Toccata e fuga in Romania

Terra di monti, grotte, castelli, terme. Non solo Dracula. Una piacevole sorpresa
Scritto da: laurasergio
toccata e fuga in romania
Partenza il: 08/10/2016
Ritorno il: 11/10/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

8 ottobre 2016 – Bucarest Brasov

Un volo convenientissimo (19e. cad.) prenotato 3 mesi fa e partiamo con destinazione Bucarest, la nostra prima volta in Romania. Con un’ora in avanti di fuso e atterrati tanto presto, abbiamo tutta la giornata davanti a noi, ma ahimè non tante energie… Auto a noleggio alla Klass Wagen che ci preleva con pulmino, con l’inaspettata aggiunta di assicurazione integrativa cui non possiamo rinunciare e che fa lievitare il costo da 50 a 100e. per i 3 giorni. Partiamo verso nord, meta Brasov, che ci ricorda ogni volta che la nominiamo i simpaticissimi AldoGiovanniGiacono (aieie brazov). Facciamo tappa a Ploiesti per prelevare moneta locale (1e. = 4,4lei), ma ci incastriamo nel mercato del sabato, pulito in ordine e ben organizzato, con vendita prevalente di formaggi freschi, carni, miele. Preleviamo 300lei, poco più 60 euro. Benché stanchi, è d’obbligo la piccola deviazione per il castello di Bran, dove seguiamo la scia di turisti fra le numerose camere e le scale in stile Escher, turisti che fotografano di tutto anche se stessi davanti a muri bianchi. All’ultimo piano leggiamo qualche pannello sulla storia e le caratteristiche degli “stregoi” , streghe e stregoni di cui pare fosse infestata la zona. È forse un tentativo di farci entrare nell’atmosfera di Dracula che però non ha mai vissuto qui. Non per niente siamo in Transilvania. Sotto una pioggerellina fitta ma non fastidiosa riprendiamo l’auto e proseguiamo verso Brasov, dove arriviamo a metà pomeriggio. Ci catapultiamo nel primo, per fortuna ottimo albergo in pieno centro (hotel Gott 300lei con abbondante colazione) per un indispensabile riposino.

La città ruota intorno alla vivace piazza Sfatului, con municipio eretto proprio nel centro, mentre una piccola chiesa la scopriamo semi nascosta e defilata fra gli edifici che abbracciano la piazza; la chiesa nera, Biserica Neagra, invece, gotica, maestosa e imponente, utilizzata dalla comunità luterana tedesca, si trova subito dietro la piazza. Un’arteria, la via pedonale Str Republicii, è costeggiata da negozi di moda e da bei locali vivaci e giovani, con tavolini in abbondanza. Ceniamo a lume di candela al Bela Muzica, ristorante all’interno di un seminterrato. Assaggiamo la specialità di zuppa ai fagioli servita dentro una pagnotta a forma di panettone e un’ottima anatra all’arancia che quando più ci ricapita (spesa 100lei).

Busteni, Sinaia e Monti Bucegi – 9 ottobre 2016

Colazione ottima e abbondante. Facciamo un ultimo giro della bella città ancora dormiente. Nella piazza un gruppo di mamme con bebè nel marsupio stanno organizzando un flash-mob. Ripartiamo senza alcun programma preciso. A pochi chilometri a sud di Brazov, a Busteni, circondata da alte montagne oggi incappucciate da nuvole fitte, ci dirigiamo verso la funivia per salire in quota e fare una breve passeggiata. Per puro caso parliamo (in italiano) con un romeno che si propone di guidarci con la sua auto in cima ai monti Bucegi e le sue bellezze, in un giro alternativo alla funivia, che non ha molto senso prendere per via della nebbia. Questo ci offre un ottimo spunto e percorriamo lo stesso bel giro, ma in autonomia: da Sinaia ci portiamo in quota per la lunga strada nei boschi e giungiamo alle grotte Pestera Ialomitei. Le grotte sono una super piacevole sorpresa; sono molto lunghe. Rifugio per gli orsi in un’epoca lontana, vi scorre un ruscelletto all’interno e si susseguono tre grandi volte, unite da stretti budelli. Finalmente è uscito il sole, in lontananza si vedono le cime ammantate di neve e il troncone fermo della funivia. Il sentiero nel bosco è piacevole, peccato rientrare, decidiamo quindi di salire all’unico rifugio attratti dalla lingua di fumo che esce da un grande comignolo e attratti anche dal desiderio di bere qualcosa che blocchi la fame in attesa della cena serale. Un tè, un cappuccio, i nostri biscotti da casa – purtroppo non hanno dolci o torte e sotto il naso sfilano solo piattoni di polenta e verdure e carne, che preferiamo evitare. Il titolare gentilissimo ci regala due originali tazze!!! Rientriamo a Sinaia molto contenti e sereni per l’inaspettata e piacevole gita. Ancora non sappiamo dove andremo a dormire ma lungo la strada avevamo notato l’imponente ed elegante quasi reggia bianco – rosso, un vecchio albergo di una bell’epoca che fu. Non c’è nessun altro ospite, una ragazza (un fantasma?) ci accoglie in questa mega hall, ci consegna le chiavi e ci chiede 200lei (circa 40e.)! La stanza 209 è piccola, i letti separati (ma noi li uniamo…), l’unica spina utilizzabile per i nostri caricatori è sotto il tavolino della tv senza telecomando, il bagno con lieve perdita dai tubi, la vetusta vasca e gli asciugamani spaiati. Non proprio un alloggio da ReRegina. Ma abbiamo voluto sperimentare l’effetto di una location così particolare: la finestra si affaccia su un grande parco, su un’immensa fontana rotonda e si ha l’impressione di sentire ancora lo scalpiccio del cavalli che trasportavano fin qui dame e cavalieri in carrozza. Ceniamo in un bel locale in stile tirolese, tutto in legno con decorazioni floreali colorate. Lo Snow. Spiedino con verdure e involtino di crepes riempite di carne e verdure.

Peles e Bucarest (terme e centro storico) – 10 ottobre 2016

Impigriti fra le caldi coltri, partiamo tardi. In città, Sinaia, una città che accoglie molti turisti in ogni stagione e rinomata stazione sciistica, pare impossibile trovare un bar per la colazione: o mangi su tavolo apparecchiato (intorno a noi c’è chi mangia pizza o super piatti di uova, crocchette e wurstel) oppure solo caffè, senza un dolce… optiamo per il metodo fai-da-te: acquistiamo dei dolci al super e li mangiamo nel locale che offriva solo caffè… ridiamo di ciò, ma la necessità aguzza l’ingegno.. e noi non possiamo saltare la colazione. Ci dirigiamo sereni e curiosi verso le nuovissime terme di Bucarest che in solo un anno hanno registrato commenti super positivi. Ma altra sosta obbligata è al meraviglioso castello di Peles simbolo dello sfarzo della monarchia romena purtroppo chiuso di lunedì (sigh, oggi!). Ma leggiamo che, nato come residenza estiva di Carlo I, è il primo castello in Europa ad aver avuto l’impianto di riscaldamento centralizzato, l’elettricità ed un sistema per aspirare la polvere. Nell’epoca di Ceausescu, ospitò dirigenti comunisti e capi di stato da tutto il mondo.

Giungiamo con calma alle Terme e godiamo a pieno le quasi 4 ore di super relax, oziosamente trascinandoci da una piscina all’altra, interna o esterna, con acqua calda, dotate di bar ove gustare drink direttamente in acqua e immersi in una vera foresta equatoriale. File ordinate di comodi lettini fra le palme e le aiuole curate piene di fiori completano il quadro. Ci lasciamo andare al divertimento dei super mega scivoli con e senza canotto, in grandi tunnel chiusi e coloratissimi. La sauna a 45 gradi, non resistiamo in quelle più calde, ci concilia una dormita in un comodo lettino dotato di cappottina. Lasciamo a malincuore questo luogo dei sogni e puntiamo alla ricerca di un alloggio qualunque, non troppo caro, dove passare l’ultima notte, prima di infilarci nel traffico di Bucarest. Troviamo per caso, grazie ad una donzella che ci consiglia la pensione Gabriela da dietro la zanzariera della sua casa parlando italiano. La pensione/ostello si trova in posizione strategica vicino all’aeroporto e all’autonoleggio ma lontano dall’arteria rumorosa della tangenziale. La città è trafficata, inaspettati gli ampi viali verdi. Riusciamo a parcheggiare l’auto all’ingresso del centro storico dove ci perdiamo a piedi nelle viuzze e troviamo un buon ristorante con bella musica dal vivo. Piove. Attraversiamo la piazza teatro della triste storia del dicembre del 1989 quando più di mille cittadini che protestavano sono morti per la loro libertà, era l’inizio della rivoluzione che stava attraversando i paesi comunisti in tutti Europa, terminata qui e solo qui con l’uccisione del leader e di sua moglie. Raggiungiamo la pensione dove la coppia gentile ci aspettava e ci accoglie benissimo, parla italiano. Chiudiamo gli zaini e mettiamo la sveglia.

Domani si torna a casa. Sognando un nuovo viaggio.

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