Ni un perro andaluz

Comincio subito spiegando il gioco di parole del titolo: niente traffico, niente turisti, niente code. Vi lascio alcune tracce che spero utili per altri turisti per caso con un invito: andateci in Spagna, ogni stagione è buona, ma meglio ancora fuori stagione. Itinerario: arrivo e partenza Siviglia da Bergamo con Ryanair, poi Jerez de la...
Scritto da: chebellavita
ni un perro andaluz
Partenza il: 16/01/2008
Ritorno il: 20/01/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Comincio subito spiegando il gioco di parole del titolo: niente traffico, niente turisti, niente code.

Vi lascio alcune tracce che spero utili per altri turisti per caso con un invito: andateci in Spagna, ogni stagione è buona, ma meglio ancora fuori stagione.

Itinerario: arrivo e partenza Siviglia da Bergamo con Ryanair, poi Jerez de la Frontera, Tarifa, Sanlucar de Barrameda, Parque de Doñana, Sierra de Aracena.

Il primo giorno non ci siamo lasciati scappare la visita ad una cantina; abbiamo scelto la Lustau (www.Lustau.Es), azienda media ma di ottima qualità. Abbiamo prenotato una visita guidata (10 € compresi 5 vini in degustazione, ma se interessa altro non si fanno problemi a versare) e fatto alcuni buoni acquisti.

Ci siamo poi diretti a Tarifa dove purtroppo il maltempo, non freddo ma con un continuo andare e venire di scrosci d’acqua, ci ha impedito la vista dell’Africa nel punto dove i due continenti sono più vicini. Abbiamo dormito alla Mesòn de Sancho (www.Mesondesancho.Com) che consiglio (forse sottotono la colazione). Affascinante il parco eolico nell’immediato entroterra; andatelo a vedere e ditemi se poi preferite una bella centrale termoelettrica.

Il secondo giorno ci siamo diretti verso il Parque de Doñana, versante est, a Sanlucar de Barrameda sulla sponda del Guadalquivir. Unico inconveniente del fuori stagione è stata l’assenza della visita del parco dal fiume (servizio sospeso in inverno). Ma ci siamo consolati pranzando a tapas di pesce da “El bigote” al barrio pesquero: in un vicolo da una parte il ristorante, dall’altra il bar de tapas. Cibo notevole, manzanilla a go go e spesa contenuta (25 € in due).

Ripartiamo poi per l’altro versante del parco, quello di Huelva, con l’obiettivo di vedere le famose dune prima del tramonto. Nonostante occorra fare tutto il giro del parco ripassando da Siviglia. L’impresa è riuscita poiché a quella latitudine in questo periodo dell’anno il sole sorge alle 8, ma tramonta alle 19.00. Abbiamo capito perché si chiama Costa de la Luz; la luce è intensissima, ed è pieno inverno. Ah, dimenticavo, la giornata è stata bellissima, 18-20 gradi, nemmeno una nuvola in cielo, e così sarà per i giorni a seguire.

Pernottiamo a El Rocìo presso Doñana Rural (reservas@donana-rural.Com), l’ambiente bello ma forse un po’ troppo nuovo e freddo.

El Rocìo è stato una bellissima sorpresa: è un paese dove non c’è una sola strada asfaltata, le strade sono larghissime ed il fondo è di sabbia. Sembra il far west. Ci hanno spiegato che è per la tradizione dell’andare a cavallo che viene preservata. Inoltre si affaccia sull’acquitrino e si possono osservare tutti gli animali che nuotano, volano e pascolano. Grandioso il pranzo a base di frutti di mare da “Toruño” (65 € in due). Ci è sembrato molto carino anche l’omonimo albergo (hoteltoruno@hotmail.Com).

Terzo giorno passato a passeggiare per il parco: prima il parco dunare. Un percorso di 6 Km attraversa la duna (alta 100 metri) e arriva al mare. A giudicare dalle tracce sarebbe stato anche pieno di animali, peccato non saper riconoscere l’orma di un cinghiale da quella di un cervo da quella di una lince.

Poi La Rocìna, un’area umida appena fuori da El Rocìo in cui protagonisti sono gli uccelli palustri. Anche qui, tutto molto bello, ma non so distinguere una papera da un ibis (vabbè, esagero, qualche quark l’ho visto pure io). Ci godiamo ancora il tramonto e poi ci dirigiamo verso Siviglia, all’agriturismo Finca la Luz (www.Fincalaluz.Com) segnalato da altri turisti per caso. Pro: vicinissimo all’aeroporto e a soli 30 minuti d’auto dal complicato centro urbano di Siviglia,. Contro: il titolare è un tipo un po’ strano e distante, cortese, per carità, ma per entrare e uscire bisogna chiamarlo perché chiude il cancello a chiave, inoltre trovarlo la prima volta non è facile e se ti perdi non lo trovi più. Riscaldamento e condizionamento si pagano (cari, 4 € al giorno) a parte.

L’ultimo giorno utile lo abbiamo dedicato all’acquisto di un vero Jamòn de Bellota acquistato sui luoghi d’origine e ci siamo diretti ad Aracena, a meno di 100 Km da Siviglia. Ad Aracena c’è anche un’interessante grotta ricca di stalattiti e stalagmiti, ma la vera star è il Jamòn Iberico. Sì, proprio quell’oggetto dei desideri venduto di solito a prezzi inavvicinabili e che invece qui si può acquistare direttamente dal produttore (aziende visitabili). La marca non la riporto perché devo ancora aprirlo, non voglio assumermi responsabilità. Se vi interessa c’è anche il Museo del Jamòn in cui imparerete a distinguere il cerdo iberico dal cerdo blanco, quasi ad amarlo, ma comunque ad affettarlo.

Ultima cena a Siviglia presso la commovente (per prezzi e qualità) Bodega Extremeña in Calle San Esteban 17 (25-30 € in due esagerando).

A Siviglia è stato attivato il servizio di noleggio bici tipo quello di Parigi, non lo abbiamo provato ma pare eccellente.

L’ultimo giorno non lo computo nemmeno come giorno di vacanza; alle 09.20 parte l’aereo per Bergamo. Alla prossima.

P.S. Per i viaggiatori Ryanair: ho fatto il biglietto con web-check in ma dovevo imbarcare il vino. Che fare? Sul sito non è contemplato il caso, al call center mi hanno detto di non fare il web check in al ritorno, ma di andare in aeroporto, pagare imbarco e bagaglio. L’ho fatto ma ho dovuto poi ripagare un secondo supplemento perché concentrando il peso su un unico bagaglio ho superato di 3 kg i 15 kg di franchigia. Col senno di poi avrei speso meno imbarcando 2 bagagli e pagando due supplementi.



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