Guida pratica di Formentera

Finalmente dopo un’estate passata ad organizzare viaggi per gli altri, mi sono concessa una bella settimana di ferie, destinazione: Formentera. Abbiamo approfittato di una buona offerta di Un altro sole. Per chi non lo conoscesse ancora, si tratta di un piccolo tour operator di Milano che tratta varie destinazioni con prezzi contenuti ma con un...
Scritto da: giaketta
guida pratica di formentera
Partenza il: 03/09/2006
Ritorno il: 10/09/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Finalmente dopo un’estate passata ad organizzare viaggi per gli altri, mi sono concessa una bella settimana di ferie, destinazione: Formentera.

Abbiamo approfittato di una buona offerta di Un altro sole. Per chi non lo conoscesse ancora, si tratta di un piccolo tour operator di Milano che tratta varie destinazioni con prezzi contenuti ma con un buon servizio. Una volta arrivati a Malpensa ritiro dei documenti e checkin in un lampo. Finalmente si parte, volo Spanair super puntuale. Dopo un’oretta e mezza circa arriviamo ad Ibiza dove con il pullman raggiungiamo in una decina di minuti il porto di Elvissa. Qui rimaniamo ad attendere il traghetto; è stata un’attesa un po’ lunga in quanto c’è stato uno scambio di gruppi e quindi non siamo riusciti a prendere il traghetto già pronto a partire, ma abbiamo dovuto attendere quello dopo. Nessun problema, anzi, così abbiamo potuto prendere qualcosa da mangiare nei negozi proprio di fronte alla banchina (erano le 22.30 ed eravamo alquanto assetati e affamati). Una volta imbarcati, dopo una trentina di minuti abbiamo raggiunto il porto di Formentera, qui poi con i nostri pullmini siamo partiti alla volta delle nostre strutture. La nostra scelta è ricaduta sugli appartamenti Miguel Torres situati lungo la Plaja Es Mijorn, precisamente a Es Mal Pas; si tratta di appartamenti dislocati su livelli differenti tutti degradanti sulla spiaggia arredati in modo semplice ma funzionale, puliti, con angolo cucina attrezzato, biancheria da bagno e letto, una bella veranda coperta dove poter mangiare in tutta tranquillità e che soprattutto ti consentono di vivere in totale libertà l’isola non avendo vincoli d’orario da rispettare. Arrivando di notte non ci siamo resi conto effettivamente di dove eravamo, dopo aver lasciato l’unica strada principale che attraversa tutta l’isola, abbiamo visto solo una stradina sterrata, stretta, piena di buche e dispersa in mezzo alla campagna, che se proprio lo devo dire incuteva un po’di timore.. Ma in fondo li avevamo scelti apposta per la loro posizione tranquilla, lontani dal caos di Es Pujols! Una volta arrivati nel nostro appartamento, con nostra grande sorpresa nel buio più buio che si può abbiamo visto che a due passi da noi, ma veramente due passi, c’era il mare. La curiosità era tanta, così giusto il tempo di portare dentro le valigie e ci siamo precipitati in spiaggia…Davanti a noi uno spettacolo: Playa de Migjorn in tutta la sua lunghezza illuminata solo dalla luna e dalla luce intermittente del faro. Dopo una breve passeggiatina con i piedi immersi nella sabbia umida della notte, la stanchezza del viaggio ha iniziato a farsi sentire (erano già le 2…) e così siamo andati di corsa a dormire. Il mattino seguente ci siamo recati alla reception che fa anche da motorent e abbiamo noleggiato il motorino che, a esperienza terminata, devo dire è sicuramente il mezzo più idoneo per girare l’isola. Infatti le strade, eccetto l’unica via principale, sono strettine, a fatica passano un’auto e un motorino insieme e in prossimità delle spiagge non c’è molto parcheggio E’ vero però che Formentera è caratterizzata da molte stradine sterrate con buche e che da metà settimana si vedeva qualcuno con braccia, gambe bendate, stampelle etc, ma basta avere un po’ testa! Se la strada è fatta di sabbia, ci sono le buche il buon senso dice di andare piano e di evitare di fare i garoni! Ne abbiamo visti di pazzi fare certi atti! Dopo esserci informati un po’ abbiamo scelto il Tiphoon, costava qualcosina in più dello Zip ma le sue ruote erano leggermente più larghe e davano maggiore stabilità al mezzo, soprattutto dovendo andarci in due. Per il noleggio da lunedì a domenica pomeriggio abbiamo speso 120 euro (per il mese d’agosto appena concluso il prezzo raddoppiava). E così finalmente via alla scoperta dell’isola!! Primo Giorno: essendo già tardino abbiamo deciso di rimanere nella spiaggia davanti all’appartamento, Es Mal Pas. Bella e lunghissima spiaggia di sabbia fine con a ridosso insenature nella roccia rossa scavate dall’erosione del vento e del mare. Acqua limpida e calda, ma come molti dicono “piena di alghe”. Per la precisione non sono vere alghe, si tratta della Posidonia, una pianta protetta che si accumula a riva e che non si trova solo qui ma spesso anche nelle altre spiagge dell’isola. Il pomeriggio decidiamo di andare alla ricerca di un supermercato in quanto le nostre riserve di acqua erano drasticamente esaurite. Così prendiamo il nostro “bolide”, ripercorriamo la stradina paurosa della sera prima che alla fine non era poi così drammatica e arriviamo in pochi minuti a Sant Francesc Xavier; da qui proseguiamo per Sant Ferran. Dato che il supermercato era ancora chiuso abbiamo deciso di andare un po’ avanti e siamo andati così a vedere la Parte di Es Mijorn situata di fronte a Ca Mari. Questa zona rispetto a Es Mal Pas aveva una spiaggia più stretta caratterizzata da insenature di scogli. Tornati al supermercato abbiamo fatto di un po’ di provviste, soprattutto una bella scorta d’acqua…I bottiglioni da 5 litri sono abbastanza economici, si riescono a mettere nel sottosella del motorino e basta avere una bottiglietta da riempire per avere l’acqua da portare in giro. Infatti state attenti, se dopo un pomeriggio al sole state morendo di sete e l’unica cosa che desiderate è un sorso d’acqua fresca, se chiedete una bottiglietta d’acqua ai bar in spiaggia sono capaci di chiedervi 2/3 euro per una bottiglietta da 33 cl che in due sorsi è finita e che non vi ha dissetato, anzi ha amplificato ancora di più la sete. Molti prendevano i bottiglioni d’acqua anche per l’uso domestico, mi spiego, l’acqua dell’acquedotto è quella marina purificata, ma sempre salata…Comoda per fare la pasta ma evitate di farci il caffè come è successo a me la prima mattina in preda all’abitudine e al coma/sonno…!!Anche lavarsi i denti non è il massimo!! I supermercati sono forniti di tutto, i prezzi sono leggermente più alti (rispetto a Milano e hinterland), ma stando attendi si riesce a non spendere un patrimonio. E per finire dopo aver saccheggiato il supermercato giretto di perlustrazione a Es Pujols…Carina anche se fa un po’ Rimini in miniatura.

Secondo Giorno: Cala Sahona, spiaggia spettacolare di sabbia con mare limpido effetto piscina. Un consiglio se come a noi non vi piace la ressa e l’effetto Rimini, prendete il sentiero sulla destra e proseguite fino a dove trovate delle barchette. Qui troverete un ingresso tipo piscina dagli scogli e potrete sistemarvi dove volete. Al ritorno se si riattraversa la spiaggia e si prosegue sulla sinistra fino alla punta si può vedere un ottimo panorama della spiaggia.

A pomeriggio inoltrato ci siamo diretti verso Es Cap De Barbaria, il faro situato sull’estrema punta sud/ovest dell’isola a strapiombo sul mare. Mentre stavamo arrivando l’unica cosa che vedevamo era una strada in discesa e il faro con la sua imponenza circondato dal nulla…E dal silenzio. Dopo aver fatto un giro intorno al faro ed essere scesi nel buco posto sulla destra del faro che porta in una grotta affacciata sul mare, non abbiamo potuto rinunciare ad un appuntamento che si ripete ogni giorno, il tramonto. Abbiamo preso posto lontani da tutti e nel più totale silenzio, interrotto solo dal vento e dal rumore delle onde che si infrangono sulla scogliera, nella pace più totale, abbiamo assistito ad uno spettacolo che sarà difficile dimenticare.

Terzo Giorno: Il tempo non è dei migliori così decidiamo di andare a visitare il centro di Sant Francesc dove per la nostra fortuna abbiamo trovato qualche bancarella hippy, buona occasione per preparare qualche regalino da portare a casa.

Una volta visitato il piccolo centro decidiamo di proseguire verso Sant Ferrand, dove a parte la piccola chiesetta non c’è altro da vedere se non il Fonda Pepe. Visto di giorno questo locale mostra la sua vera anima: il tempo sembra essersi fermato alla fine degli anni ’60 quando gli hippy arrivarono alla scoperta dell’isola. La sera l’atmosfera cambia, è un ritrovo di persone appartenenti a tipologie così differenti tra loro, che fin dalle 8 di sera si accodano per sperare di riuscire ad entrare nel ristorante. Effettivamente noi siamo arrivati verso le 8.30 e siamo riusciti a sederci dopo le 10!! Dopo di noi in un attimo si è formata una coda che usciva dal locale e che si è smaltita appena prima della chiusura (alle 23.45 non fanno più entrare nel ristorante). Il locale del ristorante è arredato in modo semplice ma carino. Si mangia bene, noi dopo un’antipastino di cozze e lo stupendo e gustoso pane con cremina formaggiosa all’aglio, ci siamo gustati una bella paella di pesce, stracolma di pesce! Le porzioni sono abbondanti e alla fine non si spende neanche tanto (sui 25s Euro a testa). Unico mio rammarico? Il Pijamas…Un dessert pieno di panna e frutta che avrei voluto tanto mangiare, ma non sono riuscita, ero troppo piena!!! Nelle ore di aperture del ristorante il Fonda Pepe diventa un po’ “commerciale”, ma appena le famiglie con bambini finiscono, i fighetti escono di corsa per andare a Es Pujols, non c’è niente di più bello che vivere a fondo quell’atmosfera di rilassatezza, cordialità che si percepisce stando semplicemente seduti fuori dal locale a chiacchierare con persone appena conosciute. Tornando a noi, dopo Sant Ferrand proseguiamo poi verso il Faro de la Mola situato all’estremità sud-est. Anche quest’ultimo è a strapiombo sul mare ma a mio avviso non da quel senso di imponenza che trasmette Cap de Barbaria. Al ritorno essendo mercoledì ci siamo fermati a El Pilar della Mola dove si tiene il famoso mercatino artigianale (si tiene ogni mercoledì e domenica dalle 16.00 alle 21.00). Ci sono molte cosine carine, non sempre però a buon prezzo, ma vale la pena farci una visitina, se non per i personaggi locali che si possono incontrare. Proseguendo il rientro una tappa da non saltare è Es Mirador: da qui si ha un panorama stupendo e si riesce perfino a vedere tutta l’isola. Dato che il tempo era decisamente migliorato abbiamo fatto sosta alla spiaggia di Es Arenales, bella anche questa, sabbia e mare limpido, unico difetto troppi zone con ombrelloni a pagamento, ma chiringuitos carini e molto affollati. Quarto Giorno: Partiamo presto e ci dirigiamo all’estremo nord dell’isola. Giusto il tempo di qualche foto e da Es Cavall d’en Borras proseguiamo fino a Illettes. Qui riusciamo a parcheggiare il motorino al pelo… Dietro di noi stava arrivando l’invasione degli Zip! La spiaggia di Illettes tanto rinomata sembra veramente una piscina, mare calmo e trasparente, sabbia bianca, il problema?? Tutti italiani appiccicati l’uno all’altro. E pensare che dall’altro lato (neanche 10 metri) sulla Plaja de Llevant, a parte qualche tedesco, nessuno. Non è che il mare qui sia brutto, anzi, solo che ce qualche onda. Noi proseguiamo e dopo un 35 minuti di camminata arriviamo a Es Pas, l’estrema punta dell’isola. Qui non ci azzardiamo a fare la traversata che porta a Espalmador; infatti a parte i divieti, il canale era pieno di piccole meduse e poi la corrente era molto forte: l’incontro delle due correnti dava vita a onde poco rassicuranti. Ho visto qualcuno che ci ha provato, ma l’avventura è durata poco e sono tornati tutti indietro. Iniziamo a ritornare e dopo aver camminato un po’ troviamo l’angolino che più ci piace e ci posizioniamo li a goderci il sole e il mare. Eravamo soli…Solo ogni tanto passava qualche barca. Al ritorno decidiamo di andare a vedere il famoso Tanga…Mah…Niente di che, così proseguiamo subito verso Platja de sa Roqueta. Bellissima, un mare un verde smeraldo unico che fa venire voglia di tuffarsi subito. Troviamo posto sugli scogli anche se la spiaggia è praticamente deserta. Proseguiamo poi verso Platja des Canyers dove rimaniamo giusto il tempo di asciugarci un po’.

Quinto Giorno: Tempo stupendo, destinazione spiaggia di Calò des Mort. Passiamo di fronte all’Insotel con le signore in fase acquagym nella spiaggia di Es Copinar, che con il contesto non c’entravamo molto e proseguiamo per il sentiero. Arriviamo fino in fondo e sotto di noi troviamo una caletta di sabbia e acqua trasparente spettacolare, raggiungibile da un sentiero non facilissimo, ma fattibile. Pomeriggio spiagge di Es Calo. Stupende insenature nel mare trasparente circondate da scogli e sabbia. Essendo abbastanza affollate oltrepassiamo le abitazioni e scendiamo gli scogli dove troviamo un bel posticino dove poter fare un super bagno in totale solitudine.

Sesto Giorno: Cala En Baster. Bellissima spiaggia di scogli con piccole insenature di sabbia frequentata pochissimo ma con un mare smeraldo da togliere il fiato. Pomeriggio giro a Punta Prima e poi spiaggia di Es Pujols: bel mare ma un po’ troppo frequentata, e poi diciamolo, dopo aver visto le altre spiagge dove regna la natura e la tranquillità, girarsi e vedere case, ristoranti ecc…Non è il massimo.

Settimo Giorno: Prima di restituire il motorino, e ahimè tornare a casa, ci concediamo un ultimo giro per fare le foto a Estany Pudent, Ses Salines e Estany des Peix, passando dal porto de la Savina.

Che dire…È stata una bella vacanza. Avendo visto già Minorca, credevo di rimanere un po’delusa invece mi devo ricredere. Le spiagge, il mare i paesaggi non hanno nulla a che invidiare all’altra isola delle Baleari. Essendo poi la prima settimana di settembre per fortuna come pensavo la bolgia infernale di agosto era ormai terminata. Rimanevano pochi esemplari del tipico “fighetto“, che tutti in tiro camminavano avanti e indietro per tutta sera per il mini lungo mare di Es Pujols in attesa di chissà cosa o chissà chi, oppure si rintavano tipo ghetto nel centro di Es Pujols dove si trovano i locali e il negozio Baci&Abbracci dove imperiava la foto di Vieri. Per il resto era tutta gente “normale”, come età si andava dai 25 ai 40 anni massimo, coppie, amici, pochi bambini. C’erano molti spagnoli e nordici. Di questo viaggio credo che quello che mi rimarrà, oltre ai paesaggi, è sicuramente l’atmosfera unica che si percepisce. Nell’isola domina la semplicità, la tranquillità, ritmi di vita naturali, tutte cose che nella vita cittadina vengono spesso dimenticate. Di veri hippy ne sono rimasti pochi, ma le tracce che ha lasciato il loro passaggio sono ancora vive.

La mondanità dei vip che ha reso nota Formentera nel nostro paese devo dire che è assai limitata, soprattutto poi nel mese di settembre, anzi a mio parere è l’isola stessa che per le sue caratteristiche fisiche la limita naturalmente. A parte il cuore di Es Pujols e qualche altro locale dopo mezzanotte tutto iniziava a svuotarsi, i ristoranti se non quelli a gestione italiana chiudevano e la gente in giro diminuiva drasticamente. L’unica discoteca dell’isola è lo Xueno che apre però solo il sabato sera. Bar e ristoranti ce ne sono a bizzeffe…Basta dare un’occhiata ai menu esposti e scegliere quello che ispira di più. Per l’aperitivo c’è l’imbarazzo della scelta, state sicuri che più o meno in ogni spiaggia o nelle immediate vicinanze troverete un posticino dove fermarvi fino al tramonto.

Spero con tutto il cuore che questa sua naturalezza duri ancora nel tempo, e che il turismo ormai già diffuso, rimanga sempre e comunque un turismo responsabile!



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