Andalusia a Natale

Itinerario Malaga: 1 notte Granada: 2 notti Cordoba: 2 notti Spesa complessiva (pernottamenti, vitto, extra): 500 € a testa 25 dicembre – Malaga La mattina M., io e il futuro nascituro partiamo da Malpensa alle 10,30 circa, con il cenone di Natale ancora sullo stomaco. Voliamo con Alitalia, dato che i biglietti sono premi Millemiglia....
Scritto da: mari77
andalusia a natale
Partenza il: 25/12/2007
Ritorno il: 01/01/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Itinerario Malaga: 1 notte Granada: 2 notti Cordoba: 2 notti Spesa complessiva (pernottamenti, vitto, extra): 500 € a testa 25 dicembre – Malaga La mattina M., io e il futuro nascituro partiamo da Malpensa alle 10,30 circa, con il cenone di Natale ancora sullo stomaco. Voliamo con Alitalia, dato che i biglietti sono premi Millemiglia. L’arrivo a Malaga è abbastanza puntuale, intorno alle 13,30. In aeroporto ritiriamo l’auto, prenotata da Internet sul sito della Record Rent a Car, 123 € per una Younday Getz per una settimana, Casco inclusa.

Cartina alla mano raggiungiamo rapidamente il centro città. Il nostro hotel è il Don Curro, un buon tre stelle in pieno centro città, prenotato con circa un mese di anticipo e pagato 65 € la doppia (senza colazione) grazie alle offerte dell’ottimo sito www.Booking.Com (la carta di credito viene richiesta come garanzia ma addebitata solo il giorno in cui si lascia la stanza). Scaricati i bagagli, ci cambiamo rapidamente e usciamo subito. La macchina la lasciamo sul lungomare poco lontano dall’albergo (i giorni festivi il posteggio è gratuito). Ci sono circa 16 gradi (contro gli 0 di Milano!) e un sole scintillante, per cui ci prendiamo la soddisfazione di uscire senza giacca.

L’imponente e bella cattedrale di Malaga è proprio dietro il nostro hotel, ma è chiusa, così come l’Alcazaba e il Castello di Gibralfaro. Seguiamo comunque la stradina che costeggia il Castello in cima alla collina, da dove si vedono vari scorci del porto. Purtroppo il paesaggio sottostante non è proprio bello, con tutti i casermoni a ridosso del litorale. Riscendendo attraversiamo l’elegante e vestito a festa Paseo del Parque (con lucine natalizie e bancarelle) e raggiungiamo la spiaggia della Malagueta, non tanto bella, almeno in inverno… Torniamo nel centro storico e passeggiamo ancora un po’ per le sue vie. I negozi sono tutti chiusi ma le piazze della città si stanno pian piano animando. In Plaza de la Constitution è stato allestito un gigantesco e scenografico albero di Natale. Passando per il museo Ricasso, ci fermiamo a bere due tè arabi alla frequentatissima Teteria: incredibile a dirsi, dato il periodo, ma ci sediamo in un tavolino all’aperto, con vista sul museo.

Inizia a fare buio, si accendono le decorazioni natalizie e il centro diventa molto più suggestivo. Anche se non si può dire che Malaga sia una città bella, il centro storico è ben curato ed è piacevole passeggiarvi, considerando anche che è chiuso al traffico. Prima di rientrare in hotel, becchiamo l’inizio della Messa alla cattedrale, così riusciamo ad entrare, per fortuna: l’interno è infatti degno dell’esterno.

Breve sosta in albergo e riprendiamo la macchina per uscire a cena. Intanto sono le 20,30 e in centro quasi non si cammina per tutta la gente che c’è in giro. Abbiamo letto sulla guida che sulla strada che costeggia il litorale verso est, appena fuori città, c’è una zona, El Capo, che pullula di ristoranti di pesce. Credo sia una zona molto più operativa in estate, infatti gran parte dei ristoranti sono chiusi. Ci fermiamo al Tintero II, un ristorante enorme che la guida cita come buono, ma soprattutto chiassoso e vivace (pare che in alcuni periodi vendano il pesce all’asta). Ebbene noi ci ritroviamo da soli in questo surreale posto da più di mille coperti, con una decina di camerieri fermi al centro della sala che ci guardano…Mangiamo del buon pesce fritto con patatine e salsa alioli (30 €) in pochi minuti, dato che il servizio è velocissimo (bè, con tutta la clientela del locale…) e diciamo anche spartano (niente coltelli sui tavoli). Tutto sommato usciamo soddisfatti anche se un po’ provati dalla quantità d’aglio dell’alioli, torniamo in centro e lasciamo la macchina un po’ più lontano di prima, sperando di ritrovarla domani. Facciamo una passeggiata per il centro città, cercando la casa natale di Picasso, ma non la troviamo e desistiamo.

26 dicembre – Granada Ci svegliamo con lo scroscio della pioggia…Speriamo che a Granada non piova! Per colazione svoltiamo l’angolo e mangiamo tostadas (pane tostato, burro e marmellata), caffè e succo d’arancia al Cafè Moka (7,2 €).

Ripresa l’auto partiamo subito per Granada. Arrivati in città ho purtroppo la pessima idea di passare per il centro, e probabilmente ci beccheremo una multa perché facciamo casino e passiamo per via Colòn, riservata a bus e taxi, con tanto di telecamere. Comunque ce la facciamo a raggiungere l’albergo, il Citymar San Antòn, un quattro stelle piuttosto centrale. Anche in questo caso avevamo trovato un’offerta su booking.Com, 60€ la stanza a notte. La macchina riusciamo a parcheggiarla in un vicolo non troppo lontano.

Aspettiamo un po’ che smetta di piovere e usciamo per il centro città. Passando di fianco alla Cattedrale (enorme), attraversiamo la via Colòn e saliamo per le strette vie dell’Albayzin, l’antico quartiere arabo. Quando riscendiamo è intanto diventato buio, e anche qui la città si anima e si carica di fascino. Attraversiamo Plaza Nueva e Plaza Bib Rambla, anche per cercare un ristorante per la cena. Intanto, la vicinanza della Sierra Nevada si fa sentire e inizia a fare davvero freddo, per cui torniamo in albergo a riposarci aspettando l’ora di cena: vogliamo “spagnolizzarci” un po’ e usciamo per le 21,30… Raggiungiamo la Antigua Bodega Castañeta a Plaza Nueva, una bella taverna specializzata in tapas, ma con una decina di tavolini per la cena. Aspettiamo più di mezz’ora per un tavolo libero (infatti non usciremo più così tardi) e ordiniamo un churrizo (salsiccia di maiale a pezzetti con il sugo servita in una terrina di terracotta) e una paella di mare (tutto sui 30 €). Non può mancare una sangria (e spero che il futuro nascituro mi perdonerà!) 27 dicembre – Granada Stamattina non ci svegliamo presto. Dopo colazione, ci incamminiamo verso l’Alhambra, dato che alle 14 abbiamo la visita, con i biglietti prenotati tramite il sito www.Servicaixa.Com, al prezzo di 11 € a biglietto. Consiglio vivamente la prenotazione perché altrimenti c’è una fila tremenda e i biglietti tendono a finire presto… Dopo una scarpinata in salita di una ventina di minuti siamo davanti alla biglietteria. Mostrando la carta di credito utilizzata per la prenotazione, in 5 minuti abbiamo i nostri biglietti e alle 14 in punto entriamo. Per 4 € prendiamo anche un’audioguida. Il biglietto indica l’ora in cui si devono visitare i Palazzi Nasridi, noi dobbiamo entrare tra le 14 e le 14,30, per cui senza indugiare ci dirigiamo subito lì.

I Palazzi Nasridi sono sicuramente l’attrazione migliore dell’Alhambra, sorprendenti le fitte decorazioni arabe e i giochi d’acqua delle fontane; anche l’audioguida dà indicazioni interessanti. La visita dura un paio d’ore, poi visitiamo il Palazzo di Carlo V (non eccezionale), la vecchia cinta di mura dell’Alcazaba e, infine, il Generalife con il suo spettacolare parco. Ancora estasiati da tanta bellezza, usciamo che sono già le 18 e siamo affamati. Prendiamo due tè arabi e una buonissima crepe al dulce de leche alla Casbah, locale intimo e caratteristico proprio all’inizio dell’Albayzin. Sosta in hotel e riusciamo per cena. Leggiamo sulla guida che Calle Naves è piena di ristorantini, cosa del tutto vera, ma diciamo che non siamo gli unici ad essersene accorti! Questi locali trasudano gente, proviamo ad affrontarne un paio ma i pochi tavoli sono tutti pieni. Dopo un po’ di peregrinazione, decidiamo di tornare nel locale arabo del pomeriggio, dato che avevamo letto il menù e non ci era sembrato male. Fortunatamente troviamo posto, sono le 22,30, abbiamo una fame tremenda, e per altro il servizio è lento. Siamo ricompensati, però, da piatti buoni e ben curati: mangiamo una specie di zuppa di ceci, pollo tandoori, samosa e felafel, vino e tisana di tiglio, per un prezzo davvero modico (22 € in due).

28 dicembre – Cordoba Oggi si lascia Granada per Cordoba. Prima di partire ci concediamo una colazione super alla Churreria di Calle Pescaderia, con churros (frittelle lunghe) inzuppati nella cioccolata calda.

Arrivati a Cordoba seguiamo l’indicazione per il centro città, cercando di raggiungere l’hostal El Reposo de Bagdad (45 € la doppia), prenotato per mail e scelto seguendo i suggerimenti di altri Turisti per Caso. L’Hostal è in piena Juderia, il vecchio quartiere ebraico, composto da casette bianche a due piani e stretti vicoli…Proviamo a percorrerli in macchina, un vero incubo, anche perché raramente le vie hanno i nomi riportati e per un bel po’ giriamo a vuoto. Anche stavolta alla fine ce la facciamo, anche se non c’è spazio per lasciare l’auto nemmeno per un minuto, quindi scendo al volo e chiedo alla proprietaria di indicarmi un parcheggio. In Paseo de la Victoria, non lontano, c’è un parcheggio a pagamento a 9€ al giorno, ma riusciamo a lasciare l’auto sulla strada, sganciando 1€ al parcheggiatore (credo abusivo, anche se munito di tesserino di identificazione…).

Arrivati all’Hostal lo troviamo carino, con un bel patio rigoglioso e una camera con bagno piccolina, semplice, ma graziosa. Sul patio si apre una saletta in stile arabo con tappeti e tavolini bassi e narghilè, e decidiamo che domani ci fermeremo a fare colazione lì (non sappiamo in cosa consiste, ma costa 3,5€).

Usciamo subito, gironzoliamo per gli affascinanti vicoli della juderia, in pochi minuti siamo davanti alla Mezquita, entriamo nel cortile pieno di alberi d’arancio e mandarini, ma rimandiamo a domani la visita all’interno. Infatti abbiamo un compito urgente: prenotare l’ingresso ai bagni arabi per domani. Riusciamo a prenotare per le 14, purtroppo più tardi non c’è più posto. Il biglietto costa 29 € e consiste nell’ingresso alle piscine, massaggio e aromaterapia (il solo ingresso costa invece 22 €). Riprendiamo il nostro giro a zonzo, torniamo verso l’hostal per prendere un tè in una teteria araba che avevamo visto passando. Rinvigoriti dal tè passeggiamo ancora un po’, usciamo dalla Juderia e ci troviamo all’improvviso nel cuore della città moderna, tra boutique, bar alla moda e sfavillanti luminarie natalizie.

Per cena scegliamo la Bodega Mezquita in Calle Cespedes, vicino alla Mezquita, che però alle 20,30 è gia al completo; ci mettono in lista d’attesa e in venti minuti ci sediamo. Questo locale, come del resto altri di Cordoba, ha molti piatti di cui si può scegliere la quantità, cioè tapas (un assaggio), ½ porzione o porzione intera. Ci sbizzarriamo e ordiniamo un paio di tapas (polpettine e agnello con delle salse particolari), due mezze porzioni (cuori di carciofi e spiedini di carne) e un dolce tipico, una sfoglia servita con panna montata e caramello. Il tutto per 27 €. Ma, soprattutto, il tutto buonissimo, così buono che pur avendo già adocchiato il ristorante per domani sera (la Taberna Miguel), è probabile che torneremo qui! Dopo cena, breve giretto digestivo prima di rientrare all’hostal (anche perché la sera fa freddino!) 29 dicembre – Cordoba Stanotte sono stata insonne, senza nessun motivo in particolare. Certo il letto non è proprio comodissimo, ma nemmeno da non riuscire a dormire…Forse l’unica pecca è che di notte con il piccolo termosifone elettrico acceso ha iniziato a fare caldo, ma la mattina presto è di nuovo freddo. Anche perché questo tipo di architettura araba, con le stanze che si affacciano sul patio, credo favorisca il fresco per le torride estati andaluse. Il sole infatti non filtra per niente, il che rende le stanze isolate e un po’ buie, soprattutto in inverno.

La colazione sui cuscinoni è buona, bevanda calda con tostadas con burro e marmellata e della frutta.

Usciamo con l’idea di raggiungere la torre della Calahorra, dall’altra parte di fiume. L’idea è infranta dalla constatazione che la torre fa parte del programma di ristrutturazione del ponte romano, ora inaccessibile (però sta venendo benissimo!). Guardiamo l’Alcazar solo da fuori, ma entriamo negli adiacenti bagni arabi (biglietto 2 €, ma il venerdì è gratuito), così assaporiamo un po’ d’atmosfera che riprenderemo nel pomeriggio.

Alle 14 ci aspettano finalmente i nostri bagni arabi. All’ingresso ci consegnano un asciugamano ed entriamo nello spogliatoio (separato uomo/donna) un po’ troppo piccolo per tutta la gente che c’è…L’inizio non è proprio dei migliori, ma il bagno ne vale la pena. Ci sono 3 belle sale, con soffitto a volta stellato, il tiepidarium, il calidarium e il frigidarium, e passare dall’una all’altra è davvero rilassante e rinvigorente. Con il numero consegnatoci all’ingresso ci chiamano per il massaggio schiena e gambe (io solo gambe per non schiacciare il futuro erede sdraiandomi sulla pancia), per una decina di minuti. Relax! Il percorso dura circa un’ora e mezza. Uscendo purtroppo confermo l’impressione sugli spogliatoi, un delirio.

Nel pomeriggio giriamo un po’ per la città nuova a fare qualche spesuccia e comprare qualche regalino, mentre per la cena decidiamo di provare un altro posto che sembra specializzato in tapas, il Museo. Anche questa volta ordiniamo un giro di tapas (patate del Museo e crocchette di spinaci), due mezze porzioni (polpo e melanzane fritte), due dolci e vino (il tutto 25€); nel complesso il giudizio è positivo, anche se nettamente inferiore rispetto a quello di ieri, sia per il locale che per la qualità/varietà dei piatti serviti.

30 dicembre – Siviglia Sveglia alle 9, prima di colazione proviamo ad entrare gratuitamente nella Mezquita, dato che dovrebbe esserci la Messa, ma invece è alle 11. Pensiamo di ripassare più tardi, intanto facciamo colazione all’hostal. Check-out, carichiamo l’auto, ma nei dintorni della Mezquita non riusciamo a parcheggiare, alla fine tiriamo dritto e rinunciamo a vederne gli interni (se non da una porta laterale che ieri era aperta).

Sulla strada per Siviglia facciamo una piccola deviazione per Carmona, piccola cittadina sulla collina, e ne visitiamo il centro storico.

Entrati a Siviglia impieghiamo la solita ora a trovare la strada per l’hotel Zaida. Lasciamo l’auto in un parcheggio pubblico, ma poi all’hotel ci dicono che ne hanno uno convenzionato con il 20% di sconto e la spostiamo. L’hotel, prenotato da internet a 60 € la stanza a notte, si trova nel quartiere El Arenal, centrale; ha una sola stella ma devo dire che nel complesso è una buona sistemazione, comoda, tranquilla e pulita.

Uscendo ci rendiamo conto di essere più in centro di quanto la cartina lasciasse pensare. In pochi minuti, dopo aver attraversato una via commerciale lastricata, siamo già davanti alla cattedrale. Dopo un po’ di fila riusciamo a entrare, l’ingresso costa 7,5 € (la domenica dovrebbe essere gratuito ma non è vero), ’interno gotico è interessante e poi si può salire sulla Torre della Giralda (con un po’ di fatica…Futuro sangue del mio sangue inizi a pesare!) e vedere la bellissima Siviglia dall’alto. Sì, questa città mi ha proprio colpito, ha le dimensioni giuste, bei monumenti ben tenuti, è elegante ma anche giovanile e allegra, ed è persino abbastanza pulita! All’uscita sono le 17, abbiamo fame perché, anche se siamo abituati a saltare il pranzo, stamattina abbiamo fatto colazione presto. Vicino alla Cattedrale, in Avenida de la Constitutìon, ci lasciamo tentare dalla Cerveceria 100 Montaditos, che si chiama così perché ha per l’appunto un centinaio di tipi diversi di montaditos, paninetti imbottiti a piacere. Ne scegliamo un paio a testa più due bevande (9 €), sono ottimi e usciamo rifocillati e pronti ad affrontare il Barrio di Santa Cruz, il vecchio ghetto ebraico. Anche questo quartiere è affascinante, e già che ci siamo buttiamo un occhio anche ai ristoranti per la cena di Capodanno di domani: purtroppo i ricchissimi menù proposti partono da 80 €…Cercheremo qualcosa di più economico.

Continuiamo la camminata verso nord e passiamo per piazza Alfalfa, che dovrebbe essere molto animata ma, sarà l’ora, sarà che è inverno, non lo è, o almeno molto meno del Barrio e delle traverse di Av. De la Constitutìon, già gremiti di gente che gozzoviglia nei tavolini all’aperto e passeggia per i vicoli (di cui l’80% parla italiano…Si vede che ci avviciniamo al Capodanno!). Finito il giro per le 20 torniamo in albergo, abbiamo gambe e schiena a pezzi, ci riposiamo un po’! Per cena ci dirigiamo verso il Barrio di Santa Cruz; di fianco alla Cattedrale ci sono una serie di bar che servono tapas, sempre pieni di gente. Ne scegliamo uno carino (il Patanchon) quasi di fronte alla Bodega Santa Cruz, in pochi minuti otteniamo un tavolo e ordiniamo due mezze porzioni di carciofi e formaggio di capra. Buoni ma non eccezionali, soprattutto i carciofi navigano nell’aglio (che qui si usa molto) e la digestione non sarà delle più facili! Ci addentriamo nel Barrio per continuare la ricerca di un locale per Capodanno. Al San Marco ci dicono che sono al completo, ma che hanno posto in un ristorante della stessa catena dall’altra parte del fiume, nel quartiere di Triana, di fronte alla Torre de Oro. Il menù sembra buono, costa 65 €, decidiamo di andare a vedere, il posto ci sembra carino e prenotiamo. L’unica perplessità è che di solito è un ristorante italiano, tutto pizza/pasta insomma, mentre per Capodanno diventa tipico Andaluso. Speriamo bene… 31 dicembre – Siviglia Stamattina ci svegliamo scandalosamente tardi, per cui facciamo colazione/pranzo in un bar della catena Cafè de Indias con una ricca tartitas, una specie di pancake con panna e cioccolata. Camminando oltrepassiamo la Cattedrale e arriviamo a Plaza de España, una piazza enorme e ben tenuta, dove tra l’altro fa particolarmente caldo e ci fermiamo a prendere un po’ di sole. Anche questa zona a sud della Cattedrale è bella ed elegante, con strade ampie, bei palazzi e tanto verde. Tornando verso nord riattraversiamo il Barrio (che effetto passare dai vialoni alle stradine larghe un metro!) e pian piano rientriamo in albergo. Sono quasi le 18, ci prendiamo un po’ di tempo per prepararci con tutta calma per la sera.

Poco prima delle 21 siamo al San Marco pronti per la cena. Nonostante abbiamo prenotato con solo un giorno di anticipo, ci riservano un posto nelle salette al primo piano, più carine del salone a paino terra, con tanto di vista sulla Cattedrale illuminata. Anche qui la percentuale di connazionali è altissima.

Il menù prevede antipasto, primo piatto di pesce, sorbetto, secondo piatto di carne e dolce (tronchetto natalizio). Devo dire che mangiamo bene, cibo molto elaborato, ma buono. A fine cena ci consegnano “l’uva della suerte”: la tradizione spagnola vuole che si mangino 12 acini d’uva, uno per ogni rintocco nei 12 secondi che precedono la mezzanotte…Pare porti fortuna…Sennonché trangugiare 12 acini d’uva in 12 secondi è pressoché impossibile…Ci facciamo un sacco di risate! Dopo il brindisi usciamo in strada e ripassiamo per la Cattedrale: molte persone hanno festeggiato la mezzanotte in piazza e si accingono ad andare in qualche locale o tornare a casa. Anche noi torniamo in albergo, visto che domani si riparte e dobbiamo svegliarci presto.

1 gennaio Sveglia ahimè alle 8, dobbiamo tornare subito a Malaga per prendere l’aereo. In giro sono ancora molte persone che stanno per tornare a casa. All’ingresso dell’autostrada c’è un posto di blocco dove fermano a tappeto tutte le auto per fare il palloncino: meno male che abbiamo dormito abbastanza, che ieri sera M. Non si era proprio risparmiato col vino (considerando che ha bevuto anche il mio: futuro consanguineo spero mi ringrazierai!).

Anche questa volta siamo alla fine, ma spero tanto che, nonostante la famiglia più numerosa, riusciremo ancora, di quando in quando, a esplorare qualche pezzetto di mondo.



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