Week end nel Medioevo

Un breve ma stupendo soggiorno nell'entroterra romagnolo alla scoperta di San Marino e Gradara
Scritto da: luglio83
week end nel medioevo
Partenza il: 21/08/2014
Ritorno il: 22/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Anche se la riviera romagnola e marchigiana è conosciuta per ben altri motivi, a pochi chilometri dal litorale ci sono località come San Marino e Gradara che trasudano di storia e che meritano una visita di un paio di giorni, giusto un weekend o una breve pausa dai bagordi rivieraschi. Pur organizzato all’ultimo e avendo letto qualche breve diario dei tpc, sono riuscito a vedere tutte le attrazioni più importanti di questi 2 borghi medievali (considerando il centro di San Marino un grande borgo) ed a passare un paio di giornate diverse dal solito, staccando dalla solita routine.

Qualora vogliate anche voi estraniarvi anche solo per un weekend dalle problematiche quotidiane fuggendo “all’estero”… il primo passo che vi consiglio di fare è individuare qualche hotel situato dentro la piccola Repubblica sanmarinese in cui soggiornare: questo non per sfregio all’ospitalità romagnola, ma piuttosto perché ciò vi darà diritto alla “San Marino Card” che vi permetterà di avere accesso a sconti sui biglietti d’ingresso di quasi tutti i musei e presso altri esercizi convenzionati (la tessera viene rilasciata dagli hotel di San Marino solo a chi soggiorna almeno una notte). Sia chiaro, nessuno sconto in grado di cambiare la vita, ma con 2/3 euro per ogni museo o acquisto, alla fine del soggiorno fanno una quindicina di euro a testa di risparmio.

Individuato il vostro rifugio (io avevo prenotato a Montegiardino, un paesino di poche centinaia di anime a 6 km dal centro, in cui regnava il silenzio e la tranquillità), partite proprio da lì per la scoperta dell’antico Stato: di buon mattino, fate subito una tappa lì. Nel caso la stanza non sia ancora pronta, almeno fatevi dare la “magic card” e partite in esplorazione.

L’accesso al centro di San Marino è interdetto alle auto e conseguentemente dovrete lasciare la vostra amica vettura in uno dei parcheggi (a pagamento) attorno alle mura. Tutti i parcheggi sono numerati, da 1 a 12: consiglio vivamente di optare per il 9. Innanzitutto perché è un multipiano (e penso anche il più grande dei 12) e difficilmente lo troverete esaurito; in seconda battuta perché attraverso gli ascensori potrete accedere alla partenza del trenino, che vi porta a spasso per San Marino (anche se ritengo valga la pena fare il tour alla sera), ed alla porta di San Francesco. Questa porta, che è un’autentica fenditura nel terzo girone delle mura fatta nel Trecento, è anche l’accesso principale al centro del “borgo” medievale e, mentre in passato era un posto di guardia, peraltro chiuso ogni sera, oggi davanti all’ingresso, sempre aperto, vi è solamente un vigile dalla caratteristica divisa gialla e blu che tutela l’incolumità di chi attraversa la strada, apprestandosi “ad entrare nel Medioevo”, il tutto “sotto lo sguardo” di sculture in pietra che rimandano allo stemma della Repubblica (per onestà, anche qualora optiate un altro parcheggio e quindi un’altra entrata della città, una breve visita alla Porta può valere la pena).

Varcata l’antica porta…ecco a voi il Medioevo! Infatti alla vostra destra, subito accanto all’antico varco, il Museo delle torture medievali, così anche i più sadici possono trovare la giusta soddisfazione… Vale la pena sottolineare che questo museo è privato e come tale ha un costo che si aggira sui 7,5/8 euro (non ricordo più con esattezza l’ammontare, ma il range di prezzo indicato è sostanzialmente valido per tutti i musei privati sanmarinesi), ma voi, che non sarete turisti sprovveduti, avrete la vostra mitica “San Marino Card”, che vi permetterà di risparmiare 3/4 euro…

Affrontata questa prova di sadismo, a questo punto non vi rimane che fare ricorso al vostro atletismo ed inerpicarvi tra le viuzze dell’antico borgo: se lo shopping è la vostra passione, probabilmente la vostra fatica sarà alleviata poiché sono veramente poche le stradine che non abbiano su ambo i lati dei piccoli negozietti (con una prevalenza peraltro di quelli specializzati in armi o in abbigliamento): va detto che pur essendo in territorio “straniero”, le possibilità di fare acquisti con forti risparmi sono piuttosto limitate. Sicuramente i profumi ed alcolici, in modo limitato le sigarette (circa 0,5 euro a pacchetto in meno rispetto all’Italia) e forse le armi, oltre ad eventuali sconti praticati da alcuni esercizi convenzionati ai possessori della mitica card… per i restanti articoli, non vi sono grandi risparmi!

Dopo aver superato il primo tratto di salita e le prime tentazioni dello shopping compulsivo, eccovi in Piazza del Titano, dove incontrerete il primo museo statale, il Museo di Stato. Non ricordo quanto costi il biglietto d’entrata al singolo museo, tuttavia, ho optato fin da subito per “l’opzione combo”: con 10 euro, si ha la possibilità di acquistare un unico biglietto cumulativo che vi dà l’accesso, saltando eventuali code alle casse, ai 5 musei di Stato (Museo di Stato, Torre Guaita, Torre La Cesta, Pinacoteca e Palazzo Pubblico). Per gli attenti al risparmio (altrimenti detti spilorci), la tessera può essere restituita una volta che si sono ultimati i musei con la restituzione della cauzione di un euro…altrimenti può anche essere utilizzata per ottenere sconti presso i parchi della riviera romagnola (sicuramente presso l’Italia in Miniatura, dove ho risparmiato circa 5 euro sui 2 ingressi). Ma ora siete al Museo di Stato…. Nei 3 piani, troverete vari reperti della storia sanmarinese, dei suoi fondatori e delle sue istituzioni, vari quadri con soggetto i santi protettori del piccolo Stato, una discreta raccolta numismatica, oltre a reperti di popolazioni più antiche (etruschi, romani…) rinvenuti nel territorio sanmarinese.

Usciti dal museo, vi consiglio di percorrere Via Eugippo, dove, sovrastati dal Palazzo Pubblico, passerete a fianco della Loggia dei Balestrieri (che in origine era una cava da cui estrarre le pietre per la costruzione del Palazzo Pubblico e poi, dopo varie vicissitudine, è diventata sede per le esibizioni dei balestrieri) ed arriverete su una sorta di “terrazza naturale” (il Cantone) da cui potrete vedere una parte consistente del litorale riminese, oltre che l’arrivo della funivia che da Borgo Maggiore porta al centro di San Marino (anche se parlare di funivia, data la lunghezza del tragitto, è piuttosto azzardato… si potrebbe quasi assimilare ad un’ascensore, per ripidità nella salita e durata del viaggio, ma rende bene l’idea di quanta strada in salita abbiate già percorso). Peraltro, subito a fianco della funicolare, qualora ne aveste la necessità, si trova anche l’Ufficio Turistico.

Giusto perché siamo all’inizio del viaggio e non bisogna dare modo alla fatica di vincere (peraltro, una domanda che mi sono posto, subito in modo scherzoso, ma poi sempre più serio è stata questa: ma la moltitudine di defibrillatori sparsi per il territorio sanmarinese, e non solo nel centro storico, è riconducibile alle salite che lo caratterizzano o si tratta semplicemente di un eccesso di prudenza, che tuttavia potrebbe in molti casi salvare delle vite?), percorrete contrada del Pianello, senza prestare attenzione ai profumi che fuoriescono dalle cucine dei ristoranti posti su questa via (che è anche un belvedere naturale sulle colline e sugli appennini circostanti) ed arriverete in Piazza della Libertà dove ha sede Palazzo Pubblico, forse il più conosciuto edificio di San Marino, con le guardie, dalla caratteristica divisa verde e rossa, sovrastato dalla Torre dell’Orologio. Dotati della tessera multimuseo, supererete la coda ed entrerete in quello che è l’attuale Parlamento sanmarinese e non è poi così inusuale aggirarsi nel grande androne d’ingresso ammirando il soffitto e le sue decorazioni, mentre a fianco passa il Capitano Reggente (che a quanto mi è parso di capire, corrisponde al nostro Presidente della Repubblica, anche se le mie nozioni di diritto pubblico sanmarinese sono piuttosto limitate per non dire tendenti a 0). Salendo poi l’antica scalinata, arriverete ai piani superiori dove troverete il primo “parlamento” e l’attuale sede delle riunioni dell’organo amministrativo: per entrambe, però, scordate le immagini di Montecitorio e immaginate piuttosto la sede dei consigli comunali, un po’ più evoluta dal punto di vista tecnologico (ovviamente mi riferisco all’aula tuttora in uso). Inoltre, a ricordare ai rappresentanti dei cittadini che siedono nell’aula i valori di libertà che hanno nei secoli contraddistinto la vita sanmarinese (oltre che a fornire un flash visivo in merito a ciò a tutti i turisti), vi è un’opera murale del Retrosi.

Terminata la visita al palazzo, complici anche le molteplici soste ai vari negozietti, si è fatta ora di pranzo: uno spuntino veloce è più che consigliato se si vuole riuscire a continuare le visite nel pomeriggio e non stramazzare al suolo. Attenzione però ai posti che andrete a scegliere: pur essendo fuori Italia, anche qua sanno bene come massimizzare i profitti approfittando dei turisti… Sicuramente non ho mai trovato situazioni vergognose (di cui talvolta abbiamo notizia sui giornali), però alcuni locali offrono piatti che paiono usciti da una catena di montaggio… per la carità, assolutamente mangiabili e neanche a prezzi eccessivamente scandalosi, pur non essendo bassi, ma la qualità è ben altro. Tuttavia, l’occhio di un turista un minimo scafato riconosce al volo i locali dove è meglio lasciare ad altri i posti disponibili e in quali locali, per contro, è opportuno fare una sosta (e non sono pochi)…

Bene, ora che avete “buttato nuova benzina nel serbatoio”… le vostre gambe saranno pronte per nuove salite. Da Piazza della Libertà, portatevi in contrada della Pieve: dopo un primo pezzo in salita (guarda un po’…) vi troverete nel Piazzale Domus Plebis, su cui si affaccia la Basilica di San Marino. Se siete particolarmente religiosi potete sostare per una preghiera, se siete amanti dell’arte potrete ammirare lo stile e gli affreschi, se né l’arte tantomeno le questioni divine vi appassionano particolarmente, beh…potrete sempre ammirare uno dei posti più caratteristici della piccola Repubblica.

Riprendendo Contrada della Pieve, passerete a fianco degli Orti Borghesi dove, peraltro, è allestito una zona picnic attrezzata (qualora non vi fidiate dei ristoratori sanmarinesi ed optiate per il pranzo al sacco) ed in breve sarete alla Salita alla Rocca, che con la sua pendenza piuttosto proibitiva, seppur breve, vi condurrà alla prima torre, la Guaita. Tuttavia, appena prima di affrontare l’ultimo tratto in salita, vale la pena effettuare una sosta presso una specie di altro terrazzo naturale che, oltre a permettervi di riprendere fiato (e chi non è abituato a camminare ben gradirà), vi permetterà di godere di un panorama mozzafiato, vale a dire buona parte della riviera sottostante. Il litorale che vedete è pur sempre lo stesso che avrete visto qualche ora prima al Cantone, ma la diversa angolazione e soprattutto la diversa altezza fanno si che una sosta, seppur breve, sia cosa quantomeno giusta.

A questo punto, siete pronti per la vostra prima torre (intesa anche come prima in ordine cronologico di costruzione)… armati del vostro ticket “multimuseo”, salterete le code alla cassa ed entrerete direttamente nell’ampio cortile della Guaita e vi troverete tutto ad un tratto catapultati indietro di qualche centinaio d’anni… i giardini, molto curati e fioriti, hanno ben poco di medievale, ma tutto il resto parla di una storia lunga secoli. Subito a fianco dell’ingresso, troverete una piccola cappella, dedicata a Santa Barbara, la patrona degli artiglieri. A fianco della piccola chiesetta parte il percorso lungo le mura di camminamento dalle quali si può vedere il panorama sanmarinese a 360°. La Torre poi, terminata la sua funzione difensiva, fu trasformata negli anni in carcere (solo circa quarant’anni fa ha mutato destinazione d’uso). Ancora oggi tuttavia sono visitabili alcune antiche celle: ottimo panorama, non c’è che dire, ma un tantino anguste… In ultimo, non si può non visitare la torre più alta: dai gradini in pietra posti all’ingresso, si sostituiranno scale in legno che vi porteranno al primo e secondo piano, per essere poi sostituite da una scala a pioli e nell’ultimo tratto dai pioli direttamente cementati nel muro. A questo punto sarete in cima alla torre, da dove un tempo il guardiano suonava la campana per avvisare i sanmarinesi di un avvistato pericolo. Al di là della curiosità di scoprire i posti dove una volta si “dava l’allarme”, la scalata merita la pena per il panorama che offre. La primissima cosa che vi balzerà all’occhio è quanto sarà in basso il Palazzo Pubblico dove eravate fino a poco fa. E in secondo luogo, lo spettacolo del territorio circostante che dagli appennini scende dolcemente fino alle spiagge, cambiando continuamente colori, a seconda delle coltivazioni e della vegetazione presente. Senza avere la pretesa di essere fotografi professionisti, l’ascesa alla cima della prima torre merita solamente per la possibilità di scattare una foto al paesaggio, per poi magari porla in confronto con quelle già scattate nei precedenti terrazzi naturali e vedere come cambia lo stesso paesaggio se visto da angolazioni e altitudini diverse.

Finita la visita alla Guaita, siete pronti per affrontare la vostra seconda torre, la Cesta, alla quale si giunge lungo un sentiero sul costone della rupe che collega la prima con la seconda fortezza. Questo tragitto è detto il Passo delle Streghe, che però io ho ribattezzato il Passo dei chioschi, stante il susseguirsi di questi piccoli negozietti specializzati per lo più in gadget o in street food. Superata la schiera di chioschi, eccovi giunti alla Cesta. Come sempre, armati del vostro biglietto, salterete la coda e piomberete nuovamente indietro di qualche secolo. La Cesta, oltre ad essere la seconda fortificazione trovata sul vostro cammino, è pure la seconda in ordine temporale di costruzione ed ha una caratteristica in comune con la Guaita: l’essere stata utilizzata nei secoli passati come carcere. Pur essendo posta sulla punta più elevata del Monte Titano, ritengo che il panorama migliore lo si possa godere però dalla Guaita, o forse è solo una sensazione mia dovuta al fatto che la fortificazione è un po’ più piccola rispetto all’altra e quindi dà la sensazione di essere più in basso… o forse è solo l’acido lattico accumulato nei muscoli che mi ha rimbecillito… in ogni caso, oltre ad una passeggiata sulle ronde di camminamento, all’interno della Cesta è possibile visitare la collezione di armi antiche, posta sui 2 piani dell’edificio: dalle armature alle lance, un ampio scorcio di Medioevo è di fronte a voi…

San Marino, tuttavia, ha tre torri: l’ultima, il Montale, tuttavia non è visitabile, stante anche la porta d’accesso posta a diversi metri d’altezza. Tuttavia, poiché avrete sinora camminato ancora poco, sarete pronti ad affrontare la salita al Montale tra la folta vegetazione per avvicinarvi alla terza e ultima costruzione. Con la conclusione della visita alla terza torre, direi che il primo giorno può considerarsi concluso…

Il ritorno all’hotel, con una salutare doccia, può essere un buon modo per prepararsi all’aperitivo e poi alla cena (per la quale valgono sempre le stesse raccomandazioni del pranzo). Dato poi che le occasioni che vi possano portare ad una vita notturna frenetica, in San Marino, sono piuttosto poche, per non dire nulle, un giro con il trenino, con partenza dal piazzale del parcheggio 1, per la San Marino by night può essere un buon modo per finire il primo giorno del vostro breve soggiorno medievale.

Il mattino dopo, magari con le gambe un po’ indolenzite nel caso voi e l’attività fisica siate lontani parenti, potrete riprendere il vostro cammino per le vie di San Marino. Il vostro biglietto multimuseo vi permetterà ancora di visitare la pinacoteca, posta nelle vicinanze della Porta San Francesco. Da non perdere poi, oltre all’acquisto dei vari gadget, il museo delle curiosità (esposizione privata in cui sono presenti le stranezze più singolari, sia relative a caratteristiche fisiche di vari personaggi che sono entrati nel guiness dei primati e che qui è riprodotto a grandezza naturale, sia a oggetti appartenenti ad un passato più o meno remoto), la porta della Fratta (peraltro vicina al Museo delle curiosità), il museo dell’emigrante ed il museo delle cere (che tuttavia ha ben poco a che fare con la qualità delle statue esposte in altre capitali europee…).

Con ciò, sarete pressochè giunti all’ora di pranzo, giusto in tempo per una breve sosta e poi risalire in auto con direzione Gradara e salutare la piccola ed antica Repubblica sanmarinese. Qualora, come me, non siate esperti delle strade e dei luoghi, ancorchè in linea d’aria i 2 borghi sono discretamente vicini, evitate di fare come chi sta scrivendo, che ha impostato il navigatore in modalità “Evita le strade a pedaggio”… Ho finito per fare tutte strade, anzi stradine, strettissime, tortuose e piene di sali e scendi… Ho avuto modo senza dubbio di conoscere i paesini arroccati sull’appennino, ma l’arrivo a Gradara è stato sospirato quanto un’oasi per un viadante nel deserto… senza contare che poi, in termini di tempo, non sono neanche poi così sicuro di aver guadagnato molto rispetto all’opzione di tornare a prendere l’autostrada e fare 2 uscite… E quindi, dopo questo viaggetto, più o meno breve che sia, eccoci a Gradara, la patria degli innamorati danteschi Paolo e Francesca!!! Va detto che appena entrati nel paese non è necessario esseri devoti fans del Sommo Poeta per riuscire a fare un balzo indietro nel tempo… anche chi, come il sottoscritto, ha, a suo tempo, appiccicato quattro concetti in testa per superare l’interrogazione di italiano alle scuole superiori riesce in questo esercizio senza grandi sforzi.

Gradara è un piccolo borgo circondato da mura, tanto che mezza giornata è più che sufficiente per visitarlo interamente, eppure ogni angolo “profuma” di Medioevo. Entrando dalla porta principale, che apre alla salita che conduce dritta al castello (il borgo ha anche 2 entrati laterali, ma questa è la principale), si incontra subito l’ufficio turistico, a destra subito dietro il varco. Qua, oltre ad informarvi sul paese, potrete salire sui camminamenti di ronda, fiancheggiando la parte sinistra delle mura del borgo. Nulla di troppo impegnativo (salvo che abbiate difficoltà a fare le scale dato che non ci sono ascensori) o lungo (circa 200 metri), ma al modico costo di 1 euro vale comunque la pena provare: lo spettacolo formato dalla visione del borgo dall’alto delle mura da un lato e, dall’altro, la possibilità di “sovrastare” il litorale romagnolo (peraltro Gradara è posta alla sommità di un promontorio che sovrasta Gabicce) non va perso (meglio, secondo me, se si fa alla sera, appena prima della chiusura, con tutta la riviera illuminata). Inoltre, qualora optiate per “l’opzione combo visita al castello e ronde di camminamento” e non abbiate ancora compiuto 26 anni, avrete diritto al biglietto di ingresso ridotto (che, se la memoria non mi inganna, dovrebbe costare complessivamente 3 euro).

Salendo verso il castello, poi, si incontra subito il museo (privato) di Gradara che, al costo di 4 euro, permette una breve visita all’esposizione di pezzi di storia medievale (principalmente connessi alla vicenda dei 2 sfortunati amanti), di attrezzi di tortura medievale, di arnesi utilizzati (anche in tempi più recenti rispetto al Medioevo) in ambito agricolo ed un breve tratto delle grotte sotto il borgo. Sicuramente non vale la pena venire sino a qua solamente per vedere questo museo, ma comunque una volta a Gradara è un buon modo per immergersi ulteriormente nel passato.

Esattamente di fronte al museo è posta la chiesa del piccolo paese (che però non ho visitato e non posso esprimere giudizi su eventuali opere all’interno), mentre continuando la salita, attorniati da piccole botteghe che vendono gadget legati alla storia del luogo e da ristoranti, si giunge al castello (che invece merita assolutamente la pena di essere visto). Passando sul ponte levatoio che sovrasta l’antico fossato (ora vuoto), si entra all’interno del castello e si inizia la visita: le prigioni, la foresteria e la cappella al “piano terra”, mentre al primo piano troviamo i saloni per i ricevimenti, le camere da letto (tutte rigorosamente con letti a baldacchino), la camera di Francesca con ancora intatta la botola da cui, come vuole il Sommo Poeta, Paolo tentò invano la fuga, vestiboli, tutti rigorosamente con le volte e le pareti affrescate con opere dei principali artisti dell’epoca, spesso e volentieri ritraenti i signori locali.

Terminata la visita al castello (fatta con estrema calma per poter godere appieno lo spettacolo), non vi rimane che il museo dell’aria (dove vengono fatti esibire rapaci, anche se quando siamo stati noi gli spettacoli erano già terminati), la passeggiata che circonda l’intero borgo (bella passeggiata immersi nella natura, ancorchè la possibilità di vedere il castello dal basso da un lato e contare le auto che passano sull’autostrada sottostante dall’altro, non è proprio il massimo), la ricerca di un buon ristorante per la cena ed il ritorno al parcheggio dove avete lasciato l’auto.

Un ultimo consiglio, per concludere… noi abbiamo organizzato il tour all’ultimo e senza troppa pianificazione: se tuttavia pensate di andare, soprattutto d’estate, visitate preventivamente i siti (o contattare direttamente) degli uffici turistici delle 2 località: spesso vengono organizzate manifestazioni, principalmente a carattere storico alle quali, pur non avendo potuto assistere ma avendone sentito parlare, posso desumere che non siano da perdere.

Sperando di esservi stato utile o di aiuto, vi auguro un felice soggiorno!

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Panorama dalla Torre Guaita - San Marino

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La Guaita - San Marino

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L'ingresso di Gradara by night



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