Com’è dura l’Estramadura

In lungo e in largo per regione della Spagna passando per Zafra, Caceres, Carmona...
Scritto da: viagginerodavol
com'è dura l'estramadura
Partenza il: 03/06/2012
Ritorno il: 10/06/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Eccomi nuovamente a vostra disposizione per raccontarvi il nostro ultimo (rituale) viaggio in Spagna, stavolta abbiamo scelto una regione poco conosciuta ai turisti italiani: l’Estremadura! E’ una regione che confina interamente con il Portogallo, e già si capisce dal nome stesso che è una regione abbastanza brulla dove l’industrializzazione è quasi assente ed è l’agricoltura che la fa da assoluto padrone con sterminate coltivazioni di mais, vigneti, alberi di sughero e querce.

Il nostro viaggio comincia a essere costruito tra gennaio e febbraio di quest’anno e, stavolta, decidiamo di partire da Palermo con un volo dell’affidabile compagnia irlandese Ryanair; gli orari sono abbastanza comodi anche per noi che partiamo da Messina, ed il collegamento con il capoluogo siciliano e poi con l’aeroporto lo compiamo tutto con i mezzi pubblici e così risparmiamo e non ci stressiamo con la guida. Si parte puntualmente alle 16,55 passando prima, dalle forche caudine del personale della compagnia aerea che controlla ossessivamente le dimensioni di nostro bagaglio a mano. Arriviamo all’aeroporto di Siviglia, alle 19,40 e con passo spedito andiamo alla ricerca dello sportello della Budget con cui abbiamo prenotato una Seat Leon per tutta la settimana del nostro soggiorno in Spagna, piccola notizia di servizio: per la prenotazione della macchina abbiamo utilizzato il motore di ricerca di e-noleggio che confronta diverse compagnie che si occupano di noleggio di auto.

Presa in carico la macchina, era nuova di zecca, partiamo per la nostra prima tappa in terra spagnola e ci dirigiamo direttamente verso il paesino di Zafra, dove alloggiamo nel locale Parador. Devo confessare che è stata una bella sfacchinata farsi, appena atterrati, oltre due ore di macchina, ma ne è valsa la pena trovarsi già in loco il mattino successivo per cominciare già il nostro tour in Estremadura.

04/06/2012

Riposati, ci dedichiamo a una veloce visita di Zafra (paesino molto grazioso), e poi riprendiamo la nostra macchina. Il tragitto odierno ci porterà a visitare Olivenza dove abbiamo girato il centro antico all’interno delle mura del castello che caratterizza la cittadina al confine con il Portogallo e visto una bella chiesa con dei bellissimi azulejo, aperta al pubblico, “ grazie “ a… un funerale che era appena terminato.

Ci rimettiamo in macchina e fatta scorta di acqua (faceva un caldo tremendo) ci dirigiamo verso Badajoz, non ci ha preso per nulla tant’è che delusi riprendiamo la macchina, risaliamo ancora la regione e andiamo verso Alcantara, questa cittadina vale veramente la pena visitarla, sia per la pace “ estrema “ che si respira perché tranquillissimo (eravamo veramente pochi i turisti in giro ), sia per i primi incontri con le cicogne (ci accompagneranno per tutto il viaggio avvistandole in tutti i tetti dei vari abitati che visiteremo ) e soprattutto per il ponte romano perfettamente conservatonelle sue vesti originarie. Noi la visita l’abbiamo fatta a piedi scendendo e poi risalendo da una collinetta da cui si gode tutto il panorama del ponte e del fiume sottostante, ma volendo si può anche arrivare in macchina e passare sul ponte con il proprio mezzo per poi visitare il paese di Alcantara. Nel tardo pomeriggio andiamo a riposare le stanche membra presso il Parador di Plasencia (super consigliato), dove avevamo prenotato la mezza pensione.

05/06/2012

Colazione nel refettorio del convento dove abbiamo alloggiato e via alla visita di Plasencia. La cittadina è veramente carina, ci siamo persi tra le viuzze e visto le chiese antiche della parte vecchia della città con tutta la tranquillità che ti può dare una città molto bella ma anche poco frequentata dal flusso turistico di massa; il palazzo vescovile, la cattedrale dove in un batter d’occhio si passa dalla parte medioevale del sito alla parte rinascimentale della chiesa. Nella piazza Mayor abbiamo la fortuna di poter gironzolare tra le bancarelle di un mercatino caratteristico dove cominciamo ad assaporare (lo faremo per tutto il viaggio) le ciliegie dal gusto buonissimo, risalendo nel contempo sulle mura che circondano la parte vecchia della città da cui si gode un bel panorama della campagna sottostante.

Riprendiamo la macchina, nel tardo pomeriggio, e ci dirigiamo verso il monastero di San Jeronimo, dove si ritirò in esilio l’imperatore Carlo V. Dal monastero si può visitare, in maniera autonoma e con l’aiuto di un audioguida, l’interno e le varie camere che hanno dato alloggio agli ultimi anni di vita del potente imperatore spagnolo. Alla fine della visita andiamo all’avventura su di una stradina molto stretta che ci porta fino a un gioiellino medioevale “ Ollanta de Holla “ (dove ci sono alberi di ciliegie a perdita d’occhio ma, dato che siamo quasi all’imbrunire, decidiamo di rimandare la visita al giorno successivo e ritorniamo sui nostri passi verso Jarandilla de la Vera dove ci ospiterà per la notte il locale parador che è un castello in cui Carlo V alloggiò in attesa che fosse ultimata la costruzione del monastero prima descritto.

06/06/2012

Riposati e colazionati a dovere, riprendiamo la strada del giorno precedente e volgiamo il muso della nostra Leon verso Ollanta de Holla. Posteggiamo e mettiamo piede nel… medioevo…

Case con architravi che segnano la costruzione del 1700, del 1600, una chiesetta che una signora del posto si presta a fare da guida davvero carina, con un organo a pedale molto antico, il borgo centrale è addirittura tutto con le case a graticcio e una ha la particolarità di avere una trave portante che poggia su di un unico masso in mezzo alla strada. L’aria è di quelle che non respiravi e non ricordavi che potesse esistere così frizzante e pulita, non si sente un rumore che non sia dettato dalla natura.

Nella tarda mattinata arriviamo a Cáceres e posteggiato nei pressi del barrio vejio affrontiamo la visita della parte vecchia della città con la sua grande plaza Mayor e con l’affidabile guida Touring, cominciamo a camminare per le viuzze. Peccato che noi cominciamo a girare per la città quando quasi tuti i palazzi e le chiese sono chiuse per la siesta pomeridiana, quindi ci avviamo a gironzolare un po’ per ambientarci, attendendo pazientemente le 17,00 quando i principali monumenti della città patrimonio dell’Unesco, aprono al pubblico, ci dedichiamo alla visita concattedrale di S. Maria salendo anche sul campanile da dove si gode un panorama magnifico della città e dei suoi dintorni. Poi alla Casa del Sol, alla Torre di Bujaco, e vediamo dall’esterno la casa della famiglia di Pizarro ed il bellissimo arco dell’Estrella.

Stanchissimi, ma soddisfatti di quello che ci ha regalato Cáceres, andiamo verso Trujillo dove alloggeremo nel locale Parador convento delle suore carmelitane.

07/06/2012

La mattina facciamo colazione nella chiesa sconsacrata del convento e poi ci dedichiamo alla visita della cittadina. Sulla Plaza Mayor si affacciano molti palazzi importanti cui la caratteristica è la costruzione di un balcone algolare sormontato dallo stemma gentilizio del padrone di casa. La città ha dato i natali a Pizarro e la statua troneggia nella piazza centrale davanti alla cattedrale medioevale. Giriamo la città tutta a piedi, testando la forza dei nostri polpacci iniziamo dal castello medioevale, che domina il paese, e di cui sono rimasti solo i muri esterni, poi le viuzze sono piene di palazzi d’epoca più o meno famosi e di chiese, tutti i monumenti sono dei gioiellini cui dedicare del tempo, ma per mancanza dello stesso ci concentriamo sulle cose assolutamente da non perdere per la nostra guida Touring.

Veramente stanchi con le scarpe consumate dal salire e scendere viottoli e viuzze antiche di Trujillo ma felici per tutto quello che abbiamo potuto vedere, riprendiamo la macchina e spostiamo la nostra attenzione alla parte mistica del nostro viaggio. La nostra prossima tappa è il monastero della Vergine di Guadalupe.

08/06/2012

La mattinata ci alziamo con calma e la dedichiamo alla visita guidata in spagnolo (obbligatoria) del monastero e in seguito della chiesa, dove è custodita la statua della Vergine cui poniamo un doveroso e ossequioso saluto ed anche una preghiera. Non è possibile scattare foto all’interno delle mura del convento (e quindi ci dobbiamo affidare solo alla nostra memoria), ma solo al chiostro e all’esterno della costruzione.

Spiritualizzati al massimo, si riprende la macchina e si volge lo sguardo verso Mérida detta la Roma della Spagna per le sue tantissime testimonianze di quell’epoca. Alloggiamo, come di consueto ormai nei nostri viaggi in Spagna, utilizzando la catena dei Parador.

09/06/2012

La città per se stessa non dice proprio nulla (quantomeno a noi ha fatto quest’impressione) mentre i monumenti che la caratterizzano sono assolutamente affascinanti a cominciare dal ponte romano che unisce le due sponde del fiume Guadiana, l’Alcazar, il teatro e l’anfiteatro romano che sono perfettamente conservati, la villa del Mitreo. Tutti i monumenti che ho in precedenza citato si possono girare a piedi giacché non sono molto distanti l’uno dall’altro e cosa molto importante sono visitabili utilizzando un biglietto unico che si può acquistare presso uno qualsiasi di questi.

Dopo le visite di rito ci siamo messi a gironzolare per le vie della città e visitando la Basilica di S. Eulalia (si può andare sotto le fondamenta e visitare le catacombe) abbiamo avuto modo di assistere ad un battesimo “ di massa “ con le donne elegantissime ed a un matrimonio alle “ 14,00 “ del pomeriggio sotto un sole a picco, in cui sposo, sposa e partecipanti tutti avevano un’eleganza da noi è inusuale (gli uomini tutto in mezzo tait e le donne con cappellini più o meno sfarzosi).

Riprendiamo, ancora una volta, la nostra fedele leon e ci dirigiamo verso l’ultima tappa del nostro tour dell’Estremadura – Carmona -.

Con il senno del poi (come al solito) e se la nostra affidabile guida Touring ci avesse avvisato della bellezza di questa cittadina, ci avremmo dedicato almeno una giornata intera. Siamo rimasti davvero affascinati dalla semplicità delle stradine pulite, ordinate e silenziose, delle costruzioni storiche all’interno della cittadina, dal silenzio e dalla tranquillità di tutto il borgo. Abbiamo approfittato della vigilia della festività del Corpus Domini, il paese era pieno di festoni, appesi ai portoni dei palazzi gentilizi ed alle chiese, con all’interno dei filoni di pane. Partecipiamo anche alla messa pomeridiana che si svolge con un rito particolare (almeno per noi) al momento della comunione è il prete che gira tra i fedeli a consegnare l’ostia consacrata e gli astanti non la prendono subito ma aspettano che l’officiante, dopo un sermone abbastanza lungo, conceda il permesso di ingoiare il Corpo di Cristo. Questa cosa ci ha molto colpito anche per il fervore religioso che caratterizza questa parte di Spagna e che da noi si è completamente perso.

Due parole ancora le voglio dedicare al Parador di Carmona di cui ci siamo assolutamente innamorati. E’ un’Alcazar di Carlo V che domina tutto il paesaggio della campagna circostante e su cui l’occhio si perde nelle profondità e nei colori particolari che contraddistinguono il territorio di cui la costruzione è circondata. Menzione particolare all’interno del palazzo i cui colori del patio cambiano secondo le ore in cui si osserva, al parco che circonda l’Alcazar e alla piscina oserei dire olimpionica che è a completa disposizione degli ospiti dell’albergo. Io e la mia compagna se non fossimo stati costretti a prendere l’aereo il giorno successivo ci avremmo passato almeno altri due giorni in completo relax! Per non parlare del trattamento a cena ed a colazione veramente da ristorante di ottimissimo livello.

10/06/2012

Con vero e vibrante (come dice il nostro Presidente della Repubblica) rammarico abbandoniamo il nostro albergo preferito di tutto il viaggio e ci dirigiamo verso l’aeroporto di Siviglia, dove lasciamo la nostra fidatissima e non più immacolata Leon (alla fine del viaggio abbiamo percorso oltre 1.300 km.) e facciamo il peroro inverso che ci riporterà a casa.

Le conclusioni sono le seguenti: abbiamo girato in lungo (senza eufemismi) ed in largo tutta la regione della Spagna che c’eravamo ripromessi di visitare, siamo stati colpiti dalla gentilezza, dall’onestà e dalla schiettezza delle persone del luogo che sono ancora rimaste, attaccate a delle tradizioni che da noi stanno scomparendo, in generale i posti che abbiamo visto sono stati di un bello intrinseco alla fattezza dell’opera che si stava ammirando, ma anche per il ambiente esterno che sembrava di un’altra epoca. Siamo stati veramente bene in tutti i Paradores in cui abbiamo alloggiato sia sotto l’aspetto della sistemazione delle camere sia sotto l’aspetto monumentale e mangereccio, (difficilmente abbiamo toppato nella scelta delle pietanze), abbiamo approfittato della promozione proposta dalla catena di alberghi che offrivano la mezza pensione a 80,00 euro a testa.

La Spagna, come l’Asia, ci sono rimasti nel cuore e sicuramente prossimamente ritorneremo perché c’è ancora tantissimo da vedere.

Rimango a vs. disposizione per qualsiasi informazione di cui potreste avere bisogno…

Viagginerodavola.



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