Rovaniemi: Capodanno sotto zero

Il nostro Capodanno 2011 nella Lapponia finlandese
Scritto da: Bimbecha
rovaniemi: capodanno sotto zero
Partenza il: 28/12/2010
Ritorno il: 03/01/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Per questo Capodanno, decidiamo di regalarci il sogno ghiacciato di visitare la terra di Babbo Natale. Rovaniemi è il posto che fa per noi, nella Lapponia finlandese! L’organizzazione del viaggio è un po’ ostacolata dal fatto che gli hotel danno il tutto esaurito e le prenotazioni sono possibili solo attraverso le agenzie. Ci affidiamo alla nostra agenzia e così abbiamo in mano due biglietti per Rovaniemi via Helsinki per il 28 Dicembre. Io sono spaventata a morte dal fatto che in Lapponia faccia così freddo: pare si raggiungano facilmente i meno 30 gradi… Beh, vedremo. Partiamo da Roma Fiumicino con volo Finnair intorno alle 11 dopo essere passati al banco del nostro Tour Operator (Norama) presente in aeroporto per ritirare i nostri voucher. Il volo è piuttosto tranquillo e arriviamo ad Helsinki intorno alle 16,30 (in Finlandia c’è un’ora avanti rispetto all’Italia). In aereo ci sono dei monitor sui quali mostrano le immagini del decollo in quella fase e le informazioni generali del volo (km da percorrere, orario del luogo di destinazione, temperatura dell’aria); in fase di atterraggio, mostrano, inoltre, i gate di partenza dei voli successivi. Scendiamo dall’aereo alla ricerca del gate 20: abbiamo solo pochi minuti perché già stanno imbarcando. Il volo da Helsinki a Rovaniemi è molto più breve, circa 1 ora e mezza. Mettiamo piede finalmente in Lapponia! Anzi, la nostra agente Norama ci dirà che nelle fasi di atterraggio abbiamo già oltrepassato il Circolo Polare Artico! Ci sono -28°! Un freddo bestiale… Scesi dall’aereo, siamo al nastro ad attendere le nostre valigie e abbiamo tutto il tempo di osservare gli addobbi del piccolo aeroporto di Rovaniemi, tutto naturalmente sui temi artici e di Babbo Natale. Le valigie purtroppo non arrivano ma al banco ci dicono che sono ad Helsinki e che arriveranno con il volo della sera schedulato alle 21,30. Fuori dall’aeroporto, ci aspetta il pulmino che ci porterà in albergo in circa un quarto d’ora. Che spettacolo guardare il panorama innevato dal finestrino, quasi non sento neppure una parola di quello che recita pigramente la guida, vedo la neve ovunque… un paesaggio surreale. Sono circa le 18 quando arriviamo al nostro albergo, il Rantasipi Pohjanhovi. Ci assegnano la camera 407 e cominciamo ad ambientarci, tuttavia siamo un po’ preoccupati per le valigie. Non vorremmo trascorrere le nostre vacanze con le sole cose che abbiamo addosso… La camera è molto spartana: in legno chiaro l’arredamento, il parquet, un angolo salottino costituito da due poltroncine e un tavolino, tv (nessun canale italiano), frigobar e internet in camera gratuito via cavo (il cavo è già inserito nel modem: va collegato solo al proprio pc!); ancora più spartano (se non scomodo) il bagno: la doccia ha come piatto il pavimento quindi si allaga tutto ogni volta; inoltre il termo-arredo è sempre spento. Ripaga però tutti piccoli difetti che ha l’hotel la vista mozzafiato che ha la nostra camera! Dalla nostra finestra si osserva un panorama bellissimo: ci separa dalla foresta innevata il fiume Ounaskoski che è completamente ghiacciato, fatta eccezione per un tratto, proprio quello in corrispondenza del nostro hotel. Sulla sinistra sembra che possa essere toccato il ponte strallato dell’architetto Alvar Aalto che è sospeso sul fiume: in questo tratto, il fiume pare che non ghiacci proprio a causa delle correnti che si formano intorno ai piloni del ponte! Il ponte è anche detto “ponte candela” per la sua particolare forma triangolare e per un grosso lampione dalla luce arancione che ricorda la fiamma di una candela. Verso le 23, siamo in camera da un po’ quando ci raggiunge la bella notizia che le nostre valigie sono arrivate! Scendiamo alla reception per ritirarle e ci prepariamo per la nostra prima notte abbondantemente sotto lo zero! Quando ci svegliamo fuori è ancora tutto buio, eppure sono quasi le nove del mattino! Così vicino al polo nord le ore di luce durante l’inverno sono davvero poche nella giornata. Fuori la nostra finestra c’è un termometro che segna -32°, il paesaggio è mozzafiato! Dopo la colazione in albergo, raggiungiamo l’agente Norama nell’ufficio Safartica a cui il tour operator si appoggia per organizzare le escursioni o per dare qualsiasi tipo di assistenza. Ci accoglie Annamaria, una ragazza trevigiana gentile e informata che ci spiega un po’ tutte le cose da fare e ci illustra i vari safari che potremo fare. Adesso è giorno ma il termometro non accenna a salire: l’aria è limpida e immobile! Ci godiamo per un po’ il tepore dell’ufficio Safartica, scegliamo due escursioni per i due giorni seguenti e decidiamo di trascorrere il resto della giornata in giro per Rovaniemi così da scoprirla un po’, per familiarizzare con le strade, con lo scenario circostante e con i volti delle persone del luogo. Percorriamo il corso principale ed osserviamo l’architettura: l’intera città è stata progettata nel secondo dopoguerra da Alvar Aalto secondo un disegno ben preciso; la geometria della città, infatti, segue la forma stilizzata di una renna, animale simbolo di questi luoghi incantevoli ed incantati. In realtà, la cittadina non ci conquista più di tanto: tutti palazzi moderni e privi di ogni forma anche vagamente legata all’idea dell’Artico che ognuno porta con sé; niente casette in legno, costruzioni basse, legnaie o comignoli, solo palazzi, strade, ponti. Su questo siamo rimasti un po’ delusi: ci saremmo aspettati che l’atmosfera magica di questi luoghi si rispecchiasse almeno un po’ nella sua architettura… Comunque il nostro giro prosegue attraverso la piazza principale dove c’è un piccolo mercatino di oggetti dell’artigianato locale come cappelli di lana cotta, slitte in legno o pelli di renna, successivamente in due centri commerciali piuttosto vicini tra loro e, infine, ci dirigiamo verso il Museo Arktikum: il museo è dedicato a tutto quello che è legato all’area geografica al di sopra del Circolo Polare Artico (che in finlandese si dice Napapijri!): ci sono sale dedicate agli animali di queste zone o alle pietre preziose, un’altra in cui ci si può mettere sdraiati ad osservare la riproduzione di un’aurora boreale. Rimaniamo poco tempo nel museo e quando ne usciamo,nevica. Il cielo si è coperto di nuvole ma, per assurdo la temperatura sembra salita. Sulla strada del ritorno, ci fermiamo nel Mc Donald’s che si trova più a nord nel mondo per riprenderci dalle temperature artiche! Torniamo in albergo dopo aver dato un occhio in giro per la città: per strada c’è poca gente, in massima parte turisti; la temperatura è salita a -17° e continua a nevicare. Prima di scendere a cena in albergo per approfittare della mezza pensione che il tour operator ci ha obbligato ad acquistare, scendo al piano -1 del nostro albergo perché voglio provare la sauna: entro nel locale destinato alle signore e trovo a mia disposizione un costume da bagno, lo indosso e mi infilo in questo piccolo ambiente completamente rivestito di legno, con panche sempre in legno dove si può godere di un piacevole tepore. In sauna c’è un forno caldo con delle pietre bollenti sulle quali è possibile versare dell’acqua fredda che diventa immediatamente vapore aumentando così l’umidità dell’ambiente. Rimango dentro per circa un quarto d’ora, poi abbandono alle finlandesi che resistono molto più di me al vapore e sembrano perfettamente a loro agio. Dopo cena, indossiamo le tute termiche che Annamaria ci ha consegnato e usciamo nella neve della sera: raggiungiamo l’argine del fiume dietro il nostro hotel e mi tuffo nella neve fresca, che sensazione meravigliosa… Mi sento tornata bambina e faccio l’angelo della neve mentre Francesco è impegnato a fare delle foto bellissime di questi paesaggi bianchi e puri, immobili e incantevoli; quando ci sentiamo troppo infreddoliti, torniamo su ma non posso fare a meno di guardare dalla finestra questa splendida natura immacolata; il termometro segna -14°, scende una neve leggera che, illuminata dalla luce dei lampioni, sembra d’argento. Oggi è giovedì e abbiamo prenotato una delle tante escursioni tra le quali è possibile scegliere: il programma prevede la visita alla fattoria delle renne da raggiungere in motoslitta. L’appuntamento è alla mezza, così dopo colazione facciamo ancora un giretto per la città. Stamattina la temperatura non è bassa come ieri mattina, si aggira intorno ai -15° e, camminando, si sta bene. All’orario prestabilito la guida di Safartica ci viene a prendere in hotel e ci conduce in ufficio per consegnarci il casco, indispensabile per la guida delle motoslitte. Dopo aver indossato la “balaclava”, ossia un buffo passamontagna di cotone, e il casco, raggiungiamo il parcheggio delle motoslitte che c’è sul fiume Ounaskoski, proprio dietro il Pohjanhovi. La nostra guida, un giovane di origini siberiane di nome Yuri, ci spiega il funzionamento della motoslitta e ci insegna i quattro segni da utilizzare per comunicare al di sopra del rumore delle motoslitte. Inforchiamo il nostro mezzo e si parte! Il primo tratto lo facciamo sul fiume ghiacciato, sperimentiamo la motoslitta ed è divertentissimo! Intorno a noi paesaggi incantevoli: appena lasciata alle nostre spalle la città di Rovaniemi, si apre dinanzi a noi una natura incontaminata di alberi carichi di neve, di fiumi completamente ghiacciati e di renne libere nella foresta. Dopo un po’ lasciamo il tratto rettilineo del fiume e ci addentriamo nella foresta: seguiamo Yuri in questi sentieri tortuosi e impervi tra piccole paure quando la motoslitta scivola un po’ troppo sulle rocce e tanta meraviglia per quello che ci circonda. Raggiungiamo la cima di una collina, dalla quale si vede tutta la vallata imbiancata. Sembra un paesaggio dipinto da un pittore troppo fantasioso, invece è proprio lì davanti ai nostri occhi questa meraviglia della natura. Riprendiamo la gita, attraverso la foresta ma ci fermiamo poco dopo per una piccola sosta in una tenda tipica dei popoli Lapponi, i Sami. La tenda somiglia un po’ a quella degli Indiani d’America e al suo interno balla un caldo fuoco che riporta un po’ di calore nelle nostre povere mani intirizzite. Con Yuri c’è anche un’altra guida, Sebastian, di origine francese ma vive a Rovaniemi. Sebastian parla italiano così ci spiega che nelle “kota”, cioè le tipiche tende Sami, viveva un’intera famiglia; il fuoco veniva acceso dal capofamiglia al mattino presto e spento prima di addormentarsi. Di nuovo sulla nostra motoslitta, raggiungiamo la fattoria delle renne che ormai è quasi buio. Vediamo questi animali nei loro recinti, li accarezziamo, sembrano molto socievoli. Ci offrono del succo di mela caldo e ci conducono in una kota dove è acceso un bel fuoco vivace. Ci sediamo tutti intorno alla fiamma e uno sciamano del posto ci racconta la storia del suo cappello a 4 punte: un tempo i quattro venti soffiavano tutti contemporaneamente creando scompiglio e distruzione. Uno sciamano allora li invitò a riscaldarsi nella sua kota attorno al fuoco proprio come stiamo noi in questo momento. Con il tepore del fuoco, i quattro venti si addormentarono e lo sciamano rinchiuse ciascuno di essi in una punta del suo cappello. Quando i venti si risvegliarono e scoprirono di essere stati imprigionati, pregarono lo sciamano di liberarli: lo sciamano, prima di liberarli, si fece promettere che da quel momento in poi avrebbero soffiato ciascuno in una direzione e non contemporaneamente. Questa è la leggenda! Si dice inoltre che in memoria di questo episodio ogni lappone deve indossare un cappello con quattro punte. Lo sciamano ci trattiene nella sua kota per un altro po’ scherzando con noi e mettendo in scena alcuni riti buffi e simpatici. Arriva il momento di fare il giro sulla slitta trainata da una renna! Io e Francesco ci accomodiamo in una delle quattro slitte a disposizione e cominciamo il giro: la renna saltella trainando la nostra slitta ma, arrivata a un certo punto del breve percorso che dobbiamo coprire, si ferma: si guarda intorno, ci fissa, mangia la neve…la osserviamo per qualche minuto sperando che riparta quando all’improvviso comincia a correre forsennatamente. Noi ci stringiamo nella slitta temendo che la slitta vada fuori pista, cerchiamo di tirare un po’ la corda che abbiamo in mano ma lei sfreccia senza curarsi di noi minimamente. Mentre meditiamo di buttarci dalla slitta prima di finire contro un albero, la renna rallenta e completa il suo giro baldanzosa. Che dispettosa! Finiamo la visita in una casetta tutta di legno dove ci offrono caffè, tè e i tipici biscotti lapponi. Mentre beviamo il nostro tè caldo, Yuri ci consegna la patente di guida della renna, la cui validità è di 5 anni, e il certificato nominativo di attraversamento del circolo polare artico. Finita la sosta, riprendiamo le nostre motoslitte e torniamo in albergo. Prima di andare a cena, mi faccio portare da Francesco alla pista di pattinaggio che c’è in città: sono sola nella pista bella grande e mi diverto un sacco con i miei pattini: mi sento un po’ spericolata e cado due volte sotto gli occhi di Francesco che ride, mi riprende con la videocamera e mi fotografa. Sto lì per un po’ mentre Francesco fa un giretto al chioschetto lì intorno, fino a quando non sento un forte freddo ai piedi e decido che è il momento di rientrare in albergo per concedermi un’altra bella sauna rinfrancante. Stasera abbiamo deciso di non cenare in albergo perché ci costringono a stare con tutti gli italiani in un unico tavolo, così diamo un’occhiata ai vari locali di Rovaniemi ma non c’è molto. Ieri avevamo visto un pub carino, si chiama Vitto…ok! Si va là. Il locale è molto carino ma, ahinoi, non si mangia. Consumiamo una birra e un tè e via. Dobbiamo sbrigarci perché qui i locali chiudono presto. Decidiamo di mangiare al ristorante Martina ma, appena entrati, la cameriera ci dice che stanno per chiudere la cucina così, se vogliamo mangiare, dobbiamo scegliere immediatamente. Francesco decide per un piatto a base di agnello, mentre io un bollito di carne bovina con cipolle rosse. Ci danno un po’ di fretta perché il locale sta per chiudere, così laserata finisce presto. Oggi è l’ultimo dell’anno! Per oggi abbiamo prenotato una nuova escursione per goderci questa splendida natura artica. Andremo alla fattoria degli husky e faremo un giro sulla slitta trainata da una muta di cani. Dopo colazione, raggiungiamo Annamaria all’ufficio Safartica perché vogliamo scegliere un safari per domani. Siamo lì quando arriva il pick up che ci porterà all’allevamento dei cani husky. La ragazza che guida fino alla fattoria è un po’ taciturna ma ci riesce comunque simpatica; impieghiamo circa una ventina di minuti a raggiungere l’husky point e, appena arrivati all’allevamento, facciamo un giro attratti dai cani che riposano nelle loro cucce. Ciascuno di loro è alla catena e quando ci avviciniamo scodinzolano e si lasciano accarezzare: si vede che sono abituati alla gente. I responsabili dell’allevamento che ci seguiranno nel nostro safari ci radunano intorno a una slitta da cani che si trova nel piazzale e ci danno delle indicazioni per la guida. E’ una slitta diversa da quella trainata dalle renne: in questa uno dei passeggeri deve stare dietro in piedi e bilanciare con il peso del proprio corpo i movimenti della slitta; se si vuole rallentare, bisogna pestare uno o entrambi i piedi su un pedale che crea attrito sul selciato rendendo difficoltoso il traino ai cani. Il resto dei passeggeri si accomoda nella slitta protetti da una coperta di pelle di renna e da una tela che si chiude con una zip. Io mi sistemo all’interno e Francesco si posiziona alla guida. Mentre non ci sistemiamo tutti, i cani abbiano e sono nervosi, fanno molta confusione e i loro latrati sono gli unici rumori che disturbano questa quiete profonda. Partiamo preceduti dalla guida in motoslitta e cala il silenzio più profondo: gli husky corrono veloci trascinandoci sul manto bianco di una natura perfetta e immobile. Non c’è un solo movimento, un solo rumore che sciupi questa istantanea ben impressa nella nostra memoria e nei nostri cuori. Io dal mio guscio scatto delle foto splendide, Francesco guida e insieme ci godiamo il paesaggio innevato del lago ghiacciato che stiamo attraversando. La nostra muta corre veloce attraverso la foresta, la slitta salta su piccoli dossi non perfettamente coperti dalla neve che, in questo periodo dell’anno, non è molto alta. Intorno a noi solo silenzio e bianco. Dopo circa un’ora e mezza di questa esperienza quasi mistica, arriviamo su un altro lago ghiacciato, accostiamo le nostre slitte all’argine e scendiamo. Mi tuffo nella neve alta circa 30 cm, il sole sta scomparendo dietro l’orizzonte innevato e la luce e il silenzio ci rendono sereni. Giochiamo con i nostri cani, docili e dolci, la guida ci dice i loro nomi e li abbracciamo uno ad uno. Poco distante da dove abbiamo lasciato le nostre slitte, la guida ha acceso un bel fuoco praticando un buco nella neve: ci sediamo tutti quanti intorno bevendo succo caldo e mangiando biscotti lapponi. Sulla strada del ritorno decido di farmi coraggio e di mettermi io alla guida, mentre Francesco prende posto nella slitta. Non mi faccio intimorire dal freddo che mi taglia la faccia durante il ritorno e mi godo da un punto di vista diverso il meraviglioso paesaggio: ormai è buio ma i cani non sembrano affatto intimoriti o smarriti, hanno solo tanta voglia di correre… Tornati all’allevamento ci servono ancora una volta del succo caldo e gustiamo i dolcissimi biscotti lapponi a forma di fiore. La guida che ci ha condotto con i cani nella foresta, mette su un cd in cui ci mostra una gara di slitte tra cani che è stata vinta dalla sua muta; intanto ci riscaldiamo al fuoco del caminetto acceso e ci prepariamo per tornare in hotel. Stasera c’è il cenone di capodanno ed Annamaria ci ha preannunciato che il pick up sarà in hotel a prelevarci alle 19.40 per il cenone. Quando arriviamo in albergo, riposiamo qualche ora e cominciamo i preparativi per la serata: a parte l’inconveniente che in bagno non c’è acqua calda, decidiamo cosa indossare e all’ora stabilita scendiamo nella reception dove ci aspetta Eva, una ragazza di origini albanesi ma che si è trasferita in Lapponia per amore. Eva ci accompagna in autobus al lodge dove ceneremo insieme al resto del gruppo; l’autobus esce dalla città e raggiunge la foresta che circonda Rovaniemi, imbocca un sentiero illuminato dalle torce e raggiunge il locale dove consumeremo la cena: uno splendido lodge finlandese tutto in legno, immerso nella natura selvaggia e fredda della Lapponia. Il gruppo scende dall’autobus e con il proprio schiamazzo disturba quella quiete sovrana in quei magici boschi, le persone si assiepano intorno a un gruppo di sciamani che leggono il futuro con l’aiuto di alcuni sassolini magici o attraverso la fusione sulla brace di un piccolo ferro di cavallo in metallo. Questi riti fanno parte della tradizione lappone e grandi e piccini si divertono ad interrogare gli sciamani pronti a promettere un 2011 ricco di amore, fortuna e felicità. All’interno il lodge è molto caldo ed accogliente, nell’ingresso c’è una scultura di un orso in legno scolpita con la motosega; le cameriere servono al tavolo indossando il costume tipico e la cena è a base di carne di renna, salmone e cheesecake. A metà serata, arrivano gli elfi amici di Babbo Natale e ci insegnano come fare il saluto dell’elfo! I bambini si divertono un mondo, l’atmosfera è serena e rilassata. Si avvicina mezzanotte! Saliamo di nuovo tutti sull’autobus e raggiungiamo il bar di ghiaccio, Snowland! Un posto magico! Si tratta di un bar fatto tutto di ghiaccio: il bancone, i tavolini, le panche ricoperte di pelle di renna… Intorno al bar c’è anche un igloo con un letto tutto di ghiaccio e una kota dove brilla un fuoco acceso. A Snowland ci offrono una bevanda tipica lappone, il Glogi a base di alcol e cannella. Il brindisi della mezzanotte lo facciamo all’aperto dove ci sono diversi fuochi accesi. Io e Francesco brindiamo al nuovo anno e ci teniamo per mano, silenziosamente si avvicina Eva che, con la sua dolcezza, ci chiede se abbiamo figli; le rispondiamo di no ma che li desideriamo nel nostro futuro: Eva ci augura di realizzare i nostri sogni… Il miglior augurio per il nostro 2011: grazie Eva! Per il 1° Gennaio, abbiamo prenotato una terza escursione: purtroppo il pick up in hotel è alle 9,45! Siamo appena un po’ in ritardo ma intorno alle 10 partiamo dal parcheggio delle motoslitte dietro il Pohjanhovi alla volta dell’hotel di ghiaccio! Il gruppo di oggi è poco numeroso: ci sono un’altra coppia italiana e due coppie romene. La nostra guida di oggi è Alexandre, di origini francesi ma sposato con una donna lappone. La gita in motoslitta è splendida!

Sfiliamo sulla neve veloci attraversando un paio di laghi ghiacciati, seguendo il corso dei fiumi, tagliando la foresta sempre immersa nel suo immobile e silenzioso candore. Non facciamo soste perché, ci spiega Alexandre, perché all’hotel di ghiaccio ci aspettano per mostrarci le stravaganze di questo albergo interamente fatto con ghiaccio e neve. Ci aspetta un addetto dell’hotel di ghiaccio che ci conduce in questa visita simpatica e stravagante. Ci porta all’interno e fa un gran freddo: chiedo quanti gradi ci sono all’interno e la guida mi dice -5°! Non certo un ambiente caldo! Facciamo un bel giro e notiamo alle pareti delle sculture nel ghiaccio realizzate dagli studenti dell’Accademia delle Belle Arti Lappone. Guardiamo le camere, con il letto di ghiaccio ricoperto dalla pelle di renna, la parete che dà sull’esterno è fatta di blocchi di ghiaccio e lascia passare la luce. Ci spostiamo nell’area che ospitale junior suite:ognuna è diversa dall’altra per le sculture che ci sono sulle pareti. Molto bello ma per nulla accogliente a causa del freddo. Io non trascorrerei mai una notte al gelo… Lasciamo il corpo centrale dell’hotel per visitare la cappella tutta realizzata con ghiaccio e neve: ci sono gli operai al lavoro, ma sarà pronta per domani! E’ previsto un matrimonio… Che romantico.

L’ultima tappa ci porta alla sauna sempre completamente in ghiaccio: trascorriamo qualche minuto nel vapore e poi via verso il nostro pranzo a base di salmone. Ci fanno accomodare in una costruzione in legno dal tetto basso con le finestre strette come fessure dove un uomo sta grigliando degli ottimi tranci di salmone sulla brace di un camino che occupa il centro della stanza. Nella sala, l’uomo ha preparato la tavola e serve ad ognuno del gruppo un piatto di legno con del salmone, dell’insalata russa, della bietola e del pane bianco. Mangiamo e devo dire che il salmone è buonissimo! Usciamo di nuovo nella neve e ci avviciniamo alle nostre motoslitte per intraprendere il ritorno: Alexandre mi dice che rifaremo lo stesso percorso e che potrei guidare io la motoslitta sul tratto del lago ghiacciato dove è abbastanza semplice gestire il veicolo. Mi faccio coraggio e mi metto alla guida: la motoslitta vibra sulla neve alta una decina di centimetri ma è divertentissimo tagliare l’aria gelida e godere del panorama che scorre veloce ai lati. Francesco è dietro e mi abbraccia: anche lui si gode questi scenari incantevoli, si rilassa e sogna di tornare qui in Lapponia, magari durante un altro periodo dell’anno! Alla fine del lago ghiacciato, Alexandre ci fa fare una breve pausa,anche perché nella foresta diventa più difficile guidare: c’è bisogno di un po’ di forza fisica per gestire il veicolo così è meglio che sia di nuovo Francesco a stare alla guida. Alexandre ci spiega che in primavera, a marzo in particolare, la neve è molto più alta e le motoslitte possono portare una sola persona che però fatica non poco a gestire il peso. Ci racconta anche che durante il suo tempo libero non ama andare in motoslitta perché preferisce lo sci di fondo con la propria famiglia; durante l’estate invece ama fare rafting con la canoa: per chi ama lo sport, la natura e il silenzio, la Lapponia è un vero incanto.

Siamo di ritorno in hotel relativamente presto, così abbiamo tempo per rilassarci un po’. Il resto della giornata passa così: siamo un po’ stanchi e recuperiamo le energie per domani, ultimo giorno in Lapponia…La tristezza sembra già calata sui nostri visi, tra le avventure, il freddo, i paesaggi la vacanza sembra volata. Ceniamo al “Comico”, un ristorante tex-mex che ci è stato consigliato dalla ragazza che ci ha accompagnato all’allevamento degli husky: il cibo non è male ma nulla di speciale. Per l’ultimo giorno abbiamo conservato l’escursione al Santa Claus Village, paradiso per i bambini di tutte le età! La sveglia stamattina ci lascia dormire un po’ più a lungo, così siamo ben imbacuccati alle 12 per prendere l’autobus n° 8 da Rovaniemi che conduce direttamente al villaggio di Babbo Natale. La corsa di andata e ritorno costa 6,60 euro, la tratta dura circa 25 minuti e ci sono autobus dalle 9 alle 19 più o meno ogni ora. Arriviamo al villaggio verso le 12,30 e cominciamo ad esplorarlo. Sembra una favola bellissima! Sto per visitare la casa di Babbo Natale! Il villaggio è strutturato con diverse costruzioni, ognuna con il suo significato legato a Babbo Natale: la prima nella quale entriamo è dedicata ai negozi di souvenir. Io e Francesco giriamo per un po’ alla ricerca di qualche idea per le nostre nipotine o di qualcosa da tenere per noi in ricordo di questa splendida avventura. Compriamo diversi oggetti tra cui una miniatura dei tamburi sciamani, una tazza in legno e un ciondolo fatto di corno di renna. Qui i souvenir hanno un prezzo accettabile e conviene acquistarli qui: in città i prezzi sono più salati e gli oggetti mi sono sembrati anche più brutti. In particolare il negozio di souvenir dell’hotel Scandic ha prezzi assurdi! Lasciamo alle nostre spalle la galleria di negozietti e usciamo nel cortile del villaggio dove scattiamo delle foto al termometro che segna -10°…fa quasi caldo! Cerchiamo l’area dove è segnato il passaggio del circolo polare artico e ci fermiamo a guardare le indicazioni con le distanze dalle grandi città del mondo dal punto dove ci troviamo. Entriamo nella costruzione che fa da casa a Babbo Natale: ritiriamo un biglietto con l’orario per il nostro ingresso e, dopo aver fatto un giro in un negozio di oggetti per la casa, ci fanno entrare nell’abitazione di Babbo. C’è un po’ di fila da fare: ci sono molti bambini con i loro genitori eccitati e felici! Tra poco vedranno il vero Santa Claus. Quando è il nostro turno, troviamo Babbo Natale pronto ad accoglierci, ci tende la mano e ci chiede da dove veniamo, ci fa accomodare accanto a lui e l’elfo fotografo ci scatta una bella foto. All’uscita, ci chiedono 25 euro per l’acquisto della foto ma noi rifiutiamo. Usciamo dalla casa di Babbo Natale per andare nel suo personale ufficio postale. Compriamo delle cartoline che spediamo dalla buca interna all’ufficio e l’impiegata ci spiega che il francobollo verrà annullato con il tipico timbro a forma di BabboNatale; Francesco acquista per 5 euro una moneta da collezione finlandese. Facciamo ancora un giro per il villaggio e ci avviciniamo al Santa Park, una specie di parco giochi per grandi e piccini ma non entriamo: si sta facendo buio ed è bello stare all’aperto e vedere i riflessi blu del cielo sulla neve. Peccato che il freddo sia pungente così per riprenderci mangiamo qualcosa al fast food del villaggio. Tornati in città con l’autobus, facciamo un po’ di shopping nei centri commerciali di Rovaniemi e torniamo in hotel. Decido di fare una sauna rinfrancante dopo la giornata passata fuori ma non resisto molto a lungo. Torniamo in camera per un breve riposino e verso le 20 scendiamo in hotel per la cena a base di agnello e mousse al cioccolato. Dopo cena abbiamo appuntamento con Annamaria al pub Hemingwey: è l’ultima sera e ci saluteremo bevendo una buona birra in compagnia. La raggiungiamo che è lì con un’amica, una ragazza di Trento che studia moda all’accademia della Lapponia; le raccontiamo com’è andata la nostra giornata e le chiediamo di mostrarci le foto della gita che ha fatto allo zoo di Ranua il primo dell’anno. Si aggiungono alla nostra piccola compagnia una simpaticissima cameriera dell’hotel Scandic e il suo giovane fidanzato, entrambi finlandesi doc. La serata è straordinariamente piacevole, ridiamo di continuo e stringiamo amicizia. Lasciamo il pub alla volta del fast food Scan Burger perché, tranne noi, nessuno ha ancora mangiato nonostante sia quasi mezzanotte. Annamaria ci invita a mangiare il panino su da lei così la serata continua tra le risate e una tazza di tè…Si fanno quasi le 3 per tornare in albergo…Siamo stanchissimi ma felici di aver trascorso una serata diversa con gente del posto, con persone allegre e socievoli. Domani andremo via ma porteremo con noi il ricordo di questa terra dal clima gelido ma dai paesaggi splendidi, dal ritmo lento della poca luce invernale, dal bianco silenzioso della neve. Forse torneremo oppure no. Forse è solo l’inizio di una nuova avventura.



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