Barcellona a dicembre

Per noi italiani che abitano in città (io, per lavoro, a Roma) è diventato arduo recarsi all’estero. Eh si. Vado a Berlino, trovo una città organizzata e pulita e penso “Beh, sono tedeschi, si sa”. Vado in Francia e trovo città vivibili e penso alla Grandeur francese. Vado in Gran Bretagna e, a partire da Londra, trovo centri efficienti...
Scritto da: diniantonio
Partenza il: 30/11/2006
Ritorno il: 03/12/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Per noi italiani che abitano in città (io, per lavoro, a Roma) è diventato arduo recarsi all’estero. Eh si. Vado a Berlino, trovo una città organizzata e pulita e penso “Beh, sono tedeschi, si sa”. Vado in Francia e trovo città vivibili e penso alla Grandeur francese. Vado in Gran Bretagna e, a partire da Londra, trovo centri efficienti e qualità della vita (clima a parte), e penso che gli inglesi sono sempre stati “più avanti”. Vado a Barcellona e… rimango senza parole. Un misto, scegliete voi cosa prevale, di rabbia, invidia e vergogna. Anche in Spagna (ma non sono latini pure loro?) trovo una città vivibile, grandi spazi, ordine e rispetto civico, trasporto pubblico efficientissimo. Non trovo, ed è incredibile quanto me ne meravigli, auto parcheggiate ovunque, manifesti pubblicitari o “politici” attaccati ovunque, scritte sui muri (poche poche, anche in periferia e quelle viste erano sulle saracinesche e non sui muri), motorini abbandonati sui marciapiedi. E a Barcellona auto e moto non solo si fermano al semaforo rosso, ma, non ci crederete, riescono a fermarsi tutti prima della linea bianca sull’asfalto senza invadere lo spazio di attraversamento dei pedoni (forse a Roma i freni non funzionano…).

Questa la mia prima impressione di un bel viaggio a Barcellona.

Scrivo qualche nota che possa essere d’aiuto altri TPC insieme ai tanti racconti già presenti su Barcellona.

Partenza 30 novembre da Treviso ore 18,20.

Avvertenza: da un po’ di tempo la Ryan Air, comunque mitica, fa pagare per il bagaglio da imbarcare in stiva. Conviene pagare on-line quando si fa il biglietto, altrimenti in aeroporto si paga il doppio (10 euro a tratta per bagaglio).

Curiosità: al minuscolo aeroporto di Treviso (una nuova aerostazione è in costruzione) è la hostess che si arrampica su uno sgabello e mette a mano sopra al banco check-in il cartello con la destinazione del volo. E nella sala di attesa c’è una tv, spenta, che come minimo ha 25 anni di vita.

Dal minuscolo aeroporto trevigiano Ryan Air,, che ci aveva stuzzicato l’idea del viaggio con prezzi clamorosi, ci dà una mezza delusione con il decollo per Girona che avviene con 1 ora e 30 di ritardo.

Per fortuna a Girona io e Agnese troviamo subito (9,30 circa) l’autobus per Barcellona (biglietto prima dell’uscita, costo 11 euro A/R, facendo subito il ritorno si risparmia qualche euro).

In meno di un’ora si arriva all’Estacio de Nord (vicino all’Arco di Trionfo, fermata Metro “Metropolitan”).

Albergo: Condestable (prenotato on-line dal sito Ryan Air). Prezzo popolare, pulito, posizione strategica (Ronda Università, a 500 metri da Plaza de Catalunya), un po’ rumoroso.

E’ mezzanotte, ma per cenare non c’è problema. La Rambla è ancora animata. Siamo stanchi, e, come consigliato da diversi TPC, prendiamo la prima via laterale che troviamo e ci infiliamo in un locale molto carino dove mangiamo un piatto di affettati locali favoloso.

1 dicembre Gran sole, temperatura mite. Dopo colazione (cornetto deludente), via a Parc Guell. Metro (facciamo il T-10 anche se, per noi che camminiamo molto, 10 viaggi in bus e metro in 3 giorni sono troppi), scendiamo a Vallarca. Da qui il percorso è in salita, e se funzionassero le scale mobili sarebbe … meglio. Il 1 dicembre non andavano, ma se sono in funzione meglio scendere a Vallarca che a Lesseps (1,5 Km a piedi in salita, noi li facciamo in discesa e sarebbero da evitare perché non c’è NIENTE). Due le cose più belle del Parco: il verde e il lucertolone di Gaudì all’ingresso (per chi arriva da Vallarca all’uscita).

Prossima tappa: Sagrada Famiglia. Imponente, insolita e affascinante per essere una cattedrale ancora in costruzione. Entriamo (8 euro) ma vale la pena per vedere che all’interno si sta veramente lavorando. Da vedere il Museo per capire l’evoluzione dal 1896 ad oggi e scoprire che inizialmente la Sagrada Famiglia nacque in mezzo alla campagna. Non saliamo con l’ascensore, troppa fila.

A pranzo a Barceloneta (comoda la Metro). Grande varietà di ristorantini. Pranziamo all’aperto al Ristorante Perù: 10 euro a testa per le fantastiche sardine alla piastra, orata alla griglia, acqua e dolce. Andiamo a piedi sulla spiaggia, il mare è blu e qualcuno fa addirittura il bagno, ma non è così caldo. Visto il mare, non possiamo perderci l’acquario (bello: gli squali che ti passano sulla testa in un tunnel trasparente, il pesce luna – mai visto prima -, i cavallucci marini incredibili). Il biglietto è un po’ caro: 15 euro. Passaggio obbligato al centro commerciale Maremagnum, con sosta da Starbucks. Poi via per il Porto Vecchio e risaliamo tutta la rambla. Consiglio per la cena: El Quatre Gats (Correr Montsio). Un ristorante bellissimo, storico (qui Picasso fece la sua prima mostra), con opere d’arte esposte nelle sale. Senza prenotazione attendiamo 20 minuti, ma vale la pena. Ottimi piatti, servizio curatissimo, conto circa 30 euro a testa. Senza dubbio da provare! 2 dicembre Oggi il cielo è grigio (cadranno solo 2 gocce di pioggia), ma la temperatura ancora gradevole. L’obiettivo di oggi è la città vecchia (Barri Gotic). La Cattedrale (purtroppo la facciata è in restauro) è sorprendente. Vi entriamo attraversando la Fiera di S.Lucia con tante bancarelle sparse nelle vie. Il coro, con gli stalli colorati, e la cripta con il sarcofago di S. Eulalia sono le cose più belle. C’è anche il Cristo ligneo del XVI secolo portato alla battaglia di Lepanto. Bello anche il chiostro con le simpatiche oche bianche a fare da guardia.

Si esce e si va in Placa del Rei per il Museo d’Historia de la Ciutat (5 euro): bello, organizzato, ripercorre la storia di Barcellona con una passeggiata sotterranea fra le rovine romane. E alla fine si passa per il salone dove Colombo raccontò il suo viaggio a Isabella e Ferdinando. La curiosità ci spinge poi a visitare (3 euro) il Museo Mares: un’incredibile e vastissima collezione con statue lignee, crocifissi, ventagli, macchine fotografiche, giochi, bici e tutto quello che può venirvi in mente e pure di più. Il nuovo obiettivo si chiama Passeig de Gracia: negozi e case di Gaudì. Vediamo Casa Batlò e Casa Milà, ma non entriamo (16 euro mi sembrano un po’ troppi…). Torniamo nel vivo, piazza Jaume e via alla scorribanda per negozi (Zara e altri).

Visto che abbiamo i biglietti metro andiamo a vedere la Sagrada Famiglia di notte (illuminazione non eccezionale).

Consiglio per la cena: 7 Portes (Passeig Isabella II, zona porto). Arriviamo presto (20.30) ed è una fortuna perché ci sediamo subito, mentre quando usciamo c’è una discreta fila. E’ un locale favoloso e famoso. Mangio una zuppa di coda di rospo da premio Oscar, quindi la paella (piatto forte del locale). 77 euro in due, ma… non perdetevelo (fra l’altro noi avevamo saltato il pranzo).

Nel ritorno verso l’albergo scopriamo una zona bellissima: S. Maria del Mar, El Born, il Museo Picasso (di fuori), il Palazzo della Musica Catalana e tante viuzze affascinanti.

3 dicembre Sole! Cielo limpido, fatte le valigie, passeggiamo sulla Rambla. Messa in casigliano, quindi ci rapisce la pasticceria Escribà (famosissima) dove acquistiamo il tipico torrone (costosissimo: 25 euro). A Natale sapremo se merita. Il tempo passa veloce. Si riparte in autobus alle 13 dalla Estasio del Nord per Girona. In aeroporto aspettiamo due orette, ma poi il volo parte in anticipo e arriva quasi mezz’ora prima del previsto. Meglio di così…

Non siamo andati, per scelta, a Montjiuc ed al Parco della Ciutadella, ma per il resto abbiamo visto comodamente tutto in 3 giorni.



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