Quattro vecchi amici a Sofia

Sofia, capitale tutta da scoprire
Scritto da: Vasarina
quattro vecchi amici a sofia
Partenza il: 28/12/2011
Ritorno il: 02/01/2012
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €

28 Dicembre (mercoledì)

Ore 10,00 partenza per Sofia dal terminal 3. Al check-in F.co fa notare che i bulgari parlano come i bergamaschi. P.: de hura o de hota? Domanda: perché se il volo è Alitalia non si parte dal terminal 1? La risposta è davanti ai nostri occhi… Air Bulgaria, l’aereo è una “papera”! M. pensava che dopo Cuba non potesse trovare altri aerei rattoppati ma la realtà è evidente. L’interno odora, anzi puzza, di plastica arroventata. Durante il decollo… P.: l’aereo gira pure. F.co: lo lanciano con l’elastico. P. : il capitano sta a dì il rosario (annunci in bulgaro) F.co: dai, dai, stanno a caricà l’elastico! Siamo decollati; volo tranquillo, personale cortese, cielo limpido e atterraggio da manuale. L’aeroporto Letiste Sofija è nuovo (ex aeroporto militare tedesco). La sigla della Bulgaria è BG… vedi che sono gemellati con Bergamo! Prendiamo il taxi e arriviamo all’Hotel Lion (si pronuncia lion) 3 stelle S. Reception sopra ai gradini d’ingresso e l’incaricata si vede solo se fai ..buh, buh, settete! Camere spaziose, letti con i caratteristici piumini, bagno senza prese, tutto un po’ vecchiotto. Le nostre camere hanno la vista… sul cantiere della metropolitana ma anche sul ponte sopra a “non si sa che cosa”, (ex fiume, torrente, ruscello) con statue di leoni. Con M. abbiamo deciso che d’ora in poi solo alberghi a 4 stelle, specialmente nei paesi dell’est. A F.co e P. la cosa non interessa, l’importante che il posto sia decoroso e pulito, preferiscono spendere soldi in altre cose. Iniziamo il nostro tour de force, sicuramente non ci faremo scappare niente. Strade ampie, palazzotti stile triste (ex comunista), marciapiedi divelti, traffico abbondante… questa è la prima impressione! Dopo circa 300 m c’è la Moschea (Banya Bashi) e a pochi metri la Cattedrale di Santa Domenica (Sveta Nedelya). Stile e rito ortodosso accogliente anche se un po’ buia. M. ed io accendiamo delle candeline nella sabbia, in basso (per i cari venuti a mancare). Pensiamo di scoprire il centro con palazzotti antichi e piccole strade… niente da fare, Sofia è come si è presentata all’uscita dell’hotel. Siamo fiduciosi, piano piano scopriremo le sue gemme. Carinissimo è il piccolo centro commerciale con caffè e tipici negozi bulgari (Central Hali Shopping Centre). Ricordini vari. San Giorgio a’ Cremano detta anche Rotonda di San Giorgio (Sveta Georgi). Piccola, accogliente. Tre segni della croce con tre inchini di fronte all’Iconostasi, l’accensione delle candele sono i tipici comportamenti del rito ortodosso; sappiamo anche che le messe durano circa quattro ore ma a queste abbiamo rinunciato! La chiesa è racchiusa, come in un grande cortile, tra vari palazzi. Piazza City Garden con vicino il Palazzo Presidenziale ed il Museo Archeologico. Fotografiamo la fontana vuota ma arredata con luci e scritta in cirillico. Fa freddo e ci ripariamo dentro al centro commerciale Tsum Retail Centre dove ci accoglie la slitta di Babbo Natale. E’ molto simile ai nostri centri, acquistiamo le palle di Natale (trasparenti con il villaggio dipinto in bianco) foto vietate… ah, ah, ah! Non avendo pranzato andiamo al ristorante Eko, lungo la strada che ci porta in albergo. Siamo in pochi, i tavoli di legno hanno tovaglie colorate, il cameriere gentile, la cucina a vista. L’attesa è un po’ lunga secondo le “fregole italiane”, ma M. dice che tutto è fatto al momento; ha ragione. I piatti di carne sono gustosi e abbondanti, accompagnati dall’immancabile birra Zagorka (mariti: piatto di carne varia alle verdure, mogli: filetto al pepe). Slivenska Perla (acquavite alle prugne) per finire. Il ristorante si riempie dopo le 9,30. Ritorno in albergo, briefing per definire i nostri passi futuri.

29 dicembre (giovedì)

Colazione? Alla caffetteria Papaya confinante l’hotel. Compresa nel prezzo solo quella continentale… che non c’è. ‘Piccolo disappunto’ e ci mettiamo d’accordo per fette tostate con marmellata, burro e una bevanda calda. Sarà sempre così meno una mattina con cornetti alla nutella che non sono piaciuti a nessuno. Bella giornata ma un po’ fredda. Con il taxi raggiungiamo la Chiesa Monumentale di Aleksander Nevski, la visitiamo con molto interesse. Usciamo e scendiamo nella cripta dove c’è un’interessante e curiosa raccolta di Icone. A pochi metri c’è la Chiesa di Santa Sofia (Sveta Sofia). L’esterno è in mattoni rossi, l’interno è in restauro. La campana è appesa ad un albero all’ingresso della chiesa! Nel giardino antistante c’è un bel mercatino di icone e chincaglieria vecchiotta. P. trova non uno ma due bustini per la sua collezione: Vasil Kolarov (politico) e Vasil Leski (poeta) scolpito da… un nome impronunciabile perché scritto in cirillico. Il ragazzo è soddisfatto da morire! Stop con ottimo caffè e torta tipica brownie (cioccolato e frutta secca) in un piccolo bar dove seduti sugli sgabelli F.co dice che sembriamo appollaiate come galline. Il nome del caffè è controverso: Me, Io, Milo, Mele, M. conferma il primo. Di fronte c’è la Chiesa Russa di San Nicola (Sveti Nikolai) con questuanti di tutte le età. Fuori è un gioiello, dentro è solo buia. Alla ricerca di un quadernetto per la Vasarina, non può continuare a scrivere sulla busta del vomito dell’aereo! Negozio Orange. Taxi (costano tutti tra i 3 ed i 5 lev) per arrivare al Palazzo Nazionale della Cultura (NDK) che ha davanti una spianata dove si svolgevano le manifestazioni del Partito Comunista Russo e dove c’è un Monumento ai 1300 anni della Bulgaria… inquietante e abbandonato. Percorriamo la via dello shopping Vitosha dove ci sono negozi di firme famose ma molti sono anche chiusi. Piccola nota: a Sofia ci sono un’infinità di negozi di scarpe. Nell’elegante via Saborna ci accomodiamo nel ristorante greco Kunbare… turiddu che affaccia su San Giorgio sempre a’ Cremano. Controfiletti di porco che nell’arrivare a tavola sono diventati di pollo, patate, insalata ed acqua. Lev. 80. Al centro informazione turistiche, un ufficetto con due scrivanie e due sedie dove per parlare si deve rimanere in piedi, si preoccupano di telefonare ad un ristorante tipico bulgaro vicino al nostro albergo per poter festeggiare il Capodanno per la somma di €. 45,00 a testa tutto compreso. Decidiamo anche di provarlo la sera stessa. Freddo. Ci fermiamo per un the al Hali Centre. Ristorante Bhaena Antica – Hadjidraganovite Kashti, per poter prenotare il cenone di Capodanno parliamo con una signora mora che parla inglese e ci da il menù tutto compreso scritto in… cirillico. Aperitivo con la rakia (grappa), piatti tipici tipo zuppa di funghi in pagnotta, porco in tutte le salse con porzioni da camionista, vino rosso “no men’s land gold”. Musicisti bulgari con tamburo, fisarmonica e violino in piedi chiamato gatjulca. Vicino al nostro tavolo arrivano delle persone che scopriamo italiani, si fanno suonare o’ sole mio, Marina Marina e poi non danno nemmeno un lev di mancia. Pidocchi. Per finire noi signore prendiamo un dolce, i signori viziati invece, distillato di prugne invecchiato di 25 anni … mitico! Il conto è di 168 lev, ne diamo 200 e non arriva il resto. Aspetta, aspetta e il resto non torna. Chiamiamo la cameriera che indispettita fa dei conti strani, ma poi ci porta il resto. Le lasciamo comunque 11 lev di mancia. Dobbiamo tornare il 31, non si sa mai! Prima di tornare in camera ci soffermiamo sull’elenco dei tours per il Monastero di Rila a km 70 circa da Sofia, il costo è di euro 105 a persona. Chiediamo informazioni al portiere e con una telefonata ci dice che possiamo essere portati a Rila in taxi con €.70… andata e ritorno: naturalmente accettiamo. L’unica condizione è se il tempo lo permette in quanto per il 31 è prevista una nevicata. Rimaniamo d’accordo per l’1 gennaio alle 12,00 e non ci chiede nessun acconto.

30 dicembre (venerdì)

Giornata dedicata ai musei. Colazione con grandi cornetti alla nutella. Speriamo finisca lì, preferiamo il pane tostato (mai contenti!). Andiamo alla Sinagoga un “capolavoro in stile moresco fiorito” (guida). Uscendo e sbagliando strada “caschiamo dentro” al Mercato delle Donne (Zhenski Pazar), tipico mercato rionale. Raggiungiamo il centro ed entriamo al Museo Archelogico che è una scoperta perché, oltre ai reperti romani, ci sono quelli dei Traci con gioielli in oro minuziosi e di gusto eccezionale. Ora andremo alla Galleria d’Arte Nazionale e Museo Etnografico presso l’ex Palazzo Reale (Ploshtad Battenberg). Alla ricerca del Museo “gira di qua, gira di là era mezzanotte che eran ancora là”. Gentilmente un operaio, che sta montando in piazza l’impalcatura per la festa di Capodanno, ci guida dietro il palazzo dove da una porticina si può entrare e visitare solo il museo Etnografico. A pranzare andiamo al Club Lavazza. Ambiente moderno e raffinato. Zuppa, minestrone, insalate, verdure grigliate, medaglioni di carne, acqua, caffè e limoncello offerto dalla casa. Rivedendo da lontano la Chiesa di A. Nevski con le sue belle cupole dorate M. esclama: vi ricorda la chiesa del Latte alle Ginocchia? (San Pietroburgo: Chiesa del Sangue Versato). Museo Nazionale di Storia Naturale accanto alla Chiesa di San Nicola. Una scoperta di collezioni di minerali, animali, e quella entusiasmante degli insetti in stanze un po’ vetuste. A poco, a poco scopriamo le varie gemme di Sofia. Cena da Eko di nuovo, non c’è un’anima e il cameriere sta preparando i tavoli per domani sera che è il 31 ma ci accoglie con simpatia tanto che per dolce ci fa apposta i pancakes alla marmellata, Carne sempre buonissima, insalate, verdure e patate. Dopo aver cenato chiediamo, da alcolizzati, la “Sliboviza” invecchiata, non ce l’hanno ma noi beviamo lo stesso quella giovane. Lev 103 Come al solito arriva gente alle 10.30.

31 dicembre (sabato)

Nevica come previsto, le strade sono già pulite. Chiediamo a un tassista (un po’ sgangherato ma con autista gentile) di portarci a Boyana, un quartiere residenziale di Sofia a 8 km dal centro per visitare il Museo Nazionale di Storia. Ci accompagna e ci dice che ci aspetterà anche perché se non l’avesse fatto saremmo tornati indietro: lì non vediamo né taxi né bus e continua a nevicare. Le opere di questo museo, già di per se elegantissimo (ex palazzo presidenziale della Nomenclatura russa), sono strabilianti in special modo il tesoro di Panagyurishte composto da manufatti in oro d’epoca trace del IV sec. a.c.. Il palazzo ha delle rifiniture interne molto signorili e delle vetrate che affacciano sul giardino che con la neve offrono una vista idilliaca. Siamo in pochi a visitare il museo ma tra questi altri quattro italiani. Nell’ampio giardino antistante ci facciamo delle foto molto simpatiche con la neve che copre tutto e continua a scendere. Bellissimo. P. fa una bella “sivolata” sul ghiaccio coperto dalla neve. Purtroppo i negozietti sono chiusi e ci accontentiamo di prendere una guida. Il tassista pensa di portarci anche alla minuscola Chiesa di Boyana. Salendo senza catene dimostra di essere un bravo autista. Entriamo nel bosco che circonda la chiesa che è proprio minuscola. L’ingresso è permesso ad 8 persone alla volta. La così detta guida è invadente e indisponente, ma gli affreschi d’arte bizantina sono luminosi, coloratissimi e splendidi (sono stati dipinti 7 giorni prima della nascita di Giotto e 200 anni prima di Leonardo da Vinci… bumh!). Anche qui, prendiamo una guida di questa altra gemma di Sofia. Il taxi ha un po’ di difficoltà nella partenza perché slitta ma alla fine siamo al centro della città in pochi minuti presso il Centro Commerciale Piccadilly dove pranziamo, gironzoliamo ed acquistiamo i portasale in ceramica per le nostre bimbe cresciute (un alce ed uno scoiattolo). Il ritorno a piedi è lungo (nella cartina indicava 200 m.) e quindi ci meritiamo un buon caffè al Hali Centre che troviamo sempre accogliente. Cerchiamo le terme che sono dietro la Moschea ma sono in restauro. Ci restano da vedere le fontanelle di acqua potabile descritte dalla guida ‘lonely planet’ come fresche, ma con nostra meraviglia fumano, sono calde! Preparativi per il 31 sera. Non indossiamo i vestiti da sera perché il locale è rustico e fa freddo per arrivarci, anche se vicino. Ci hanno preparato il tavolo in una sala al primo piano in un angolo carino ed appartato. Per caso abbiamo la stessa cameriera della sera scorsa che pettinata in modo decente sembra carina. Aperitivo con rakia, a seguire vino rosso, bianco, coca cola, aranciata, acqua. Cena abbondante, cose buone, cose strane, cose cattive come lo spumante dove nessuno di noi è riuscito a dire che sapore disgustoso avesse. Tanta musica bulgara con aggiunta di chitarra, compagnia di tanti giovani pieni di vodka (nel loro tavolo non esisteva nessun’altra bottiglia) , di allegria, sigarette a non finire. “tipicamente bulgaro!”

1 gennaio 2012 (domenica)

Il sole splende e Sofia, benché la sua architettura sia “spaventevole” (M:), è bella. Ci prendiamo un caffè al Bar Costa ma è semplicemente una sbobba. Ci tenevamo così tanto ad andare in quel bar già dal primo giorno ma è sempre pieno di gente. Fiducia mal riposta! Passeggiando ci avviciniamo all’hotel per l’incontro con il tassista che come promesso, arriva puntualissimo alle 12,00. Così conosciamo anche la periferia di Sofia fatta di tanti palazzi altissimi, poveri, scrostati, abbandonati ed è li che vive la maggior parte degli abitanti. Ci avviciniamo al Massiccio del Rila ricoperto da foreste innevate. Saliamo con attenzione scansando le zone d’ombra dove c’è il ghiaccio. Ci appare il Monastero di Rila, il più famoso della Bulgaria. Uno spettacolo! Al centro del complesso la Chiesa della Natività (Chiesa di Rozhdestvo Bogorodichno con tre grandi cupole, affreschi in tutte le pareti comprese quelle esterne, ed accanto c’è il campanile e antichi edifici con balconi variopinti. Ci sono anche le camere per gli ospiti gestite dai monaci (San Giovanni di Rila anacoreta Ivan Rilski). Il sole splende luminosissimo, il cielo è azzurro senza una nuvola ma il freddo si fa sentire. Visita al museo dove, oltre a paramenti sacri, c’è la famosa Croce di Rila, un crocifisso intagliato minuziosamente da un monaco che dopo 12 anni per completare l’opera è divenuto cieco. E’ pomeriggio inoltrato e le fame si fa sentire. Ci mettiamo in fila dietro ad altri pellegrini davanti ad una finestrina piccola, piccola. Sentiamo un buon profumo di fritto. Acquistiamo 8 mekiza che poi sarebbe la pasta del pane fritta con lo zucchero a velo che M. sparge abbondantemente da un contenitore sul tavolo all’aperto. Niente ci è sembrato più buono: calde, dolci, croccanti.. una goduria! Anche a F.co è toccato lo scivolone sul ghiaccio ma è caduto alzando le mani in aria per salvare la mekiza. Ricordini del Monastero. Ritorno alla Capitale. Chiediamo al tassista molto cortese dove possiamo cenare e ci porta a vedere da fuori un bel locale che sta abbastanza vicino all’hotel. Ci mettiamo d’accordo per il viaggio in aeroporto domani alle 15,00. Come consigliato andiamo al ristorante Pri Iafata. No smoking al primo piano dove ci troviamo insieme agli italiani già incontrati a Boyana ed una coppia straniera dove la signora parla l’italiano. Ottima cena, ottima birra e ottima grappa. Lev 94,60

2 gennaio (lunedì)

Giornata piena di sole. Con comodo usciamo dall’hotel e ci facciamo portare in taxi per rivedere la Chiesa di Aleksander Nevski le cui cupole splendono al sole. Accendiamo le candeline sia sui candelieri alti (futuro dei nostri cari) sia in quelli bassi. P.: c’è un nuovo mestiere. Spegnere le candeline consumate e stappare i porta candele del candeliere. Ci sono due addetti con tanto di grembiule nero. Ancora Santa Sofia e poi al mercatino dove P.: riesce a trovare il terzo bustino (Dimitrov) che gentilmente gli fanno arrivare dopo un’ora. M. ed io compriamo delle uova di legno dipinte a mano per l’albero di Natale. Nel frattempo torniamo al nostro piccolo caffè Me e gustiamo il sua buon caffè. Facendo vedere le uova di legno M.: c’era la Natività e l’Annunciazione. F.co batte forte i piedi in terra P: che succede? F.co, F.ca e M. in coro: Annunciazione, Annunciazione! (vedi Troisi). Pranzo al Club Lavazza, Passeggiata finale edun arrivederci a Sofia… Aeroporto, pre-imbarco (a spurgare come le lumache. F.co) e imbarco, questa volta con aereo Alitalia. P.: ‘torna a casa Levsky’.

P.S. Appena scesi dall’aereo i nostri pensieri segreti: Londra, Breslavia, Tallin e Riga, Argentina, Giappone, Australia, Isole Fijii… Ma non ci basta mai!



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