Poseidonia non alghe

Partenza da Orio al Serio per la prima destinazione Mallorca (Cala Ratjada), ritardo del charter di circa 2 ore, pazienza tanto non avremmo potuto vedere tanto dell’isola il primo giorno essendo la partenza cmq prevista per le 18,00. Volo tranquillo con la sorpresa di trovare un cioccolatino nel cestino omaggio per la cena,..... L’aereo plana...
Scritto da: Simona Locatelli
poseidonia non alghe
Partenza il: 09/08/2003
Ritorno il: 23/08/2003
Viaggiatori: in coppia
Partenza da Orio al Serio per la prima destinazione Mallorca (Cala Ratjada), ritardo del charter di circa 2 ore, pazienza tanto non avremmo potuto vedere tanto dell’isola il primo giorno essendo la partenza cmq prevista per le 18,00. Volo tranquillo con la sorpresa di trovare un cioccolatino nel cestino omaggio per la cena,… L’aereo plana quasi sull’acqua con la luna piena ke vi si riflette, dà una sensazione romantica elevata, soprattutto quando accanto a te c’è l’uomo ke ami tanto e ke puoi baciare solo se ti viene voglia…Ritiro bagagli e fortunatamente li ritroviamo entrambi andiamo a raggiungere il nostro accompagnatore…Sono ormai le 23 passate, raggiungiamo l’albergo scelto (La Pineda) dopo la mezzanotte, ci registriamo paghiamo l’ecotassa prevista in tutte le baleari, e dopo aver portato i bagagli in camera ci viene offerta una cena fredda. La mattina dopo sveglia di buon’ora (distruttiva direi) per incontrare il rappresentante del tour operator ke ci fornisce informazioni sull’isola le escursioni e quant’altro. Ci dirigiamo verso la prima spiaggia; Cala Ratjada è una cittadina tranquilla con molti locali e negozi che per lo più si rivolgono ad un turismo teutonico, infatti il posto è pieno di tedeschi di tutte le età. Il porto è una zona con una passeggiata molto bella con locali da un lato (fra i quali si possono trovare ristoranti di pesce (C’an Maya) con piatti tipici, da provare il polipo alla galliega, la paella di solo pesce.) e il porto dall’altro. La prima spiaggia ke vedremo è cala agulla (gulla) è costituita da due calette dove attraccano piccole imbarcazioni e barche a vela. L’acqua è molto pulita e lo si nota dalla presenza della poseidonia ke i più ignoranti scambiano per alghe, in realtà si tratta di una pianta ke cresce e prospera nei fondali più puliti e li mantiene tali nel tempo, quindi la sua presenza è centrale per mantenere così com’è l’ecosistema (vengono forniti opuscoli informativi su questo fatto), mentre si fa il bagno si possono notare i pesci ke nuotano attorno al corpo (attenzione alcuni possono mordere i talloni).

Fra le escursione ke facciamo in attesa della macchina a nolo, c’è quella alle caverne del drago con un lago salato sul quale si svolge un piccolo concerto,… Con le luci ke pian piano simulano un’alba sotterranea, uno spettacolo breve, ma ke merita decisamente. Nel pomeriggio raggiungiamo Cala Mesquida, è una spiaggia molto grande con dune e un’acqua cristallina da restare stupiti, qui ci ritorneremo prima di proseguire per menarca, restandoci un’intera giornata, godendoci i colori diversi ke il sole riesce a donare all’acqua (attenzione ai pesci qui, sono tremendi, soprattutto quando venite usate come esche solo xkè lo smalto sui vostri innocenti piedi li attira come demoni, nuotate al largo dal vostro amatissimo ragazzo entusiasta!!!!) Con la macchina visitiamo Cap de Formentor, la strada per arrivarci è… Un incubo tutta curve (almeno nell’ultimo tratto) in montagna e senza protezioni in molti punti..Brrrrr, baciate copiosamente il guidatore quando vi fermate in cima al faro merita (il mio almeno merita moltissimo). Il mare è blu proprio come lo dipingono nei quadri, le foto sono d’obbligo, scendendo si trova la playa de formentor (lo ammetto per mia colpa non ci siamo fermati, ne porterò il disonore a vita, sigh!!!), dalle cartoline sembra una spiaggia caraibica, proseguiamo il giro verso Cala Betlem, bellissimo paesaggio di roccia con pineta retrostante spiaggia e mare con pietre e per questo ricche di pesci (qualcuno si è anke portato via una stella marina, E’ VIETATO); la successiva è Cala Torta, la strada è degna dei fuoristrada, ma per un bagno rinfrescante si fa di tutto anke rischiare la macchina. La spiaggia è molto grande, ma non ci entusiasma più di tanto. Il secondo giorno visitiamo Sa Calobra (altra strada d’incubo, prima in salita poi in discesa, controllate i freni). Rocce ovunque un torrente con relativo canyon alle spalle di due muri di roccia ke contengono una spiaggia di sassi. Qui la gente arriva, fa un bagno e se ne va dopo aver scattato le foto. Il paesaggio è bellissimo ma l’affollamento in acqua è stressante rimaniamo per un paio d’ore dopo di che riprendiamo il cammino per Valdemossa (unico paese tipico dell’entroterra). Per raggiungerlo altra strada ke s’inerpica nelle montagne. Per quello ke abbiamo visto (30 minuti) è un paese normale, carino pieno di turisti.

L’ultimo giorno di macchina ci dirigiamo verso la spiaggia ke più di tutte ci ha conquistato anke se non ha le caratteristiche caraibiche di tutte le altre, Cala Mesquida.

Partenza per Menorca sabato alle 5,40, volo interno con aereo turbo elica alle 8.15. Volo puntuale atterriamo e di nuovo miracolo ci sono i bagagli e c’è l’ombrellone ke abbiamo fatto imbarcare, via verso l’Aguamarina (Arenal d’en Castell). Il posto è circondato solo da un albergo e case di turisti c’è poco o niente da vedere, però ha una spiaggia immensa e molto bella direttamente davanti (costo vista mare 35 € in più al giorno). La camera ci viene consegnata dopo le 13,30 senza aria condizionata, frigobar (dopo la prima struttura viene quasi da piangere, di nuovo l’importanza di avere accanto un uomo stupendo ke dopo un paio d’ore riesce a farvi sorridere e farvi fare una vacanza stupenda ke ricorderete per il resto della vostra vita, grazie amore mio ti amo!!!!). L’incontro con l’accompagnatrice non fa altro ke sottolineare quello ke già in molti avevano pensato; Menorca è un’isola dove la natura è incontaminata (dichiarata riserva della biosfera insieme ad altre 12 isole), ma dove i divertimenti se non nelle due città principali (Maò e Ciutadella) scarseggiano. Non esistono strade costiere, ma solo una strada ke l’attraversa da una città all’altra, ci sono strade private per raggiungere le spiagge ke si distinguono in spiagge di roccia al nord (battute dai venti) e spiaggie di sabbia al sud (molte delle quali sono dei veri paradisi (ke noi non abbiamo però visto).

Le prime giornate le passiamo sulla spiaggia dell’albergo, godendoci il mare, girando con le mountain bike e passeggiando di sera accanto al mare e naturalmente bevendo sangria.

Con la macchina vediamo Cap de Favaritx con faro a picco sulle rocce, la spiaggia è di sassi, e il mare è ricchissimo di pesci di tutti i tipi. Proseguiamo per Maò dove vediamo il porto naturale più profondo dopo Pearl Harbour e dove assaggiamo uno dei dolci tipici l’ensaimadas (sembra un brioschione gigante), fa caldissimo quindi ci dirigiamo verso una spiaggia per nuotare. Ci fermiamo in una spiaggia urbana dopo Cala en porter, non è il massimo ma il caldo spinge inesorabile verso l’acqua. Al ritorno ci fermiamo alla Cova d’en Xroi, discoteca ricavata nella roccia a picco sul mare (ingresso prima delle danze 7,80 con una consumazione gratuita). Il giorno successivo visitiamo Cap de Cavalleria e relativa spiaggia, (becchiamo l’unico giorno con un po’ di nuvole) la spiaggia è immensa e di colore rossiccio così come le rocce ke la circondano, molti turisti si dipingono il corpo con la terra rossa. Spingendosi un poco al largo si scopre come mai le barche non si avvicinano molto, c’è una secca che permette di camminare con quasi metà corpo fuori dall’acqua a molti metri dalla spiaggia. La sera decidiamo di assaggiare la specialità dell’isola la caldereta de Langosta (per ki apprezza il pesce questa è una squisitezza imperdibile), ne ordiniamo una in due (costa parecchio!!), ma merita veramente.

Portano una zuppa in cui hanno lasciato l’aragosta per più di 4 ore, il sapore è paradisiaco, una vera bontà, tanto ke la finiamo completamente, viene quasi voglia di ordinarne un’altra, ma abbiamo già assaggiato una tortillas de gambas e crepes de mariscos, a ki non gradisce il pesce questa deve sembrare una maledizione!!!.

L’ultimo giorno di macchina visitiamo Cales Coves dove si scattano bellissime foto di una caletta stupenda con tombe preistoriche, ma dove solo se si arriva in barca o si hanno doti di arrampicatore si può pensare di fare il bagno. Va bè (lo ammetto sono io la responsabile di questa discesa), ripartiamo e ci dirigiamo verso Son Bou (la più famosa di tutte) 3 km di spiaggia bianca super piena, ma con un mare notevole e ci becchiamo anke le onde wow…La sera vediamo la Ciutadella dove si nota la più elevata concentrazione di italiani mai incontrati prima (l’isola è piena di inglesi). Giro per la città ultimi acquisti, troviamo i maledetti ventagli in un unico negozio ke chiude alle 23 (alla faccia degli orari spagnoli!!!). Giro al porto e sangria.

L’ultimo giorno lo passiamo al mare di fronte all’albergo ripartiamo per Milano Malpensa con l’ultimo volo di tutto l’aereoporto (00,25) e arriviamo in anticipo di 30 minuti!!!!!!!!! La vacanza non è stata bella per i posti visitati, ma soprattutto per la presenza dell’uomo ke amo, tutto questo è dedicato a te amore, con tutto il mio cuore.



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