In giro per il nord della Spagna

Dopo aver fatto i lettori per caso per la preparazione dei nostri viaggi senza mai lasciarne traccia sul sito, questa volta abbiamo deciso di raccontare la nostra esperienza nel nord della Spagna. Siamo partiti in 4 da Milano-Orio al Serio per Zaragoza il pomeriggio del 31 ottobre 2007. Arriviamo in perfetto orario e ritiriamo la Focus noleggiata...
Scritto da: mongiove
in giro per il nord della spagna
Partenza il: 31/10/2007
Ritorno il: 05/11/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Dopo aver fatto i lettori per caso per la preparazione dei nostri viaggi senza mai lasciarne traccia sul sito, questa volta abbiamo deciso di raccontare la nostra esperienza nel nord della Spagna.

Siamo partiti in 4 da Milano-Orio al Serio per Zaragoza il pomeriggio del 31 ottobre 2007. Arriviamo in perfetto orario e ritiriamo la Focus noleggiata via internet (90 € per 4 giorni). Non ci fermiamo a Zaragoza (che sarà l’ultima tappa del nostro viaggio) ma ci dirigiamo a Pamplona. Forse è bene precisare che eravamo muniti di navigatore satellitare… altrimenti potremmo sembrare troppo disinvolti negli spostamenti! Giunti a Pamplona depositiamo bagaglio in albergo e auto nel parking e facciamo il giro della cittadina che è davvero piccola. Ci lasciamo consigliare dalla Lonely Planet per il posto in cui cenare ed eccoci a mangiare pintxos (il nome basco delle tapas) in un locale caratteristico e pieno di spagnoli. La mattina dopo, giorno festivo, non ci aspettavamo di trovare tanta gente per strada ma neanche così poca! Scopriamo con delusione che la cattedrale è chiusa (e che non ha intenzione di aprire) e dopo un ultimo giro fino alla Plaza de Toros decidiamo di lasciare Pamplona, convinti che la si debba visitare nella settimana di San Fermin e non in altri periodi dell’anno perché risulta abbastanza anonima (nota bene, in quella settimana i prezzi degli hotel sono davvero improponibili: la stessa camera che abbiamo pagato 70 euro, costerà 250!) Riprendiamo quindi l’auto e ci dirigiamo verso San Sebastiàn.

Decidiamo di fare la statale (carretera nacional) per fermarci in qualche paesino. E così vediamo Ziga (minuscolo paese con una chiesa cinquecentesca) e seguendo la tortuosa strada della carretera nacional arriviamo fino a Hondarribia, paesino di pescatori sulla costa atlantica. Solo in serata raggiungiamo San Sebastian dove avevamo trovato solo un hotel a qualche km dal centro. Dopo esserci sistemati nelle camere ci dirigiamo verso la città e decidiamo di lasciare l’auto in uno dei numerosi parking in centro.

San Sebastian ci è piaciuta subito: elegante e animata. Abbiamo girato per le stradine del centro storico, visitando alcune chiese (aperte nonostante l’ora tarda perchè giorno festivo) e godendoci soprattutto la vitalità che si respirava nelle strade brulicanti di persone (turisti e non). Ci siamo spinti fino alle spiagge e abbiamo visto la Playa de la Concha, la più grande e bella della città. La lunga passeggiata è stata allietata dall’acquisto di castagne calde in uno dei numerosi chioschetti che le vendevano: arrivando da Milano il rapporto qualità-prezzo-quantità ci è parso fantascientifico!! Il giorno successivo (2 novembre) abbiamo subito lasciato l’albergo e ci siamo diretti a ovest, direzione Bilbao. Prima di lasciare la città, abbiamo fatto una sosta al Peine de los Vientos. Nessuna guida ne parla ma abbiamo visto le foto in cartolina la sera prima e, incuriositi, abbiamo programmato il navigatore per andarci e… ci è piaciuto! Siamo poi saliti al monte Uguell (l’ingresso è a pagamento anche in auto) da cui si gode una bellissima vista della città e del golfo. Abbiamo scattato un’infinità di foto e subito dopo ci siamo rimessi in marcia seguendo la strada costiera e facendo alcune soste. La prima è stata Getaria, bel paesino con una chiesa che lo domina e nel quale si respira un profumo di pesce meraviglioso. Purtroppo però era ancora presto e abbiamo deciso di fare ancora un po’ di strada prima di cercare un posto dove pranzare. Decidiamo quindi di fermarci a Ondarroa dove abbiamo mangiato dell’ottimo pesce freschissimo e cucinato alla griglia perfettamente, in un ristorante evidentemente frequentato quasi esclusivamente da gente del luogo (chi volete che arrivi a Ondarroa il 2 novembre?!). A parte l’aspetto culinario però, Ondarroa è stata assolutamente bocciata. Stesso dicasi per Elantxobe e per Guernica, cittadina famosa per l’opera di Picasso ma che non presenta alcuna attrattiva dal punto di vista turistico.

Siamo infine giunti a Bilbao. La prima impressione è stata di sorpresa: ci aspettavamo una città più moderna e commerciale, invece Bilbao sembra avere due anime. Il casco viejo (un po’ deludente) è veramente in condizioni piuttosto precarie, i palazzi sono vecchi e mal tenuti, i negozi squallidi. La cattedrale è bella esternamente ma circondata da viuzze un po’ degradate. Abbiamo fatto una lunga passeggiata sul lungofiume – dove abbiamo trovato l’immancabile venditrice di castagne a prezzi spagnoli -, siamo passati sul ponte pedonale Zubizurri (molto bello) fino al Guggenheim e abbiamo ammirato la sua avveniristica struttura in notturna. Dopo un giro nell’ensache (la parte nuova, elegante e signorile di Bilbao) siamo tornati in Plaza Nueva (cuore della città vecchia) per cenare. Di movida neanche l’ombra.

Il giorno seguente abbiamo dedicato la mattinata alla visita del Guggenheim. Noi non siamo amanti dell’arte moderna, ma anche i nostri amici – che invece apprezzano il genere – hanno concordato nell’affermare che la collezione interna non è all’altezza della struttura che la ospita.

Verso le dodici lasciamo quindi Bilbao per andare a vedere il puente Colgante de Vizcaya (si trova a Portugalete) che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Le guide dedicano molto poco spazio a questo ponte che invece è davvero notevole. Chi non soffre di vertigini può salire con un ascensore e attraversarlo a piedi dall’alto (4 euro), altrimenti si può anche traghettare con l’auto o a piedi su una piattaforma al costo di 30 centesimi. Il paesino in realtà non ha nulla di particolare, ma il ponte merita la visita.

Ci siamo poi diretti a Burgos dove siamo arrivati verso le 17.

Burgos è davvero deliziosa. Abbiamo subito visitato la bellissima cattedrale e dopo siamo saliti al castello che però era chiuso. Dopo una pausa in una meravigliosa cioccolateria consigliata dalla Lonely Placet, abbiamo continuato a passeggiare per le stradine della città alla scoperta delle varie chiese, purtroppo chiuse per l’orario. Anche qui tappa-castagne obbligatoria, altra meravigliosa cena a base di tapas e poi a nanna.

Siamo già a domenica. Prima di lasciare Burgos andiamo al monasterio de Las Huelgas, semplicemente bellissimo. La visita è solo guidata e in spagnolo e gli orari sono condizionati dalle monache che vivono in clausura nel convento, ma vale la pena aspettare.

Sul cammino di Zaragoza decidiamo di fare qualche tappa. Prima fermata è Santo Domingo de la Calzada: una chiesa che si trova sul cammino di Santiago (che in questo tratto abbiamo fiancheggiato) e caratterizzata dalla presenza di un gallo e una gallina vivi che vivono al suo interno, in ricordo di una leggenda legata all’origine della stessa chiesa.

Subito dopo ci fermiamo in un posto bellissimo. Una piccola deviazione ci porta infatti a San Millàn de la Cogolla, dove ci sono i due monasteri di Yuso e Suso (Patrimonio dell’Umanità). Vista l’ora e il poco tempo a disposizione abbiamo visitato soltanto quello di Suso pechè la visita guidata iniziava prima, ma siamo certi che valesse la pena visitare anche l’altro. Però dovevamo raggiungere Zaragoza per riconsegnare l’auto in serata… e così riprendiamo la strada e arriviamo a destinazione alle 19 circa.

Mentre i ragazzi riportano l’auto in aeroporto (ignari del fatto che dovranno aspettare oltre un’ora l’unico bus di collegamento col centro città) le fanciulle iniziano a esplorare il centro. In realtà Zaragoza è un cantiere aperto: nel 2008 ci sarà l’expo e la città si sta rifacendo il look! Visitiamo la seconda cattedrale Nuestra Senora del Pilar, una grandissima chiesa che unisce gli stili più svariati. Quando i ragazzi ci raggiungono finalmente ceniamo… ma anche qui vita notturna a dir poco inesistente! La mattina dell’ultimo giorno avremmo voluto visitare La Seo, ma è chiusa il lunedì e un integerrimo custode non ci ha lasciato neppure dare una sbirciatina mentre gli addetti alle pulizie lavoravano. Abbiamo invece visitato la Aljafaria (esempio di architettura mudejar che probabilmente è un po’ sopravvalutato perché non c’è molto altro da visitare) e abbiamo fatto un giro per il centro, cercando di vedere, tra un’impalcatura e l’altra, le varie torri mudejar che ci sono in città.

Abbiamo infine preso il bus che ci ha portato al piccolo aeroporto di Zaragoza per rientrare in Italia e cominciare a pensare alla prossima destinazione!!!



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