Saragozza arriviamo!

Alla Ricerca del Pulpo a la Gallega! La prima di una lunga serie di iniziative organizzate della “TUTTINTUTA è accolta da tutti i partecipanti e non, con un successo planetario. Il ritrovo è fissato alle ore 14.00 presso la hall dell’aeroporto di Bergamo Orio al Serio dove i tesserati si possono riconoscere fra di loro grazie...
Scritto da: Tuttintuta
saragozza arriviamo!
Partenza il: 15/11/2008
Ritorno il: 16/11/2008
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 500 €
Alla Ricerca del Pulpo a la Gallega! La prima di una lunga serie di iniziative organizzate della “TUTTINTUTA è accolta da tutti i partecipanti e non, con un successo planetario.

Il ritrovo è fissato alle ore 14.00 presso la hall dell’aeroporto di Bergamo Orio al Serio dove i tesserati si possono riconoscere fra di loro grazie all’esposizione ”in vista” delle ormai richiestissime tessere associative 2009 vendute ad un prezzo promozionale fino alla fine di dicembre.

C’è chi già si conosce e chi invece può ampliare il proprio raggio di amicizie, chi decide di recarsi al bar per fare uno spuntino, chi preferisce uscire all’aria aperta a fumarsi una sigaretta, chi curiosando gira tutto l’aeroporto attendendo l’orario per potersi recare nell’area doganale.

La “TUTTINTUTA”, particolarmente all’avanguardia nel disbrigo delle formalità di imbarco/sbarco, ha evitato ai partecipanti di “ campeggiare” in file interminabili davanti ai desk del check in, lasciando ampio tempo libero, ed accompagnando i tesserati al gate 9 dove un nuovissimo aeromobile già attendeva per accoglierli.

Una volta sistemati sulle comodissime poltrone, attendono l’arrivo a Zaragoza chiacchierando amabilmente e ammirando lo stupefacente paesaggio dall’alto.

Successivamente allo sbarco, avvenuto con ben 20 minuti di anticipo rispetto all’orario previsto, individuano il capolinea della AGREDA AUTOMOVIL e raggiungono l’hotel con l’autobus di trasferimento che dall’aeroporto li porta a 2 minuti a piedi dall’hotel.

L’Hotel “Melià Zaragoza” lascia tutti a bocca aperta: è un edificio altissimo ed elegantissimo. Lusso sfrenato, camere spaziosissime arredate con notevole gusto e dotate di ogni tipo di confort.

Arrivati alla reception e, dopo aver sbrigato le pratiche di assegnazione delle camere, raggiungono le camere per sistemare i pochi bagagli.

La “Movida” li aspetta! Prima di tutto “urge” trovare un locale dove “tapear”, tipico modo di gustare i piatti tipici zaragoziani (uno dei principali motivi di questo viaggio) piluccando fermandosi in un locale dopo l’altro. L’entusiasmo che si legge sul volto di ognuno è indescrivibile. L’atmosfera gioiosa è accompagnata anche da una serata meravigliosa, per nulla fredda.

Non è particolarmente facile individuare un locale che li accolga tutti, in quanto, pur essendocene numerosi, sono tutti piuttosto piccoli e molto affollati dagli spagnoli che nonostante l’orario tardo, mangiano a quattro palmenti.

Con un po’ di pazienza il gruppo riesce a trovare un ristorante tipico dove gustare le classiche “TAPAS” (bruschette con salmone, affettati vari, tonno e alici, formaggi e salsine piccanti e dolci), il tutto consumato nella piazza antistante il locale, tutti attorno ad una serie di tavolini ben sistemati per l’occorrenza.

Qui scatta l’apoteosi! Tutti intenti a gustare quelle delizie non si perdono in chiacchiere. Nessuno probabilmente si rende conto di essere all’aria aperta, alle ore 22.00 di una fantastica serata di metà novembre.

Al termine, il proprietario del locale omaggia i nostri Associati con un paio di abbondanti piatti di formaggi vari tipici della regione. Ovviamente anche quelli vengono “spazzolati” in un batter d’occhio. Alla faccia del colesterolo! E’ arrivato il momento di soddisfare anche il secondo motivo di questa iniziativa e cioè gustare la tradizionale bevanda dolce e alcolica di origine spagnola: “La Sangria”.

Un tradizionale pub spagnolo attira l’attenzione del gruppo, basta uno sguardo per decidere di entrare.Prendono posto e ordinano, una volta, due volte, tre volte…Alla fine si scolano ben 5 caraffe da 2 litri ciascuna! C’è perfino chi, non potendo farne a meno, crede di ordinare un caffè macchiato e si vede portare un cappuccino nel vano tentativo di restare sobria.

La sangria mischiata con il caffè è un portento; iniziano le battute sugli effetti collaterali e sulle conseguenze che ciò potrebbe causare al malcapitato compagno di stanza. Si rendono conto che è il caso di fermarsi, che oramai si sono fatte le ore piccole.

Una parte del gruppo formata da tre girls poco abituate ad alzare gomito, ma non per questo restate a bocca asciutta, a stento riescono ad alzarsi dalle sedie, barcollando.

Escono dal locale e si dirigono verso la strada che, a loro dire, le porta dritte dritte all’hotel. Ovviamente non è così!!!!! Per fortuna ci sono una paio di partecipanti alcool-resistenti che hanno la forza di chiedere informazioni ad alcuni “indigeni del loco” e riescono a ritrovare “la strada di casa”.

Il rientro non è dei più semplici per le nostre tre girls: il piano urbanistico di Zaragoza deve aver avuto un responsabile strabico. Le vie risultano essere un groviglio di curve (solo per le girls!) e le luci delle auto e delle varie insegne riducono notevolmente la loro vista già piuttosto offuscata (oltre che le menti).

Due di loro decidono di raccogliere dei petali di rosa davanti ad una chiesa e di gettarli in aria come se fosse una nevicata di coriandoli. I passanti e i compagni rimangono stupefatti/allibiti, ma presto lo saranno anche le due girls, quando scopriranno che di quella brillante scenetta esistono le prove: un filmato eseguito di nascosto da un’associata.

Finalmente arrivano all’hotel, ma non entrano. C’è chi decide di tentare la fortuna al Casinò vicino e chi invece preferisce cercare un bar per rifocillarsi dopo la bevuta e vaga per la città lanciandosi in una ricerca vana di brioches.

Il gruppetto del Casinò non viene ammesso all’ingresso a causa dell’abbigliamento troppo sportivo di una delle girls, ma questo non li scoraggia: ripiegano su due puntate alla sala laterale aperta a tutti. C’è chi vince e c’è chi perde.

Ma il momento di rientrare è arrivato, è davvero tardi e una giornata intensa li aspetta.

Si salutano concordando l’orario di ritrovo da lì a poche ore.

La nottata trascorre serena. C’è chi dorme e chi no e decide di fare un giro per le strade di Zaragoza, affollatissime nonostante l’orario mattutino di tutti coloro che hanno voluto godersi la Movida appieno.

La colazione è stupefacente: brioches di ogni tipo (alla marmellata, al cioccolato, alla crema), marmellate di ogni genere (arancia, pesca, albicocca, mela, fragola, ciliegia), pane vario (bianco, nero, dolce, salato), uova, pancetta, cornflakes, latte, caffè, the, cioccolata, frutta fresca. Insomma, ogni ben di Dio.

Terminata la colazione, partono per la visita della città.

Tra le principali attrazioni della città vi sono: la Cattedrale del Santissimo Salvatore, detta La Seo (XII – XVI secolo), il Castello de la Aljaferìa (VIII secolo) è la cittadella saracena, la Torre del Trovador, la Plaza de Toros e la spettacolare basilica di Nostra Signora del Pilar uno dei più famosi santuari di Spagna ritenuta la più antica chiesa mariana della Cristianità fondata, secondo la tradizione, da San Giacomo apostolo dopo che Maria madre di Gesù, ancora vivente a Gerusalemme, gli era apparsa non in spirito ma nel suo corpo, seduta su un pilastro (pilar). L’attuale chiesa è un edificio di proporzioni gigantesche dotato di grande cupola centrale, altre dieci cupole minori e quattro campanili.

Fu eretta a partire dal 1681 su progetto di Francisco Herrera il giovane. All’interno cappelle e volte decorate da affreschi di noti artisti a perdita d’occhio.

Marmi, bronzi e nella Santa Capilla, cappella barocca a forma di tempietto ellittico, la piccola statua lignea della Madonna del XIV secolo vestita di paramenti preziosi posta su una colonna di alabastro.

La “ciurma” decide di visitare “El Pilar” da uno di questi 4 campanili.

Non tutti sono d’accordo, ma, poiché “l’unione fa la forza”, anche il meno intrepido dei ragazzi, con ampio sforzo, accetta la sfida.

Effettivamente l’ascensore che li ha condotti in cima non era dei più stabili; quello che sembrava il più spavaldo di tutti inizia ad impallidire e ad imprecare ma… Resiste fino in cima, dove lo spettacolo che li attende è a dir poco fenomenale. Uno spazio infinito dimostra la meraviglia di questa cittadina e le cupole sottostanti appaiono in tutta la loro imponenza. Tutti rimangono a bocca aperta, tutti scattano fotografie, tutti girano intorno al lucernaio della cupola, tutti salgono e scendono gli scalini… Tutti tranne uno che, bianco come un cencio, decide di abbandonare e scendere per avere i piedi ben saldi a terra.

I nostri amici effettuano un percorso straordinario con un bus turistico che permette loro di ammirare tutte le meraviglie che questa città può offrire all’occhio incuriosito del turista.

Ed ecco raggiunto il terzo obiettivo del viaggio! Tra una basilica e l’altra, tra un ponte e l’altro, tra una piazza e l’altra, arriva l’ora di pranzo e arriva l’ora di raggiungere il quarto obiettivo.

Con non poche difficoltà, ma con tanto divertimento, raggiungono un ristorantino notato la sera precedente, “La Casa del Mar”, per gustare il rinomato “polpo alla feira” più conosciuto come “polpo a la gallega”, piatto tipico della Galizia. E’ un piatto semplice e poco elaborato, ma allo stesso tempo delizioso e, purtroppo, non così facile da preparare. Ovviamente, memori della serata precedente, non si accontentano di una sola portata e si abbuffano a più non posso: calamari, gamberi, vongole, seppie, polpette di “bacaloa” e birra a volontà.

Quarto obiettivo raggiunto!!!!!!!!! Si può tornare a casa… Ancora una passeggiata per la città: le ultime foto, l’ultimo caffè/cappuccino (tipico di Zaragoza) e arriva il momento di raggiungere la fermata dell’autobus per recarsi all’aeroporto.

Il segreto per la buona riuscita di un viaggio in comitiva? La curiosità di conoscere posti ed usanze nuove e una grande passione per i viaggi prima di tutto.

Ma anche una profonda educazione: ognuno deve stare al proprio posto e portarsi rispetto.

A volte può capitare che serva anche un briciolo di pazienza.

I nostri amici hanno applicato alla lettera queste regole ed hanno trascorso un week end in armonia e divertimento.

Stanchi, ma soddisfatti rientrano “at home”, impazienti di ripartire alla volta di … Seguiteci e scoprirete presto dove!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche