Viaggio tra i colori dell’Andalusia

16.06.2007 Ed eccoci finalmente al tanto atteso giorno della partenza, per questo avventuroso viaggio studiato per mesi fin nei più piccoli dettagli! Abbiamo volato con la Vueling, la compagnia low-cost spagnola, perché parte anche da Venezia, che è l’aeroporto a noi più congeniale (nonché il migliore, secondo noi, fra quelli che abbiamo...
Scritto da: M&I
viaggio tra i colori dell'andalusia
Partenza il: 16/06/2007
Ritorno il: 25/06/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
16.06.2007 Ed eccoci finalmente al tanto atteso giorno della partenza, per questo avventuroso viaggio studiato per mesi fin nei più piccoli dettagli! Abbiamo volato con la Vueling, la compagnia low-cost spagnola, perché parte anche da Venezia, che è l’aeroporto a noi più congeniale (nonché il migliore, secondo noi, fra quelli che abbiamo provato finora!), però abbiamo dovuto fermarci una notte, all’andata, a Barcellona.

In teoria avremmo dovuto partire da Venezia alle 20.25, ma l’aereo è decollato solo alle 22, per cui siamo giunti a destinazione alle 23.45. Abbiamo quindi preso, proprio all’uscita dell’aeroporto, la navetta gratuita (da prenotare però prima, contattando l’hotel!) che ci ha portato all’ultra moderno “Hotel Tryp Aeropuerto”, della catena Sol Melia, prenotato da casa tramite agenzia (55 euro a notte a testa). L’hotel in questione è veramente fantastico, molto minimal e funzionale… Un vero peccato averci solo dormito per tre ore!! Eh sì, perché l’altro aereo, che da Barcellona ci avrebbe portato a Malaga, base di partenza della nostra avventura andalusa, doveva partire alle 6 e 25, per cui noi alle 4 e 30 eravamo già di nuovo in aeroporto… 17.06.2007 e invece…Sorpresa, sorpresona …Appena arrivati in aeroporto scopriamo che il nostro volo è stato …CANCELLATO!!! Al banco della Vueling, allora, ci hanno proposto, tra altre opzioni, di prendere il primo volo per Siviglia da dove un autobus, sempre della compagnia, ci avrebbe portato all’aeroporto di Malaga per le 11. Noi, che dovevamo per forza raggiungere l’aeroporto di Malaga, poiché avevamo un’auto prenotata da casa che ci aspettava lì, abbiamo colto al volo questa opportunità e, dopo aver fatto colazione col buono offertoci dalla Vueling per il disagio, ci siamo imbarcati per Siviglia. Da qui, attraversando una natura magnifica e scrutando dal finestrino della corriera qualche “pueblo blanco”, in circa 2 ore e mezza ci siamo ritrovati a Malaga.

Qui, per 221 euro per 8 giorni (più una strisciata sulla carta di credito da 300 euro come cauzione ed altri 48 per MEZZO pieno, che l’auto aveva già, quando in realtà uno INTERO ne costava 23!!…Prima ed unica fregatura del viaggio…) la Record Spain ci ha consegnato una scassatissima Kia Picanto 1.100 cc. Con un bagagliaio talmente piccolo che non ci stava neanche una della nostre 2 valigie!! Comunque, finalmente, siamo partiti alla volta di Granada… Le “autovie” (le nostre autostrade) in Andalusia sono molto scorrevoli e con dei grandissimi cespugli di oleandri rosa e bianchi come divisori, al posto dei nostri squallidi guard-rail: cosa non meno importante poi, sono quasi totalmente gratuite, tranne per alcuni tratti che vi dirò in seguito.

Siamo quindi arrivati rapidamente a destinazione ma, una volta entrati in città, comincia il bello!!! Prima, simpaticissima cosa: in Andalusia, le strade cittadine non sempre hanno un cartello che ne indichi il nome, per cui è pressoché inutile che facciate come noi e che vi stampiate gli itinerari dal Via Michelin, è sicuramente meglio se vi orientate con le cartine (che vi sarete fatti spedire gratuitamente dal sito www.Andalucia.Org!) Seconda cosa: una volta orientati, bisogna fare i conti con i sensi unici, le zone a traffico limitato, le strade ad una corsia con marciapiedi altissimi e paletti e la totale assenza di parcheggi (se non sotterranei e a pagamento!!): fortunatamente tutti i nostri hotel avevano dei parcheggi convenzionati, che però abbiamo dovuto pagare a parte (dai 14 euro al giorno per quello di Granada ai 9 per quello di Ronda).

Alla fine, tuttavia, e con non poche difficoltà, siamo riusciti a raggiungere il nostro hotel, l’Hotel Las Nieves, un grazioso tre stelle con ben 2 patii interni, stanze un po’ piccole a dire il vero, ma bagni con la doccia idromassaggio e non molto distante da Plaza Nueva, il centro di Granada.

Subito dopo aver posato in camera le valigie, ci siamo fiondati alla scoperta di questa affascinante città: passando per Plaza Trinidad e Plaza de los Lobos, due bellissime oasi verdi con al centro una fontana, siamo arrivati all’imponente Monasterio de San Jeronimo (dove abbiamo visto, per la prima volta, un “Patio de los Naranjos”, onnipresente in ogni palazzo che si rispetti, in Andalusia!) ed alla vicina Basilica de San Juan de Dios, oggi trasformata in ospedale, con due meravigliosi chiostri interni.

Proseguendo su Calle San Jeronimo, siamo arrivati di fronte all’imponente cattedrale (attenzione qui alle zingare che cercano di vendervi i rametti di rosmarino portafortuna…Non si arrendono molto facilmente!!) ma, poiché erano le 3 passate, il caldo era insopportabile e non avevamo messo in bocca niente dopo la brioche delle 6, abbiamo deciso di inoltrarci nell’Alcaiceria, il caratteristico mercato musulmano (ricostruito) fino ad arrivare a Plaza de Bib-Rambla, piena di bar e bocaterie. In una di queste ultime (facente parte di una catena sparsa un po’ in tutta l’Andalusia, la “Oh La Là”) al fresco di un pergolato, abbiamo assaggiato i primi buonissimi “bocadillos” (panini) della nostra vacanza. Dopo esserci rifocillati e riposati, abbiamo deciso di dedicarci alla Cattedrale e alla Capilla Real: la prima, molto imponente date le sue notevoli dimensioni, si presenta comunque molto “leggera” grazie al delicatissimo marmo bianco con cui è costruita, ed alla stupenda illuminazione che riceve dalle vetrate riccamente decorate…Per non parlare poi dei meravigliosi intarsi dorati che abbelliscono gli altari e i due maestosi organi…Veramente meravigliosa!! La seconda, a cui si accede tramite un’altra entrata, è il monumento funerario dei re cattolici Ferdinando ed Isabella e di loro figlia Giovanna e del marito Filippo, che sono anche raffigurati nelle delicate statue di marmo che sovrastano la cripta in cui si trovano le loro spoglie. Una volta usciti, passando per Plaza Isabel la Catolica ed ammirando il bellissimo monumento dedicato ai re cattolici e a Colombo, ci siamo diretti verso il quartiere Realejo, indicato sulla cartina come zona d’interesse turistico: a nostro avviso, tuttavia, non c’è niente che meriti di esser visto!! Abbiamo quindi proseguito la nostra passeggiata verso il Paseo Salon, un bel parco che costeggia il Rio Genil, il fiume di Granada, per poi rientrare in hotel percorrendo l’Acera del Darro.

Dopo una lunga doccia (idromassaggio!) ci siamo ri-avvicinati a Plaza Nueva per la cena: in una delle viuzze laterali, abbiamo optato per l’invitante “Meson Andaluz” e devo dire che il gazpacho e la paella non avrebbero potuto essere più buoni!!!(e abbiamo speso solo 11 euro a testa!) 18.06.2007 Oggi è il gran giorno dell’Alhambra ma prima…Colazione!! Nel nostro caso era inclusa nei 40 euro pagati a testa a notte e viene servita nel bar dell’hotel, un po’ cupo in verità (a causa dell’illuminazione sbagliata, secondo noi!) ma, essendo un bar aperto a tutti non solo agli ospiti dell’hotel, vedendo gli autentici abitanti del posto che si fermavano a fare colazione prima di andare al lavoro, ci sentivamo un po’ veri cittadini di Granada anche noi!! E poi, così, abbiamo scoperto che gli andalusi veraci sono soliti far colazione con “cafè con leche y tostada”, e cioè caffè con latte caldo (metà e metà) e 2 fette di pane arrostite con sopra olio d’oliva e sale (e volendo anche pomodoro!)… e questa è diventata immediatamente anche la mia colazione!! Abbiamo quindi preso, da Plaza Nueva, la Cuesta de Gomerez che, attraversando il Bosque Alhambra (passando di fronte alla Puerta de la Justicia e al Pilar de CarlosV), conduce fino alla cima della collina Sabika su cui si erge maestosa questa meravigliosa fortezza che è in lizza per diventare una delle nuove 7 meraviglie del mondo!! All’entrata, muniti della prenotazione fatta circa un mese prima sul sito www.Alhambratickets.Com, senza fare praticamente alcuna coda, ci hanno consegnato i nostri biglietti e siamo quindi partiti alla scoperta di questa meravigliosa cittadella… Poiché l’entrata ai Palazzi Nasridi dovevamo farla tra le 12 e 30 e le 13, essendo arrivati molto presto, abbiamo avuto tutto il tempo per vedere tutto il resto prima. Abbiamo iniziato dal Generalife: una moltitudine di giardini, sentieri, laghetti, fontane… un inno alla natura, un’oasi di pace e una vera delizia per gli occhi!! Da qui siamo passati a visitare l’austera Alcazaba, la parte più antica dell’Alhambra, che conserva solo i bastioni ed alcune torri, come la Torre de la Vela, dalla cui sommità si gode una vista stupenda, a 360 gradi sulla città. Successivamente ci siamo diretti ai Jardines del Partal, dove si trova la bellissima (e fotografatissima, da noi!!!) Torre de las Damas: una grande loggia coperta dalla quale si scorge e si domina il quartiere dell’Albayzin, i giardini e gli orti del Generalife ed i giardini interni che circondano la vasca nella quale si riflette. Abbiamo quindi fatto la Passeggiata delle Mura e siamo ritornati all’ingresso dell’Alcazaba dove, poco prima della Puerta del Vino, abbiamo visto il Palacio de Carlos V (che però a noi non è piaciuto molto!) e i Baños del Polinario: delle stanze adibite a bagni, appunto, illuminate da lucernai a forma di stella.

E finalmente è giunta l’ora di entrare nei famosissimi Palacios Nazaries, l’autentico girello dell’Alhambra, con le pareti dagli stucchi elaboratissimi, gli splendidi rivestimenti in piastrelle e le elaborate volte a muqarnas (a nido d’ape o con stalattiti). Purtroppo però, nella sala più rappresentativa di tutto il monumento, ovvero il Patio de los Leones, ci aspettava una triste sorpresa: la fontana centrale, accerchiata da 12 leoni, è in ristrutturazione e dei fotografatissimi felini non c’è neanche l’ombra!!! Comunque il portico in sé è talmente bello, con le sue 124 colonne di marmo, che resta una meraviglia dell’architettura che dimenticheremo molto difficilmente!! Dopo una breve (circa un’ora) seppur accurata visita anche a questa parte dell’Alhambra (dove però c’era veramente troppissima gente!!) abbiamo deciso di concludere la nostra visita e di ridiscendere all’Albayzin per il pranzo. Per far ciò abbiamo preso la Cuesta de los Chinos e ci siamo fermati in un localino all’aperto sul Paseo de los Tristes, da cui si godeva una splendida vista sull’Alhambra.

Dopo pranzo il nostro programma prevedeva la passeggiata a piedi nell’Albayzin consigliata dalla Lonely: che dire…Il vecchio quartiere arabo di Granada ci ha veramente affascinato, con le sue stradine strette e silenziose che salgono fino al Mirador San Nicolas (dal quale abbiamo fatto le più belle foto all’Alhambra con sullo sfondo la Sierra Nevada) e alla Mezquita Mayor de Granada (i cui bellissimi giardini erano però chiusi, purtroppo!), e che poi ridiscendono, attraverso Calle Calderia Nueva fiancheggiata da numerose teterie, fino a Plaza Nueva… Siccome non eravamo ancora abbastanza stanchi, abbiamo quindi deciso di raggiungere a piedi (!!!) un altro gioiello architettonico, che si trova a 2 km dal centro di Granada, ovvero il Monasterio de La Cartuja. Merita sicuramente una visita la fastosa chiesa barocca e, in particolare, il Sagrario, subito dietro l’altare, e la Sacristia, con i sui armadi finemente intagliati.

Siamo quindi rientrati in centro per una breve doccia e la cena, a base del consueto gazpacho e “gambas fritas” (gamberetti fritti) nel ristorante all’aperto “Torres Bermejas” in Plaza Nueva (un po’ caro in verità: 34 euro in 2).

Bè… che dire di Granada: è una città che ha indubbiamente molto fascino, ma…Vuoi per la stanchezza del viaggio, vuoi per la frenesia di dover fare tutto in fretta, non ci è rimasta particolarmente nel cuore (Alhambra a parte, ovviamente..!) come invece è successo, ad esempio, per Cordoba, che abbiamo visitato il giorno dopo…Ma andiamo con ordine… 19.06.2007 Oggi la nostra piccola Kia Picanto ci ha portato agevolmente a Cordoba: agevolmente nel senso che siamo arrivati in città molto facilmente ed anche raggiungere l’hotel è stato molto semplice (anche perché c’erano degli utilissimi cartelli col nome dell’hotel che ci hanno portato fin sulla porta dello stesso!!) Avevamo scelto per il nostro soggiorno l’Hotel Riviera (30 euro a testa a notte con colazione) che è un 2 stelle vecchio stampo, che necessiterebbe, secondo noi, di un bel rinnovamento, ma che tuttavia ha alcune comodità non da poco: la prima è il parcheggio, nel senso che volendo, si può parcheggiare l’auto sul Paseo de La Victoria, attorno ai Jardines de la Vicoria e vicino all’hotel, dove si può lasciare la macchina per un’ora o un giorno sempre per soli 0,90 euro!! non è custodito, però ci sono degli omini che sono addetti a far entrare e uscire le auto dai parcheggi e al ritiro dei soldi, nonché al rilascio del talloncino da lasciare sul parabrezza; la seconda è senza dubbio la posizione strategica, poiché è vicino sia al centro commerciale che a quello monumentale di Cordoba. Dopo aver posato le valigie in camera ci siamo diretti verso la Mezquita, uno dei più importanti monumenti islamici dell’Andalusia, se non addirittura il più importante: con la sua selva di 856 colonne sormontate da due ordini di archi sovrapposti, con mattoni rossi e pietre bianche a formare delle strisce, la sua cattedrale cristiana interna e il pregevole mihrab, riccamente decorato, è un luogo veramente magico, una costruzione fuori dal tempo; all’infuori della moschea, l’onnipresente “Patio de los Naranjos” con al centro una fontana (era il luogo delle abluzioni, dove cioè i musulmani si lavano prima di accede alle moschee) e il Cabildo, quello che una volta era il minareto e che ora è racchiuso in una torre del ‘500: purtroppo su quest’ultimo non siamo potuti salire, a causa di alcuni lavori di ristrutturazione. Abbiamo quindi proseguito il nostro giro attraverso un altro dei luoghi più caratteristici di Cordoba, e cioè il quartiere della Juderia: questo è sicuramente uno dei posti più belli che ho visto in questa vacanza, con gli stretti vicoli, le case bianche di calce, le inferriate di ferro battuto su finestre ricolme di fiori e “azulejos” e poi…I patii…Mille patii, nascosti dietro portoni di legno semichiusi, e poi dietro cancellate che però permettevano di dare una sbirciatina all’interno… con le loro fontane, attorniate da una vegetazione rigogliosa, al cui solo sguardo si riusciva a godere un po’ della loro fresca pace, nel caldo delle due del pomeriggio…: che sensazione meravigliosa!! In mezzo a tutti questi patii, ne abbiamo trovato uno, trasformato in ristorante sempre della catena “Oh La Là”, dove ci hanno servito una “selecion de tapas” veramente ottima e super abbondante (in due non siamo riusciti a finirla!) e un altrettanto ottimo e delizioso “salmorejo cordobes” (una specie di gazpacho, però più denso e con dentro un uovo sodo) a testa: il tutto per meno di 15 euro a testa!! Abbiamo quindi ripreso il nostro cammino con direzione Alcazar de los Reyes Cristianos: solo quando siamo arrivati abbiamo scoperto che chiudeva alle 14 e 30 ed abbiamo dovuto cambiare programma! Poco male, abbiamo visto e fotografato degli angoli che forse non avremmo mai conosciuto se avessimo trovato l’Alcazar aperto! Ci siamo rituffati quindi tra i vicoletti della Juderia fino ad arrivare al maestoso Puente Romano, attraversando la Puerta del Puente; quindi ci siamo diretti verso Plaza del Potro e Plaza de la Corredera e più avanti ancora verso i verdissimi Jardines de la Merced, in Plaza de Colon, con l’imponente facciata di marmo rosa del vecchio Convento de la Merced, oggi sede di esposizioni.

Siamo quindi rientrati in hotel, stanchi morti ma paghi delle mille meraviglie appena viste, per una doccia ristoratrice e poi… Via di nuovo, nella movida cordobès!! Siamo ritornati nei pressi della cattedrale e ci siamo concessi una dissetante sangria in un bar molto frequentato dalla gente del posto…Abbiamo visto passare tantissime ragazze, ma soprattutto bambine, truccate e acconciate di tutto punto, coi loro piccoli trolley con dentro i “vestiti di scena”: stasera si balla il flamenco da qualche parte!! E loro ce l’hanno veramente nel sangue: il loro portamento, la loro fierezza, già da bambine…Sembra che non abbiano paura di niente… Ci siamo quindi spostati dal centro, in cerca di un posticino dove cenare: siamo arrivati fino agli immensi Jardines de la Agricoltura, con due passeggiate lunghissime e bellissime ai lati, piene ma piene di gente che chiacchierava, correva, passeggiava…Abbiamo quindi attraversato l’Avenida de la Libertad ed abbiamo scoperto la Cordoba trendy, quella dei Buddha Bar e dei localini minimal… veramente una città per tutti i gusti!! Per la cena abbiamo provato un ristorante in Plaza Tendillas: all’inizio non eravamo molto convinti, a causa del personale un po’ “sulle sue” ma poi la paella era veramente ottima (e in più, in cima ad un palazzo, c’è un orologio con delle campane che ogni ora suonano il flamenco!!) 20.06.2007 Stamattina il nostro programma prevedeva di partire presto per Siviglia ma, siccome ieri l’Alcazar de los Reyes Cristianos era già chiuso, abbiamo deciso di dedicargli la mattinata. Per prima cosa comunque, abbiamo fatto colazione nel bar convenzionato con l’hotel, di cui ora non ricordo assolutamente il nome ma che si trova a pochi passi dallo stesso ed è molto frequentato dai locali: per prima cosa ti portano uno zumo de naranja (succo d’arancia) di benvenuto e poi puoi ordinare quello che vuoi!! Ma passiamo alla visita all’Alcazar… Oltre alle mura e alle torri che formano la fortezza meritano sicuramente la visita i bellissimi giardini con le loro fontane circondate da una moltitudine di fiori colorati e alberi dalle forme bizzarre. Al centro del giardino le statue di Colombo, Isabella e Ferdinando ricordano i vari incontri dei tre personaggi.

Felici di non esserci lasciati sfuggire neppure questo incantevole luogo abbiamo proseguito la nostra avventura verso Siviglia, lasciandoci alle spalle una città fiera del suo glorioso passato ma che ha saputo adeguarsi armoniosamente allo scorrere del tempo.

Il viaggio verso Siviglia è stato accompagnato dalle sagome dei tori che spuntavano dai campi di girasoli… una volta arrivati abbiamo trovato, con non poca difficoltà, il nostro hotel, il “Plaza Santa Lucia”: un moderno tre stelle con un microparcheggio privato, da pagare ovviamente a parte, situato in una zona molto tranquilla però un po’ distante dal centro (20 min. A piedi) e con colazione a buffet compresa nei 40 € pagati a notte. Il nostro itinerario sivigliano prevedeva per oggi, come prima tappa, una visita al quartiere El Arenal: qui si trovano alcuni dei simboli della città come la Plaza de Toros de la Maestranza e, alla fine del Paseo de Cristobal Colon sul fiume Guadalquivir, la Torre del Oro, che abbiamo visitato poco prima che chiudesse (ore 14.00). Dalla sommità della Torre si gode di un’ottima vista sul lungofiume e sulla città con al centro la sua imponente Cattedrale. Abbiamo poi proseguito oltre la Puerta de Jerez e, passando davanti all’Universidad (Fabrica de Tabacos), siamo arrivati all’entrata dell’immenso Parque Maria Luisa dove ci siamo fermati a mangiare al Cafè Bar Citroen (che però non è assolutamente degno di nota!).

Nel primo pomeriggio abbiamo scoperto uno dei luoghi più belli della nostra vacanza: Plaza de España. Siamo rimasti veramente affascinati dalla grandezza di questo luogo ed al tempo stesso dell’estrema cura dei particolari: gli infiniti azulejos che rivestono praticamente tutto in questa magnifica piazza (costruita per l’Exposicion Iberoamericana del 1929) sono qualcosa che non si può descrivere a parole, bisogna solo vederli… Dopo aver scattato anche qui numerose fotografie, per rinfrescarci un po’ ci siamo rifugiati nel vicino Parque de Maria Luisa, anche questo veramente immenso, pieno di alberi secolari e aiuole fiorite dai bellissimi colori e ovviamente mille fontane e panchine rivestite di azulejos!! Spostandoci quindi verso il centro siamo passati di fronte al Teatro Lope de Vega ed all’Hospital de la Caridad e poi, attraverso strette stradine e rinfrescanti patii, ci siamo ritrovati di fronte all’Archivo de Indias. Da qui abbiamo proseguito sino a Plaza de Triunfo, dietro alla cattedrale, dove si trova l’entrata dell’Alcazar: devo dire che questa meraviglia dell’architettura, a cui abbiamo dedicato un pomeriggio, si potrebbe definire quasi un’ “Alhambra in miniatura”, tanto sono splendidi gli stucchi mudejar che ornano i suoi patii e i suoi palazzi e tanto sono curati i suoi giardini!! Una volta usciti, attraverso il Patio Banderas (Antonio??) ci siamo diretti verso El Centro, passando di fronte alla bellissima Iglesia de El Salvador, per rientrare quindi in hotel.

Per la cena ci siamo ri-diretti verso El Centro, più precisamente nel locale Jugopan in Calle San Eloy, dove ci siamo gustati un ottimo ed abbondante menù del dia per 9 euro a testa: è un locale specializzato in carni che consigliamo vivamente, noi ci siamo trovati così bene che ci siamo ritornati pure la sera dopo!! Nel dopo cena abbiamo fatto una passeggiata sul lungofiume, dal Puente de la Triana fino alla Torre del Oro, scattando un bel po’ di foto in notturna prima di rientrare in hotel.

21.06.2007 Stamattina il nostro programma prevedeva la visita alla Cattedrale di Siviglia, la terza cattedrale più grande del mondo dopo San Pietro a Roma e St. Peter & Paul a Londra, per cui di buon mattino, dopo un’abbondante colazione a buffet consumata nell’apposita sala dell’hotel ci siamo diretti verso la nostra mèta. Abbiamo scoperto però (su indicazione di un furbo vecchietto che, spacciandosi per guida turistica ufficiale e parlando in un italiano quasi perfetto, voleva in realtà solo venderci dei posti per una serata di flamenco con cena in un locale di cui era il pr!!) che la cattedrale oggi apriva al pubblico solo alle 11, per cui dopo aver un po’ girovagato comprando un po’ di souvenir, abbiamo aspettato pazientemente l’orario di apertura. Quando finalmente siamo riusciti ad entrare, l’immensità di questa chiesa ci ha fatto rimanere veramente senza fiato: il luogo più significativo (e sicuramente il più fotografato!!) è la Capilla Mayor, in cui si trova l’immensa pala d’altare completamente rivestita d’oro, forse la più grande al mondo. Notevoli sono anche la volta gotica riccamente decorata, e i tesori della cattedrale, per non parlare delle numerose cappelle che ornano i tre lati della cattedrale e della tomba di Cristoforo Colombo (che pare non ospiti però le sue spoglie). Abbiamo quindi proseguito la nostra visita salendo sulla Giralda, il campanile (già minareto, perché ovviamente anche la Cattedrale di Siviglia, prima, era una moschea!) a cui si accede tramite un’agevole rampa e sulla cui sommità sventola il Giraldillo, il simbolo di Siviglia che rappresenta la Fede e del quale si può ammirare una ricostruzione proprio all’entrata della cattedrale, davanti alla Puerta de los Principes.

Una volta scesi ci siamo fermati a riposare un po’ nel Patio de los Naranjos, interno alla cattedrale, con la sua bella fontana al centro, che però era purtroppo un po’ troppo affollato!! L’itinerario è proseguito verso il pittoresco Barrio de Santa Cruz: un susseguirsi di stradine strette e piazzette piene di taverne e negozietti di souvenir, in cui tuttavia si respira un’aria di pace e serenità: ed è proprio in uno di questi localini che abbiamo deciso di fermarci per il pranzo, in Plaza de Doña Elvira, nel ristorante “La Cueva”, che aveva anche un bel patio interno, ma noi abbiamo preferito rimanere sulla piazzetta e dove comunque abbiamo speso tanto ma non abbiamo mangiato di conseguenza!! Però il posto era veramente bellissimo, il nostro tavolo era all’ombra degli aranci, davanti ad una magnifica fontana… Il pomeriggio, a causa del caldo insopportabile (almeno per la sottoscritta!!), l’abbiamo passato con i piedi ammollo in una delle vasche del Parque de Maria Luisa: un pomeriggio un po’ sprecato, ma io veramente non mi reggevo in piedi, i ritmi erano stati troppo serrati, avevo bisogno di staccare un po’ la spina!! Ci siamo quindi diretti verso l’hotel, doccia veloce e poi via di nuovo verso El Centro… Essendo la nostra ultima sera a Siviglia, non potevamo non concederci un aperitivo a base di tapas e sangria, ed abbiamo scovato un locale in cui la scelta era veramente infinita e le ricette veramente particolari…

A Siviglia ci siamo trovati veramente bene, è una città veramente molto bella: peccato esserci rimasti solo due giorni, ne avrebbe meritati almeno quattro e per questo motivo ci ritorneremo sicuramente!! Una cosa da fare però, è di non pretendere di poterla vedere tutta a piedi come abbiamo fatto noi: meglio affidarsi a qualche mezzo pubblico perché è davvero grande… 22.06.2007 Dopo la solita abbondante colazione a buffet ci siamo diretti verso la nostra prossima mèta ovvero Cadiz, incantevole cittadina affacciata sull’oceano Atlantico!! Qui l’autovia a un certo punto diventa a pagamento: in prossimità della cittadina di Las Cabezas de San Juan c’è il casello e per le auto l’importo da pagare è di circa 6 € (importo diverso hanno le moto e i camion).

Appena arrivati ci siamo subito accorti che la realtà di Cadiz è molto diversa rispetto alle altre città che avevamo visitato per quanto riguarda il discorso traffico: si entra agevolmente in centro tramite un vialone a sei corsie, trafficato sì, ma tutto sommato molto scorrevole, che termina con l’imponente Puerta de Tierra, vera e propria porta d’entrata del centro città. Anche qui la situazione traffico non è poi male, tanto che abbiamo facilmente trovato un parcheggio sotterraneo custodito (avevamo le valigie in macchina ben in vista per cui non volevamo rischiare!!) proprio attaccato al punto di partenza dell’itinerario consigliato dalla Lonely, ovvero Plaza de Mina: da qui abbiamo iniziato il nostro giretto sul lungomare, fermandoci per un po’ di foto e per ammirare lo stupendo panorama nel Parque del Genoves ed in tutti i bastioni incontrati fino ad arrivare all’imponente cattedrale dalla cupola gialla. Da qui abbiamo poi proseguito nel Barrio del Populo dove ci siamo fermati per pranzo in un locale, di cui ora non ricordo ovviamente il nome, ma che si trova in Plaza de Fray Felix: era pieno di gente e la cameriera che serviva tutti i tavoli praticamente da sola era veramente simpaticissima!!! E, cosa non da poco, abbiamo mangiato veramente bene, senza spendere una cifra: ripensando alla mia “ensaladilla de pulpo alla gallega” (insalata di polipo lessato con patate, maionese e aglio) e agli spiedini di gamberoni al forno, mi viene ancora l’acquolina in bocca!!! Anche Cadiz, nella sua semplicità, ci è rimasta veramente nel cuore: ha il tipico fascino delle città di mare, molto accogliente coi turisti e all’apparenza tranquilla e sonnacchiosa, ma in realtà piena di vita e tutta da scoprire…Ci siamo veramente pentiti di averla lasciata un po’ in secondo piano: avrebbe meritato molta più considerazione… Subito dopo aver finito di pranzare ci siamo rimessi in cammino per raggiungere la nostra tappa n° 2 di oggi: Ronda.

Sconsiglio vivamente di farla subito dopo mangiato, l’ultimo tratto è tutto una curva!!! L’unica cosa che ci ha sostenuto, durante il viaggio, era il pensiero che all’arrivo ci aspettava quello che possiamo ben definire il più bell’hotel di tutta la vacanza: l’hotel Maestranza (e te credo, era l’unico 4 stelle che avevamo prenotato!!). Ovviamente, se avete voglia di coccolarvi un po’ questo è sicuramente l’hotel giusto: abbiamo pagato 60 € a testa, ma quando siamo arrivati abbiamo capito da subito che li meritava tutti!!! Innanzitutto per la posizione: si trova di fronte alla Plaza de Toros che, detto per inciso, è la più antica di tutta la Spagna; poi, è a 2 (e dico 2 di numero!!) minuti a piedi dal famosissimo Puente Nuevo (e quindi dalla Ciudad, cioè la parte vecchia di Ronda); allo stesso tempo si trova vicino a Plaza El Socorro, piena di bar e ristorantini, ed alla Carrera del Espinel, una lunghissima via pedonale piena di gente e negozi. La nostra camera, poi, era grande come un monolocale, con due lettoni a 1 piazza e mezza, e aveva il condizionatore già acceso quando siamo arrivati, per cui la temperatura era ottimale: insomma si stava così bene che, a dirvi la verità, abbiamo faticato un po’ per uscire da quel paradiso!! Ma Ronda ci aspettava, anche perché avevamo ormai solo mezza giornata da dedicarle!! Per prima cosa ci siamo diretti verso il famosissimo Puente Nuevo: è veramente impressionante!! La gola è talmente profonda che il Rio Guadalevin, che scorre in fondo, quasi non si vede: si sente solo il rumore dell’acqua che scorre!! Dopo averlo oltrepassato si entra appunto nella Ciudad: ci siamo subito diretti alla Plaza del Campillo, dove c’è un mirador che dà sul ponte, ma il mio moroso non era ancora contento, voleva vederlo più da vicino…Ed infatti proprio alla fine della piazzetta parte una stradina sterrata che costeggia la gola e che porta molto vicino al ponte…Sì, ma che calor!!! Il percorso è tutto al sole, ed eravamo ovviamente già stanchi morti, dopo la giornatina de fuego: l’andata in discesa è stata anche gradevole, e il mirador in cui si arriva è veramente l’ideale per fare foto e per rendersi conto ancora di più della maestosità del ponte … ma il ritorno … in salita … col sole fortissimo (nonostante fossero le 6 passate) … pensavo di svenire !!! Una volta arrivati sù ci siamo diretti verso il Palacio Modragòn, che però purtroppo era chiuso, e successivamente in Plaza Duquesa de Parcent, col suo bel giardino centrale su cui si affacciano l’Iglesia de Santa Maria la Mayor, molto particolare col suo loggiato, e l’Ayuntamiento, cioè il palazzo municipale. Proseguendo poi attraverso strette stradine siamo arrivati di fronte all’enigmatica facciata del Palacio del Marques de Salvatierra, con le statue di inca nudi che si coprono …Proprio là!! Proseguendo, speravamo di trovare aperta almeno la Casa del Rey Moro, dalla quale, tramite una scala con 300 gradini, si po’ raggiungere il fiume in fondo alla gola e invece…Chiuso anche quello!!! Siamo quindi rientrati in hotel per una doccia veloce e poi ci siamo fatti una bella passeggiata sull’animatissima Carrera del Espinel prima di fermarci in Plaza del Soccorro per la cena. Dopo cena abbiamo fatto un’altra passeggiatina per scattare un po’ di foto in notturna al Puente Nuevo e tra le stradine della Ciudad. 23.06.2007 Oggi ci siamo svegliati di buon mattino e come prima cosa, ovviamente, ci siamo fiondati nella sala per la prima colazione del nostro fantastico hotel. Vi dico solo una cosa: il tavolo per il buffet era lungo 8 metri!! Immaginatevi quante cose c’erano sopra: frutta, verdura, pane di mille tipi, uova, marmellate, salse varie …Ma la cosa più curiosa (e che io personalmente non avevo mai visto da altre parti) era un vassoio di acciaio chiuso da un coperchio e riscaldata da un fornelletto contenente il bacon appena abbrustolito!! Insomma, tutto il necessario per una vera colazione da re!! Abbiamo quindi ripreso la nostra macchinetta e ci siamo diretti verso Gibilterra: anche qui l’autovia è a pagamento (circa 5 € in tutto) e ci ha portato fino a La Linea de la Concepciòn, dove abbiamo parcheggiato sempre in un parcheggio custodito e a pagamento. La scelta è stata azzeccata perché la fila di auto che entravano a Gibilterra era molto lunga e procedeva molto a rilento. Noi invece a piedi siamo entrati in un attimo, anche attraversando l’ormai famosa pista di atterraggio dell’aeroporto di Gibilterra! Il tempo ovviamente non era dei migliori: c’era una nuvola che copriva praticamente solo la rocca!! Abbiamo percorso tutta la pittoresca Main Street, molto “british”, fra le cabine rosse e i mille pub sparsi qua e là, e siamo arrivati fino al punto di partenza della funicolare che porta in cima alla rocca. C’era un po’ di vento ma la cabina è molto stabile e siamo arrivati in cima alla rocca in un attimo e senza paura (e ve lo dice una che è rimasta terrorizzata dal percorso in funicolare di Gardaland!!). In teoria ci sarebbe una fermata intermedia, all’Apes’ Den, con la possibilità di scendere e vedere le famose scimmie che lo popolano, i più antichi abitanti della rocca, però a causa del forte vento ci siamo solo fermati, senza poter scendere (in verità, non appena si è aperta la porta, la sottoscritta aveva tentato di scendere, ma il tipo che manovra la cabina mi ha detto subito di risalire e che le scimmie potevo vederle anche in cima alla rocca!! E allora la domanda mi è sorta spontanea: che cavolo l’hai aperta a fare la porta, se poi non potevamo scendere??? Comunque…) Una volta su, in effetti, abbiamo subito fatto conoscenza con queste simpatiche bestiole, che erano poi l’unica attrattiva, anche perché la cima della rocca, con i suoi numerosi punti d’osservazione, era immersa in una densissima nuvola che non ci ha permesso di vedere non solo le coste dell’Africa, ma neanche la stessa Gibilterra dall’alto!! Però l’emozione di pensare di essere in quel luogo che gli antichi pensavano fosse la fine del mondo, fa sempre un certo effetto, nebbia o non nebbia!! Una volta scesi, abbiamo cercato un locale consigliato dalla Lonely per pranzare: il Clipper. Mai scelta, anche qui, fu più azzeccata!! Lo stile è quello tipico del pub inglese, con la moquette sul pavimento e i tavolini di legno scuro, ed era strapieno di gente! Abbiamo mangiato veramente bene: io una fajita di pollo e il mio amore una fettina di manzo al pepe che abbiamo faticato a finire, tanto le porzioni erano abbondanti, e un pane all’aglio con sopra una salsa di formaggio veramente buonissimo. Un consiglio che possiamo dare è di cambiare il necessario per le spese previste durante il vostro soggiorno a Gibilterra in sterline appena arrivati perché, pur potendo pagare in euro, il tasso che viene applicato nei locali e nei negozi non è molto conveniente! Questa città, nella sua particolarità, è una mèta da non trascurare secondo noi perché ti fa dimenticare, per un attimo, di essere in Spagna e ti porta in una realtà completamente diversa!! Dopo questa piccola parentesi in terra inglese ci siamo diretti verso l’ultima … spiaggia, quella di Malaga! L’alloggio che qui ci aspettava era l’Hotel Zeus (due stelle, 38 €. A notte con colazione): non lasciatevi ingannare dagli azulejos dell’atrio … scoprirete che le camere in realtà sono tutte in tipico stile … tirolese (?!), con tanto di rivestimento in legno alle pareti e tende di stoffa pesantissima con motivi floreali gialli e rossi!! L’accoglienza ed il servizio sono stati molto positivi però la posizione in cui l’hotel si trova e il fatto che la sala per la colazione si trova in un altro hotel (comunque vicino) non ci hanno completamente soddisfatto.

Appena arrivati abbiamo fatto un primo giro di esplorazione della città passando di fronte alla “Manquita” (la cattedrale incompleta), all’Alcazaba e siamo arrivati alla Malagueta, la spiaggia “cittadina”. Da qui siamo rientrati in albergo passando davanti alla Plaza de Toros e al bellissimo Ayuntamiento con la sua facciata color crema.

Per la cena … tapas! In un locale all’aperto in plaza de las flores dove una simpaticissima cameriera che parlava un po’ di italiano ci ha servito due super montaditos (paninetti) e tre abbondanti tapas (tra le quali le famose patatas bravas con un sapore di aglio a prova di vampiro!) per un totale di 15 euro.

Dopo cena abbiamo passeggiato lungo Calle Marques de Larios, un luminoso e frequentato viale pedonale lastricato con marmo chiaro.

24.06.2007 Stamattina, dopo la consueta e abbondante colazione consumata presso l’hotel Don Paco (convenzionato con il nostro hotel e forse un po’ più bello!) siamo andati a visitare il monumento forse più bello della città: l’Alcazaba. Non è minimamente paragonabile all’Alhambra ma, nella sua semplicità, la fortezza si è rivelata una piacevole sorpresa con i suoi giardini curati e le immancabili fontanelle! Compresa nei 3,20 euro del biglietto di ingresso è anche la visita al Castillo de Gibralfaro, al quale si accede percorrendo il Paseo Don Juan de Temboury: la strada è veramente ripida ma in più punti ci sono dei mirador che offrono delle splendide viste sulla baia che ospita Malaga.

Ciò che rimane del Castillo sono solo le mura esterne e i bastioni, sulle quali però si può fare una bella passeggiata.

Siamo quindi scesi e, dopo tante fatiche, abbiamo deciso di concederci una refrigerante sangria all’ombra della Cattedrale, nel Restaurante Tormes: purtroppo non era prevista la vendita di sangria in singoli bicchieri per cui abbiamo optato per la caraffa da litro! Con le gambe praticamente ridotte a metà dai due bicchieri di sangria a testa che componevano la suddetta caraffa, abbiamo deciso di dirigerci verso Plaza de la Marina x riempirci un po’ lo stomaco al Festival de la Tapa!! Ebbene sì, abbiamo avuto la fortuna di essere a Malaga proprio nel fine settimana in cui si svolgeva la decima edizione di questo fantastico festival, che è un po’ come le nostre sagre paesane: si fanno i biglietti alla cassa prima di entrare (una “tapa” costa € 1,80 e una “bebida” € 2,00) e poi, una volta dentro, si può prendere la pietanza che si vuole in qualsiasi stand! Inutile dirvi che ci siamo abbuffati fuori misura: abbiamo assaggiato di tutto (c’era perfino il sushi, che io adoro e che non mi sono lasciata sfuggire!!) e non abbiamo speso praticamente niente, tant’è che ci siamo ritornati anche per cena!! Nel pomeriggio ci siamo rilassati un po’ facendo ancora un piccolo giretto, ma soprattutto…Un bel riposino in albergo!!! E poi via di nuovo verso il centro…Dovevo assaggiare ancora una cosa prima di tornare a casa: i “churros y chocolate”!! Ci siamo quindi fermati al Cafè Central, in Plaza de la Costitucion ed ho ordinato una porzione di questa bomba calorica consistente in dolcetti a forma di torcetto, fatti di pasta di frittella e fritti e ri-fritti nell’olio bollente, da inzuppare nella cioccolata calda…Deliziosi!!! Il mio moroso era inorridito, non tanto per la pesantezza della pietanza, quanto per il caldo che provava per me!!! Per la cena, come vi ho già anticipato prima, siamo ritornati al Festival de la Tapa, in un’atmosfera veramente …Familiare!! Forse questa è stata la cosa che ci è piaciuta di più di Malaga, una città che secondo noi non vale i due giorni che gli abbiamo dedicato soprattutto per la “freddezza” che la caratterizza: è una città grande e in continua espansione (ci sono cantieri ovunque!), che però guarda poco al passato e molto al futuro… dove forse si perde un po’ la realtà più “umana”, nonostante se ne senta il bisogno, come dimostrava la fila di gente che c’era ancor prima dell’apertura di questo simpatico Festival!! 25.06.2007 Stamattina sveglia alle 7 e partenza, senza colazione, verso l’aeroporto di Malaga: la strada per raggiungerlo è molto ben segnalata, così come, una volta arrivati, è molto ben segnalato il luogo di riconsegna delle auto a noleggio. Abbiamo parcheggiato, restituito l’autoradio e le chiavi e alle 9 e 50 è decollato il nostro aereo per Barcellona. Una volta lì, abbiamo dovuto aspettare fino alle 4 e mezza di pomeriggio, (in un via vai di gente incredibile ed una caterva di voli in ritardo!!) per fare il check-in e salire in fretta e furia sul nostro aereo, stranamente puntuale!! E invece, una volta imbarcati, abbiamo dovuto aspettare un’altra mezz’ora buona sull’aereo, col motore acceso, non si sa perché, prima di decollare…Ma poi, miracolosamente puntuali, alle 7 e 10 eravamo a Venezia, a casa… L’Andalusia è stata per noi veramente una bellissima avventura e le emozioni che si provano davanti a certi paesaggi e o a certe meraviglie dell’arte non si possono veramente raccontare a parole, bisogna solo essere lì!! Se ci andrete però, preparatevi, perché vi rimarranno nel cuore e non vedrete l’ora di tornarci, come sta succedendo a noi…



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