Maiorca: Spagna… Senza Spagnoli

Era fine Luglio e ancóra non sapevamo dove sbattere la testa: da mesi cercavamo una meta, abbiamo mandato fax, spulciato internet, fatto man bassa di dépliant per i vari uffici del turismo presenti a Roma, ma niente ci sembrava interessante. Poi, alla fine, una nostra amica ci consiglia un’agenzia che tratta solo viaggi in Spagna; ci andiamo e...
Scritto da: Costanzo
maiorca: spagna... senza spagnoli
Partenza il: 04/08/1998
Ritorno il: 11/08/1998
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
Era fine Luglio e ancóra non sapevamo dove sbattere la testa: da mesi cercavamo una meta, abbiamo mandato fax, spulciato internet, fatto man bassa di dépliant per i vari uffici del turismo presenti a Roma, ma niente ci sembrava interessante. Poi, alla fine, una nostra amica ci consiglia un’agenzia che tratta solo viaggi in Spagna; ci andiamo e ci propongono l’ultimo pacchetto che avevano per Agosto: una settimana a Maiorca: residence, volo e assistenza 24 h /24 circa 800.000 Lire, prendere o lasciare. Abbiamo preso.

Volo charter da Fiumicino ore 1 e dispari della mattina, aeroporto vuoto, ai gate c’eravamo solo noi del charter per Maiorca. Montiamo sul pulmino che ci porterà all’aereo, e come nel film di Fantozzi passiamo davanti ad aeroplani imponenti, molto belli e rassicuranti: Alitalia, British Arways, Swissair, niente, il pulmino continuava a camminare, Iberia «Sarà il nostro?» «Macché!». Ci guardavamo tutti l’un l’altro ricordandoci che dopo tanto tragitto Fantozzi andò a finire sul Savoia-Marchetti del 15-18 con l’hostess incazzata, e intanto il pulmino continuava ad andare. Ad un certo punto compare nella foschia un piccolo aereo della compagnia Aer Europa, tutto colorato con una grande scritta: “Volare oh oh!” scoppia una risata fragorosa tra i passeggeri «Vuoi vedere che quello è il nostro aereo?» Lo era. E il suo aspetto era un po’ precario «D’altra parte è un charter!». La prendiamo con filosofia e montiamo.

A parte un po’ di turbolenza, l’aereo ci porta senza traumi a Maiorca, l’apparenza ci aveva ingannato. Scendiamo all’aeroporto: fuori di testa! Una struttura ciclopica e ultramoderna, organizzatissima! Nell’ingresso troviamo le hostess dell’agenzia che ci fanno salire sul pullman che ci porterà ai nostri alberghi. Io e le mie due compagne di viaggio veniamo scaricati, con altri italiani reduci dal volo, nella cittadina di Cala Ratjada, davanti al residence El Porto: non di lusso, ma ben organizzato. Là incontriamo altri italiani che già stavano lì e cominciamo a socializzare. Non avevamo una peseta essendo arrivati alle 2h di mattina ed eravamo sprovvisti di ogni genere di conforto: bibite e sigarette, sicché cazzeggiamo a lungo con gli altri connazionali e tiriamo le 9 di mattina, orario di apertura dei negozi; allora cambiamo i soldi e facciamo acquisti.

Una settimana a Maiorca è poca per fare tutto quello che c’è da fare: abbiamo alternato la spiaggia a una serie di escursioni a bordo della mitica Ford Ka rossa che abbiamo noleggiato alla filiale dell’agenzia ad un prezzo molto conveniente. Cala Ratjada si trova sulla costa Nord-Ovest di Maiorca la zona dei Tedeschi: Maiorca è più o meno divisa in 3 zone: quella degli Inglesi, dei Tedeschi e degli Olandesi. Nella zona tedesca tutto è fatto su misura per i Crucchi: i ristoranti fanno specialità tedesche, le discoteche suonano musica tedesca, nei pub si servono birrazze a ettolitri fatte a posta per attirare la voluttà dei tedeschi. Anche le regole sono alla tedesca: il codice della strada è fatto rispettare con puntiglio. Noi avevamo parcheggiato vicino al residence in un posto che credevamo fosse libero. Dopo un paio d’ore andiamo a prendere l’auto per farci un giretto e non la troviamo più. Al suo posto c’era, sul marciapiedi un adesivo triangolare rosso scritto in catalano e in tedesco su cui c’era scritto che la macchina era stata rimossa e che la dovevamo andare a recuperare nel paesino di Capdepera, a 10 km da Cala Ratjada. «Come ci arriviamo?» prendiamo un taxi e quando diciamo al tassista di portarci a Capdepera, lui si fa una risata e dice? «V’hanno portato via la macchina?» Un’umiliazione!! Il poliziotto di Capdepera, dopo essersi fatto una lunga chiacchierata con un amico al telefono, ci dà retta, ci fa la predica sul senso civico dei turisti e ci ridà la macchina dopo averci fatto pagare una bella multa.

Il mare a Maiorca è favoloso, io no sono un grande appassionato, ma devo dire che lì è veramente bello: nelle vicinanze di Cala Ratjada ci sono varie spiagge e calette molto belle. Le escursioni da fare sono parecchie: a Maiorca, quasi ogni paesino nasconde qualcosa da vedere. Noi siamo andati a visitare, a parte Palma de Mallorca che è quasi d’obbligo (non perché sia chissà che, ma perché essendo la città più grande ha offre molte cose utili, come le discoteche o i centri commerciali), il paesino di Sa Calobra col Torrent de Pareis che sarebbe un torrente che d’estate si prosciuga e diventa un sentiero meraviglioso tra due altissime pareti di roccia: un paesaggio tipo film western. Per arrivarci si passa attraverso le montagne lungo una strada tutta tornanti: un po’ di fifa ma emozionante. Tra le montagne della Sierra de Tramontana, c’è il Monastero della Madonna di Lluc, un posto rilassante e carino. Mallorca poi è famosa per le grotte, noi non le abbiamo viste, ma devono essere davvero belle.

Un’atra meta molto bella è il Cap Formentor, un promontorio che termina con un faro, per arrivarci ci passa attraverso boschi e rocce a strapiombo sul mare: mozzafiato.

PREGI E DIFETTI – Cibo: come detto nella zona dei tedeschi si mangia tedesco, ma non mancano dei bei posticini con cucina locale: a Palma c’è il ristorante “Celler sa Premsa”, molto buono, non ricordo l’indirizzo ma è famoso, a Cala Ratjada l’unico posto con cucina maiorchina si chiama “Ca ‘n Manolo” il proprietario (il sig. Manolo) è un tipo un po’ bizzarro (tipo Luciano il Pazzo a Bologna – per chi conosce): ti rallegra la serata e ti fa mangiare da Dio, e non si spende molto. – Prezzi : buoni! È un posto dove la vita non costa per niente cara, ci si può togliere più di uno sfizio senza spendere una tombola.

– Spagnoli: dove stanno? Si va in Spagna, ci si aspetta un po’ di quell’atmosfera caliente. Maiorca sta in Spagna, ma gli spagnoli non vanno a Maiorca e quelli che ci lavorano si sono germanizzati. Il difetto di Maiorca è che, se non vai proprio a grattare bene, non vedi niente di tipicamente maiorchino: tutto è fatto su misura per i turisti.

– Mare: limpidissimo. Ha un colore molto bello, sembra quello dei tropici, ti invita a tuffarti. Un difetto è rappresentato dalle cacche: le calette, oltre ad essere meta di bagnanti lo sono anche di barcavelisti e affini i quali fanno i loro bisogni nel wc della barca e la corrente li porta vicino alla spiaggia. Fanno schifo ma è il prezzo da pagare per godersi il mare di Maiorca.

– L’organizzazione: perfetta! Io ho sempre fatto il turista fai da te, quella è stata l’unica volta che mi sono affidato ad un’agenzia e mi ha soddisfatto alla grande. L’agenzia si chiama Spagnamania, ha sede a Roma, non mi ricordo l’indirizzo, ma chi è interessato mi può mandare una mail e glielo recupero. Ci hanno fornito tutto: dal volo, al residence, ai trasferimenti da e per l’Aeroporto di Palma (gratis), noleggio auto e sistemazione dopo il check-out dal residence in un altro residence (gratis) con piscina fino al trasferimento in aeroporto.

Tirando le somme, dico che Maiorca è un posto che merita veramente un viaggio: se non sapete dove andare, Maiorca è una buona meta, ve la consiglio di cuore. Un saluto a tutti e buon viaggio! Còss.



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