Sicilia classica

Alla scoperta di un'isola incantevole fra storia, arte, cultura e paesaggi stupendi
Scritto da: nonna70
sicilia classica
Partenza il: 07/09/2013
Ritorno il: 14/09/2013
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €

Sabato 7

Partenza dall’aeroporto di Verona per Palermo dove troverò il responsabile dell’agenzia che ha organizzato il tour. Il volo si svolge regolarmente ma quando arriviamo nei pressi di Ustica (luogo della tragedia aerea che ha spezzato tante vite) ho un momento di tristezza e di apprensione per l’imminente atterraggio a Punta Raisi perché si ha l’impressione di infilarsi in mare: va tutto bene e sono a terra.

Trovo subito il mio riferimento e, con altri turisti arrivati con il mio volo, saliamo su un pulmino che ci accompagna all’hotel dove ci sono assegnate le camere; già in questo breve tragitto ho potuto ammirare la natura e i paesaggi particolari che caratterizzano quest’isola e di cui riferirò più compiutamente in seguito.

Prima di cena abbiamo del tempo a disposizione perciò decido di fare un giro nei dintorni; cammino parecchio incontrando solo qualche raro uomo (di donne non c’è traccia) e arrivo alla chiesa di S. Giovanni dei Lebbrosi nella quale entro per una breve visita. Rientro in hotel, cena e pernottamento.

Domenica 8

Dopo la colazione durante la quale ho incominciato a conoscere gli altri partecipanti (in maggioranza coppie non giovanissime con mogli invadenti sempre pronte a riprendere i poveri mariti e mai contente! Alla fine mi troverò molto bene con una coppia di fidanzati provenienti da Avila in Spagna con i quali mi sono intesa parlando un po’ in inglese e un po’ interpretando il loro spagnolo) partenza per Segesta in provincia di Trapani. Poco fuori Palermo troviamo Capaci e il bus rallenta per farci vedere il luogo dove è avvenuto l’attentato al giudice Falcone che muore con la moglie e la sua scorta: il posto è segnalato con un cippo in memoria.

Arriviamo a Segesta e noto subito il tempio dorico che si erge maestoso e solitario nel deserto paesaggio che lo circonda: risale al V° sec.a.C. ed è formato da 36 colonne alte 10 m ca. Riprendiamo il bus e arriviamo a Erice per visitare la chiesa dell’Assunta edificata nel 1314 per volere di re Federico III di Aragona: è di stile medioevale e il campanile quadrato è alto 26 m. Tutto bello da vedere!

Dopo l’ottimo pranzo consumato presso un ristorante sul mare, proseguiamo per il sito archeologico di Selinunte dove possiamo ammirare: le rovine dei santuari dedicati a varie divinità e in particolare quello meglio conservato che è il tempio di Hera-Giunone. Suggestive immagini immerse in una natura particolare con agavi, fichi d’india, olivi e un cielo azzurro e senza nuvole con temperatura mite.

Alla fine di questa prima immersione nel mondo antico dell’architettura greca, riprendiamo il pullman con meta Agrigento per la cena e il pernottamento; durante il tragitto per arrivare a destinazione vediamo una distesa di alberi di mandorli e la guida ci ricorda che al tempo della fioritura è tutto così bianco che pare sia nevicato.

Prima di andare a dormire la guida ci propone un giro in bus per ammirare la valle dei Templi illuminata: spettacolo indimenticabile!

Lunedì 09

Raggiungiamo il sito e iniziamo a piedi il percorso che ci porterà, nello spazio di due ore, a visitare uno dei più vasti parchi archeologici del Mediterraneo. Templi, edifici pubblici, teatri, interi quartieri ecc. sono inseriti in uno stupendo paesaggio naturale ch ha come fondale il luccicante mare “africano”: resti del tempio di Ercole, Era Lacinia, quello meglio conservato della Concordia e il gigantesco Olympieion che misura nel rettangolo di base m 56,30×113,45 sostenuto dalle figure plastiche dei giganteschi “telamoni”. Nell’area della presunta agorà sono stati identificati il Santuario di Esculapio e il Santuario delle Divinità Ctonie (tempio dei Dioscuri, tempio L, tempio I, tempio di Demetra). Il tempo sembra essersi fermato riportandomi a quegli antichi splendori e con la fantasia immagino come poteva svolgersi la vita in quei luoghi!

Torno alla realtà perché il pullman ci attende per proseguire il nostro viaggio verso Piazza Armerina dove pranziamo presso un agriturismo prima di dedicarci alla visita della Villa Imperiale “del Casale”. La località si trova a 730 m slm in provincia di Enna, nel cuore della Sicilia, e ci si arriva per strade tortuose immerse nel verde della macchia mediterranea.

La villa romana copre una vasta area, è ben conservata con copertura non originale ma di materiale plastico per protezione e presenta tre grandi raggruppamenti di sale, gallerie, peristili, cortili e ambienti termali disposti a differenti livelli sul pendio del colle; seguiamo un percorso obbligatorio che, partendo dall’antico ingresso, attraversa il cortile dove si trova una fontana quadrata al centro, un’ampia latrina e più in basso le terme (ingegnoso il sistema di riscaldamento dell’acqua e delle stanze).

L’interesse principale di questo sito è dato soprattutto dai mosaici pavimentali, decorativi e figurati che costituiscono un complesso senza precedenti per estensione e anche per bellezza. Ricordo qui di seguito i principali: corsa di quadrighe nel circo, scene marine con Nereidi-Tritoni, scene di caccia di belve e animali selvatici, giocatrici con la palla in succinti costumi simili al moderno bikini e tante altre raffigurazioni di dei, amorini, putti e semplici decorazioni che riempiono gli occhi con i loro colori e disegni perfettamente conservati dopo tanti secoli.

La visita termina alle ore 16,30 e poco dopo riprendiamo il viaggio che si conclude, per oggi, ad Acitrezza. Dopo cena, ricordandomi dei “Malavoglia” di Verga, vado alla ricerca dei luoghi descritti nel bel romanzo ma, dato il buio, devo rientrare senza averli individuati; sono comunque appagata per quanto ho visto oggi.

Martedì 10

Dopo la prima colazione si parte per l’escursione a Siracusa con visita a.

Teatro Greco – (V-III secolo a.C.) scavato nella roccia sfruttando il pendio naturale del colle Temenite. Capace di contenere fino a 15.000 spettatori, la cavea conserva 46 gradini dei 61 originali, ai piedi della scalinata è posta l’orchestra di forma semicircolare destinata a ospitare i cori e, affacciata su di essa, l’ampia scena di cui rimangono pochi resti; vista di notevole impressione.

Anfiteatro Romano – la costruzione risale al I° secolo d.C. La sua forma ellittica misura nel diametro esterno m 140×119 e nell’arena m 70×40 con il centro occupato da un bacino servito da due canali; sotto le gradinate un corridoio a volta con varchi sul piano dell’arena consentiva l’ingresso delle belve e dei gladiatori.

L’Orecchio di Dioniso – inserito nella Latomia del Paradiso (antica cava di pietra calcarea profonda fino a 45 m e densa di vegetazione) è una grotta artificiale alta m 65×23 che amplifica i suoni e che, secondo la leggenda, serviva al tiranno per ascoltare le parole dei prigionieri ivi rinchiusi.

Ortigia – piccola isola che separa le insenature del Porto Grande e del Porto Piccolo ed è collegata alla terraferma tramite un ponte. Narra la leggenda che un giorno la ninfa Aretusa, per rinfrescarsi dopo la caccia, si bagnò nel fiume Alfeo il quale assunse sembianze umane inseguendola; la dea Artemide accorse in suo aiuto e la trasformò in fonte inabissandola sotto terra e facendola riaffiorare in Ortigia. Sulle sponde della fonte crescono rigogliose piante di papiro.

Pranzo presso un buon ristorante e nel pomeriggio tour orientativo della città di Catania che non mi ha lasciato ricordi particolari; i paesaggi invece sono molto belli con distese di agrumi e ulivi a perdita d’occhio. In serata rientro in hotel ad Acitrezza e, dal pullman, ho potuto vedere le isolette di fronte alla cittadina che, secondo la leggenda, rappresentano gli scogli dei Ciclopi che Polifemo (accecato da Ulisse) scagliò contro il fuggiasco.

Giornata tutta culturale che mi ha veramente affascinato.

Mercoledì 11

è in programma la gita all’Etna con salita in bus fino ai 1800 m. Già dal mattino il tempo è incerto e non promette nulla di buono. Durante il viaggio possiamo ammirare la caratteristica macchia mediterranea, quindi attraversiamo una zona di agricoltura fiorente con prevalenza di agrumi, viti, ulivi poi salendo vediamo una fascia coperta da vegetazione boschiva con castagni, querce e faggi posti a diversi livelli. Infine il terreno si fa brullo e la terra assume il caratteristico colore della lava. Piove a dirotto così, quando arriviamo al rifugio, solo qualche coraggioso scende; io rimango in pullman perché era impossibile vedere qualcosa.

Dopo il pranzo in un ottimo ristorante partiamo per Taormina (finora abbiamo percorso 1063 km) dove arriviamo alle 14,30 e per fortuna è riapparso un po’ di sole.

Taormina – è una delle mete più ambite dai visitatori di tutto il mondo grazie alla sua immagine storica e paesaggistica: visitiamo il Teatro greco-romano (secondo per importanza e dimensioni solamente a quello di Siracusa) ma la vista che si gode da qui è da incanto con la splendida costa ionica e l’Etna coperto di neve che ne fanno da fondale unico al mondo (si vedono benissimo anche i paesi della costa calabra). Ammiriamo piazza San Pancrazio con il palazzo Corvaia sede degli uffici comunali e i giardini pieni di fiori bellissimi.

Riprendiamo il bus e arriviamo ad Acitrezza per la cena e il meritato riposo. Peccato per la pioggia!

Giovedì 12

Partenza per Messina dove arriviamo alle 9,30: da Taormina costeggiamo il mare e dall’altra parte si stagliano i monti Nebrodi, attraversiamo parecchie gallerie e noto distese di limoni con un paesaggio che mi ricorda molto la riviera ligure. Visitiamo il Duomo che è il più prestigioso monumento medievale della città: ricostruito più volte a causa di incendi e terremoti, conserva un bel portale gotico. Più interessante il campanile che sorge isolato a lato della chiesa, alto 60 m ed è considerato il più grande orologio animato esistente al mondo: i meccanismi danno vita agli automi, al calendario perpetuo, alle fasi lunari, a figure scultoree che si riferiscono agli eventi religiosi-storici-umani riguardanti la vita della città di Messina. Ogni giorno allo scoccare delle dodici tutte le figure ricevono l’impulso a compiere i percorsi e le funzioni cui sono stati destinati: peccato non ci sia tempo per vedere questo spettacolo.

Riprendiamo il viaggio e ci fermiamo mezz’oretta a Tindari, ultima colonia greca in Sicilia, da cui si gode una vista stupenda; ci rechiamo a piedi al santuario che custodisce la Madonna Nera (statua lignea bizantina che la tradizione indica come arrivata da paesi orientali) e da quassù vediamo tre laghetti racchiusi entro cordoni ghiaiosi e di un colore verde-azzurro intenso. Che meraviglia!

Sempre costeggiando il mare fra ulivi e oleandri arriviamo a Santo Stefano di Camastra famoso per le ceramiche (breve sosta per acquisti vari) poi proseguiamo per Cefalù dove ci aspetta un ottimo pranzo. Nel pomeriggio mi aggiro da sola per le caratteristiche stradine di questo centro turistico fra i più rinomati della Sicilia e giungo davanti all’imponente Cattedrale fatta edificare dal re normanno Ruggero II; proseguo la passeggiata alla fine della quale i miei piedi trovano sollievo con un pediluvio in mare.

Il pullman prosegue quindi per Palermo dove arriviamo verso le ore 19,00 e, dopo cena, la guida ci propone una visita extra con sosta in un locale caratteristico: sono un po’ stanca ma non mi lascio scappare l’occasione di vedere Palermo illuminata e non dovrò pentirmi. Traffico caotico, tanta gente in movimento, luci, suoni ma ciò che mi colpisce in modo particolare è la visione dei palazzi e della Cattedrale illuminati in modo sapiente che fa risaltare la loro bellezza: mi sembra di vivere in una fiaba!

Nel locale dove ci fermiamo un’oretta si crea un’atmosfera particolare fra noi turisti e gli altri avventori: abbiamo bevuto dell’ottimo passito, cantato, riso e chiacchierato a ruota libera concludendo in allegria un’altra giornata positiva.

Venerdì 13

Giornata interamente dedicata alla visita di Palermo e dintorni: dal pullman vediamo il Teatro Massimo (uno dei più grandi teatri lirici del mondo e può contenere fino a 3.200 spettatori), il teatro Politeama e altri edifici interessanti; ci fermiamo dieci minuti per vedere, solo dall’esterno, la grandiosa Cattedrale con il magnifico triportico che funziona da ingresso principale. Il resto della mattinata è libera per visitare il grandissimo e antico mercato della Vuccirìa ma io preferisco girare per mio conto così arrivo ai “Quattro Canti” vero baricentro della città sei-settecentesca. Entro nella chiesa di San Giuseppe Teatino, tenuta dai sacerdoti di San Gaetano Thiene, e ho la possibilità di assistere alla Messa e stare con i miei pensieri; dopo un lungo giro ritorno al pullman in perfetto orario per la partenza.

Saliamo al monte Pellegrino da cui si gode una meravigliosa vista di Palermo, del suo mare e della spiaggia di Mondello molto rinomata. Qui visitiamo il santuario di Santa Rosalia, patrona della città, le cui ossa furono ritrovate in una grotta dove lei era vissuta fino alla morte; scendiamo fino a Mondello, proprio incantevole, e pranziamo presso un ristorante sul mare che offre un ottimo menù.

Alle 14,45 ritorniamo a Palermo per visitare la Cappella Palatina nel Palazzo Reale: entrando si resta sbalorditi per la bellezza dei mosaici, per il ricco soffitto a cassettoni, per le pitture e le sculture che completano la sala con colori intensi. La meraviglia e lo stupore si fanno ancora più grandi quando arriviamo a Monreale, cittadina che domina la celebre Conca d’Oro coltivata a nespoli, limoni, arance e kiwi, ed entriamo nel Duomo che è considerato il “Tempio più bello del mondo”. Il grande complesso edilizio (che comprendeva anche l’abbazia, il palazzo arcivescovile e il palazzo reale) fu fatto costruire dal re Guglielmo II di Altavilla il quale voleva superare in maestosità e bellezza il duomo di Palermo: il risultato è evidente! La pianta della basilica ricopre una vasta area di 102 m di lunghezza per 40 m di larghezza ed è divisa in tre navate da 18 colonne con capitelli sovrastati da “pulvini” ricoperti da mosaico; tutte le pareti della navata centrale, del transetto e delle absidi sono totalmente ricoperte da mosaico a fondo dorato che si sviluppa su una superficie di 6.340 mq. Rimango incantata di fronte a tanto splendore e mi domando quanti operai, artisti, maestri provenienti da diverse zone geografiche si sono dedicati alla realizzazione di quest’opera.

Anche oggi giornata interessantissima e gratificante.

Sabato 14

Trasferimento in aeroporto per il volo di ritorno; mentre aspetto l’imbarco, ripenso a questo tour che mi ha permesso di conoscere un’isola incantevole per i suoi paesaggi che cambiano continuamente, per i suoi colori, profumi, per la sua gente accogliente e disponibile, per la sua storia millenaria raccontata dai siti archeologici, dai monumenti, dai palazzi e da tante altre testimonianze che mi hanno arricchito e porterò nel cuore.



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