L’essenza di Singapore
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Reduci da un bellissimo e faticoso viaggio in Giappone dell’anno scorso decidiamo di puntare su una vacanza relax, perché ce la meritiamo. Bene… dove andare? Thailandia?Ok! Ma non ci annoiamo a fare solo mare? Ovvio, quindi metto giù un itinerario fantastico: 4 giorni di mare e 11 di tour fai da te! Ecco le nostre vacanze relax! Come al solito ci siamo fatti fregare dal gene di Wanderlust. Prenoto il volo, i voli interni, qualche albergo quand’ecco che 4 giorni prima di partire sentiamo ai tg “attentato nel centro di Bangkok”… non ho parole, sono molto preoccupata, iniziamo a pensare che la Thailandia potrebbe saltare ma aspettiamo di vedere come si evolveranno le cose, secondo giorno altro attentato. L’idea di andarci sfuma sempre più, io ho parecchia paura, in più sono ansiosa e non ho voglia di rovinarmi la vacanza o comunque andare in un luogo in cui aleggia ansia e tensione. Cosa diavolo facciamo ora?! Mancano due giorni, il volo Turkish non lo voglio perdere (460€ a testa), dei voli interni me ne frego ma quello no. Disdico gli hotel su Booking (senza penali) e pensiamo quale tratta scegliere che sia vicina a Bangkok visto che ci spareremo già parecchie ore. Salta fuori Hong Kong, ok, ma due settimane ci rompiamo, perfetto, aggiungiamoci Kuala Lumpur e Singapore! Ecco il perché di questo strano itinerario, e alla fine… zero mare!
21 AGOSTO
Partiamo (io come al solito in preda all’ansia mixata a felicita’, euforismo e caghetta) e voliamo da Milano a Istanbul, poi scalo di pochissimo tempo (era gia’ in ritardo l’aereo) e facciamo in tempo a salire sul prossimo. Ci accoglie lo chef della Turkish e spendiamo il resto del volo a: mangiare, dormire, mangiare, dormire e mangiare! Atterriamo a Bangkok neanche tanto stanchi, sbrighiamo l’iter bagaglio check in del prossimo volo e Fra ha la bella idea di uscire per fumare la sua tanto agognata sigaretta. Quando varchiamo la porta l’unico rumore che mi viene in mente e’ “SWOOOOSHHHHHHH”… una bella ondata di aria umida bollente. Ci mancava la doccetta fredda per cercare di ricreare l’atmosfera dell’Hammam! Ma noi ce la ridiamo e sbeffeggiamo i turisti che rimarranno qui perché tanto noi ce ne andiamo a sud, mica in questa afosa citta'(della serie ridi ridi che il karma paga…) Internamente l’aeroporto e’ molto ordinato e organizzato e ospita varie statue divine molto belle, alte e colorate. Girovagando un po’ ci rendiamo conto che e’ ora di presentarsi al gate e in men che non si dica arriviamo all’aeroporto di Changi, siamo a Singapore! Calcolando che e’ uno degli aeroporti piu’ grandi del mondo effettivamente riusciamo a perderci nonostante ci siano un sacco di insegne scritte in Inglese. In questo momento ci accorgiamo che l’idea degli zaini non e’ delle piu’ azzeccate per i nostri fisici da vecchi 32enni! Sballottiamo di qua e di la’ senza trovare una via d’uscita, ma appena mi accorgo che davanti a me sbrilluccica un Durian dorato gigante non posso fare a meno di farci una foto insieme(a lungo andare conoscendolo bene quello vero ne staro’ a debita distanza, chi l’ha annusato o assaggiato sa di cosa parlo).
Iniziamo a essere stanchi e l’orgoglio di voler far tutto da soli si fa da parte, chiedendo aiuto a un bengalese disposto ad aiutarci! Prendiamo prima di tutto la metro che ci porta nel centro, scendiamo e prendiamo la coincidenza che ci portera’ a Bugis. Nel frattempo ci fa un po’ da cicerone illuminandoci su Singapore e ci congeda con un grosso sorriso. Usciamo dalla metro e il karma ci ha puniti… qui e’ piu’ umido di Bangkok, inoltre abbiamo quasi un giorno di viaggio alle spalle, piu’ due zaini carichi ed e’ sera, e dobbiamo ancora cercare l’hotel. Insomma, senza dilungarmi troppo avete presente quando inizialmente ti perdi perché non sai orientarti e ti sembra di vagare nel labirinto del Minotauro, poi quando ti orienti capisci che hai perso 1 ora girovagando di notte con gli zaini, la stanchezza ed il caldo a farti compagnia quando in realta’ bastava prendere una via dritta che ti porta direttamente all’hotel! Sperando di poter mettere la testa sul cuscino entriamo nell’ostello, la ragazza ci porta in camera (ovviamente rigorosamente ai piani superiori senza ascensore) e complici di tutto lo stress della giornata scopriamo con piacere che la stanza e’ grande 1 metro x 1 metro, letto a castello senza finestre… prendo lo xanax dallo zaino e lo stringo forte a me…andiamo a dormire che e’ meglio!
22 AGOSTO
Stranamente apro gli occhi dopo un lungo sonno dovuto solo al fatto che ero stanca morta dalla notte precedente, infatti appena mi ripiglio e mi guardo in giro ritorno alla realta’ di quell’ostello inquietante (5footway.inn Project Bugis). Abbandono Fra con la speranza di ritornare senza malattie perché mi aspetta la cosa peggiore che uno possa fare in un ostello… lavarsi nei bagni in comune! Scendo al piano sotto, imbocco subito il bagno degli uomini sbagliando clamorosamente e facendo una bella figur‘e m… con il primo asiatico che mi caccia… mi sembravano addirittura puliti, quindi penso subito che quello delle donne non potra’ che essere splendente! NIENTE DI PIU’ SBAGLIATO! Il minuscolo e fetido corridoio mi porta al bagno piu’ grande, 2mx3m compreso di lavabo lungo 50 cm, doccia senza tende e pavimento in pendenza per inondare per bene tutto quello che trovi davanti e cesso. Le pulizie del mattino consistono nello spruzzare un po’ di acqua con la canna per terra facendo mischiare meglio peli e capelli (oddio vomito tra 3-2-1….). Il water ha un tubicino che scende nella piastrella sottostante aperta da dove fuoriescono mille farfalline che mi stalkereranno ogni mattina. Finisco le mie cose e me ne esco senza parole, Fra esce sul corridoio e mi chiede se sto bene. Mi giro e la risposta e’ dipinta nel quadro che ho di fronte, un asiatico con la faccia da serial killer e un trio di mini gemellini horror. Pensando ormai di aver visto il peggio tralascio il fatto che dobbiamo ancora scendere a fare colazione… ci sediamo, in testa mi cadono gocce dall’aria condizionata sul soffitto, barattoli aperti di burro di arachidi e marmellata accolgono mosche affamate e sotto la macchinetta del caffe’ un bel secchio aperto contenente tutti gli avanzi marroni delle bevande con dentro pezzi di mela e gli schizzi sul muro….ok la colazione sempre e tassativamente da Starbucks! L’incubo consistera’ nel fatto che dovremo soggiornare qui per ben 4 notti (il soggiorno piu’ lungo di tutta la vacanza ovviamente) gia’ tutto pagato e nessuna possibilita’ di poterlo cambiare. Questo ostello ci dovra’ per forza appartenere, e noi apparterremo a quest’ostello! Buahahahahah, chiudo capitolo ostello con 4 croci sopra.
Dopo una “sana” colazione da Starbucks decidiamo di prendere il tanto amato-odiato hop on hop off per iniziare a orientarci e soprattutto per spararci addosso l’aria condizionata del bus! L’aria fuori e’ veramente irrespirabile ma una volta intenti ad ascoltare la guida e a preparare il tour con cartina alla mano passa in secondo luogo. Nella zona del nostro ostello non possiamo fare a meno di ammirare la dorata Sultan Mosque del quartiere arabo a Bugis. Scendiamo poi verso la baia e sulle strade notiamo che ci sono in atto i preparativi della formula uno, ma la cosa che piu’ mi toglie l’attenzione sono le centinaia di persone che si spaccano la schiena sudando e faticando sotto questo caldo insopportabile, qualcuno riposa sotto i ponti o sotto qualche pianta stremato. Avendo ovviamente preso il bus sbagliato secondo la logica del giro che dovevamo fare ci accorgiamo che siamo vicini nei pressi dei Botanic Gardens, cosi’ cogliamo l’occasione per visitarlo. All’entrata del parco troviamo tutte le cartine a riguardo anche se poi serviranno piu’ che altro per la sventolazione facciale! Alberi enormi intrecciati, fiori coloratissimi, laghetti, pesci gatto giganti, varani e grotte con cascate fanno da cornice a questo enorme parco nel cuore di Singapore.Il percorso e’ semplice e segnalato sulla mappa, inoltre vi sono bar (ovviamente cari come il fuoco), bagni e un piccolo spazio a pagamento riservato alle orchidee per chi fosse interessato, tanta gente viene qui anche solo per rilassarsi o leggere un buon libro. Riprendiamo il bus per avviarci verso Chinatown, la strada si fa piu’ affollata ed una grande pagoda rossa ci segnala l’entrata principale. La grossa pagoda altro non e’ che il Buddah tooth relic Temple e come dice il nome stesso custodisce quello che e’ ritenuto essere il dente canino sinistro di Buddah in persona (ovviamente non si ha l’ufficialita’ della cosa). Seguendo le tipiche lanterne cinesi rosse e gialle ci si perde tra vari negozietti di cianfrusaglie cinesi, tutte rigorosamente rosse fuoco! E’ proprio qui che ci imbattiamo per la prima volta nel Durian… non so se abbiate mai visto il programma “Orrori da gustare” con protagonista Andrew Zimmern, uno chef che assaggia qualsiasi cosa sia commestibile (tanto che il suo slogan e’ “se ti sembra buono, mangiatelo!”) e vi assicuro che la sua bocca ha veramente ingurgitato l’inverosimile… insomma, tutto per dire che nonostante le cose vomitevoli che abbia mai assaggiato, questo e’ l’unico che gli ha fatto veramente schifo! Ha pure provato in varie occasioni a farselo piacere, ma niente! Eppure, qui lo mangiano come noi mangiamo pane e Nutella! Io comunque ho provato dei biscottini da assaggio ma non erano cosi’ sgradevoli… il mistero c’e’ per forza, dunque. A un certo punto girovagando tra le vie piene di gente, tra cui asiatici che giocano per strada, l’olfatto ci richiama ad una bancarella dai frutti simili all’ananas… no no… e’ il Durian, ecco il perché di questo odore marcio misto a gas! Ora capiamo perché Andrew non possa farcela ad assaggiarlo se solo questo e’ l’odore! Via via che proseguiamo entriamo in uno dei tanti mercati al coperto, i posti che piu’ amo visitare per l’autenticita’ dei prodotti locali e del vissuto quotidiano. Come vedremo poi nelle altre citta’ asiatiche visitate durante questo viaggio i mercati coperti solitamente hanno un piano dedicato ai vestiti del posto o del quartiere(indiano o cinese) poi un piano dedicato ai cibi ed infine un vero e proprio ritrovo culinario dove i cibi venduti ai piani inferiori vengono cucinati nelle variegate e sedicenti cucine in un melting pot di sapori e odori. Devo dire la verita’… la voglia di assaggiare qualcosa era tanta, ma girando tra i tavoli e lanciando un occhio alle cucine la speranza di tornare a casa senza malattie era pari a 0, percio’ ho deciso di fare la Andrew o la chef Rubio della situazione un’altra volta! Seguendo il percorso segnalato dalla mia affidabile Lonely Planet per le vie di Chinatown ci inoltriamo proprio nel cuore tra colori e negozi finche’ notiamo un bar nel bel mezzo di un incrocio, cosi’ ci sediamo, ci prendiamo un bel the freddo per me (non fresco… freddo maledizione fa troppo caldooooo!) e una birra Tiger per Fra. Ci affianchiamo in modo da poter guardare tutti e due la gente che passa, ventilatore sul coppino, wi-fi potente e ci assopiamo mezz’oretta per riprenderci un po’. Siamo giunti ormai alla fine del tour Cinese e dopo aver varcato l’altra entrata di Chinatown concludiamo visitando l’interno dello Sri Mariamman Temple, un antico tempio Hindu, caratterizzato dalla varieta’ di colori e statue dedicate alle divinita’. L’entrata e’ gratuita ma sono vietate le foto e i video e le donne devo coprirsi spalle e gambe (se non avete voi a disposizione qualcosa per coprirvi tranquille donne… hanno loro l’occorrente per farvi sudare 983469 camicie con dei bei tessuti pesanti adatti alla situazione!). Finiamo il tour sul bus facendo tutto il giro in modo da poter avere un’infarinatura di quello che ci aspettera’ domani, ma mentre siamo nei dintorni di Suntec City decidiamo di scendere (anche perché verso le 18-19 finisce il tour) e facciamo un po’ di shopping in questo immenso centro commerciale che tra l’altro e’ il punto di partenza dell’hop on hop off. Mangiamo qualcosa e prendiamo la metro per Bugis, facciamo un giretto nel nostro quartiere che devo dire molto carino e tranquillo, poi l’incubo ci aspetta… dobbiamo tornare nel nostro bellissimo ostello! Buoni incubi a tutti!
23 AGOSTO
In sella al nostro hop on hop off proseguiamo il tour nella Little India dove i colori e i profumi regnano sovrani. Dallo Sri Veeramakaliamman Temple dalle statue colorate sgargianti alle vie dei negozi che vendono fiori, incensi, gioielli tipicamente indiani, cibi speziati, pashmine e di bellissimi vestiti anche questi super colorati. Come nella Chinatown anche Little India ha il suo mercato coperto con i vari piani che vendono vestiti e cibo… profumi e sapori veramente particolari! Finito di pranzare torniamo nel primo pomeriggio sulla baia per godercela meglio al tramonto, e scelta non fu mai piu’ azzeccata! Girovaghiamo un po’ a meta’ tra il Marina Bay Sands e Downtown Core, spanciandoci e facendo i cretini con effetti speciali alla fontana del Merlion. Nonostante la vergogna che provavo, la nostra stupidita’ e’ diventata cosi’ virale da girarci e trovare tutti i turisti nelle stesse posizioni mentre piangevano a crepapelle dal ridere… non c’e’ niente da fare, siamo i re incontrastati della stupidera. Arriva l’ora di cena e prima di cercare un ristorante ci inoltriamo nella Clarke Quay e la Financial District da cui si erigono altissimi grattacieli. Costeggiamo il Singapore river e veniamo stalkerati dalle centinaia di camerieri intenti a sequestrarti per farti scegliere il loro ristorante, ma non dermordiamo, non ci facciamo convincere dal primo, cosi’ con la nostra arroganza li allontaniamo tutti per poi finire in un ristorante cinese. Il bello di questa zona e’ che tutti i locali affacciano sul fiume il che rende tutto piu’ romantico, se non fosse per il caldo che ti fa sudare come un cinghiale! Finita la cena ritorniamo verso la baia e vengo attirata dai chioschetti che vendono gelati… visto il clima ci sta piu’ che bene! Il cocco sara’ quello prescelto! Cala la notte e la baia si illumina completamente grazie ai grattacieli che la circondano, l’atmosfera e’ incredibile… ma di aria non se ne parla! Stasera ci siamo anche infighettati per poter salire sul Marina Bay Sands e ammirare la baia dall’alto. Prendiamo l’ascensore e saliamo fino al 57esimo piano dove c’e’ la grandiosa piscina che affaccia a strapiombo. Putroppo, pero’, nonostante le ripetute cazziate a Fra di non portare i pantaloncini corti viene bloccato all’entrata del lounge bar (da qui si puo’ vedere la piscina a fianco, per entrare in piscina bisogna essere clienti dell’hotel, anche il bar comunque e’ a strapiombo), fatto sta che io entro e lui no! Puahahaha. No, beh, alla fine su comune accordo entro un attimo, giusto il tempo di farmi venire i brividi, le vertigini e due scatti veloci con la paura che la torre potesse crollare da un momento all’altro… che esperienza!Comunque sia dalla parte opposta del bar, dove Fra era rimasto, si puo’ scorgere la parte posteriore dell’hotel dove c’e’ il Bay garden, veramente magico di notte. Dopo svariate foto, riprendiamo l’ascensore, arriviamo quasi ai primi piani quando a un tratto una cinese ci fa fermare, entra con accappatoio e cuffia e schiaccia teneramente il pulsante riportandoci al 57esimo piano! Fra prende il bastone del selfie e dal dietro mima la scena della sprangata in testa… io stavo morendo! Arrivati finalmente stremati da questo viaggio in ascensore circumnavighiamo l’hotel e visitiamo gia’ che ci siamo i giardini di notte… che silenzio, che tranquillita’, potrei rimanere per sempre qui! Gli alberi si illuminano a intermittenza cambiando colore e rendendo tutto piu’ magico… veramente bello.
24 AGOSTO
Il giorno seguente ci accorgiamo di aver terminato il nostro bonus di due giorni sull’hop on hop off cosi’, appena arriviamo alla metro di Bugis, facciamo la Singapore Tourist Pass ( richiederanno una cauzione che verra’ restituita quando si riportera’ il pass inutilizzabile) valida da 1 a 3 giorni. Noi la facciamo per i giorni che ci mancano, cioe’ 2, e si puo’ viaggiare illimitatamente su quasi tutti i mezzi, tutti tranne ovviamente sulla funicolare che prenderemo per andare a Sentosa, l’isoletta posta sulla punta di Singapore. Per arrivare a Sentosa bisogna giungere alla fermata Harbour Front Station. Da qui si va al level 3 del centro commerciale VivoCity e si accede al Sentosa Express che arriva direttamente sull’isola. Il costo della monorotaia è di 4$ a testa, e il percorso è di pochi minuti. Appena arrivati basta prendere la mappa per capire che e’ un isola fatta apposta per il divertimento. Prima decidiamo di andare un po’ in spiaggia, ma dal primo giorno che siamo qui il cielo e’ stato sempre bianco/grigio con un umidita’ del 289429856% e ovviamente oggi che vogliamo farci un bagnetto significativo inizia a piovere… fa niente! Dalla stazione centrale partono un sacco di navette/trenino gratuite per le varie parti dell’isola, noi ci dirigiamo verso sud est sulla spiaggia di Palawan. Poco piu’ in la’ un ponticello tibetano ci porta su un’isoletta che indica con vari cartelli che siamo nel punto piu’ a sud dell’Asia! Che emossssione! Purtroppo la pioggia si fa insistente e allora ci rintaniamo in un favoloso barettino sulla spiaggia, il Bora Bora, dove tra un anello di cipolla e l’altro ci godiamo un po’ di musichetta anni 80. Siamo solo noi, la musica, il cibo, il rumore del mare e della pioggia. Lasciatemi qui, please! Finita la pioggia prendiamo la navetta e andiamo dalla parte opposta, a Silosa, altra spiaggetta dove c’e’ la possibilita’ di praticare il volo dell’angelo e poco piu’ distante softball. Torniamo in centro, dopo un bel paninazzo dal caro amico McDonald, e ci addentriamo nella piazzetta tra statue strane simile al parco Guell (non potevamo non farci riconoscere anche qui) fino alla piazza che ospita una miriade di negozi, ristoranti, bar. In piu’, per gli amanti dei parchi, si trovano un parco acquatico, gli Universal Studios, Madame Tussauds e tanto altro (http://www.tripadvisor.it/Attractions-g294264-Activities-Sentosa_Island.html).
25 AGOSTO
Su consiglio della Lonely ci dirigiamo verso Changi che ospita un mercato (niente di che, uguale agli altri) e un’escursione sull’isoletta di Pulau Ubin… praticamente un’escursione per i non deboli di cuore. Arrivati al ferry siamo noi e altre 5 persone, le barche non partono finche’ non si e’ in 15. Aspettiamo mentre gli altri naviganti ci guardano con diffidenza (anche noi ci chiediamo cosa ci facciamo qui!) e temporeggiamo bevendo qualche bevanda strana dalle macchinette. Finalmente e stranamente si fanno vive altre persone e con nostro stupore riusciamo a partire, paghiamo 5$ e dopo una traversata calma di mezz’oretta arriviamo. Quest’isola ci appare selvaggia e abbandonata. Le poche persone presenti credo siano abitanti del posto, ci sono loro, due o tre turisti, l’afa, cani randagi ovunque, qualche gatto e l’afa di nuovo. Il tourist centre e’ abbandonato, e da come capiamo l’unico modo per girare qui sembra la bici. Cerchiamo il “centro” dell’isola a pochi passi dall’attracco e una serie di avvenenti noleggiatori di mountain bike scassate ci richiama. Ne scegliamo uno (tanto sono tutte pessime ste bici!) e sperando di non prendere il tetano iniziamo questa crociata tra le mangrovie di questa isola abbandonata dal signore! Fortunatamente ogni tanto dei cartelli indicano il percorso da fare e nel tragitto piu’ che trovare lucertole enormi, piante e fangazza non c’e’ altro. Facciamo le foto ai cartelli giusto nel caso ci perdessimo e come dei tonti proseguiamo non rendendoci conto che stiamo prendendo il sentiero per ciclisti esperti… ma ce ne accorgeremo poi. In preda alla tachicardia la decisione piu’ giusta e’ quella di tornare indietro, anche perché se svengo voglio proprio vedere chi mi viene a prendere qui… cosi’ dopo un’ora di biciclettata ritorniamo al punto di partenza e ci sediamo in riva… ai rifiuti… eh si, non e’ esattamente l’isola esotica che pensavo di trovare. In piu’ i cani si incazzano tra di loro e si azzuffano vicino a noi, ci giriamo e troviamo una vescichetta contenente un liquido marrone(scopro poi che e’ il loro te… bleahhhhh) e cosi’ scappiamo immediatamente da questa isola maledetta! Il nostro ultimo giorno a Singapore finisce così. Sono un po’ dispiaciuta, ma in fondo siamo solo a un quarto di viaggio!