Sulle torride strade spagnole

Io o mio cugino, o forse entrambi, abbiamo avuto l’idea di passare le ferie di mezzo agosto, girando per la Spagna, a cavallo di una piccola utilitaria francese, che forse dovevamo revisionare prima della partenza. E’ il mio primo viaggio. Così, riempito il baule di ogni cosa, compreso griglia, carbonella e l’inseparabile pallone, partiamo...
Scritto da: Enrico 9
sulle torride strade spagnole
Partenza il: 05/08/1995
Ritorno il: 19/08/1995
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
Io o mio cugino, o forse entrambi, abbiamo avuto l’idea di passare le ferie di mezzo agosto, girando per la Spagna, a cavallo di una piccola utilitaria francese, che forse dovevamo revisionare prima della partenza. E’ il mio primo viaggio. Così, riempito il baule di ogni cosa, compreso griglia, carbonella e l’inseparabile pallone, partiamo una mattina d’Agosto, da Bologna, con le rispettive ragazze, alternandoci alla guida, Percorriamo la bella riviera Ligure, fermandoci per un breve riposo nei pressi di Varazze, e giungiamo nel Principato di Monaco. Ci fermiamo in un prato, prendiamo dal baule la griglia, il carbone e quant’altro, e mentre mio cugino si reca a Montecarlo ad acquistare 4 grosse fiorentine, accendo il fuoco. Mangeremo dopo 3 ore, la spesa del cibo nettamente superiore al miglior ristorante bolognese, mosche intorno, per farla breve sarà il nostro primo ed ultimo pic nic. La prima notte la passiamo sulla costa francese, in un alberghetto dove ci offrono a buon prezzo un camerone, dove in 2 letti matrimoniali dormiamo tutti e quattro, dopo aver rovesciato nel lavandino il contenuto di una bottiglia di vino rosso ivi comprata a bassissimo costo. La mattina seguente proseguiamo dirigendoci verso i Pirenei, che ci offrono un gradevole spettacolo, e visitiamo Andorra, piccola, carina, fresca. Non abbiamo prenotato in nessuna città, e quella sera inizia il calvario per rintracciare un posto ove dormire. Attraversiamo di notte il confine tra Andorra e la Spagna (Seo de Urgel) almeno 4 volte, seguiti dalla stanca faccia del doganiere. Finalmente, troviamo un piccolo hotel con 2 camere libere. Il viaggio prosegue verso Saragozza, che attraversiamo velocemente (si fa per dire), in direzione di Madrid. Intanto comincia a fare un caldo torrido. Ci fermiamo per la cena, ma forse il cibo, o l’acqua fredda, provocano ad un paio di noi problemi al pancino, tanto che la mattina dopo, diretti a Madrid, dobbiamo fare varie fermate nei campi aridi spagnoli, e non solo per rubacchiare un grappolo d’uva. A Madrid troviamo posto all’hotel “El Mercador”, discreto, e dopo qualche ora di riposo, visitiamo i dintorni dell’hotel, ammirando piazze, fontane, ed il bellissimo palazzo delle telecomunicazioni; abbiamo anche una animata discussione con un vigile municipale. Ci stiamo riprendendo, e partiamo alla volta di Granada. La strada è tutta un saliscendi, spesso incontriamo il cartello del limite di velocità dei 50 km., e sorridiamo, perché in salita la nostra utilitaria non supera i 40. Sulla strada per Granada ci fermiamo a mangiare una sana bistecca, e dirigiamo verso la città dell’Alambra. La Meseta meridionale è davvero dura da superare, considerando che ci manca pure l’aria condizionata e che ci saranno 40 gradi all’ombra…Ma poi quale ombra? In 80 km. Abbiamo trovato un solo albero, per fare uno spuntino, e non vi stò a raccontare cosa c’era sotto quell’albero, penso che tutti i viaggiatori che attraversavano quella zona, siano stati costretti a fare sosta sotto quell’unico albero. Due giorni a Granada, uno dei quali impiegati per la visita di questa residenza araba, l’Alambra appunto. Ricoverati in un alberghetto, con prima colazione in un bar vicino, una fetta di pane duro imburrato e tè o caffè. Abbiamo lasciato il “deserto spagnolo”, e siamo entrati nella Sierra Nevada…Nevada? Co fù? Sorvegliati continuamente dall’enorme toro nero di Osborne (liquore spagnolo), ci dirigiamo verso Almeria, poi Cartagena, Murcia, Alicante, Valencia, Sagunto, Tarragona, e finalmente Barcellona, e finalmente il mare! Eravamo indecisi se fermarci per visitare Barcellona, ma ha prevalso la voglia di arrivare al mare e fare un tuffo in acque fresche. Così ci fermiamo in un quasi sconosciuto paesino di cui ci parlò uno zio, Lloret de mar, e cerchiamo un alloggio. Come sempre, la sera è quasi impossibile trovare una camera, e la troviamo dopo ore, verso la collina. E’ una dependance, ma di che? Camera brutta, lenzuola sporche, e nei corridoi girano brutti ceffi. Nella serratura manca pure la chiave: dormiremo sicuri mettendo l’armadio davanti la porta? Abbiamo dormito sicuri e fino alle 7, eravamo stanchissimi! La mattina seguente troviamo alloggio all’hotel Capri, hotel moderno con piscina, (sfruttata, in quanto la spiaggia è davvero brutta a Lloret de mar) Costo per camera 4.000 lire al giorno. Quattro bei giorni in relax, abbiamo pure assistito in un locale, ad una esibizione di flamenco, con il famoso(?) ballerino Raul, bravo per la verità. Quasi quasi ci dispiace lasciare la Spagna, ora che il peggio è passato, ma dobbiamo ritornare. Ore 8 del mattino, in marcia per il ritorno. Quattro ore per attraversare la frontiera spagnola, con tutti gli automobilisti che allungavano sigarette o altre cose al doganiere, ma perché? Noi non abbiamo dato nulla…E ci hanno fatto accostare ed aprire il baule, ma quando è caduta fragorosamente la griglia, ci hanno intimato di richiudere e andarcene. Verntiquatrore di viaggio, finchè alle 6 del mattino, giunto sul cavalcavia dell’autostrada nei pressi di Borgo Panigale, ho visto finalmente sulle colline di Bologna il santuario di San Luca, e mi sono sentito a casa. A ventuno anni avevo fatto il giro della Spagna del generale Franco a ferragosto, senza prenotazioni e pochi soldi in tasca, e con un’auto che non andava neppure in discesa. Se leggendo questo racconto alcune cose non vi saranno sembrate chiare…Beh sì, forse avete ragione, perchè questo viaggio è stato compiuto 35 anni fa, ma ora, dopo che ho viaggiato tanto, ed in posti belli e comodi, non ho resistito alla tentazione di scriverne. Già, i tempi sono cambiati: chi sapeva allora cosa era una prenotazione via internet, chi conosceva gli agi del più bel resort di Zanzibar? Una cosa positiva era certa: l’età. Ringrazio di cuore la mia dolce metà, allora diciannovenne, che non si è mai lamentata di nulla nonostante le tante avversità. Non voletemene. Ciao, e…Alla prossima.


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