L’editoriale di Syusy: Siria, doppia patria
Il viaggio è uno dei più interessanti che si possano fare da un punto di vista della storia e dell’archeologia. Si dice infatti che l’essere umano ha due Patrie: la propria Patria di nascita e poi la Siria. Perché qualche cosa del suo passato nasce comunque da qui, qualche elemento della sua identità risale a questi luoghi.
Qui nasce il Protocristianesimo (in Siria ci sono mete come Maalula dove è nata la tradizione degli Eremiti o Damasco dove nella Moschea c’è la tomba di San Giovanni e un minareto dal quale Gesù dovrà scendere nell’ ultimo giorno). In Siria ci sono tracce della nascita dell’Islam e del Sufismo. Ma a parte le religioni: la Siria rappresenta la storia della Civiltà. Basta pensare a luoghi come Ebla (dove ho incontrato gli archeologi della Sapienza di Roma, dove sono state trovate le tante tavolette incise in lingua cuneiforme), oppure ad Aleppo col suo meraviglioso Museo (che ora chissà in che condizioni sarà, perché tutti ci ricordiamo del Museo Archeologico di Baghdad che è stato saccheggiato durante la guerra). Poi c’è l’Eufrate, il fiume che con la sua mezzaluna fertile ha favorito la nascita della Cultura Sumera, che io ho potuto vedere nel magnifico sito archeologico di Mari, ai confini con l’Iraq. Poi nel deserto c’è Palmira, che rappresenta i contatti con l’Oriente, che è stata teatro della incredibile storia della regina Zenobia che osò sfidare Roma: è come un porto nel deserto, un caravanserraglio in cui facevano tappa tutte le carovane da e per l’Oriente. In Siria c’è anche la storia delle Crociate, che si legge bene nel Krak des Chevaliers, il castello che è stato Cristiano, poi Arabo, poi di nuovo Cristiano, coi Templari, accusati di intrattenere strani rapporti con la Setta degli Assassini… Ma in Siria ci sono tracce imponenti anche della Romanità, con le “Città abbandonate” piene di mosaici meravigliosi, di epoca romana-bizantina (come a Ravenna, ma anche più belli).
E poi naturalmente c’è soprattutto la gente di oggi, la popolazione Siriana, fatta di donne e bambini e uomini che ho visto nelle campagne. Tutto questo adesso è minacciato dalla violenza, dalle bombe, dai missili più o meno “intelligenti”: significa per la popolazione sofferenze inaudite e per noi l’impossibilità di vedere e godere di tutti questi tesori. Il documentario che appunto io-Syusy ho girato in Siria non è mai stato visto in nessuna TV. Adesso che questi luoghi preziosi sono al centro di un conflitto, che almeno si sappia che cosa ci apprestiamo a distruggere!
Syusy
(e Patrizio)
Oggi si parla di Siria, qualche tempo fa è stato il tempo della Libia, avete già visto questo video?