Finalmente in Siria

Note tecniche sul viaggio di Jacopo e Paola. Abbiamo volato da Verona a Damasco, via Vienna, con Austrian Airlines. Abbiamo speso 480 euro. Ci siamo affidati a un’agenzia siriana, la Nawafir (www.nawafir-tours.com), con la quale abbiamo scelto il programma di viaggio, i luoghi da visitare, gli hotel che volevamo. Ci hanno messo a disposizione...
Scritto da: jacopo e paola
finalmente in siria
Partenza il: 15/09/2006
Ritorno il: 24/09/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Note tecniche sul viaggio di Jacopo e Paola. Abbiamo volato da Verona a Damasco, via Vienna, con Austrian Airlines. Abbiamo speso 480 euro. Ci siamo affidati a un’agenzia siriana, la Nawafir (www.Nawafir-tours.Com), con la quale abbiamo scelto il programma di viaggio, i luoghi da visitare, gli hotel che volevamo. Ci hanno messo a disposizione un moderno monovolume da 9 posti e un’autista che ci ha anche fatto da guida quando volevamo! Abbiamo speso per questo pacchetto (auto, autista, hotel, ingressi nelle località e tour di 10 giorni, meno di 700 euro a testa). Gli alberghi. Abbiamo evitato i lussuosi Cham Hotel e abbiamo preferito altre sistemazioni più “vere” e più a contatto con i luoghi. A Damasco abbiamo dormito nel nuovo hotel Dar al Yasmin (www.Daralyasmin.Com, che si trova in un palazzo antico). Ad Hama abbiamo dormito nel familiare Noria Hotel (come dice la Lonely Planet, non fatevi scoraggiare dall’ingresso in un palazzo anonimo). Ad Aleppo abbiamo pernottato nel signorile Beit Wakil (www.Beitwakil.Com), capostipite degli Hotel di Charme in Siria, dotato di un ottimo ristorante, forse uno dei migliori della città. A Deir ez- ezur abbiamo dormito all’economico Ziad Hotel, pulito e spazioso. A Palmira all’Hotel Heliopolis, con bellissima vista sulle rovine. Secondo noi migliore dello Zenobia e dello Cham. Ristoranti. A Damasco i migliori ci sono sembrati al Khawali e Jabri house. Ad Hama dicono che sia buona la Orient House. Noi abbiamo mangiato alle 4 Norie. Non è male e c’era una bella atmosfera. Ad Aleppo i migliori sono il Beit Wakil e Sissi House. Si trovano uno di fronte all’altro nel quartiere cristiano di Jdeida. A Parmira nessuna segnalazione particolare. Ma se capitate ad Deir Ez zur percorrete il ponte sospeso e alla fine entrate a sinistra. C’è un bel parchetto e offrono piatti a prezzi economici. Parlano solo arabo e sembra non abbiamo mai visto un turista. E proprio per questo sono tutti gentilissimi. Per mangiare si spende dai 2 ai 10 euro a testa a secondo della tipologia e di quello che si mangia. Noi amavamo molto i loro antipasti e l’agnello.

In Siria non esiste turismo di massa e per questo i luoghi e la gente sono ancora incontaminati. I siriani, gente ospitale e cortese, si avvicinano a voi non perché vogliono vendervi qualcosa! Vogliono soltanto parlare e sapere chi siete. Un’esperienza crediamo ormai rara al giorno d’oggi. Il viaggio E’ per noi una vacanza speciale quella in Siria, desiderata da tempo. Anche se prima di partire avevamo alcuni dubbi, legati all’immagine, spesso falsa, che viene data della Siria nel nostro Paese e in Occidente in generale. Partiamo il 15 settembre da Verona e poi da Vienna arriviamo all’aeroporto di Damasco. A Damasco Mohammed Khaer, il nostro autista ci accoglie con simpatia, ci accompagnerà per 10 giorni alla scoperta di questa terra. Ci addentriamo nel traffico di Damasco per raggiungere l’albergo Dar-Al –Yasmin un albergo inaugurato circa cinque mesi fa. E’ un palazzo antico restaurato con gusto, luogo suggestivo, nel cuore del quartiere cristiano. E’ sicuramente meglio dei lussuosi 4 stelle fuori dal centro storico ed è molto, ma molto, più economico. L’atmosfera è cordiale ed amichevole allo stesso tempo, un luogo reso suggestivo in particolare dal cortile su cui si affacciano le camere da letto. Qui , fare colazione al mattino ci fa stare bene. 16 settembre Il nostro primo giorno a Damasco parte proprio dal quartiere cristiano, dalla casa di Santa Anania, il santo che battezzà S. Paolo (Saulo di Tarso) dopo averlo curato dalla sua cecità quando venne folgorato sulla via di Damasco. Visitiamo la porta di S. Paolo salendo al balcone dal quale il santo si fece calare in una cesta per fuggire alle persecuzioni.

Proseguiamo alla scoperta del museo nazionale.

Gli oggetti conservati risalgono al 2700 a.C.: statuette, gioielli, tavolette che riportano il primo alfabeto.Vogliamo citare in particolare una sinagoga ritrovata a Dura Europos (nel deserto) le cui mura raffigurano immagini, di cui anche figure umane, dall’Antico Testamento e una tomba proveniente da Palmira.

Fuori dal museo ci rechiamo alla Takiyah as Sulaymaniyah è la moschea eretta dal sultano Solimano il Magnifico nel sedicesimo secolo.La sua cupola è nota perché progettata dal famoso architetto Sinan, lo stesso che progettò la moschea blu.

Da qui proseguiamo per il mercato Hand Craft, un mercato di artigianato locale; qui si trovano tessuti, tovaglie, stoffe di damasco. Conosciamo una signora che ha vissuto a Bologna per 15 anni e pur essendo tornata a Damasco continua a commerciare con l’Italia, in particolare in occasione di fiere del turismo. Mi propone uno scialle di lana di cammello, uno dal colore rosso e poi uno verde, dice che ai miei occhi dona molto. Lo comperiamo. Poi arriviamo davanti alla stazione ferroviaria dell’Hegiaz, conclusa nel 1917, e diamo un’occhiata all’interno.

Arriviamo al suq, è pieno di gente ed è bellissimo: quasi per nulla turistico rispetto ad altri famosi suq. Anche noi siamo incuriositi dalle persone che affollano una famosa gelateria che serve gelati alla vaniglia ricoperti di pistacchi.

Proseguiamo fino alla moschea Omayadi. Indosso una tunica col cappuccio, entriamo a visitare la tomba di Saladino e togliendoci le scarpe ci portiamo nel cortile interno della moschea. Colpisce l’immenso mosaico che rappresenta il Paradiso. Poi un porticato dove la gente sta seduta in terra, parla, dorme e legge. E’ un luogo d’incontro la moschea…Ci sono tanti bambini.

All’uscita beviamo un succo di more offerto da un ambulante…È delizioso.

Visitiamo la moschea sciita di Ruqayya. Poco dopo visitamo il Palazzo Azem : signorile dimora del governatore ottomano nel 1700, restaurato negli anni ’70 è divenuto museo di arti e tradizioni popolari. Le sale che si affacciano al cortile principale, sono diventate ambientazioni delle case signorili; i soffitti in legno intarsiato mescolato al sandalo per tenere lontani gli insetti colpiscono in modo particolare. Damasco è meravigliosa e ci vorrebbe qualche giorno per immegersi in questa atmosfera. Le botteghe degli artigiani sono bellissime. Fanno meravigliose scatole di legno intarsiate. 17 settembre Questa mattina Mohammed si vuole fermare in un luogo fuori programma: è la moschea sciita As Sayyidah Zaynab, nipote del profeta Maomettto. Ci sono tanti pellegrini dall’Iran e dall’Iraq. Indosso un mantello nero che mi copre il volto. La moschea è relativamente antica, belli i mosaici. Respiriamo veramente l’atmosfera di un luogo di culto: la parte dedicata alle donne è affollata e tutte pregano raccolte in un pianto o in una preghiera…

Facciamo tappa a Shahba dove sono conservati ancora intatti 6 splendidi mosaici che ricoprivano i pavimenti di un antico palazzo; Orfeo , Dio del mare e la raffigurazione delle 3 stagioni ovvero la purezza di cuore, la bellezza e l’intelligenza incantano la mia vista. Visita ai resti bizantini di Qanawat. Arriviamo a Bosra, città che comparve per la prima volta nel XIV secolo a.C. E abitata dai Nabatei nel II secolo a.C. E poi dai romani. Traiano ne fece la capitale della provincia romana d’Arabia. Bosra fu centro della religione cristiana, ma fu importante anche per i musulmani. ( Il monaco cristiano Bahira avrebbe predetto a Maometto, all’ora adolescente, la missione profetica cui era destinato).

Bellissimo il teatro nella Cittadella, conservato perfettamente perché ricoperto dalla sabbia per secoli (lo ammiriamo in silenzio, ci siamo solo noi) e la moschea edificata dal califfo Omar, uno dei più antichi monumenti islamici.

Di questa città colpisce ancora la presenza dei cittadini che passano quotidianamente per le sue vive. E’ una vecchia città, ma qui il contrasto o l’armonia tra passato e presente è evidente.

Al ritorno verso Damasco, ci fermiamo a Ezra per visitare la vecchia chiesa del IV secolo D.C . E’ ancora in funzione come chiesa greco ortodossa.

18 settembre Partiamo per Hamah.

Prima tappa Saydnaya, monastero greco ortodosso che custodisce un’icona antichissima della Madonna, realizzata da San Luca, e molto importante e non abbiamo potuto vederla perché conservata in uno scrigno ed esposta al pubblico solo una volta all’anno durante una processione.

Proseguiamo per Malula. La città è a ridosso di montagne rocciose. Il paesaggio è molto suggestivo. Il convento che visitiamo è dedicato a S. Giorgio e suo fratello. La chiesa cattolica conserva icone antiche, una mi colpisce. Secondo la tradizione orientale Gesù non siede al centro della mensa, ma ai lati per servire meglio tutti. Una ragazza recita per noi il Padre Nostro in aramaico, la lingua di Gesù che qui viene ancora parlata. E’ un bel momento.

Visitiamo anche il convento di Santa Tecla dopo aver attraversato una stradina tra due massi di rocce perfettamente divisi a metà per permettere alla santa di fuggire. Il siq ricorda quello di Petra, anche se è molto più piccolo Lasciamo Malula e dopo circa due ore di viaggio arriviamo al Krak des Chevalier, la fortezza crociata e meglio conservata al mondo e quella più antica.

Dall’alto delle torri il panorama è stupendo. Il cielo è limpido e c’è vento.

Dormiremo ad Hama, città delle norie, enormi ruote in legno sul fiume Oronte. E’ il baluardo della religione ortodossa sannita e questo lo capisco passeggiando per le sue strade. E’ una città viva , le donne sono avvolte nei loro mantelli , ma sono in diverse che non rinunciano ad uscire a cena con amiche, sorelle e bambini.

Four Norie è il locale dove ceniamo e qui non c’è presenza occidentale , ma una lieta atmosfera di chi ha voglia di stare insieme.

19 settembre Valle dell’Oronte Bellissima per le sue coltivazioni di cotone , tabacco, grano, piante di pistacchi, fichi…In Siria , la verdura è buonissima, anzi è il nostro piatto preferito.

Costeggiamo un mercato, il primo incontro tra contadini e commercianti.

Entriamo in un capanno alla ricerca di buon tabacco, ma ci accontentiamo a portare a casa alcune foglie di tabacco che due ragazzi ci offrono gentilmente.

Arriviamo ad Apamea, città risalente al III secolo a.C..

Il paesaggio intorno è deserto e il lungo colonnato di circa 2 km, ci incanta. Siamo soli e quest’atmosfera ci riporta al passato. C’è una spedizione archeologica belga che sta riportando alla luce il sistema idrico romano.

Mohammed ci invita a fare tappa ad Ebla, famosa per gli scavi archeologici guidati dal 1964 da Paolo Matthieu. Ci fermiamo a parlare sotto una tenda con un siriano che da anni lavora con Matthieu. Ci sono 40 gradi , ma qui se beve thé caldo.

Arriviamo a S. Simeone; è un luogo magico per il suo silenzio. Qui l’eremita stilita visse per anni su una colonna.

Il nostro alloggio questa sera sarà ad Aleppo, sarà il Beit wakil, un albergo stupendo nel quartiere armeno. Ceniamo al ristorante dell’hotel.

20 settembre Visita della Cittadella di Aleppo: bellissimo l’ingresso e anche l’interno.

Ci addentriamo per il suk , uno dei più famosi. Bellissimi i tessuti e i banchetti delle spezie. Compriamo i famosi saponi all’olio d’oliva. Ogni acquisto deve essere preceduto da offerte, contrattazioni, sconti…

I Caravanserragli sono luoghi affascinati, quelli che erano luoghi di incontro e ristoro per i mercanti provenienti da ogni parte del mondo, oggi sono spazi aperti utilizzati come stoccaggio merci.

E’ bello andare alla scoperta della città con il solo aiuto di una guida (La Lonely Planet per noi è la più completa ed interessante da leggere).

Visitiamo la Grande Moschea degli Omayadi e quella di epoca ottomana che si trova vicino a Bab Qinnesrin.

Ci troviamo difronte ad un antico palazzo, Bimaristan Arghan. Era un ospedale per matti del periodo mamelucco, avente lo scopo di guarire i matti secondo metodi naturali ( quattro livelli di cura; visitando l’ospedale sarà intuitivo capire in che cosa consisteva).

Siamo affascinati dalla facciata di un edificio in ristrutturazione. Siamo invitati da alcuni ragazzi ad entrare e scopriamo che questa struttura era un tempo chiesa e scuola e ora diventerà una scuola. I bambini in Siria sono tantissimi e Mohammed ci dice che i turni sono al mattino e al pomeriggio perché le scuole non sono sufficienti.

Questi ragazzi sono contenti di farci vedere questa opera e ci fanno salire fino al tetto della scuola per permetterci di fotografare Aleppo dall’alto. E’ un bell’ incontro, fatto di sguardi, sorrisi e scambi di poche parole in arabo.

21 settembre Partiamo per il viaggio più lungo all’interno della Siria: Aleppo Dayr ez Zur per un totale di 500 km. Costeggiamo l’Eufrate.

Prima tappa: la diga ed il fiume Eufrate Seconda tappa: un castello sul fiume: Qalat Jabar. Sembra il mare. Al castello stanno facendo diversi lavori di ristrutturazione. Gli operai, in pausa pranzo ci invitano a bere un thè caldo in compagnia. L’invito a condividere un thé in compagnia è per i siriani un momento importante soprattutto con degli ospiti.

Arriviamo a Rasafa, città in mezzo al deserto, risalente al 300 d. C quando S. Sergio subì proprio qui il suo martirio. La cattedrale è meravigliosa ed il paesaggio intorno è incredibilmente magico: un’antica città in mezzo al nulla.

Il viaggio è ancora lungo. Proseguiamo per l’Eufrate e qui il mondo sembra essersi fermato 2000 anni fa. Pastori, bambini che escono dai capanni per andare a pascolare nei campi. Che bello, qui si respira ciò che si prova quando si leggono le pagine del Vangelo. Vistiamo un antico castello di Halabayya. Arriviamo sfiniti a Dayr ez Zur. Ceniamo in un parco giochi dopo aver attraversato il ponte francese sull’Eufrate. Mangiamo Kebab e pane arabo con 350 sirian pound (poco più di 4 euro!). Le famiglie siriane amano stare insieme e qui si respira gioia vera.

22 settembre Palmira e le sue rovine. Il tempio di Bal è maestoso. Ci si perde ad osservarlo in tutti i suoi particolari. La città è immensa e noi dedichiamo alla visita circa 4 ore. Poi torniamo a visitarla al tramonto dall’alto.

23 settembre.

Lungo la strada ci fermiamo al Baghdad Cafè. Visitamo una tenda beduina. Una casa ad alveare. Siamo in mezzo al deserto, vicino al confine iracheno. Poi arriviamo al monostero di Deir Mar Musa. Si sale a piedi e ammiriamo una chiesa con dipinti bizantini del IX secolo D.C. E’ in corso una messa per una ragazza che diventa suora e due ragazzi novizi. C’è grande festa e ci invitano a restare a pranzo: purtroppo dobbiamo proseguire il viaggio. Arriviamo a Damasco e ci immergiamo ancora tra le sue strade e il suo suq. 24 settembre. Prima di andare all’aeoroporto passiamo qualche ora nel quartiere cristiano. Entriamo nelle chiese armene, cattoliche e ortodosse, dove sono in corso le funzioni religiose della domenica.



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