Tartan Honeymoon

Due amanti del Regno Unito non potevano che sposarsi a Londra (ma questa è un'altra storia..) e vivere la luna di miele in Scozia. Ecco il diario del nostro viaggio tra castelli, cattedrali, isole e laghi, senza dimenticare pub, stadi e distillerie, tra preistoria, medioevo e presente.. Enjoy!
Scritto da: Fra&Gazz
tartan honeymoon
Partenza il: 12/05/2011
Ritorno il: 25/05/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Premessa: sono passati quasi cinque anni dal nostro matrimonio a Londra e dalla successiva luna di miele in Scozia. Ma, sfogliando il nostro album di foto, abbiamo deciso di scrivere il diario di questo viaggio emozionante e unico. Avendo conservato ogni scontrino, ogni guida, ogni ricordo, speriamo di aver ricostruito ogni dettaglio della nostra luna di miele scozzese… e di invogliare altri Tpc a visitare questa parte della nostra isola preferita!

Abbiamo organizzato il viaggio a tappe direttamente da casa: armati di guide, Road Atlas e internet, abbiamo creato il nostro tour personalissimo. Tutti gli hotel sono stati prenotati online, principalmente dal sito www.booking.com (che, per noi, è ormai una certezza). Abbiamo inoltre confermato e pagato qualche mese prima l’auto, anche per non caricare troppo la carta di credito durante la vacanza, nonché gli spostamenti via traghetto (per l’isola di Skye e per le Orcadi).

Ecco il diario della nostra scottish honeymoon!

Giovedì 12 maggio (Londra – York – Glasgow)

Al mattino presto, abbandoniamo l’hotel londinese (dove abbiamo trascorso cinque giorni fantastici: il 10 maggio ci siamo sposati nella chiesa londinese di St.Peter, insieme alle nostre famiglie e agli amici più cari!) per raggiungere lo Stansted Airport, dove ci aspetta l’auto noleggiata con Hertz, una VolksWagen Polo nuova fiammante.

Oggi ci attende lo spostamento più lungo, perché da Londra dobbiamo raggiungere Glasgow (613 km!).

Ci concediamo una sosta lungo il tragitto a York, per visitare la splendida cattedrale gotica (ingresso £9,00 a testa) ed il caratteristico borgo medievale.

La cattedrale, che appare all’improvviso tra le casette basse, colpisce per la sua maestosità ed, in particolare, rimaniamo impressionati dalla enorme navata, dalle grandi vetrate (in particolare, dalla Great East Window, la vetrata medievale istoriata a mosaico più grande al mondo) e dal Coro del XIV secolo, dove ancora oggi vengono cantate le funzioni della Minster.

Dopo la visita, facciamo due passi nelle stradine del borgo, ci concediamo un caffè con shortbread da Starbucks e riprendiamo il nostro viaggio.

Arriviamo a Glasgow nel tardo pomeriggio, lasciamo l’auto nel parcheggio NCP (coperto e a pagamento) convenzionato con l’hotel e prendiamo possesso della nostra stanza all’Ibis Glasgow City Centre (camera doppia, per due notti con colazione, £123,00) ma non resistiamo: usciamo subito alla scoperta della città.

Dopo una passeggiata per le vie deserte, ci fermiamo in uno dei tanti pub per una cenetta a base di fish&chips e birra.

All’uscita, ci colpisce il suono di una cornamusa: il tema di Braveheart ci fa davvero sentire in Scozia.

Venerdì 13 maggio (Doune Castle – Stirling Castle – Glasgow)

Dopo l’abbondante colazione a buffet, partiamo alla volta del Doune Castle, il primo di una lunga serie di castelli che visiteremo in Scozia.

Durante i preparativi del viaggio, abbiamo scoperto l’esistenza dell’Historic Scotland Explorer Passport, un pass che, al costo di £ 34,00, consente l’ingresso gratuito ai più importanti monumenti scozzesi. La carta è valida per 7 giorni, anche non consecutivi. Quindi, avendo in programma la visita a numerosi castelli e palazzi storici, abbiamo acquistato il nostro Pass al Doune Castle, la prima tappa di oggi.

Il castello (ingresso £ 5.00 a persona, gratuito con Explorer Pass), che si trova a 55 km da Glasgow, risale alla fine del XIV secolo ed è interamente visitabile. Ci hanno colpito l’alta torre del cancello, il salone del Duca con la galleria dei musici e i grandi camini.

La visita è libera e richiede circa un’oretta e mezzo.

Poi, sotto un cielo nero e carico di pioggia, ci dirigiamo verso la seconda tappa della giornata, Stirling Castle.

Anche qui entriamo gratis, grazie all’Explorer Passport (l’ingresso costerebbe £ 8.50 a persona) e raccogliamo il timbro del monumento. Il Castello era la residenza reale degli Stewart. La visita della Great Hall e della Cappella Reale non ci entusiasmano, anche perché sono state recentemente restaurate ed hanno perso il fascino medievale: appaiono abbastanza scarne e vuote. Quello che ci colpisce è, invece, la splendida visuale dai bastioni, che spazia dal borgo sottostante al Wallace Monument in lontananza.

Una breve pausa nella accogliente caffetteria del castello (Unicorn Cafè), poi riprendiamo l’auto per rientrare a Glasgow. Sulla strada del ritorno, facciamo una breve deviazione per visitare il Bannockburn Battlefield, il campo dove il 24 giugno 1314 Robert the Bruce, re di Scozia, respinse le truppe inglesi guidate da Edoardo II. Al centro del campo, si trova una statua equestre del re Robert.

Rientriamo a Glasgow verso le 16.00.

Decidiamo di visitare l’immensa cattedrale di St. Mungo, la chiesta più grande di Scozia, costruita dal primo Vescovo di Glasgow sulle fondamenta di un monastero celtico e l’unica ad essere sopravvissuta alla Riforma. La cattedrale è in pietra scura e le alte colonne gotiche creano atmosfere medievali; visitiamo anche la chiesa inferiore, dove si trova la tomba di St. Mungo.

Sulla collina alle spalle della chiesa sorge il cimitero monumentale, tetro nella luce bassa del tramonto ma di grande impatto emozionale.

Ritorniamo nella zona commerciale, dove le vie pedonali sono piene di negozi e locali (famosissime le Willow’s Tea Rooms).

La nostra giornata si conclude in un pub, per una cena a base di pie e buona birra.

Sabato 14 maggio (Loch Lomond – Inveraray – Dunstaffnage Castle – Fort William)

Abbandoniamo Glasgow di buon’ora e ci dirigiamo al Loch Lomond, il più grande dei laghi scozzesi. Visitiamo il paesino di Luss: il borgo è caratterizzato da casine piccole e grigie, con giardini dai mille colori. La luce riflessa sul lago è meravigliosa e dal piccolo pontile scattiamo tante foto.

Un’oretta più tardi, ci fermiamo a Tarbet, per un’altra breve sosta sul Loch Lomond.

Poi, raggiungiamo la cittadina di Inveraray, sul Loch Fyne: un tripudio di casette bianche e nere. Qui, essendo ora di pranzo, ci concediamo un fish&chips da asporto, freshly prepared: una meraviglia!

Rinfrancati, visitiamo l’Inveraray Castle (£9,20 a testa), ancora oggi dimora dei Duchi di Argyll. Il castello è ben conservato, proprio perché ancora abitato, e l’interno è visitabile parzialmente: all’interno delle stanze riccamente arredate si trovano guide che raccontano storia ed aneddoti della nel castello. I giardini, inoltre, ci lasciano senza fiato.

Ripartiamo. Prossima tappa, il Kilchurn Castle sul Loch Awe. Per capirci, la foto di copertina della Lonely Planet! Il castello è raggiungibile a piedi, percorrendo un lungo sentiero tra campi e paludi, e l’ingresso è gratuito; è quasi completamente diroccato (fu abbandonato nel XVIII secolo dopo essere stato colpito da un fulmine), ma la vista dai bastioni è incredibile e l’atmosfera decisamente dark.

Decidiamo, poi, di far rotta sul paesino costiero di Oban, ma prima ci fermiamo per una visita al Dunstaffnage Castle (oggi decidiamo di non usare il Pass, quindi paghiamo l’ingresso £ 4,00 a testa). Il castello, a pianta quadrata con le iconiche quattro torri agli angoli, era la roccaforte dei MacDougalls. Sono visitabili la corte interna e il camminamento sui bastioni; nel bosco intorno al castello, si trovano le rovine della piccola Chapel.

Cominciamo ad essere stanchi. Ad Oban, inoltre, ci coglie un temporale improvviso e ci rifugiamo in una caffetteria per una merenda ricostituente! Visto che la pioggia non accenna a diminuire, riprendiamo l’auto e, percorrendo la bellissima strada costiera lungo il Lynn of Lorne, raggiungiamo Fort William ed il B&B prenotato per la notte (Invernevis B&B, stanza doppia con colazione £ 80,00).

La struttura è piccina e molto curata; ci accoglie il proprietario, Ben, che subito ci prepara una cup of tea. La stanza è molto bella, con un bagno appena ristrutturato e la finestra con vista lago.

Ceniamo nel paesino, al pub The Crofter, dove Marco decide di provare l’haggis con ottimo risultato.

Finita la cena, sono circa le 21,00 ma la luce è ancora forte: le giornate lunghissime ci hanno consentito di sfruttare anche le serate per visitare monumenti all’aperto. E’ il caso dell’Inverlochy Castle (ingresso gratuito), le cui rovine giacciono sul greto del fiume Lochy: molto molto affascinante.

Prima di svenire per la stanchezza, visitiamo anche il sistema di chiuse delle Neptune’s Staircase, appena fuori il paese.

Domenica 15 maggio (Isola di Skye – Eilean Donan Castle)

Partenza all’alba, dopo una sontuosa early full english breakfast: direzione Isola di Skye.

La giornata si presenta grigia e piovosa, con nuvole basse e pioggerellina intermittente. Durante il tragitto da Fort William a Mallaig, comunque, ci fermiamo in una piazzola di sosta per ammirare il Glenfinnan Viaduct (famosissimo per essere stato utilizzato nei film di Harry Potter) e per una foto di rito al Glenfinnan Monument, tributo ai caduti giacobiti.

Arriviamo in anticipo al molo di Mallaig, da cui partono i piccoli traghetti per Skye. Avevamo prenotato la corsa in traghetto già da casa (Caledonian MacBrayne, sola andata 2 adulti più auto £ 29,30). La traversata è breve, circa mezz’ora: abbiamo fatto qualche foto dal battello, ma il vento è veramente gelido.

Attracchiamo sull’isola e ci dirigiamo immediatamente alla tenuta Clan Donald (£ 8,50 a testa): 20.000 acri di giardini, boschi e serre. Un angolo della proprietà ospita l’Armadale Castle, di cui rimane la sola facciata, restaurata ad arte ed utilizzata per eventi e matrimoni. La passeggiata tra i giardini lussureggianti ci rilassa, ma la pioggia non perdona e dopo un paio d’ore torniamo alla cafeteria per scaldarci un po’.

Riprendiamo, poi, l’auto per percorrere tutta l’isola, a caccia di spiaggette nascoste e scorci pittoreschi da fotografare. Le stradine sono strette ma non trafficate, ogni tanto incontriamo qualche gregge di pecore, impegnate nella loro attività preferita: mangiare.

Ritorniamo sulla terraferma all’estremità opposta di Skye, percorrendo lo spettacolare Skyebridge, sul Kyle of Lochalsh.

La nostra prossima meta è uno dei castelli più famosi della Scozia, reso ancora più celebre dal film Highlander che fu ambientato qui: l’Eilean Donan Castle (ingresso £ 12,00 a testa). L’ingresso al monumento toglie il fiato: costruito su un’isola alla confluenza di tre laghi marini, il castello è collegato alla terraferma da una strada rialzata ad archi. Percorriamo la stradina e ci immergiamo nell’atmosfera del posto. Il palazzo è interamente visitabile, ma, sicuramente, quello che ci ha colpito maggiormente è la location e le visuali incredibili che si godono dai camminamenti e dal cortile esterno.

Scattiamo mille foto (e per il nostro album di nozze, sceglieremo proprio una foto dell’Eilean Donan come copertina!) e ispezioniamo ogni anfratto, ogni stanza di questa meraviglia.

A malincuore, dopo un paio d’ore immersi nella storia dobbiamo ripartire. La strada per raggiungere il nostro pernottamento è abbastanza lunga e attraversa il Glen Shiel: la strada A87, che costeggia le sponde del Loch Duich, si snoda nella vallata tra montagne immerse nelle nuvole. Il cielo scuro, in questo caso, rende il panorama ancora più intenso.

Giungiamo nel tardo pomeriggio al Glengarry Castle, un maniero vittoriano, immerso in un parco di 60 acri sul Loch Oich nei pressi di Invergarry, trasformato in hotel di lusso (D’altronde, siamo in viaggio di nozze e vogliamo concederci un po’ di agio!). Abbiamo prenotato il castello tramite il sito www.glengarry.net (camera superior più cena per due persone, £ 200,00).

La cena, servita nel salone del castello, proponeva una vasta scelta di portate, con ingredienti a km zero. Non ci siamo lasciati scappare la carne allevata in zona ed i deliziosi formaggi di pecora.

Abbiamo, inoltre, deciso di trascorrere la serata nelle sale del maniero, tra cup of tea e libri.

Lunedì 16 maggio (Loch Ness – Urquhart Castle – Fort George – Inverness)

Dopo una lussuosa colazione nei saloni del castello, dedichiamo un paio di ore a passeggiare nella tenuta: visitiamo i giardini, fino al piccolo molo privato sul lago; ci addentriamo nel bosco per raggiungere le rovine di un antico castello; infine, salutiamo le pecore e gli agnellini dell’allevamento.

Partiamo in direzione Loch Ness. Facciamo la prima sosta presso Fort Augustus, per vedere le chiuse che permettono la navigazione lungo il Caledonian Canal.

Visitiamo, poi, l’Urquhart Castle (ingresso £ 7.20 a testa, gratuito con Explorer Passport): le rovine del castello si trovano sulla sponda del Loch Ness e si rispecchiano nelle acque scure del lago. Il Visitor Centre offre una mostra suggestiva, che spiega la storia drammatica e sanguinosa di questo monumento, in posizione strategica per chiunque volesse dominare la Scozia. Passeggiamo tra le rovine, sotto un cielo nero di pioggia.

Per sdrammatizzare l’atmosfera, dopo l’Urquhart ci dedichiamo al paesino ultraturistico di Drumnadrochit, le cui fortune commerciali si basano esclusivamente sul mito del Mostro di Loch Ness. Visitiamo l’Exhibition dedicata a Nessie, una ricostruzione interattiva delle varie teorie sull’esistenza del Mostro. Per non farci mancare nulla, dopo la mostra visitiamo anche lo shop e ci riempiamo di pupazzetti di Nessie.

Facciamo, quindi, rotta su Inverness. Primo stop al Caledonian Stadium, che si affaccia sul Moray Firth. Allo shop troviamo un ragazzo gentilissimo che ci accompagna in una visita privata all’interno dello stadio.

Quindi, percorriamo la stradina che costeggia il golfo per raggiungere il Fort George, un imponente forte a stella costruito nel 1700 e rimasto praticamente intatto (ingresso £ 6.90 a persona, gratuito con Explorer Passport). Ancora oggi in parte utilizzato come caserma, il forte è interamente visitabile: armati di audioguida gratuita in italiano, passeggiamo tra i grandi fabbricati che ospitano gli alloggi dei militari, le sale dedicate all’artiglieria, la cappella (una delle vetrate istoriate rivela una vera chicca: un angelo che suona la cornamusa!) e i bastioni a picco sul mare.

Dopo un paio di ore trascorse nel forte, recuperiamo l’auto e ci dirigiamo verso il centro di Inverness, dove, proprio lungo il fiume Ness, abbiamo prenotato la Winston Guesthouse (pernottamento in camera doppia e prima colazione per due persone, £ 68,00). La camera è piuttosto vintage, ma dalla finestra abbiamo una vista incredibile sul castello. Decidiamo di fare due passi in centro prima di cena, ma sono già le 18,00 e i negozi sono chiusi… Abbandoniamo le vie deserte e ci posizioniamo al pub Johnny Fox, sul lungo fiume: un paio di birre ed un’ottima cena.

Infine, una lunga passeggiata lungo il fiume ci permette di notare un’imponente chiesta gotica in vendita (Marco ci ha fatto un mezzo pensiero!). Il tramonto sul fiume è bellissimo e ci perdiamo nei colori della sera, prima di fare ritorno in hotel, stanchissimi.

Martedì 17 maggio (Dunrobin Castle – Wick – Scrabster)

La full english breakfast viene servita nello scantinato (sempre molto vintage) della Guesthouse. Dopo esserci riempiti di uova e bacon, riprendiamo la nostra ascesa della Scozia: stasera dormiremo sulla costa settentrionale.

Prima tappa è la Fortrose Cathedral: i ruderi a cielo aperto della cattedrale sono visibili gratuitamente, ma non è possibile accedere all’interno della chiesa.

Proseguiamo, dopo una breve sosta nel borgo reale di Tain (un paesino lungo la costa, pieno di negozi e cafetterie), verso la principale attrazione della nostra giornata: il Dunrobin Castle, vicino a Golspie.

Il castello (ingresso £ 9,00 a testa) è la più imponente residenza delle Highlands, con le sue 187 stanze. L’esterno ci colpisce subito: sembra il castello delle fiabe. Facciamo un giro dei giardini, curatissimi e pieni di fiori. Oggi c’è lo spettacolo dei falconieri e assistiamo alle evoluzioni dei volatili, tra cui un immenso gufo.

L’interno del castello è sontuoso e ripropone lo stile di vita lussuoso del 1800.

Quando finiamo la visita, sono quasi le due. Quindi, ci fermiamo a Golspie per un fish&chips da asporto che ci gustiamo sui tavoli da picnic sulla spiaggia, assistiti per tutto il tempo da un gabbiano affamato.

Riprendiamo l’auto e, percorrendo la bellissima A9 lungo la costa, ci dirigiamo verso Wick.

Lungo la strada, facciamo due brevi deviazioni: prima, andiamo al porticciolo di Lybster, una vera chicca incastonata in una baia riparata dalle scogliere; poi, ci fermiamo per un paio di foto sulla Hill o’Many Stones: tanti piccoli menhir che riposano sulla collina degradante verso il mare sono una delle tante testimonianze dell’epoca preistorica in questa zona del Regno Unito.

Arrivati a Wick, parcheggiamo e proseguiamo a piedi lungo le immense scogliere, per cercare le rovine dell’Old Wick Castle. I ruderi sono deludenti, ma camminare ad un passo dal baratro è incredibile. Il mare è abbastanza agitato e si infrange sugli scogli, una ventina di metri sotto di noi.

E’ ormai ora di dirigerci verso il nostro hotel per le prossime notti: il Ferry Inn di Scrabster (camera doppia per due notti con prima colazione, £ 140,00). Siamo molto curiosi di vedere l’hotel, perché è stato il primo che abbiamo prenotato, quattro mesi fa; abbiamo scelto questo paesino sconosciuto perché da qui partono le navi per le isole Orcadi. L’hotel si trova proprio sul porto (in realtà, l’intero paese si snoda lungo l’unica via che costeggia il molo); inoltre, attaccato all’albergo c’è il ristorante Upper Deck (dove al mattino si fa colazione), abbastanza rinomato da essere indicato nelle guide.

Al Ferry Inn ci danno una camera vista porto! L’arredamento è datato ma tutto molto pulito, un bijou.

Dopo una cena all’Upper Deck (le recensioni positive erano assolutamente fondate!), facciamo un giro dei dintorni in auto: le strade sono deserte e lungo i campi incontriamo pecore ed agnellini, che pascolano tranquilli tra le rovine di piccole torri.

Stanchissimi, torniamo in hotel per recuperare le forze.

Mercoledì 18 maggio (Isole Orcadi – John O’Groats)

Dopo una spettacolare colazione all’Upper Deck, andiamo al molo (50 metri dall’hotel!) per imbarcarci sul traghetto Northlink Ferries (auto più passaggio ponte per due persone £ 79,00) delle 08.45, che in un’ora e mezza di traversata ci porta su Mainland, la maggiore delle isole Orcadi.

Il mare è piuttosto agitato e il cielo carico di nuvole scure.

Attraccati a Stromness (con grande gioia di Marco, che non sopporta le navi), iniziamo la nostra giornata alla scoperta dell’isola e dei suoi siti megalitici.

La prima tappa è Skara Brae, il villaggio preistorico più antico d’Europa, risalente al 3100 A.C. L’ingresso costerebbe £ 6.90 a testa, ma è gratuito con l’Explorer Passport. Al centro visitatori, una mostra ci spiega la vita nel Neolitico, grazie ai reperti ritrovati intatti nel sito; è inoltre ricostruita la replica dell’interno di una casa preistorica. Ci avviamo, poi, lungo il sentiero che porta al sito: un cartello ci avverte che stiamo ritornando indietro di 5000 anni.

Il sito toglie il fiato: le case sono costruite con roccia e tetti erbosi e il villaggio, rimasto sepolto per 4500 anni e dissotterrato da una tempesta nel 1850, si trova a pochi metri dal mare.

Riprendiamo l’auto e percorriamo le stradine deserte dell’isola, attraverso campi verdissimi recintati da bassi muretti di pietra.

La prossima sosta si trova nella parte nord dell’isola: il Broch of Birsay, costruito nel 200 A.C. (ingresso £ 4.00 a persona, gratuito con Explorer Passport). Il sito, dell’età del Ferro, è affascinante: si tratta di un torrione fortificato accerchiato dai resti di alcune abitazioni; ci siamo solo noi e il silenzio rende il luogo ancora più magico.

Proseguiamo il tour dell’isola, visitando alcune baie nascoste: Marvick Bay e Birsay Bay. Quest’ultima è una punta di terra che si spinge nel mare freddissimo. Di fronte c’è una piccola isola, collegata alla baia da una passerella di pietra, percorribile con la bassa marea. Quando la visitiamo, l’acqua ricopre la passerella, ma noi ci perdiamo tra gli scogli a fare foto sfidando il vento gelido.

Ritornando verso l’interno, ci fermiamo ad ammirare il Ring of Brodgar, il terzo cerchio di megaliti per grandezza nel Regno Unito, risalente al Neolitico. Alcune pietre raggiungono i 5 metri d’altezza.

E’ poi il momento di Maes Howe: prenotiamo la visita guidata delle 14.00 (anche in questo caso, l’ingresso è gratuito grazie al Passport, altrimenti costerebbe £ 5.50 a testa). E’ il monumento più importante e misterioso delle Orcadi, paragonato a Stonehenge sulla terraferma; si tratta di una tomba a tumulo in pietra del 2700 A.C., in cui si entra attraverso un lungo corridoio di pietra alto circa 1 metro. Una volta all’interno, la guida, molto coinvolgente, ci racconta le caratteristiche di questo monumento: in particolare, durante il Solstizio d’estate, i raggi del sole al tramonto si allineano con l’ingresso della tomba e colpiscono la grande lapide all’interno. Sui muri, inoltre, sono presenti scritte runiche lasciate dai Vichinghi che, nel XII secolo, riuscirono ad entrare nella camera.

A malincuore, dopo un’oretta di visita, abbandoniamo questo luogo meraviglioso.

Ci dirigiamo a Kirkwall, il capoluogo delle Orcadi. Qui, visitiamo la cattedrale di St. Magnus, fondata nell’anno 1137, che contiene le reliquie del martire a cui è dedicata; ci concediamo, poi, una passeggiata per le vie del paesino.

Si avvicina l’orario del traghetto per il ritorno (Pentland Ferries, da St. Margaret’s Hope a Gills Bay, auto più due persone £56,00). Mentre ci avviciniamo al porto, attraversiamo le Churchill’s Barriers, strade rialzate costruite con grandi massi dai prigionieri italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. Sono ancora visibili, nelle acque chiare e poco profonde delle baie, i relitti degli incrociatori inglesi.

Dopo un’oretta di traversata, molto tranquilla, ritorniamo sulla terraferma e decidiamo di esplorare la punta più estrema della Scozia: ci dirigiamo quindi a John o’Groats, dove troviamo un magnifico arcobaleno ad accoglierci. Il luogo è erroneamente considerato il punto più settentrionale del Regno Unito (e i negozietti di souvenir con la scritta “The first and the last in Scotland” ne sono un esempio); mentre il primato geografico spetta a Dunnet Head, dove ci rechiamo subito dopo. Dunnet Head si raggiunge attraverso una stradina minuscola tra campi e scogliere; sul promontorio si trova un faro, a picco sul mare: qui, fotografiamo il cartello che enuncia “Most northerly point of mainland Britain”. Intorno al faro, una passeggiata conduce sulle scogliere a picco, che ricordano le famose Cliffs of Moher irlandesi.

Ci rimane il tempo per un veloce passaggio a Duncansby Head, dove sorge un altro faro, ed a Dunnet Bay, una spiaggia enorme sferzata dal vento e paradiso dei surfisti.

Facciamo, quindi, ritorno in hotel e, ancora una volta, decidiamo di cenare all’ottimo Upper Deck e, per concludere in bellezza la serata, ci beviamo una birra al pub dell’albergo.

Giovedì 19 maggio (Castle of Mey – Kyle of Tongue – Glenmorangie –Nairn)

Salutiamo il Ferry Inn con la solita abbuffata in stile british.

Prima tappa della giornata è il Castle of Mey (ingresso castello e giardini, £ 7,50 a testa), a qualche km da Thurso. Fu la residenza della Regina Madre, molto legata alla Scozia, sua terra di origine. Il castello è pieno di foto e ricordi; in ogni stanza, un volontario racconta aneddoti divertenti sulla signora. All’uscita, mentre firmiamo il Guest Book, una signora ci saluta e ci fa qualche domanda; una volta scoperto che siamo in viaggio di nozze, ci regala il libro fotografico del Castello! Visitiamo, poi, gli splendidi giardini della tenuta, in particolare l’inusuale “walled garden”, recintato da alte mura di sasso e pieno di piante e fiori di ogni tipo.

Dopo la sosta obbligata allo shop del castello, ci mettiamo in viaggio: percorriamo da est ad ovest tutta la A836, la strada costiera. Ogni tanto, ci fermiamo per scendere verso il mare: Sandside Bay è una spiaggia di ciottoli con un piccolo porticciolo quadrato; Farr Bay, invece, si raggiunge percorrendo un sentiero in mezzo ai campi ed ai pascoli; una volta arrivati alla spiaggia di sabbia fine, non resistiamo alla tentazione di provare la temperatura dell’acqua: nonostante il sole, è ghiacciata! Infine, Talmine, sul Kyle of Tongue: la spiaggia sul fiordo è meravigliosa, i colori dell’acqua ricordano la Sardegna (se non fosse per il vento gelido!). Qui, percorrendo le stradine tortuose lungo il golfo, vediamo un tenerissimo cartello stradale con due vecchietti che si tengono per mano e che indica “attraversamento anziani”.

Abbandoniamo, quindi, il mare: riprendiamo la A836, che da Tongue si inoltra all’interno delle Highlands, costeggiando il Loch Loyal. In questo punto la strada è piuttosto stretta, costeggiata da “passing areas” per permettere il passaggio di due auto affiancate: è proprio in questo punto che Marco decide che sia il mio momento per provare il posto di guida a destra. Un incubo.

Dopo un paio d’ore immersi nel verde e nell’azzurro, ritorniamo sulla costa est della Scozia, precisamente nei paraggi di Tain. Abbiamo, infatti, in programma il tour guidato della Glenmorangie Distillery (£ 2,50 a testa), dove, dopo aver visto le varie fasi della produzione e dell’invecchiamento del whisky, possiamo assaggiare il prodotto finale. Acquistiamo qualche bottiglietta mignon, per ricordarci di questo momento.

Ripartiamo, quindi, per raggiungere la tappa serale: Nairn, una rinomata stazione balneare sulla costa.

Il nostro hotel è il Sunny Brae (£ 110,00, pernottamento e prima colazione) e si rivela un piccolo gioiello, arredato in stile marinaio, proprio di fronte alla spiaggia principale.

Su suggerimento del proprietario dell’hotel, Ian, ceniamo al Bandstand Restaurant, con veranda vista mare: lo consigliamo per la cena superlativa e l’ambiente “domestico”.

Dopo cena, ci concediamo una lunga passeggiata per le vie deserte del centro di Nairn, spingendoci fino al molo, con il suo piccolo faro, e al “villaggio dei pescatori”, una zona oggi completamente recuperata.

Torniamo verso l’hotel lungo la spiaggia che, con i colori del tramonto, è ancora più suggestiva.

Venerdì 20 maggio (Broadie Castle – Elgin – River Spey – Aberdeen)

Dopo una lauta colazione nella graziosa saletta bianca e blu del Sunny Brae Hotel, salutiamo Nairn perché ci aspetta una giornata intensa. Facciamo rotta ad est, sulla A96, per raggiungere il Broadie Castle (ingresso con visita guidata £ 10,00 a testa). L’interno, restaurato, è caratterizzato da arredi opulenti. Sono visitabili le torri di cinque piani e la guida ci mostra alcuni passaggi segreti che conducevano i signori del castello alle cantine, in caso di attacco.

Riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso Elgin. Lungo la strada, facciamo una piccola deviazione per vedere la Sueno’s Stone, la più grande pietra scolpita risalente ai Pitti: è impressionante, in pietra rossa, alta 6,5 metri. Oggi è riparata da un vetro protettivo, ma riusciamo a vedere bene i bassorilievi che la adornano.

Dopo una breve sosta allo shop della Glen Moray Distillery, giungiamo ad Elgin, dove visitiamo le rovine della immensa cattedrale (ingresso £ 5,00 a testa, gratuito con Explorer Passport). Della antica costruzione, solo la facciata è sopravvissuta alla Riforma: è possibile salire i tre piani della struttura e vedere dall’alto la pianta della cattedrale e la cittadina circostante.

Vicino, si trovano i ruderi dello Spynie Palace (ingresso £ 4,00 a testa, gratuito con Explorer Passport), l’antica residenza dei Vescovi del Moray. Superato l’invadente custode (che continua a ripeterci le tre parole in italiano che conosce: “Bellissimo – presto presto – bambino”), entriamo nel sito e rimaniamo abbastanza delusi dalle scarse rovine rimaste.

Ci fermiamo per una pausa caffè allo shop della Glen Grant Distillery, poi ripartiamo subito alla volta di Dufftown: il cartello stradale la proclama “the malt whisky capital”… e la fama viene confermata dalla Lonely Planet che recita: “se Roma è stata costruita su sette colli, Dufftown è stata costruita su sette distillerie”. Ci fermiamo subito alla Glenfiddich Distillery, dove acquistiamo mignon di whisky e souvenirs.

Facciamo quindi rotta verso il Balvenie Castle (ingresso £ 4,00 a testa, gratuito con Explorer Passport), antica sede dei Comyn, duchi di Buchan. Rimane visibile l’intera struttura esterna del castello, in particolare la facciata visitabile su più livelli, attraverso le scale lungo le torri.

Mentre ritorniamo verso il fiume Spey, ci fermiamo presso la Speyside Cooperage, unico laboratorio in funzione per la fabbricazione delle botti in Gran Bretagna con un Visitor Centre. Visitiamo il centro, dove viene descritta l’arte dei bottai, e pranziamo alla cafeteria.

Prima di riprendere il tour delle distillerie, decidiamo di visitare il Ballindalloch Castle (ingresso £ 9,00 a testa), di proprietà e tutt’ora residenza della famiglia Macpherson-Grant Russell. Le particolarità del palazzo che più ci colpiscono, oltre alle stanze riccamente arredate, sono lo scalone delle Highlands, che risale al 1546 e che cambia direzione a metà della salita alla vecchia torre di guardia, e la bomboniera del recente matrimonio tra William e Kate, che fa bella mostra di sé tra i cimeli di famiglia.

Quindi, visitiamo le distillerie Glenfarclas e Aberlour (la più vecchia della Scozia). Approfittiamo della bella giornata per una passeggiata lungo le rive dello Spey presso il paesino di Aberlour. Il lungofiume è caratterizzato da panchine in legno e zone attrezzate per i pescatori.

Nonostante l’orario, decidiamo di tentare la visita all’Huntly Castle (ingresso £ 5,00 a testa, gratuito con Explorer Passport): la custode, molto gentile, ci fa entrare per una mezz’ora. Della struttura originaria rimane in piedi l’imponente facciata, ricca di sculture e fregi, nonché il perimetro esterno della roccaforte, che nel XIV secolo ha offerto riparo a Robert The Bruce.

A malincuore, lasciamo la valle dello Spey e ci dirigiamo verso Aberdeen, dove trascorreremo due notti all’Atholl Hotel (£ 75,00 a notte, in camera doppia con prima colazione). L’hotel è nella prima periferia della cittadina, comodissimo per gli spostamenti. La camera che ci viene assegnata è immensa!

La sera, andiamo in un pub del centro, l’Old Blackfriars Pub, dove ceniamo con una pie e un hamburger, accompagnati come sempre da ottima birra. La cittadina già alle nove di sera è deserta e, dopo una breve passeggiata, rientriamo in hotel.

Sabato 21 maggio (Aberdeenshire Castle Trail)

La nostra giornata sarà dedicata ai castelli dell’Aberdeenshire, in particolare lungo il fiume Dee. Iniziamo quindi con una ricca colazione in hotel: english breakfast cucinata espressa e buffet.

Il primo castello in programma è il Dunnottar Castle (ingresso £ 5,00 a testa): uno dei ruderi più suggestivi e indimenticabili della Scozia, arroccato su una scogliera e raggiungibile attraverso una ripidissima scalinata. Le rovine sono impressionanti e raccontano alcuni degli episodi più importanti della storia scozzese: è qui che William Wallace diede fuoco ad una cappella gremita di soldati inglesi; è sempre qui che vennero nascosti e conservati i gioielli della corona durante l’occupazione di Cromwell. Percorriamo le mura a picco sul mare di questa fortezza inespugnabile, fotografando ogni particolare.

Ci addentriamo quindi nel Royal Deeside, incrociando il fiume all’altezza del Crathes Castle (ingresso £ 9,00 a testa), un maniero del XVI secolo, con torri rotonde e immensi giardini. La visita all’interno è libera e possiamo apprezzare i magnifici soffitti dipinti e le stanze arredate in stile.

Dopo una breve sosta a Kincardine e una rapida visita allo shop della Royal Lochnagar Distillery, raggiungiamo una delle mete più attese per noi appassionati della famiglia reale inglese: Balmoral Castle (ingresso £ 10,00 a testa). L’imponente proprietà scozzese della Regina è aperta al pubblico: è possibile girare liberamente per i giardini, visitare la serra e il cottage di caccia, addentrarsi nelle vecchie stalle (ora adibite a esposizione permanente delle carrozze reali). Pranziamo nella cafeteria (Marco bissa l’assaggio del piatto tipico, l’haggis), poi entriamo nel castello: l’unica stanza visitabile è la grande Ballroom, dove sono esposti alcuni dei vestiti da sera utilizzati dalla Regina. Ripercorriamo, infine, i giardini per tornare al parcheggio esterno e riprendere la A93 in direzione Aberdeen.

Lungo la strada, ci fermiamo nel paesino di Ballater per vedere l’antica stazione ferroviaria, oggi restaurata e sede di un mercato contadino.

Rientriamo ad Aberdeen; visto che inizia a piovigginare, ci dedichiamo ad un po’ di shopping cittadino.

Prima della cena in hotel, approfittando delle ore di luce, ci rechiamo sul lungomare, dove Marco non perde l’occasione di entrare al Pittodrie Stadium per qualche foto. Infine, percorriamo le stradine alberate di Old Aberdeen, per visitare la suggestiva cattedrale di St. Machar e l’antico cimitero antistante.

Stanchi, ci rifugiamo in hotel per una cena a base di fish&chips e ottima carne.

Domenica 22 maggio (Angus Pictish Trail – Glamis Castle – Arbroath – Edinburgh)

Salutiamo Aberdeen di buon’ora e partiamo per la lunga tappa che ci porterà, questa sera, ad Edimburgo.

Nelle campagne della zona sono nascoste molte sculture risalenti ai Pitti: ci fermiamo per vedere le Aberlemno Stones, tre grosse pietre incise del VII secolo a.C. Due di queste pietre si trovano lungo la strada e recano i tipici simboli pitti; la terza, più grande, la troviamo nel giardino di una chiesetta e raffigura una grande croce celtica da un lato e scene di caccia dall’altro.

Ci attende, quindi, la visita guidata al Glamis Castle (ingresso £ 9,50 a testa): la guida è una signora simpaticissima e molto coinvolgente, che nei sessanta minuti all’interno del castello, ci racconta aneddoti e storia del maniero. Scopriamo, così, che qui ha trascorso la sua infanzia la Regina Madre, che sempre qui è nata la principessa Margaret e che il castello è la location del Macbeth di Shakespeare (c’è una grande sala la Duncan’s Hall, dedicata proprio all’opera).

Riprendiamo la ricerca delle pietre scolpite e, lungo la A94, ben segnalata, nel cortile di una chiesa abbandonata, ammiriamo la Eassie Sculptured Stone, una grande croce celtica ricca di simboli conservata sotto un vetro protettivo.

Ci dirigiamo, poi, verso il mare per visitare le immense rovine della Arbroath Abbey (ingresso £ 5,50 a testa, gratuito con Explorer Passport): i ruderi imponenti ci lasciano immaginare la maestosità dell’antica abbazia. Nella sala capitolare è custodita una copia della celebre Declaration of Arbroath, il documento del 1320 con cui i nobili scozzesi si dichiararono indipendenti dall’Inghilterra.

Non si può lasciare Arbroath senza aver mangiato uno “smokie”, quindi ci compriamo uno di questi pesciolini affumicati avvolto nella carta di giornale, che mangiamo sul molo del paese.

Procediamo la marcia verso sud e ci fermiamo a Dundee per un caffè e una rapida visita al RRS Discovery, la grande nave che il capitano Scott ha condotto nell’Antartide. Il porto, però, è sferzato da un vento glaciale e fortissimo, quindi ripartiamo subito.

Visitiamo, quindi, l’Huntingtower Castle (ingresso £ 4,50 a testa, gratuito con Explorer Passport), un imponente maniero formato da due case torri del XV secolo, visitabili fino al tetto.

Passando per Perth, è d’obbligo (per Marco) una sosta al McDiarmid Park, lo stadio del St. Johnstone FC, una delle squadre più antiche della Scozia.

Purtroppo, visto l’orario, non riusciamo a visitare lo Scone Palace, che possiamo vedere solo dall’esterno.

Arriviamo, infine, ad Edimburgo, dove pernotteremo per tre notti al Castle View Hotel e Guest House (£ 297,00 per tre notti con prima colazione inclusa). Causa ascensore in restauro, ci aspettano quattro piani di scale a piedi per raggiungere la nostra camera; una volta entrati, però, ci innamoriamo subito della finestra a bovindo con vista sullo splendido castello di Edimburgo.

Stanchissimi, decidiamo di cenare in uno dei numerosi pub di Rose Street, proprio sotto l’hotel. La città, però, deve aspettare: la giornata di domani sarà tutta dedicata alla scoperta di Edimburgo!

Lunedì 23 maggio (Edinburgh)

Ci svegliamo presto e andiamo subito a visitare il castello, per evitare le lunghe file all’ingresso.

L’Edinburgh Castle (ingresso £ 15,50 a testa, gratuito con Explorer Passport) ci accoglie con il sibillino “Nemo ne impune lacessit”, motto posto sotto lo stemma nell’Entrance Gateway, sorvegliato dalle statue di Robert The Bruce e William Wallace. Noleggiamo anche l’audioguida in italiano, che ci spiegherà meglio i vari luoghi di questo immenso maniero. In particolare, ci hanno colpito la St. Margaret Chapel, l’edificio più vecchio di Edimburgo, al cui interno si può ammirare una vetrata istoriata dedicata a Wallace; lo Scottish National War Memorial; il Royal Palace che custodisce gli Honours of Scotland, i gioielli della Corona scozzese, insieme alla famosa Pietra del Destino, un parallelepipedo di arenaria rossa che viene tutt’ora usato per le incoronazioni dei sovrani britannici.

La visita al castello e ai vari musei al suo interno ci occupa l’intera mattinata, ma quando usciamo scopriamo che la pioggia del mattino si è trasformata in una bella giornata di sole.

Percorriamo il Royal Mile, con le sue casette alte e i negozietti tipici, fino alla St. Giles Cathedral: questa

Cattedrale nasconde, all’interno della Thistle Chapel, il bassorilievo di un angelo che suona la cornamusa (è la seconda volta, dopo Fort George, che incontriamo questo simbolo.. ne troveremo un altro prima di lasciare la Scozia!). All’esterno della chiesa, scattiamo una foto di rito all’Heart of Midlothian.

Sempre nella Old Town, cerchiamo la statua di Greyfriars Bobby, il cagnolino fedele che per 14 anni ha visitato ogni giorno la tomba del suo padrone, la cui storia commovente è stata raccontata in film e libri.

Dopo un pranzo veloce al vicino Greyfriars Pub, dedichiamo il pomeriggio allo shopping sfrenato, tra negozi di souvenirs e centri commerciali (Primark, come sempre, richiede una sosta prolungata).

Riportati gli acquisti in hotel, usciamo per la serata in Rose Street: aperitivo al Black Cat (che offre pinta più mini pie salata con patatine per sole 4 sterline) e cena al Pub The Kenilworth, conclusa con un bicchiere di whisky com’è tradizione.

Martedì 24 maggio (Rosslyn Chapel – Dumfernline – St. Andrews – Edinburgh)

Percorrendo George Street, con i suoi edifici vittoriani, andiamo a recuperare l’auto al parcheggio NCP presso il centro commerciale.

La prima tappa della giornata è la Cappella di Rosslyn (£7,50 a testa), che deve buona parte della sua fama al romanzo “Il Codice da Vinci”. La Cappella è impressionante, per il misterioso simbolismo dell’interno, con l’elaborata muratura in pietra: ogni centimetro è ricoperto da viti, alberi, foglie, figure bibliche, “uomini verdi” e angeli (troviamo qui il terzo angelo che suona la cornamusa, questa volta in pietra). Ci colpisce la Colonna dell’apprendista, con un fregio che gira attorno ad essa, creando uno strano effetto di movimento.

All’interno della cappella non è possibile fare fotografie, ma il Visitor Centre accoglie una mostra fotografica su ogni particolare.

Percorriamo, quindi, il Firth of Forth fino ai due ponti gemelli, per auto e treni: il Forth Railway Bridge, con le sue arcate in ferro, è il più famoso.

Attraversato il golfo, ci fermiamo nella cittadina di Dumfernline per visitare l’Abbazia (ingresso £ 4,00 a testa, gratuito con Explorer Passport): una parte, relativa al monastero, è in rovina; parte dell’antico Palace e dell’Abbey sono stati restaurati; in questo luogo si trovano le tombe di molti sovrani scozzesi; tra tutte, nei pressi dell’altare maggiore, quella di Robert The Bruce.

Dopo un breve giretto per il paesino ed una pausa caffè (con immancabile shortbread) da Costa, nonché un tour dello stadio del Dumferline FC, ripartiamo in direzione Kingdom of Fyfe. Lungo la strada, ci fermiamo a Kirkcaldy per un paio di foto sulla spiaggia e uno sguardo allo stadio dei Raith Rovers F.C.

La nostra meta successiva è la storica cittadina di St. Andrews.

Visitiamo, subito, la St. Andrews Cathedral (ingresso £ 4,50 a testa, gratuito con Explorer Passport): si tratta delle rovine della più grande e maestosa chiesa di Scozia, affacciata sul mare del golfo. Camminiamo tra le tombe del cimitero, ammiriamo l’immensa facciata rimasta in piedi e ci godiamo la visuale mozzafiato dalla sommità della St. Rule’s Tower. Dall’alto, la vista abbraccia tutto il paese, la campagna circostante e il mare alle spalle della cattedrale.

Decidiamo, quindi, di visitare anche le rovine del St. Andrews Castle (ingresso £ 5,50 a testa, gratuito con Explorer Passport), che avevamo notato dall’alto della torre. Del castello non rimane che il perimetro esterno delle mura, con una torre rotonda che sorveglia il golfo.

Rimane il tempo per un passaggio veloce davanti alla University of St. Andrews, la più antica di Scozia (e dove hanno studiato William e Kate..) e al Royal and Ancient St. Andrews Golf Club, tra i più prestigiosi a livello mondiale.

Rientriamo, quindi, ad Edimburgo per la nostra ultima serata in Scozia. Ceniamo al pittoresco pub Dirty Dicks, in Rose Street: il cibo e la birra, come sempre, sono ottimi, ma in questo locale è l’atmosfera folle a rendere unica la nostra cena.

Dopo una breve passeggiata per le stradine ed un ultimo saluto al castello, torniamo in hotel per preparare i bagagli.

Mercoledì 25 maggio (Culzean Castle – Prestwick Airport)

Purtroppo inizia l’ultima giornata della nostra luna di miele scozzese. Però il nostro volo è previsto nel tardo pomeriggio, quindi possiamo concederci ancora qualche visita!

La mattinata inizia all’insegna di Marco e delle sue passioni: in rapida successione, visitiamo gli stadi del Motherwell F.C., del Celtic Glasgow (purtroppo solo dall’esterno) e del Kilmarnock F.C., dove una simpatica signora allo shop ci mostra orgogliosa le foto di Manuel Pascali, il giocatore italiano del Kilmarnock.

Raggiungiamo, quindi, l’ultimo castello di questo viaggio: il Culzean Castle (ingresso £ 14,00 a testa), un imponente palazzo nobiliare del XVIII secolo a picco sulla scogliera, famoso per essere stato la residenza del Generale Heisenhower. Gli interni, restaurati, sono opulenti e bellissimi. Percorriamo anche una parte dell’immenso parco, fino al lago con i cigni.

Ci sarebbe stato tanto altro da visitare, ma ormai il tempo è scaduto e ci dirigiamo, un po’ tristemente, all’aeroporto di Prestwick. Riconsegniamo la nostra auto, non prima di aver fotografato il cruscotto: il nostro giro della Scozia ci ha fatto percorrere 1180 miglia!

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Bagpipe Angel - Edimburgo

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Inveraray Castle



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