SARDEGNA non solo mare e spiagge

E’ la metà di settembre, in Lombardia piove da giorni, l’estate sembra proprio finita, siamo in partenza per la Sardegna e, durante i preparativi, non sono molto motivata ad infilare in valigia costumi da bagno ed indumenti leggeri, temo di aver sbagliato nella scelta del periodo per visitare l’isola, ma, a questo punto, i ripensamenti sono...
Scritto da: dabi
sardegna non solo mare e spiagge
Partenza il: 18/09/2006
Ritorno il: 30/09/2006
Viaggiatori: in coppia
E’ la metà di settembre, in Lombardia piove da giorni, l’estate sembra proprio finita, siamo in partenza per la Sardegna e, durante i preparativi, non sono molto motivata ad infilare in valigia costumi da bagno ed indumenti leggeri, temo di aver sbagliato nella scelta del periodo per visitare l’isola, ma, a questo punto, i ripensamenti sono inutili! Fortunatamente il giorno della partenza il clima è clemente, non piove e c’è un sole tiepido, il morale si risolleva.

Abbiamo a disposizione l’intera giornata per raggiungere Genova, imbocchiamo l’autostrada, all’ora di pranzo facciamo una sosta a Salice Terme presso il Ristorante Il Guado dove consumiamo un ottimo pasto, che bello la vacanza è cominciata e ce la gustiamo da subito.

Facciamo quattro passi lungo il viale principale alberato di questa cittadina dove sorgono belle ville d’epoca e stabilimenti termali, riprendiamo poi l’autostrada e raggiungiamo nel giro di poco il porto di Genova, che ci accoglie con un bel sole caldo.

Lasciamo l’auto posteggiata in fila pronta per l’imbarco sul traghetto per Olbia, camminiamo sul lungomare ammirando le pittoresche case costruite fitte fitte sulle colline e le numerose imbarcazioni, di ogni dimensione e tipo, che affollano il porto. Mancano diverse ore all’imbarco, ma Genova ha molto da offrire ed il tempo trascorre veloce.

Sono quasi le 20, siamo sul ponte superiore della nave, il sole sta tramontando e la città si accende di mille luci, che bella questa nuova visione di Genova, lasciamo il porto due ore dopo con un mare calmo e piatto.

Ceniamo, poi ci ritiriamo in cabina, la traversata è tranquilla, ci addormentiamo quasi subito, la mattina siamo svegliati dal personale di bordo, significa che siamo arrivati ad Olbia, saliamo sul ponte superiore, a prua si vede già il porto, a poppa c’è il sole che sorge regalandoci lo spettacolo ed i colori di una magnifica alba e dandoci il suo benvenuto in Sardegna, dove siamo già stati diverse volte, ma ci sentiamo contenti ed emozionati come fosse la prima.

Sbarchiamo e lasciamo velocemente la cittadina portuale, ci dirigiamo in direzione Valledoria (tra Castelsardo e Isola Rossa) dove abbiamo appuntamento con un amico, di origine sarda, collega di lavoro per tanti anni, che, raggiunta la pensione, è tornato a vivere nel suo paese d’origine: Perfugas.

Facciamo la prima sosta a San Pantaleo, graziosissimo borgo gallurese con stradine e case studio in pietra e legno abitate in prevalenza da artisti, pittori e scultori.

Per fare colazione scegliamo un baretto affacciato su una suggestiva piazzetta lastricata circondata da belle case, in pietra, recuperate e perfettamente ristrutturate dove c’è anche un piccolo mercatino di oggetti di antiquariato e vecchi.

San Pantaleo è un paese “vero”, che contrariamente a quelli sulla costa non si spopola mai restando animato e vivace per tutto l’anno.

Raggiunta Valledoria, zona famosa anche per le immense coltivazioni di carciofi, troviamo Gino, il nostro amico, decidiamo di lasciar perdere – per ora – il mare e le spiagge, ci facciamo guidare da lui per due interi giorni alla scoperta delle numerose ed inaspettate bellezze dell’entroterra.

Cominciamo dal fiume Coghinas che, sulla spiaggia, forma, nella sua parte finale, un’ampia laguna fiancheggiata da rigogliosi canneti, ne seguiamo un tratto a piedi percorrendo un comodo sentiero, il paesaggio è molto particolare, solo alte dune di sabbia separano il fiume dal mare.

Raggiungiamo poi la zona dunare da dove abbiamo una diversa visione del fiume e di una lunghissima spiaggia.

Facciamo anche una bella escursione in barca, con partenza dalla laguna / foce risalendo il fiume per circa 6 km, lasciata l’ampia laguna sabbiosa ed i canneti il fiume si stringe ed inizia il suo vero corso scorrendo sinuoso tra verdissimi prati con mandrie al pascolo e splendide tamerici, regalandoci lo spettacolo di diverse specie di uccelli e la sensazione di esplorare una Sardegna più intima, è solo in barca, infatti, che si riesce a penetrare in zone difficilmente raggiungibili da terra.

Ci spostiamo poi verso l’interno di qualche chilometro, in una zona termale, terme di Casteldoria, qui il fiume Coghinas è ricco di sorgenti naturali termali e soffioni di vapore dove si possono fare naturali e salutari inalazioni, basta piazzarsi davanti ad un qualsiasi sbuffo di vapore ricco di minerali e respirare.

Un sentiero costeggia il fiume fino a raggiungere una diga, lo percorriamo interamente scoprendo così angoli di natura incontaminata, il fiume è popolato da molti pesci e scorre formando bellissime anse tra la vegetazione ed enormi massi.

Risalendo più a monte la strada tortuosa porta ad un enorme e bellissimo lago che ha lo stesso nome del fiume.

Infine tutta la zona è disseminata di importanti resti archeologici, a Perfugas visitiamo l’interessante Museo Archeologico e Paleobotanico.

Notevole la cucina tradizionale e l’accoglienza dei proprietari dell’Agriturismo Putzu Canu, situato nelle campagne di Perfugas che prende il nome dall’antico Nuraghe Putzu Canu collocato all’interno della proprietà, che ospita in un curatissimo giardino 6 eleganti camere ed una bella sala ristorante con camino.

Tutti i cibi offerti, dai salumi ai formaggi, dalle carni alle verdure fresche e sott’olio, sono coltivati e prodotti direttamente qui.

I proprietari ci salutano con un gradito “omaggio”: diversi vasetti di marmellata, naturalmente di produzione propria.

Altro ristorante meritevole di “assaggio”: Il Camino presso il Park Hotel di Valledoria, eccezionale la cena a base di pesce freschissimo, solo l’ “antipastino misto” è composto da cinque diverse portate, volendo e, soprattutto, sapendolo prima ci si potrebbe fermare qui, suggerirei di ordinare il seguito dopo l’antipasto e non tutto subito come abbiamo fatto noi, le porzioni sarde sono decisamente più abbondanti rispetto a quelle cui siamo abituati in Lombardia.

Salutato l’amico Gino con la promessa di ritornare presto nel suo splendido territorio, partiamo per la seconda tappa del nostro giro: Piscinas, nella Sardegna sud occidentale, dove passeremo tre giornate indimenticabili, immersi in una natura selvaggia e nel totale isolamento del suggestivo Hotel Le Dune, unica costruzione della zona, ricavato da un vecchio depositato di minerali.

La strada bianca e polverosa che termina a Piscinas passa attraverso i resti delle costruzioni della zona mineraria di Ingurtosu, tra boschi di lecci, capre selvatiche e ginepri, l’hotel si trova a circa 150 metri dal mare ed è circondato da cordoni di alte dune di sabbia chiara, la spiaggia è lunga diversi chilometri ed è lambita dal mare cristallino.

Piscinas è un luogo di pace assoluta e di una bellezza struggente.

Passiamo le giornate camminando sulla lunghissima spiaggia, facendo il bagno nelle trasparenti acque del mare, arrampicandoci sulle dune respirando l’intenso profumo dei ginepri, ammirando spettacolari tramonti, esplorando i boschi e le costruzioni abbandonate di Ingurtosu dove abbiamo avuto la fortuna di incontrare un cervo femmina con il cucciolo.

L’hotel Le Dune è sobrio, ma molto bello, ha poche camere, non c’è la TV, ottima, non offre alcun tipo di animazione, è il luogo ideale per chi desidera evadere da tutto e da tutti.

Si cena in una veranda all’aperto, unico sottofondo il rumore del mare e per completare il “quadro” dal proprio tavolo si può ammirare il cielo nero e incredibilmente stellato, una sera si è vista anche la via lattea.

Unica pecca: la cucina, niente che possa restare impresso nella memoria, quasi mediocre, ma poco male qui si gode di ben altre cose, il cibo è l’ultimo dei pensieri, però con quel che costa questo albergo ci poteva stare anche un buon trattamento in questo senso.

Ultima tappa: Villasimius Ci spostiamo attraverso pascoli, orti, vigneti e uliveti nella Sardegna sud orientale dove trascorriamo 5 intere giornate.

Questa zona è per noi nuova, abbiamo visitato la Sardegna più volte, ma qui non ci eravamo mai stati neppure solo di passaggio.

Per i nostri gusti è un po’ troppo costruita, mare e spiagge sono stupendi, ma immaginiamo che ad agosto – sempre secondo i nostri canoni – sia una zona invivibile e caotica.

Apprezziamo molto il fatto di poterla visitare adesso, con pochi turisti, assenza di traffico, spiagge quasi deserte e di aver scelto il piccolo hotel Su Giganti, nuovo, piuttosto decentrato, una vera oasi di pace, a pochi metri dalla bella spiaggetta di Campus, inserito in un verdissimo giardino con tanto di praticello all’inglese, ulivi, roseti, buganvillee, molti altri fiori e piante ed un ottimo ristorante dove praticamente ceniamo tutte le sere ad eccezione di una, l’ultima.

Nella zona di Villasimius – Costa Rei ci spostiamo da una spiaggia all’altra, tutte bellissime, camminiamo da un capo all’altro su quelle lunghissime, ci arrampichiamo su promontori e scogli, facciamo lunghi bagni in un mare dalle mille sfumature di azzurro e verde e dalla incredibile trasparenza, ammiriamo i numerosi stagni che spesso si trovano nelle immediate vicinanze di una spiaggia e che ospitano varie specie di uccelli, anche fenicotteri, percorriamo strade interne tra aranceti e vegetazione lussureggiante, vediamo dall’alto di diversi punti panoramici i colori del mare ed i profili di alcune spiagge, è tutto meraviglioso! Tra le spiagge più belle: Campus, Cala Sinzias, Punta Molentis, Porto Giunco, Simius, Santa Giusta e lo Scoglio di Peppino.

Un pomeriggio piovoso, ma dalle 16 in poi, quindi nessuna perdita, ci ha regalato uno spettacolare doppio arcobaleno.

L’ultima giornata nella zona di Villasimius decidiamo di trascorrerla in barca, Maby II, un bellissimo ed originale veliero di 22 metri del 1944 completamente rimodernato, navighiamo nell’area marina protetta di Capo Carbonara, facciamo una sosta con sbarco all’isola di Cavoli che nel punto più alto ospita un bellissimo faro ed offre una vista molto spettacolare, lungo la navigazione vediamo belle spiagge, mare dai colori straordinari, torri saracene, la fortezza spagnola e vecchi fari, infine si sbarca a Punta Molentis dove i colori del mare e la trasparenza sono di una bellezza esagerata, non a caso sulla bianca spiaggetta di Punta Molentis sono stati girati diversi spot pubblicitari, qui le rocce levigate dal vento e dall’acqua non hanno niente da invidiare ai più famosi massi di granito delle Seychelles.

Torniamo infine verso il porto turistico con la consapevolezza di aver trascorso una giornata veramente speciale.

E’ ormai sera, non avremmo fame perché sulla barca ci hanno rimpinzato come maialetti, ma decidiamo di seguire il consiglio di Sergio, il “capitano” della barca, e per cena proviamo il ristorantino Il Miraggio (sulla spiaggia di Campus) ottimo, ma ci dobbiamo limitare ad un unico piatto ed al dolce perché davvero potremmo scoppiare, s’è proprio mangiato tantissimo sulla barca.

E’ arrivato l’ultimo giorno, questa sera alle 22 partiremo da Olbia per il “Continente”, ma ora non pensiamoci e godiamoci il viaggio dal sud al nord della Sardegna e qualche altra ora di sole e bagni.

Prima di lasciare Villasimius andiamo a salutare la bellissima spiaggetta di Campus, il mare questa mattina è più calmo del solito ed il suo colore sembra addirittura più bello.

Imbocchiamo la panoramica SS 125 che corre a tratti sulla costa ed in maggioranza nell’interno, tra aranceti, uliveti, vigneti e pascoli.

Ci meraviglia la Sardegna così verde, dev’essere l’effetto delle prolungate piogge di fine agosto, prima d’ora non l’avevamo mai vista così rigogliosa.

Il tratto più spettacolare della SS 125 è quello che da Baunei a Dorgali, si snoda in quota, è lungo circa 50 km, non si incrocia alcun centro abitato, le aspre e belle montagne circostanti sono di roccia chiara, le vallate sono verdissimi pascoli dove si scorgono numerosi greggi di pecore, le soste in mezzo a tanta natura e pace sono d’obbligo, veramente bellissimo! In zona Orosei – Cala Liberotto, posto che già conosciamo, decidiamo di fare l’ultimo bagno e di godere delle ultime ore di sole, non vorremmo andarcene, ma dobbiamo, s’è fatta quasi sera, lentamente e a malincuore ci dirigiamo verso Olbia facendo un’ultima sosta nella zona di Capo Coda Cavallo, aspettiamo il tramonto nella stupenda Cala Brandinchi che ricordiamo bellissima, ma all’epoca piuttosto affollata, che meraviglia rivederla ora completamente deserta! Ancora pochi chilometri e siamo ad Olbia, è proprio finita, dobbiamo lasciare la Sardegna, ci imbarchiamo controvoglia pensando già di ritornarci.

Genova ci accoglie all’alba e con le nuvole e oggi, 1 ottobre 06, ad un solo giorno dal ritorno piove e fa freddo, la nostalgia dei colori e del calore della Sardegna è acuta, ma scrivere e ricordare fa bene al cuore, è un po’ come essere ancora là, nell’isola dove non solo il mare è bello, ma tutto merita di essere visto.



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