Madrid y Valencia: hasta luego

Dopo il primo anno di università io e Giulia, la mia ragazza, decidiamo che la meta per le nostre meritate vacanze estive è la Spagna. Madrid e Valencia le città che andremo a visitare: la prima è la tappa culturale, nella seconda invece contavamo di scatenarci al ritmo della movida spagnola. La partenza è giovedì 2 agosto da Malpensa, volo...
Scritto da: giamma
madrid y valencia: hasta luego
Partenza il: 02/08/2007
Ritorno il: 10/08/2007
Viaggiatori: in coppia
Dopo il primo anno di università io e Giulia, la mia ragazza, decidiamo che la meta per le nostre meritate vacanze estive è la Spagna. Madrid e Valencia le città che andremo a visitare: la prima è la tappa culturale, nella seconda invece contavamo di scatenarci al ritmo della movida spagnola.

La partenza è giovedì 2 agosto da Malpensa, volo Vueling( 50 € ca.), l’arrivo è previsto a Barajas, l’aeroporto madrileno, per le 4 di pomeriggio. Sbrigate le faccende di rito ci dirigiamo subito verso la metropolitana, per raggiungere il nostro ostello in pieno centro.

La metro madrilena è davvero efficientissima, 11 linee che collegano ogni angolo della città fino all’1.30 di notte. Fantastico! (Consiglio per questo il ticket di 72 ore a 9 euro, perché sfrutterete la metrò davvero tanto, data la sua capillarità).

Scesi alla metro di Callao, non sappiamo esattamente dove andare: le indicazioni che abbiamo sono un po’ vaghe: Hostal San Martin…A 50 metri dalla Gran Via. Ci guardiamo intorno, ma dell’Hostal nessuna traccia. Proviamo a sforzarci in uno spagnolo maccheronico: “donde està l’hostal?”, ma nessuno sembra conoscere l’ostello. Finalmente troviamo la calle giusta, ma l’ostello?! Nada de nada. Fino a quando scorgiamo in cima ad un palazzo la scritta: “Hostal, 4 piso”. Era il nostro! Saliamo fino al quarto piano e ci accomodiamo in camera: una matrimoniale con lavandino e doccia in camera: per 20 euro a notte non potevamo veramente chiedere di più. Si, era un po’ fatiscente il nostro Hostal al quarto piso, ma era decisamente in una posizione centrale e veramente poco rumoroso. (Piccola precisazione: in Spagna gli Hostal sono pensioni ad 1 stella che spesso occupano un piano di un palazzo. Scordatevi sale comuni o cucine o camerate!).

Belli riposati, decidiamo di uscire e ci dirigiamo in una zona a nord della Gran Via, i quartieri di Chueca e Malasaña e in 2 orette riusciamo a vedere gli angoli più remoti della zona grazie ai consigli della guida( National Geographic, buona, ma cartine scarse; NdR). Decidiamo poi di fermarci verso le 22.30 in uno dei locali in Plaza Chueca, ma ahimé niente da fare…A quell’ora tutti i bar della piazza registravano il tutto esaurito. Con un certo languorino, non essendo ancora abituati ai ritmi spagnoli ci dirigiamo verso il centro dove ci fermiamo al museo del Jamon per rifocillarci. Dopo cena per smaltire il jamon iberico facciamo una passeggiata nella zona centrale della città, prima Plaza Major e poi Puerta del Sol.

Il giorno successivo è dedicato alla visita di Toledo, gita fuori porta a detta di tutti imperdibile! In mattinata raggiungiamo quindi la stazione di Atocha e alle 12.20 parte il nostro treno per Toledo(ce n’è uno circa ogni ora). Arrivati in stazione a Toledo si boccheggia già ed è solo l’inizio di una giornata che dire afosa sarebbe un eufemismo.(43°C alle 17). Con un autobus raggiungiamo il centro storico e ci rimettiamo nelle mani della guida che anche per la piccola cittadina ci suggerisce un itinerario particolare della durata di 3 ore ca. Che tocca le zone più suggestive della città a partire dalla cattedrale fino all’iglesia de San Roman. Per un piccolo pranzo ci siamo fermati al ristorante Gambrinus, in calle Tomè, vi potrà tornare utile qualora vi perdiate nei vicoli di Toledo. Alle 19.20 ritorniamo verso Madrid a dir la verità un po’ delusi. Ci aspettavamo decisamente di più. I vari articoli che avevamo letto ci parlavano di una città stupenda che lasciava a bocca aperta, beh sinceramente è un normalissimo borgo con alcuni scorci degni di nota ma niente di più, ma forse il nostro giudizio è stato condizionato dalla calura e dalla presenza di soli turisti.

Tornando dalla stazione decidiamo di andar a “tapear” alla Taberna de Angel Sierra in Plaza Chueca dove la sera prima non avevamo trovato posto. Ci fermiamo dunque per uno spuntino prima di ritornare in albergo.

Essendo venerdì decidiamo che è la giornata giusta per saggiare la movida spagnola e la nostra scelta ricade sul Kapital, una delle discoteche più rinomate di Madrid. Un po’ in anticipo per i ritmi spagnoli…Eravamo davanti alla discoteca all’una…Vediamo che si entra solo la carta d’identità…Ooooooops! Giulia la carta l’aveva a casa! Decidiamo cosi di virare su un’altra discoteca del centro, scelta che si rivelerà poi azzeccatissima. Torniamo dunque a Puerta del Sol dove nelle vicinanze troviamo il Palacio Gaviria, discoteca che mi aveva segnalato un mio amico. Serata molto divertente con clientela molto eterogenea…Tuttavia non è la classica discoteca da turista, è per lo più riservata ai madrileni. Verso le 4 di mattina siamo già a casa, per esigenze di programma e per essere discretamente vispi la mattina successiva.

Il programma per sabato prevede in mattinata la visita al Palazzo Reale( 3.5 € tariffa studente +2.3 € di audioguida) che ricorda i fasti della capitale spagnola ai tempi di Carlo III. Merita sicuramente una visita. Dopo la visita seguiamo un itinerario sempre consigliato che si rivelerà molto interessante. Si tratta infatti di una passeggiata nella Madrid asburgica e nei vicoli più antichi della città…Se capitate a pranzo o a cena non potrete non fermarvi in uno dei tantissimi bar di tapas presenti specialmente in calle de san miguel e calle cava baja, dove noi ci siamo fermati a mangiare qualcosa in un ristorante consigliato: La Chata. Da assaggiare assolutamente bacalao a la Chata: qualcosa di super! Il pomeriggio prevede la visita (gratis il sabato pom e la domenica mattina) al museo Reina Sofia dove le sale dedicate a Picasso lasciano decisamente senza fiato! Il piano contemporaneo invece non è altrettanto bello. Terminata la visita decidiamo di andare a Plaza de Toros a comprare i biglietti per la corrida del giorno dopo (si possono tranquillamente comprare il giorno stesso). Con una ventina di euro si possono reperire dei biglietti più che discreti. Prima di ritornare in albergo ci fermiamo in Plaza de España, all’altra estremità della Gran Via.

Anche per cena sfruttiamo gli ottimi consigli culinari della nostra guida e decidiamo per la Taberna Antonio Sanchez. Dopo un iniziale dissidio con il cameriere che non si spiegava la lentezza con la quale abbiamo ordinato abbiamo potuto gustare come dolce le ottime Torrijas, tipiche proprio del locale. La serata invece la trascorriamo a gironzolare nei dintorni di Plaza Santa Aña nel Barrio de Las Letras, dove non ci sono particolari attrazioni turistiche, ma si respira l’atmosfera che caratterizzava il quartiere quando era il cuore della vita culturale madrilena. Da non perdere Calle Huertas. Per rifarci dallo smacco della sera prima andiamo al Kapital: non potevamo perderci una serata qua. Fra l’altro il nostro albergo aveva una convenzione che con 12 € avevi 2 drink! Superbazza e bella serata nella discoteca a 7 piani vicina alla stazione di Atocha! La sveglia, nonostante la serata brava, suona presto: ci aspetta il museo del Prado, coi suoi magnifici Goya e Velazquez che mi hanno impressionato molto nonostante non siano proprio il mio genere preferito(domenica entrata libera).

Prima di passare al museo che avremmo visitato nel pomeriggio, optiamo per un po’ di siesta al Parque del Retiro, dove ci ripariamo all’ombra da un caldo asfissiante. Di sicuro non è l’ora migliore per godersi la tranquillità del parco, ma tuttavia abbiamo i tempi molto serrati e quindi ci accontentiamo. Cosi ritorniamo nel Paseo del Prado e proseguiamo verso il museo Thyssen Bornemisza. Il museo del “di tutto un po’” è carino e presenta opere dal rinascimento fino ai giorni nostri, con tele decisamente ottime che si alternano ad altre invece scadenti!! Dopodichè non avendo pranzato ed essendo ancora presto per la corrida delle 19.00, facciamo una passeggiata lungo la Gran Via e ritorniamo al museo del Jamon per una piccola merenda. Alle 18.30 siamo di fronte a Plaza de Toros e attendiamo ansiosi l’inizio della corrida, quando le nuvole incominciano ad incombere sulle nostre teste! Non ci voleva! Un caldo torrido aveva caratterizzato la nostra permanenza madrilena e nell’unica occasione che richiedeva bel tempo, siamo stati puniti da 2 scrosci di pioggia subito prima della corrida. In Spagna lo chiamano spettacolo ma osservare questa lotta iniqua lo è tutt’altro. Un toro ferito che “combatte” contro diversi matador e alla fine una volta ormai dilaniato che si presta alle beffe del toreador che si prende gioco dell’animale. All’inizio siamo rimasti davvero male, non tanto per la corrida in sé, quanto al pensiero che la gente si possa esaltare nell’essere spettatore di tale brutalità. Ammettiamolo noi tutti tifavamo per il toro! Finito lo “show” ritorniamo verso casa passando per la Puerta de Alcalà e prendendo una grossa fregata in un bar nei pressi del Parque del Retiro.

Il lunedì è il giorno del nostro trasferimento da Madrid a Valencia, ma prima della partenza nel primo pomeriggio( treno prenotato dall’Italia a 41 €), io opto per una visita mattutina del Santiago Bernabeu, mentre Giulia preferisce una passeggiata per la lunghissima calle Serrano, dalla quale è rimasta piuttosto delusa: una camminata infinita in una via a dir poco trafficata.

La mia visita allo stadio era di pura curiosità non essendo un fan sfegatato di calcio. Lo stadio è splendido curato nei minimi particolari, anche il museo è veramente piacevole. Unici 2 inconvenienti: il prezzo 15 € e il numero di esaltati che si facevano fotografare in ogni angolo dello stadio.

Come detto alle 15.20 abbiamo il treno per Valencia il tutto puntuale e pulito…Insomma non tanto diverso dai treni italiani!!! Il tragitto è di circa 3 ore e mezza e fila via abbastanza liscio. Verso le 19 arriviamo a Valencia e decidiamo di prendere un Taxi fino all’ostello, ubicato poco sotto calle de Caballeros: l’Hilux Feetup hotel (30 € a notte a testa, per una matrimoniale). Lo staff si è dimostrato veramente molto carino, con mille iniziative e tantissimi consigli. Inoltre l’ostello è arredato in maniera molto simpatica: ogni camera arredata secondo un tema diverso: la nostra è l’”Alcova Colonial”, dove al muro sono appoggiati tanti vasetti con moltissimi tipi diversi di spezie.

Dopo esserci ripresi dal viaggio, decidiamo di seguire il consiglio di un altro turista per caso, nonché mio amico, che ci suggerisce la Bodeguilla del Gato, proprio a pochi passi da casa. Il posto è molto carino e arrivando un po’ prima delle 22 si riesce a trovare posto, ma nel giro di pochi minuti si riempie. Qui il consiglio è quello di farsi suggerire dal personale per assaggiare le tapas migliore che questa bodeguilla vi propone.

Nel dopocena abbandoniamo la cartina e giriamo a zonzo per la città passando per Plaza de la Virgen e Plaza de la Reina tutte illuminate e piene di baretti che si affacciano sulle piazze e di giovani che passeggiano. Un po’ per la stanchezza, un po’ perché Giulia non sta tanto bene verso la mezza ci ritiriamo. La notte è travagliatissima: il rumore proveniente da fuori è veramente fastidioso e già alla mattina presto incominciano ad esserci lavori in strada. La mattina successiva ce la prendiamo con molta calma, in programma c’è il giro per visitare Valencia: la città non è per nulla grande e non ci sono musei di particolare interesse, quindi in una mezza giornata si può visitare la parte storica della città. Sono quasi le 14 e siamo di ritorno verso l’ostello quando ci imbattiamo nel ristorante El Rall, che avevamo visto segnalato nella bacheca dell’ostello. Scelta mai più azzeccata dove possiamo goderci un’ottima paella valenciana (l’originale: quella con pollo e coniglio). Il programma prevede di riposarci al pomeriggio e uscire verso sera per una passeggiata notturna alla Playa de la Malvarrosa, cena in uno dei tantissimi locali per poi andare a ballare in uno dei locali consigliati(Las Animas o Luna Rossa).

Così dopo esserci riposati usciamo e con l’autobus 19, che parte da Plaza de Ayuntamento, come la maggior parte degli autobus, raggiungiamo il porto dove si è appena conclusa l’Americas Cup. Dopo un giretto perlustrativo iniziamo la nostra passeggiata verso le 20, con molta gente ancora in spiaggia. Verso metà della nostra passeggiata, Giulia incomincia a non sentirsi tanto bene e quindi decidiamo di ritornare verso l’ostello. La cena è a base di gelato e agua de Valencia(tipica bevanda alcolica a base di succo d’arancia, vodka e…) che gustiamo in un bar poco distante dall’ostello.

La mattina dopo era in programma la visita alla Ciudad de las Artes y las Ciencias, ma Giulia risentiva ancora del mal di pancia della sera prima e quindi abbiamo dovuto modificare i programmi.

Lei è rimasta in ostello, io ho fatto una piccola passeggiata in centro alla ricerca di qualche souvenir e poi mi dirigo verso la Malvarrosa nella speranza che spunti il sole da quei nuvolosi. Il tempo di arrivare in spiaggia che spunta fuori il sole, ma resta comunque una giornata ventilata. Per l’ora di pranzo mi raggiunge Giulia che sembra stare meglio e per tutto il pomeriggio ci rilassiamo nell’affollata spiaggia La sera ci dividiamo nuovamente: Giulia e il suo mal di pancia in ostello e io a fare il Pub crawl per Valencia. Fra i locali in cui siamo stati il pub irlandese: Finnigans in plaza de la Reina e la Bolseria in calle Caballeros. La mattina del nostro penultimo giorno è nuovamente nuvoloso, quindi addio sogni di spiaggia e ci tuffiamo nella Ciudad de las Artes y las Ciencias, ultimo high-light da visitare della città. Il tutto non prima di un piccolo giro in centro per gli ultimi regali prima di tornare a casa.

Alla Ciudad ci si arriva tranquillamente con diversi bus da Plaza de Ayuntamento. Una volta arrivati ci sono diverse possibilità si può scegliere fra biglietti cumulativi o relativi alle singole attrazioni: noi scegliamo il museo della scienza e l’Oceanografic (21.50€ con riduzione studenti). Il primo è divertente, ma forse un po’ troppo ludico in alcuni momenti; non il classico museo della scienza, ma qualcosa di interattivo dove poter sperimentare sulla propria pelle gli esperimenti che ti vengono proposti. Unico neo il fatto che molte didascalie siano solo in castigliano e valenciano e quindi risulta difficile la comprensione esatta degli esperimenti. Non lo dico tanto per noi italiani…Ma magari un lettone o un uzbeco fanno un pelo più fatica. L’Oceanografic invece è un acquario, con moltissime specie diverse…Da quelle mediterranee a quelle artiche. E’ molto grande e ben organizzato, poi ci sono anche diverse esibizioni al delfinario! Per una visita completa, anche all’Emisferic, dove ci hanno consigliato di non andare, è meglio dedicare una giornata intera! Sulla via del ritorno ci fermiamo a Plaza de la Reina per una cena a base di tapas al Vintara.

La sera, nonostante sia la nostra ultima della vacanza, decidiamo di non fare tardi e quindi decidiamo di fare un giro in 2 locali il Radio City e La Claca, entrambi tranquilli e facilissimi da raggiungere dal centro. La giornata di venerdì è dedicata al relax totale infatti partiamo da una calle dietro la stazione e ci dirigiamo verso El Saler, spiaggia che ci è stata consigliata da Lizette dell’ostello. In una ventina di minuti…Stessa distanza della Malvarrosa dal centro, raggiungiamo Playa de El Saler, che non è molto diversa dalla spiaggia principale in quanto a mare, ma è molto più tranquilla e meno affollata. Qui facciamo la giornata di spiaggia che era in programma dall’inizio della vacanza! Verso le 17 torniamo verso l’ostello dove avevamo lasciato i bagagli e ci dirigiamo in taxi all’aeroporto: la corsa è conveniente e ci mettiamo solo 20 minuti.

Alle 21.15 decolla il nostro volo (50€ ca.) direzione Malpensa. Soddisfatti per le mete visitate e con il sorriso sulle labbra per la bella vacanza ritorniamo in Italia!! A presto Gian Maria



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