Dicembre 2007 alle Seychelles

17/12 Mezz’ora di ritardo all’imbarco, ma si parte! L’aereo è pieno di bambini, il che da un lato spaventa al pensiero di urla e pianti che accompagneranno per tutto il viaggio, dall’altro terrorizza in quanto rappresenta la tipica scena di un qualunque film “aereo-catastrofico” … la mamma che sorride al piccolo eccitato per il...
Scritto da: maxzulli
dicembre 2007 alle seychelles
Partenza il: 17/12/2007
Ritorno il: 26/12/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
17/12 Mezz’ora di ritardo all’imbarco, ma si parte! L’aereo è pieno di bambini, il che da un lato spaventa al pensiero di urla e pianti che accompagneranno per tutto il viaggio, dall’altro terrorizza in quanto rappresenta la tipica scena di un qualunque film “aereo-catastrofico” … la mamma che sorride al piccolo eccitato per il viaggio… prima che… Comunque decollo e fino a lì tutto ok.

La cena è buona (non sa espressamente di plastica), tante cosine, sorrisi e attenzioni all’estremo. Oltre alla cuffietta di rito per film e musica, consegnano anche mascherina per dormire e calzettoni della nonna per non essere obbligati a tenere le scarpe tutto il viaggio (tanto lo sanno che appena puoi ti togli gli scarponi, quanto meno evitano l’effetto cloroformio che ne deriverebbe attutendo e prevenendo l’asfissia con i calzini celesti Air Seychelles).

Direi tutto bene se non fosse per uno strano fenomeno che si inizia ad avvertire quando cerchi di dormire. I sedili che inizialmente sembrano più che adeguati iniziano a restringerti addosso, quasi avessi mangiato il biscotto della crescita di Alice nel paese delle meraviglie (non sai se è il resto a rimpicciolirsi o tu a crescerci dentro). Tant’è che dormire è quasi impossibile; dico quasi perché a tratti si sviene dal sonno, viaggiando di notte, ed essendo io esperta nel dormire ovunque e comunque sono riuscita anche a farmi un paio d’ore di sonno. Giusto per non perdermi la visione dal finestrino di città e isole illuminate come stelle e di stelle vere e proprie mai viste così luminose. Uno spettacolo! 18/12 Arrivo ore 8 e 10 locali.

Dopo 14 giri del tappeto dei bagagli riusciamo ad identificare i nostri (la prossima volta li dipingo gialli a pallini viola!).

Subito ci “intercetta” un locale gentilissimo che ci chiama il taxi e ci propone un po’ di rupie.

In taxi si va al porto di Victoria per prendere il battello per Praslin. E’ lontanuccio, ma nel percorso riusciamo a vedere le tipiche costruzioni locali: a parte qualche baracca di lamiera ci sono casette basse piene di fiori e dipinte a colori brillanti. Al porto, dopo circa un’ora e mezza di attesa, prendiamo l’aliscafo che, alla modica somma di 40 euro a testa ci porta “vento in poppa” (e ovunque…Da tenersi forte per non volare via come ha fatto il mio bel cappellino). A Praslin troviamo un taxi (stupenda jeep nuova di zecca) che ci porta, con 10 euro, al nostro hotel.

L’hotel Beryaya Praslin Beach è meraviglioso, composto da bungalow sistemati ordinatamente attorno ad uno splendido giardino con tanto di fontana e piscina. La camera, a parte il momentaneo guasto all’aria condizionata, riparato in poco tempo, è carina e pulita e cosparsa di meravigliosi fioroni fucsia (di ibisco).

Dopo pochi minuti per disfare il bagaglio ci si proietta per il primo tuffo invernale, ad una temperatura esterna di circa 30° e dell’acqua di circa 28^. L’acqua è un po’ mossa ma di un colore meraviglioso e leggera come l’acqua di una doccia, non si avverte nemmeno il sale sulla pelle. La sabbia è bianca come nelle cartoline. Si torna stanchi morti, lungo il tragitto mangiamo una pizza quasi accettabile e all’hotel si crolla dal sonno (perso sull’aereo).

19/12 Mattina presto ci svegliamo con la prospettiva della gita ad Anse Georgette.

Colazione da urlo per quantità, per bontà un po’ meno, a parte la frutta fresca che vedremo essere molto poco presente, contrariamente alle prospettive, e frittatine con cui diligentemente faccio panini per metà mattinata.

Affittiamo una macchina e partiamo con le indicazioni ricevute, errate quindi ci perdiamo dopo poco (come se non bastasse la guida a sinistra su strade sopraelevate dal terreno circostanze di mezzo metro, causa piogge immagino, a complicare le cose).

Per fortuna incontriamo un ragazzo che ci indica la strada (e viene con noi per un passaggio, stava aspettando l’autobus, ma come dopo capiremo questa è impresa ardua, qui).

Arriviamo dopo una buona oretta alla spiaggia. Prima dobbiamo passare attraverso la reception dell’hotel Lemuria, da 500 euro a notte, al quale ci ha annunciato il nostro hotel, altrimenti non passi. Dopo un fantastico giretto scroccato su una automobilina da golf (la stradina che porta in spiaggia è circondata da splendidi campi da golf tenuti alla perfezione, ma vuoti, non c’è nessuno) arriviamo.

L’omino della automobilina ci chiede a che ora vogliamo essere ripresi, ci teniamo larghi, troppo, e alla fine dovremo fare tutto il percorso contrario a piedi (una mezz’ora buona di sali e scendi).

La spiaggia e il mare sono meravigliosi da cartolina, non c’è nessuno ed è bellissimo farsi il bagno e vedere a terra la spiaggia candida con una cornice di alberi e vegetazione tropicale. Il pomeriggio è nuvoloso (normale da queste parti, anzi, già ci è andata bene essendo stagione di piogge). Si fa il giro dell’isola, più volte, le strade non sono molto chiare e quel tizio credo di averlo visto tre volte… Mangiamo vicino a Anse Lazio (Bonbon Plume). Buono, tipicamente creolo, circa 10 euro a testa per riso pesce e dolce. Dopo il quarto giro dell’isola si torna all’albergo, super dormita e poi relax vicino alla piscina con libro e musica. 20/12 Dopo una notte un po’ agitata (non so perché, forse sarà il fatto che alle dieci di sera o dormi o dormi, visto che non c’è tv, ne ho capito l’importanza solo lì, e la sera al di fuori degli spazi albergo è tutto buio), ci si sveglia presto, colazione e si va a prendere il bus per Anse Lazio. Per fortuna che chiediamo indicazioni ad un locale in macchina che si offre di accompagnarci e ci lascia in prossimità (dice), poi avendo ricevuto cinque euro (inaspettati vista la reazione) ci fa risalire e ci accompagna fino alla spiaggia (circa 10 minuti, in macchina, di sali e scendi ripidissimi che al ritorno ci faremo a piedi).

La spiaggia è bella, sabbia bianca e rocce dolci. Dopo intenso servizio fotografico ci gustiamo il bagno, Onde divertentissime e poi si trovano tante fantastiche conchiglie e pezzi di barriera. Al ritorno la strada ci prova un bel po’ (non abbiamo preso il primo taxi visto, per risparmiare, pensavamo che il bus stesse per passare e nemmeno la macchina con i due loschi tizi a bordo che si offrivano come taxi, e non devo spiegare perchè). Dopo circa un’ora passa un bus con il quale con solo 3 rupie a testa e rischiando solo un paio di volte la vita arriviamo nei pressi del nostro albergo. Al bar “Da luca” di proprietà di un italiano, mai visto, prendiamo enormi gelati alla frutta (il gelato, grazie per lo più alla stanchezza, mi sembra buono). Doccia e riposo vicino alla piscina dell’hotel.

Domani si va a La Digue!! 21/12 La Digue. Arriviamo di buon’ora ma abbiamo la malaugurata idea di accettare, per 80 rupie, il trasporto dal porto al nostro hotel in carretto. No, dico, carretto vuol dire proprio carro, carro trainato da … un toro… puzzolente e lento, veramente lento! Nel tragitto le persone ci superano a piedi! Dopo il travagliato viaggetto arriviamo all’hotel Villa Mon Reve in mezzo tra il nulla e il nulla (ma comodo per raggiungere tutti i posti interessanti). Carina la stanza, ma con il bagno, seppur privato, esterno, nel corridoio. La camera ha fantastiche finestre in vetro un po’ rotte, e comunque non chiudibili, senza aria condizionata ma con ventilatore a pala altezza giugulare (?!). Affittiamo le bici (con sedile da fachiro) e arriviamo in centro (porto). E’ bello passeggiare in bicicletta dove vedi solo bici (o quasi), in una stretta lingua di cemento sopraelevata dal terreno circostante di circa mezzo metro tra la jungla (pura, con ragni enormi, ecc). Veramente spettacolare, solo aria pura. Peccato per le zanzare che sono molto più numerose che a Praslin. Mentre si passeggia inizia a piovere e vedi solo bici che sfrecciano per cercare riparo. E ogni 10 minuti uno scroscio che non ci priva di fare il primo bagnetto nell’acqua verde, anche se poi, all’insistenza ci ripariamo a Zerof, un ristorantino non troppo lontano dal nostro hotel. Qui troviamo una sorridentissima locale (la prima volta che riceviamo tanti sorrisi, poi abbiamo scoperto che lei ha vissuto per anni in Italia, e parla italiano perfettamente). Mangiamo sotto una tettoia e attendiamo con pazienza che l’enorme acquazzone che sta scendendo giù si calmi. Facciamo in tempo a comprare, prima di rientrare, il fac-simile della nutella (la Giandutiotta) e dei fantastici biscotti Ouma. Se venite qua non potete non comprarli, li riconoscerete subito, sono quelli che al posto della nonnina sulla confezione hanno l’immagine di una imprenditrice bergamasca (probabilmente già entrata in politica)… rassicurante… Ma i biscotti nonostante la consistenza lignea sono dolci e quindi vanno bene. Attenzione però, sono durissimi, rischiate di perdere due denti, ma poi, proprio perchè tanto duri, gli stessi stimoleranno la dentizione vostra e dei vostri bambini.

In hotel attendiamo che il temporale, che nel frattempo è ricominciato, finisca. Fiduciosi per domani… sempre che si riesca a sopravvivere alle zanzare che grazie al “non vetro” entrano in stanza che è u una meraviglia. Per fortuna che abbiamo OFF ne’ unti ne’ punti, che rispetta il “non unti” perfettamente e il “non punti” per la prima mezz’ora … poi il rito deve ricominciare. Ma la stanza sembra pervasa bene quindi cerchiamo di dormire.

22/12 Oggi ci ha baciato nuovamente il sole. Sveglia biologica alle 6.30 (visto che si va a dormire presto). Colazione fai da te con la pseudo nutella e i biscotti cubici. Partiamo con le nostre biciclette (2 per 300 rupie tre giorni), che ringrazio per le urla che faccio ogni volta che mi siedo (da portarsi qualcosa di molto morbido se non siete abituati). Vicino all’eliporto lasciamo le biciclette e via mare (nel senso, immersi fino alle ginocchia, zaini in spalla) arriviamo alla spiaggetta, evitando di pagare i 4 euro per l’entrata ufficiale, non tanto per risparmiare quanto per l’avventura in se’. Dopo 10 minuti nel sentiero in mezzo alla giungla, che comunque è da fare, nella quale abbiamo anche visto una nave dei pirati arriviamo nel paradiso… Quello delle cartoline e della pubblicità, Anse Source d’Argent. Acqua spettacolare con colori da favola, rocce modellate dal mare (a forma di pandoro, visto il Natale). Da lì ore ed ore in acqua , sole, acqua, sole…Tantissimi pesciolini colorati (sembra di essere in un acquario). Per veder tutti gli anfratti camminiamo sotto il sole (evviva i cappellini), ma ne vale la pena. Al ritorno passiamo per il sentiero percorso all’arrivo ma con una piccola deviazione che ci permette di arrivare vicino a decine e decine di tartarughe giganti e la più grande emette un urlo simile ad un gorilla in calore (nel caso doveste sentire questo suono in mezzo alla jungla, quindi, potete stare quasi del tutto tranquilli). Raggiunte le bici (che già odio) torniamo a mangiare a Zerof. Giretto verso nord e vediamo delle spiagge carine. Acquisto della vitale acqua e si torna in hotel soddisfatti della bella giornata.

23/12 Mattina presto. Siamo andati a Grande Anse, dopo 5 minuti a piedi si arriva a Petit Anse, ma non ci fermiamo e proseguiamo per raggiungere Anse Cocos, che ci dicono splendida. Passiamo in mezzo alla foresta, arrampicandoci e scendendo per rocce aguzze e scivolose, ma siamo pazzi? Ma per vedere una spiaggia mi devo ammazzare? Chi ha detto che Seychelles sono troppo turistiche, se per vedere una spiaggia devo superare le fatiche di Ercole… per fortuna ad un certo punto ci perdiamo (o meglio non essendoci più le pochissime indicazioni sulle rocce o proseguiamo in jungla piena o torniamo indietro… e così si torna a Petite Anse. E né è valsa la pensa. La spiaggia è fantastica, la più bella vista finora, enorme e bianchissimissima. Il mare è un po’ mosso (consigliano di non fare il bagno), ma è troppo divertente e basta non spingersi troppo al largo. Di nuovo bagni di mare e di sole. Si va a mangiare in un ristorantino caratteristico sulla spiaggia /Loutier Coco Rest.), tutto in legno con decorazioni e fiori. Molto bello. Costicchia un po’, è domenica e per questo, dicono, il buffet che solitamente è a 150 rupie oggi, domenica, viene 250 rupie, un po’ meno di venti euro, ma si mangia benissimo, a volontà, e mangiamo anche una aragosta a testa. In bici procediamo a piedi per le super salite e in sella (che fa ancora male) nelle divertenti discese in cui ti devi solo preoccupare di non raggiungere i 150 km/ora. Tornati in hotel si preparano le valige, domattina si parte alla volta di Mahe.

24/12 Partiti presto da La Digue facciamo scalo a Praslin. Arrivati a Mahe si va in taxi in hotel. L’Hotel è un insieme di appartamentini (tipo bungalow). Si chiama Romance, Thomas, il proprietario, è simpatico. La stanza, che è in realtà è un mini appartamento, è molto bella con roccia incastonata dietro il letto e nel bagno al piano superiore, ha anche il cucinino con frigo e fornelli e una fantastica vetrata fronte letto che da sul patio privato dove faremo colazione e sul giardino, c’è anche l’aria condizionata e … La tv! Anche se ci sono solo due canali uno che manda in onda messe varie e uno in creolo-francese-inglese. Ma va benissimo, si vede anche il classico Asterix di Natale. Scusate, ma mi mancava tanto la tecnologia!. E’ veramente bello e tranquillo vicino alla spiaggia e a negozi (dove si fa spesa per domani, Natale, dove tutto sarà chiuso), ci sono anche bancarelle di frutta e pesce.. Frutta! E’ la prima volta che la possiamo comprare all’aperto, non negli orribili negozietti dove giace immersa tra gli insetti, e nemmeno nelle colazioni dell’hotel, ma finalmente a portata di mano, non sembrava di essere alle Seychelles finora! Quando la chiedevi nei ristoranti delle altre isole ti guardavano con fastidio e/o con vergogna e ti rispondevano che non ce l’hanno, qui invece te la offrono, addirittura il mitico cocco aperto davanti a te! E poi c’è la cucina in hotel e stasera si mangiano spaghetti al sugo!!! In serata facciamo una passeggiata sulla sabbia fino al Casinò dove giochiamo, e perdiamo, circa tre euro alle slot e poi torniamo per la spiaggia (dove leggiamo solo alla fine non è consigliato girare di notte) e su una adiacente stradina sterrata piena di ragazzi ubriachi o quasi in gang tipo Bronx. Non vedo l’ora di tornare nel tranquillo hotel e così si fa.

25/12 Natale, tutto chiuso, ma la spiaggia è a vista e ci facciamo una passeggiata, sebbene piova ogni tanto. C’è comunque chi si fa il bagno, anche un gruppetto di una ventina di vecchietti. Passeggiando ci soffermiamo vicino al castello di sabbia visto ieri, nella prima passeggiata di approccio, che oggi è più ridotto, eroso dal mare. Incontriamo una coppia romana con le due bambine Sofia di circa un anno e Beatrice, di tre. Con quest’ultima iniziamo ad aiutare l’uomo del castello, che nel frattempo era arrivato con il figlio e che parla solo tedesco, a ricostruire quanto distrutto dalla marea. Poi raccogliamo tante conchiglie per adornarne le mura e inizio a raccontare a Bea delle favole sulle principesse, disegnando con uno stecchino sulla sabbia una principessa, Biancaneve, Cenerentola, Biancaneve piccola etc. Resto a giocare per un’oretta poi la famiglia romana va in hotel e noi torniamo in albergo. Finisco le valige. Domani si ritorna.

26/12 Arriva il taxi a prenderci e ci porta in aeroporto dove rincontriamo la famiglia romana. Dopo gli ultimi acquisti e un’occhiatina all’esposizione di diamanti e pietre preziose saliamo sull’aereo. Passo le 9 ore con la bimba Beatrice che ha preso possesso del posto accanto al mio, dopo che Max si è sistemato nel sedile a tre posti vicino e vuoto come gran parte dell’aereo (è il 26 dicembre dopo tutto). Sono nove ore di racconti di favole, musiche dello zecchino sentite con Bea che mi chiede ad ogni canzone “di chi è questa?”, di ”mi racconti Cenerentola 2, e Biancaneve 2?” ed alla mia risposta “non conosco le numero 2 ma solo le storie originarie” si accontenta. Le do’ anche la pappa, due volte, la faccio dormire accanto a me etc. Praticamente l’ho adottata con buona pace dei genitori che si sono dedicati all’altra più piccola. Finalmente si arriva, il ritorno sembra interminabile A Roma dobbiamo aspettare tre ore il bus per Pescara che dopo altre due ore e mezza, all’una di notte, ci porta finalmente alla stazione. 7/12 ore 2.00, casa, ed ora sì che si ragiona!!!!! Osservazioni finali: spiagge e mare da favola (anche quando è mosso) natura da favola cambio conveniente ti puoi esprimere in inglese e francese e a volte anche italiano un po’ troppo selvagge e prive di basilari comodità (come non morire per arrivare alla spiaggia per la difficoltà del percorso o aspettando l’autobus, avere finestre che si chiudono, e magari, se possibile, luci nelle strade per raggiungere i ristorantini, unica attrattiva serale). Non pensate abbia la puzza sotto il naso, considerate che sono stata per anni campeggiatrice con tenda e sacco a pelo, questo non vuol dire aver fatto corsi di sopravvivenza… ed in vacanza mi voglio rilassare completamente.



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