THC trip: The Heavy Català trip

Sabato 02-08 / domenica 03-08 Partenza alle 21.30 da Pinerolo(TO). La macchina è carica ma non troppo. La prima sosta è a 20 Km di distanza: ce la vogliamo prendere comoda. Arranchiamo su per la montagna per sbucare a Gran Faetto, frazione di Villaretto. Qualche parola e risata con i nostri amici che vivono nei dintorni, e poi anche una...
Scritto da: bastalusole
thc trip: the heavy català trip
Partenza il: 03/08/2008
Ritorno il: 13/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Sabato 02-08 / domenica 03-08 Partenza alle 21.30 da Pinerolo(TO).

La macchina è carica ma non troppo.

La prima sosta è a 20 Km di distanza: ce la vogliamo prendere comoda.

Arranchiamo su per la montagna per sbucare a Gran Faetto, frazione di Villaretto.

Qualche parola e risata con i nostri amici che vivono nei dintorni, e poi anche una birra alla Festa del Paese… Ripartiamo a mezzanotte, mentre mi rimbombano le parole del Daviot: “ma volete guidare tutta la notte? Ah ah, 200 Km e vi fermerete a dormire”.

Continuiamo a salire.

Arriviamo a Sestriere e al suo grattacielo da pugno in un occhio…Poi si passa anche Cesana Torinese dopo una parziale discesa inaspettata.

Luoghi quasi inesplorati per me, nonostante la vicinanza. (da cui si capisce che non sono un fan dello sci&compagnia).

La strada è tortuosa, spesso buia, continui sali e scendi che costringono a mantenere l’attenzione alta, specialmente quando si sbuca in Francia, dove sembra che i catarifrangenti sui bordi delle strade non siano molto apprezzati…Mah… Passiamo Briançon e il lago di Serre-Ponçon: questo è già il secondo passo montano corredato di lago che faccio in notturna, ma quello era con altre persone e con altre intenzioni…

Arriviamo a Gap e ci perdiamo per un attimo nel centro città.

Poi ritroviamo la rotta verso Serres.

Le strade finalmente sono meno tortuose, queste tre ore di viaggio sono state massacranti e impegnative, ma ci si sta avvicinando ai fatidici 200 Km.

Il sonno inizia ad avvolgerci.

Faccio dormire Giulia assicurandole il mio restare vigile… Con qualche difficoltà tengo gli occhi aperti… Verso le 4 di mattina si sveglia e le chiedo il cambio… Ci si perde un po’ in mezzo a questi paesini, ma alla fine prendiamo l’autostrada verso Orange rispettando all’incirca ViaMichelin e mi addormento… Dormo una mezz’ora…Intanto passiamo Montpellier e paghiamo i nostri primi 6 € e qualcosa di pedaggio.

Continuiamo sull’autostrada senza troppi problemi di traffico, ci fermiamo a un autogrill dove metto 30 € di senza piombo 95 ottani. (panico appena arrivati al distributore: in paesi così ci ero solo andato con dei diesel!!!abbiamo chiesto e per fortuna, visto che costa meno, ci hanno detto che la 95 andava bene).

Comunque l’ho pagata circa 1,5€ al litro, mentre in Italia nei miglior distributori si era sui 1,4 e qualcosa.

Ripartiamo, usciamo a Leucate continuando a rispettare il tragitto consigliato e paghiamo altri 10 €.

Ormai è giorno, il sonno è scivolato via liquidato con qualche decina di minuti di riposo… Vediamo l’acqua vicino a noi: è il lago omonimo, separato da una piccolissima lingua di terra dal mare.

Il sole splende ed inizia già a fare caldo nonostante siano solo le 8 del mattino.

Ritroviamo strade tortuose a strapiombo sulla costa, simili alle Cinque Terre ma persino un po’ più scorrevoli.

Arriviamo a Cadaques verso le 10: dieci ore di viaggio.

Le stradine scoscese e intricate ci prendono in contropiede: non pensavamo di arrivare in una cittadina così.

Troviamo il campeggio facilmente e andiamo a fare il check-in.

Mi viene chiesto se vogliamo tenere la macchina fuori dal campeggio, il parcheggio è lì di fronte.

Mi si illuminano gli occhi: questa era una possibilità a cui non avevo pensato quando guardavo le tariffe dei campeggi (dove per la macchina si paga sempre dai 5 ai 7 € al giorno).

Non ci facciamo neanche dare l’elettricità, altri 7 € risparmiati (questa è la cosa che ho trovato più fastidiosa qua all’estero, ca**o io pago 10€ al mese di bolletta per un’intero bilocale, mi sembra veramente un furto pagare quelle cifre per attaccare un mini frigo e una luce per un giorno).

Montiamo la tenda in pochi minuti, una classica T3 Decathlon, piccola e veloce (non come la tenda dei miei genitori, grossa ma molto più impegnativa da montare..).

Scendiamo subito verso il mare, all’incirca un 400 metri a piedi lungo una ripida discesa..

Il lungomare è a picco sull’acqua, ogni tanto si apre su qualche scoglio e un paio di spiaggette affollate e piene di barche.

Girovaghiamo in cerca di posti migliori.

Ci decidiamo per una cala più appartata, piena di scogli e sassi.

Giulia per entrare in acqua scivola e cade, io rido..

Ripartiamo per una spiaggia più consona al suo precario equilibrio, ma guardandosi sotto il piede Giulia vede rosso e un bel taglietto.

Inizio a imprecare mentre la lascio zoppicante per andare a prendere la macchina.

Pessima idea.

Mi perdo.

Trovo la macchina.

Cerco di scendere con essa sul lungomare ma le strade si traducono in vicoli pedonali.

Cerco un’altra strada ma scopro che in verità sbocca solo su un’altra zona di spiaggia.

Chiedo e impreco.

Alla fine abbandono il mezzo e corro di nuovo verso il lungomare.

E’ passata più di mezz’ora e ho paura che Giulia abbia iniziato a preoccuparsi.

Zoppichiamo entrambi verso la macchina per tornare al campeggio, lei con il suo taglio, io con i piedi bruciati dalla corsa sull’asfalto bollente.

Decidiamo di prenderci una pausa, take it easy si dice, non prima di esserci spaventati a morte per dei rumori che sembravano provenire dalla Fiesta ma che invece erano di qualche robo-meccanico in movimento.

Facciamo un pranzo veloce con il nuovo forellino da campeggio.

Poi prendiamo l’auto e andiamo a Cap De Creus, a vedere finalmente questo benedetto “parco naturale”.

Ora, sarà la gioventù corrotta da “Airone”, quel simil National Geographic per ragazzi, saranno i libri di geografia, sarà stato Geo&Geo, ma io e Giulia quando si parla di parco naturale pensiamo a boschi verdi, alberi maestosi, animaletti, magari un fiumiciattolo…

Bene: ora ho scoperto che per parco naturale si intende “area protetta gestita principalmente per la tutela degli ecosistemi e il benessere dell’uomo.” Stop.

Infatti il panorama, seppur incantevole, ci lascia basiti: vegetazione assente così come la presenza di animali, sembra una di quelle montagne spelacchiate piene di cave che ogni tanto appaiono anche sulle nostre Alpi… L’unica differenza lo fa il mare e gli scogli (e questo non è poco!!!).

Per guastare naturalmente è immancabile la presenza di decine di yacht e similari, e che per scendere alle cale ci sono tra i 500 e 1000 metri dalla strada da fare in mezzo a pietre e sterpaglie… Avendo entrambi i piedi a pezzi rinunciamo, anche perché non sappiamo quali cale siano più belle e non vorremo ricevere una delusione dopo la fatica che dovremmo fare.

Decidiamo solo di salire verso il faro, passando per una stradina stretta quasi a strapiombo sul mare..Il panorama è splendido, peccato aver dimenticato la macchina fotografica.

Andiamo finalmente a farci un bagno verso Cadaques, in una cala che avevo trovato durante la mia “gita” in macchina mattutina.

Alla sera siamo di nuovo in campeggio, ceniamo a base di pollo preso in una rosticceria e poi la sera girovaghiamo per Cadaques… Speravamo in un po‘ di casino ma non sembra il luogo adatto, solo famigliole e una stradina con un po’ di locali semivuoti…

Andiamo a dormire verso mezzanotte distrutti dall’afa che è salita improvvisamente, ormai sicuri che la nostra permanenza in questa città è agli sgoccioli.

Lunedì 04-08 Ci svegliamo abbastanza presto, saranno le nove circa, pieghiamo la tenda, paghiamo sui 25 € in due e andiamo a visitare la casa di Dalì a Port Lligat.

Avevo prenotato un paio di settimane prima, pagando già una parte del biglietto di ingresso.

Anche qui non è esattamente come me l’aspettavo, ma sicuramente è interessante e curioso.

Leggevo di persone che dicevano “questa è La Casa di Mare”…Beh..La mia concezione è un po’ diversa, temo! Ma ne vale la pena, qualcosa bisogna pur raccontare di “culturale”, no? Finiamo la visita verso le 11.30 e veloci ripartiamo.

Uscendo da Cadaques incontriamo una fila interminabile di macchine che attendono di riuscire ad entrare in città… Sorridiamo sollevati non avendo dovuto subire sorte simile… Abbiamo deciso di scendere abbastanza giù verso Barcellona, in modo da poterla visitare prima del weekend.

Ci fermiamo a Sant Antoni de Calonge, la guida parlava bene di quella zona.

Parcheggiamo l’auto carica lievemente in periferia, ma a soli 50 metri dalla spiaggia.

Il lungomare è stupendo e lunghissimo, chilometri di spiaggia libera piena di docce e similari, tutto gratis (proprio come in Italia…).

Il mare è abbastanza limpido e trasparente, la spiaggia è di ghiaia fine rosata, molto carina e pochissimo fastidiosa, peccato che vi sia un po’ di vento e l’acqua diventi subito profonda.

Facciamo un bagno ristoratore dopo la sudata in macchina, siamo tranquilli e rilassati, e non vi è neanche molta gente.

Per pranzo iniziamo a cercare un posto con prezzi bassi, ma non vi è nulla che ci ispira.

Optiamo per un supermercato dove compriamo pane, affettati, formaggio, birra e anche un paio di brioche. Con una decina di euro facciamo un buonissimo pranzo sul lungomare, sdraiati per terra sull’erba che divide la strada tra zona pedonale e zona per le macchine.

Ci addormentiamo all’ombra intontiti dall’alcool.

Svegliandoci dopo un’oretta vediamo nuvole su di noi, e decidiamo di cercare un campeggio, magari un poco più in giù per vedere altri posti ancora (al massimo si può sempre ritornare indietro..) Incontriamo il campeggio Cala Sa Cova, appena all’inizio di Platja D’Aro. I prezzi e il suo posizionamento in faccia al mare ci fanno già fermare.. (avremmo fatto appena 5 Km).

Scarichiamo la macchina e la riportiamo fuori, evitiamo di pagare così altri 5 euro dovendo solo attraversare la strada per parcheggiare! Il campeggio è molto piccolo con dei terrazzamenti fino ad arrivare ad affacciarsi dieci metri sopra una cala (cala Sa Cova appunto!).

Ci posizioniamo vicino al mare consigliati da Ewu, un signore/ragazzo (ok, se lo incontrate indovinate quanti anni ha..Ah ah..) che gestisce un po’ la parte “operativa” del campeggio.

L’ambiente è molto rilassante, conosciamo subito dei ragazzi spagnoli e subito ci offrono da bere.

Il pomeriggio lo passiamo nella caletta, dove la spiaggia è sempre un po’ ghiaiosa e gli scogli appaiono presto in acqua… Chiedendo a un ragazzo, David, dove ci sono i locali a Platja lui ci dice: “Platja c’è fiesta, ma qui mucho fiesta, mas fiesta che Platja”…E quindi…Lo accompagniamo a fare un po ‘di spesa “alcolica” e la notte la passiamo a bere in spiaggia, trenta/quaranta persone spagnole, francesi (e due italiani, noi!), raccolte intorno a un paio di candele e torce e a un certo numero di frighetti pieni di ghiaccio (lo hielo!!).

Andiamo a dormire che sono le cinque…

Martedì 05-08 Tutto il giorno facciamo “mare”.

Al mattino passiamo in qualche caletta vicina (vi è tutto un percorso che ne costeggia cinque o sei fino ad arrivare a una spiaggia grossa di Calonge da una parte e a quella di Platja dall’altra ), ma poi ritorniamo alla nostra perché le altre non sono niente di che e notiamo anche qualche medusa..

Al pomeriggio finiamo nella spiaggia a destra rispetto a quella del campeggio che è una cala molto grossa, più cittadina e confinante con quella principale di Patja. (e qui inizia ad esserci parecchia gente).

Arrivati a questo punto lo si può anche dire: la Costa Brava è la patria delle tette! Qui fatichi a trovarne una con il reggiseno, pure le signore di 50/60 anni spesso non lo portano, ma è tutto così, molto tranquillo, no problem… La sera giriamo per la città e proviamo in un bar un paio di panini tipici e beviamo Sangria…Tutto molto buono per prezzi normali italiani.

Un po’ di pioggia e di stanchezza ci fanno tornare al campeggio, dove però ancora facciamo una puntatina alla spiaggia a bere qualcosa..

Mercoledì 06-08 Oggi ripartiamo, destinazione “vicinanze di Barcellona”…Vorremo trovare un campeggio vicino e da lì spostarci in città con qualche mezzo pubblico.

Salutiamo i ragazzi che abbiamo conosciuto (ah tra parentesi…Si dice che gli italiani si fanno sempre riconoscere&C, ma i francesi quanto a supponenza e aria di superiorità ce ne sarebbe da parlare per ore…Mah..).

Paghiamo sui 40 euro per due giorni, ottimo.

Passiamo un po’ verso l’interno per evitarci i paesini di mare e finiamo a seguire la N2.

Ho letto del campeggio a El Masnou, ma vorremmo trovarne altri di meglio…Ci accorgiamo man mano che andiamo avanti che la scelta dovrebbe ricadere su campeggi con prezzi alti e distanze un po’ troppo eccessive, quindi… continuiamo alla ricerca del El Masnou (non segnalato dalla nostra guida).

Finalmente lo troviamo, il caldo e l’assenza di ombra ci fa titubare ma soprassediamo.

Montiamo la tenda vicino a tre ragazzi bergamaschi, si fa subito amicizia e si capisce che qui è proprio un po’ come si sentiva dire: in Costa Brava è pieno di italiani!anzi no: qui è costa Maresme! Mangiamo e facciamo un tuffo in una piccola piscina brodosa (acqua caldissima), ma meglio di niente! Il mare invece lo evitiamo dietro consiglio dei nostri nuovi amici (in effetti è parecchio lattiginoso).

Al pomeriggio siamo già partiti verso Barcellona con il treno della Remfe, un treno che va fino a dentro la città passando sotto terra (prezzo del biglietto 1€ e qualcosa, inoltre abbiamo pure acquistato il T10 che da diritto a dieci corse con la metro a un prezzo inferiore della singola corsa).

Ci perdiamo un attimo in Placa Catalunya cercando la linea del metro che ci porterà vicino al Park Guell. Scendiamo alla fermata di Vallcarca, e come prima immagine di Barcellona ci accoglie un palazzo pieno di macchie di vernice che riporta una scritta che suona all’incirca così“Vallcarca es en lucha contra los espuculadores”. Bella Prima Immagine.

Per arrivare al parco bisogna seguire le indicazioni che si trovano ad ogni incrocio, fino ad arrivare a una strada ripida che, per fortuna, è corredata da scale mobili.

Anche questo parco ci lascia un po’ di amaro in bocca per la vegetazione, ma qua siamo sotto il sole, non a ridosso delle Alpi! Giorovaghiamo per i sentieri e scattiamo foto della veduta delle città, fino ad arrivare alle costruzioni di Gaudì, molto belle e notevoli.

Riscendiamo dall’entrata principale per tornare con la metro a Placa Catalunya e girare sulla Rambla .

Ormai sono le sette di sera, la strada inizia a svuotarsi.

Ero convinto che fosse zona pedonale, invece ai fianchi passano le auto.

Finiamo nel Raval, perché solitamente i quartieri peggiori sono quelli che mi interessano di più.

Troviamo un paio di negozi carini di cose Vintage e usate, ma niente che mi possa andare bene o piacere particolarmente.

Iniziamo a cercare un ristorante economico, ma le indicazioni del proprietario di uno di questi negozi non ci porta a nulla.

Spaesati capitiamo davanti a un ristorante dove troneggiano salami in primo piano.

Decidiamo di entrare.

L’ambiente è abbastanza di classe, noi invece siamo abbastanza a pezzi.

Io sono sudato marcio con una canotta e le spalle bruciate, Giulia non è molto meglio.

Ma i soldi sono buoni comunque, no? Ah ah! Mangiamo un paio di tacos, poi il gaspacho (molto buono nella sua semplicità),una paella molto mediocre (pochissimo pesce), e un secondo di una specie di salsiccia scura, inondata di fagioli e aglio, buono ma parecchio pesante.

Il tutto guarnito da una bottiglia di mediocre vino bianco (servito nel secchiello con il ghiaccio e calici riempiti per la prima volta da loro).

Paghiamo sui 45 euro, lasciando un po’ di mancia facendo prezzo tondo.

Ritorniamo sulla Rambla, guardiamo i mimi scontrandoci con la gente, poi ci fermiamo in una viuzza laterale dove ci sediamo su degli scalini.

Noto un uomo che mi guarda mentre parla al telefonino, ma non ci faccio troppo caso, anche se mi sembra quasi un poliziotto in borghese.

Parlo con Giulia e prendo una cosa nel portafoglio, poi lo appoggio di fianco a me sbadatamente.

Qualche momento dopo alzando lo sguardo vedo proprio quell’uomo di prima che furtivamente si allontana guardandomi.

Mi chiedo come mai mi stesse guardando in quel modo, quasi come si sentisse in colpa…E allora intuisco.

Subito guardo nello zaino, c’è tutto, Giulia mi chiede del portafoglio e…Non c’è! Corro velocissimo e per fortuna lo raggiungo…Lo fermo gli chiedo il portafoglio a voce parecchio alta, si agita,nega subito ma dopo lo tira fuori. Controllo…Soldi ce n’è, ma non mi ricordo quanto avevo, lui tenta di allontanarsi e io continuo a chiedergli se mi ha preso qualcosa…Lo minaccio di urlare e simili, lui nega ancora e io mi fido: è difficile che ne abbia avuto il tempo, e poi una volta che lo apri togli tutto e lo butti, quindi… Lo lascio andare mentre Giulia mi ha raggiunto,sospiriamo di sollievo, ci è andata bene..

Giriamo ancora per la Rambla con il cuore che inizia a rallentare, compro una birra da un ragazzo per la strada che mi rifila una birra del Carrefour (tengono davanti quelle buone e ti danno altre da dietro, tanto si deve fare in fretta perché girano dei poliziotti che requisiscono il tutto).

Finiamo per sederci su una panchina in fondo alla Rambla (non accorgendoci che basterebbe poco per arrivare al mare) abbastanza esausti e visto che si avvicina mezzanotte decidiamo di tornare alla stazione della metro perchè sta per passare l’ultimo treno.

Risaliamo il viale, entriamo nella fermata e…Non troviamo il piano/la zona in cui passa il treno!!! Chiediamo indicazioni, ci fanno uscire dalla fermata e ci fanno andare in altre che scopriamo disseminate per la piazza, cerchiamo ma non troviamo, ci danno indicazioni assurde o dicono che non sanno dov’è, alla fine chiediamo a un Guido di un pullman che ci dice che ormai è troppo tardi.

Sconsolati andiamo in cerca su una strada un poco più lontana della fermata dell’autobus notturno.

Ci sediamo veramente cotti dal sole e dalla stanchezza.

Attendiamo quasi un’ora, e nel mentre conosciamo una coppia di francesi e un signore del centro Africa. Intavoliamo una discussione quasi tutta in francese (e Giulia ogni tanto mi traduce meglio ciò che non afferro).

Naturalmente sul pullman ci addormentiamo, ma riusciamo a scendere alla fermata giusta e finalmente ad infilarci a dormire in tenda, non prima di aver fatto tappa in uno dei peggiori bagni dei campeggi mai frequentati (se la gioca con Cadaques).

Giovedì 07-08 Avevamo deciso di partire subito al mattino nuovamente per Barcellona, e così facciamo.

Nuovamente treno, e questa volta andiamo a visitare la Sagrada Familia, prendendo però due linee della metro diverse perché la linea diretta è interrotta per lavori..

La Sagrada Familia è davvero immensa, maestosa, ma anche attorniata da qualche migliaia di persone. Mentre la guardiamo facendoci il giro intorno vediamo una fila di persone in coda. Svoltiamo un angolo e ancora la coda si snoda. Capiamo che è per entrare! Da pazzi.

Poco più in là un’altra coda: è quella per salire sui bus turistici! Meno male che abbiamo optato per la metro, più divertente e vera, meno costosa, e alla fine pure più comoda.

Dopo aver cercato di inquadrare più volte la chiesa nell’obbiettivo della nostra mini compatta andiamo a scrutare la mappa dei pullman cercando anche di orientarci nuovamente rispetto alla città.

Ne trovo uno che dovrebbe portarci vicino alle case di Gaudì, inoltre la corsa è ancora gratis perché conta ancora quella usata nella metro, meglio di così! Per scrupolo chiedo al guido se “siamo giusti” per Casa Batlò e Milà, lui dice di no.

Torno da Giulia dubbioso, controllo la mappa e ritorno: gli chiedo nuovamente se non è quello giusto per incrociare il Passeig de Gràcia. Allora mi dice di si, e allora vaffç@[ùò+!!! Mica ne volevo uno che mi portasse esattamente davanti perché se no mi affaticavo troppo!E’ perfetto questo! Scendiamo alla fermata e vediamo Casa Milà a circa quindici metri…Meno male che non era giusto il pullman..Tsè! La guardiamo solo da fuori, la coda ci rende facile la decisione di risparmiare dei bei soldini, come del resto ci capita a Casa Batlò. Facciamo solo qualche foto e stop.

Iniziamo ad avere parecchia fame, scendendo in giù verso la Rambla incrociamo La Vaca Paca (paseo de Gracia 21).

Il nome e il buffet a 9,90 € ci fanno entrare (mica sarò un po’ fissato con la carne?). Ci riempiamo il piatto di parecchie cose, io faccio il bis di carne un paio di volte (certo non ci sono le fiorentine, ma sono pur sempre buoni tagli che vengono aggiunti man mano che vengono cotti sulle griglie).

L’unica cosa è che solo un bicchiere a testa di bevande è compreso, il resto è a parte.

Ma comunque sia si mangia molto bene, certe valutazioni sulla catena Fresko mi avevano un po’ reso titubante a frequentare posti a buffet..Ma questo…È la Vaca Paca!!!!ah ah!! Ripartiamo per la Rambla e iniziamo il giro per i vari ricordini&C. Troviamo un negozio enorme molto bello, con roba di qualità ma anche con prezzi veramente esagerati. Ripieghiamo un po’ sui negozi tenuti dagli indiani, dove bisogna cercare bene per trovare qualcosa di decente, ma dove si può sfoderare tutta la nostra abilità appresa l’anno scorso in Tunisia.

Ogni cosa me la faccio scontare ogni volta che scelgo, poi mi faccio fare il totale, mi faccio fare lo sconto, viene troppo e allora tolgo qualcosa, poi lo aggiungo perchè mi abbassa il prezzo, cerco ancora di fare prezzo tondo e alla fine gli mollo 30 e qualcosa euro per un certo tot. Di cose.

Il commesso è provato, il proprietario passando fa una battuta con un “solo?”..Mi sa che qualcuno si prenderà una strigliata..Ah ah..

Continuiamo il giro e ci compriamo qualcosa da vestire per noi.

Torniamo verso sera in campeggio, facciamo un salto in piscina e poi si mangia molto tardi.

La sera facciamo un giro per una città veramente fantasma, nulla, ma dico nulla di aperto.

Sembra quasi irreale.

Decidiamo di auto-ospitarci nel gazebo dei vicini (che sono andati a Barca) in compagnia di qualche birra e delle carte.

Infine una sana dormita a tenda scoperta (sempre su consiglio precedente dei vicini, visto che già così fa caldo, con anche il telo di nylon sopra sarebbe irresistibile).

Venerdì 08-08 Smontiamo, salutiamo svegliando i bergamaschi, e ripartiamo, paghiamo per due giorni sui 60 euro.

Siamo indecisi su dove andare, ci piacerebbe vedere un’altra zona, e poi questa Lloret de Mar e Tossa de Mar saranno da vedere, no? Ci lasciamo la costa del Maresme e la sua linearità (posso definirla insapore?) Finiamo a Blanes in cerca di campeggio..La città è caotica ed immensa, la spiaggia affollata, il mare discreto, i campeggi lontani dalla costa e anche abbastanza cari. Rinunciamo.

Il confronto con Platja è indecente.

Arriviamo a Lloret, sembra una città a pezzi, brutta e vecchia..Anche qui i campeggi sono lontani e c’è troppo casino, rinunciamo.

Arriviamo a Tossa de Mar dopo aver fatto delle strade che ci ricordano Cadaques (ricomincia la zona più rocciosa), la città è piccola e fin troppo di “lusso”, i campeggi cari e lontani, e…Ma che cavolo! Torniamo a Platja! Indecisi su che campeggio andare, e un po’ presi anche dalla paura di trovare pieno (il week end prima di Ferragosto sta per iniziare..) girovaghiamo un poco, ma alla fine torniamo a Cala Sa Cova! Ritroviamo Ewu sorridente, che ci dice che qua sempre tutti ritornano! Questa volta mettiamo la tenda un po’ meno vicino al mare, in questo modo siamo anche più riparati.

Mangiamo e poi mare! Alla sera vi è un bel casino, conosciamo tantissima gente che offrono da bere&C, italiani, francesi, spagnoli..

Conosciamo anche un gruppo di italiani veramente insopportabili, con un simil Bob Marley che rasenta l’idiozia più completa, che si ostinano a tenere il volume della musica a livelli assurdi (con inoltre canzoni pessime).

Stringiamo un’ amicizia più sincera con Oscar, un altro ragazzo spagnolo, uno di quelli che vengono ogni anno in questo campeggio, e mi racconta pure le sue disavventure in territorio brasiliano.

Facciamo un salto in centro a Platja e andiamo in una terrazza abbastanza famoso di cui non ricordo il nome. Lì ci sono un paio di bar e locali gratis, parecchia gente ma molti turisti e stop.

Prendiamo il nostro CubaLitros… un litro di cocktail!! Lo beviamo insieme volentieri, e poi andiamo a ballare un poco.

Si va a nanna dopo l’ormai consueta fermata dagli spagnoli in campeggio.

Sabato 09-08 Anche quest’oggi solo riposo, siamo indecisi se partire già domani per vedere ancora la zona di Palafrugell o l’Escala, ma qui si sta troppo bene…Sarà per un’altra volta, no? Facciamo qualche giretto in mare per vedere un po‘ di pesci, un’esperienza che non avevo mai fatto.

Peccato che Giulia non si trovi a respirare sott’acqua e opti per i soli occhialini, io invece vado di maschera, boccaglio e pinne.

…Non pensavo che fosse così bello guardare i fondali in silenzio, con quasi nessuno intorno, tranquilli e in pace… Ci troviamo con un paio di ragazzi comaschi molto simpatici, Alo & Gimmy, che qui hanno un’amica che è venuta ad aprire una gelateria con la famiglia.

La conosciamo e alla sera andiamo a trovarla in gelateria.

Poi tutti e cinque andiamo in giro per locali, ci fanno entrare all’ Old Skull, l’unico bar dove i baristi sono più ubriachi di te, molto caratteristico (e anche molto metal…).

Giriamo ancora un po’ e poi loro tre insieme a un’altra coppia vanno in una discoteca fuori città usando un servizio navetta.

Noi ci rinunciamo, prendiamo un’altra crepès per la strada (buone e a buon prezzo) e torniamo al campeggio.

Ci incontriamo con David e con la cafonaggine dei ragazzi italiani con il simil-Bob Marley.

Io mi altero un poco (continuano ad urlare nonostante ci sia ormai silenzio in campeggio).

Restiamo ancora un attimo a parlare con David e poi si dorme!

Domenica 10-08 Un’altra giornata passata in spiaggia, anche se la giornata risulta sempre corta visto che ci si sveglia verso le dieci e a volte si fa anche il riposino pomeridiano..

Inoltre il tempo necessario per cucinare e lavare si fa sempre sentire, specialmente negli ultimi giorni di sperimentazione (abbiamo trovato delle scatolette di polpette con sughi strani veramente buone da associare a verdure come melanzane e zucchine..E poi: almeno una simil paella dovevamo provare a farla!) Volevamo abbronzarci per bene ma le nuvole non ci aiutano.

La sera vediamo i ragazzi spagnoli arrivare con quei carrellini con cui si caricano le cassette della frutta.

Solo che sono piene di bottiglie di birra.

Da cui è facile capire che la sera si resterà in campeggio.

Viene tirato fuori tutto il materiale per giocare a poker e un po’ di ragazzi si mettono a giocare, tra cui un colombiano-milanese molto “pappa”, anche se avrà una ventina d’anni.

Ogni tanto passa anche un suo amico molto..Uhmmm…”tirato”, per chi vuole intendere…Ah ah ah! Giulia però è stanca e ha mal di testa, si va a riposare in tenda mentre io inzio a bere una bottiglia di Pina Colada comprata al supermercato.

Ok…Pessima idea: questi cocktail già preparati sono veramente nauseanti.

Passo alle birre, che vengono offerte dal colombiano (neanche le avesse pagate lui) con una frase che ci rimarrà nel cervello a lungo “vuoiiii una birra?!” La notte passa lenta, e Giulia non si è più ripresa molto anche se tenta un’uscita verso l’una o giù per lì.

Dopo la terza birra in rapida successione (oltre a ciò che era venuto prima) vado a dormire, non prima di aver ascoltato il racconto di codesto colombiano che vantava di essere uno dei maggior controllori del giro di cocaina della zona di Milano verso Rho…Si va beh… Le poche ore di sonno passano agitate dalle schifezze che dovevano esserci nella Pina Colada…

Lunedì 11-08 Oggi si riparte verso la Francia.

Si salutano tutti gli amici che qua abbiamo incontrato…Ok..Non tutti: solo quelli per cui ne vale la pena, si paga il conto (sui 60 € e qualcosa per tre giorni) e poi via.

Naturalmente si “passa da fuori”, ma facciamo in tempo a fare qualche chilometro che incontriamo una coda lunghissima. Poi capiremo che è per entrare a Torroella de Montgrì, e anche se noi non ci dovevamo entrare la coda ce la facciamo lo stesso. (tentiamo anche una deviazione secondaria con scarsi risultati).

Decidiamo anche di passare la frontiera nell’entroterra: “mica vogliamo perdere tempo nel budello della costa”.

Bene: Arriviamo verso La Jonquera e facciamo di nuovo coda.

Ci si ferma a mangiare in questa “landa desolata”, dove sorge solo un mega centro commerciale e poco altro. (però sono da vedere le mega bottiglie di alcolici e simili…Qua è tutto maxi…Visti anche i prezzi bassi).

Ripartiamo non prima di aver fatto coda circa un quarto d’ora per mettere benzina (decine di pompe per i camion e solo una per le macchine, chissà quali sono i motivi…).

Decidiamo di andare in Autostrada per evitare code ma anche qui ce la subiamo, come ci capiterà anche per pagare casello e per passare frontiera.

Usciamo subito per evitare altri caselli e sperando in strade decenti ci avventuriamo nel “no cost”.

Verso Narbonne riprendiamo l’autostrada: la N900 si è rivelata una strada troppo lenta e intasata: una sola corsia per senso di marcia intervallata da spezzoni a due corsie, ma anche piena di rotonde, mezzi lenti, macchine veloci ma lente comunque che ci fanno presagire che la nostra volontà di andare verso Hyères non basta a raggiungerla in orari decenti.

Strada facendo decidiamo di accontentarci di un posto un po’ più vicino dove passare questi ultimi due giorni.

Usciamo a Montpellier dopo aver pagato se non sbaglio un 5-6€.

Ci avventuriamo alla ricerca di Saintes Maries de la Mer (di cui sfido a trovare il nome corretto visto che è scritto in mille modi su cartelli e cartine).

Ci perdiamo un po’, ritroviamo la strada e una coda chilometrica verso Aigues Mortes: nome di merda, posto di merda.

Permettetemelo.

Decidiamo di tornare indietro alla ricerca di un campeggio.

Ne troviamo uno ma è pieno, inizio a prendere strade che portano lontano.

Incredibilmente troviamo l’indicazioni per Saintes come cavolo si chiama e la strada risulta persino non trafficata.

Sono già le otto di sera, il vento soffia forte, le nubi sono minacciose, e ogni tanto qualche goccia si fa strada fino a raggiungere il nostro parabrezza.

Troviamo il campeggio “la Brise”, consigliatomi dal nostro amico pappa milanese.

Ok…Non so neanche io perché mi sento di fidarmi delle opinioni di certe persone…Non lo so proprio.

Ci “buttano” in una piazzola che è delimitata dalla sola terra e sterpaglia, nella cintura “esterna” del campeggio.

Il vento soffia forte e bisogna fare attenzione con la tenda.

Chiediamo un martello ai nostri vicini (cechi o qualcosa del genere), ma ci rispondono male…Io sono già nervoso ma ho altre priorità…E ci mancava pure il loro cane che viene a girarci attorno… Dopo vado a farci dare i nostri braccialetti da fighette, perché qui c’è il super controllo all’entrata e uscita del camping…Mah… I bagni sono lontani e abbastanza sporchi, ma ci fiondiamo comunque a fare una doccia assolutamente necessaria nonostante poi si battano un po’ i denti.

Cuciniamo al buio, ci riposiamo e decidiamo di farci una passeggiata in centro.

Praticamente desertico! Qualche bar e basta, enormemente caro.

Troviamo qualche volantino di un certo locale in cui si dovrebbe fare reggae, “la ruade” se non sbaglio..Giulia chiede a un ragazzo che ci sta servendo un crepes dove si trova.

Per tre volte fa finta di non capire, la sua collega invece ha capito benissimo e ci da le spiegazioni.

Giulia mi spiega che non è la prima volta che le capita.

In pratica ‘sti…Ehm…Capiscono che sei italiano e anche se hanno capito benissimo cosa dici fanno “orecchie da mercante” visto che “non hai la pronuncia esatta”.

Ma pensa te…Da prenderlo a pugni…Peccato che data la mia ignoranza in “francese&C” non avessi capito ‘sta cosa..

Cerchiamo un attimo questo locale, alla fine lo troviamo ma è chiuso.

Ok, è pure lunedì..Lasciamo perdere e torniamo in tenda, non prima di aver notato che il campeggio è frequentato da un buon tot. Di ragazzi maghrebini..In effetti qua siamo vicini a Marsiglia… Ah: la crepes era più buona in Spagna e meno costosa.

Giulia è un po’ intimorita dal vento che soffia intorno a noi e che piega le aste della tenda.

Io sono fiducioso, anche perché al massimo la macchina è vicina e pronta ad accoglierci.

Martedì 12-08 Ci svegliamo di “buon mattino” per i nostri canoni…Saranno le nove!!! Usciamo sperando nel bel tempo ma..Nubi e vento.

Compriamo due brioche al bar del camping e andiamo a vedere il mare.

Quando vidi l’Oceano in Olanda era persino più calmo, e scommetto pure più caldo.

Questa landa a me sa di Irlanda fin troppo: vento, nuovole, mare agitato che si infrange sugli scogli, freddo, pioggia… Basta: è ora di andarsene.

Eppur molte persone dicono che questa zona è molto bella, a noi ci sarà andata male ma…Pure le brioche non sono un granchè.

Così smontiamo tutto, paghiamo sui 25€ e scappiamo alla ricerca di Roussilon , paese persino assente sulla mia cartina, ma che veniva consigliato da qualcuno in qualche diario di viaggio.

Ricordo la sua vicinanza ad Apt, e quindi ci dirigiamo verso esso passando da Arlès e Cavaillon.

Per fortuna riesco a far desistere Giulia dal visitare queste ed altre città con motivazioni del tipo: “Non andiamo a visitare le città a 40 Km da casa nostra, perché “sprecare” tempo in posti che non hanno poi così tanto da dire se non la quantità di traffico che vomitano nella settimana di Ferragosto?”.

Ma più che le parole sono sempre i fatti che risultano più convincenti: la visione delle code chilometriche ha ormai un effetto di rigetto su di noi.

Iniziamo a vedere il sole e “le piante”, oscillando in mezzo a collinette molto carine.

Per caso incrociamo proprio Roussilon e quindi ci inerpichiamo per questa vallata verde come le altre, ma da cui affiora ogni tanto la roccia rossa.

Anche qui è zeppo di gente, niente parcheggi, e alla fine solo una ventina di case arroccate che rispetto ai nostri paesi montani o di collina mi sa persino di poco, se non fosse, appunto, per il colore rossastro delle costruzioni.

Continuiamo il nostro percorso e ci fermiamo ad Apt.

Andiamo in un supermercato per prendere Baguette, affettati, un pasticcio con maionese e delle patate al forno da una rosticceria ambulante nel parcheggio.

Mangiamo in un parchetto fino ad essere stra-pieni e ripartiamo.

Arriviamo sulla D951 e infine sbuchiamo sulla più grossa e scorrevolissima N85.

L’intenzione era di arrivare fino a Gap e poi fino al lago per farci magari un tuffo… Sicuramente trovare un campeggio in Francia è molto più facile che altrove, ve ne sono ovunque, e visto che ormai sono le 17 vogliamo cercare di goderci ancora un po’ il sole, e magari una piscina.

L’occasione capita abbastanza rapidamente a Tallard.

Troviamo questo piccolo campeggio affiancato dalla piccola piscina comunale.

Cerchiamo la proprietaria che serve al bar in piscina e che ci “spedisce” al campeggio per mettere la tenda dove vogliamo.

Risaliamo questo piccolo pezzo di vallata ai piedi delle montagne e ci sistemiamo su un tappeto ghiaioso delimitato da recinzioni di legno comodo per far asciugare tutto ciò che non aveva asciugato nel giorno precendente.

Ci andiamo a buttare in piscina, senza crucciarci troppo di aver pagato quattro euro a testa per poch ore, visto che ormai la giornata sta finendo.

Ci divertiamo parecchio in quest’acqua calda, anche se l’uscita risulta traumatica dall’aria fredda che si è fatta strada anche qui.

Dopo aver cenato andiamo a concludere le pratiche, o meglio: ad iniziarle! Paghiamo dieci euro circa in tutto e stop! Meglio di così… Mentre stavamo riflettendo su cosa fare in serata inizia a piovere.

Inizia a piovere intensamente.

Rannicchiati in tenda con un po’ di paura di trovarci completamente allagati alla fine ci addormentiamo un paio di volte.

Verso le undici di sera siamo ancora qui, ancora avvolti dalla pioggia, quindi decidiamo di metterci sotto al sacco a pelo e incrociare le dita.

Mercoledì 13-08 Ci si sveglia con il sole…E neanche troppo bagnati.

Giusto un po’ di infiltrazioni che avevamo però già localizzato e che quindi avevamo già “isolato” dalle nostre cose.

Svuotiamo la tenda e la giriamo per farla asciugare mentre andiamo a fare colazione in paese.

Siamo di nuovo in marcia, con molta calma.

Ormai la strada è poca.

Ci fermiamo a pranzare appena fuori da Briancon con il solito pasto da supermercato, questa volta condito da due porzioni di torta millefoglie buonissima.

Si ritorna in Italia, si passa di nuovo Sestriere, e questa volta la strada sembramolto più facile e scorrevole..Non è più come farla in piena notte.

Arriviamo a Pinerolo verso le 16, stanchi ma tutti interi, e felici! Anche il portafoglio alla fine ringrazia: Abbiamo speso circa: – 100€ di benzina per 1700 Km – 30€ per i caselli, molto poco visto che siamo passati quasi sempre da strade non a pagamento..Allungando un po’ il tragitto ma vedendo anche più cose (e stavolta non avevamo particolari frette) – 22€ di media al giorno nei campeggi (parcheggiando quando possibile la macchina fuori e non utilizzando quasi mai l’elettricità), che fanno circa 22*10=220 € di campeggi -70€ per due “pranzi veri” fuori -20€ a sera per locali,bere,cibi in giro etc etc, che fanno circa 200€ -15€ al giorno per il mangiare “normale”, che fanno circa 150€ -varie ed eventuali , compresi regalini&C, sui 200€ Totale, circa mille euro in due…Per quasi undici giorni in giro per due Stati..Che non fanno neanche cento euro al giorno..InCulo ai viaggi organizzati…



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