Valencia madrid zaragoza

In questo viaggio volevamo toglierci due sfizi principali: il museo delle arti e delle scienze a Valencia e il Prado a Madrid. Mezzo scelto: Ryanair che ci ha portati da Bergamo a Valencia e poi da Zaragoza a Bergamo e che, detto per inciso, continua ad avere offerte fuori mercato, in particolare se le superofferte si possono aspettare: per noi 29...
Scritto da: pluto_bo
valencia madrid zaragoza
Partenza il: 17/10/2005
Ritorno il: 25/10/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
In questo viaggio volevamo toglierci due sfizi principali: il museo delle arti e delle scienze a Valencia e il Prado a Madrid.

Mezzo scelto: Ryanair che ci ha portati da Bergamo a Valencia e poi da Zaragoza a Bergamo e che, detto per inciso, continua ad avere offerte fuori mercato, in particolare se le superofferte si possono aspettare: per noi 29 euro a/r per persona.

Quindi, partiti da Bologna e imbarcati da Bergamo direzione Valencia. Volo ineccepibile e non meritevole di note per la totale assenza di problemi.

Valencia e’ una citta’ tranquilla da godersi camminando tra le sue varie calle e plaze. Bella la cattedrale, cordiale e serena la gente: un vero relax. Il giorno successivo abbiamo raggiunto il museo suddetto, primo target del viaggio. Bene, la struttura e’ composta da quattro opere architettoniche di Calatrava: il museo delle scienze appunto, l’oceanografo, una struttura dove si fanno proiezioni e un museo dedicato all’arte ancora in completamento. Il tutto e’ disposto in sequenza lungo il letto del fiume della citta’ il cui corso e’ stato deviato altrove, per cui nel suo ex alveo adesso sono disposti, oltre alle opere di calatrava, campi da tennis, di calcio, calcetto, giardinetti per lo spasso dei runners e cosi’ via. Credo che la qualita’ di vita della citta’ abbia molto beneficiato di questa scelta urbanistica. Il complesso e’ situato ad una mezz’oretta dal centro e raggiungerlo in una bella giornata di sole e’ stato un vero piacere. Si perche’, in effetti, a noi e’ piaciuto alla fine piu’ il contenitore del contenuto, pur essendo questo interessante e ben organizzato. Perche’ le strutture in se sono proprio belle, oltre a rappresentare in modo sorprendente le potenzialita’ artistiche e di audacia del cemento armato, la disponibilita’ di denaro che gira oggi in Spagna, la capacita’ imprenditoriale di una citta’ che cerca sempre piu’ appeal (vedi anche l’ingresso nel circuito motocicilistico). Per tornare al contenuto be’, non sono stato a disneyland ma credo che l’idea sia la stessa: l’intrattenimento. Ben progettato e molto godibile: il motto del museo delle scienze e’ ‘vietato non toccare’. Tutto e’ orientato alla prova ‘con mano’ e ben supportato da spiegazioni in spagnolo e inglese. Dalla tecnologia del laser e del cd alle neuroscienze, dal reparto sport e scienza al planetario, ecc ecc. Con la ciliegina di un enorme e convincente pendolo di Foucault. Le scolaresche se la spassavano. L’oceanografo ha fatto rimanere a bocca aperta anche noi che la scuola l’abbiamo finita da mo’. La parte piu’ interessante e’ la piscina oceanica che ha un corridoio in vetro che la attraversa per cui si viene letteralmente circondati da una quantita e varieta’ tale di pesci che fa tornare bambini. Una nota di merito per gli squali che ti passano a mezzo metro mettendo bene in vista anche le parti intime, senza imbarazzo alcuno.

Tralascio cose piu’ normali come gli ambienti polari e gli spettacoli coi delfini. Per il pernotto a Valencia abbiamo scelto l’Hôme Youth Hostel prenotando in rete, in posizione centralissima e al costo di 20 euro per persona per notte in doppia. Rapporto qualita’ prezzo corretto, nel senso che non era granche’, ma noi siamo dell’idea che i soldi e’ meglio spenderli altrove, curando magari la tavola. Per dormire tutto fa brodo, gradiamo solo la pulizia.

Siamo quindi andati a Madrid, via corriera. Quattro orine in un paesaggio semi-lunare (circa 20 euro pp), poi metro per raggiungere l’Hostal Miralva, prenotato in rete per 25 euro pp. Anche qui come sopra, posto dimenticabile ma vicino al centro e con il simpatico Hector alla portineria.

Il Prado, be’, merita da solo il viaggio, anzi meriterebbe da solo il viaggio ‘las Mesinas’ di Velasquez che e’ la mia personale ciliegina di una torta che comprende molto altro Velasquez, una marea di Goya, qualche secolo di italiani dal Beato Angelico in poi, ecc. Inevitabile uscire carponi ma ne vale la pena. Vicino al Prado poi c’e’ il museo della reina Sofia con, tra l’altro, tanto Picasso tra cui la Guernica.

Ricordarsi, il lunedi e’ giornata di chiusura quasi generalizzata in Spagna. Altra cosa notata: sara’ per i tempi alimentari shiftati in avanti di 2-3 ore ma di silenzio in hostal prima di mezzanotte non se ne parlava proprio. Fatto il pieno di musei, piazze, palazzi reali, chiese, le cui visite sono state parecchio semplificate dalla metro ben articolata (consigliasi abbonamento) siamo partiti per Zaragoza, sempre via corriera con canoniche 4 orine di paesaggio perdibilissimo.

Zaragoza non ha granche’, in pratica segnaleremmo soprattutto la chiesa della Madonna del Pilar con relativa piazza: da qualunque angolo ed in particolare al tramonto vista da oltre il fiume ebro e’ una visione alquanto struggente. O magari era l’effetto di quel mix di serenita’, soddisfazione e malinconia che coglie il turista che sta per rientrare all’ovile. Ma non credo.

In ogni caso il giorno dopo siamo rientrati a casa – se capitate, occhio all’aeroporto di Zaragoza: di una piccolezza che sembra a conduzione familiare.

Senza note le varie fasi del rientro a Bologna che credo sia il massimo si possa dire di tappe di puro o quasi trasferimento. Queste sono un po’ come un arbitro: e’ buono se non si nota, no? Hasta luego a tutti



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