Valencia, IBIZA y Formentera

Hola a todos! Dopo la magnifica vacanza dell’anno scorso a Santorini, Ios ed Atene, Franci ed io sapevamo che sarebbe stato molto difficile ripetere un’ esperienza cosi’ bella, ma giustamente ci abbiamo riprovato, questa volta in terra spagnola. L’idea di entrare in un’agenzia turistica e farci catapultare by charter in un villaggio ci...
Scritto da: AndreaV79
valencia, ibiza y formentera
Partenza il: 25/06/2007
Ritorno il: 08/07/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Hola a todos! Dopo la magnifica vacanza dell’anno scorso a Santorini, Ios ed Atene, Franci ed io sapevamo che sarebbe stato molto difficile ripetere un’ esperienza cosi’ bella, ma giustamente ci abbiamo riprovato, questa volta in terra spagnola.

L’idea di entrare in un’agenzia turistica e farci catapultare by charter in un villaggio ci turba, non siamo ancora pronti…

L’idea vincente, quella da veri Turisti per Caso, nasce in pieno inverno: troppo complicato/costoso, pensiamo subito…E invece dopo qualche ricerca sul web l’idea prende forma: si può fare! Il piano e’ questo: visitare Valencia nei giorni della Coppa America di vela, trasferirci nella mitica Ibiza, vedere Formentera, e ritornare nello stesso aeroporto di partenza, cioe’ Bergamo Orio al Serio. I voli con buone tariffe ci sono, gli alloggi a buon prezzo pure, e allora perche’ aspettare, tanto abbiamo gia’ deciso, cosi’ a Febbraio abbiamo già prenotato tutto.

VALENCIA Partiamo un lunedi mattina da Parma in treno, cambio facile a Milano Lambrate e poi verso Bergamo. RyanAir si conferma leader nelle low-cost, per l’ora di pranzo siamo a Valencia. Acquistiamo in un info point la Valencia card (15€ per 3 giorni) per utilizzare mezzi pubblici e avere qualche sconto qua e là. Sotto l’aeroporto parte una linea metropolitana che in 20 minuti netti ci porta in centro (fermata Xativa), poi 10 minuti a piedi e raggiungiamo l’ostello Home Youth Hostel. Pro: camera doppia pur essendo in ostello, 20€ a testa a notte, posto carino originale e colorato, cucina stoviglie e frigo in comune, bagno pulito, personale giovane e simpatico, a pochi passi dal mercato centrale di Valencia e dal centro storico della città, prenotabile on line.

Contro: la stanza all’ultimo piano e’ veramante piccola, la porta e’ un po’ malmessa e la finestrella che da’ sul cavedio e’ meglio tenerla chiusa quando al piano terra qualcuno prepara la cena…E poi non sopporto la bendiera neozelandese appesa alla finestra del secondo piano! La Città delle Arti e della Scienza è ormai diventata il simbolo di Valencia. Dalla stazione centrale dei treni (Estaciò del norte) prendiamo il Bus 35 che in 20’ circa ci porta a ridosso dell’incredibile complesso progettato da Calatrava, c’è ancora un cantiere aperto per nuova fermata metro (Oceanografico e Museo della Scienza non sono ancora direttamente collegati per via dei lavori) ma è praticamente finito. Il più grande centro ludico-culturale d’Europa sorge sul letto dell’ex fiume Turia e si suddivide in 5 parti: Oceanografico, Museo della Scienza, Hemisferic (cinema I-max), Umbracle (“super giardino” semicoperto) e Palazzo delle arti. Lo stile inconfondibile di Calatrava va oltre la modernità e dona a tutte le strutture un non so che di spaziale. Dopo più di un’ora di coda all’ingresso scegliamo l’opzione Museo della Scienza + Oceanografico (22,50 € a testa). Nota di demerito: per entrare in questa avveniristica cittadella ci sono solo 2 casse aperte, e per giunta solo una abilitata per carte di credito! Comunque sia, il parco acquatico è molto bello, da non perdere la super vasca con il beluga, lo spettacolo dei delfini e l’esibizione nel mega acquario dei pesci tropicali; se siete interessati vi consiglio di andare subito al delfinario e all’acquario e prendere nota degli orari degli spettacoli. Il Museo della Scienza è l’edificio principale del complesso: già da fuori capite di trovarvi in un luogo davvero unico, gli spazi sono immensi, a cominciare dalle vasche che sembrano dei veri e propri prati d’acqua. Il museo è fortemente interattivo, infatti come dice uno slogan “è proibito non toccare”, vi occorreranno alcune ore per visitare tutte le postazioni; all’interno del museo c’era Desafìo, l’imbarcazione spagnola che ha partecipato all’ America’s Cup 2007, insomma sarebbe il luogo ideale per una gita scolastica! Il ristorante interno è chiaramente abbastanza caro, potete rimediare nel vicinissimo Carrefour. Il neo defender Alinghi ha confermato Valencia come città sede della prossima edizione della Luis Vitton’s Cup, quindi immagino che la zona del porto velistico rimarrà movimentata per molto tempo. Le 12 imbarcazioni finaliste della Coppa America hanno ciascuna un super “puddock” a ridosso della banchina, incluso negozio di merchandising. La zona è inevitabilmente molto “in” ma in tempo di regata pullula di neozelandesi tutt’altro che “in”; sono anche simpatici ma mentre seguivamo un match di regata davanti al maxischermo, circondati da centinaia di “kiwies” ed ettolitri di birra, per non metterli alla prova ho preferito stare in silenzio pur tifando un Alinghi quel giorno sempre in testa e alla fine vincente.

A pochi passi dal porto velistico comincia la lunga spiaggia della Malvarrossa, il mare non sarà granchè ma la spiaggia è fantastica: molto ampia, sabbia fine, attrezzata, campi da beach volley ecc…E ci si può arrivare anche in metro (linea blu). Il centro storico di Valencia si può visitare tranquillamente a piedi; le principali zone ad interesse artistico vanno da Plaza de la Virgen, poi giù fino a Plaza de Toros passando per Plaza Ayuntamento. Vi consiglio anche una passeggiata lungo il greto del Turia, convertito in parco pubblico, pieno di campi sportivi, magari vicino al ponte de la Exposicion, opera di Calatrava, (metro Alameda). La sera noi eravamo abbastanza stanchi ma se volete fare tardi andate in calle Caballeros, zona Plaza de la Virgen oppure all’Aquarela, bella discoteca sul lungomare (metro Eugenia Vines).

Era la seconda volta che visitavo Valencia e posso dire che 3 giorni pieni sono più che sufficienti per vedere il meglio della terza città spagnola, porto America’s cup compreso. Non ci ha entusiasmato come Barcellona ma forse perché con la testa eravamo già da un’altra parte, a Ibiza! IBIZA L’Iberia ci porta da Valencia a Ibiza in 50’ e con 80 € a testa. Altri 20 minuti abbondanti in taxi (22€) e arriviamo al Sol Bay Apartaments, situato nella Cala De Bou, parte ovest della baia di Sant’Antony de Portmany. Lo abbiamo scelto e prenotato on line per offerta/prezzo e per la posizione: 58€ in giugno (65 nei primi di luglio) al giorno per un monolocale con letto matrimoniale, angolo cottura, bagno e balcone con tavolino, inserito in un residence di 3 piani con piscina (che lasciamo volentieri agli inglesi); distanza dal mare 300 metri (ma lì vicino le spiagge non sono purtroppo un gran ché). Ci sono molti appartamenti lì intorno, negozi, alimentari, ristoranti ecc…La zona è tranquilla, è servita da un autobus che da S.Antony porta alle spiagge della parte ovest (cala Bassa e Cala Comte). La posizione è strategica per i nostri spostamenti perché siamo a 10 minuti di scooter dal centro di S.Antony e da Cala de Bou possiamo lanciarci alla scoperta delle calette e delle baie della parte ovest dell’isola, descritte da tutte le guide come le migliori.

Noleggiamo un piaggio Fly 125 cc: 190 € per 8 gg! Ci mettiamo il cuore in pace perché sappiamo che Ibiza non è certo economica come la Grecia…Lo preferiamo a un 50 cc così viaggiando in due affrontiamo meglio le colline attorno a S.Josef e i saliscendi lungo la costa. Le strade sono in buone condizioni, i distributori di benzina sono pochi.

Per non appesantire troppo il racconto descriverò brevemente le spiagge e i luoghi visti in questi 9 giorni, partendo da S.Eulalia del Rio e risalendo in senso orario fino a Sant’Antony de Portmany.

Sant’Eulalia del Rio – voto 6 Ci siamo stati poche ore, è una cittadina piuttosto grande, la zona vicino al mare è molto turistica: centri commerciali, hotel, mercatino…Il posto sembra tranquillo o forse siamo condizionati dalle guide, comunque l’età media è alta, il mare è “normale”, la spiaggia è carina pur essendo sovrastata da numerosi alberghi.

Eivissa – voto 5 E’ il capoluogo amministrativo dell’isola e il traffico è inevitabilmente elevato. Se avete tempo fatevi un giretto alla Dalt Villa, la bella città vecchia fortificata dalla quale si dominano il porto ma anche i casermoni dei quartieri limitrofi e ci si rende conto di quanto la speculazione edilizia abbia dettato le regole all’urbanistica.

Platja den Bossa – voto 5 Siamo a Figueretes, regno indiscusso dei giovani e delle sistemazioni economiche, qui infatti i prezzi di hotel e appartamenti scendono, provate a controllare, un motivo ci sarà! Dalle prime ore del pomeriggio cocktail e musica ad alto volume nei bar-locali sulla spiaggia (celebre il Bora Bora), ci sono lettini un po’ ovunque, il mare non è certo eccezionale, anzi, e gli aerei in fase di decollo/atterraggio nel vicino aeroporto scandiscono i minuti. Il colpo d’occhio non è eccezionale ma rimane pur sempre il punto di riferimento per il popolo danzante e alla moda. A noi non è piaciuta ma credo che per molti sia un must.

Ses Salines – voto 7 Proseguendo verso sud, dopo S.Francesco de S’Estany inizia la zona delle saline. Costeggiare in scooter queste enormi distese d’acqua è sicuramente suggestivo e ci ricorda che la produzione di sale marino rappresenta la seconda fonte di reddito di Ibiza, ovviamente dopo il turismo. La spiaggia di Ses Salines è piuttosto lontana dai centri abitati ma con nostra sorpresa è affollata come Platja den Bossa. Una pineta separa un parcheggio a pagamento dalla spiaggia, ampia e attrezzata. Il mare non è male, in lontananza i cumuli di sale raffinato fanno da sfondo ai tanti e colorati windsurf, ci sono principalmente giovani e il topless la fa da padrone.

Platja es Bou Nou – voto 4 La curiosità del primo giorno ci spinse fino qui, sotto Es Cubells. Arrivarci non è facile, non ci sono indicazioni, e l’ultimo tratto di strada parzialmente asfaltato e veramente ripido è alquanto pericoloso. La spiaggia (ghiaia e scogli) è minuscola e nemmeno tanto pulita. Meritano invece le super ville a picco sul mare e i panorami mozzafiato lungo la strada che scende da Es Cubells.

Mirador del Savinar – Es Vedrà – voto 7,5 Se avete già cercato qualche foto di Ibiza avrete sicuramente visto Es Vedrà, isolotto roccioso dalla strana forma che ispira leggende e riserva strani aneddoti. Es Vedrà e la più piccola Es Vedranell, se osservate dalla torre del Pirata, o Mirador del Savinar, sembrano la schiena di un drago che emerge dall’acqua e non potrete rimanere incantati dalla loro maestosità. Arrivare alla torre del pirata si è rivelata un’impresa, vuoi per le indicazioni quasi nulle, vuoi per il caldo, vuoi perché il sentiero che attraversa macchia e rocce è in salita e non è possibile proseguire in scooter oltre un certo punto… Ma la vista che si gode da lassù vi ripagherà della fatica, sarete solo voi, il vento, le lucertole e…Il drago! Cala d’Hort – voto 7+ Dopo la faticosa risalita alla torre del pirata ci voleva proprio un bel bagno rinfrescante e questa piccola baia fa al caso nostro. Non è molto grande, è ora di pranzo e la spiaggia è piena. Il mare è limpidissimo, sabbia grossa, 1 bar/ristorante e poca ombra; alcune barche girano intorno a Es Vedrà che troneggia a poche centinaia di metri dalla riva e alla fine monopolizza l’attenzione di tutti.

Cala Vedella – voto 7- Questa piccola baia si apre su un mare delizioso, con sabbia riportata fine a acqua muy fredda; ma alle spalle case, alberghi e alcuni cantieri aperti rovinano il colpo d’occhio. Molte famiglie con bambini.

Cala Moli – voto 7 Questa bellissima caletta si apre in una stretta insenatura rocciosa e sembra quasi incontaminata se non fosse per il bar e per alcuni lettini sulla riva. Qui niente sabbia ma sassolini e scogli, mare limpido e pieno di sassi. Noi ci siamo capitati in un giorno di tempo un po’ incerto e ci siamo potuti riposare in santa pace! Cala Tarida – voto 8- Una costante di tutte le baie della costa ovest di Ibiza è il profilo roccioso e frastagliato, questo vale anche per cala Tarida anche se intuiamo chiaramente che una profonda opera di urbanizzazione ha modellato il versante che scende sul mare. I complessi residenziali sono recenti e presi uno ad uno sarebbero anche belli, quello che disturba un po’ è ancora una volta la visione d’insieme. Tuttavia la bellezza della baia è notevole. Una ripida scalinata collega il parcheggio alla spiaggia super attrezzata, con sabbia chiara e fine, gente di ogni età e moltissimi italiani muniti del tipico braccialetto colorato da villaggio. Il mare è semplicemente fantastico, basso, alto e poi ancora basso, limpidissimo e quindi dalla scalinata se ne possono ammirare tutte le sfumature dal verde al blu.

Cala Codolar – voto 7 Altra bellissima baia, stretta e circondata da rocce e alberi. Ci si arriva dopo un lunghissimo tratto sterrato in discesa, non è il massimo in scooter, forse anche per questo la troviamo semideserta. Sabbia mista ghiaia, mare coloratissimo ma con qualche alga, piccolo bar e possibilità di affittare lettini.

Cala Comte – voto 9 Nel complesso la mia preferita, tenendo conto di mare e paesaggio. E’ una spiaggia un po’ atipica come conformazione e quindi mi riesce un po’ difficile descriverla: arrivando dalla strada l’unica cosa che vedete è il ristorantino costruito proprio a ridosso del mare, ma se proseguite un altro po’ scoprite la spiaggia che si sviluppa a circa 2-3 metri sotto il livello della strada. La spiaggia è per così dire “terrazzata”, ovvero è stata ricavata nella roccia porosa erosa dal vento a diversi livelli, quindi per accedere alla spiaggia ci sono veri e propri scalini di roccia. Il mare è favoloso e regala tutte le sfumature di blu che possono esistere, pieno di pesci, a poche centinaia dalla riva una serie di isolotti più o meno grandi caratterizzano l’orizzonte, se poi ci aggiungiamo una piacevolissima brezza e il fatto che il topless impazza forse ho reso l’idea. Unica pecca: spazio ridotto.

Una sera eravamo in zona Comte e abbiamo deciso di aspettare il tramonto sulla spiaggia; la roccia dietro di noi era di un colore giallo-arancio con riflessi dorati e visto che il profilo della parete rocciosa è increspato potevamo starcene tranquillamente al riparo dalla brezza, è stato indimenticabile! Cala Bassa – voto 8,5 A un certo punto arrivi ad un incrocio e decidi se andare a Cala Comte o a Cala Bassa. Se volete una super baia non potete sbagliare: anche Cala Bassa è favolosa nella sua semplicità. Spiaggia di sabbia grossa, mare perfetto, ampia e attrezzata, non intaccata dal cemento, la vegetazione e gli alberi dietro la spiaggia smorzano il vento e garantiscono un po’ di ombra per le ore più calde, all’orizzonte si vede l’altro lato della baia di S.Antonio. Piacevolissima nel tardo pomeriggio.

Sant Antoni de Portmany – voto 6 E’ un 6 politico e lo spiego subito. Se vai a 20 anni a Sant Antony gli dai 10, perché c’e’ tutto quello che ti serve, tanti giovani, soprattutto giovani, negozi, spiagge, discoteche, locali e via dicendo. Il centro è il cosiddetto dedalo di strade tutte uguali in cui è facile perdersi, negozi di souvenir o gadget delle celebri discoteche, insomma veramente turistica. Ma se ci vai a 28 la prima cosa di cui ti rendi conto sono gli scempi edilizi, soprattutto in zona porto. Ci chiediamo come abbiano potuto costruire palazzi (orrendi) di 15 piani a neanche 20 metri dal mare!?! Uno attaccato all’altro!! Un intero isolato riesce a danneggiare tutto il paese perché nelle ore più suggestive, quelle vicine al tramonto, i palazzoni fanno inevitabilmente ombra al porticciolo davanti alla piazza principale… E allora perché 6? Perché se hai il coraggio di proseguire lungo la stradina che costeggia questi palazzoni arrivi nel vialetto dei sunset bar, i vari Cafè del Mar, Savannah, Cafè Mambo…Che hanno saputo in qualche modo inventare il rito del cocktail al tramonto al ritmo della chill out, genere musicale elettronico piuttosto lento e melodico. Si fanno pagare bene però immancabilmente tutte le volte che ci siamo stati facevi fatica a trovare un posto libero. Sotto questo vialetto una spianata di rocce consente comunque a tutti di aspettare seduti il tramonto. Il mare davanti a voi si riempie di barche a vela, le onde si infrangono dolcemente sugli scogli, la musica si alza di volume man a mano che il sole cala, sei lì che ti chiedi come mai centinaia di persone, bambini, giovani e adulti si ritrovino lì, proprio lì, tutte le sere che senti l’applauso liberatorio, un’altra notte può cominciare, si aprono le danze, tutti a cena e poi in disco, stavolta con ritmi molto più elevati. E’ questa magica situazione che ti fa buttare giù il rospo, sai che lì si fa tendenza, lì è nato un genere musicale nuovo e che si è poi evoluto (conoscete Chicane?), lì è dove sono state milioni di persone a dove altrettante andranno per fare sempre la stessa cosa. Se non è un rito questo!

Le mitiche discoteche di Ibiza meritano un capitolo a parte. Alcune hanno fatto e fanno ancora storia: Pacha, Space, Amnesia, Privilege, Eden…Ce ne sono tante e per tutti i gusti. Informatevi nei punti di prevendita biglietti e chiedete conferma del line up delle serate e non fidatevi alla cieca dei megacartelloni pubblicitari sparsi per le strade di Ibiza, i biglietti sono cari e può capitare che alcune sere una discoteca rimanga chiusa per “problemi”, scusa ufficiale per non dire “spaccio”. Noi siamo stati al Privilege (in serata Meganite) e all’Amnesia in serata Cream. E’ quasi una regola che ogni discoteca chiami le serate (o notti) con un nome diverso per differenziare il genere musicale, l’intrattenimento (Espuma party o Cream all’Amnesia) o semplicemente per marketing. Le discoteche principali si trovano quasi tutte a S.Antonio, Eivissa o a metà strada, a S.Rafael. Il Privilege viene spacciata come discoteca più grande d’Europa (a occhio non l’avrei mai detto comunque…), è molto bella ma la musica era un po’ noiosa, non era il nostro genere. All’Amnesia invece ho fermato il tempo: erano anni che inseguivo Ferry Corsten, accompagnato da Above&Beyond e poi Giuseppe Ottaviani, insomma per non entrare nel dettaglio c’era la musica che volevo. La discoteca è bellissima, due sale una più grande dell’altra, effetti laser, migliaia di giovani di ogni nazionalità, animazione con ballerine (almeno 40!) molto poco vestite…Insomma super! Ci siamo tolti la voglia di vedere le famose discoteche di Ibiza, e devo ammettere che per quello che ho visto meritano la fama che hanno tra gli addetti ai lavori, non a caso i dj internazionali più famosi e pagati fanno immancabilmente tappa qui tutte le estati.

Per vari motivi abbiamo vissuto Ibiza più di giorno che di notte e la prima cosa che mi viene da dire è che sembra veramente l’isola del divertimento, in tutto e per tutto. Senza dimenticare che il paesaggio naturale è bellissimo con la sua terra rossa e una vegetazione rigogliosa, tutt’altro che aspra, con calette da sogno e mare sorprendente. Vale la pena rivalutare quest’isola e credetemi quando vi dico che se ci state almeno una volta ci vorrete tornare.

FORMENTERA Approfittando della vicinanza decidiamo di recarci a Formentera in giornata. Ci sono diversi traghetti al giorno che collegano (in circa 40 minuti) Eivissa a Formentera, il traghetto più economico ci costa 32 € a testa a/r (!) più altri 10 € per trasportare con noi lo scooter; sapevamo infatti che si poteva e così abbiamo evitato di noleggiarne un altro per un giorno.

La giornata è splendida e pianifichiamo un giro completo dell’isola.

Ses Illetes – voto 8,5 Indubbiamente favolosa dal punto di vista naturale, spiaggia stretta che abbraccia un pezzo di mare basso e cristallino, sabbia bianco-rosa, assenza di abitazioni nei dintorni, solo un piccolo bar e capanne di legno per le barche, qualche mini yacht a pochi metri dalla riva e un po’ di macchia alle spalle. Ci si arriva dopo un lungo tratto sterrato (quasi tutti ci arrivano in Typhoon) ma non sembra scoraggiare i tanti turisti, per la maggior parte italiani.

Non ci sono punti d’ombra, il mare pullula di meduse e il topless è garantito.

Es Pujol – voto 7 Da Ses Illetes ci si arriva per la strada che attraversa la zona delle saline, anche qui molto estese ma anche molto puzzolenti, scopriamo che vi vengono coltivate particolari alghe dalle proprietà curative, sicuramente a più alto valore aggiunto rispetto al sale marino. Es Pujol è il centro più turistico di Formentera, vi si concentrano la maggior parte di alberghi e appartamenti, passandoci in scooter ci è sembrata molto ordinata e pulita. Ci fermiamo sulla spiaggia solo il tempo di un panino, non saprei dirvi bene a che altezza, comunque il mare è ottimo, e gli edifici, seppur vicinissimi alla spiaggia, non ne alterano più di tanto la bellezza visto che sono alti pochi piani.

La Mola – voto 8 Dopo un lungo rettilineo verso sud-est si arriva ai piedi dell’altopiano della Mola, che si erge inaspettatamente di fronte a voi quasi fosse un grande muro che delimita l’isola. Lungo la strada il paesaggio è molto bello, vaste distese di macchia, vegetazione spontanea e pinete, interrotte qua e là solo da qualche finca. Il panorama che si può ammirare risalendo l’altopiano è meraviglioso, distinguiamo benissimo gran parte dell’isola e la sua particolare forma stretta e allungata. Da El Pilar de La Mola, piccolo e grazioso paesino, inizia la dolce discesa che finisce proprio dinnanzi al Far de la Mola. L’immancabile bar dà ristoro a coloro che si sono avventurati fin quassù, per il resto si sente solo il rumore di vento e gabbiani, pace assoluta! Foto di rito vicino al faro e allo strapiombo e anche alle affamatissime e curiosissime lucertole azzurre, tipiche dell’isola.

Risaliamo in sella al nostro fedele scooter ringraziandolo di non perdere un colpo e ci fermiamo in zona Es Calò per un bagno.

Platja de Tramuntana – voto 7,5 Scegliamo una delle tante spiaggette ai piedi dell’altopiano, la macchia mediterranea tra mare e strada è recintata e si deve raggiungere la spiaggia a piedi camminando su vialetti di legno molto ben rifiniti. Mare limpido, sabbia bianca, qualche scoglio e…Nudisti. Non c’è tanta gente e ognuno può godersi il mare dove e come vuole.

Cap de Barbaria – voto 7 Sarà il fascino dei fari, sarà la curiosità di vedere il faro del film “Lucia y el sexo”, decidiamo di arrivare fino a Cap de Barbaria, sulla punta sud orientale di Formentera. Dopo aver passato Sant Francesc si gira a sinistra e si continua sempre dritto, attraversando come in precedenza vaste distese di macchia mediterranea, campi più o meno coltivati, viti, poche case…Un’isola così piccola che riesce a mantenere un aspetto incredibilmente semplice e rurale nonostante il turismo massiccio degli ultimi anni; spero che anche negli anni a venire le autorità locali lavorino per tutelare il patrimonio naturale dell’isola, vero tesoro di Formentera. Come per il faro della Mola, anche qui la strada scende leggermente fino ad arrivare ai piedi del faro, non certo maestoso ma comunque carino. Lì vicino ci dovrebbero essere delle cavità naturali nella roccia, qualcuno si avventura alla ricerca, noi invece, stanchi ma motivati, cerchiamo di completare il nostro tour.

Cala Saona – voto 7 A circa metà strada tra il faro e Sant Francesc si gira a sinistra verso cala Saona. Si arriva in prossimità di un albergo piuttosto grande e molto vicino alla spiaggia. Anche qui sentiamo parlare più italiano che spagnolo, la baia è piccola ma piena di barche, sabbia chiara, rocce e macchia tutt’intorno, mare molto bello ma non limpido come da altre parti ma ormai, se pensiamo al livello delle cose che abbiamo visto, ci sembra di cercare ogni volta il pelo nell’uovo. Il caldo si fa sentire e siamo veramente stanchi quindi anticipiamo di un’ora il rientro a Eivissa.

Sarà scontato ma Formentera ci è sembrata incredibilmente bella nella sua semplicità, con il suo mare assolutamente cristallino, le spiagge con sabbia chiara quasi incontaminate e le sue distese selvagge di macchia e vegetazione spontanea; nulla possiamo dire di Formentera by night ma non credo che sia al livello di Ibiza, non si può avere tutto!

Felici di aver rivissuto i ricordi di questa meravigliosa vacanza speriamo che il nostro racconto possa tornare utile a qualche turista per caso. Hasta luego! Andrea e Francesca



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