Sole, terra, deserto: Africa

Non avendo a disposizione la tecnologia come il buon matth ho deciso di affidarmi alla “potenza” della memoria e di scrivere tutto una volta arrivato a casa, senza prendere appunti durante il viaggio se non con gli occhi, con il naso e con le orecchie… E’ arrivato il giorno della partenza, la moto è pronta come non mai da tempo, ogni...
Scritto da: bissio
sole, terra, deserto: africa
Partenza il: 22/07/2006
Ritorno il: 13/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Non avendo a disposizione la tecnologia come il buon matth ho deciso di affidarmi alla “potenza” della memoria e di scrivere tutto una volta arrivato a casa, senza prendere appunti durante il viaggio se non con gli occhi, con il naso e con le orecchie… E’ arrivato il giorno della partenza, la moto è pronta come non mai da tempo, ogni particolare tecnico è stato studiato e montato con largo anticipo per non arrivare come sempre all’ultimo momento avendo dimenticato qualche cosa: le taniche supplementari x la benzina, gli agganci supplementari alle valige x le cinghie di trasporto, le gomme tassellate e tutto il resto… Il venerdì sera mi ritrovo a sorpresa con un piccolo ma molto apprezzato gruppo di saluto ed il sabato mattina ha il via ufficialmente l’”avventura” africana ! mi ritrovo con Matthias lungo l’autostrada ligure, giusto pochi km prima del confine con la Francia. Da li in avanti sarà una tirata unica, calda e pallosa, fino al primo stop in spagna , dove ci fermiamo x la sera in un campeggio comodo comodo in una cittadina marittima come tante delle nostre , dove tutto e tutti vivono in funzione delle vacanze estive…Ho come l’impressione che d’inverno non ci abiti nessuno. Durante questa pausa ne approfitto per alleggerire il carico e passare a matthias le sue gomme che monterà più in là .

Il giorno dopo, come il precedente, è una tirata infinita, spezzata solo dalle soste benzina e acqua, fino all’arrivo ad Almeria dove è previsto l’imbarco.

Gia dal piazzale sosta pre-imbarco si comincia a respirare un aria diversa , si vedono auto e furgoni arrivati da lontano, carichi di cose e di persone che ritornano annualmente alla Loro Terra , alla Loro Casa.

Non avevo mai visto una cosa del genere…Non ero mai riuscito a capire certi comportamenti dei marocchini in Italia, ma ora ho capito il perché e ho avuto risposte alle mie domande .

Finalmente si sale sulla nave, controlliamo le fasi di “ancoraggio “delle moto e poi via in cuccetta x una doccia seguita da una sana e dovuta dormita.

E’ mattina , sono seduto sulla moto in attesa che la pancia della nave si apra x “sputarmi” fuori verso il primo vero giorno di viaggio…Si accende il motore, in piedi sulle pedane e via verso il primo incontro con le dogane e le formalità.

La coda ed il caos un attimo mi spaventano ma qui non siamo in Italia, qui non esiste un ordine stabilito, non esiste il tuo od il mio turno…A questo dovrò farci l’abitudine come dovrò abituarmi alle offerte fatte da pseudo faccendieri che campano in questo modo , dando aiuto x sveltire le formalità in cambio di soldi.

Passato il primo “blocco emotivo” iniziale ritorno in me e dopo poco siamo finalmente in Marocco.

Puntiamo subito verso l’interno, verso il Marocco meno conosciuto e meno “battuto” dal turismo europeo ,passando x Guercif , Midelt , Errachidia e ci fermiamo poco prima di Erfoud presso un improbabile camping costruito nei pressi di una fonte di acqua . Le strade che abbiamo incontrato sono bellissime, oserei definirle il massimo x un motociclista : traffico nessuno e tante curve dato che siamo addirittura transitati per un passo a 1907 metri s.L.M. .

Il giorno dopo altra scorpacciata di km per arrivare a Tafraoute. In tutta questa strada abbiamo incontrato moltissimi villaggi rurali, costruiti con pietra e fango, abbiamo incontrato moltissimi bambini che non fanno nulla oppure che accudiscono pecore o capre…In una di queste occasioni ho visto il Matthias sconosciuto ai più… l’ho visto fermarsi e donare una bottiglia di acqua della sua scorta ad uno di questi piccoli pastori…In un’altra occasione, in Senegal, l’ho visto regalare delle banane a 3 ragazzi che si erano avvicinati x parlare incuriositi da 2 bianchi in moto,seduti ai piedi di un baobab, che stavano bevendo un caffè!

Il giorno seguente, arrivati a Tiznit , la strada è cambiata, abbiamo viaggiato sempre sulla costa, in uno scenario stranissimo, immersi nel deserto ma con l’oceano molto vicino.Lì abbiamo incontrato i primi cammelli che Matth ha salutato calorosamente,sperando di trovare la cammella dello scorso anno…!! Il 26 facciamo la conoscenza con Laayoune , una importante cittadina marocchina, dove tutto è piuttosto pomposo e celebrativo , dove tutto sembra inneggiare il re ; prendiamo posto all’hotel e ci facciamo un giretto per la città, trovando un internet point e facendo la spesa per la cena e la colazione .

La mattina, pronti per partire, un figuro si avvicina chiedendo dei soldi (20 dirham , circa 2 euro ) ed alla nostra domanda sul perché non risponde..Poco dopo il barista ci spiega che il signore era rimasto tutta la notte all’angolo a sorvegliare le nostre moto! A quel punto non possiamo che dare quanto richiesto e ripartiamo.

E’ il 27 e ci attende una delle tappe più dure…Da Laayoune a Bir Gandouz , l’ultimo avamposto marocchino prima della terra di nessuno e della Mauritania…Circa 800 km di deserto ,dove le pompe di benzina distano quasi 600 km una dall’altra, di caldo infernale, di lingue di sabbia dove si può però ammirare lo spettacolo del golfo di Cintra… Di animali che ti attraversano la strada all’improvviso… Arriviamo così in questo nulla , dove c’è una popmpa di benzina, un albergo, un ristorante ed un piccolo negozio dove fare scorta di acqua e cibo. E’ un posto strano, un posto di frontiera, dove piano piano arrivano persone di ogni genere e si devono fermare x forza xkè la frontiera più avanti è chiusa..

Lì ci puoi trovare dei francesi che viaggiano su un furgoncino, oppure un marocchino che fa avanti ed indietro dall’italia x vendere macchine nella terra di nessuno…Ma sono tutte persone che ritrovi la mattina dopo alla frontiera, tutti, nessuno escluso..Persino l’artista belga giramondo da 30 anni, che ti offre un posto dove mangiare e dormire a Marrakech, a casa sua, dove lavora e scolpisce statue , quando sarai sulla strada del ritorno… Ma queste sono cose che non si possono raccontare…Si possono solo vivere.

E’ il 28 mattina, siamo alla frontiera marocchina in uscita..È una cosa rapida e ci troviamo subito catapultati sulla luna! Siiamo nella terra di nessuno, la strada non è strada…È terra, sabbia, roccia…Non è neppure ben segnata, quasi non si distingue dal resto del terreno…Mi trovo un attimo spaesato ma Matthias fa strada, lui c’è già passato e lo seguo con tranquillità.Osservo tutto e cerco di memorizzare il più possibile, al ritorno non ci sarà un apripista, al ritorno alle dogane sarò da solo… Scopriamo in questo frangente come la burocrazia in africa sia moooolto elastica , specialmente in Mauritania ed un poco anche in Senegal. Siamo partiti senza carnet de passage ed in teoria in Mauritania serve ma prima di partire avevo preso informazioni da gente già passata x quei luoghi e molti parlavano di una non ben definita dichiarazione..Ebbene , alla nostra risposta negativa sul carnet de passage ci invitano a compilare e firmare una Dichiarazione Sull’ONORE che non venderemo il veicolo e che usciremo con tale veicolo entro tot giorni dal territorio della R.I.M. ( Repubblica Islamica di Mauritania) e poi ci chiedono un cadeau ( che tradotto vuol dire : amico, sgancia soldi che non c’è nessun problema! ) Passiamo abbastanza velocemente anche questa e siamo in Mauritania! Subito si capisce di essere entrati in un altro mondo ,un’altra terra, diversa dal Marocco, più povera…Si può dire che siamo entrati veramente in Africa…Arriviamo a Nouakchott e la sensazione diventa una certezza:la povertà si manifesta in pieno, mostrandoci le contraddizioni di questa terra dove o sei povero senza nulla o quasi oppure sei ricco e giri con enormi jeep chiuso dentro e riparato dai vetri scuri dal caldo e dall’odore..

Prendiamo posto all’Auberge du sahara , posto molto particolare, caldamente consigliato da Matthias; è una sorta di “casa comune” con la cucina libera dove tutti possono cucinare e con le tende berbere sulla terrazza dove poter dormire chiusi nel “bozzolo” della zanzariera.

Scopriamo così che passare la notte in quel bozzolo non è cosa comoda e tranquilla…Infatti si muore dal caldo e le zanzare entrano tranquillamente dai molti buchi presenti nelle zanzariera!! La mattina mi ritrovo con i maledetti insetti all’interno del bozzolo e con una quantità incredibile di punture di insetto…E meno male che avevo l’autan!!!! Il pomeriggio lo passiamo dal gommista dato che Matthias si era portato le gomme dall’italia ed ora era venuto il momento di cambiarle:abbiamo così fatto la conoscenza di Mister Valvola, del Signore delle Leve e del Capo.

Orbene, mister valvola è un individuo molto flemmatico, sempre sdraiato per terra sulla sua stuoia e si muove soltanto per svitare la valvolina del pneumatico e poi ritorna calmo calmo al suo posto…Xkè il suo lavoro è finito! A questo punto entra in gioco il signore delle leve:un ragazzo che con 2 lunghissime leve si mette a trafficare sulle ruote e ,lentamente ma molto lentamente, toglie i copertoni vecchi, monta i copertoni nuovi,li gonfia, rimette la valvolina, misura la pressione e poi via a sedersi anche lui. Ed ecco il capo: interviene a dare una mano a Matthias x rimontare le ruote e poi è lui che decide il costo dell’operazione.Insomma, il lavoro è stato fatto e quindi si torna contenti all’auberge. La mattina ci alziamo , ci facciamo un bel caffè di quelli “nostri” , facciamo 2 chiacchiere con i francesi che erano all’auberge e poi si riparte in direzione di Rosso.

Rosso, Rosso…Non mi dimenticherò mai di quel posto..

Rosso è il punto di frontiera tra la Mauritania ed il Senegal ed è praticamente fatto da due metà divise dal fiume Senegal. Non è l’unico punto di passaggio ma in questo periodo è l’unico utilizzabile ( ci sarebbe anche la diga di Diama ma la strada x arrivarci era probabilmente impercorribile causa lo straripamento del fiume).

Orbene, appena ci siamo avvicinati alla cancellata un poliziotto ci ha letteralmente tirati dentro chiudendoci poi il cancello alle spalle e chiedendoci i documenti.Essendo un poliziotto non abbiamo esitato consegnando passaporto e tutto il resto, poi Matthias ha seguito “l’integerrimo” ufficiale nel suo peregrinare tra i vari uffici x timbri vari e assicurazioni.Poi, siamo stati affidati alle amorevoli cure di un ragazzo che ci ha portati in un improbabile negozio assicurandoci che le moto erano ben custodite e non correvano nessun rischio.Per un po siamo rimasti li a chiacchierare ma dopo un momento abbiamo preferito andare alle moto tanto per essere un pelo più sicuri.Alle 15 il battello ricomincia a muoversi ( il battello si ferma dalle 12 alle 15 ) e appena è il nostro turno saliamo e veniamo seguiti dal ragazzo al quale eravamo stati “affidati” .

C’è da dire che in questo frangente abbiamo avuto un assaggio dell’invadenza e del rompimento di balle di cui sono capaci i mauritani.

Arrivati dall’altra parte, altre formalità , altri timbri e quindi siamo arrivati al momento dell’ultimo conto…Già, xkè non sapete che lo stazionamento oltre il cancello ha un suo costo, i timbri vari e tutto il resto hanno un loro costo, il “traghetto” costa…Pure il poliziotto ha il suo costo…E pure il ragazzetto ha il suo costo…Insomma, lo scherzetto ci è costato più di quanto preventivato ma ora eravamo finalmente in Senegal e Dakar non era lontana. Ci siamo subito allontanati da quel posto con l’intenzione di non passarci più, nemmeno al ritorno , sperando di trovare la strada della diga libera e percorribile.

Subito ci siamo resi conto di essere entrati in un altro paese : la terra è ricca e rigogliosa, la gente che lavora nei campi ed i villaggi poveri ma puliti, o almeno non sporchi come in Mauritania.

Colmi di speranza ci siamo diretti a Saint Louis , una storica cittadina dove facevano scalo gli idrovolanti del servizio postale francese che collegava l’europa all’africa e poi all’america. Ci siamo fermati all’hotel de la Poste ( altamente consigliato) ricavato dallo storico edificio postale ed appena scesi dalla moto ci siamo subito resi conto che anche i senegalesi non scherzano in quanto a “scassamento” con continue offerte di aiuto o richieste di denaro.Noi non lo sapevamo, ma non avevamo ancora toccato l’apice…Poveri noi ignari.!! Passiamo piacevolmente la serata al ristorante dell’hotel che si trova proprio sul mare consumando una cenetta ottima come da un po di tempo non facevamo e quindi di nuovo in camera x la nanna…Domani ci aspetta Dakar, dobbiamo essere freschi e riposati ed entrare in città da trionfatori!!  Dakar…Dakar…Un altro posto che non dimenticherò mai. Tante volte avevo provato ad immaginarla ma non sarei mai riuscito ad avvicinarmi alla realtà…E’ uno schifo di città, la periferia è una pattumiera a cielo aperto con le persone che comprano e vendono ovunque, le strade sono piene di ragazzi che vendono qualcosa passando tra le macchine ferme in coda per il traffico assurdo ed asfissiante; alla guida sono pericolosissimi, non rispettano nulla e nessuno, in un caos tra auto, furgoni, taxi sgangherati e tutti che sputano dallo scarico fumate nere e puzzolenti; carretti trainati da cavalli o asini e carretti tirati a mano; passano a sinistra, a destra, passanno perfino dove non c’è la strada…È il regno del claxon e dei segnali con la mano..!!! sulle strade e nei mercati a cielo aperto ci trovi di tutto , anche capre libere di pascolare ovunque tra la gente e le cose..

Per fortuna troviamo in poco tempo l’albergo prenotato dall’italia così possiamo parcheggiare le moto e non pensarci più a muoverle per un po di giorni.

L’albergo non è niente di che ma si trova in una zona che possiamo definire residenziale, molto tranquilla e pulita, dove nessuno ti assale x chiederti od offrirti qualcosa.

Anche a Dakar c’è una netta e prepotente distinzione tra i poveri ed i ricchi che girano tutti ma proprio tutti sulle Toyota Land Cruiser ultra accessoriate! Decidiamo di fare un giro in centro per vedere un poco la città e questo è stato il primo errore: come siamo scesi dal taxi siamo stati subito “braccati” da ogni tipo di venditori e personaggi vari e tutti volevano una cosa…I nostri soldi!! A dir loro sono tutti nostri amici, infatti la prima cosa che dicevano era “ Ciao mon ami “ e poi chiedevano di che nazionalità eravamo; guarda caso, gli italiano sono i migliori, i più simpatici i più tutto… Non potete immaginare cosa voglia dire non riuscire a fare due passi da soli…Ti portano all’esasperazione e si rischia di diventare cattivi.

In ogni caso, in uno di questi giri,malauguratamente Matthias non protegge a dovere il palmare e lestamente ed in modo chirurgico glielo prelevano dalla saccoccia e si dileguano immediatamente; hanno pure tentato di fregarmi il portafoglio, infatti mi sono trovato la cerniera aperta ma fortunatamente era una tasca mooolto profonda ed in una posizione assai scomoda!!! Inca…I neri ce ne torniamo all’hotel giurando di non uscirne fino alla nostra partenza…Ma aimè, le nostre avventure non erano ancora finite..! E’ il 31 luglio e la sera andiamo all’aeroporto con un taxi perché sta per raggiungerci un’altra avventuriera dall’Italia , la nostra amica Monica , detta Momi , che si fermerà fino al 10 agosto e poi ripartirà in aereo ( così pensavo io! ) L’aeroporto di Dakar è alquanto particolare e nell’attesa quasi rischiamo di litigare con una non meglio specificata “guardia della scala” che non ci voleva far stare ad aspettare ne sulla balaustra superiore ne sulla scala che conduceva a questa posizione rialzata…Problemi di sicurezza diceva esso, senza uniforme e senza tesserino..

Va bene, accettiamo anche questo e ci appostiamo dietro alle sbarre della grata di separazione posta tra l’atrio e la sala d’uscita degli arrivi a mo di gabbia di contenimento… Finalmente l’aereo arriva e dopo i saluti e gli abbracci di rito cominciamo subito a “terrorizzare “ Momi raccontandole degli usi e costumi della gente di Dakar! Ma lei è una intrepida viaggiatrice e non si scoraggia! Anzi, mi da la buona notizia che ha cambiato idea:salterà il volo di rientro da Dakar e rientrerà in moto con me fino a Casablanca dove ha l’aereo di rientro per l’Italia! E’ una notizia inaspettata ma sono contento perchè in questo modo faremo un po di strada insieme.

Arriviamo all’hotel e cominciano i primi guai…Momi non ci vuole dormire xkè non ha il bagno in camera e l’auberge non le piace…In effetti non è granchè e dall’Italia aveva prenotato una stanza con aria condizionata e bagno in camera…Ma così non è! E devo dire che le è andata anche bene, dato che al nostro rientro in albergo , nella hall c’erano 4 ragazzi spagnoli con tanto di prenotazione internet e ricevuta di pagamento ma la cosa non risultava all’albergatore e le stanze non c’erano!! Così cerco di tranquillizzarla, e l’indomani saremmo partiti con un giorno di anticipo sperando che al club med ci potessero anticipare l’entrata…E così è stato! Già , perché dopo circa 6000 km macinati in 9 giorni ci meritavamo un poco di riposo!!! X cui ci siamo stabiliti dall’1 al 5 al club med Les Almadies di Dakar con l’intenzione di usarlo come base e di fare dei giretti nei dintorni. L’idea c’era , ma la pratica no…! Un giorno l’abbiamo dedicato alla richiesta del visto x Momi per la Mauritania ed un altro giorno l’abbiamo decisamente buttato via cercando di andare in moto al “mitico “ lago rosa, il lago salato dove c’è l’arrivo della Parigi –Dakar …Ma dopo circa 25 km fatti in un ora e mezza ho desistito e siamo tornati indietro…X cui un’altra ora e mezza .! Del traffico di Dakar ne ho già parlato…Ma dovete sapere che uscendo è ancora peggio dato che stanno sistemando le strade x evitare che con le piogge si allaghino x cui è tutto un cantiere a cielo aperto..Torniamo indietro affranti ma al lago ci andremo! Prenderemo un taxi e ci faremo portare fino la!!  Il giorno dopo decidiamo di andare a visitare l’Ile de Gorée ; si tratta di un isoletta davanti a Dakar nominata dall’UNESCO quale patrimonio storico universale in quanto sono presenti sull’isola numerose costruzioni coloniali e da quest’isola partivano le navi con gli schiavi per l’america… Sull’isoletta non ci sono mezzi a motore, si gira solamente a piedi ( è piuttosto piccola) ed oltre alle varie costruzioni c’è la solita moschea ( che però ,architettonicamente parlando, è diversa dalle altre) e ci sono ancora tracce delle fortificazioni spagnole; sul promontorio più alto è presente una scultura bianca e tutto intorno dei “negozietti” di artigianato locale ( tele dipinte , sculture in legno e collane ) .

Per chi ci volesse andare, allo sbarco sull’isola c’è una non meglio specificata tassa da pagare ed inoltre, se si vuole, si può avere una guida locale a pagamento , con tanto di tesserino , che farà fare il giro dell’isola spiegando e mostrando tutto il possibile.

Quest’isoletta è un oasi di pace e di tranquillità da non perdere.

Rientriamo felici e contenti a Dakar che ci aspetta paziente ,desiderosa di riaverci sulla terra ferma x tempestarci di richieste e mostrarci quanto può essere rompicog…I la sua gente. Prendiamo un taxi e dopo le solite contrattazioni ritorniamo alla nostra sicura e pacifica base.

Un discorso a parte lo meritano i taxisti, che oltre ad essere dei guidatori pazzi, sono pure degli imbroglioni, che cercano , come tutti, di spillarti più soldi possibile…Indi x cui, se vi capita di andare in Senegal, prima di salire sul taxi è d’obbligo contrattare la cifra e prima di partire siate sicuri che alla fine la cifra sia quella pattuita! La nostra base…Il Club Med…I G.O …I G.M …Bhè, tutto sommato devo dire che mi sono trovato molto bene , anche se si trattava di un club frequentato quasi esclusivamente da francesi !  e devo dire che mi sono pure divertito…Eheheheh…Specialmente quando il buon vecchio Matthias ha pensato bene di farne una delle sue…! Orbene, eravamo a tavola , ( un tavolone rotondo ) e vicino a noi c’era una coppia di ragazzi ( ovviamente erano “cugini transalpini” ) ; ad un certo punto , svuotati i piatti e accostate le posate , si alzano e se ne vanno, senza dire una parola. Matthias nota che la ragazza aveva lasciato una bottiglia di birra ancora intonsa, con il tappo appoggiato, e siccome odia gli sprechi, la prende, la stappa e se la versa! ( cassio, sto ancora ridendo adesso a pensarci…) ; dopo nemmeno 3 minuti i 2 ritornano con un altro piatto pieno al che io e momi ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere come due pazzi mentre Matthias si gira, beve la birra tutta di un fiato e si alza di scatto : letteralmente vola al frigorifero delle bibite e prende una bottiglia di birra nuova dopodicchè , rosso come un peperone balbettante e sudato, la consegna alla ragazza chiedendole scusa.. Io e momi continuiamo a ridere, non riusciamo a stare seri, mentre la ragazza abbozza un sorriso, spiega la cosa al suo fustacchione il quale, risentito , si gira verso Matthias dicendogli che se vuole può prendere anke la paella dal suo piatto…Scende il gelo,matth abbozza e poi il G.O al nostro tavolo cambia discorso.

Evidentemente la cosa al francese non è andata giù ed ha pensato bene di informare tutti gli ospiti suoi conterranei sull’avvenimento; infatti un girono o due dopo, io e momi eravamo seduti al tavolo con un’altra coppi di francesi e si discuteva della francia, dell’italia ( la signora si lamentava della mafia e del fatto che una volta in Sicilia l’hanno circondata x rubarle i gioielli ma lei fortunatamente non aveva nulla) ed ad un certo punto se ne vengono fuori con la frase: “ ma voi qui a noi non ruberete nulla, vero?” zio pork…Pensavo di aver capito male , ma mentre io pensavo momi agiva, rispondendo che ci bastava aver “rubato” la coppa del mondo di calcio alla francia e si alzava andandosene!!io sono rimasto li impietrito per un attimo, poi i due se ne sono andati togliendomi dall’imbarazzo.

Già, la coppa del mondo…Sembrava che a tutti importasse molto di questa coppa ,tutti a dirci “ felicitasion pour la coupe du monde” ma credo che la cosa che più li faceva rodere era il fatto che l’hanno persa in finale con l’Italia…

Comunque non tutti gli ospiti erano così…Ricorderò per sempre la faccia di una ragazza che , mentre era seduta sul pulman del club in partenza x una gita , ci ha visti arrivare il primo giorno con le moto cariche e quasi cascava fuori dal finestrino tanto velocemente è schizzata x guardare le moto !! abbiamo scoperto poi qualche giorno dopo , parlandole, che è una motociclista e a casa ha un monster e ci viaggia pure spesso! Oramai manca poco alla partenza per il rientro in Italia ma dobbiamo ancora vedere il lago rosa, il “famoso” lago salato dove avviene l’arrivo della Parigi-Dakar… mi scoccia parecchio non poterci andare in moto ma l’andarci in taxi è stata forse la cosa più giusta. Arriviamo al lago e scendiamo sulla sponda dove sono presenti le saline: la zona è piena di montagne di sale contrassegnate da cartelli recanti una data ( immagino sia la data di “produzione” ? ) ; come sempre veniamo subito salutati e rumorosamente accolti : tutti vogliono venderci qualcosa , vogliono farci da guida , vogliono soldi…Sono talmente insistenti, anche se gentilmente dici di no che decidiamo di andare via dopo aver fatto qualche fotografia.

Il taxista ci porta porta ad un barettino sulla riva li vicino, un posto veramente tranquillo , dove puoi parlare con le persone del luogo serenamente, senza essere “assalito” o pressato ma per arrivarci bisogna passare davanti alle “boutique”!! Le boutique sono dei negozietti dove vendono prodotti dell’artigianato locale, dalle sculture in legno ai monili in pietra ai quadri multicolore. I venditori sono abbastanza tranquilli e ci sanno fare con la gente.

Dopo la pausa bar ce ne torniamo sui nostri passi e rientriamo alla base…E così non ho potuto vedere l’altra sponda, non ho potuto toccare la sabbia calpestata da tutti i protagonisti della mitica corsa…Ma non è detto che un giorno non ci possa tornare..  E’ ora di salutare Dakar… è ora di salutare Matthias…Lui si fermerà ancora qualche giorno al club e poi il suo programma è di spingersi all’interno ed arrivare in Mali. Si riparte la mattina presto, dopo un saluto ed una stretta di mano, senza troppe parole,sono bastati gli sguardi… La nostra prima meta è Saint Louis. Piano piano attraversiamo il traffico della città e dei paesi limitrofi che sembrano essere un’estensione di Dakar stessa ; il traffico lentamente diminuisce e con calma ci avviciniamo alla base scelta . Ancora una volta faccio tappa all’Hotel de la Poste, sicuro che Momi gradirà la sistemazione; al nostro arrivo il ragazzo fuori dall’hotel mi saluta ricordandosi subito di me e mi chiede dov’è l’altro mio compagno di viaggio. Dopo avergli spiegato il tutto mi dice di non preoccuparmi della moto, che come sempre lui farà la guardia.

Prendiamo le camere ( e qui ci sarebbe da raccontare qualcosina sulla cara Momi e sulle sue richieste ma sorvoliamo…  ) e dopo la doccia di rito andiamo a fare un giretto . A Momi non sembra vero…Possiamo passeggiare tranquillamente, in mezzo alle persone, parlare , fare foto senza che nessuno chieda o dica qualcosa se non un semplice e ricambiato saluto. Possiamo così osservare il bello ed il brutto di questa città, con le sue case coloniali , con i suoi bambini che giocano a calcio per strada con una bottiglia di plastica, con le sue capre libere di andare dove vogliono, con le sue baracche di legno dove vive la povera gente senza nulla…O con i suoi casermoni di cemento tipo case popolari e con i suoi furgoni colorati !  La sera facciamo la conoscenza di 2 ragazzi italiani che erano li in vacanza, partiti dall’italia per Saint Louis così, senza un preciso motivo ( in verità il motivo c’è: ogni anno vengono organizzati degli incontri-vacanza per i figli dei professori e quest’anno era “capitato” il Senegal ; così facendo questi due ragazzi hanno già girato un pezzo di mondo avendo partecipato più volte a questi incontri).

Ceniamo al ristorante dell’albergo e quando rientriamo troviamo una sorpresa: un biglietto di due ragazze che avevo incontrato alla dogana di rosso nel viaggio di andata e che facevano parte di un gruppo di milanesi che stavano portando un pulman, si , un pulman , a dakar per regalarlo ad una associazione del posto e che erano rimasti fermi in dogana per circa 8 ore…Nel biglietto chiedevano se l’indomani potevamo passare la giornata insieme dato che si erano separate dal gruppo principale ; mi è dispiaciuto non aver potuto avvisarle ma purtroppo era tardi e l’indomani mattina saremmo partiti presto.

La mattina di buon ora si parte …Era tornata l’ora di affrontare Rosso..

Questa volta mi ero ripromesso di non scendere a patti, di non sganciare un soldo se non quelli dovuti per le varie “tasse” richieste per i timbri vari. Mantenendo fede a questo proposito arrivo davanti al cancello della dogana e lì il primo intoppo: per aprire il cancello e stazionare nell’area doganale un non ben identificato omaccione voleva dei soldi ( per la verità non erano molti ma io non volevo mollare). Allora un ragazzo che mi aveva seguito e che faceva parte della “organizzazione “ messa in piedi dal solerte e indefesso poliziotto ( si , sempre il solito e unico poliziotto che ti accoglie quando arrivi)mette mano al portafogli e paga di tasca sua il “guardiano “ del cancello. Insomma , la faccio breve … alla fine mi hanno ancora scucito una discreta cifretta e non sono riuscito a tenere fede al mio propostito. Ma c’è da dire che non ero da solo, che Momi non si trovava a “suo agio” in quella situazione e quindi , anche per velocizzare le cose e togliermi al più presto da quel posto, ho deciso di pagare e via andare. E così siamo in Mauritania. Di nuovo, fulminea, come all’andata , ti accoglie subito la miseria dei luoghi, si vede subito la differenza tra il verde del Senegal ed il niente della Mauritania…

Le nostre tappe in questa terra saranno Nouakchott ed ,il giorno successivo , Nouadhibou..

In queste due tappe Momi non ha potuto lamentarsi degli alberghi dato che siamo andati ad un Accor ( se non erro) e poi all’hotel Sahel su consiglio del direttore dell’Accor.

Su queste due città non ho nulla da dire se non che Nouadhibou ci ha delusi..Pensavamo fosse più “bella”, più città mentre invece non è altro che un paesone senza nulla che si “spaccia” per città.

Passiamo oltre e finalmente , x la felicità di Momi, rientriamo nella terra di nessuno , tra la Mauritania ed il Marocco. La strada è molto poco strada,credo che le foto parlino più di mille parole ed inoltre ci sono i cani dell’”accampamento” dei “trafficanti” di chissà cosa…E Momi ha paura dei cani che ringhiano e ti inseguono…Le faccio forza ed in poco tempo ci troviamo alla frontiera/dogana del Marocco. Mi fermo, scedno dalla moto e vado a sbrigare le formalità mentre Momi rimane alla moto in attesa . Bhè , al mio ritorno non sapeva se essere contenta o spaventata…Aveva ricevuto una moltitudine di avances e richieste di matrimonio che non credeva alle sue orecchie! Ebbene si, ragazze e signorine…Se cercate un uomo e non lo trovate in Italia, andate in Marocco: sarete come il miele per le mosche!!!! Proseguiamo per Dakhla dove rimaniamo positivamente colpiti da questa bella cittadina di mare! E’ un oasi di pace e tranquillità, dal clima mite tutto l’anno , meta di turisti marocchini e francesi. Ci fermiamo in un simpatico albergo e pure qui ‘il portiere di notte si lancia in velate ma continue avances !!! I giorni passano e dobbiamo partire , non possiamo fermarci più di tanto in un posto dato che il 12 Momi ha l’aereo da Casablanca per rientrare in Italia.

Così la mattina dopo partiamo con destinazione Laàyoune .

Nuovamente il deserto ci accoglie con il vento e la sabbia , con i suoi spazi immensi e la sua solitudine…È fantastico il deserto…! Arriviamo in città , Momi è stanca e non troviamo un albergo. Alla fine ci fermiamo in quello che sembra essere un buon albergo ma così non è. Momi è abbastanza provata e non ci vuole dormire..Discutiamo un po e riesco a convincerla a fermarsi li. La mattina ripartiamo in direzione Agadir e quando arriviamo ci rendiamo conto di essere entrati in un altro mondo…Sembra di essere a Rimini o a Riccione ma con alberghi notevolmente più belli e lussuosi. Sapendo la cosa inutile , proviamo a cercare posto in qualche hotel/residence ma invano, tutto pieno ( effettivamente per le strade c’era il mondo…Una marea di gente, di ragazzi e ragazze!!); nuovamente Momi comincia a perdere fiducia, ha paura di non trovare un posto decente dove dormire…Comincio a spazientirmi ma sono tranquillo, sono sicuro di trovare un posto ed infatti, dopo aver chiesto ad un benzinaio, arriviamo all’Hotel Littoral , subito dopo Agadir in direzione Essaouira : bhè, se ci passate vi consiglio di fermarvi!! Si spende poco ed è un grazioso ma molto grazioso albergo con un ottimo ristorante e sala da thè/ caffetteria. (www.Hotellittoral.Com ).

La mattina, dopo una sana colazione si riparte in direzione Casablanca affrontando inizialmente la strada che costeggia l’oceano che è strepitosa, su e giù per la costa… Piano piano ci avviciniamo a Casablanca, ormai siamo arrivati x cui prima di entrare in città vado all’aeroporto x vedere dove si trova e per avere una stima del tempo che ci vorrà per arrivarci l’indomani.

Compiuta la missione di ricognizione entriamo in città…: bhè, un macello incredibile, forse ancora più incasinata di Dakar ed inoltre per entrare passiamo davanti ad una discarica/inceneritore a cielo aperto…Una cosa pazzesca, un fumo, un odore incredibili…Non riesco ad immaginare come sia vivere lì..

Entriamo in città con la speranza di trovare un albergo ma rimaniamo delusi..Non si trova nulla! Sono tutti sulla corniche e non ci sono alberghi “normali” ma solo di lusso! Così, dopo aver affrontato il traffico cittadino, al primo albergo che vedo mi fermo! E chissenefrega se è un 4 stelle superiore…Zio pork…! Prendiamo le camere , via a cena, poi un bel thè alla menta al bar e via a nanna.

La mattina colazione e via che si parte per l’aeroporto! Fortunatamente il giorno prima avevo tenuto il gps acceso così sono uscito dalla città senza problemi e ho preso subito la strada per il terminal di partenza.

È arrivata l’ora di continuare il viaggio da solo, ma oramai sono praticamente in Europa, infatti nel pomeriggio arrivo a Tangeri, in un attimo faccio il biglietto del traghetto e poi mi imbarco e dopo due ore sono in Spagna! Dalla terra dei tori a casa è poi una tirata unica senza problemi o emozioni varie.Fortunatamente non ho mai preso la pioggia che mi ha anticipato di poco in Francia ma non mi ha mai aspettato! 

Bhon , che dire di questo viaggio… Ho dei ricordi che mai dimenticherò, ho qualche rammarico ma sicuramente ci tornerò cercando di scoprire e provare tutto il possibile.

È stato bello fare il viaggio di ritorno con Momi: abbiamo un idea di viaggio un po diversa, specialmente per quanto riguarda il dormire, ma in ogni caso siamo riusciti a condividere positivamente questa esperienza.

Però c’è anche da dire che è una “zainetta” perfetta! Era come se la sella dietro fosse vuota talmente seguiva i movimenti miei e della moto. Non si è mai lamentata x le percorrenze kilometriche e non ha mai chiesto una volta di fermarsi perchè stanca.

Non posso che augurare a tutti i mototuristi di trovare una compagna/ zainetta come lei Che dire di Matth…Bhè, per me è il compagno di viaggio ideale; non avevo mai avuto dubbi al riguardo , in fondo siamo molto simili ( con alcune piccole differenze) e la cosa aiuta molto durante avventure del genere! All’inizio è stato il mio “insegnante” grazie al quale ho potuto affrontare il rientro senza problemi e senza insicurezze.

Se lo rifarei? Sicuro, partirei domani stesso se fosse possibile…Secondo me è un’esperienza che tutti dovrebbero fare.

Che altro dire…Bho…Posso solo consigliarvi di caricare la moto , fare i documenti e partire!! 



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