Le capitali degli zar

MOSCA, SAN PIETROBURGO Viaggio semiserio da Mosca a San Pietroburgo e viceversa; luoghi, persone, situazioni, cose “normali”, “curiose” e… “strane” così come sono state “viste” dal sottoscritto. PREPARAZIONE L’idea di un viaggio in Russia era nata da qualche tempo; le informazioni sui documenti necessari e sulla loro...
Scritto da: Antonio C.
le capitali degli zar
Partenza il: 17/08/2004
Ritorno il: 27/08/2004
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
MOSCA, SAN PIETROBURGO Viaggio semiserio da Mosca a San Pietroburgo e viceversa; luoghi, persone, situazioni, cose “normali”, “curiose” e… “strane” così come sono state “viste” dal sottoscritto.

PREPARAZIONE L’idea di un viaggio in Russia era nata da qualche tempo; le informazioni sui documenti necessari e sulla loro preparazione, trovate su Internet, sembravano piuttosto complesse se affrontate come viaggiatore “self-service” e per questo lo avevo rimandato nel tempo.

Ora, però, sembrava arrivato il momento giusto per farlo; (santo) Internet si è rivelato utilissimo sia per l’ottenimento del visto che per la prenotazione degli alberghi e dei trasporti in loco.

Riassumendo, l’intera trafila si è risolta nel seguente modo: innanzitutto si richiede un “voucher” di invito ad una delle apposite agenzie russe (pagando s’intende); indi si stipula un’assicurazione sanitaria relativa al periodo di permanenza in Russia (sempre pagando, s’intende); con questi documenti, una foto, il passaporto (ovviamente) e un altro paio di form scaricabili dal sito dell’ambasciata russa (senza pagare stavolta) si va al consolato dove, dopo una “classica” fila e il versamento di un’altra quota, si lascia il tutto con la promessa (e la speranza) di riaverlo di lì a qualche giorno.

Nel frattempo ho prenotato il volo (Mosca a.R.), gli alberghi (Mosca, S.Pietroburgo) ed il treno (Mosca-S.Pietroburgo e v.V.); per quest’ultimo ho optato per una soluzione preventiva “internettiana” per evitare di dover interloquire con gli addetti alla biglietteria in loco (Mosca) in… cirillico (sulla lingua ne dirò più avanti).

Ripreso il passaporto “vistato” (bontà loro), fatte le valige si parte per la Россия (assaggio di cirillico!) MOSCA Città sterminata ma la metropolitana, molto estesa e conveniente, accorcia le distanze; il biglietto costa 10 rubli e si arriva presto un po’ dappertutto; inoltre val la pena di passarci anche solo per ammirare l’architettura di alcune stazioni.

Si scende verso i treni con una scala mobile piuttosto veloce, lunga e sempre piena di gente tanto che si fa sempre la fila per prenderla (in salita o in discesa non fa differenza), anche a sera inoltrata; normalmente ci sono tre scale: una scende, una sale e la terza… sta ferma; quando la situazione del congestionamento da traffico… umano arriva al limite di guardia (a volte lo supera) un inserviente decide (bontà sua!) di far partire anche la terza, in salita o in discesa.

La puntualità dei treni nella metro è quasi… svizzera: il tempo medio di attesa sulla banchina è di due minuti con un minimo di 40 secondi (provato dal sottoscritto) ed un massimo di tre minuti, anche nei giorni festivi.

Il cirillico (intendo quello scritto) può creare dei problemi, all’inizio, in particolare per capire quale metropolitana prendere, in quale direzione e dove scendere per evitare di trovarsi, senza colpo ferire, direttamente sul… mar baltico; tuttavia, una volta capito l’alfabeto, a parte qualche lettera un po’ particolare, si riesce a leggere.

In albergo i rubinetti dell’acqua calda e fredda sono invertiti rispetto al resto del mondo e per avere l’acqua calda c’è da aspettare anche un quarto d’ora, per cui al mattino ci si sveglia con conseguente anticipo per aprirli e cominciare a far scorrere l’acqua che, tra l’altro, all’inizio è un po’ giallastra ergo è bene fare scorta di bottiglie d’acqua minerale nei supermarket (liscia per evitare l’inconveniente delle bollicine di quella gassata mentre ci si lava i denti).

In giro per Mosca Primo: evitare contatto alcuno con qualsivoglia tutore dell’ordine; specialmente nelle vicinanze del Cremlino, i poliziotti tendono a fare dei controlli chiedendo i documenti; l’iniziativa è più che lodevole, soprattutto con i tempi che corrono, tuttavia voci internettiane dicono che, talvolta, qualche solerte tutore tende ad… andare oltre per cui una volta in possesso del passaporto riscontrerebbe qualche fantomatica irregolarità che per essere sanata richiede il versamento di un… obolo “brevi manu”. Un altro motivo per evitare questi incontri era che, non conoscendo il russo, temevo di dare risposte non chiare alle inevitabili domande, innescando un loop di ulteriori richieste che sarebbe degradato comunque a mio danno. Un’eventualità del genere mi è capitata a San Pietroburgo ma ne riparleremo in quell’occasione.

La piazza Rossa è molto vasta anche se ho avuto l’impressione che fosse comunque meno estesa di piazza Tianan’men a Pechino; è chiusa durante la mattina con delle transenne per cui ci si muove ai margini; tutto questo è dovuto al fatto che sulla piazza c’è l’ingresso al mausoleo di Lenin; al termine delle visite la piazza viene aperta con grande gioia dei turisti, russi e non, che sciamano felici di poter calpestare il suolo teatro di tante vicende storiche, di un passato neanche tanto remoto.

Il Cremlino visitabile (per accedere al sito si fa una fila di circa mezz’ora) è costituito da una serie di chiese (cattedrali) dislocate attorno ad una piazza all’interno della cinta delle mura e dal tesoro posto in un altro edificio; il resto è off limits, tant’è che non è infrequente sentire i fischietti delle guardie dislocate qua e là che richiamano all’ordine qualche turista un po’… intraprendente o semplicemente più… distratto degli altri che fuoriesce dagli spazi consentiti.

I russi sono un po’ diffidenti nel contatto verbale con il proprio prossimo ma una volta rotto il ghiaccio, poi non si fa fatica a “parlarsi” (i gesti aiutano non poco).

Se qualcuno ha intenzione di girare in macchina per Mosca e la Russia in generale, sappia che: -i russi al volante corrono come pazzi, senza distinzione tra dentro e fuori città; -non hanno l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza; -non hanno l’obbligo dell’assicurazione: gli incidenti vengono regolati “brevi manu” sul momento; -non hanno l’obbligo di indossare il casco se vanno in moto; -non hanno l’obbligo di rispettare le strisce pedonali (per i pedoni è meglio usufruire dei sottopassaggi per attraversare le strade) -non esistono parcheggi a pagamento.

ARBAT ulica E’ una strada dedicata al traffico… pedonale (lo “struscio”) dove si affacciano vari locali tra cui il “solito” McDonalds, il “solito” ristorante italiano, le “solite” birrerie, un ristorante giapponese che propone il costosissimo sushi and so on…; in mezzo ci sono le bancarelle dei “soliti” souvenir (contrattare sempre il prezzo di qualunque cosa che può arrivare anche alla metà del primo prezzo sparato dal venditore) e, alla sera, i soliti gruppi “alternativi” che propongono musica; non mancano i “soliti” ritrattisti e chi staziona con cani, gatti, conigli e altri animali da proporre ai turisti per una foto-ricordo.

Curiosità moscovite Ho visto… …Il “solito” italiano che davanti ai libri dei vangeli custoditi nel tesoro del Cremlino ha esclamato:” Ma che sono? I libri delle ricette per il pranzo della domenica?” …Che le giovani russe non fanno mistero di indossare calze…Autoreggenti …Molti moscoviti usare l’auto parcheggiata in strada per molteplici attività: per dormire, per giocare (con i giochi del telefonino, con i cruciverba…), per ascoltare la radio, per dedicarsi a piccoli lavoretti d’intaglio o di elettricità, per leggere…; insomma l’auto è considerata una valida alternativa alla dimora abituale dove si può fare quello che si vuole senza che altri disturbino.

…Un’auto non fermarsi al semaforo rosso né al successivo alt del poliziotto il quale ha prontamente annotato il numero di targa comunicandolo alla centrale via radio; credo che quell’automobilista verrà tosto prelevato e portato sulla piazza Rossa dove verrà “scorticato” vivo davanti al mausoleo di Lenin a perenne monito.

VERSO S. PIETROBURGO Andando da Mosca a S.Pietroburgo in treno (ho fatto il viaggio di giorno) mi sono ritrovato in un vagone con scompartimenti a letto: in ognuno c’erano quattro letti, due in basso e due in alto; quando avevo prenotato il posto tramite Internet non avevo idea di trovare una cosa del genere per cui sulle prime sono rimasto un po’ interdetto ma poi mi sono adeguato; mi sono preparato il letto (erano a disposizione il materasso, le lenzuola, la coperta ed il cuscino comprensivo di federa) e mi sono ben disposto per il lungo viaggio (8 ore) durante il quale ho avuto modo di osservare da vicino i russi miei compagni di viaggio: -il primo era un signore attempato che ha passato tutto il tempo sdraiato a mandare e ricevere SMS sul telefonino; -gli altri due erano un ragazzo ed una ragazza, fidanzati a giudicare dall’atteggiamento che avevano l’uno con l’altra; lei sembrava piuttosto sofferente, non era chiaro se fisicamente o psicologicamente, mentre lui tentava senza molto successo di consolarla.

Mentre si viaggia si può chiedere al personale responsabile del vagone (di solito sono ragazze alte, bionde e con gli occhi azzurri) una tazza di tè (gratuito) che si può prendere da un apposito samovar insieme a qualche tavoletta di cioccolato o dolciume similare (a pagamento).

SAN PIETROBURGO Città splendida sorta in un posto infelice dal punto di vista climatico: la bella stagione dura solo due mesi, giugno e luglio (nella seconda metà di agosto il sottoscritto è ripartito verso Mosca con 12°C di temperatura esterna mentre nella capitale il termometro si attestava abbondantemente sopra i 25°C); in primavera le strade sono ricoperte dalla fanghiglia del disgelo; cionondimento la città mantiene un fascino indiscutibile tanto che molti turisti vi si trovano bene anche e soprattutto d’inverno… de gustibus.

Il lenzuolo col buco In albergo capisco finalmente il corretto uso del lenzuolo col “buco”; nell’albergo di Mosca mi ero ritrovato con la copertura del letto così composta (partendo dal basso): lenzuolo di sotto, lenzuolo di sopra con un ampio “buco” al centro e, sopra, copertina; la domanda sorta spontanea era sul reale utilizzo di quel buco; comunque, poiché faceva abbastanza caldo, avevo eliminato la coperta ed usato il semplice lenzuolo trascurando il buco al centro.

A San Pietroburgo il mistero è svelato (anche perché la temperatura esterna più bassa “obbligava” ad usare anche la coperta): il lenzuolo col buco è in realtà una specie di “sacco” che contiene la coperta; l’idea sembra ottima ma, secondo me, un po’ onerosa per via della “fatica” necessaria ad introdurre la coperta nel lenzuolo/sacco, operazione che le signore del posto faranno senz’altro in pochissimo tempo.

Gatti in chiesa Visitando le splendide chiese di S.Pietroburgo (valga per tutte quella della fortezza dei SS. Pietro e Paolo) si nota all’ingresso un cartello che vieta l’ingresso agli animali e, in particolare, ai cani; tale divieto, evidentemente, non si applica ai gatti che sono liberi di scorrazzare all’interno dei templi senza problema alcuno.

Giusto mentre giravo nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo, rapito dalla magnificenza delle tombe (è il pantheon dei Romanov fino a Nicola II, trucidato con la sua famiglia nella rivoluzione bolscevica dell’inizio ‘900), mi è caduto lo sguardo su un grasso… gattone che sonnecchiava beatamente su uno sgabello posto su un lato della chiesa, totalmente incurante dei vari turisti che, ovviamente incuriositi ed attratti dall’elemento felino, cercavano di catturare la sua attenzione con fischi e versi vari accompagnati da opportuni gesti.

Il mare di San Pietroburgo In realtà non c’è un vero e proprio mare balneabile; laddove la città si affaccia sul golfo di Finlandia esistono delle porzioni di “spiaggia” piuttosto pietrose alternate a sottili lingue erbose.

Ciononostante i pietroburghesi, che soffrono il gelido inverno per molti mesi all’anno, fanno di tutto per poter godere di quel poco sole che il clima estivo offre; per questo approfittano di tutti quei luoghi più o meno balneabili come le pseudo spiagge dette sopra o le rive della Neva intorno alla fortezza dei SS. Pietro e Paolo; qui ci sono ampi spazi erbosi per cui ci si può anche distendere a prendere la… tintarella; tuttavia temo che l’acqua sia… da brividi ma c’è qualche temerario che vi si immerge trovando refrigerio(!) alla… calura esterna! Diversità dei prezzi Per visitare alcune splendide opere (Ermitage, basilica di S.Isacco, ecc…) bisogna pagare un biglietto ad un costo maggiore rispetto a quello che pagano i russi ed i cittadini della CSI in generale; la differenza è più o meno di 100 rubli (quello che pagano loro) contro 250-350 (quello che sborsiamo noi).

Prospettiva Nevskij E’ lo “struscio” di San Pietroburgo, sempre affollata, notte e giorno; io l’ho percorsa tutta, a piedi (sono circa 4 km. E mezzo); il tratto che va dall’Ermitage fino alla stazione Mosca è molto caratteristico con i tipici palazzi russi e una moltitudine di gente che sciama da tutte le parti; dalla stazione diventa piuttosto anonima fino al monastero Alessandro Nevskij; qui si può visitare la chiesa (con il solito gatto che ci scorrazza dentro), pagando il biglietto perché si è turisti (i russi non pagano), e i due cimiteri dove sono sepolti alcuni “grandi” russi (Tchaikovsky, Dostoevskij, ecc…) pagando un altro biglietto che, curiosamente, viene venduto appena si entra nel complesso per cui si pensa, errando, che valga anche per la chiesa(!); il biglietto per questa, invece, è venduto più avanti.

Curiosità Pietroburghesi Ho visto… …Giocare a pallavolo nel museo dell’Ermitage (era un cortile interno ma ben visibile dalle stanze del museo).

…Italiani (siculi) che davanti all’arco di trionfo della piazza dell’Ermitage sostenevano di essere davanti ad un…Ponte.

…Il sottoscritto prendere una multa (50 rubli!) all’ingresso della metropolitana per non aver fatto passare il voluminoso valigione dall’apposito tornello.

…Ragazze russe, studentesse probabilmente, prendere il sole sulla “spiaggia” pietroburghese sul golfo di Finlandia mentre si passavano tranquillamente una “canna” l’un l’altra (ma con quasi nessuno in giro).

Il ritorno verso Mosca, sempre in treno come all’andata, è stato accompagnato da un cielo plumbeo con temperature ben basse per essere agosto ma come detto all’inizio, l’estate di S.Pietroburgo è piuttosto breve mentre a Mosca il tempo continuava ad essere sul bello stabile con sole e temperatura vicino ai 30°!! Mosca e S.Pietroburgo rappresentano due anime distinte dello stessa terra; una megalopoli la prima dove tutto è gigantesco, enorme: il Cremlino, i palazzoni voluti da Stalin, le strade sempre brulicanti di folla, in centro come in periferia, di giorno come a sera inoltrata, la metropolitana capillare con le sue molteplici linee sempre affollate, i parchi; inoltre girando per le sue strade si “sente” un maggior controllo con un discreto numero di poliziotti in giro e, comunque, l’aria storica che si respira dentro e fuori dai suoi monumenti, musei e chiese risale ad oltre un millennio fa.

S.Pietroburgo è molto più recente, ha soltanto due secoli di vita e, comunque, i suoi monumenti e le sue costruzioni sono ricchi di interessanti testimonianze storiche (valga per tutti l’Ermitage con il palazzo d’Inverno); è una città più delicata che invita a girare per le sue strade con tranquillità, senza fretta; il suo orizzonte è costellato di palazzi non particolarmente alti né “giganteschi”; il palazzo d’inverno e gli altri edifici limitrofi si inseriscono con riguardo ed attenzione nell’arredo urbano tanto più perché buona parte del centro di San Pietroburgo è stata disegnata e costruita nel ‘700 e ‘800 da insigni architetti italiani.

Due città diverse, ma abitate da un popolo che ha passato identiche traversie (guerre napoleoniche, seconda guerra mondiale…), che ha reagito allo stesso modo per risollevarsi dal buio in cui era precipitato prima con lo stalinismo e poi con il grigio burocratismo del secondo dopoguerra.

Due “corpi” ma un’anima sola.



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