe per la gita in giornata che faremo da Ella a Nuwara Elya. 600 LRK a causa del posto prenotato, se acquistati in stazione senza garanzia del posto a sedere, costano 110 LRK.

Ci tuffiamo nel mercato centrale, solito bazar di suoni, colori e odori, e infine facciamo anche un po’ di acquisti di pensierini per amici e parenti nei negozi al primo piano sopra il mercato.

Visita al tempio buddista dove é conservato il dente di Buddah e viene raccontata la sua vita. Molto suggestivo e interessante. Pochi turisti e moltissimi locali, anche intere famiglie, in pellegrinaggio e in preghiera.

Passeggiata sul lungo lago e pranzo a base di frutta all’ombra di un albero che bagna radici e rami nell’acqua.

Riprese le forze torniamo alla stazione dei bus e prendiamo un bus per visitare i giardini botanici della città. In 25 minuti di traffico congestionato ogni oltre limite il bus arriva e ci rifugiamo nel parco. Qui il relax é garantito e al di là delle specie vegetali custodite, tra cui alberi secolari e magnifici, vale la pena passeggiare all’ombra e godersi il silenzio e la pace del verde. L’ingresso caro, 1100 LRK con prezzo fisso sia per turisti che per locali.

Rinunciamo a visitare il tea museum situato (secondo la LP) poco distante. Nessuno da dove si trovi, nemmeno i vigili o i tuk­tuk­ari.

Il bus dell’andata ci riporta in centro Ella dove passeggiano sovrastati da un traffico insostenibile e rumorosissimo. Qualche acquisto nei negozietti sulla via principale e poi cena nel Muslim Hotel che mantiene le buone promesse della LP.

Tuk­tuk per 200 LRK ci riporta all’hotel, cerchiamo di spiegargli che il giorno dopo alle 7.00 deve presentarsi per portarci giù alla stazione bus, promette che un suo amico passerà a prenderci. Troppo stanchi per andare oltre facciamo finta di crederci e lo salutiamo.

15 agosto

Ore 6.00 sveglia. Nessun tuk­tuk ad aspettare, ci incamminiamo a piedi e ne prendiamo uno al volo poco dopo. Tuffo nel caos più delirante della stazione dei bus, incredibile, davvero inconcepibile per un occidentale.

Stipati nel bus come galline in batteria si parte per 5 ore di viaggio. Il viaggio é pesante, il paesaggio molto bello. Si risalgono le montagne, si attraversa la Hill Country ad altitudini fino a 1200 mt sul livello del mare. Fa fresco, serve un golfino. Non abbiamo incontrato turisti a bordo su tutta la tratta del bus.

Arriviamo a Ella intorno a mezzogiorno. Tuk­tuk e si arriva alla Eeshani GH. A parte il pasticcio dell’averci cancellato la prenotazione senza ragione, il resto é in linea con quanto bene racconta la LP. Lavanderia e cena scopriremo essere pero troppo cari rispetto alle attese, 1200 LRK per 4 kg di abiti e 1300 LRK per un riso e curry comunque molto buono. La proprietaria, anziana signora comunque molto attenta e gentile. Tutto pulitissimo e in ordine. Un ragazzo Tamil (di origini indiane) lavora presso la struttura e la signora sottolinea che lui non é di famiglia ma solo un lavorante. La famiglia della signora è Singalese (di origini Sri Lanka) e tra le righe di quanto dice si leggono ancora le dispute e i malumori della guerra civile tra Tamil e Singalesi, solo recentemente “conclusa” in questo sfortunato paese. Ad aiutare la signora ci sono anche i due nipoti, una ragazzina sui 14 e un fratello un po’ più grande. Studiano a Colombo e sono in vacanza in questi giorni. Tutti parlano bene inglese e sono ordinati, si vede che la loro é una famiglia benestante.

Lasciati i bagagli alla GH e ripreso fiato dopo il lungo viaggio, ci concediamo una camminata fuori dal rumore e dallo smog fino al Little Adam’s Peack, raggiungibile con una facile passeggiata dalla cittadina di Ella (si imbocca Passara road e dopo 10 min si vedono le indicazioni) attraversando le piantagioni di te. É un punto panoramico molto bello da cui si possono ammirare tutti i dintorni della città e le ampissime vallate che la circondano. Imponente di fronte si staglia la Ella’s Rock con folta vegetazione e cascate d’acqua sulle pendici. Scopriremo poi essere le Ravana Falls che purtroppo non siamo riusciti a vedere sebbene a solo 30 min di bus da Ella (linea bus Ella­Wellawaya). Purtroppo a metà percorso ci coglie in temporale e siamo costretti a tornare sui nostri passi. Addocchiamo un bar/resort sulla strada di rientro e ci fermiamo. Si tratta del Resort 98, classico esempio di struttura lussuosa e moderna in un contesto rurale e molto povero. Bungalows, spa, piscina… 200 USD a notte la camera. Per fortuna si inserisce dignitosamente nel paesaggio, capanne in poco cemento e molto legno con tetti di paglia.

Ci ripariamo nel bar e ci scaldiamo con un te caldo.

Terminato il temporale, inarrestabili, ri­affrontiamo la salita e siamo ripagati di uno spettacolo incredibile che si gode dalla sommità, disturbato da qualche nuvola ma forse per questo ancora più surreale e suggestivo. Rientro alla GH e ci aspetta la cena preparata dalla signora, riso e curry ottimo, finito di mangiare alle 19.30 e resto della serata passato a sfogliare tragitti e mete per i giorni successivi.

Ci addormentiamo presto.

16 agosto

Sveglia 5.30 ed alle 6.40 treno da Ella a Nuwara Elya. Biglietto in seconda classe con posto riservato, comprato a Kandy qualche giorno prima. É domenica ed a questo orario il treno non é affollato.

Il percorso é il più suggestivo e caratteristico delle ferrovie locali. Ampie vedute sulle piantagioni di te e sulle valli. Qualche turista a bordo, tutti impegnatissimi (noi compresi) a cercare qualche scatto fotografico.

Colazione purtroppo rimasta in sospeso ma non ce la sentiamo di comprare nulla dagli ambulanti con il cestino e la carta di giornale che passano sul treno. Non é l’igene il problema, é il contenuto dei cestini: frittelle di gamberi o ciambelle di verdure piccanti. É davvero troppo per la colazione di uno stomaco italiano. In due ore arrivati a Nuwara Elya. Il tempo non promette nulla di buono ma non piove. La stazione dista dal centro città 10 minuti di bus e ne approfittiamo per fermarci e fare colazione con rotti al cocco, dolcetti di pane, jogurt e biscotti. Bus dalla stazione al centro di Nuwara Elya, e subito altro bus verso la cascata Lover’s Leap. Come sempre i tempi di attesa tra cambi bus sono rapidissimi. Scesi presso la fabbrica di te Pedro Estate, si sale a piedi 20 minuti e si ammira una meravigliosa cascata di una ventina di metri. Lavativi e pelandroni possono farsi portare presso la cascata da tuk­tuk­ari disposti a spingere off­road i loro mezzi precari. Lungo la strada si attraversano le piantagioni di te e i villaggi dei raccoglitori. Poverissimi, vivono di nulla, i bimbi chiedono penne o cibo in elemosina. Non abbiamo altro che i nostri biscotti e glieli regaliamo. I loro sorrisi sono la cosa più sincera e commuovente.

Sulla strada del rientro, prima di tornare in città, visitiamo per 200 LRK a testa gli stabilimenti produttivi di Pedro’s. Spiegano come si producono le varie qualità di te e permettono di visitare lo stabilimento, descrivendo in 30 minuti tutto il processo. Alla fine, una bella tazza di te gustata ammirando dalla veranda le piantagioni sulle colline antistanti, completa la visita. Inizia a piovere e rientriamo in bus in città.

Un paio di samosa alle verdure con altre frittelle locali ci placano la fame più grossa. Visita nelle vie centrali dove compriamo dei dolcetti locali per un centinaio di rupie e poi tuffo al mercato. Come sempre colori e odori incredibili. Compriamo frutta per completare il pranzo e la consumiamo osservando il movimento senza sosta dei mercanti e degli acquirenti. Dessert con i dolcetti e siamo pronti per ripartire. Mentre rientriamo in centro intenzionati a visitare i Victoria’s Gardens arriva un gran temporale. Impossibile andare oltre. Acquistiamo una ricca colazione di latte, muffin, succhi di frutta e banane per il giorno successivo. Ci rifugiamo in un bar nel pre­parco del Victoria’s Garden e una tazza di te caldo ci accompagna fino alle 16.30, ora in cui il bus per tornare a Ella, via Bandarawela, ci aspetta per 80 LRK.

Bandarawela é un crocevia affollato e inquinato, da evitare quanto possibile, resta comunque un incrocio importante di smistamento bus. La coincidenza é rapida come sempre e verso le 19.30 siamo a Ella. Stanchi, poca fame, scegliamo il ristorante proprio di fronte al Chill bar/resturant che per 1400 LRK (caro!) ci porterà una cena light a base di corn soup, vegetable soup e una veggie mix con salsa ai soya. Una miseria ma troppo stanchi per andare oltre ci rifugiamo nella GH. Rincontriamo le due ragazze francesi che avevamo conosciuto a Nilaveli in attesa del bus per Uppuveli. Anche in questa giornata non abbiamo visto turisti sui bus, solo locali. Otteniamo la stanza d’onore, quella ufficiale, visto che a causa della (insoiegabile) cancellazione della nostra prenotazione il giorno prima (a quanto pare ad opera del figlio della proprietaria della GH) avevamo dormito nel mini letto di fortuna messo a disposizione dalla proprietaria, normalmente occupato dal nipote, ed in balia di zanzare assatanate. Il tutto ci costerà 2000 LRK per il letto di fortuna (caro!) e 3500 LRK per la sistemazione ufficiale. La camera ufficiale é molto bella e curata, ci si sente a casa degli zii i dei nonni visto l’arrendamnto un po’ retrò.

Con un filo di internet cerchiamo di capire dove conviene proseguire il viaggio. Il tempo sarà sostanzialmente il nostro ago della bilancia.

Poche idee e ben confuse, ci addormentiamo rimandando al giorno dopo le decisioni.

17 agosto

Sveglia alle 5.00, colazione con frutta, muffin, latte e succo di frutta acquistati a Nuwara Elya il giorno prima. La guida per salire sulla Ella’s rock ci aspetta puntuale alle 6.00. 1500 LRK per un ragazzino di 16/17 anni in infradito. Il nipote della proprietaria della GH si unisce a noi nella gita, anche lui 17 anni e infradito.

Camminiamo dapprima lungo i binari del treno, poi nelle piantagioni di te e infine nel bosco sulla cima della rocca (1354 metri sul livello del mare). La mattina é limpida e l’aria tersa, il panorama dopo 2 ore di camminata fantastico. Valli verdi e montagne a perdita d’occhio. Imperdibile.

Scendiamo di nuovo a Ella ed alle 9.30 siamo alla GH. Salutiamo e ci dirigiamo verso il prossimo traguardo: 9 arches bridge. Non é segnalato sulla LP ma merita una visita. É un antico ponte in pietra a nove archi su cui ancora transitano i trenini locali. É talmente un’attrazione che per attendere il passaggio del treno al fresco e con piacere, dei ragazzi locali hanno arrangiato un piccolo chiosco che prepara succhi di frutta. Non ce ne facciamo mancare un paio. Il treno delle 12.00 non passerà, scopriremo poi causa cancellazione per le elezioni. Rientriamo sulla strada principale.

Vorremmo visitare la Newburg tea factory ma dopo 30 minuti di cammino scopriamo all’arrivo essere chiusa per via delle elezioni. Torniamo in paese. Inizia a piovere. Temporale tropicale prevedibile in questa zona. E cosi alle 14.00 é il momento per un pranzo al Curd Hotel, anche citato sulla LP. Rotti all’uovo, rotti al formaggio, insalata, due curd honey con frutta, 1600 LRK. Tendenzialmente i locali che finiscono recensiti sulla LP sono più cari dei prezzi recensiti e ingenerale della media.

Recuperiamo i bagagli e salutiamo la signora, paghiamo e già altri ospiti stanno arrivando. Il nostro turno é finito, la ruota gira e per loro ricomincia un altro giro. Treno per Haputale preso sotto la pioggia, incontriamo due ragazzi italiani con cui chiacchieriamo di mete e visite per un’oretta. Anche loro andranno alla Ella’s rock il giorno dopo ed erano in cerca di informazioni. In un paio di ore di carrozza di seconda classe, lenta e molto rovinata siamo a destinazione. Tuk­tuk sciacallo arriva al volo e ci porta all’hotel prenotato, non prima di aver provato in ogni modo a dirottare la nostra notte dall’hotel ptenotato alla GH di suo cugino a 1500 LRK notte.

Sri Lak View Holiday Inn alle 21.00 e la cucina sta chiudendo, solo una parte del menu ancora disponibile, 2500 LRK la camera, 900 LRK una pessima cena con rice and vegetables, chicken noodles, macedonia di frutta. Wi­Fi non funziona. Doccia e crolliamo a letto.

18 agosto

Sveglia alle 5.00 e tuk­tuk alle 5.40 che per 1400 LRK ci porta avanti e indietro da Lipton’s seat. Maglietta, felpa e pile sopra. Si sale oltre i 1600 metri e fa freddo già in paese. Siamo sfortunati e troviamo una giornata di nebbia e pioggia che non ci permetterà di godere del panorama a 360 gradi tanto decantata.

Torniamo in paese sconsolati e infreddoliti.

Colazione in una bakery locale con te caldo a volontà e dolci locali. Finalmente ci siamo scaldati e rifocillati. Recupero valigie in hotel e alle 10.30 inizia lo spostamento: Haputale­Bandarawela 30 LRK in mezzora, coincidenza immediata Bandarawela­Wellawaya 75 LRK in un ora, attesa fino alle 13.30 e poi Wellawaya­Tangalla per 150 LRK. In assoluto il viaggio più articolato e non incontreremo a bordo nemmeno un turista. Impossibile prevedere e pianificare gli orari. Di stazione in stazione si chiede e se si ha fortuna si trovano gli orari appesi. A Wellawaya siamo assaliti da ogni genere di tuk­tuk­aro e procacciatore di GH, trasporti e qualsiasi altra cosa. Sono agguerriti e determinati. Ci provano in ogni modo a vendere corse in tuk­tuk o pernottamenti, anche con atti di terrorismo psicologico, paventando sventure a bordo dei bus o corse cancellate per giorni interi.

I bus sono tutti stra affollati, dovuto anche al fatto che in questi giorni ci sono le elezioni ed alcune corse dei bus annullate. L’ultimo tratto di corsa fino a Tangalla trascorre con persone e borse ormai addosso, contatto e compressione di corpi impensabile, gli ultimi a salire spingono e molti restano appesi alla porta con un piede sul bus e uno che svolazza fuori. Arriviamo alle 16.30. Il tuk­tuk che prendiamo a Tangalla sa il fatto suo e al primo colpo ci porta per 150 LRK a destinazione.

Dopo giorni di servizio fedele, mettiamo da parte gli scarponcini da trekking. La GH Green Hill Cottage é una proprietà molto bella, piccoli bungalows indipendenti e puliti, anche se molto semplici; il proprietario molto attento e cordiale e con un ottimo inglese. La persona con cui meglio abbiamo interagito fino ad ora. La colazione scopriremo essere faraonica, ogni genere di rotti, frutta e preparazioni locali. Il riso e curry che mangeremo alla sera insuperabile, sia per varietà che per quantità e qualità. Camera e colazione 4000 LRK, la cena 1500 LRK, a un paio di minuti a piedi da una spiaggia molto bella, Goyambocca beach, attrezzata con qualche chiosco e ornata di palme. In questa stagione é scarsamente balneabile per via delle onde, in inverno ci dicono essere calma come un lago. Quindi ci si bagna, ci si rinfresca, ma non si nuota oltre il breack point delle onde. La raggiungiamo ormai al tramonto, dopo esserci rilassati in camera con i succhi di frutta portati dal gestore. Rientriamo, cena, il proprietario si ferma a parlare con noi dello Sri Lanka, dello tsunami del 2004 e della guerra civile conclusa pochi anni fa. Poi il riposo meritato. Nella notte e nelle successive faranno capolino in camera dei piccoli compagni di soggiorno: un ranocchio che gradisce stare in bagno e un topino di campagna minuscolo, tanto curioso quanto impacciato. Nessuno dei due ha arrecato disturbo, problemi o paura.

19 agosto

Sveglia alle 8.00, colazione epocale alle 9.00. Alle 10.00 satolli ci trasciniamo in Goyambocca beach, scolliniamo nella baia immediatamente a nord e poi relax tutto il giorno con solo qualche passeggiata nelle spiagge vicine, altrettanto belle, sabbia bianca e palme. Purtroppo alle spalle delle spiagge il turismo é in forte espansione e molte strutture un po’ invadenti e ingombranti stanno sorgendo. Ancora non attive, siamo fortunati, qui tra qualche anno cambierà tutto e per sempre. Saremo soli in spiaggia per tutto il giorno. Nel pomeriggio ci informiamo se i bar sulla baia principale eventualmente servono cena, ma non hanno questo servizio. Dopo le 5.30 tutto é chiuso e se ne riparla poi il giorno successivo.

Prima di cena, memori della sera precedente, andiamo a comprare una scatola di zampironi che ci salverà nelle sere successive dagli attacchi delle zanzare spietate di questa zona. Ceniamo in in ristorante a poche decine di metri dalla GH, probabilmente l’unico di tutta la zona. Siamo gli unici ospiti dell’intera serata. 2000 LRK per un pollo grigliato, noodles vegetariani, due coppe di frutta con gelato.

Senza lode ne infamia, comunque gradevole. Un gufo ci fa visita per qualche istante, non ne avevamo mai visti prima. Ci informiamo per il noleggio di uno scooter il giorno successivo. Poi riposo

20 agosto

Sveglia alle 7.30 e consueta colazione faraonica alle 8.30. Scooter e destinazione Talalla Beach.

Raggiunta in una mezzora di guida. La spiaggia é una lunga lingua di sabbia bianca, alcune barche di pescatori offrono una misera ombra. Le onde alte e ci si bagna solo a riva. Incontriamo un ex militare sui 65 che si allena in spiaggia e ci racconta la sua vita e la sua famiglia. Tutto normale da queste parti…

Relax e rientro verso Goyambocca alle 16.30. Sulla strada ci coglie un veloce temporale che sarà pero fautore di un meraviglioso arcobaleno dopo qualche minuto, goduto in pieno dal promontorio di Dickwella, a metà strada tra Talalla e Goyambocca. Per raggiungerlo si lasciano i mezzi a bordo strada e si cammina per circa 100 metri, allontanandosi dal traffico e dalla strada. La vista é molto bella da qui e l’arcobaleno la rende speciale.

I ragazzi del posto alle spalle nuotano in una piscina artificiale costruita tra gli scogli.

Proseguiamo ancora fino alla spiaggia di Dickwella dove aspettiamo il sole che tramonta dietro le palme. Mente la raggiungiamo, in uno dei canali tra le case vicino al mare, scorgiamo un coccodrillo…

Chiederemo e ci spiegheranno che

  • non é un coccodrillo ma un simile (comunque lungo un paio di metri)
  • non attacca (io non ci credo molto)
  • come sempre é tutto normale.

Rientro alla GH e in un attimo siamo a tavola con il nostro consueto rice and curry faraonico. Anche in questa sera il proprietario si sofferma e parliamo per un ora abbondante con lui dello Sri Lanca e del mondo.

21 agosto

Sveglia alle 7.30 e colazione faraonica alle 8.30. Il proprietario orgoglioso ci mostra le altre case e la piscina che sta costruendo nella sua proprietà, poi risaliamo in sella e ci dirigiamo a nord. Spiaggia di Rekawa, nessuno, km di sabbia e palme sferzate da un mare azzurro con onde alte. Relax. Prima di pranzo spostamento alla spiaggia di Marakolliya, ancora più vasta, ancora più vento, ancora più azzurro. Qui qualche struttura compare tra le palme e ben inserita nel contesto offre cibo e bevande ai clienti (una decina in tutta la spiaggia di svariati chilometri) ed a noi arrivati in scooter. Relax sulle sdraio e frutta con drink al Shiva’s Beach Cabanas.

Prima di rientrare alla GH ci soffermiamo alla Silent beach, qualche km a sud di Goyanbocca. Alle spalle sorge un resort che ha monopolizzato parte della costa, lasciando comunque posto ai pescatori, alle loro barche ed a una lunga mezza luna di sabbia e palme di circa 500 metri.

Dolcetto di cocco acquistato dal tuk­tuk panettiere per 30 LRK e poi si riparte. Nemmeno il tempo di riaffacciarsi sulla strada principale ed alle 18.30 passa un bus per Matara, 55 LRK e siamo a metà strada in un oretta. Da Matara alle 20.00 si parte per Unawatuna con il bus per Galle, 75 LRK e un altra oretta di guida sconsiderata del conducente nel traffico e nella pioggia. Tuk­tuk al volo preso a bordo strada appena scesi a Unawatuna e in un attimo siamo alla GH prenotata il giorno prima attraverso i suggerimenti della LP. Village Inn, per 1500 LRK non potevamo aspettarci altro. Struttura abbastanza trascurata, parte dell’arredamento cade a pezzi. Per dormire e lavarsi é comunque accettabile.

Trascorremo la maggior parte del tempo in giro.

Usciamo subito e cena a lume di candela sulla spiaggia di Unawatuna, in un ristorante dal nome indefinito tra il King Fisherman e il One Love. Qui tutto é molto turistico e sviluppato, ci sono turisti in giro e alle 21.30 é ancora tutto aperto e si può cenare.

L’intera baia é costruita e turistica, fin troppo per i canoni a cui le ultime settimane ci avevano abituato. Anche sui prezzi si sono evoluti, paghiamo infatti più di 2000 LRK un pollo fritto e del riso vegetariano con una birra. Distrutti rientriamo alla GH e poco dopo riposo. Il solo zampirone non doma le zanzare locali che ci divorano. Ma lo scopriremo poi al mattino successivo…

22 agosto

Sveglia alle 8.00, un record per i ritmi serrati delle settimane passate. Acquisto in paese della colazione: latte, biscottini, jogurt e succhi di frutta.

Breve camminata fino alla tanto decantata Jungle beach, i locali ci danno indicazioni su come raggiungerla senza nemmeno che chiediamo. Pare tutti sappiano esattamente dove i turisti debbano andare; la spiaggia é piccola e gran parte occupata da un ristorante/bar. I ragazzi si apprestano a disporre le sdraio allineate a pochi centimetri e i primi turisti arrivano pigri a sdraiarsi. Consumiamo colazione guardando il mare. Addocchiamo una piccola spiaggia raggiungibile con l’attraversamento di una piccola scogliera o con 200 LRK di canoa guidata dai ragazzi del ristorante. Optiamo per gli scogli. Anche questa si chiama Jungle beach ma ha un chiosco molto più piccolo ed è sostanzialmente libera da sdraio e prettamente frequentata dai ragazzi locali. Oggi é sabato e sono in spiaggia per il weekend. L’acqua non é ne trasparente ne pulita, Trincomalee era tutta un’altra cosa…

Relax e dormite all’ombra della vegetazione.

Pranzo con riso vegetariano e omelette di formaggio al chiosco, 1000 LRK e poi altro relax. Prima di cena ci informiamo da 5 o 6 “tour operators” locali per un trasferimento all’aeroporto in taxi con AC. V. vuole viaggiare fresco in aereo e la trafila bus + tuk­tuk garantirebbe di arrivare all’aeroporto marci di caldo. Le tariffe sono allineate e non si scende di molto in contrattazione: 7000 LRK é l’ultimo prezzo che riusciamo a spuntare.

Cena in spiaggia a lume di candela allo Shekira resturant, più defilato, tranquillo ed economico del locale della sera precedente. Ottimo pollo in agrodolce, involtino di verdure e un piatto di verdure miste con una salsina strana ma buona. Un cagnetto si accuccia vicino al tavolo, senza disturbare, ci fa compagnia. Compriamo il necessario per la colazione mentre passeggiamo per le vie del paese intorno alla GH. Qui il turismo é davvero evoluto, le strutture nuove o ristrutturate molto belle, disegnate e concepite con criterio e gusto. Appena toglieranno la polvere e la terra residua dalle strade, sistemeranno qualche ultima baracca o casa trascurata, la trasformazione a località turistica moderna e occidentale sarà davvero completata.

Torniamo alla nostra GH, molto meno sfarzosa e altisonante degli hotel sulla via principale.

Muniti di zampironi e con la tenda anti zanzare ed il ventilatore acceso dormiamo bene.

23 agosto

Sveglia alle 8.00. Le formiche si sono mangiate i dolcetti che avevamo preso per colazione. Tocca andare a ricomprare. Latte, succo di frutta, dolcetti e poco dopo siamo pronti per salire in sella dello scooter noleggiato dal proprietario della GH. Rotta a nord, verso Mirissa. Attraversiamo Thalpe e Koggala senza fermarci, il sole brucia e fa un gran caldo. La spiaggia di Mirissa é molto bella, circa 1 km di sabbia chiara e palme. Onde che rompono al largo e permettono di fare il bagno. Molti turisti e dietro le palme resort e chioschi. Il tutto comunque accettabile e decorosamente inserito nella natura e nel paesaggio. Relax per tutto il giorno. Pranzo al Mirissa Eye con frutta e succhi, ladruncoli nei prezzi, ovviamente visto il flusso di turisti ne approfittano. Nel tardo pomeriggio saliamo sull’isoletta promontorio alla estremità della spiaggia.

Un ragazzo locale ci chiede di fare una foto, lui ed E. Ovviamente diciamo di no e lui va via imbarazzato. É normale (quanto inopportuno) che i locali chiedano di farsi fotografare con le ragazze in costume. Sapendolo non la prendiamo male e ci ridiamo su.

Nel rientro a Unawatuna ci coglie il consueto acquazzone e troviamo anche il tempo di fermarci a osservare al tramonto i pescatori tipici della zona di Weligama, intenti a pescare sui pali conficcati nel fondale marino (foto copertina della LP). Il dubbio é che non peschino proprio nulla ma siano ormai solo un’attrazione turistica. Per fotografarli i colleghi a terra chiedono 200 LRK che sono sicuramente più del loro guadagno per una serata di pesca.

Rientriamo e cena di nuovo allo Shekira, si mangia troppo bene e non vogliamo rischiare vista la fame incredibile. Abbuffata di pollo al curry, involtino di verdure miste, pollo fritto ed insalata. Una birra Lions locale accompagna il tutto. I consueti cagnetti fanno la cuccia nei dintorni, mansueti. Sono gentili e addirittura si offrono per un trasposto fino all’aeroporto, comunque allo stesso prezzo degli altri a cui avevamo chiesto. Poi riposo.

24 agosto

Colazione con dolcetti locali, latte, yogurt, succhi di frutta e banane seduti in spiaggia guardando il mare all’ombra di una barca di pescatori. Trascorriamo la mattina sulla spiaggia di Unawatuna, il tempo non é eccezionale come nei giorni passati e di tanto in tanto passa un acquazzone di qualche minuto che ci fa rifugiare sotto le tettoie dei bar. Rientro veloce alla GH e ci prepariamo per andare a visitare il forte di Galle. Bus al volo sulla Galle road e per 20 LRK siamo in città in 20 minuti.

Visita alla cittadina tra le mura: i bastioni sono maestosi e le costruzioni all’interno in stile europeo, di conseguenza alla dominazione olandese. Tutto molto pulito, restaurato, elegante, lussuoso. Non é più Sri Lanka questo, é un baluardo di occidente con architettura, firme, moda, gioielli e ristoranti. Molti palazzi sono di epoca seicentesca, tutto ha un fascino particolare, le mura e gli arredamenti sembrano emanare profumo delle spezie e del te che nei secoli di qui sono passati, imperdibili da visitare (ove permesso) gli edifici già restaurati in pieno rispetto dello stile e degli arredamenti d’epoca. Si respira un aria particolare, imperdibile una visita qui se si passa in Sri Lanka. Spezziamo la fame con un paio di involtini di verdure speziati e con dei gelati presi dal tuk­tuk gelataio. Qui c’e anche unabgelateria italiana, dove però il cono più piccolo costa come una portata in un ristorante. Decidiamo che il gelato buono (con la B maiuscola) lo mangeremo poi in Italia. Ci godiamo il tramonto sul mare seduti sulle mura. Il tempo é stato ed é ancora nuvoloso ma forse meglio cosi perché ci ha risparmiati da un caldo altrimenti eccessivo.

Verso le 19.00 salutiamo la città e con la serenità e la calma che il borgo seicentesco ci ha trasmesso, rientriamo a Unawatuna con il bus. Dopo aver valutato diverse possibilità per cena, alla fine cediamo al palato ed alla sicurezza di un pollo e curry + pollo agrodolce allo Shekira. É l’ultima cena della vacanza e vogliamo andare sul sicuro. 1600 LRK acqua e birra compresa. Quasta sera siamo gli unici, la sera prima due tavoli, la prima sera tre tavoli. É stato un decrescendo, come in generale la presenza di persone nel paese. Meglio, siamo stati tranquilli e fuori dal caos.

25 agosto

Svegli senza sveglia 7.00. Prepariamo le valige e le lasciamo pronte per la partenza. Avvertiamo il proprietario della GH che lasceremo la camera non lrjma delle 15.00, storce il naso, provava a opporsi ma non gli lasciamo spazio e di fronte alle rupie del pagamento, mugugnando alla fine accetta il late checkout. Diciamo che in generale per tutta la permanenza non ha brillato per simpatia e cordialità, ed inoltre ha una connessione internet pessima.

Piove, Jungle beach non é un opzione. Passa il tuk­tuk panettiere e ne usciamo con quattro dolci locali al cocco, 150 LRK. Latte, yogurt, succo di frutta completano la colazione che ci concediamo sotto un albero di fiori stupendi, di fronte al mare, con una spiaggia deserta intorni a noi. Il tempo non vuole farci stare troppo male per la partenza e per tutta la mattinata passano acquazzoni, rapidi ma frequenti. Trascorriamo la mattina in spiaggia a Unawatuna, proprio sotto le palme che ornano il tempio buddista del paese. Pranzo con rotti salati e dolci per 1000 LRK e rientriamo in camera per prepararci al rientro. Un po’ in anticipo arriva il mini van che ci accompagnerà all’aeroporto. Da Unawatuna a Colombo si percorrono gli unici 80 km di autostrada dello Sri Lanka, pii solo estenuanti stradine locali e attraversamento di paesi trafficati. Alle 18.00 siamo in aeroporto. I negozietti della hall non offrono nulla di speciale, al di là del checkin invece c’è un ristorante locale, un Burgher King e molti negozi in cui si può comprare o degustare del buon te. Ceniamo al ristorante con il nostro ultimo riso e curry e noodles vegetariani. Come previsto qui é tutto molto caro, più di 3000 LRK per questo cibo. Dopo cena una tazza di te qualità Uva e una di qualità Nuwara Elya accompagnate da un mini crumble di mele ci intrattengono fino all’imbarco.

Ripensiamo a tutti i momenti, situazioni, volti, odori e sapori che questo viaggio ci ha regalato. Ai trasporti, agli spostamenti, alle storie di vita che ci hanno raccontato, ai tramonti ed alle levatacce mattutine. Concludiamo che tutto é stato perfetto e meraviglioso così, non vorremmo cambiare nulla e se dovessimo scegliere, rifaremmo tutto nello stesso modo.

Speriamo che questo racconto possa essere utile ed ispirare anche voi per una possibile avventura in un paese tutto da scoprire e assaporare.

Ciao, E. e V.



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