Un’estate in Spagna fra cultura, gastronomia e mare

In giro per Barcellona, Saragozza, Valencia, Peniscola e Salou
Scritto da: Miranda Bagnoli
un’estate in spagna fra cultura, gastronomia e mare
Partenza il: 03/07/2015
Ritorno il: 15/07/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
ESTATE 2015: BARCELLONA, SARAGOZZA, VALENCIA, PENISCOLA e SALOU-BARCELLONA (DAL 3 AL 15 LUGLIO)

Dopo il meraviglioso viaggio in Andalusia dell’estate scorsa, convinco mio marito a ritornare in Spagna. Accetta a patto che, oltre alle città, si faccia un po’ di mare.

Venerdì 3 luglio – BARCELLONA

Partiamo il 3 luglio da Bologna con un volo della Ryanair prenotato a febbraio ( A e R per Barcellona: 166,00 euro+ 70,00 un bagaglio in stiva). Arriviamo A El Prat, T2, alle 12,40 circa (dopo circa un’ora e mezza di viaggio). É’ una bella e calda giornata. Dopo aver recuperato i nostri bagagli (gratuitamente sono stati imbarcati in stiva anche i due bagagli a mano, poichè l’aereo era superaffollato), cerchiamo l’Aerobus che ci porterà in città, precisamente a Placa de Catalunya (lì vicino si trova l’hotel da me prenotato attraverso Booking: H10 Universitat, ottimo!) Compriamo due biglietti (“Anda I Tornada) al costo di 10,20 € l’uno (la validità è di 15 giorni). L’aerobus è molto comodo, c’è anche il posto per le valigie, e in 20/25 minuti siamo in città. Scendiamo e, in mezzo ad una immensa folla multietnica, ci dirigiamo in Ronda de Universitat 21, al nostro hotel (un quattro stelle, dove abbiamo prenotato una stanza “basic”, più piccola delle altre (per questo meno costosa), ma molto confortevole, pulita e silenziosa (grande e pulito il bagno! Tutto in marmo, con una grande doccia), c’è anche la macchinetta per il caffè Nespresso e due cialde! Fortunatamente tutto climatizzato! Fuori fa un gran caldo! Dopo una doccia, un riposino e la sistemazione delle valigie, alle 16,30 circa usciamo. Placa de Catalunya è il nostro primo e facile punto di riferimento; di lì cominciamo a percorrere la Rambla (senza dubbio il viale più rinomato della Spagna!) , che delude un po’ le nostre aspettative, perchè non ha nulla di originale e caratteristico ( ci sono bancarelle che puoi trovare in qualsiasi fiera, artisti di strada che ormai sono in tutte le città, bar e ristorantini…). Attira la nostra attenzione l’allettante Mercat de la Boquerìa: questo sì che è caratteristico! Qui viene venduto qualsiasi tipo di alimento, fresco o cucinato; ci sono macellai, pescivendoli, ma i banchi più belli sono quelli della frutta, dove l’esposizione è molto curata! Abbiamo sete, ma quella frutta ci attira e compriamo un fresco bicchiere con cocomero a pezzetti (a 1,50€) e un altro bicchierone di ciliegie (1 euro).

Proviamo poi i “burritos” (cibo da asporto, nel cono) con salsicciottini e patate ( si vendono anche quelli con anelli di cipolla fritti), costo: 5 euro. All’uscita mio marito è attratto da coni-cartoccio di Jamon iberico, scoprirà, comprandone uno, che sono ritagli prosciutto.

La Rambla si divide informalmente in cinque sezioni ( ecco perchè è chiamata anche Las Ramblas) e noi abbiamo già percorso La Rambla de Canaletes, La Rambla dels Estudis (dove c’è l’Eglesia de Betlem, in stile barocco, che visiteremo nei giorni successivi) e La Rambla de Sant Josep (lungo questo tratto a destra, partendo da placa de Catalunya, c’è il Mercat de la Boqueria); continuiamo sulla Rambla dels Capuxins che comincia dal punto, in cui, sul selciato, c’è un mosaico di J.Mirò, infine c’è La Rambla de Santa Monica e arriviamo alla Placa de la Porta de La Pau e qui ci fotografiamo sotto l’alto monumento a Colombo. Passeggiamo sul porto fino al centro commerciale Mare Magnum (…niente di che!) dove ci sono negozi e ristoranti (entriamo per rinfrescarci un po’ con l’aria condizionata). Accaldati e stanchi ritorniamo in hotel a piedi (benchè a Barcellona i servizi pubblici di trasporto funzionino benissimo, preferiamo camminare, per conoscere meglio la città). Dopo un breve riposo e un’altra doccia usciamo verso le 21,30 per cenare e scoprire altre parti di Barcellona. I chioschetti sulla Rambla non ci attirano, ma entriamo in un bel ristorantino, sempre sulla Rambla al n.120 “Attic”( ha anche un terrazzo-attico al 2° piano, ma è pieno ), ci accompagnano ad un tavolo al 1° piano (c’è anche il piano terra): l’ambiente è elegante e climatizzato, c’è gente di tutti i tipi (giovani, anziani, eleganti, sportivi,…) e ci troviamo a nostro agio. Sono le 21 circa e dopo aver consultato il menù (solo in inglese e spagnolo! Pur essendoci tanti Italiani in Spagna, abbiamo trovato pochissimi locali con menù in lingua italiana e pochissime guide turistiche, per fortuna avevamo le nostre: una vecchia Lonely Planet ed una recente di National Geographic, fatta molto bene.) Scegliamo tre portate di pesce: un carpaccio di polpo alla gallega (ottimo, ma tutt’altro che abbondante), dei gamberoni con verdure, spiedini di pesce, due calici di vino, acqua, per un totale di 48,00 €: un’ottima cena in un locale, direi, “di lusso”, piacevolmente climatizzato (non adatto però a chi desidera abbuffarsi, spendendo poco).Usciamo e torniamo sulla Rambla, affollatissima! Ci sediamo a “Casa Lola”, Rambla n.45, e prendiamo due grandi calici di sangrìa: io “de vino tinto” e mio marito “ de cava” (classico spumante o prosecco spagnolo): tot. 20 €. Ci rilassiamo, osservando e commentando il passaggio: vediamo anche nostro figlio, che è lì con gli amici, per il week-end, in occasione di un addio al celibato di uno di loro. Quella sangìa è molto buona (scopriremo, assaggiandone altre, che è una delle migliori) e molto alcoolica: mi gira un po’ la testa! Prima di tornare in hotel, prendiamo una “stradina” , più o meno di fronte alla Boquerìa, e ci troviamo in Placa de Saint Jaume, dove si trova l’Ajuntament (il Municipio), in stile neoclassico, direi rimaneggiato, e francamente, dall’esterno non è bellissimo. Propongo di andare verso la Cattedrale, visto che siamo entrati nel Barri Gotic e vediamo l’imponente facciata gotica della Seu (cioè la Catedral), illuminata e di grande effetto, sicuramente torneremo a visitarla di giorno. Tutti consigliano di fare molta attenzione ai borseggiatori, fortunatamente non abbiamo avuto problemi (nell’hotel c’era anche la cassaforte!) e in tutte le strade ci sono numerosi agenti di polizia! Arriviamo a Placa de Catalunya (stiamo cominciando ad orientarci e… in caso di bisogno… c’è “google maps!): le fontane sono illuminate con luci colorate e creano vari giochi d’acqua, molto belli e rinfrescanti, in questa calda notte catalana. Fatte alcune foto ricordo, torniamo al nostro hotel, circa all’una di notte. La Rambla ci è piaciuta di più di notte!

Sabato 4 luglio 2015: BARCELLONA

Mi sveglio alle 8. Alle 9 scendiamo per la colazione (siamo al 7 piano e il ristorante per la colazione si trova al -1. La colazione, a buffet, offre una ricca varietà di scelta (dolce, salato, frutta…)

Di solito prenotiamo la stanza + la colazione, così, facendo quasi un brunch, non pranziamo, ma cerchiamo sempre qualcosa di caratterstico per la cena! In ogni luogo che visitiamo, ci piace provare la specialità che lo caratterizza. Alle 10 usciamo; fa già molto caldo!Siamo diretti alla Sagrada Familia, con visita guidata, prenotata sul sito ufficiale Ticketbar, con TGI CityTours, per le ore 12,00 ( 2 biglietti € 59,00), così eviteremo anche le file. Decidiamo di andare a piedi, imbocchiamo l’elegante Passeig De Gracia (dove ci sono i negozi di note firme internazionali della moda) ma non lo percorriamo tutto, giriamo a destra seguendo le indicazioni di Google maps e in 40 minuti circa ( passeggiando) arriviamo: è lì, davanti a noi, con la base un po’ nascosta dagli alberi del piccolo parco antistante una delle sue facciate: ecco la grande basilica cattolica ! Tuttora in costruzione, capolavoro dell’architetto Antoni Gaudí, massimo esponente del modernismo catalano. Solo un genio poteva pensare ad una meraviglia del genere! Cerchiamo il punto in cui incontreremo la nostra guida e siccome è presto ci sediamo in un bar lì vicino, all’aperto, con vista “Sagrada Familia”, e beviamo qualcosa. Alle 12,00 incontriamo Marixella, la nostra guida (siamo 10 italiani), che ci fa apprezzare maggiormente quest’opera dell’Architetto di Dio, poichè da soli non saremmo in grado di comprendere il simbolismo religioso che è l’essenza principale e più intima dell’opera della Sagrada Familia. Il Tempio della Sagrada Familia è come un libro aperto che racconta la storia di una Fede. Le sue pietre, le sue sculture, la sua forte esteriorità e il suo grandioso e colorato interno sono così densi di spiritualità che riescono a farci sentire tutta la fede che quest’opera porta con sè. Sono comunque convinta che anche per un ateo essa rappresenti qualcosa di indescrivibile a parole: lascia senza fiato! La guida ci accompagna all’esterno e all’interno, resta con noi fino alle 13,30, poi noi restiamo ancora un po’, perchè ci è piaciuta troppo! Per il ritorno prendiamo la metro (Linea 2 –purple) e scendiamo a Passeig de Gracia-uscita Rambla Catalunya ( abbiamo fatto il biglietto T10: 10 corse, utilizzabili anche da persone diverse, a € 9,90). Tornati in hotel dopo una doccia, un panino e la siesta, alle 18,00 circa usciamo: Rambla, shopping e poi camminiamo fino alla Barceloneta, arriviamo alle spiagge ( non molto belle, non paragonabili a quelle della Costa della Luz e della Costa del Sol, viste l’anno scorso in Andalusia!). Cerchiamo un ristorante di pesce e mangiamo un’ottima paella de marisco, accompagnata da un boccale di sangrìa e per finire: crema catalana. Il ristorante sul porto, lungo la passeggiata a mare, si chiama Emperador, mangiamo molto bene e spendiamo €78,00 (in due). Stanchi (abbiamo camminato molto!), ma soddisfatti, torniamo in hotel: camera climatizzata. Fa ancora molto caldo.

Domenica 5 luglio 2015: BARCELLONA

Si pensava di fare qualche ora di mare, ma la spiaggia cittadina non ci è piaciuta. Così, dopo l’abbondante colazione, alle 10 circa usciamo, diretti a Santa Maria del Mar, nel cuore del quartiere de La Ribera ( Loris ha letto “La cattedrale del mare” di Ildefonso Falcones e la vuole vedere). L’abside dell’imponente Eglesia de Santa Maria del Mar (in stile gotico catalano)delimita, a ovest El Born (il Barrio Medieval oggi si compone del Born e della Ribera che sono effettivamente adiacenti e le strade al loro interno, sono condivise e per un barcellonese non c’è nessuna distinzione fra i due quartieri). Passiamo da Portal de L’Angel, la via dello shopping, larga, elegante, con un cuore medievale, a ridosso del Barrì Gotic. Credevamo che i negozi fossero chiusi, poichè è domenica, ma non lo sono. Passiamo davanti alla Cattedrale (La Seu) ed entriamo ( è necessario coprirsi le spalle e le gambe, se si indossano shorts o mini). Arriviamo a Santa Maria del Mar: è bellissima, pur essendo situata in un luogo, che direi angusto; l’interno è grandioso, come tutte le Cattedrali gotiche che s’innalzano verso il cielo.

Dopo la visita continuiamo a camminare lungo i vicoli del Born e in una panetteria compro i famosi churros e mi danno anche un bicchierino di cioccolata calda in cui intingerli; ci sediamo su una panchina nell’adiacente piazzetta e li mangiamo ( sono simili al nostro “fritto bianco” romagnolo, cambia la forma…) proseguiamo il cammino e arriviamo al Centro Culturale.

El Born CC non è più un mercato bensì un centro culturale che illustra un periodo della storia barcellonese, quella della guerra di successione della Spagna da 1701 a 1714. Questa costruzione, oggi completamente reinventata, espone sotto la sua struttura metallica una vista sulle vestigia archeologiche. Visto il caldo, pensiamo di andare al Parc de La Ciutadella, qui ammiriamo la grande cascata monumentale e ci ristoriamo, seduti al’ombra, con una birra e una macedonia fresca. Poi facciamo un po’ di foto.

Siamo piuttosto accaldati e non proseguiamo all’interno del parco, che offrirebbe numerose altre attrazioni, ma usciamo, ci dirigiamo verso l’Arco di Trionfo, che non raggiungiamo, perchè torniamo a camminare lungo le stradine del Born e scopriamo così una bella e caratteristica Barcellona (come lo è anche il Barrì Gotico).Giunti a Placa de Catalunya entriamo in un grande centro commerciale “El Corte Inglès” (ce ne sono almeno altri due , qui a Barcellona, di questa catena d i grandi magazzini); saliamo al 9° piano per vedere la città e troviamo un ristorante e un self- service. Alle 14 circa ritorniamo in hotel. Nel tardo pomeriggio, dopo la siesta, usciamo e lungo Passeig De Gracia, fiancheggiato da negozi di marca, da affollati tapas-bar e uffici prestigiosi, arriviamo fino a casa Batlò e a La Pedrera, tappe obbligatorie del Modernismo di Gaudì. Da notare i bellissimi lampion i di Gaudì, inseriti su basi-panchine di marmo, decorate in stile Gaudì. Sono le 20 e forse per cenare è un po’ presto, ma “El Nacional” attira la nostra attenzione (EL NACIONAL – Passeig De Gràcia 24bis); si tratta del primo spazio che riunisce quattro diversi ristoranti ( La Braseria, carne; la Llotja, pesce; La Taperia, tapas; La Paradeta, panini e pasticceria) e quattro banconi di servizio specializzati (cocKtail bar, oyster bar, wine bar, beer bar), per offrire ricette tradizionali di tutta la Penisola, servite in un ambiente singolare, come singolare è la sede: in una straordinaria struttura industriale del XIX secolo, ristrutturata a questo scopo. Noi scegliamo La Taperia (pur essendo ancora presto, è quasi pieno!), non c’è menù in italiano e ce la caviamo con quello inglese. Ordiniamo due birre medie, che ci vengono servite in vasetti di vetro (tipo Bormioli, quelli delle confetture) e tre tipi di tapas, a base di pesce. Mentre aspettiamo ne aggiungiamo un’altra, “urlata” dal cameriere; infatti quando il cameriere esce dalla cucina urla il nome delle tapas che ha in mano e chiunque può aggiudicarsele, naturalmente vengono aggiunte al conto del tavolo (ogni tapas costa mediamente € 7 o 8). Noi abbiamo speso € 36,00 (4 tipi di tapas e 2 birre, direi che ogni portata di tapas è suffiente per due). Prima di andare a dormire andiamo all’Hard Rock Cafè. Io non vorrei entrare: siamo poco più che cinquantenni e secondo me siamo un po’ vecchi per quel locale; mio marito insiste e, sentendo della buona musica, entro e scopro che c’è gente di tutte le età: molti più vecchi di noi! Due ragazzi, stile cow-boys, sono sul palco e accompagnati dalle loro chitarre propongono note canzoni country, rock e pop. Beviamo due mojito e ci lasciamo trascinare da quella musica. Il cantante, molto bravo, è Italiano.

Lunedì 6 luglio 2015: BARCELLONA

Usciamo sulla Rambla. Io vorrei andare nel quartiere El Raval, citato da Carlos Ruiz Zafòn ne “L’ombra del vento”, all’altezza di calle del Teatro. Andiamo e constatiamo che questa è la zona più povera del centro antico ( come descritto sulle guide, che invitano a non portare oggetti di valore…) Le stradine sono sporche e ci sono tanti immigrati. All’inizio di Carrer Nou de la Rambla vediamo un altro straordinario edificio di Gaudì: Palau Gùell, ma è chiuso e possiamo notare solo l’architettura esterna. Non proseguiamo, preferiamo tornare nel quartiere gotico e fare un po’ di shopping. Dopo esserci rifocillati, alle 14,30 prendiamo la metro Linea3, diretti a Parc Guell (visita guidata prenotata, sempre on-line, per le 15,30). Scendiamo a Vallcarca e dopo 15 minuti a piedi e in salita (fortunatamenti ci sono tratti di scale mobili! La salita arriva anche al 25%!). Aspettiamo la guida nel punto d’incontro indicato nei biglietti. Siamo 12 Italiani. La guida è sempre Marixella. Entriamo, la prima parte è libera, mentre quella “monumentale” (ma il termine non è corretto) è a pagamento da alcuni anni (Ii Barcellonesi però hanno un loro “pass”, rilasciato dal Comune). Qui Gaudì si è sbizzarrito: metà genio e mtà bambino! É favoloso! Oltre ai mosaici, alle casette stile Hansel e Gretel, la selva di 84 colonne, che sembrano possenti alberi, è spettacolare! Anche la vista di Barcellona, dalla grande terrazza con parapetto a serpentina, merita! Bello! Bello! Bello! La visita guidata dura un’ora e mezza, poi continuiamo da soli. Torniamo in metropolitana. I servizi pubblici di trasporto sono efficentissimi! Ultima sera a Barcellona.

Ceniamo a “La Taverna de Barcelona” in Ronda Universitat 37: tapas e sangrìa ( non male, ma forse la peggiore di tutte le cene) (10 tapas e un litro di sangrìa: € 50,00).

Dopo cena: Passeig De Gràcia e casa Batlò di notte,

Placa de Catalunya e selfie con fontane illuminate.

Martedì 7 Luglio 2015 : da Barcellona a SARAGOZZA

Dopo la nostra abbondante colazione, alle 10 siamo sull’airbus che ci porterà all’aeroporto, T2, dove abbiamo prenotato un’auto (Firefly) a € 298,00 per 9 giorni (full optional). Ci viene consegnata una Opel Corsa in buono stato. Da Barcellona a Saragozza ci sono circa 300 km e la strada che percorriamo è a pedaggio parziale (spendiamo 39,00 Euro). Impieghiamo 3 ore e 15 minuti. Giriamo un po’ alla ricerca di un parcheggio, non a pagamento, poichè il nostro hotel si trova proprio in Plaza Nuestra Senora del Pilar (la piazza principale). Troviamo un parcheggio libero al di qua del medievale Puente de Pedra (costruito su un ponte romano) sul fiume Ebro.

Lasciamo l’auto, coi nostri trolley attraversiamo il ponte ( come l’anno scorso a Cordoba) e siamo subito in piazza. Alle 14,30 arriviamo all’Hotel Pilar Plaza, un tre stelle, con magnifica vista sulla basilica ( due notti in camera con vista+ colazioni: € 158,00) É caldissimo: 42°. Dopo esserci rinfrescati, usciamo, proprio di fianco all’hotel c’èl’ufficio del turismo ed un’addetta molto disponibile mi dà una mappa della città, indicandomi i siti di maggior interesse. Partiamo, sempre a piedi, alla volta del Palazzo della Aljaferìa, una reggia ispano-musulmana, protetta dall’Unesco, costruita intorno all’anno 864.

Durante i secoli è stato residenza dei Re Taifas di Saragozza, dei Re Cattolici ed attualmente è sede della Cortes de Aragon. Il palazzo è visitabile solo in parte e non tutti i giorni, poichè in certi giorni c’è attività di governo. Il biglietto d’ingresso costa € 5,00 a persona. La struttura, a prima vista un castello, conserva parte delle sue mura originali, a pianta quadrangolare, rinforzate da torrioni semicircolari, ai quali si aggiunge la grande torre del Trovador, a forma di prisma, la cui zona inferiore è del IX secolo ed è considerata la più antica di tutta la fortezza. La torre deve il suo nome a un dramma romantico del 1836 dal quale venne successivamente tratto “Il trovatore” di Giuseppe Verdi.

Questa costruzione ospita nella sua parte centrale un edificio residenziale che risponde al modello islamico. Il palazzo taifal presenta uno schema composto da un patio a base rettangolare, all’aperto con una fontana sul lato sud e di seguito due portici laterali con archi. Sul fondo sono delimitate varie zone adibite un tempo ad uso privato e per cerimonie. Nel portico nord si trova una piccola moschea a pianta ottagonale, al cui interno si osserva una ricca decorazione con i tipici motivi arabi, per questo viene da alcuni paragonata alla grande moschea di Cordoba e all’Alhambra di Granada, ma secondo me non c’è paragone!

Dopo la riconquista di Saragozza da parte di Alfonso I nel 1118 , il palazzo diventò la residenza di molti monarchi aragonesi, i quali fecero successive opere di ampliamento e modifica . Durante il regno dei Re Cattolici, una parte dell’Aljaferia fu destinata ad ospitare la sede locale del Sant’Uffizio (1486). Successivamente vennero compiuti alcuni significativi interventi sull’Aljaferia. Venne infatti eretto un secondo piano su un’ala del palazzo e aggiunta una maestosa scalinata di accesso al corpo principale dell’edificio.

La nostra visita dura circa un’ora e mezza. Torniamo in hotel molto stanchi, per il grande caldo e per la mezz’ora di cammino Alle 21 usciamo per cenare, giriamo un po’ per la bella città ed entriamo a Las Palomas- Buffet tapas – plaza de El Pilar: tapas a self service a € 13,95 a persona, compresi i dessert. Per quest’ottima cena spendiamo € 34,00 (comprese tre birre).

Passeggiamo un po’ sulla splendida piazza de El Pilar, delimitata da fontane, in cui bambini e adulti si bagnano i piedi per il grande caldo. Sul lato occidentale della piazza c’è la modernissima Fuente de la Hispanidad, che vela d’acqua una lastra di cemento in cui si specchia il centro della città.Verso mezzanotte torniamo in hotel, dopo un ultimo sguardo alla basilica de El Pilar, dal balconcino della nostra stanza, al terzo piano.

Mercoledì 8 luglio 2015 – SARAGOZZA

Ci svegliamo alle 7,30. Abbiamo dormito bene nel letto king. Peccato che il bagno sia un po’ buio! Dopo la colazione, servita in tavernetta, usciamo per la visita alla Cattedrale del Pilar, gioiello dell’arte barocca, costruita tra il 17° e 18° secolo su un tempio gotico che succedette ad uno di stile romanico distrutto durante un incendio. La sua costruzione si concluse definitivamente nel 1961. Questo edificio dà le spalle al fiume Ebro ed è famoso per il magnifico affollarsi di torri e guglie policrome sul tetto, oltre che per il potere miracoloso della statua della Madonna conservata al suo interno. Questa enorme Basilica custodisce dipinti del Goya, che qui nacque, oltre alla veneratissima colonna (pilar) che si dice indicata dalla Madonna (apparsa a Saragozza il 2 gennaio dell’anno 40) perchè intorno vi fosse fondato il primo tempio in suo onore. Oggi è una delle mete di pellegrinaggio della Cristianità, dopo San Pietro e Santiago di Compostela. Saliamo anche su una delle torri-campanile (ascensore e scala a chiocciola, con biglietto di € 3,00 a persona). C’è un forte vento. Ammiriamo le cupole più basse e il fiume Ebro. Visitiamo poi La Seo (così chiamata perrchè era la sede , in aragonese “seo”, della cattedra vescovile), la cattedrale cittadina a 5 navate, con una storia che va dal periodo romano al XVIII secolo. L’esterno è irregolare e sorprendente e l’interno presenta una profusione di cappelle ( ben 18!), pilastri, opere d’arte e sculture, qui la potente luce di Saragozza è filtrata da finestre rotonde. Molto, molto bella! Dalla Cattedrale si accede anche al Museo degli Arazzi ( compreso nel biglietto d’ingresso: € 3,00 a persona), da visitare! Continua poi la nostra scoperta del capoluogo dell’Aragona. Saragozza è piena di chiese: vediamo Santa Isabel de Portugal e San Juan de de Los Panetes ( con la torre pendente), dietro alla quale restano numerose tracce di mura romane, chiuse tra il Torreon de la Zuda, scampolo della dominazione musulmana e l’architettura in acciaio e vetro del Mercado Central. Percorriamo l’elegante Calle Alfoso I e Calle Jaime I; alle 14,30 rientriamo. Alle 17,30 continuiamo la visita della città , passando da Calle Alfonso I arriviamo a C/o Coso , molto trafficato, come Plaza d’Espana, che non ha niente di caratteristico, percorriamo altre calli interne, strette e originali. Ci fermiamo in una gelateria in Plaza de El Pilar. Alle 21,30 andiamo verso la parte nord della città, dove avevamo notato molti ristorantini e tapas-bar.Entriamo a Casa Lac, un elegante ristorante (è il nostro 31° anniversario!). Io prendo “Bacalao asado” con verdurine grigliate, Loris “Solomillo” ( simile alla nostra fiorentina), aggiungiamo due coppe di vino bianco della zona, concludiamo con dolce (un fresco cheese cake ai frutti di bosco) e caffè, per un totale di 64,50 Euro.

Giovedì 9 Luglio 2015: verso VALENCIA

A Saragozza c’è molto vento. Partiamo alle 10, dopo colazione. Saragozza-Valencia: circa 300 km. Alle 14,00 circa siamo in hotel (Hotel Dimar – Gran Via Marquès del Tùria, 80, un 4 stelle in ottima posizione per visitare la città e per raggiungere la Città delle Arti e della scienza) dopo aver parcheggiato al di qua del Ponte de Aragon (parcheggio libero). Il receptionist è molto cordiale, su nostra richiesta ci cambia anche la stanza , perchè preferiamo la doccia, però dobbiamo attendere un’oretta prima di entrare. Ci fornisce una mappa della città, indicandoci il centro storico, poco distante, e trattiene i nostri bagagli. Così ci avviamo verso il centro: tanti sono i bei palazzi storici! Arriviamo al Mercado Colon, antico mercato ora sede di negozi, di bar e ristorantini.

(La struttura dei Mercati, qui in Spagna è molto simile (la Boqueria a Barcellona, il Mercato Centrale di Sragozza): metallo, vetri colorati, ceramiche. Continuiamo su C/o Colon e ci troviamo vivino ad un “El Corte Inglès”( qui, nel centro storico di Valencia, ne vedremo tre), entriamo perchè siamo proprio accaldati, non per fare shopping.

Verso le 16,00 entriamo in hotel: stanza n° 705, bella, grande, ben arredata con grande bagno e grande doccia! Però la vista è inesistente: su di uno stretto cortile interno, almeno è silenziosa!Alle 19,00 usciamo, c’è ancora tanta luce e,apiedi, visitiamo parte della città vecchia, arrivando a Placa dell’Ayuntamiento, caratterizzata da uno stile architettonico eclettico e da una forma triangolare, rallegrata da una fontana centrale e circondata da storici edifici, come il Municipio di Valencia.

Qui ci sono larghissimi attraversamenti pedonali, tutti sincronizzati e si passeggia tranquillamente. Prima di arrivare in piazza, oltrepassiamo una grande chiesa ed entriamo: è la Basilica San Vincente Ferrer (molto bella e non segnalata sulle nostre guide) .

Continuando vediamo un altro edificio in stile gotico: è la Lonja de La Seda, patrimonio mondiale dell’umanità, poichè a quest’ora è chiusa, torneremo a visitarla. Si trova proprio di fronte al Mercado Central. Cominciamo a sentire un po’ di fame e ci fermiamo proprio dietro la Lonja a El Rall e ceniamo con paella de marisco e vino tinto (non prendiamo la paella valenciana, che è a base di pollo e coniglio), spendiamo 55,00 euro in due.

Venerdì 10 luglio 2015 – VALENCIA (2° giorno)

Oggi: “Ciudad de las artes y las ciencias” (Città delle arti e delle scienze). Decidiamo di andare a piedi, lungo i viali dei Giardini del Turia, parco costruito sul letto di un fiume, il cui corso è stato deviato, nel 1958, per proteggere la città dalle inondazioni. Questo parco è un lughissimo serpente verde, ricco di piste ciclabili, viali fra le palme e le fontane e non mancano gli intrattenimenti per i bambini ( come l’area Gulliver). Noi ne percorriamo circa due chilometri fino alla Città delle arti e delle Scienze, dalle forme futuriste ideate dall’architetto e ingegnere valenciano Santiago Calatrava. Quest’architettura moderna si cala con delicatezza nella natura: il bianco delle avveniristiche costruzioni si appoggia e si riflette su specchi d’acqua verde-azzurro, che in queste calde giornate d’estate danno senso di refrigerio. Il primo edificio che si incontra, provenendo dalla città è il Palazzo delle Arti Reina Sofia, (ora in ristrutturazione), un’enorme conchiglia che si schiude verso il basso e che ospita quattro auditorium con tecnologie all’avanguardia. Dopo aver fatto i biglietti (Museo della scienza+ Emisferico+ Oceanografico: 36,25 a persona, io non pago il museo, in quanto insegnante, quindi 8,00 Euro in meno) entriamo all’Hemisferic, per una proiezione in 3D (in lingua italiana ce ne sono solo due e noi scegliamo “Universo occulto” su stelle, pianeti e ricerche recenti ( piuttosto noioso, dopo l’entusiasmo iniziale, e lungo: 40/45 minuti). L’Hemisferic è più bello esternamente: un grande occhio che emerge parzialmente da uno specchio d’acqua celeste, coperto da una palpebra dalle lunghe ciglia sotto cui si intravede la pupilla, una struttura sferica che ospita un cinema IMAX e un planetario per la proiezione tridimensionale di documentari.

Entriamo poi all’Oceanografico e con audioguida (al costo di 5,00 Euro) cominciamo dal Mediterraneo.

Molto bello! Bello anche l’Umbracle, un giardino “sospeso , protetto da una robusta, ma discreta, rete di acciaio, che ospita uccelli colorati, come l’ibis rosso, altri col becco a spatola, oltre a tre iguane.

L’Oceanografico è il più grande parco marino in Europa e abbiamo dedicato ad esso quasi tutto il pomeriggio (a partire dalle ore 11,00…fino alle 18,00 circa); il complesso è diviso in zone che riproducono gli ambienti marini più disparati presenti sulla Terra. La parte più suggestiva si può considerare un tunnel sottomarino della lunghezza di 70 metri.

Per il Museo della Scienza Principe Felipe non ci è rimasto molto tempo, ma entriamo. All’interno le tante attrazioni interattive avvicinano le menti dei visitatori all’infinito mondo , sempre in aggiornamento delle materie scientifiche. Anche noi ci siamo cimentati in diversi esperimenti, divertenti einteressanti. Intorno alle 20 circa usciamo e in 40 minuti circa arriviamo all’hotel. Dopo una doccia, pur essendo molto stanchi usciamo, andiamo nel centro città e ci fermiamo vicino al Mercado Central, in un chioschetto molto affollato ( perciò pensiamo si mangi bene) e prendiamo due paelle de marisco e una caraffa di sangria, spendiamo 26,00 Euro, ma è la peggiore paella che abbiamo mangiato in Spagna!

Sabato 11 luglio 2015 – VALENCIA (3° giorno)

Ultimo giorno a Valencia: visitiamo La Cattedrale (biglietto: 5,00 Euro a persona). La Cattedrale, un insieme di stile barocco, gotico, romanico, venne edificata su un’antica moschea, e la sua costruzione iniziò nel secolo XIII, anche se subì diverse modifiche fino al secolo XVII. Combina diversi stili architettonici, con un chiaro predominio dello stile gotico. Uno dei gioielli conservati al suo interno è la Cappella del Santo Cáliz, dov’è conservata la reliquia del Santo Calice, una coppa del secolo I d.C. che secondo la tradizione venne utilizzata da Gesù per istituire l’Eucaristia.

Dopo la Cattedrale decidiamo di andare alla Lonja de la Seda ( la Borsa della seta) ; il biglietto costa 3,00Euro e l’audioguida ha lo stesso prezzo, fortunatamente la prendiamo perchè ci svela notizie, particolari e simbolismi che ad occhio nudo non avremmo notato.

La Lonja de la Seda di Valencia, costruito nel corso del XV secolo, è testimone dell’antica prosperità della città e nel 1996 è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il Mercato della Seta segue esteriormente le forme architettoniche di un castello medievale. Si compone di quattro parti: la Torre, la 3Sala del Consulado del Mar, il Patio de los Naranjos (Cortile degli Aranci) e la Sala de Contratación, ossia il salone dei contratti, formato da tre navate longitudinali. Quest’ultimo è l’ambiente più spettacolare, grazie al tetto formato da volte sostenute da colonne elicoidali di quasi16 metri d’altezza.

La Lonja fu costruita nel momento di maggior ricchezza di Valencia e qui è stato firmato il primo pagherò della storia, antesignano dei moderni assegni. Per alcuni il suo interno rappresenta un’allegoria del paradiso, con le colonne che rappresentano le palme e le cupole come simbolo della volta celeste. Molto suggestivi sono i gargoiles, che rappresentano la parte terminale dei canali di gronda ornata con figure animalesche o mostruose in stile gotico. La Lonja si trova proprio di fronte al Mercado Cendral,una struttura di vetro e ferro, ricco di colori, profumi, bancarelle di frutta, verdura, salumi, pesce, carne,…

Ci fermiamo poi in una piazzetta,dietro la Lonja e seduti all’ombra di un ulivo prendiamo la famosa “Acqua di Valencia”, un cocktail a base di succo d’arancia e cava: molto buona! Camminando verso il nostro hotel, voglio comprare un’orchata, venduta in uno dei carretti (come quelli del gelato di una volta) lungo numerose vie: ha un sapore dolciastro simile alle mandorle e al cocco, infatti di fa con dei frutti secchi simili alle nostre mandorle. Alle 17,30 torniamo in hotel, dopo aver fatto anche un po’ di shopping ( ci sono almeno tre centri “El Corte Inglès” e bei negozi). La sera torniamo in Placa de La Reina e andiamo a cena in un ristorante dietro la Iglesia De Santa Catalina a “Taska Hogan”La coveta c/ Vallanca 3, invitati da una delle cameriere, che scopriamo di origine napoletana; mangiamo in strada e prendiamo” Paella de bogabante “( con pesce e astice), 2 coppe di sangrì e 2 coppe di agua de Valencia, mentre aspettiamo ci vengono seviti dei crostini di pane da intingere in una salsina di pomodoro fresco, a cubetti. Il costo totale è di 66,00 Euro.Finiamo alle 23,30 e dopo di noi arriva ancora gente, infatti abbiamo notato che a Valencia, a differenza di altre città spagnole, si cena molto tardi, non prima delle 21,30.

Domenica 12 Luglio 2015: da Valencia a PENISCOLA

Comincia il nostro viaggio di ritorno (il 15 luglio dobbiamo essere all’aeroporto di Barcellona per imbarcarci alle 22,00) e, come concordato in fase di progettazione viaggio, ci aspettano tre giorni di mare. Però, grazie ad una turista per caso, ho letto di questa “Peniscola” e la descrizione mi ha attratto, perchè qui oltre al mare ci sarebbe stato anche “qualcosa” di artistico-storico da vedere.

Ci svegliamo alle 8, preparo le valigie, alle 9 scendiamo per la colazione (ottima e con bella vista!). Alle 10 circa partiamo. In auto costeggiamo la playa di Valencia, dove non siamo stati, poichè non ne abbiamo avuto il tempo. Vediamo spiagge lunghe, ma poco attrezzate; è domenica e vediamo una miriade di persone che va verso il mare con sedie, ombrelloni, frigobar,…

Da Valencia a Peniscola: 130 km. Percorriamo l’A 7, che è a pagamento e spendiamo circa 13,00 euro. Arriviamo in questa caratteristica cittadina, su tre lati dal mare, con spiaggia del sud, spiaggia del nord e porto. Il nostro alloggio “Pension Chiki” si trova dentro le mura della città fortificata, con castello dei Templari. Il papa Benedetto XIII, detto Papa Luna (chiamato a sostituire Clemente VII come Papa ad Avignone) lo scelse quale luogo di reclusione da dove lottare per l’unità della Chiesa Cattolica. La fortezza domina il punto più alto della penisola. La corte d’armi è un delizioso belvedere affacciato sul Mediterraneo. Fuori dalle mura ci sono hotel, appartamenti, residence che confermano l’immagine turistica di queste spiagge. Io ho scelto una pensioncina caratteristica dentro le mura, che sorge su una calle lastricata, in salita, quindi si presenta subito il problema del parcheggio. L’addetta dell’ufficio turistico ci indica parcheggi pubblici, in basso, fuori dalle mura. Ne troviamo subito uno (nel pomeriggio scopriremo che il lunedì diventa la sede del mercato, fortunatamente solo in alcune parti e noi, per caso, abbiamo parcheggiato vicino all’ingresso, dovele auto possono essere parcheggiate anche il lunedì), ma servono monete e ne abbiamo alcune (5,00 euro) che ci permettono di arrivare alle 17,00, poi andremo ad aggiungerne altri 10,00 per arrivare al giorno dopo, quando ripartiremo (dalle 2 di notte alle 10 del mattino non si paga). Con due trolley cominciamo la salita, fino a Calle Mayor 3. La pensione è a conduzione famigliare e ci accolgono cordialmente, non parlano Italiano e Inglese, ma ci comprendiamo (in questa zona ci sono molti Francesi). Il marito, un simpatico ometto di mezz’età, ci accompagna in stanza al terzo piano, salendo per una scala “a chiocciola” a pianta quadrata.

È fiero di mostrarci la vista, a più di 180°, dal piccolo balconcino. Fa caldo, ma c’è il ventilatore a soffitto e il climatizzatore! Sono le 14,30 e dopo una doccia andiamo in spiaggia: Spiaggia del Sur, prima però giriamo un po’ intorno al castello costruito su rocce a picco sul mare. La spiaggia è sabbiosa ( come le nostre, in Romagna), l’acqua è limpida e caldissima. Non ci sono stabilimenti ( forse sono più avanti, in zona hotel…), ma almeno ci sono docce libere e alcune palme. Alle 17 andiamo a cambiare lo scontrino nel parcheggio, dopo aver cambiato i soldi, poi torniamo in spiaggia e restiamo fino alle 19,00 (fortunatamente a Barcellona avevamo comprato i cappelli!). La Pension Chiki è anche Ristorante. Alle 21 i tavoli, disposti in strada, sono tutti occupati, scendiamo e per noi ne aggiungono uno. Il proprietario ci consiglia “Insalata valenciana” , che scopriremo ottima! Insieme a quella ci porta un carpaccio di baccalà, con“sughetto” fresco di pomodori e cipolla tagliata sottile. Loris sceglie poi un piatto di pesce “marescado” , costa abbastanza (38,00 euro) ma è ricco e abbondante: astici, cozze, gamberi vongole, seppie, mazzancolle,… : mangiamo abbondantemente e bene (tot.: 68,00 euro, ma è la cena migliore di tutta la vacanza!) Anche la sangrìa è eccellente (servita in una caraffa di coccio, da versare in due calici contenenti limone, arancia e ghiaccio) e il loro digestivo alle erbe! Dopo cena: passeggiata. Il paesino abbarbicato sulla collina, si anima: le stradine, i vicoletti, tutti in salita, sono pieni di bar, ristoranti, negozi, luci,… Stupendo! Torniamo stanchi e, benchè i letti siano un po’ strettini, dormiamo profondamente, anche se proprio davanti al terrazzo c’è il campanile della chiesa coi suoi rintocchi, che non sono affatto fastidiosi.

Lunedì 13 luglio 2015: da Peniscola a SALOU

Al mattino ci svegliamo alle 8,30 in un silenzio rotto solo dai rintocchi del campanile. La colazione sarà servita a partire dalle 9,30 e allora, dopo aver sistemato i bagagli, usciamo per un’ultima visita e per le foto. Tutto è chiuso (in Spagna si svegliano tardi!) e lungo le stradine incontriamo solo poche persone benchè sia lunedì. Alle 10 torniamo per la colazione, che ci viene servita all’aperto: pane tostato, burro marmellata, bicchierone di spremuta d’arancia, cappuccino ( sembra normale, ma consumata in questo contesto è gustosissima!) Seguono i saluti (da sottolineare la cordialità della proprietaria!). Pension Chiki è un due stelle, ma ne vale di più!

Alle 11,00 partiamo da Peniscola e arriviamo a Salou (detta la spiaggia d’Europa), in Costa Daurada, alle 13 circa (distanza circa 120 km). Qui i parcheggi ci sono, ma costano parecchio: non meno di 20 euro al giorno. Parcheggiamo vicino alla spiaggia, per poco, e arrivati all’Hotel H10 Princess Salou, chiediamo del parcheggio convenzionato con l’hotel ( 16 euro al giorno). Salou è una grande città di mare. L’hotel è dotato di una bella piscina, noi abbiamo una stanza al 4° piano con vista piscina e dal terrazzo vediamo che i lettini a bordo piscina sono tutti occupati, allora decidiamo di andare in spiaggia. Qui ci sono lunghe spiagge, andiamo alla Playa de Levante e stendiamo i nostri teli sulla sabbia, anche qui la spiaggia è libera e molto affollata. Quando torniamo ci fermiamo in piscina e poi ci prepariamo per la cena. Qui abbiamo scelto la mezza pensione (50 euro in più per due giorni, per due persone). La cena è a buffet, ricca e varia. Dopo cena a bordo piscina c’è musica! Ma noi andiamo a riposare.

Martedì 14 luglio 2015. SALOU

Dopo la ricca colazione a buffet, facciamo una passeggiata alla ricerca di altre spiagge e troviamo Playa des Capellans, piccola , fra scogli rossi, e noi non siamo attrezzati, ritorniamo all’hotel per una giornata di relax: solarium, idromassaggio, piscina (acqua-gym con animatore) e sole. Nella piscina c’è anche una cascata (utilizzabile come doccia). La sera, dopo una buona cena a buffet, facciamo una passeggiata lungo l’ampissimo lungomare: tre viali paralleli all’avenida principale, fra palme e fontane.Anche quando fa buio la gente è ancora in spiaggia e ancora qualcuno fa il bagno. Ci sediamo in un bar: mojito e tequila sunrise in riva al mare.

Mercoledì 15 luglio 2015: da Salou a Barcellona

Sveglia alle 8. Colazione. Un’oretta in piscina. Ore 12: partenza. In un’ora e mezza siamo a Barcellona. Poichè l’aereo partirà alle 22, pensiamo di fare un ultimo giro in città e parcheggiamo nella zona Passeig de Colom. Ripercorriamo La Rambla, che ora ci appare più famigliare, arriviamo a Placa Catalunya e passeggiamo lungo Portal de L’Angel. Ritorniamo al monumento di Colombo e, recuperata l’auto, andiamo verso l’aeroporto. Ceniamo in aeroporto. L’aereo per Bologna parte regolarmente e arriviamo 20 minuti prima del previsto.

Anche questa parte della Spagna mi è piaciuta molto, ma l’Andalusia resta al primo posto.



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