Il sorriso del Senegal

Dakar e dintorni
Scritto da: ametista69
il sorriso del senegal
Partenza il: 12/07/2011
Ritorno il: 24/07/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Un compagno amante delle percussioni che da sempre ha il sogno di approdare nella terra dei tamburi, nei luoghi dove nascono i suoni come linguaggio e variopinte espressioni ….

Un amico senegalese che scende per ordinare un container di tamburi….E da lì che inizio ad organizzare quello che è stato il viaggio più intenso della mia vita, a contatto con l’anima nera, vissuto con gli occhi e le emozioni di un senegale.

Atterriamo a dakar in piena notte e siamo catapultati nel nono girone dantesco ….gli sfollati vairgati, con enormi pacchi richiuso con lo scotch al posto delle valigie.

Uno sciame di personaggi ci viene incontro per accalappiarsi le nostre mance di turisti bianchi da spennare, chi ci vuol vendere sim della compagnia locale, chi ci offre di portarci le valigie o accompagnarci; riusciamo finalmente ad uscire e a raggiungere con un taxi il nostro boungalow sulla spiaggia di Saly a 80 km da dakar nota come stazione balneare .

Al mattino uscendo a farci il bagno e ad osservare le barchette dei pescatori ci accorgiamo che solo a pochi passi , vicino all’occidenalizzante resort, gli occhi e la povertà della gente salutava il nostro arrivo. Esprimiamo subito al nostro amico-guida la volontà di vivere e percepire l’Africa da più vicino e la volontà quindi di iniziare i luoghi e le persone più intimamente.

Ci viene proposto allora di trasferirci da un affittacamere vicino a dakar e così partiamo con un “roccambolosco ” taxi per Mbour visitando il mercato e la spiaggia dei pescatori, restando immediamente stupiti dal variegato al mercato del pesce , mentre veniamo accerchiati dagli effluvi dell’Africa.,

Consumiamo il nostro primo pranzo senegalese seduti a terra, mangiando con le mani, attraversando un villaggio dove ci viene servito riso con pesce e verdure:, possiamo assistere anche alla ritualità della preparazione del buonissimo tè alla menta seduti al fresco di uno dei pochi alberi il cui particolarissimo gusto ci accompagnerà nei ricordi.

Assolutamente da provare è l’eperienza del galleggiamento nel lago salato Rosa, magnifica oasi naturale di pace a ridosso delle dune della Parigi- dakar, dove possiamo ammirare i secolari ed altissimi baobab e dove entriamo a visitare un mercato di esportazione del mango, frutto di produzione locale e unico dolce che rallegra i bambini ( ne riempiremo le valige per donarli come souvenir del gusto dell’Africa ai nostri amici in rientro in Italia) e l’escursione all’isola di Gorè simbolo della deportazione degli schiavi.

La capitale del Sengal, Dakar è una contraddizione vivente , un centro moderno ed efficiente e una periferia che da la sensazione di vivere un villaggio dall’Interno, l’enorme statua costruita dal presidente in un blocco enorme di bronzo accanto a rotatorie popolate da capre e cavalli.

Spiagge bianche bellissime si trovano a sud e a nord di dakar , meta di turismo anche “sessuale” italiano ed europeo ( come ci viene spiegato ) , un oceano da vivere e da godere in tutta tranquillità.

La vita notturna di dakar è particolarmente animata e vivace e seguiamo il ritmo dei tamburi che proviene da un quartiere e ci imbattiamo in una pittoresca festa per solo donne , un tributo ai suoni, colori e all’anima ritmica nera dove al mio compagno viene concesso di integrarsi e suonare a fianco a fianco ai perussionisti senegalesi.

Da condividere e degna di nota e l’accoglienza delle donne che mi hanno permesso di entrare in cucina e cucinare con loro, di rubare piccoli segreti della cucina del posto , di andare ai piccoli e particolarissimi mercati delle spezie dei vari quartieri, nella fiera di Orange, di assaporare i miscugli e le varie particolarità di frutte che questa terra arida concede.

L’unica difficoltà, a parte un pò la lingua ( loro parlano francese e il loro dialetto del posto ) è stata l’occidentale difficoltà al baratto a cui noi non eravamo abituati e nel farci l’idea che eravamo turisti bianchi da “mungere ” , nel senso che ognuno lungo le strada tentava di venderci qualcosa anche a prezzi 5 volte maggiori dell’effettivo valore.

Ma porteremo sempre nel cuore i sorrisi dei bambini a cui abbiamo regalato anche solo una penna o una caramella e i gusti di questa terra fiera .



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