Malaga di my spanish heart

Ammiravo la sua maestosità dal terrazzo dell'appartamento, non avevo mai visto niente di più affascinante... Malaga era distesa, dormiente, bellissima! Erano le 5.30 del mattino e le prime luci dell'alba accarezzavano le bianche spiagge di Malaga la bellissima. Io e Paolo avevamo deciso di andare a Malaga per la feria di agosto. Non avevo...
Scritto da: Armando Corea
malaga di my spanish heart
Ammiravo la sua maestosità dal terrazzo dell’appartamento, non avevo mai visto niente di più affascinante… Malaga era distesa, dormiente, bellissima! Erano le 5.30 del mattino e le prime luci dell’alba accarezzavano le bianche spiagge di Malaga la bellissima. Io e Paolo avevamo deciso di andare a Malaga per la feria di agosto. Non avevo nessuna idea di ciò che era una “feria” spagnola, tutto ciò che sapevo della spagna l’avevo appreso da Haminguay, Rafael Alberti e Garcia Lorca. Ci incamminammo per il centro verso le 11 della mattina. Mi stupii del fatto che non c’era poi tanta gente… Non riuscivo a capire come mai non c’era musica e non si ballasse flamenco…! Io e Paolo decidemmo di fare colazione e attendere l’arrivo della feria. Ci sedemmo vicino al tavolo di due ragazze malaghegne occupate a mangiare una strana salsiccia… Incuriositi chiedemmo che cosa fosse… “churros”, rispose prontamente la ragazza più carina, e me ne fece assaggiare un pezzo. Ne ordinammo subieto uno anche io e Paolo. Domandammo alle ragazze quando sarebbe cominciata la fiesta, e queste “a las dos, por la tarde”. E che fare se non bere qualcosa mentre aspettavamo le due del pomeriggio??? Ci sedemmo allora in un bar nella “plaza de la costitucion”, e ordinammo due birre… E poi altre due… E ancora due! Fu proprio alla quinta birra che sentimmo l’aria vibrare, accompagnata da un frenetico ritmo gitano! Era cominciata, era la feria! Ci dirigemmo verso la “plaza de la merced”, leggermente ubriachi.

Fu proprio per l’effetto della birra che decisi di comprare due paia di “castanuelas”, ossia di nacchere. Era pieno di gente… Di bellissime ragazze vestite con variopinti abiti gitani, e tutte che ballavano flamenco e bevevano! Io non sono mai stato un buon ballerino, però in quella occasione, disinibito dall’alchool e coinvolto della musica, mi gettai a capofitto in quei balli andalusi! A colpi di nacchere e di battiti di mano mi facevo strada tra la folla. Paolo mi seguiva, anche lui con le nacchere!!! La maggior parte della gente presente era ubriaca, e rideva e si divertiva! Che spettacolo unico…! Urla, schiamazzi, battiti di mani e di tacchi… Era fantastico! “Olè” gridava la gente! Una ragazza mi si avvicinò ballando. Aveva occhi e capelli scuri come la pece, la carnagione abbronzata e un corpo sinuoso e magnifico… Mi fissava e sorrideva, allora io tentai di ballare come lei, tra l’altro con un discreto successo! I miei occhi scuri si perdevano nella perfezione delle sue labbra, fresche rose che sorridevano in lei, e nei suoi caldi occhi andalusi… Poi mi disse qualcosa e facendomi segno di seguirla, si avvicinò ad un bar. Ordinò due bottiglie di Cartojal, vino bianco di 15 gradi. Una bottiglia conteneva mezzo litro di vino, e incominciammo a bere assieme… “para arriba, para bajo, para el cientro y para dentro!”. Altre due bottiglie e poi ci fumammo una “Fortuna”.

Io ero ubriaco e lei anche… Allora le passai le mani tra i capelli e la baciai. Si chiamava Rocio, rugiada in italiano, e passammo un magnifico pomeriggio assieme… E poi ci mettemmo d’accordo per la sera, dove la fiesta si spostava a “real”, la zona fiera di Malaga, dove venivano allestite le “casetas”, piccoli locali di spettacoli di flamenco dove si ballava e si beveva fino all’alba… Quando le prime luci ritornavano ad accarezzare Malaga la bonita, nell’attesa dell’inizio della feria.

E così ci lasciai il cuore, a Malaga, e la rivedo chiudendo gli occhi, nella speranza e nel desiderio di tornarci il più presto possibile… A Malaga, Malaga la bonita!



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