A madrid da sola

Questo è il resoconto di una settimana di vacanza a Madrid, un posto dal quale è difficile separarsi. Era la prima volta che partivo da sola, senza figli, compagno, amiche o gruppo organizzato…è stata un po’ una scommessa con me stessa, e sento di avercela fatta. Prima di partire ero leggermente preoccupata: un posto mai visto prima, senza...
Scritto da: Patrizia Bertoli
a madrid da sola
Partenza il: 15/03/2006
Ritorno il: 22/03/2006
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Questo è il resoconto di una settimana di vacanza a Madrid, un posto dal quale è difficile separarsi. Era la prima volta che partivo da sola, senza figli, compagno, amiche o gruppo organizzato…È stata un po’ una scommessa con me stessa, e sento di avercela fatta. Prima di partire ero leggermente preoccupata: un posto mai visto prima, senza filtri e senza reti…Il timore che mi assalisse la malinconia (non si sa mai), la difficoltà di scambiare emozioni e sensazioni , o anche solo due chiacchere, con qualcun altro…Mah, provo a raccontare: Ho viaggiato con Myair, da Orio al Serio. Il volo è stato tranquillissimo e puntuale. Come si sa, l’aeroporto è collegato alla città con la metropolitana: appena arrivata ho acquistato il carnet da dieci viaggi, ma alla fine della vacanza l’ho regalato perché è una città bellissima, da guardare con il naso in su. Avevo scelto un alloggio in Piazza Callao, proprio sulla Gran Via. L’Hostal si chiama “Valencia”, la mia camera con bagno privato e biancheria cambiata ogni giorno è costata 38 euro a notte, senza prima colazione. L’alloggio è molto comodo, è vicino a tutto, e se non ci sono gite scolastiche è anche silenzioso e confortevole. Dopo aver depositato il bagaglio e sbrigate le formalità di registrazione, sono uscita subito per prendere confidenza con la città, cartina alla mano. Ho approfittato dell’ingresso gratuito del mercoledì al Palazzo Reale e sono entrata: Armeria, Farmacia, saloni rivestiti di porcellana…Armature impressionanti, belle e strane quelle giapponesi, magica la farmacia. Poi ho fatto una lunga passeggiata: la sensazione è quella della capitale europea, ma con un tono più amichevole di Parigi o Londra. Moltissime persone giovanissime, all’ora dell’aperitivo i bar sono strapieni. La trovo una cosa deliziosa, è bellissima questa voglia di star fuori, di stare con gli amici e non davanti alla tv. Dopo un panino e una birra in una piazzetta vicino a San Miguel, mi ritiro perché la stanchezza è tanta.

Giovedì: Museo Thyssen. Belle le cose italiane del 300, le madonne senesi, così affascinanti con quelle dita lunghe e gli occhi obliqui. Mi piace poco o niente la pittura del 1920, grigia e marrone. Tanto impressionismo. Felice di riempirmi gli occhi. Poi Parco del retiro, bellissimo l’edificio in ferro vetro, una casa di cristallo nel parco. Segue una visita alla seconda parte della mostra sulle avanguardie russe, allestita alla Foundacion Caja de Espana, ed infine Monastero Descalzes Reales, un monastero di clausura delle clarisse davvero molto bello e suggestivo, dove la visita guidata è in spagnolo ma si capisce assolutamente tutto. Faccio anche una volata alla chiesa di San Francesco, il custode gentilissimo mi fa entrare per 5 minuti perché sta chiudendo. Ma che belle persone questi spagnoli, mi sembrano così sereni1 Venerdì: Escorial, appartamenti reali, biblioteca, chiesa con un altare splendido. Il Pantheon dei Re è tutto nero e oro, una sala circolare piena di sarcofagi fino al soffitto. Il Pantheon dei bambini lo faccio di corsa, non sopporto l’idea. Durante il viaggio di ritorno conosco un medico italiano che lavora da anni a San Francisco …Incontri occasionali di un momento, ma che lasciano un soffio di magia.

Sabato: Chiesa di San Antonio de la Florida, piccola chiesa in cui è sepolto Goya, tutta affrescata da lui. Miracolo di San Francesco che resuscita un uomo, del cui omicidio era stato accusato il padre. Mandrie di adolescenti assolutamente disinteressati, giocano con i telefonini, preferirebbero essere altrove. Pedibus e sotto l’acqua, museo Reina Sofia. Bella la mostra temporanea di Burri, oro e nero, i sacchi, i ferri, la plastica fusa, i cretti. Molto bella anche un’altra temporanea di Schloddorf: ragnatele fatte di legno e corteccia, balene realizzate con un sasso e pelle di pecora per fare le pinne, un bosco di legnetti di diverse dimensioni e sassolini, un fuoco in cui c’è legna e rumore registrato ma non le fiamme, un angolo con a terra i sassolini e sul muro, a raggiera, tanti semini di pino. Del museo è indimenticabile Guernica, è straziante vista dal vero, così grande. La madre, il cavallo, la fiaccola visti mille volte, da vicino sono come un pugno. Bellissime le cose di Lucio Fontana, bellissime quelle di Mirò, le stelle, gli uccellini, le donne incantate, rosso, giallo, nero e un tocco di azzurro.

Decido che mi merito una cena in un vero ristorante. Devo dire che sono i 26 euro peggio spesi di tutta la vacanza. Ovviamente opto per una paella e su suggerimento vado in calle de la Reina 39 (paella de la reina) dove una gentilissima maitre mi fa accomodare. E’ la prima volta nella mia vita che vado al ristorante da sola, e nell’ordine temo che mi venga un attacco di tosse da strangolarmi, che il gamberone finisca nel piatto dei vicini, e poi potrò servirmi della restante paella o dovrò aspettare il cameriere? L’imbarazzo dura cinque minuti, poi decido di non farmene un problema. Brava io a sforzarmi, una ragazza mi sorride dal tavolo vicino, c’è simpatia epidermica, se non fossi stata da sola non lo avrebbe fatto. Mi sento un po’ esposta, ma è un percorso.

Domenica: tutto il giorno al Prado. Splendida l’audio guida, sono i tre euro spesi meglio nel mio viaggio. Guido Reni mi piace molto, Tiziano, Raffaello, Durher, Bosch ed il suo giardino delle delizie, carro di fieno, peccati capitali…El Greco mi piace tantissimo, sembra un pittore espressionista, Goya, Velasquez, Orazio Gentileschi (ma niente di Artemisia!), Beato Angelico, Paolo Veronese. Cammino per ore, con i miei tempi. Il museo è indimenticabile ed apprezzo la possibilità di visitarlo con calma. Pranzo lì in caffetteria (ottima e non cara). Mi perdo tra i quadri, mi commuovono le manifestazioni così alte dell’umanità. Mi fermo a pensare come sia aspro il contrasto tra quello che vedo e la malvagità delle guerre, soldi, potere, in un mondo in cui ci sta tutto, l’odore di latte dei bambini, i violini e la musica, la ricerca di qualcosa di grande dentro di noi e la morte per mano di un altro uomo. E si torna al gradino più basso, che è dentro di noi, nei piccoli e nei grandi sistemi.

Lunedì: Toledo. Ora a Toledo ci si va solo con il treno ad alta velocità che parte da Atocha. Bisogna prenotare per tempo, io sono andata in un lunedì qualsiasi ed il treno di ritorno delle 17 era già tutto pieno. Per prima cosa vado a vedere l’Hospital de Tavera, la guida è una ragazza allegrissima con la quale è facile scoppiare a ridere, è davvero simpatica. Il palazzo è incantevole, soprattutto l’archivio con i leggi ed i volumi enormi di canti gregoriani. Poi cattedrale, enorme, sfarzosissima, mai visti gli organi con le canne orizzontali. Infine San Juan del Rey, chiesa e chiostri, alto e basso, con aranci e altre piante, un gioiello. Ai muri esterni sono appese le catene degli schiavi liberati. Stuolo di giapponesi e scolari ululanti. Sono contenta di esserci andata.

Sera concerto: un coro di ragazze americane del college in cui ha studiato anche Hillary Clinton: bravissime.

Martedì: mattina Monastero Encarnacion con visita guidata in spagnolo, ma ormai non è più un problema. Terribile il reliquiario, cassette piene di teschi e di ossa. Buffa la guida, un omino fischiettante tra sé che annuisce alle sue stesse spiegazioni. Poi tempio di Debod, trapiantato direttamente da Abu Simbel. Strana cosa, un salto nel tempo, con acqua e palme intorno. Quindi Accademia Belle Arti, piacevole. Mi piace molto Goya, qui è esposto un quadretto piccolo, “Il funerale della Sardina”, di cui la mia guida Touring narra la storia. Prima del Museo vado a pranzo all “Yerbabuena”, dopo san Gines, mi sembra si chiami via dei paradores, è una strada perpendicolare a quella principale. A pranzo si spendono 10 euro dall’antipasto al dolce, vino e pane ecc. Compresi. Si mangia benissimo e l’ambiente è molto cordiale. Uh che meraviglia. Faccio anche un salto alla Plaza de Toros, (in metropolitana) poi compero magliette, dischi, il torrone nel negozio storico di calle san Jerolamo e le caramelle alla violetta da Violeta, lì vicino, un altro posto che esiste da più di cent’anni. Alcuni suggerimenti pratici: cioccolateria di San Gines è da provare, i churros sono un po’ pesanti da digerire ma sono buonissimi nella cioccolata calda. Museo del jamon andarci e spesso, la birra costa 60 centesimi ed il loro panino con il prosciutto 1 euro. In piazza del Sol c’è una pasticceria proprio sull’angolo con calle Major ( si chiama Mallorquina, un nome così) dove si può anche fare colazione con cose buonissime. Ottima per la colazione anche la catena di caffetterie Pan (1,80 per caffe con leche e croissant). Bello anche per l’aperitivo un locale che si chiama “Labra” (sta per Labrador, contadino): è dietro la Puerta del Sol, vicino al grande magazzino Corte Ingles.: buone le crocchette e il baccalà fritto. Per andare all’Escorial si devono controllare bene gli orari dei treni, perché non sono frequentissimi. Io sono partita dalla stazione della metropolitana di “Pitis”, ma la linea Cercanias parte anche da Nuevos Ministeros: fino ad un certo punto si arriva in un amen, ma poi i treni diretti e le coincidenze sono proprio scarsine.

Chiudo: è’ stato un viaggio importante, ho visto cose indimenticabili e ho la sensazione di avercela fatta, di avere il mondo davanti. Ho visitato, ho mangiato, ho girato per la città, ho pensato ed è stata anche l’occasione per risolvere alcuni patemi, cosa che si può fare solo quando ci si trova da soli, con il tempo per farlo. Penso di essere stata brava, forse sarebbero state in grado tutte di farlo, ma non m’importa, intanto io ci son riuscita e mi sono anche divertita un sacco. Ho avuto momenti di intensa felicità ed è la prova che so vivere in positivo, che non muoio di tristezza ma mi alzo e apro i miei occhi sul mondo. Ho conosciuto persone solo perché ero sola, e quando vedevo le coppie al ristorante che non si rivolgevano la parola da venti minuti o che giravano per il Prado annoiate, tutto sommato mi son sentita serena. Consiglio a tutti di provare a fare qualche giorno così, la sensazione che resta è positiva ed elettrizzante. Ho già un sacco di programmi! Pat



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