I want to be free… in Sri Lanka

Due settimane tra mare e cultura
Scritto da: kri&marc
i want to be free... in sri lanka
Partenza il: 04/08/2013
Ritorno il: 19/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Quest’anno volevamo tornare a visitare una meta extra-europea e dopo avere analizzato varie opzioni e con lunghe meditazioni invernali, ci siamo decisi per questo piccolo ma affascinante paese che ci ispira da tempo per il suo mix di cultura, paesaggi, natura e spiagge.

Abbiamo prenotato il volo con la Turkish Airlines (1.470 euro complessive) e subito dopo è cominciato il dubbio amletico “con driver o senza driver, questo è il problema”. Solitamente siamo abituati a noleggiare un’auto e viaggiare per conto nostro, ma leggendo i vari diari di viaggio ci sembrava poco realizzabile. Non volendo perdere troppo tempo per gli spostamenti con i mezzi pubblici, alla fine prendiamo una decisione salomonica: abbiamo optato per una soluzione mista. Per i primi 10 giorni abbiamo pensato ad un itinerario di massima, con le varie tappe che ci interessavano, e l’abbiamo spedito ad alcune agenzie locali; mentre per gli ultimi 4 ci arrangeremo da soli. La scelta finale è ricaduta sulla Michelle Tour di George che ci ha sempre risposto velocemente, inserendo le varie modifiche che ci venivano in mente. Il costo, comprensivo dei pernottamenti e del driver parlante inglese, è di 900 euro per 2 persone.

Metteremo i prezzi, sempre per due persone, in Rupie (LKR) il cambio è di circa 170 rupie per 1 euro.

Domenica 4 agosto – Lunedì 5 agosto

Partiamo da Malpensa alle 18.50 della domenica e, tra uno scalo a Istanbul, una tappa tecnica a Malè e ben 4 pasti consumati a bordo, arriviamo sani e salvi all’aeroporto di Colombo intorno alle 14.00 del lunedì. I bagagli sono già pronti che ci aspettano e all’uscita troviamo anche il driver mandato da George: si chiama Roshan e ha un minivan a 7 posti, di sicuro non ci mancherà lo spazio. Partiamo subito verso sud e abbiamo il primo impatto con lo strano modo di guidare dei singalesi: la velocità non è mai elevatissima ma è un susseguirsi di sorpassi e contro sorpassi spericolati anche in curva, non importa quante corsie abbia una strada, loro ne aggiungono almeno un paio immaginarie dove si infilano bici, tuk tuk, autobus, motorini… anche se magari si devono fermare 10 metri più avanti. Il tutto costellato dal suono perenne del clacson e da una quantità infinita di cani randagi che vive in mezzo alle strade. Un’altra stranezza sono le case, molte sono ancora in fase di costruzione ma la gente ci vive già dentro, nel senso che le vedi proprio semiarredate ma magari senza una parete, della serie se inciampo nel punto sbagliato mi ammazzo.

Il nostro autista è molto silenzioso ma forse è meglio così perché le poche cose che dice, in un inglese stentato, fatichiamo a capirle, e lui del resto fatica a capire noi. Il viaggio procede lentamente, facciamo solo una piccola tappa in un tempio durante la Poja serale e, anche se architettonicamente non è bellissimo, vedere la devozione e l’atmosfera è stato molto suggestivo. Dopo aver chiesto più volte indicazioni sulla strada, intorno alle 19.30 arriviamo al Mangrove Villa di Bentota. Siamo gli unici ospiti (questo è il periodo delle piogge in questa zona) e per cena mangiamo il nostro primo riso al curry (riso scondito con varie ciotoline di verdure e pollo per condirlo) che si rivelerà il peggiore della vacanza (prezzo cena 2200 Lkr).

Martedì 6 agosto

Dopo colazione partiamo e facciamo una piccola tappa ad un Giardino delle spezie in cui ci offrono un te aromatico e ci illustrano varie piante: la cannella, il pepe, il sandalo, la citronella… Poi ci portano nel negozio dove vendono miscugli di ogni tipo, beveroni contro il diabete, per abbassare il colesterolo, per dimagrire, unguenti per la calvizie, l’acne, le scottature, le punture d’insetto… Noi compriamo solo il te che abbiamo assaggiato e un estratto alla vaniglia.

La tappa successiva è in un centro dedicato alle tartarughe marine (1000 Lkr). Vengono raccolte le uova sulla spiaggia e fatte nascere in una zona protetta per aumentare la percentuale di sopravvivenza, poi quando sono grandi abbastanza vengono liberate. Nel centro quindi ci sono dalle piccole tartarughine a quelle di qualche mese, vengono inoltre curate quelle ferite. Questi centri sono stati completamente distrutti dallo tsunami del 2004 ed ora sono stati ricostruiti.

Ripartiamo, la prossima tappa è al Madu River, un fiume con varie diramazioni che sfocia nel mare. Noi partiamo proprio dall’estuario su una piccola barca (5000 Lkr) e lo risaliamo verso l’interno. Il ragazzo che ci accompagna in questo giro è decisamente più ciarliero del nostro driver, ci spiega ogni cosa in un inglese abbastanza chiaro e ci da anche un’infarinatura della filosofia buddista. Ci scatta anche molte foto e ne vuole fare anche una lui con Marcello di fianco. Durante la navigazione vediamo mangrovie, un serpente che nuota tranquillo, megastrutture di reti da pesca, scimmie, un’infinità di uccelli e facciamo anche una tappa sulla Cinnamon Island dove ci mostrano come viene raccolta e lavorata la cannella. Su alcune palafitte lì vicino c’è un piccolo allevamento di pesci rossi dove, per 200 Lkr, si prova l’esperienza di un massaggio ai piedi fatto dai loro piccoli morsi (una sensazione stranissima). Poi, su un’altra isola, c’è un tempio buddista con un monaco residente che ci mostra un libro di foglie di palma.

Finita l’escursione ci fermiamo per un pranzo veloce e poi per una visita a Galle, una città costruita dagli olandesi. Abbiamo cominciato con il giro dei bastioni, dopodichè ci siamo introdotti nelle stradine interne, dove l’architettura è tutta in stile coloniale, non c’è molto da vedere a parte un paio di chiese e un’infinità di gioiellerie, quindi ci rimettiamo in viaggio.

Arriviamo a Mirissa all’Extreme Host Guesthouse. Dopo una doccia veloce andiamo in spiaggia dove troviamo una bella scelta di ristorantini, ne approfittiamo per un’ottima cena a base di pesce fresco (1500 Lkr).

Mercoledì 7 agosto

La mattina ci concediamo un po’ di vita da mare. La baia è molto bella, l’acqua poco profonda. Visto che c’è bassa marea, raggiungiamo a piedi una piccola isola all’estremità sinistra della spiaggia, dove ci sono un paio di tavolini e gli scogli sono pieni di granchi piuttosto grandi ed inquietanti. Siamo fortunati perché, nonostante questa sia la stagione dei monsoni, troviamo una splendida giornata. Dopo un riposino all’ombra di una palma facciamo un veloce spuntino in uno dei bar sulla spiaggia.

Ripartiamo e il viaggio è piuttosto lungo e monotono, dai finestrini vediamo solo alcune saline e i lavori in corso per la costruzione di un nuovo aeroporto. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Thissamaharama e ci sistemiamo al Thissa Inn, un hotel in stile coloniale molto carino.

La sera andiamo a Kataragama, una cittadina santa per indù, musulmani e buddisti, per partecipare alla cerimonia della Pooja. Al parcheggio compriamo un cesto di frutta da portare come omaggio al tempio. La quantità di fedeli è immensa mentre i turisti sono pochissimi. Di fronte al tempio c’è l’angolo per la “rottura” delle noci di cocco, si tratta di uno strano rituale: i fedeli afflitti da qualche problema lanciano violentemente un cocco a terra, se si rompe la situazione è destinata a risolversi, altrimenti l’attende una grande sventura. Ci facciamo largo nella calca e consegniamo la frutta ai monaci che ci restituiranno poi il cesto con alcuni avanzi, all’esterno del tempio diamo (non senza un po’ di paura) questi avanzi ad un elefante.

Torniamo poi a Thissa dove prenotiamo il safari allo Yala per il giorno dopo (11900 Lkr). Ceniamo molto bene in hotel (2200 Lkr).

Giovedì 8 agosto

La sveglia è alle 4:30 del mattino, la jeep ci aspetta per le 5.00 fuori dal nostro albergo, è ancora buio pesto ma per quando arriviamo all’ingresso del parco comincia ad albeggiare. Siamo emozionati perché questo è il nostro primo safari. La jeep è aperta ma fortunatamente ha un vetro di protezione tra noi e l’autista (vedremo poi che molte non l’hanno) e questo ci permette di essere al riparo da buona parte della terra che si solleva durante il giro. Fortunatamente non abbiamo fatto colazione prima della partenza perché durante il giro si sballotta non poco.

L’esperienza è emozionante, forse anche perché non siamo mai stati in Africa e quindi non abbiamo paragoni migliori: riusciamo a vedere coccodrilli, cervi, bufali, facoceri, varani, una quantità molto varia di uccelli e, con grande fortuna, un leopardo da lontano e un orso labiale da molto vicino. Il nostro autista ci mette anche a disposizione un binocolo.

Finito il giro ci concediamo finalmente la colazione, ripartiamo verso nord e ci addentriamo nella zona montuosa dello Sri Lanka. La strada è tortuosa ma ben tenuta e lungo la strada Roshan si ferma da un venditore di frutta e ci fa assaggiare un king coconut, si beve il latte di cui è ricco e si mangia solo uno piccolo strato di polpa.

Raggiungiamo le cascate di Ravana Ella Falls, carine e affollate da scimmiette “ruba merende”. Poco dopo arriviamo a Ella e, lasciati i bagagli al Panorama Guesthouse, il driver ci accompagna in paese per un massaggio Ayurvedico (attività per cui è famosa questa località) dove per 6700 Lkr ci viene fatto un massaggio a testa. L’esperienza è piaciuta solo a uno di noi: Marcello.

Prima di rientrare alla base compriamo i biglietti del treno per l’indomani (1200 Lkr) ci tocca prendere l’intera tratta per avere i posti prenotati boh !!!

Ceniamo molto bene in hotel (2000 Lkr) visto che oltre il pollo ci sono molte verdure e vari intingoli … Purtroppo il difetto della stanza sarà che il letto è molto duro dato che invece della rete ci sono delle assi di legno… l’effetto rilassante del massaggio và a farsi benedire !!!

Venerdì 9 agosto

Dopo colazione il driver ci accompagna alla piccola stazione e ci mettiamo d’accordo per ritrovarci alla fermata di Onu Oya. Il viaggio in treno scorre tra foreste nebbiose, campi coltivati ma soprattutto distese di piantagioni di te, è possibile affacciarsi anche dalle porte tra gli scompartimenti e dato che tutti i finestrini vengono tenuti abbassati si viaggia al fresco !! Arrivati a destinazione, al contrario di tutti gli altri turisti, non troviamo il driver ad aspettarci e dopo una decina di minuti un tassinaro locale lo chiama e ci rassicura dicendo che sta arrivando. Una serie di lavori in corso l’ha rallentato, solo a lui però!!! eh vabbè!

La tappa seguente è la britannica Nuwara Eliya, a 1900 m di altitudine. Qui il clima ricorda proprio quello dell’Inghilterra! Piove a fa mooooooolto freddo. Dopo aver rifiutato uno squallido giro in barca sul lago ci limitiamo ad una passeggiata nel St. George park (400 Lkr) e nel Victoria Park (600 Lkr) che è anche un giardino botanico non molto tenuto bene ma con un grazioso giardino zen in stile nipponico. Sistemati alla nostra guesthouse, il Mount View Cottage, vorremmo fare un giro in città per conto nostro e approfittiamo di un passaggio in auto dal figlio del gestore (anche perché il nostro driver è misteriosamente sparito). Facciamo una passeggiata in centro, al mercato coperto e alle bancarelle dove si vendono giacche a vento e pile della Columbus, della North Face e altre marche, a quanto pare non siamo gli unici a patire il freddo infatti ci sono molti acquirenti. Essendo la cittadina eredità degli inglesi, ci sono alcune costruzioni in stile che non sfigurerebbero a York… !! Rientriamo in pensione con un tuk tuk, la cena non sarà eccelsa (2320 Lkr) perché per variare abbiamo scelto il riso con il manzo ma evidentemente non lo sanno cucinare !! Per la notte chiediamo una coperta aggiuntiva, fa veramente molto freddo.

Sabato 10 agosto

Ci svegliamo con la nebbia e una temperatura novembrina; ma questo è il clima ideale per le piantine di te. Lungo la strada ci fermiamo in una Tea Factory dove una ragazza ci accompagna nella visita dello stabilimento e ci spiega le varie fasi della lavorazione. Non capiamo proprio tutto tutto, riassumendo: dalle piante del the vengono prese solo le 3 foglioline più tenere dei germogli, di queste 3 foglie quella centrale è usata per gli infusi più pregiati. Le foglie raccolte si mettono prima sotto l’aria calda che le asciuga e poi passano in una macchina che le sminuzza. Poi non ci è ben chiaro quanto tempo passa per il riposo prima di essere setacciate di nuovo.

Dopo la visita facciamo un breve giro al negozio dove vogliamo comprare una confezione di tea, sia il driver che l’accompagnatrice sono un po’ insistenti per farci prendere una confezione da 4 facendo capire che viene venduta ad un prezzo concorrenziale … mah qui gatta ci cova… meglio accontentarsi di una…

Ripartiamo, ci fermeremo un paio di volte lungo la strada per fotografare le piantagioni da punti panoramici.

Arriviamo a Kandy e visitiamo una delle colline intorno alla città, dove c’è una grande statua del Buddha in cemento e un piccolo tempio (400 Lkr), niente di che ma il panorama sulla città vale la salita.

Poi Roshan ci porta in un centro di vendita di artigianato, prima ci illustrano i vari tipi di legno e di colori, in seguito ci portano nel negozio dove vendono i loro prodotti. Sono tutti oggetti molto belli ma carissimi! Compriamo solo una piccola maschera e ce ne andiamo nonostante l’insistenza. Prima dell’uscita però c’è la tappa obbligata alla gioielleria che svincoliamo tra la delusione dei venditori.

Ripartiamo ma, fatti pochi metri, c’è un’altra sosta commerciale, questa volta ad un negozio di stoffe, dove ci fanno provare il sari (Cristina) e una non ben identificata casacca (Marcello). Fatta la foto ricordo di rito diamo un’occhiata veloce al negozio ma non si riesce a fare un passo senza l’assillante commessa alle spalle.

Siamo un po’ stufi di queste tappe e cominciamo a sentirci prigionieri e bisognosi di libertà, chiediamo di poter fare un giro in città, Roshan parcheggia e… si unisce a noi!!! A questo punto per essere più espliciti gli diciamo: -va bene se ci ritroviamo qui per le 16.30?-. Lui è stupito e preoccupato, prima di lasciarci andare ci riempie di raccomandazioni chiedendoci di non parlare con nessuno. Ci facciamo 4 passi, ma il centro non ha nulla di caratteristico. Pranziamo al Devon (1300 Lkr) e scoviamo finalmente un negozio di souvenir dove dare un’occhiata in libertà (tra l’altro troviamo lo stesso the della fabbrica ma a prezzo più basso e anche la maschera AAARRRGGG).

Raggiunto Roshan partiamo per andare da George, che oltre all’agenzia ha trasformato la sua casa in una bellissima guesthouse. L’unico difetto è che non si trova a Kandy ma a circa mezzora di auto. Ceniamo insieme a una famiglia laziale molto simpatica con cui ci scambiamo opinioni e suggerimenti: loro stanno facendo un giro simile al nostro ma in senso inverso. La cena (riso con pollo al curry) è buona ma ci costa 2000 Lkr, noi ci aspettavamo che costasse meno essendo condivisa con altre persone ed essendo l’organizzatore della vacanza.

Domenica 11 agosto

La mattina visitiamo l’orto botanico di Peradeniya (2200 Lkr), uno stupendo parco pieno di alberi esotici. In particolare restiamo meravigliati dai bamboo e dalla grande varietà di palme. Facciamo un salto alla collezione di orchidee e restiamo impressionati dai grossi pipistrelli che ci svolazzano sopra la testa.

Poi visitiamo il famoso Tempio del Dente (2000 Lkr, incluso nel prezzo c’è un dvd ricordo), dove si conserva un dente che si dice appartenere proprio a Buddha. La costruzione è composta da una serie di edifici a pagoda circondati da un ampio fossato. Il dente è custodito in una serie di cofanetti l’uno dentro l’altro. L’affollamento dei pellegrini è impressionante. Caso vuole che la nostra tappa a Kandy corrisponda con l’inizio della festa della Esala Perahera, la più importante festività buddista dello Sri Lanka. La città in questi giorni si trasforma, viene ridipinta la segnaletica orizzontale, vengono costruite impalcature di legno e le strade sono invase da gente che è arrivata da tutta l’isola e che presidia i marciapiedi lungo il percorso della sfilata.

Il nostro driver ci procura i biglietti, una vera salassata per le nostre finanze (12000 Lkr) e ci mostra dove sono i posti che ci sono stati assegnati. Torniamo a casa di George per una doccia veloce e poi di nuovo in centro dove Roshan ci lascia in un parcheggio e ci raccomanda di andare ad occupare i nostri posti per le 17.30, approfittiamo del tempo a nostra disposizione per una cena veloce al KFC (1000 Lkr), sempre pollo ma almeno fritto!!! Una volta raggiunte le nostre sedie non le si può più lasciare, peccato che l’inizio del corteo è alle 20.30! Prima della sfilata le strade vengono fatte sgomberare e chi non ha un posto sulle pedane o sul marciapiede deve andarsene. La lunga attesa è ripagata dalla bellezza dei 5 cortei, il tutto dura circa 2 ore con percussionisti, danzatori, sbandieratori ed elefanti decorati con tessuti e lampadine colorate.

Lunedì 12 agosto

Dopo colazione lasciamo la città di Kandy per iniziare la parte del tour nel triangolo culturale. La prima tappa sarà l’Aluvihare Temple (500 Lkr) il luogo in cui fu inventata la scrittura tramite incisione sulle foglie di palma, purtroppo la gran parte di questi manoscritti sono andati persi in un incendio nel periodo del dominio inglese. Ci sono anche alcuni piccoli templi rupestri e il più curioso di questi è coperto da un affresco raffigurante una specie di “inferno” in salsa buddista con le immagini dei dannati torturati. Nel pomeriggio arriviamo a Dambulla. All’ingresso c’è un’enorme statua del Buddha dorata, alta circa 30 metri. Facciamo i biglietti(3000 Lkr) e iniziamo la salita verso le 5 grotte. Su suggerimento della guida iniziamo la visita dall’ultima (la meno interessante) lasciando le più belle alla fine. L’interno delle grotte è davvero ricco di affreschi e immagini del Buddha decorate da vivaci colori.

Completiamo la giornata alla spettacolare fortezza rupestre di Sigirya. Il nostro driver parcheggia e ci indica la strada in mezzo alla foresta per raggiungere l’ingresso. Dopo averla percorsa ed essere arrivati alla biglietteria (7800 Lkr) scopriamo che c’era un altro parcheggio anche qui, boh… è forse una vendetta per aver voluto più libertà? Chissà…

La visita inizia dai giardini ma essendo un po’ tardi li percorriamo velocemente. La rocca è alta 200 metri e si arriva in cima superando più di 1200 gradini!!!! I primi sono in muratura tra la vegetazione, poi in ferro sospesi nel vuoto. A circa metà strada del percorso si arriva alle grotte affrescate con le immagini di fanciulle (mogli del re o cortigiane non si sa), le uniche pitture antiche non religiose di tutto lo Sri Lanka. Dopo c’è il Mirror Wall, il muro degli specchi, ricoperto da scritte in antico singalese ma l’aspetto è quello di normali graffiti lasciati da qualche vandalo.

Arriviamo alla piattaforma del leone di cui restano solo le zampe (si crede che un tempo ci fosse anche la testa come ingresso del palazzo), da qui parte l’ultima rampa di scale. In cima si vedono le rovine del palazzo ma la parte migliore è il panorama. Facciamo una sfilza di foto e quando il sole ormai sta tramontando, iniziamo la discesa. Sulla via del ritorno, nell’ultimo tratto di strada vediamo il cartello: “Attenzione! Pericolo passaggio elefanti selvatici. Non attraversare la foresta a piedi dopo le 18.00” e son giusto giusto le 18.05!!! Fortunatamente arriviamo al parcheggio incolumi.

Raggiungiamo stanchi morti il Sigiriya Cottage, dove il proprietario ci avvisa che per cena ci saranno i noodles con….. sorpresa sorpresa….. pollo al curry. Sono comunque molto buoni e avremo anche un cane, due gatti e un pipistrello a farci compagnia. In bagno invece scopriremo di avere la compagnia di piccole rane che arrivano direttamente dall’acqua dello scarico.

Martedì 13 agosto

Ci dirigiamo a POLONNARUWA, una delle antiche capitali dello Sri Lanka, rimasta nascosta per molti secoli nella jungla dopo la sua caduta (intorno al 1300). Visto che l’area in cui sorgono i monumenti è abbastanza vasta, in questo luogo la presenza del driver è utilissima per essere trasportati da una tappa all’altra. Dopo aver fatto i biglietti (6500 Lkr), iniziamo la visita dal museo dove vediamo i plastici delle costruzioni come dovevano apparire all’epoca, poi proseguiamo coi i resti dell’antico palazzo reale, gli antichi bagni e la zona del recinto sacro, cuore pulsante della fede Buddista nell’epoca di massimo splendore di questa città. Tra uno spostamento e l’altro vediamo anche un gigantesco varano!! Le tappe successive comprendono altri templi tra cui il Lankatilaka e la zona del Gal Viharja dove ci sono alcune statue dei re e del Buddha scavate nella roccia davvero molto spettacolari. Un po’ nascosto prima dell’uscita c’è un altro tempio con delle pareti affrescate molto belle.

Torniamo al Sigiriya Cottage e, dopo cena, mentre siamo in camera sentiamo un forte rumore, come degli scoppi. Le ipotesi variano da un pessimistico ritorno della guerra a un più allegro festeggiamento con i mortaretti. Non molto preoccupati andiamo a dormire.

Mercoledì 14 agosto

La mattina a colazione c’è molta agitazione, scopriamo che la sera prima un elefante selvatico era arrivato sulla strada vicino all’albergo, per questo hanno sparato per spaventarlo e farlo rientrare nella foresta, l’abbiamo scampata bella.

Ricacciamo per l’ultima volta gli zaini sul pulmino e partiamo: la prima tappa della giornata è Mihintale (1000 Lkr), il luogo dove si dice che il buddismo venne introdotto in Sri Lanka per la prima volta.

Saliamo una ripida scalinata e visitiamo, ovviamente scalzi, le varie parti del sito tra le scimmie che ci scrutano in cerca di cibo (attenzione a non concedersi uno spuntino proprio qui, abbiamo assistito a più di un furto). C’è una grande dagoba, alcune rovine e un enorme Buddha bianco. Un breve ma impervio sentiero sale alla roccia della meditazione da dove si possono intravedere in lontananza le cupole di Anuradhapura, la salita non è difficile di per se ma essendo a piedi nudi bisogna prestare molta attenzione.

Andiamo poi ad Anuradhapura, la capitale più antica. La città è più dispersiva e, a nostro parere, meno interessante di Polonnaruwa anche se risulta più animata perché continua ad essere un importante centro spirituale per i buddisti. Le costruzioni sono un po’ monotone, quasi esclusivamente dagoba, templi a campana rivestiti con una colata bianca, l’interno della campana non è visitabile perché senza ingressi, ci sono solo 4 cappelline lungo il perimetro.

Una tappa molto importante è quella all’albero sacro del Bodhi, cresciuto da una piantina dell’albero sotto cui Buddha raggiunse il Nirvana. Dopo la visita raggiungiamo l’hotel Milano dove ci separiamo dal driver. Visto che non è tardissimo facciamo un giro nella parte nuova della città, niente di che: facciamo qualche acquisto per l’indomani e preleviamo un po’ di soldi, la cosa simpatica è che veniamo fermati da alcuni passanti per fare 2 chiacchiere. Ceniamo discretamente (2400 Lkr) in hotel e ci accordiamo con la receptionist per fare colazione molto presto l’indomani, dato che il bus per Trinco parte alle 7. Lei ci propone di chiamare da parte nostra un tuk tuk per accompagnarci in stazione.

Giovedì 15 agosto

Puntuali ci facciamo trovare nella Hall per una veloce colazione ma del tuktukaro non c’è traccia, solo dopo molta insistenza la receptionist lo richiama, arriviamo appena in tempo sul bus e a fatica riusciamo a sistemare sia noi che i bagagli. Il nostro primo viaggio in autobus è certamente un’esperienza… diciamo particolare, a tratti comica. Ci siamo stupiti della quantità di gente che riesce a salire su un solo mezzo. Noi fortunatamente partendo dal capolinea abbiamo il posto a sedere ma su un sedile rotto, o meglio, lo schienale del posto davanti al nostro è rotto e ad ogni buca ci rimbalza sulle ginocchia. La vera odissea è però il fatto che quasi tutta la strada è un cantiere (alla faccia dei lavori in corso), così dai finestrini e dalle porte entra una gran quantità di terra rossa. Il risultato è che arrivati a destinazione non si distinguevano più i diversi colori della pelle, eravamo tutti rossicci.

Usciti dalla stazione dei bus veniamo assaliti dai vari tuk tuk, alcuni anche molto insistenti, noi preferiamo prima fare 2 passi, prendere un po’ d’acqua e mangiare qualcosa. Dopo di che mi avvicino a un tuktukaro tranquillo e ci facciamo accompagnare in stazione dove cerchiamo inutilmente di prenotare il treno per tornare a Colombo domenica notte e poi al nostro albergo a Nilaveli. Il Pigeon Island view guesthouse (50 USD a notte la camera “LUSSO”). Il posto è abbastanza squallido e l’unico vantaggio è l’aria condizionata.

Venerdì 16 agosto – Sabato 17 agosto – Domenica 18 agosto

Nilaveli è abbastanza insignificante, la spiaggia è lunghissima ma tenuta piuttosto male, ci sono rifiuti tra la sabbia ed è piena di cani randagi e corvi. L’unica attrattiva è la gita alla Pigeon Island per fare snorkeling. Mangeremo quasi sempre al ristorante del Seaway Hotel che si trova a circa 1 km dal nostro hotel, dove facciamo conoscenza con una coppia di turisti veneziani.

Domenica mattina andiamo a Trinco e facciamo i biglietti per un bus notturno “Lusso” con aria condizionata (1220 Lkr). La partenza è alle 10 di sera e approfittiamo per visitare la città, ma prima dobbiamo piazzare i bagagli, troviamo un albergo a pochi passi della stazione dei bus che per 300 Lkr ci offre questo servizio.

Visitiamo la zona del forte prima olandese e poi inglese, la Swami Rock un promontorio a picco sul mare e il Koneswaram temple, il più antico e importante tempio hindu della città dove troviamo un gruppo di singalesi che vivono a Roma.

Pranziamo molto bene nell’elegante Dutch Bank Caffè con dei piatti a base di pesce di ispirazione thailandese.

Stiamo un po’ in spiaggia dove vediamo anche le tipiche barche dei pescatori locali.

La giornata è interminabile, passiamo dall’albergo dove facciamo due chiacchiere con un amico del gestore che ha vissuto in Europa e parla un ottimo inglese.

Saliti sull’autobus ci accorgiamo di essere gli unici europei a bordo e che la maggior parte degl’altri viaggiatori sono un gruppo di uomini e ragazzini islamici vestiti con abiti tradizionali, sono anche loro un po’ imbarazzati e un po’ incuriositi di viaggiare con noi…!!

Lunedì 19 agosto

Raggiungiamo Colombo prima dell’alba in una fatiscente stazione dei bus. Dobbiamo piazzare i bagagli !

Arriviamo davanti alla stazione dei treni con l’intenzione di lasciare gli zaini ma scopriamo che il deposito bagagli è ancora chiuso, aprirà alle 6.00. Non ci resta che aspettare tra i senzatetto che dormono e la gente in partenza.

Finalmente il deposito apre e lasciamo gli zaini nell’anta di un grosso armadio (portarsi un lucchetto da casa). Raggiungiamo l’ostello ma ci chiedono la quota intera per lasciarci la camera solo 3 ore, tanto vale. Ci mettiamo allora a gironzolare un po’, facciamo colazione con le provviste rimaste e cominciamo ad informarci per il pullman che dovremo prendere per l’aeroporto, praticamente di fronte alla stazione.

Il pomeriggio lo passiamo tutto in aeroporto, dove riusciamo a schiacciare un pisolino e a darci una lavata nei bagni. Il volo di rientro è senza sorprese. Nelle lunghe ore di scalo ad Istanbul ci concediamo un super Hamburger !! Avevamo voglia di carne rossa !

La vacanza ci è piaciuta, il posto è molto bello e la gente cordiale, ci rimane il dubbio del driver che è una comodità ma anche una limitazione. L’unico aspetto negativo è stata l’alimentazione, non siamo i classici italiani che se non c’è la pasta muoiono, ma quasi solo pollo e curry per due settimane!

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Giardino botanico a Kandy

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Festa dell'Esala pehara

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orso labiale allo Yala n.p.

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Sigirya

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