Una settimana a zonzo per la Scozia

Un breve tour con la famiglia. Panorami molto belli. Infinite sfumature di verde. Un po' di pioggia, un po' di nebbia, un po' di sole. Tante pecore
Scritto da: Lurens55
una settimana a zonzo per la scozia
Partenza il: 21/08/2013
Ritorno il: 28/08/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
Viaggio Tour Scozia

21-28 Agosto 2013

Tappe del viaggio:

Edimburgo (2 notti)

Stirling (1 notte)

Fort Augustus (1 notte)

Inverness (1 notte)

Perth (2 notti)

Cambio valuta in banca: 1 Lst = 1.19 €

Mercoledì 21-08-13

Alle 9.30 si parte con destinazione Malpensa (Star Parking, ex Parking Malta che risulta sempre essere il meno caro) dove arriviamo poco dopo le 11.

Sbrighiamo le formalità per lasciare l’auto e prima di mezzogiorno siamo ai banchi Easyjet al terminal 2, dove consegniamo il valigione da imbarcare (18Kg). Per i bagagli in cabina Easyjet ha due misure standard e non era chiaro come fossero gestite. Finalmente al banco informazioni della Easyjet mi hanno spiegato che se il bagaglio è entro la misura piccola di sicuro sta in cabina, se è invece tra la misura piccola e quella grande una volta a bordo potrebbe finire in una stiva (comunque senza sovraprezzo) se non c’è abbastanza posto nelle cappelliere.

Alle 14.10 inizia l’imbarco. Rimaniamo in attesa per una ventina di minuti in piedi in attesa dell’apertura delle porte, poi finalmente alle 14.30 aprono il cancello e ci fanno andare a piedi fino all’aereo parcheggiato lì vicino. Erano secoli che in Italia non mi capitava di andare all’aereo a piedi.

L’aereo (A320) parte con un buon quarto d’ora di ritardo.

L’allestimento interno Easyjet è un po’ più comodo di quello Ryanair.

Seduta vicino a me c’è una madama inglese sui 60 anni abbondanti che ha un rapporto molto disinvolto con i superalcolici. Nel giro di un’ora si è scolata 3 vodka e tonic.

Alle 16.10 italiane (15.10 UK) sorvoliamo la Manica e il comandante informa che in un’ora saremo a Edimburgo.

Alle 16.10 ora locale, siamo a Edimburgo. Controllo documenti molto veloce e poi alla Budget (in realtà ci dirottano all’Avis) per ritirare l’auto. Solita solfa del tentativo di fornire varie assicurazioni addizionali che rifiutiamo, visto che abbiamo già pagato quella addizionale di rentalcars.it. Ci danno una Peugeot 308 girata al contrario. Preso un minimo di confidenza con la “strana” configurazione dell’auto (meno male che almeno i pedali non sono girati) inizio a muovermi verso l’uscita dove un enorme cartello multilingue ricorda di tenere la sinistra.

Domanda: ma visto che i perfidi albionesi sono gli unici nell’Europa ”Unita” a circolare al contrario, perché non si adeguano?

I primi Km di strada creano non poche preoccupazioni.

L’autostrada è molto trafficata e io mi sento come uno di quei “parinot” (espressione dialettale torinese che identifica i vecchietti) che guidano col cappello ben calcato sulla testa. Viene istintivamente da guardare lo specchietto in alto a destra, mentre è a sinistra, o di cercare la leva del cambio dove c’è invece la portiera.

È più stressante che guidare nel traffico caotico di Napoli. Comunque, con grande attenzione e viaggiando piano (attirandomi le maledizioni dagli altri automobilisti) arriviamo all’hotel Rooms@The Royal di Harthill, un paesucolo più o meno a metà strada tra Glasgow e Edimburgo.

La stanza quadrupla è molto grande, con un bel bagno. C’è anche una cucina in comune.

La nostra camera è nella mansarda e ha un bell’abbaino da cui si vedono pascoli a perdita d’occhio (c’è un bel sole).

Visto che è ora di cena, usciamo per cercare un ristorante. L’unico che c’è è chiuso.

Ci sono un paio di Take Away, un paio di negozietti e un supermarket abbastanza fornito di cibi pronti, così ci comperiamo un po’ di cose e sfruttiamo la disponibilità della cucina.

Dopo cena usciamo a fare una passeggiata per il paese, che non presenta nessuna attrattiva. Così ne approfittiamo per riposarci per essere pronti domani a girare Edimburgo in lungo e in largo.

Giovedì 22-08-13

Questa mattina ci siamo svegliati, abbiamo scostato un po’ le tendine e fuori dalla finestra si è presentato un giorno di novembre. Cielo grigio uniforme, strada bagnata dall’umidità, nebbia. Aperta la finestra rileviamo anche che fa pure freddo. Le previsioni meteo dicono che ci saranno schiarite nel corso della giornata. Speriamo.

Usciamo ben coperti per andare al supermarket a comperare i “pain au chocolat” appena sfornati (non molto scozzesi, per la verità, però buoni) e vediamo un sacco di ragazzi vestiti con delle divise e gli zainetti da scuola e pensiamo che con un clima così brutto, ti dispiace meno passare le giornate sui banchi.

Dopo colazione partiamo alla volta di Edimburgo. Il termometro segna 16 gradi. Pioviggina. Arriviamo in centro senza grandi difficoltà. Nei pressi del castello troviamo una piazza dove si può parcheggiare per un massimo di 4 ore a 2.50 sterline l’ora. Dato che è molto caro e troppo limitato come tempo chiediamo ad un signore se in zona c’è un parcheggio più economico e senza limiti di tempo. Ci indica il parcheggio sotto lo Sheraton. Entro. Ci sono diverse corsie. Mi infilo in una che porta ad un parcheggio privato. Devo far manovra in uno spazio molto stretto per uscire e con un’auto con guida a destra non è affatto agevole. Sembro uno che ha appena preso la patente. Cmq. ce la faccio e raggiungo il parcheggio, che si rivela ottimale. 8 ore di parcheggio per 11£st. In 10 minuti a piedi siamo al castello. C’è una nebbia abbastanza fitta e microscopiche goccioline d’acqua che inumidiscono fino alle ossa. Ma noi indomiti cominciamo a percorre il Royal Mile, la storica strada che dal castello attraversa il centro della città.

Dopo poche centinaia di metri troviamo l’indicazione sulla destra del Museo Nazionale Scozzese. L’ingresso è gratuito. È un museo di tuttologia che spazia dagli scheletri di animali preistorici alla macchina di Formula 1 di J. Stewart, ad una simpatica collezione di oggetti vintage e chi più ne ha più ne metta. Come dice Chiara: “hai qualcosa di vecchio in casa che non ti serve? Portalo al Museo Nazionale Scozzese”. È molto bello l’edificio in sé.

Terminata la visita del museo ci fermiamo in un localino a metà tra l’indiano e il magrebino dove mangiamo un piatto di kebab non particolarmente buono (4 piatti, 31£st). Le tavole calde della Sicilia erano tutt’altra cosa.

Nel frattempo il cielo non è migliorato ed è sempre di un grigio desolante, ma almeno è più asciutto.

Continuiamo il percorso del Royal Mile (c’è una quantità di gente incredibile) fino al fondo dove c’è il Parlamento Scozzese in cui è allestita ancora per pochi giorni la mostra delle fotografie della World Press. Molte di esse mostrano scene raccapriccianti di guerra, altre invece rappresentano scene sportive e ritratti di livello artistico notevole.

Risaliamo il Royal Mile deviando ad un certo punto su Princes Street dove ci sono parecchi negozi. Le ragazze girano per negozi, i vecchi continuano il giro per la città. Ci si ritrova più tardi e dato il livello di stanchezza e che il kebab di pranzo sta ancora appesantendo lo stomaco si decide di tornare in albergo per una doccia rigeneratrice seguita da una cena leggera. Arrivati in camera un abbiocco generale coglie la famiglia. Verso le 20.30 io e Chiara ci trasciniamo nella nebbia fino al supermarket dove prendiamo qualche cosa da mangiare alla veloce con un te.

Chiara compera dello Stilton, una specie di gorgonzola dura, che è abbastanza buono. Poi relax. Oggi a Torino c’era il sole e 30 gradi. Qui sembra metà autunno. Nonostante il brutto tempo, Edimburgo è una bella città che vale la pena di visitare. Per strada si incontra ogni tanto qualche scozzese che indossa il kilt, ma sono una rarità.

Gli ingressi ai siti storici sono molto cari (tutti intorno alle 15 £st).

Venerdì 23-08-13

Anche questa mattina nebbia. Però un vago colore azzurro sembra intravedersi.

Verso le 9 partiamo per Stirling. Le speranze di un tempo un po’ soleggiato vengo presto deluse. Strada facendo troviamo nebbia e pioggia insistente. Arrivati nei pressi del Castello, lasciamo l’auto nel parcheggio del centro commerciale Waitrose “aggratis”. In 10′ siamo al Castello che guardiamo da fuori. Poi facciamo un giro per il centro davvero carino con case in pietra.

Passiamo davanti a un grosso centro commerciale dove ci sono i negozi di Primark, SportsDirect e Poundland, dove comperiamo varie cose a dei prezzi irrisori tra cui scarpe ginnastica 6 £st e luce a led per Kindle 1£st (a Malpensa la vendevano a 12€).

Ci procuriamo pranzo al supermarket e poi andiamo al B&B (Hillview Cottage), che si trova nella periferia di Stirling nel mezzo del nulla a perdita d’occhio. Dato che le stanze saranno pronte dalle 4 p.m. in avanti ce ne andiamo a fare un giro nei dintorni. Passiamo in diversi paesi molto colorati (Doune, Callander, Aberfoyle) con le classiche casette basse stile campagna inglese e percorriamo un tratto del Trossachs Trail, un percorso naturalistico tra laghi, fiumi e pinete. Il tempo fa sempre schifo, ma fortunatamente ci bagniamo quasi niente.

Nei prati c’è una grande quantità di “muccone” col pelo lungo e enormi corna che se ne stanno alla pioggia con un’espressione rassegnata.

Verso le 6 torniamo al B&B e prendiamo possesso della camera, comoda, pulita, ma non molto spaziosa. Comunque per una notte va più che bene. Il proprietario è molto gentile e ciarliero. La figlia 14-15enne invece è un “truss” (espressione dialettale torinese non facilmente traducibile) che non risponde nemmeno se la saluti.

Facciamo cena in proprio nella sala comune sotto lo sguardo inquietante di una testa d’alce appesa sopra al camino. A pochi metri dalla finestra della sala da pranzo una mandria di mucche pascola beata sotto una pioggerellina autunnale. Una mucca a 2 metri dalla finestra ci osserva mentre mangiamo cena.

Sabato 24-08-13

A colazione facciamo quattro chiacchiere con due anziani signori inglesi di Manchester a cui chiediamo come si chiamino le muccone pelose. Il signore ci dice (o almeno così ho capito con la mia zoppicante conoscenza dell’inglese) che si chiamano più o meno “bestiame scozzese dalle lunghe corna”. Fantasiosi!

Scopriremo invece poi che si chiamano Highlang Cow.

Dopo una abbondante colazione british “high energy”, puntiamo il navigatore verso Fort William (circa 200 Km). Il termometro segna 15°, il cielo è nuvoloso e fatti pochi Km c’è pioggia a vari gradi di intensità e nebbia.

Dopo un po’ di Km percorsi verso nord vediamo che nei cartelli stradali le località sono indicate come prima lingua in gaelico e sotto in inglese.

Man mano che il viaggio prosegue c’è qualche squarcio di azzurro e nuvole bianche, ma durano poco.

Ci fermiamo qua e là a fare fotografie al verdissimo (e umidissimo) paesaggio scozzese.

Arrivati a Fort William c’è un pallido sole che filtra attraverso il velo di nuvole. La temperatura si è alzata a 17° e sembra che faccia caldo. Il paese è molto grazioso, ma come molti altri la strada centrale si esaurisce nel giro di 500 metri.

Da Fort William andiamo poi a Glenfinnan dove ci sono il lago e il viadotto ferroviario che compaiono nei film di Harry Potter. Combinazione siamo arrivati verso le 15 quando passava il treno con la locomotiva a vapore.

Nel prato di fronte al viadotto due giovani cervi brucavano beati l’erba.

Tornando indietro a Fort William abbiamo fatto una sosta a Banavie (un paio di Km prima di arrivare) per vedere il sistema di chiuse sul Caledonian Canal (Neptune’s staircase) per trasferire le barche. Un lavoro lunghissimo. Ci sono 8 compartimenti che si riempiono e si svuotano. Per far attraversare alla barca tutto il canale, lungo poche centinaia di metri, ci vogliono un paio d’ore.

Proseguiamo per Fort Augustus, dove inizia il Loch Ness. Un micro-paese in the middle of nowhere, comodo però per andare domani a Skye.

Tra l’altro sono 2 giorni che vediamo le insegne dei B&B con la scritta NO VANCANCIES. Meno male che abbiamo prenotato tutto. Se no ci sarebbe da perdere un bel po’ di tempo con il rischio di non trovare posto.

Trovare il nostro B&B (Netherwood) anche non è stato semplice, perché è 5km fuori dall’abitato di Fort Augustus. Nel foglio della prenotazione di booking però ci sono le coordinate geografiche e una volta inserite nel navigatore non ci sono stati problemi.

Nel campo di fronte al B&B dall’altra parte della strada ci sono daini e cervi che pascolano. La proprietaria ci dice che ogni tanto arriva anche un grosso cervo adulto (che noi però non abbiamo visto).

Sistemati i bagagli e riposati un po’ siamo andati nel centro di Fort Augustus (dimensione del centro: 200 metri per 30). Ci sono alcuni bar-ristoranti presumibilmente pieni nel periodo turistico, perché gli abitanti sono poche centinaia.

Cenato con due piatti di salmone scozzese e due meat pie. Birra e coca: 51 £st.

E anche oggi la giornata è terminata.

Domenica 25-08-13

La giornata comincia con una colazione scozzese, ottima, cucinata benissimo da un corpulento signore che scopriamo non essere scozzese, ma inglese dello Yorkshire.

La saletta in cui viene servita la colazione è arredata con molto buon gusto. La tavola è apparecchiata con tovagliette colorate e con piatti, piattini e tazze con il bordino dorato. Atmosfera di altri tempi.

Finita la lauta colazione usciamo e abbiamo la bella sorpresa di un cielo che si sta schiarendo.

La temperatura comunque è sempre sul fresco: 15°.

Andiamo a Fort Augustus per fare un po’ di foto al Loch Ness. Si sprecano i riferimenti al “mostro”. C’è pure un piccolo monumento in ferro del mostro con il cucciolo di mostro. Ça va sans dire che non l’abbiamo visto!

Poi via verso l’isola di Skye. Mentre il viaggio procede il cielo è sempre più azzurro. Con il sole le sfumature di verde sono infinite e l’acqua dei vari laghi assume una tonalità blu che contrasta con il verde dominante.

Prima di arrivare a Skye facciamo una sosta al castello di Eilean Donan. Per fotografarlo dall’alto andiamo in auto su per una tortuosa stradina molto stretta fino ad uno spiazzo da cui si vede bene tutto il castello e la baia circostante.

Proseguiamo per Skye. Da alcuni anni l’isola è collegata con un ponte che pensavamo fosse a pagamento, visto che ha sostituito il servizio di traghetti, invece è gratuito.

Ci dirigiamo verso Portree (capoluogo dell’isola), lo superiamo e prendiamo la strada per Staffing per raggiungere una zona di alte scogliere a strapiombo sul mare dette Kilt Rock perché le pareti rocciose sembrano plissettate come la stoffa del kilt.

Fatta un po’ di strada senza vedere indicazioni turistiche chiediamo ad un tizio informazioni. Io non ho capito una parola che è una. Per fortuna Chiara ha capito che la strada era quella giusta e che ci saremmo arrivati in una ventina di Km di strada stretta, ondulata e tortuosa. Mentre viaggiamo il termometro dell’auto segna ben 22°!!!! Un record.

Questa zona presenta un paesaggio di montagne brulle, senza un albero, ricoperte da uno strato di erbetta bassa e cespugli di erica ancora in piena fioritura.

Da qui ci dirigiamo a Inverness dove arriviamo verso le 18.30 al B&B Torridon Guest House. Molto vicino al centro. La nostra camera è al primo piano e si accede per una scala ripida come in quasi tutte le case inglesi.

Anche in questo B&B i proprietari non sono scozzesi. Lui addirittura è americano di New York. È un tipo molto ciarliero e ci dà un sacco di informazioni su Inverness compreso varie chance per andare a fare cena.

Preso possesso della camera andiamo a cenare in un ristorante nella zona centrale. Quattro piatti di carne e verdura e quattro pinte di Tennents, 50£st.

Giretto per il paese. Io a Inverness ero stato verso il 1979, guardandomi intorno non mi viene in mente nessunissimo ricordo. Ah! L’età!

Poi in camera per farci il nostro abituale e succulento caffè con la moka, che dà grande conforto. L’acquisto del fornellino elettrico è stata una idea brillante. Il prossimo passo la macchina per fare l’espresso.

Lunedì 26-08-13

Ci svegliamo verso le 7.30 con un bellissimo sole che entra alla finestra. Scendiamo a fare colazione in una saletta molto graziosa. La colazione è molto ricca. Oltre alla classica colazione scozzese c’è anche parecchia frutta (tra cui fragole e mirtilli), yogurt, cereali di vario genere. Lasciata l’auto nel parcheggio del B&B passiamo la mattinata a girulare per il centro di Inverness. Vista la presenza di Primark e di Poundland si fanno altri acquisti. Verso mezzogiorno partiamo alla volta della distilleria Glenlivet, ad una ottantina di km di distanza, persa nella campagna scozzese. Senza navigatore credo che saremmo ancora là a girare a vuoto adesso. Arrivando vediamo sventolare di fronte all’ingresso la bandiera scozzese e quella francese (quella inglese manca). Infatti la Glenlivet fa parte del gruppo Pernod-Ricard, quello che fa quell’orribile liquore a base di anice per cui vanno matti i francesi. Al contrario di altre distillerie che fanno pagare un biglietto di 4 o 5 £st, la Glenlivet organizza il giro guidato gratis. La spiegazione della guida è in inglese, ma ci sono anche cartelli esplicativi in altre lingue tra cui l’italiano. Le ragazze che capiscono perfettamente riassumono sinteticamente. Al termine del giro, che passa per tutte le fasi di lavorazione dalla fermentazione dell’orzo all’invecchiamento nelle botti, c’è anche una degustazione gratuita dei Glenlivet di 12, 15 e 18 anni. Assaggiane un sorsino di uno, assaggiane un sorsino dell’altro, assaggialo con un po’ di acqua, confrontalo col sapore senza acqua, si esce allegri. Per fortuna i posti di blocco della polizia sembra siano inesistenti.

Da qui partiamo per andare a Perth, via Balmoral dove c’è il castello in cui passa le vacanze la Regina Elisabetta (ma con tutti i soldi che ha non può farsi viaggi favolosi? Ah! Gente che non sa vivere!). Percorriamo una strada secondaria stretta, tortuosa, ondulata e con pendenze fino al 20% che passa in mezzo al nulla. Sembra di andare su un ottovolante. Arrivati in prossimità del castello c’è un parcheggio (1.50£st). Pago. Andiamo verso il castello, ma non è possibile avvicinarsi perché c’è la regina in vacanza. Non ci sono nemmeno posti da cui si possa vedere da fuori. Proseguiamo verso Perth. La strada continua ad essere stretta (a tratti strettissima), tortuosa, ondulata, ma non ci sono più ripide salite e discese anche se passiamo in una zona di impianti di risalita per lo sci con quattro piste in croce. Altro che l’alta Val di Susa! Lungo la strada ci sono decine e decine di piccoli animali e uccelli morti spiaccicati dalle auto. Di giorno il traffico è ridottissimo e di animali non ne ho visti. Possibile che di notte ci sia tutto questo traffico su strade che attraversano il nulla? Incomprensibile.

Finalmente arriviamo al B&B Woodlea di Perth. È un B&B abbastanza grande e quindi più anonimo di quelli in cui siamo stati nei giorni passati. La camera comunque è abbastanza comoda e ben pulita. Dopo esserci sistemati, usciamo per andare in centro a cercare un pub dove fare cena. Sembra un paese quasi disabitato. Tutto chiuso. Alla faccia della guida del Touring che descrive Perth come una “animata città”. C’era molta più gente in giro in quei micro paese di Fort Augustus che qui a Perth, che è una cittadina. Troviamo un pub aperto con menù esposto fuori, ma hanno la cucina chiusa. Nei dintorni del B&B troviamo aperti solo cinesi, indiani e take away di varie etnie non molto invitanti. Andiamo ad esaminare il banco delle insalate pronte di Sainsbury, ma hanno già finito tutto. Sembra impossibile in una città di 50000 abitanti avere problemi per fare cena. Finiamo in un locale turco che sembra abbastanza innocuo dal punto di vista gastronomico. Di piatti turchi nel menù non ne ha nemmeno uno. Per preparare quattro fesserie sulla griglia ci mette un eterno. Finito di mangiare ci dà il conto (31£st assolutamente immeritate). Dato che ha dei biglietti pubblicitari su cui è scrito che se spendi più di 20 £st c’è uno sconto del 15%, gli chiedo se lo applica. Certo! 31£st meno il 15% fa 28 £st. L’aritmetica turca è diversa. Ci siamo levati la fame, ma con nessuna soddisfazione. Per completare degnamente la cena andiamo a comperare dei gelati al supermercato (uno dei pochissimi esercizi commerciali aperti). C’è la svendita (?!?) dei gelati. Quattro gelati 1.10£st. Si torna in camera.

Martedì 27-08-13

Il sole è già finito. Probabilmente in Scozia non è possibile trovare più di due giorni di sole consecutivi. Questa mattina il cielo è grigino e cade una pioggerellina sottile. Andiamo a colazione e sul nostro tavolo c’è un foglio con disegnata l’Italia bianca rossa e verde e il menù tradotto in italiano, oltre ad una serie di informazioni pratiche. La colazione è ricca e varia. La giornata prevede un giro nella penisola di St Andrews. Partiamo in direzione di Aberdour, un paese sulla costa dove ci sono le rovine di un castello e una chiesa normanna del XII secolo. Facciamo una passeggiata lungo la costa e poi andiamo a vedere le rovine del castello da fuori e la chiesa. È incredibile la differenza di colori tra ieri con il sole e oggi con le nuvole. Da qui ci muoviamo verso Falkland, un piccolissimo paese molto grazioso. Nel frattempo il tempo migliora, ci sono ampie schiarite e la temperature arriva a 22°. Qui a Falkland che è veramente un buco ci sono due pub che servono anche pranzo e cena. Solo a Perth non si riesce a mangiare?

Terminato il giro in paese prendiamo l’ennesima stradina in parte stretta, in parte strettissima, ma in ogni caso a curve, per andare ad Anstruther, un animato paese sul mare, centro ittico molto importante. Sul lungo mare è pieno di ristoranti che propongono piatti di pesce. Essendo ora di merenda ci lasciamo attirare da uno spacciatore di fish and chips che ha un grande successo, vista la quantità di clienti. Dovendo mediare tra la gola e la ciccia, prendiamo una porzione (da camionista) per tutti e quattro, giusto così per assaggiare. Da qui facciamo pochi Km e siamo a Crail, un micro-paese sul mare dove pescano le aragoste. C’è un chioschetto che espone il cartello “Aragosta cucinata 11£st”. Un prezzo irrisorio. Ma le cucina solo da mezzogiorno alle 4 (sempre curiosi gli orari britannici!). Dopo le 4 sembra che si limiti a venderle. Peccato non poter approfittare. Ultima meta della giornata St Andrews. Arriviamo a pochi metri dalla cattedrale e si libera un parcheggio gratis e senza limiti di orario. Ogni tanto una botta di fortuna capita.

I resti della cattedrale (distrutta a seguito della riforma protestante) fanno capire quanto fosse maestosa. Peccato aver perso un edificio così imponente. I cretini ahimè sono sempre esistiti.

Girando un po’ a caso per il centro (con l’occhio rivolto a Pub che servano la cena) troviamo la prestigiosa università (classificata al 4° posto nel Regno Unito) dove hanno studiato Kate e William.

Il nostro bighellonare ci porta poi verso il campo da golf più famoso del Regno Unito (pare ci abbia giocato addirittura Maria Stuarda) e casualmente capitiamo davanti ad un pub (Ma Belle) che ha la cucina aperta e una interessante proposta gastronomica.

Sono le 18.30. Chiara che conosce bene le abitudini inglesi, suggerisce di andare subito. E meno male. Abbiamo aspettato un’ora. Diciamo che ne è valsa la pena: ottimo fish pie, ottima bistecca, ottimi hamburger. Con 4 pinte di birra 53£st.

E infine a Perth per trascorrere l’ultima notte scozzese.

Arriviamo davanti al B&B giusto in tempo per vedere uno degli altri clienti che ci frega l’ultimo posto auto disponibile. Per fortuna c’è un parcheggio a pagamento vicino dove molliamo la macchina per la notte.

In camera si preparano i bagagli per domani.

Mercoledì 28-08-13: Ultima giornata scozzese.

Scendiamo a far colazione (comincia ad essere un po’ monotona, però poi si va avanti fino a merenda). Paghiamo le due notti. Scopriamo che se si paga con la carta di credito applicano il 3% di commissione. Sul sito di booking non è specificato. C’è un cartello alla reception, ma noi l’abbiamo visto quando si è trattato di pagare. Vabbè. La giornata è grigia, ma non piove. Meta Glasgow. Io c’ero stato in trasferta nei primi anni ’90 e ho un ricordo di una città né bella né brutta, che non vale un giro turistico. Arrivati in centro parcheggio nel multipiano e usciamo sulla via pedonale principale. Andiamo a vedere la Willow Tea Room arredata dal famoso architetto McIntosh. Al piano terra sono esposte alcune sedie disegnate da lui. Saranno di design pregevole, ma danno l’idea di essere abbastanza scomode. Poi andiamo a vedere da fuori la School of Art ma c’è un cantiere e si passa appena. Per entrare si devono pagare 10£st.

Andiamo a vedere l’Armadillo di Foster, una costruzione in vetro e metallo un po’ fuori dal centro. Tutto intorno cantieri, così non si può percorrere il lungo fiume da cui si vedrebbe il Science Centre (altra costruzione di design). Dato che c’è uno dei tipici taxi inglesi parcheggiato lì davanti ci facciamo portare di nuovo in centro (la corsa di una decina di minuti 6£st, molto poco rispetto all’Italia).

Andiamo a visitare la Galleria d’arte moderna. Sarà che non capisco l’arte, ma trovo che la mostra allestita in questa di Glasgow faccia il paio con le mostre del castello di Rivoli. In una delle sale l’opera d’arte è un ombrello di plastica trasparente aperto appoggiato per terra. Mi viene in mente la volta che al castello di Rivoli c’era l’anta di una persiana appoggiata al muro e sono ancora adesso curioso di sapere se fosse lì dimenticata da qualche operaio o se fosse davvero un’opera d’arte. Rinfrancato lo spirito con questa iniezione di cultura, andiamo a George Square, la piazza più importante di Glasgow. La troviamo tutta transennata per lavori (non si vede nulla). Forse tra 10 anni, quando avranno chiuso i cantieri si riuscirà a vedere qualcosa.

Si finisce per fare l’ennesimo giro dei negozi: Forever21, Poundland, Primark, e via dicendo.

Anche questa visita a Glasgow come turista conferma l’opinione che mi ero fatto quando ci sono stato in trasferta e cioè una città che non trovo sia una interessante meta turistica. Di positivo ha che è molto animata, ci sono un sacco di negozi, bar, caffè, ristoranti. Verso le 15.30 non avendo più nulla da fare prendiamo la strada per l’aeroporto di Edimburgo. Dato che l’auto si deve riconsegnare col serbatoio pieno (onde evitare la penale di 85£st), facendo un giro un po’ tortuoso passiamo dall’unico distributore nelle vicinanze dell’aeroporto. Dopo aver pagato il pieno rimango con una sterlina e 30 cent con cui non si compera nemmeno una bottiglietta d’acqua. Arrivati all’aeroporto riconsegniamo l’auto e poi al check in. L’aereo parte in perfetto orario alle 20.05 (UK) e arriva a MXP alle 23.15 (IT).

Vacanzina finita.

Note sul viaggio

Pecore ce ne sono tante e di vari colori che vanno dal classico bianco pecora al nero passando per diverse tonalità di marrone e quelle bianche con il muso nero. A differenza dell’Irlanda che invadevano le strade, qui se ne stanno nei prati.

È strapieno di giardini meravigliosi con l’erba perfettamente rasata, non un fiore appassito. E non si vede mai un giardiniere a curarli. Dov’è il trucco?

La benzina costa meno del gasolio. Mediamente circa 1.37 contro 1.41 al litro.

Dovessimo rifare il viaggio elimineremmo Perth e Glasgow.

Costi

Voli: MXP – Edimburgo con Easy Jet 4 PAX e 1 valigia spedita, 813€

Noleggio auto da Budget tramite Rentalcars.com. Una Ford Focus per la settimana con copertura assicurativa senza franchigia in caso di incidente (visto che devo guidare un’auto girata al contrario dal lato sbagliato della strada….) costa 240€.

Parcheggio: Star Parking (ex Parking Malta). Dal 21 mattina al 28 sera: 20 euro (parking scoperto)

Hotel, 6 notti in camere quadruple, 1 notte in 2 camere doppie, 5 colazioni incluse: 668£st (circa 790€).

Pasti nei pub (1 piatto e una pinta di birra) intorno alle 12-15 £st. I ristoranti sono abbastanza più cari.

Recensioni

Rooms @ The Royal.

L’hotel si trova circa a metà strada tra Edimburgo e Glasgow (raggiungibili entrambe con l’auto in circa 40′) in un piccolo paese in mezzo al nulla. Un’ottima sistemazione per un budget limitato. Con booking abbiamo pagato 50£st/notte per la camera quadrupla, spaziosa e ristrutturata di recente, con un bagno grande. Molto pulito. Tranquillo. Non c’è ascensore e la scala che sale alle stanze è un po’ ripida. A disposizione degli ospiti una cucina con forno a microonde e in camera c’è l’occorrente per prepararsi te e caffè.

Hillview Cottage

Si trova nella campagna di Stirling a 10 Km dal Castello. Visto da fuori non ci ha fatto una buona impressione, ma dentro è decisamente meglio. Il proprietario è molto gentile e disponibile. La connessione WiFi, la sera che siamo stati noi, in camera non funzionava e si doveva andare nella sala.

Per la colazione si può scegliere tra quella tipica “british” e quella continentale. Noi abbiamo optato per la british classica: uovo, bacon, salsiccia, fagioli, ecc. ecc. ben cucinata.

Molto silenzioso e pulito. Un po’ isolato. Il parcheggio auto è un po’ stretto e non è facile fare manovra.

Netherhood

Circa 5Km fuori dall’abitato di Fort Augustus. Lo si incontra prima di Fort Augustus arrivando da Fort William. Di fronte c’è un enorme campo recintato dove ci sono dei daini e dei cervi.

La proprietaria è gentilissima e ha arredato il B&B con grande cura per i particolari. Pulitissimo. Le pareti divisorie sono in cartogesso per cui se c’è un vicino logorroico (come la sera che siamo stati noi) se si ha il sonno leggero si può essere disturbati. La colazione scozzese, abbondante e cucinata benissimo, è servita in una saletta arredata con molto buon gusto. La tavola è apparecchiata con tovagliette colorate e con piatti, piattini e tazze con il bordino dorato.

Torridon Guest House

B&B molto vicino al centro di Inverness. I proprietari sono molto gentili e cordiali.

La camera quadrupla nella mansarda è comoda, ben arredata, ma un po’ stretta. Comunque per una notte o due va più che bene.

L’accesso al parcheggio è un po’ stretto, ma con un po’ di manovre si riesce a sistemare l’auto.

La colazione va prenotata la sera prima compilando un modulo e prevede anche la possibilità di menù vegetariani.

Woodlea

A due passi dalla zona centrale di Perth. Il B&B è abbastanza grande e un po’ anonimo. La camera quadrupla è comoda.

Il livello di pulizia è molto buono.

La nostra camera dà su una via principale, ma il traffico è scarso e non infastidisce.

La connessione WiFi è buona.

Ha un parcheggio privato, ma i posti disponibili sono solo quattro.

La colazione è abbondante, buona e con una ampia scelta di combinazioni. I vari possibili menù sono tradotti anche in italiano. Il servizio è rapido e gentile.

Se si paga con la carta di credito applicano il 3% di commissione (sul sito di booking non è specificato). C’è un cartello alla reception, ma noi l’abbiamo visto quando si è trattato di paga

Domande? Scrivete a l.masera@alice.it

Fotografie del viaggio su youtube, canale Lorenzo MASERA

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