Super Seychelles

Seychelles: 7 notti a La Digue + 7 notti a Praslin 3-18 agosto 2005 by Carmela & CristianoUn po’ spaventati da una vacanza che sapevamo sarebbe costata non poco e da un programma che si prospettava solamente a base di mare e natura su minuscole isole (siamo dei viaggiatori “on the move” che macinano km. Alla ricerca di scoperte naturali e...
super seychelles
Partenza il: 03/08/2005
Ritorno il: 18/08/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Seychelles: 7 notti a La Digue + 7 notti a Praslin 3-18 agosto 2005 by Carmela & Cristiano

Un po’ spaventati da una vacanza che sapevamo sarebbe costata non poco e da un programma che si prospettava solamente a base di mare e natura su minuscole isole (siamo dei viaggiatori “on the move” che macinano km. Alla ricerca di scoperte naturali e culturali), siamo partiti per queste minuscole terre, puntini appena visibili sui mappamondi, affascinati dai racconti delle persone che ci erano stati e confortati dalle letture sul sito di turisti per caso. In fondo, avevamo proprio voglia di un mare da sogno.

E, in effetti, è così: le Seychelles difficilmente deludono.

Viaggio Siamo partiti con Air France che, all’epoca in cui abbiamo prenotato i biglietti (primi di maggio), offriva le tariffe più economiche (1.100 euro a biglietto a/r), ma abbiamo conosciuto persone che, prenotando a gennaio, hanno trovato anche a 800 euro.

Il viaggio è veramente lungo: Milano Malpensa – Parigi, Parigi-Mahè, Mahè-Praslin (con voletto interno prenotato sul posto al costo di 57 euro per persona per tratta), Praslin-La Digue (con traghetto: costo 20 euro per persona, per tratta, durata della traversata: circa 20 minuti).

Insomma un giorno di viaggio tra sali e scendi da aerei/taxi/navi ma, appena attraccati a La Digue, eccoci catapultati ai confini del tempo e della realtà. Troviamo subito un tipico taxi locale (un carretto trainato da un bue) che ci accompagna alla guesthouse che avevamo prenotato. E già ci rendiamo conto dei ritmi che vigono su quest’isola.

La Digue La guesthouse è il Calou (i dettagli più avanti) che non si trova direttamente sul mare ma è in posizione tranquilla e comoda per raggiungere tutti gli angoli dell’isola… ovviamente dopo aver affittato una indispensabile bicicletta. Infatti, a La Digue non ci sono praticamente macchine (ne avremo contate circa 5 in totale) e le distanze sono tali che tutti si spostano a piedi o in bici. Un dettaglio che ci ha sorpresi è che le bici possono essere lasciate in qualsiasi luogo, anche per diverso tempo, senza legarle e senza che nessuno te le porti via: impensabile per chi abita a Milano, o in qualsiasi altro luogo d’Italia! Ed è anche da questi elementi che capiamo e conosciamo un po’ meglio lo spirito di queste isole.

Le bici per noi sono state fondamentali per scoprire tutti gli angoli de La Digue. Abbiamo pedalato per le strade del paese, in mezzo a gente locale dai volti sereni e sorridenti e ai turisti che, come noi, si sono immediatamente adattati ai ritmi del posto, ci siamo avventurati tra rigogliose foreste tropicali, su per ripide salite silenziose costeggiate da alberi di banane mignon, e lungo strade costiere deserte, contemplando un mare dalle mille tonalità di blu e azzurro che giocava a far infrangere onde rumorose sulle meravigliose rocce di granito, tra il valzer dei granchi.

Le bici ci sono state prenotate dalla guesthouse e ce le hanno recapitate direttamente alla pensione. Abbiamo speso 450 rupie per 2 bici per 6 giorni (al cambio di 10 rupie per 1 dollaro, vale a dire un totale di 45 dollari). Le rupie possono essere acquistate direttamente in loco dagli abitanti stessi che offrono un cambio decisamente più vantaggioso rispetto al tasso ufficiale (1 dollaro=5 rupie, 1 euro=7rupie cambio ufficiale; 1 dollaro=10 rupie, 1 euro=12 rupie cambio in nero;) ed è sempre comodo averne un po’ con se per le spese locali (l’equivalente di 200 euro dovrebbero bastare per 2 settimane, pagando gli hotel e i ristoranti in euro).

Ma torniamo alla guesthouse (www.Calou.De), noi eravamo in mezza pensione e spendevano 123 euro al giorno in due. La colazione era a base di ottima frutta (banane mignon, papaia, mango, passion fruit, star fruit), latte/caffè/the, pane burro e marmellata e, a volte, cereali. La cena, a buffet, squisita, cucinata dal figlio della proprietaria, Wilvinia, che ha fatto lo stage presso uno dei migliori hotel delle Seychelles (il Lemuria di Praslin). Ogni sera potevamo scegliere tra pesce (slurp che buono il jobfish!!!), carne, verdure, riso e, pensate, anche pasta (che io non ho mangiato perché troppo ghiotta degli altri piatti). Ovviamente il tutto si conclude con ottimi dolci.

Le stanze si trovano dentro dei rustici e ben tenuti bungalow nella vegetazione curata, ma noi eravamo nella “House in the mountain”. Una vera e propria casa (2 camere da letto, cucina, sala, veranda e bagno) arroccata sulle pendici della collina e raggiungibile con 50 ripidi scalini ma, credeci: che panorama! E’ qualcosa che ci è rimasto nel cuore, sembra di essere nella foresta primordiale e noi lì con lei, soli con lei! Bisogna, ovviamente, non fare troppo caso ai gechi che entrano ed escono dalle finestre o ai ragnetti e formiche che capita di trovare: d’altra parte si è veramente, letteralmente dentro la natura.

Se cercate qualcosa di meno spartano, con l’aria condizionata e la piscina, vi suggeriamo lo Chateau St. Cloud: abbiamo visitato una delle camere (anche questa in un bungalow nella natura) ed era molto curata e di charme, anche se, probabilmente, leggermente più costosa.

La prima spiaggia che abbiamo visitato è, ovviamente, Anse Source d’Argent, la più famosa e la più fotografata. Tutti l’hanno vista almeno una volta, in fotografia on in tv (le pubblicità della bilboa le girano qui), e hanno desiderato di andarci. Ecco, noi eravamo proprio lì, con i piedi in quella sabbia bianca e soffice come borotalco, all’ombra di massi granitici dalle forme che ricordano le sculture di Mirò e bagnati da limpide acque cristalline dalle incredibili sfumature di azzurro, verde e blu.

Ma a La Digue c’è altro ancora: Petite Anse e Anse Cocos. 2 spiagge selvaggiamente belle. Il mare qui è mosso (almeno in agosto) e non puoi guardare i pesci tropicali con maschera e boccaglio come a Souce D’Argent ma le emozioni sono altrettanto forti.

Una volta giunti a Grand Anse (alla fine della strada, in prossimità del ristorante Loutier), si lasciano le bici e ci si incammina su un sentiero ben segnato, sulla sinistra e, in 15 minuti, si raggiunge Petite Anse: nr. Di persone sulla spiaggia: 4.

Anse Cocos è ancora oltre (altri 20 minuti) e il sentiero un po’ più difficile (si inerpica tra le rocce) ma la ricompensa è garantita. Una volta lì, spostatevi sulla parte estrema a sinistra, dietro le rocce, scoprirete una piscina naturale dove fare il bagno anche quando il mare è mosso e guardare i pesci sottacqua.

Vogliamo anche ricordare la cena al ristorante Loutier che si trova sulla spiaggia di Grand Anse. Si tratta di una serata organizzata dalla nostra guesthouse, infatti quel ristorante, di norma, è chiuso alla sera. Bellissima esperienza: buon cibo gustato seduti su tronchi di legno, a piedi nudi sulla sabbia, alla luce di lanterne da marinaio, cullati dal rumore delle onde. Non mancate di allontanarvi un po’ per osservare, nel buio più totale, i miliardi di stelle, la via lattea e la luna che splendono come diamanti (da noi il cielo ormai sembra senza stelle a causa dell’inquinamento visivo).

L’unica nostra escursione è stata fallimentare. Si trattava di una giornata in barca per visitare le isole Grand Soeur, Coco e Felicitè (al modico costo di 80 euro per persona) con barbecue sulla spiaggia. Il pranzo è saltato perché non è arrivata la barca con il cibo. Lo snorkelling a Coco Island è stato così-così: la micro spiaggetta era affollata come Rimini e il reef un cimitero. Nota positiva: il bagno al largo di Felicitè, dove lo snokelling è stato soddisfacente: abbiamo fatto il bagno con le tartarughe marine e visto tantissimi pesci.

Conviene mettersi d’accordo con un locale e farcisi portare con la sua barca: sicuramente costa di meno e chissenefrega del barbecue! Praslin Praslin è un’isola più grande rispetto a La Digue, più turistica e, di conseguenza, più trafficata. La bici quindi non è il mezzo ideale per muoversi (considerando anche la presenza di salite ripide fino al 30%!). Ma non mancano i mezzi economici per spostarsi. Il servizio di linea degli autobus è, infatti, decisamente efficiente e molto economico (3 rupie a tratta). Procuratevi il foglio con tutte le linee e gli orari delle varie fermate presso l’ufficio turistico dell’aeroporto.

L’alternativa è affittare un auto ma a noi è sembrato che se ne potesse fare tranquillamente a meno.

La guesthouse che abbiamo prenotato è il Cafè Des Arts. Un posto bello, curato, intimo, “poetico”, praticamente sulla spiaggia della Cote d’Or (altresì chiamata Anse Volbert). La colazione viene servita in spiaggia o direttamente nella veranda del proprio bungalow (molto chic!). Non c’è aria condizionata ma un ventilatore a pale a soffitto e, comunque, durante tutto il nostro soggiorno alle Seychelles, non abbiamo mai sofferto un caldo eccessivo. Rispetto al Calou, il Cafè des Arts è più costoso: 180 euro a notte in due, con trattamento di B&B. Purtroppo però non abbiamo trovato posto al Laurier, nostra prima scelta, che è molto più economico (150 euro al giorno in due in mezza pensione) e altrettanto ben curato (le camere ovviamente sono più piccole). Se dormite al Laurier, vi consigliamo caldamente la mezza pensione: noi abbiamo mangiato lì tutte le sere, spendendo 50 euro in due per un menù veramente squisito –Cristiano è uno chef, e se lo dice lui… La cena è servita a buffet, ed è quindi possibile prendere quanto e cosa si vuole! Oddio, abbiamo ancora l’acquolina in bocca al solo pensiero della mousse al passion fruit.

La spiaggia della Cote d’Or è meravigliosa: km. Di sabbia bianchissima e un mare strepitoso (e calmo). Peccato per la presenza delle sandflies (zanzarine minuscole che quando le senti è perché ti hanno già punto, lasciandoti dei bubboni in ricordo). A noi però è sembrato che non fossero ugualmente distribuite lungo tutta la spiaggia e, in effetti, nei pressi del villaggio Club Vacanze ce n’erano meno.

Ma la spiaggia nr. 1 in assoluto delle Seychelles è ANSE LAZIO. In agosto può essere un po’ affollata (per i canoni delle Seychelles, si intende) ed è quindi meglio andar presto al mattino per godere il più possibile della tranquillità. Si può rimanere in acqua per ore, con la maschera e il boccaglio, spinnettando lungo le rocce sulla destra e vedere pesci di ogni forma e colore, e persino le tartarughe marine. L’acqua è di una trasparenza mai vista.

Se ci arrivate con il bus, vi aspetta una camminata di una 20ina di minuti, corredata da salita ripidissima, prima di giungere a destinazione, altrimenti, l’alternativa è il taxi.

Per chi se la sente, consigliamo la passeggiata (o meglio dire, il mini-trekking) che porta fino ad Anse Georgette, la spiaggia del supermega Hotel Lemuria. Partendo da Anse Lazio, il sentiero si trova sulla parte sinistra della spiaggia. Ci si impiega un paio di orette, salendo e scendendo, scarpinando e ansimando sui pendii coperti dalla ricca vegetazione locale. La vista è superba da lassù e può essere un altro modo di entrare in contatto con la natura del posto, dove non esistono animali e/o umani pericolosi. Anse Georgette è un gioiellino incontaminato. Senza dover rifare il percorso al contrario, è possibile uscire dal Lemuria attraverso i campi da golf. La fermata del bus è subito di fronte al cancello di uscita.

Altro must di Praslin è la visita alla Vallée de Mai (da pagare in dollari. Infatti la tariffa di ingresso è 15 dollari o 15 euro. Conviene quindi la moneta USA). La visita richiede una mezza giornata e camminare tra palme alte decine di metri ti fa sentire dentro Jurassic Park, per non parlare della stranezza del coco de mer: le piante femmina e maschio ricordano a tutti gli effetti gli attributi sessuali umani! E ora qualche nota: – In agosto le spiagge che si trovano sul lato opposto della Cote d’Or (a Grand Anse, per intenderci) sono soggette ai monsoni del sud-est ed è quindi molto probabile che ci siano le alghe.

– Alle Seychelles si cena alle 19:30 in punto e la vita notturna è praticamente inesistente. Finito di mangiare, abbiamo passeggiato per le strade e non c’era veramente nessuno. A volte è capitato che andassimo a dormire alle 22!!! – Abbiamo incontrato una quantità industriale di italiani, gli stessi proprietari delle guesthouse dove abbiamo dormito erano sconvolti dal fatto. Noi abbiamo pensato che fosse a causa delle minacce di attacchi terroristici sia in Italia che in Egitto (soprattutto dopo i tristi fatti di Sharm el Sheik). Senza considerare che con i prezzi che ci sono in italia, probabilmente una vacanza in questi paradisi costa pressoché uguale.

Insomma, per concludere, noi abbiamo lasciato un pezzetto dei nostri cuori in quelle isolette sperdute e il fatto che siano così lontane le rende ancor più magiche.



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